Sei sulla pagina 1di 76

FITOTERAPIA

E SCIENZE ERBORISTICHE

ISTITUTO EUROPEO DI RICERCA IN SCIENZE NATUROPATICHE


INTRODUZIONE

• L’utilizzo a scopo terapeutico delle piante medicinali richiede


conoscenza specifica e padronanza piena dei principi e dei concetti di
base della biochimica.

• E’ su tali basi, infatti, che la moderna farmacologia, nella sua branca


farmacognosica, studia, descrive e sperimenta gli effetti delle piante
sugli esseri umani e sugli animali, in modo da rendere il loro utilizzo
sempre più efficace e sicuro.

• A questo scopo, le piante medicinali vengono classificate in base alla


struttura dei loro principi attivi, in modo da rendere più facilmente
riconoscibile il loro potenziale effetto terapeutico comune

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


INTRODUZIONE

Le moderne monografie delle piante medicinali sono articolate in vari


“punti*”:

• botanica: identificazione della specie vegetale


• parte usata: identificazione della droga
• fitochimica: composizione del fitocomplesso della droga
• indicazioni: impieghi sostenuti dalla letteratura scientifica (eventualmente
anche indicazioni e tipologie di preparazioni relative ai sistemi di medicina
tradizionale e all’uso nella tradizione popolare)
• posologia e modalità di somministrazione: preparazioni e dosi
• avvertenze, controindicazioni, interazioni, uso in gravidanza
• proprietà farmacologiche:
- proprietà farmacodinamiche - proprietà farmacocinetiche - valutazione
tossicologica

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


INTRODUZIONE

Monogra e del Min. della Sanità tedesco (KE)

• sono state le prime monografie emesse da un organo ufficiale


• sono ancora numericamente le più estese
• sono molto sintetiche
• molte necessitano di revisione e aggiornamento

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
INTRODUZIONE

Monogra e ESCOP

• molto esaurienti sui dati farmacologici, clinici e tossicologici


• ampiamente supportate da riferimenti di letteratura
• molto indicate per consultare indicazioni, dosaggi, avvertenze,
eventuali controindicazioni e interazioni farmacologiche

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
INTRODUZIONE

Monogra e WHO (Oms)

• molto esaurienti riguardo alla qualità della droga (materia prima) •


molto interessanti gli impieghi della droga suddivisi in tre livelli:
- usi supportati da studi clinici
- usi descritti nelle Farmacopee nazionali e nei sistemi di medicina
tradizionale
- usi popolari

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
BASI E CONCETTI FONDAMENTALI
Si suggerisce la visione del seguente video, che riassume le caratteristiche
delle piante medicinali a cura del dr. Firenzuoli, uno dei massimi esperti
mondiali della materia.

Per visionare il video cliccare qui

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


BASI E CONCETTI FONDAMENTALI

Una pianta medicinale è una pianta che contiene sostanze utilizzabili a


fini terapeutici o precursori che consentano di ottenere per emisintesi
composti terapeuticamente attivi.

La droga non è necessariamente una sostanza chimica stupefacente o


psicotropa, ma parte della pianta (foglia, fiore, radice...) col più alto
tenore in principi attivi. Una droga vegetale deve essere quindi definita
non solo nei termini della specie usata ma anche della parte usata.

Ne consegue che la droga viene considerata adulterata se consiste anche


di altre parti (per esempio tutta la parte aerea invece delle sole foglie)

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

La botanica farmaceutica si occupa delle piante tenendo conto non


soltanto delle caratteristiche morfologiche e funzionali, ma studiando in
particolare le piante ad indirizzo terapeutico.
Le piante, dal punto di vista della botanica, sono raggruppate in entità
tassonomiche o taxa (da cui deriva lo stesso termine “tassonomia”,
metodo, descrizione e classificazione degli organismi e delle piante,
botanica sistematica).
Le entità tassonomiche sono ordinate secondo un criterio logico, che
tiene conto del loro valore crescente. Si parte così dall’unità sistematica
elementare, che è la specie; a questa sono subordinate alcune entità,
come la sottospecie, mentre altre entità sono superiori (si tratta, in
ordine crescente, di genere, famiglia, ordine, classe e phylum o divisio).

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI: TERMINOLOGIA

In questo video sono ben evidenziate, in maniera molto semplice e


alla portata di tutti, le informazioni di base per addentrarsi nel
mondo della fitoterapia. Si analizzerà il significato stesso del
termine fitoterapia e di altre parole chiave indispensabili, come
pianta officinale, pianta medicinale, droga vegetale e fitocomplesso.
La nostra esperienza di formazione trentennale ci dice che anche
molti medici e farmacisti, messi alla prova, non mostrano di
padroneggiare il significato di questi termini, che un professionista
del benessere deve invece conoscere molto bene.

