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UNICUM

poesia da collezione

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Lorenzo Bonadè

Mattatoio
pezzi facili

Prefazione di Luciano Nanni

Blu di Prussia

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In copertina: William Xerra, “Senza titolo”,1967.
Tecnica mista su carta

© Copyright by BLU di PRUSSIA editrice - Piacenza


2007 prima edizione
2009 seconda edizione
2010 terza edizione
ISBN 978-88-904592-1-4

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Prefazione

Un primo indizio lo si può avere dal titolo, e poi da


'pezzi facili', non aforismi. La struttura testuale di
questi 'pezzi' se ne allontana; darne una collocazione
precisa è difficile, né riveste importanza ai fini della
conoscenza; piuttosto si nota un piano, perfino
organico, nella divisione in parti; nell'ultima (VI) si
concentra la maggior carica corrosiva dei contenuti:
il linguaggio, a questo punto, è facile e segnato
semmai dall'intenzione.
Con i Capricci (I) l'autore si presenta, si definisce;
nessuna falsa modestia o eccessiva valutazione; è
una domanda che nasce, il 'delitto di vivere'; sorge il
legittimo dubbio che la scrittura sia un'esca, o un
espediente inadeguato, e che il 'letale paradosso' in
realtà sia l'esito di una logica implacabile; ciò non

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toglie la possibilità di mutamenti, fino ad approdare
alla santificazione etica: 'Ho combattuto la Vita con
la Pietà, la Poesia con la Fedeltà'.

Et c'est pourtant pour ces éclanches


Que j'ai rimé!
A. Rimbaud

Sul sesso (II) dichiara i limiti di quanto è fondato


nell'effimero, certamente nel parziale: 'L'orgasmo
esprime la massima manifestazione di stupidità'; c'è
lo specchio della morte, rifrangente; è invocata la
perfezione dell'assenza, poiché ogni desiderio
prelude alla caduta.
Singolare perciò l'equilibrio che si viene a stabilire
con Principi attivi (III): il doppio esercizio della
droga, il suo rimuovere la materia, o divenire
'sublime menzogna'; dolorosa, per forza di cose, la
perdita dell'innocenza, ma la visione 'reale' significa

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anche sfuggire a false percezioni.
Molto originale la sezione Cattedrali (IV): edifici
che propongono una scienza 'costruttiva' articolata in
più funzioni; e in particolare il carcere, con il
conseguente corredo di colpe e pene e del loro
compiersi in una prospettiva nuova, tanto da trovare
'sbalorditive analogie' tra le 'agiografie dei santi' e 'le
vite degli assassini seriali'. Terribile l'affermazione
del condannato a morte: 'Tutto quanto non è stata
una mia scelta'; frase che mette in dubbio il principio
di libero arbitrio.
Non poteva mancare Il baraccone dell'arte (V): per
chi scrive vuol dire porsi in gioco. Fra le varie
'truffe' si include anche la poesia: ma è necessaria, a
quanto pare (per l'occasione va ricordata
l'interessante prova fornita con Contrappunti e
Fughe). L'arte, in fondo, è inganno: quando gratifica,
dovrebbe finire. Si dibatte fra esiti provvisori e
tentazioni all'immortalità, tanto da rischiare di non

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raggiungere nessuna di queste due condizioni.
Come s'è detto, la sesta e ultima parte (Moti
perpetui) radicalizza il discorso ed enuclea
asserzioni per scardinare non soltanto le certezze
(chi non si contraddice è un fallito) ma la stessa
ragion d'essere. L'ente creatore è riconosciuto; se
così non fosse ogni ribellione perderebbe il suo
scopo. La tabula rasa inizia dalla perdita della
memoria, personale o storica ('Al rogo la storia').
Qui gli appunti diventano ironici: 'Se gli stilisti più
dotati non fossero celebrati come dei,
disegnerebbero unicamente tovaglie.' Ma, in una
sotterranea tensione, l'ideale di un assoluto per
quanto figurale si ha nell'ultimo 'pezzo': 'Un'eternità:
la Morte che si congiunge alla Bellezza' (le
maiuscole connotano le due personificazioni):
È proprio del poeta, e probabilmente del filosofo,
oscillare fra i due estremi, non esattamente
contradditorî bensì dualistici; solo in questo modo,

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nel doppio che sussiste in ciascuna natura, è
possibile arrivare alla radice più autentica
dell'essere: è quanto ci sembrano indicare i 'pezzi
facili' di Bonadè.

