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CONFESSIONI
E ANATEMI
«In tutti i libri dove il Framm ento è sovra
no, verità e ubbie si susseguono da un ca
po all’altro. Ma com e distinguerle, come
sapere che cosa è convincimento e che co
sa è capriccio? U n’affermazione, frutto del
mom ento, ne precede o ne segue u n ’altra
che, com pagna di tutta una vita, si eleva al
la dignità di ossessione. Spetta dunque al
lettore discernere, perché non di rado
l’autore esita a pronunciarsi. In Confessio
ni e anatemi, sequela di perplessità, si trove
ranno interrogativi ma nessuna risposta.
Del resto, quale risposta? Se ce ne fosse una
la si conoscerebbe, con buona pace del de
voto dello stupore».
Appare superfluo - se non irriguardoso -
aggiungere qualcosa alle parole con cui lo
stesso Cioran presentava, nel 1987, quello
che sarebbe stato l’ultimo suo libro pubbli
cato in vita. Ma forse si può dire che questa
raccolta di vibranti aforism i è il degno si
gillo di u n ’opera unica: quintessenza di
una spregiudicata metafisica e postrem a
fiam m ata di uno stile tanto imitato quan
to inimitabile, in cui la perfetta levigatez
za di un francese di rara eleganza traduce
pensieri perfettam ente appuntiti.
CONFESSIONI
E ANATEMI
T ra d u zio n e d i M a r io Bortolotto
A D E L P H I E D IZ IO N I
t it o l o o r ig in a l e :
Aveux et anathèmes
© 1987 É D I T IO N S G A L L IM A R D P A R IS
© 2007 A D E L P H I E D IZ IO N I S .P .A . M IL A N O
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I S B N 978-88-459-2212-1
INDICE
Al margine dell’esistenza 11
Fratture 35
M agia del Disinganno 49
Di fronte agli Istanti 73
Esasperazioni 91
Nefasta chiaroveggenza 113
C O N F E S S IO N I E A N A T E M I
AL MARGINE D E L L ’ESISTENZA
Q uando il Cristo discese agli inferi, i giusti del
l’antica legge, Abele, Enoc, Noè, diffidarono del
suo insegnam ento e non risposero al suo appello.
Lo scam biarono p er un em issario del Tentatore di
cui temevano le insidie. Solo Caino e quelli della
sua specie aderirono alla sua dottrina o fecero finta,
lo seguirono e lasciarono gli inferi con lui. Ecco
quello che professava M arcione.
« L a felicità del m alvagio», vecchia obiezione al
l’idea di un Creatore m isericordioso o alm eno ono
rabile, chi l ’ha corroborata m eglio di qu ell’eresiar
ca, chi altri ha colto con tanta acutezza ciò che ha di
invincibile?
13
A pplicare il m edesim o trattam ento a un poeta e a
un pensatore mi sem bra una m ancanza di gusto. Vi
sono ambiti che i filosofi non dovrebbero toccare.
Anatomizzare una poesia com e si anatom izza un
sistem a è un delitto, anzi un sacrilegio.
Curioso: i poeti esultano quando non com pren
dono ciò che si blatera su di loro. Il gergo li lusinga,
e dà loro l’im pressione di una prom ozione. Q uesta
debolezza li degrada al livello dei loro glossatori.
14
Se Cristo chiam ò Satana « Principe di questo m on
d o », san Paolo, volendo rincarare, avrebbe colto nel
segno: «d io di questo m o n d o».
Q uando simili autorità designano specificatam en
te colui che ci governa, abbiam o il diritto di fare i
diseredati?
15
Si direbbe che la materia, gelosa della vita, si ad o
peri a spiarla per trovarne i punti deboli e per pu
nirla delle sue iniziative e dei suoi tradim enti. L a vi
ta è tale, infatti, solo per infedeltà alla materia.
16
Dato che l’uom o è un anim ale m alaticcio, i suoi
gesti e le sue parole hanno tutti indistintam ente va
lore di sintomo.
20
M entre il dentista mi sfondava le m ascelle, mi di
cevo che il tem po era l ’unico soggetto su cui m e
ditare, giacché proprio a causa sua mi trovavo su
quella sedia fatale e tutto cedeva, com preso quanto
mi restava di denti.
22
A prendo in una libreria i Sermoni di M eister
Eckhart, leggo che la sofferenza è intollerabile per
chi soffre per sé, m a che è leggera p er chi soffre
per Dio, perché è Dio a portarne il fardello, fosse
anche carico della sofferenza di tutti gli uom ini.