Per visionare il video cliccare qui

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

La classificazione tassonomica fu creata nel XVIII° secolo


ad opera del naturalista svedese Carl von Linné
(italianizzato in Carlo Linneo).
Nel 1735 egli propose un sistema di classificazione
scientifica delle piante (Systema naturae, siver tria regna
naturae systematicae proposita per classes, ordines,
genera et species) basato sull'istituzione di raggruppamenti
gerarchici che classificava le piante in "Classi, Ordini,
Generi, Specie e, Varietà”.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

La classificazione tassonomica è importante anche per il


nutrizionista o il consulente del benessere perché gli individui
di una determinata specie non sono geneticamente omogenei,
ma differiscono proprio in base alla sottospecie, alla varietà e
ai tipi; questo comporta non solo una diversa morfologia, ma
anche una diversità biochimica che si riflette in una differente
composizione quali-quantitativa.

Si parla, quindi, in tale caso, di razze chimiche o chemiotipi: i


chemiotipi sono uguali nell’aspetto esterno, ma differiscono per
i loro costituenti chimici.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

Le sostanze chimiche presenti nella pianta, capaci di esplicare


un’azione farmacologica, sono definiti principi attivi e il
vegetale (o la parte di questo) che le contiene è detto droga.
Le sostanze farmacologicamente attive possono essere
impiegate sia sotto forma di droga così come essa è (si parla,
in tale caso, di fitocomplesso), oppure allo stato puro, dopo
essere state estratte dalla droga stessa.

Può accadere che i principi attivi siano anche materiale di


partenza per ottenere composti semisintetici, come è avvenuto
con la morfina, da cui è stata ottenuta in seguito la nalorfina.
ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

La ricerca farmacognosica sta cercando di conoscere le reazioni di


sintesi che portano alla formazione dei vari principi attivi nelle droghe
vegetali; infatti, ciò consentirebbe di aumentare o migliorare, con
opportuni “interventi” sui suddetti processi biosintetici, la resa della
droga in esame.
Tali conoscenze però sono ancora incomplete, anche se si è riuscito a
comprendere che i principi attivi delle droghe vegetali sono suddivisi
in costituenti cellulari primari e costituenti cellulari secondari.
I costituenti cellulari primari sono comuni e diffusi tra tutte le piante e
sono polimeri ad alto peso molecolare (proteine, lipidi e
polisaccaridi) o metaboliti intermedi (acidi organici). Sembra che tali
componenti siano utili per la vita della pianta.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

I costituenti cellulari secondari sono, invece, presenti solo


in alcune piante oppure sono in grado di accumularsi solo
in alcune specie (saponine, antrachinoni).

Si tratta dei principi attivi più interessanti dal punto di vista


farmacologico, anche se spesso s’ignora la funzione
all’interno dell’organismo produttore. Inoltre, derivano
dagli stessi precursori dei costituenti primari.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOTERAPIA E USO DELLE PIANTE
OFFICINALI

Infine, è interessante ricordare che, nella raccolta delle piante


medicinali, occorre tener presente il tempo balsamico, cioè
il periodo in cui il contenuto in principi attivi raggiunge il suo
massimo livello: è appunto in tale momento che deve essere
effettuata la raccolta.
Il tempo balsamico è influenzato dal ciclo vitale della pianta,
dalla sua età e perfino dall’ora del giorno.
È diverso per ogni pianta, anche se si può affermare in
generale che i principi attivi si formano in misura maggiore nel
periodo d’accrescimento della pianta e quindi il contenuto sarà
massimo quando l’accrescimento sarà terminato.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


IL FITOCOMPLESSO

Il fitocomplesso rappresenta l'insieme di tutte le sostanze presenti nella


droga, alcune dotate di precipue proprietà medicamentose, altre meno
importanti, ma indispensabili nel fornire un supporto ed una consistenza
d'insieme per garantire la completezza delle azioni caratteristiche della
pianta.

Il concetto di fitocomplesso è diverso da quello che regola l'azione dei


farmaci di sintesi, anche se di derivazione vegetale, nei quali viene
considerato il singolo principio attivo come unico responsabile dell'azione
farmacologica, essendo gli altri suoi componenti rappresentati da
eccipienti e supporti inerti. Esso è espressine della visione olistica del
significato delle piante medicinali, visione fatta propria dalla naturopatia
olistica, la quale non le utilizza allopaticamente per combattere
patologie, ma solo a scopo di promozione del benessere.
ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
IL FITOCOMPLESSO

I vantaggi del fitocomplesso nei confronti del singolo principio


attivo sono:

1. Bassa tossicità con pochi effetti collaterali, importante


soprattutto nelle terapie croniche e nei soggetti particolarmente
sensibili (per esempio bambini, anziani, donne in gravidanza).