Giugno 2007
Luciano Nanni

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Dopo lunghe sofferenze è mancato al grande affetto dei
suoi cari

Lorenzo Bonadè

Come sua ultima volontà ha voluto rendere noto questo


suo epitaffio:

In un'ipotetica reincarnazione, la battaglia all'essere


umano sarà ripresa, ma non più nelle sembianze, ma in
qualsiasi altra forma vivente, per provare un poco di
autostima agli occhi d'uno specchio.

I funerali avranno luogo oggi stesso in forma privata


nella città di Firenze.

(Necrologio fatto pubblicare a pagamento su un quotidiano)

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Annunciare la propria morte (falsa) per poter, poi,
annunciare la propria resurrezione...! Ecco, il
personaggio è tutto qui. Ma non nella semplicità di una
burla o di uno scherzo di cattivo gusto; nella complessità,
invece, di una personalità spiccata, forte e nella denuncia
esasperata di una vita fattasi difficile, da subito.
Credo che non possa esserci miglior prefazione che il
riprodotto falso necrologio per introdurre l'opera di un
poeta, magari non condivisibile, ma, fino in fondo,
autentico.

l'editore

P.S. Il successo di critica e di pubblico del volumetto ha


reso necessaria la presente terza edizione.

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A Rosanna

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MATTATOIO
pezzi facili

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I CAPRICCI

L’assurdità della giovinezza, la bestemmia della


vecchiaia, questo canterò.

Sono un fascinoso bastardo di pura razza,


latitante eterno, vita e morte non mi avranno
mai.

Spesso ho la tendenza a sottovalutarmi: entro i


28 anni sono riuscito ad arrestarmi, a fuggire e
riacciuffarmi per altre tre volte. Non è da tutti.

A chi devo il disturbo idiota per questa mia


tormentata nauseabonda vita mai invocata? A
quale piccola divinità riserberò lungo l‘eternità,
la mia folle metodica vendetta?

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L’unica creatura magnifica alla quale non
offrirò il mio perdono, di fronte a tanto scempio
altrui, è infine colei alla quale dono il mio cuore:
mai -Madre- potrò assolverVi per avermi messo
al mondo.

Per sopravvivere a me stesso ho invocato aiuto ai


morti, ai corrotti antenati.

Ad ogni risveglio emigro clandestino per


elemosinare al nulla.

I neri credono che il Diavolo sia bianco.


Condivido appieno questa visione. Ecco perché
coltivo l’idea di geni tramandati di generazione
in generazione dal sangue di pallidi europei
spietati ed insaziabili di potere ed eternità. Come

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loro, attraverso la scrittura, mi riscopro avido
cacciatore d’anime.

Se fossi nato e cresciuto in un paese di lingua e


cultura anglosassone, il mio talento sarebbe
andato completamente sprecato.

Sono al di fuori delle nazioni, della storia, delle


epoche, delle identità passeggere, di tutto. Ma
sopra ogni altra cosa del compiersi dell’atto
sessuale, dell’atto creativo, del concepimento
dell’opera d’arte, dell’atto mortale, omicida.

Nel letale paradosso di questa comparsa terrena,


come deforme appestato, la mia anima è stata
internata in un sanatorio rigurgitante simboli. In
qualche altra forma nei millenni a venire ci
rincontreremo tutti quanti. Indifferenza, Odio, Sano
Tradimento non conoscono né sesso,

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invecchiamento o religione. La pena sarà millenaria
e multiforme. Mediocre, lentamente soffocherò chi
di dovere sotto la legge di sopravvivenza della
specie. Eppur nessun riscatto quando anche coloro si
sorpresero magnifici come io fui allora concepito.