N on per caso sono capitato su quel passo, giacché
s ’applica bene a chi non potrà m ai scaricare su nes
suno tutto ciò che pesa su di lui.
26
Dovremm o disturbare i nostri amici solo per il
nostro funerale. Ed è fin troppo!
29
L a critica è un controsenso: bisogna leggere non
p er com prendere gli altri, m a p er com prendere sé
stessi.
30
Un silenzio improvviso nel mezzo di una conver
sazione ci riporta d ’un tratto all’essenziale: ci rivela
a quale prezzo dobbiam o pagare l ’invenzione della
parola.
32
«T occa agli dèi venire a me, non a m e andare a
lo ro » rispose Plotino al suo discepolo Am elio che
voleva portarlo a una cerim onia religiosa.
In chi si potrebbe trovare, nel m ondo cristiano,
u na simile qualità d ’orgoglio?
33
FRATTURE
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
I
Q uando si è usciti dal circolo di errori e di illusio
ni all’interno del quale si svolgono gli atti, prendere
posizione è una quasi-impossibilità. O ccorre un mi
nimo di stupidità p er tutto, per afferm are e anche
per negare.
38
«Avendo rinunciato alla santità...». - E dire che
sono stato capace di proferire una simile enorm ità!
Devo avere una scusa, e non dispero di trovarla.
39
A m ano a m ano che la m em oria s’indebolisce, gli
elogi che ci hanno prodigato sfum ano a beneficio
dei biasimi. E giustam ente: i prim i li abbiam o m eri
tati raram ente, m entre i secondi gettano un p o ’ di
luce su ciò che ignoravam o di noi stessi.
41
L a lucidità: m artirio perm anente, inim m aginabi
le tour de force.
45
L a natura, alla ricerca di una form ula in grado di
accontentare tutti, ha scelto infine la morte, che, co
m ’era prevedibile, non avrebbe soddisfatto nessuno.
46
È possibile, a rigore, im m aginare Dio che parla
francese. Mai il Cristo. Le sue parole non rendono
in una lingua così a disagio n ell’ingenuità o nel su
blime.
47
I soli avvenimenti notevoli di una vita sono le rot
ture. Sono anche quelle che svaniscono per ultime
dalla nostra m em oria.
48
MAGIA D EL DISINGANNO
Dovremm o parlare solo di sensazioni e di visioni:
mai di idee - perché queste non em anano dalle no
stre viscere, e non sono mai veram ente nostre.
56
Al culm ine di u na im presa che sarebbe ozioso
nom inare, si ha voglia di esclam are: «T utto è con
sum ato! ».
Gli stereotipi dei Vangeli, in particolare della Pas
sione, è sem pre bene averli sotto m ano nei m om en
ti in cui si crederebbe di poterne fare a m eno.
59
Non vi è più grande ostacolo alla liberazione del
bisogno d ’insuccesso.
60
I
Nella m itologia vedica chiunque si elevi attraver
so la conoscenza com prom ette la tranquillità del
cielo. Gli dèi, sem pre all’erta, vivono nel terrore di
essere surclassati.
Il Padrone della Genesi faceva altro? non spiava
forse l’uom o perché lo temeva? perché vedeva in lui
un concorrente?
Si com prende, in queste condizioni, il desiderio
dei grandi mistici di fuggire Dio, i suoi limiti e le sue
miserie, p er illimitarsi nella Deità.
63
L a Achmatova, com e G o go l’, preferiva non posse
dere nulla. I regali che riceveva li distribuiva, e qual
che giorno dopo si ritrovavano in casa d ’altri. Q ue
sto tratto ricorda i costum i dei nom adi, costretti al
provvisorio p er necessità e p er inclinazione. Jo sep h
de Maistre cita il caso di un principe russo, suo ami
co, che nel proprio palazzo dormiva dove capitava,
e non aveva per così dire letto fisso, perché viveva
con la sensazione di essere di passaggio, accam pato
in attesa di sloggiare.
... Q uando l’Est d ell’E uropa fornisce simili m o
delli di distacco, perché cercarne in India o altrove?
65
Se avessi ascoltato i miei impulsi, oggi sarei pazzo
o impiccato.
67
L a profondità di una passione si m isura dai senti
menti bassi che racchiude, e che ne garantiscono in
tensità e durata.
68
Rom pere i rapporti con i propri dèi, con gli ante
nati, con la propria lingua e il proprio paese, rom
pere tout court, è una prova terribile, certo; m a an
che una prova esaltante, che tanto avidam ente ricer
cano il transfuga e ancor più il traditore.