Veramente non si tratta di megalomania:


dovreste anticiparmi al minuto un tanto in
denaro per un mio venire alla luce, per
presenziare deliziandovi. Nel caso non ne
conveniate, saggiate quanto risparmiereste per
lasciarmi stare, per una mia prolungata assenza.

Solo l’amore proibito verso una vegliarda o una


adolescente fanciulla, mi ha salvato dall’anonimato,
dalle prime luci di un lunedì mattina.

Quello che i media mai capiranno, è che a mia


discrezione posso indossare un completo di

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Armani, tanto quanto indossare una divisa da
carcerato.

Sorrido al giorno che viene: due guardie giurate


mi scortano in manette per rivedere la mia
acconciatura e un poco di manicure.

Le sozzure del mondo sono in netto contrasto


con la mia bellezza: il Pianeta Terra è sempre
stato ricercatore del Caos.

Posso essere un buon intrattenitore: devo


soltanto imparare a memoria me stesso.
Sì alla reincarnazione per ritornare a combattere
l’uomo: possibilmente non nelle sue sembianze,
per provare agli occhi di uno specchio,
autostima.

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Ho combattuto la Vita con la Pietà, la Poesia con
la Fedeltà.

Amai il genio soffocato, colui che offrì


attraverso le feritoie della povertà brandelli di
luce, affinché la sua opera potesse rimanere da
due soldi. Vi è più nobiltà nella divulgazione o
nella distruzione del proprio operato, del proprio
essere?

Il mondo era così assurdamente vecchio,


l’umanità così nauseabondamente logora, ed io
giovane catapultato in un pianeta errato. Il
prodotto? Lacrime nel mattino in un giorno di
costruzioni.

Se fossi stato in Giuseppe avrei perdonato la


concessione carnale di Maria ad un altro uomo,
ma non quella verso Dio: la concessione della

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Vergine ad essere ingravidata da un essere
superiore, divino, rappresenta il massimo livello
di degrado.

Non m’è dato rigurgitare versi per una sola


dama: ma per una moltitudine di puttanelle, per
uno sconfinato harem di odalische in schiavitù,
riserbare le mie scandalose liriche febbrili.

Allo stato attuale considero un gesto più nobile


l’omicidio che la procreazione. Simpatie
personali. Una valutazione equa li mette
esattamente sullo stesso piano.

Non mi è ancora chiaro il motivo per cui quando


i maggiori quotidiani intitolano di un arresto
clamoroso, il padrone di casa affisse alla mia
porta il cartello “AFFITTASI”.

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C’è chi nella vita pone su di un piedistallo i
propri successi, io di quando in quando mi
accontento a far dare una sbirciatina a qualche
mia cicatrice.

Se rinascessi, vorrei condurre una vita di


privilegi: essere brutto, ignorante e modesto.

In un mondo di corrotti politici drogati e


sacerdoti pedofili, io sono un Papa.

Là dove il mio seme è generosamente sparso nei


prati per non ingravidare stupide femmine,
nascono fiori di sangue.

Alla fine ciò che mi sta più a cuore nel


quotidiano, è la possibilità di avere un cadavere
rispettabile.

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È l’immobilità di un fiore rispetto alla morte
altrui ciò che agogno di possedere.

Irriverente, giovane, mi sono fatto carico tanto


dell’inferno degli uomini quanto delle donne. Ne
è rimasto un individuo muto invecchiato
anzitempo, senza più memoria.

Noialtri si finisce per giacere accatastati in


sordide fosse comuni o, al meglio, le nostre
ceneri in urne da due soldi, in un metro cubo
cementate.

Se mai graziato da una qualsiasi incarnazione del


Potere mi sarà concessa una flebile possibilità di
reinserimento in società, ancora una volta nella
vendetta a chicchessia verrà dissipata.

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In coppia sì può superare qualsiasi ostacolo,
immani avversità. Da soli si conquista
l’immortalità.

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II SUL SESSO

L’atto sessuale volto alla procreazione è lo zenit


del Caos.

Il sesso anale, è una prima, inconsapevole,


ribellione a Dio.

Chi pratica il sesso anale è alla ricerca della


Rilevazione Suprema.

Vi è qualcosa di mistico nel sesso anale, da esso


culti ne scaturiscono.

Il bacio appassionato, disinvolto, consumato nel


più completo abbandono, è il più grande

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tradimento concesso tanto alla donna quanto
all’uomo.

Tutto il male dell’essere umano ha principio e si


sublima nel suo modo di procreare. Mai vidi un
fiore esercitare la professione d’avvocato.

L’orgasmo esprime la massima manifestazione


di stupidità; nel coito rassomigliamo tutti a degli
uomini politici.

L’orgasmo è la maggior forma d’assoggettazione


e di sadismo che Dio abbia imposto all’essere
umano, e non conflitti o calamità naturali.

L’omosessualità dei sessi rappresenta l’unica


salvezza data alla razza umana.

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Non vi è mito maggiore, massimo ideale di
bellezza, di un aggraziato pugile dalla sessualità
promiscua.

L’Amore utopico si sublima nella purezza di


sentimenti verso un transessuale. V’è pure in
esso qualcosa di mistico, religioso.
Solo colei che ogni notte vende il proprio corpo
e che di sua volontà vi segua nel cammino del
quotidiano può reclamare, l’unico, vero rapporto
sincero.

Mai esternare i propri sentimenti per una donna


del presente, ma per una donzella del passato -tra
le defunte, o del futuro- femmine sfoggianti
mutazioni genetiche.

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Lo sverginamento di una femmina da parte di un
uomo è la sua condanna alla vita terrena, e
quindi alla perdita dell’immortalità.

Alla fine s’intende che si tratta solamente


d’eiaculazioni sacrificate in fondo ad un
qualsiasi sfintere. Spirano già nel momento nel
quale sono partorite. Morte nel buio più totale.
Allora poco importa che l’altare dove brucia
l’attimo dell’ardore futile sia di una bionda
fanciulla in fiore, che ancora si riaffaccia
nell’abisso della memoria, o di una vecchia
checca assassina condannata all'ergastolo.

Il vero amore è stupro, stupro attuato da


entrambe le parti.

La prostituzione del proprio partner è l’apice


dell’amore.

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La masturbazione è la maggior forma d’arte
concessaci.

Il piacere sterile è il futuro.

L’Ano è lo sfociare dell’Universo.

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III PRINCIPI ATTIVI

Il mondo è un anziano contadino schiavo della


droga. I secoli sono schiavi dei millenni. Il
nutrimento dei frutti della terra è dipendenza
senza più nessun’esternazione.

Non v’è principio religioso senza principio


attivo.

L’utilizzo di sostanze stupefacenti precede la


comparsa dell’essere umano sulla terra.

Sopprimere l’utilizzo di una sostanza significa


morire a causa di un malinteso creatosi tra noi e
la natura.

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La droga e l’equivalente di amore: è tanta la
voglia di assaporarla che non ci si ferma di
fronte alla tragedia che ne seguirà l’impiego.

I supremi dittatori della materia, i più grandi


carnefici della beatitudine del poetuncolo: la
Genetica, la Chimica, la Geometria. Analizzando
tutto ciò che mi opprime, non posso non
supporre che non aleggi dispersa nell’aere una
primordiale droga, principio attivo sconosciuto
all’uomo, governante gli Universi.

L’uso di sostanze stupefacenti risale alla notte


dei tempi: rappresenta il legame insondabile tra
l’uomo e la natura.

Dovetti iniziare all’uso di laudano il Conte di


Saint Germain affinché potesse avere una
visione del mio spirito.