69
Un minim o di pietà rientra in ogni form a di affet
to, nell’am ore e anche n ell’amicizia, salvo talvolta
n ell’am m irazione.
70
Nel Talmud, u n ’afferm azione stupefacente: «P iù
uom ini vi sono, più im m agini del divino nella na
tura».
Forse era vero all’epoca in cui si fece qu ell’osser
vazione, sm entita oggi da tutto quanto si vede, e an
cor più in futuro da tutto quanto si vedrà.
71
DI FRO N TE AGLI ISTANTI
r
N on è grazie al genio m a grazie alla sofferenza, e
solo grazie ad essa, che sm ettiam o di essere una m a
rionetta.
75
L ’uom o non è contento di essere uom o. Ma non
sa a che cosa ritornare, né com e ripristinare uno sta
to di cui ha perduto ogni ricordo distinto. L a nostal
gia che ne prova è il fondam ento del suo essere, e
per mezzo di essa com unica con quanto sussiste in
lui di più antico.
77
Ci si odia perché non ci si può dim enticare, per
ché non si può pensare ad altro. E inevitabile che si
sia esasperati da quella preferenza eccessiva, e ci si sfor
zi di trionfarne. Odiarsi è tuttavia lo stratagem m a
m eno efficace p er riuscirvi.
80
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
81
Il nostro posto è da qualche parte tra l ’essere e il
non essere, tra due finzioni.
86
Se descrivere una disgrazia fosse facile com e vi
verla!
90
ESASPERAZIONI
Stagno di Soustons, due del pom eriggio. Remavo.
Ad un tratto, folgorato da una rem iniscenza vocabo-
lariesca: A ll is o f no a v a il (nulla serve a n u lla). Se fos
si stato solo, mi sarei gettato subito in acqua. Mai ho
sentito con tale violenza il bisogno di m ettere un
term ine a tutto questo.
93
Q uesto corpo, a che serve se non a farci com pren
dere quel che vuol dire la parola torturatore ?
96
Leggevo L e bateau ivre a qualcuno che non lo co
nosceva e che del resto era incom petente in fatto di
poesia.
« Si direbbe che provenga dal terziario » fu il suo
com m ento a lettura finita. E com un que un giudi
zio.
98
Si ha sem pre qualcuno sopra di sé: al di là di Dio
stesso si eleva il Nulla.
99
w 1
105
1
*
108
L ’avversione per tutto ciò che è um ano è com pa
tibile con la pietà, direi anzi che sono reazioni soli
dali m a non sim ultanee. Solo chi conosce la prim a è
capace di provare intensam ente la seconda.
110
D orothea von Rodde-Schlòzer, che aveva accom
pagnato suo marito, sindaco di Lubecca, a Parigi alle
feste per l’incoronazione di N apoleone, scrisse: «C i
sono tanti di quei pazzi sulla terra, e specialm ente in
Francia, che è un gioco per quel prestigiatore corso
farli ballare com e m arionette al suono del suo zufo
lo. Accorrono tutti al seguito di quell’incantatore di
topi, e nessuno chiede dove li conduca».
Le epoche di espansione sono epoche di delirio;
le epoche di decadenza e di ripiegam ento sono al
confronto sensate, anche troppo sensate, e p er que
sto funeste quasi com e le altre.
112
NEFASTA CHIAROVEGGENZA
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
115
L ’eterno ritorno e il progresso: due nonsensi.
Che cosa resta? L a rassegnazione al divenire, a sor
prese che tali non sono, a calam ità che si vorrebbe
ro insolite.
116
È meraviglioso che ogni giorno ci porti una ragio
ne nuova di sparire.
118
Alle prese con il foglio bianco, quale W aterloo al
l’orizzonte!
120
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
123
Vivere nella paura di m acerarsi nella noia ovun
que, anche in Dio... N ell’ossessione di questa noia-
limite vedo la ragione della m ia incom piutezza spiri
tuale.
125
Ciò che so dem olisce ciò che voglio.
129
f
Se colui che si chiam a Dio non fosse il sim bolo
p er eccellenza della solitudine, non gli avrei mai ac
cordato la m inim a attenzione. Ma da sem pre incu
riosito dai mostri, com e avrei potuto trascurare il lo
ro avversario, più solo di tutti loro?
130
M orire è dim ostrare che si conoscono i propri in
teressi.
131
N on avere nulla in com une con il Tutto, e chie
dersi in virtù di quale guasto se ne faccia parte.
133