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V’è qualcosa di poco rassicurante nei Papi che si
sono succeduti negli ultimi decenni: non ho mai
veduto nessuno di loro accendersi una sigaretta.

Spesso rimirandomi allo specchio mi sono


riconosciuto come un giovane Delfino
tossicomane, dissipatore del patrimonio reale.

La cocaina è davvero “Madre”. Essa apre tutte le


porte su immensi spazi siderali.

La cocaina è una paradisiaca sublime menzogna.

La cocaina è la regina dell’Eros.

Essere in estasi per coca, significa schiantarsi a


300 miglia all’ora contro il cielo.

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La pornografia è la prima e più potente droga
visiva.

Solo con la caduta di ogni tabù si accarezzerà la


pace sulla Terra.

Se il Dio della Santa Madre Chiesa fosse


davvero misericordioso, nell’eucarestia si
distribuirebbe unicamente morfina.

Essere in armonia con l’universo significa


convivere serenamente con le più svariate
sostanze. L’abuso ed il divieto conducono
entrambi all’incomunicabilità.

Nel cosiddetto terzo millennio non posso non


pensare a Cristo come ad un eroinomane.

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Comprendere la Dipendenza ed il suo significato
universale, l’abbandono ad ogni forma
d’autodistruzione, persuadersi e provare debolezza
-nuovo sentimento come ogni sorta d’amore- è
l’incoronamento di un passaggio: la fanciullezza che
è sempre tradita, il divenire uomini.

Avere una visione “lucida” della realtà, significa


prendere atto della propria ed altrui sconfitta.

Una delle più grandi tragedie umane è quella per


la quale, nonostante la sua valle di lacrime e
disperazione, della droga alla fine dei conti non
se ne possa parlare del tutto male.

L’essenza delle droghe è la rivelazione finale


della vita.

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IV CATTEDRALI

Il Penitenziario: infernale cattedrale eretta in un


perpetuo purgatorio.

Cattedrali della Nuova Era, luoghi sacri,


monumenti a tutto quanto di più abbietto e
nobile concerne l’animo umano, sono le carceri
che sorgono in ogni luogo del pianeta.

Nel mortale paradosso che è l’esistenza, le


carceri saranno gli unici templi dove sarà
possibile ritrovare manifestazioni d’umanità
vera.

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Mille anni di carcere trascorsi in ogni nazione.
Uscirne illibati, ancora più giovani.
Disgregazione totale del potere.

Utopia di uno statuto giudiziario perfetto:


graziato l’imputato macchiatosi di duplice
omicidio passionale. Redenti gli assassini,
uniche vere vittime d’Amore.

Quando l’omicida seriale fu sorpreso nel suo


covo, le sole parole che egli pronunziò da lì alla
sedia elettrica, furono: “Tutto quanto non è stata
una mia scelta”. Testamento di un nuovo profeta.

Rileggendo le agiografie dei santi e le vite degli


assassini seriali, vi si riscontrano sbalorditive
analogie.

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Verità inconcepibile al sociale? All’omicida
seriale va il monumento alla sincerità.

Agogno un paradiso per i serial killer, là mi


attenderanno i miei compagni e i santi.

Il paradiso tanto agognato, la terra promessa! È


un sito che non è penitenziario né tanto meno
libertà in questa società.

Ho parlato con sacerdoti e con direttori di


carcere, di entrambi non ne ho condivisa la
dottrina.

Gli ergastolani sono i migliori scrittori sulla


faccia della terra.

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Agli occhi delle nuvole carcerati e suore di
clausura sono la medesima cosa.

Nessun angelo può condurre alla salvezza il


sacrificio di un altro angelo.

La vita di un grande uomo non può dirsi tale


senza l’esperienza del carcere.

Il vero amore? Quello che il carcere non piega.

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V GLAMOUR

I veri custodi del tempo e sovrani delle arti? Gli


stilisti.

Non c’è futuro senza un buono stilista.

Se gli stilisti più dotati non fossero celebrati


come dei, disegnerebbero unicamente tovaglie.

La Passerella! Altare divino!

Ucciderei per avere un suo collant, ma mai per e


in nome di un Dio.

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O Valentino, Armani, Gucci, Cavalli... Abbiate
misericordia di noi, e conduceteci sulla via
dell’estasi!

Non mi riesce di pensare a Lorenzo De' Medici


senza un favoloso abito da sera all’ultimo grido.

Le femmine al di sotto del metro e


settantacinque di altezza, indispongono lo
spirito, hanno una visione limitata della vita.
Le top models fanno la forza di un paese.

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VI PORNO

Il Porno è di origine divina, ecco perché ci


conduce a smarrire il senno.

L’unica forma d’arte umana che potrà agognare


un seguito nell’immediato futuro, è tutto quanto
definiamo come Pornografia, subito dopo l’Odio
nelle sue più svariate manifestazioni.

Ella era di tale bellezza, di spirito superiore.


Dovette per forza dedicare la sua intera vita al
Porno.

Non vedo differenze tra le nostre vite ed un


cortometraggio porno dal mediocre montaggio.

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Confrontarsi con l’inferno del Porno, significa
confrontarsi con l’essenza stessa dell’uomo.
Nell’epoca in cui questo mio Io sta vivendo, non
vedo differenze tra una Pornostar e la Vergine
Maria, tra Dio e un regista hard.

Lo sposalizio con una pornostar è il matrimonio


perfetto.
La Nascita è Porno, Dio è Porno, la Famiglia è
Porno, l’Amore è Porno, il Crimine è Porno,
l’Arte è Porno, la Decadenza è Porno, la Morte è
Porno, il Sapere è Porno, i Millenni sono Porno,
l’Illuminazione è Porno, la Resurrezione è
Porno.

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VII IL BARACCONE DELL’ARTE

Liberarsi dell’Arte è il primo passo verso la


libertà.

Arte sincera è tutto quanto distrugge sul proprio


cammino e che si autoannienta nel compimento
del gesto finale.

I più grandi capolavori unanimemente riconosciti


dalla storia sono degli scherzi, e per giunta di
cattivo gusto.

I “normali”, non potranno nemmeno immaginare

l’arte e il sacrificio degli esclusi, coloro che si

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oppongono alla follia del quotidiano.

Vi sono tanti artisti quanti assassini, tanti

secondini quante principesse.

Discorrere d’Arte è una cosa assolutamente


spiacevole: ecco perché bisogna rivalutare il
suicidio a dispetto di un imbrattatele qualsiasi.

Quando non si sa con chi prendersela, è giusto


accanirsi contro l’Arte.

L’Arte, la Poesia, sono necessarie: necessarie


come si ammazza una bestia per sfamarsi, per
pasciarsi d’essa.

L’arte ha lo stesso valore della confessione di un


delitto. Nessuna importanza se il confessore è

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pentito o meno. La confessione è un gesto
secondario. Si nasconde forse Dio nel picco più
alto della gloria, colei che è sposa promessa alla
più inarrestabile decadenza?

Il suicidio è l’unica arte per la quale vale la pena


perderci il sonno.

Il punto più alto dell’arte: la sua più completa


mancanza d’eternità. Il suo vero valore: la
sublimazione in nulla, nessuna scoria di
compromesso. È la nascita impetuosa, il gesto
vanaglorioso e non veduto, che spira
nell’immoto caos del nulla, nella volubile pace
del tutto.

La musica è una truffa. La pittura, la scultura e la


fotografia sono delle truffe. Non parliamo della
poesia. L’arte è truffa per antonomasia. Non mi

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sono mai preoccupato di avere la fedina penale
sporca.

Fare Poesia sincera significa fare del


contrabbando.

Stupido sperma riempie un utero. Consolazione


della Filosofia.

Sintesi dell’Atto Creativo: roulette russa con


autoscatto.

Non capisco la necessità di molti artisti, i quali,


raggiunta fama e notorietà, si ostinano ancora a
propinare menzogne alla gente.

Ciò che mi rasserena è che, tanto la mia opera,


quanto quella di un ciarlatano qualunque,
andranno perdute.

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VIII MOTI PERPETUI

I veri poeti sono tutti dei guerrafondai ben


mascherati.

Fino a quando esisteranno due persone sensibili


come noi, mi dissi, non sarà possibile
la pace nel mondo.

Il Dio di tutti i giorni, ti chiede perlopiù di essere


mortale.

Bisogna sputare sul proprio Dio per poterlo


amare.

I preti sono soggetti interessanti: ne ho redento


uno, avendolo come amante.

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Ciò che più disprezzo dell’essere umano è
l’estrema facilità con la quale procrea.

La procreazione è il più grande inganno fattoci


dalla Natura.
Il Saggio patrocinava la maturità
all’accrescimento dello spirito di un individuo,
l’avvicinamento alla conoscenza in età adulta,
col susseguirsi delle stagioni. Abbandonai il
Tempio, quando intuii che il termine di una
stagione di vita era seguito da uno spaventevole
sfalsare da parte del “nuovo” individuo. Come
congiure, agguati, ad ogni visione precedente,
assennata o furiosa che fosse.

Si potrà parlare di una nuova era nel momento in


cui la parola “legalizzare”, non sarà più un
vocabolo corsaro.

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Solo il ritorno dell’incomprensione potrà salvare
l’ingegno.

Si può impazzire anche e soprattutto per troppa


lucidità.
Chi durante il proprio cammino non si
contraddica anche in modo letale, è un fallito.

Il più gran male, non è la morte in se stessa, ma


la sopravvivenza al tentativo di suicidio.

Proprio perché ho riscoperto la vita, che mi sono


concesso al suicidio.

In questo millennio le vite dei grandi poeti


saranno trasformate in slogan.

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Gli unici individui ai quali dovrebbe spettare il
diritto di voto, sono i bambini.

Superati i trent' anni di vita incomincia un


inesorabile processo d’incancrenimento
spirituale.

Ai vecchi spetta un ultimo unico dovere: morire.

Il domani non è distruzione né genocidio: sarà


oblio, perdita completa di memoria, pur
essendoci.

Dietro ad ogni singolo atto creativo si cela


l’insano amore per una puttana perduta. Reggono
l’opera di una vita d’artista un fiume di mignotte,
un esercito d’amazzoni.

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La Prostituzione del proprio partner è lo zenit
dell’Amore.

Siamo assoggettati fin dalla nascita al giogo di


studi secolari concernenti guerre, susseguirsi di
poteri, d’imperatori e sudditi, quando
l’universale sapere c’è offerto per la strada lungo
i nostri primi venti anni di vita. Al rogo la storia.

Ricordare non porta a nulla, si tratta solo


d’ipocrisia: bisogna cancellare.

Una qualità che non riusciamo a far nostra, è


quella di toglierci di mezzo, farsi fuori nel
momento opportuno.

Le idee più brillanti giungono sempre nel


dormiveglia.

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Le grandi verità che nelle fiabe si celano,
soltanto ai bimbi e a coloro che hanno
conosciuto l’abisso si paleseranno.

Nessuno sopravviverà alla vita impostagli.

La natura ci spazzerà via tutti quanti nella stessa


maniera. Quando questo avverrà, mi sarà
concesso un sorriso.

Tradire il sano, rispettabile tradimento d’ogni


giorno, è l’Esilio Supremo.

È singolare come filosofie e religioni tentino di


preservare, di tendere alla sopravvivenza: in
taluni casi con la protezione e l’affetto d’un
padre, altre con astuti inganni di un codardo
principe. Come a voler evitare una terribile
deflagrazione. Come un anziano benestante che

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s’inaridisce al pensiero che il proprio patrimonio
sia dissipato dal giovane erede, nelle licenziosità
di una vita volta al piacere e al libertinaggio.

Non vedo differenze tra le nostre vite ed un


cortometraggio porno dal mediocre montaggio.

Analizzando il nostro quotidiano, il più delle


volte ci renderemo conto di vivere in funzione
dei nostri vizi.

La sopravvivenza è il peggiore dei vizi.

Datemi un senso alla vita, ed io vi darò un senso


al suicidio.

La favorevole condizione sociale di un paese è


riscontrabile dal numero di case chiuse e di case
da gioco che lo popolano.

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Il più dolce ricordo della mia giovinezza è uno
zero pieno alla roulette, in un decadente
pomeriggio di Praga. Rinvigorita giovinezza
nell’invecchiamento del mondo.

La filosofia della roulette, è la filosofia di Dio. Il


casinò è la politica del paradiso.

Di fatto ho sorpreso tra i razzisti dichiarati i


maggiori individui tolleranti e ansiosi di sapere
verso le altre culture.

Ogni giorno sfogliando i quotidiani spero nella


scoperta di un nuovo pianeta dove i potenti
potranno rimettersi a tavolino e ridiscutere per
l’eternità (a scapito dei semplici) i medesimi
irrisolvibili problemi.

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L’icona del terzo millennio è quella di un bimbo
che preme il grilletto.

I cosiddetti periodi di pace, di transizione, sono


quanto di più malato ed inquietante si possa
immaginare. Il conflitto rappresenta espiazione,
purificazione dal male incancrenitosi.

Se depravazione e follia non esistessero, non vi


sarebbero né cieli, ne spazi, né universi.

I cancri e le bombe sono l’orgoglio di questo


millennio.

I cancri sono il risultato, prodotto finale di


qualità certificata, lungo la catena di montaggio
della specie, della multinazionale della vita.

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Tutto il male dell’uomo ha principio e si sublima
nel suo modo di procreare.

Nei teatri dei sobborghi non esiste la censura. In


lussuosi bordelli si assistette a martiri d’ignare
santarelle, in fumosi vicoli satolli di vita si
espletarono lucenti miracoli rivoluzionari.

Le più grandi organizzazioni criminali si trovano


laddove sono presenti culture millenarie e
multiformi.

Di fronte all’ipotesi d’adesione forzata ad un


qualsiasi tipo di dittatura o presunta democrazia,
aderirei in entrambi i casi alla mafia.

La millenaria cultura cinese e la rispettiva mafia,


ci devono essere d’esempio per la lotta

57
quotidiana della nostra identità più vera contro
la globalizzazione.

Nell’epoca in cui questo mio Io sta vivendo, non


vedo nessuna differenza tra una Pornostar e la
Vergine Maria, tra Dio e un pederasta.

Mohammad guiderà i nostri passi sulla via della


luce…Costituendosi.

Chi non prova un poco di sano razzismo non è


un buon cristiano.

Dio si scaglia sui mortali in quanto ha scoperto


la Sua capacità di redimere inferiore a quella
degli uomini.

Non vedo l’ora di visitar Dio per diagnosticargli


un cancro.

58
Prima gli animali, poi l’uomo.

Sia beato quel Ragazzo Selvaggio che, ancora


speranzoso di rinnovata innocenza da bruciare,
mi disse: “Devo tentare di rimanere in vita,
anche solo fisicamente”.

È nel silenzio dei poeti che risiedono le Verità.

Un’eternità: la Morte che si congiunge alla


Bellezza.

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Indice

I Capricci 16
II Sul sesso 26
III Principi attivi 31
IV Cattedrali 36
V Glamour 40
VI Porno 42
VII Il baraccone dell'arte 44
VIII Moti perpetui 48

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Finito di stampare nel mese di Aprile dell'anno 2010
da Laser Copy Center di Peschiera Borromeo (MI) per conto di
Blu di Prussia editrice - Via del Castello 36 - Piacenza
Tel. e fax 0523 326797 - web: www.bludiprussia.it
e-mail: eugenio.rebecchi@fastwebnet.it
Composizione in proprio

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