2. Modulazione dell'assorbimento e quindi dell'efficacia del


fitocomplesso. Per esempio non tutti i componenti della Propoli
hanno capacità medicamentose, ma alcuni di essi servono sia
per favorirne l'assorbimento sia per esaltarne l'efficacia.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


IL FITOCOMPLESSO

3. Molteplicità d'azione, che consente di curare con un unico


rimedio un numero grande di problemi.

Per esempio, il Ginkgo biloba è soprattutto indicato per trattare


il decadimento cerebrale senile, ma è utile anche contro
l'ipertensione arteriosa, le allergie e per combattere i danni
causati dai radicali liberi.

Un altro esempio ci viene fornito dall’aglio, che è dotato di


azione ipocolesterolemizzante e antiaggrante piastrinica, ma è
anche caratterizzato da azioni ipotensiva antibatterica.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


IL FITOCOMPLESSO

Questa molteplicità di azioni ci dà la possibilità di affrontare


con un 'unico rimedio diversi problemi, che altrimenti
richiederebbero l'assunzione di più farmaci di sintesi nella
stessa giornata.

È anche indispensabile che la pianta venga raccolta nel


cosiddetto tempo balsamico, che è il periodo dell'anno,
variabile da pianta a pianta, nel quale il vegetale contiene
la massima quantità di principi attivi e la sua ottimale
composizione qualitativa.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Sistema nervoso

Sedativi ed ansiolitici: Valeriana, Escolzia, Passiflora,


Melissa

Antidepressivi: Iperico

Astenia: Ginseng, Eleuterococco, Pappa reale (tonico-


adattogeni); Guaranà (tonico-stimolanti)

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato gastrointestinale

Antisettici del cavo orale: Propoli, Mirra

A nt iin ammat ori delle mucose: Alt ea, Mal va,


Calendula, Aloe gel, Salvia, Camomilla, Liquirizia

Carminativi: Finocchio, Anice, Carvi, Cumino

Stimolanti della secrezione gastrica (piante ad


amari): Genziana, Centaurea

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato gastrointestinale

Spasmolitici gastrointestinali: Menta, Melissa, Escolzia, Cumino

Antinausea: Zenzero

Coleretici e colagoghi: Carciofo, Tarassaco, Curcuma, Boldo

Epatoprotettori: Cardo mariano, Curcuma

Lassativi: stimolanti (Aloe, Senna, Cascara, Frangula,


Rabarbaro), lassativi osmotici (Cassia Fistula, Manna,
Tamarindo), lassativi di massa (Lino, Psillio)

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato urogenitale

Diuretici-depurativi: Tarassaco, Orthosiphon, Verga d’oro,


Equiseto, Pilosella, Betulla, Bardana, Ortica (foglie)

Antisettici urinari: Uva ursina

Antiprostatici: Serenoa repens, Ortica (radice)

Menopausa: Cimicifuga racemosa, Soia (isoflavoni)

Sindrome premestruale: Agnocasto

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato muscolo scheletrico

Antin ammatori: Arnica, Boswelia serrata (incenso),


Artiglio del Diavolo, Uncaria, Spirea, Salice

Pelle
Borragine e Enotera (ω-6), Propoli, Aloe gel, Calendula,
Melaleuca

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato cardiovascolare

Antiipertensivi: Olivo, Biancospino

Antiaggreganti piastrinici: Ginkgo biloba, Aglio

Cardiotonici: Biancospino

Flebotonici-capillaroprotettori: Rusco, Ippocastano,


Centella, Vite rossa, Mirtillo, Amamelide

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Metabolismo

Antilipemici: Olio di Pesce e Olio di Lino (ω-3), Carciofo, Aglio, Commiphora


Guggul, Policosanoli

Ipoglicemizzanti: Gymnema sylvestre

Dimagranti: Attivatori del metabolismo basale: alghe a iodio (Fucus),


piante ad amine simpaticomimetiche (Citrus aurantium, The Verde, Guaranà)

Inibitori enzimatici: Garcinia cambogia

Riduttori dell’assorbimento ( bre solubili): Glucomannano, Psillio, Opunzia

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato respiratorio

Antisettici: Propoli, Timo (volgare e serpillo), Eucalipto

Antiin ammatori: Elicriso, Propoli

Espettoranti: Piantaggine, Grindelia

Emollienti: Altea, Malva, Tiglio

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
FITOCOMPLESSI E PATOLOGIE

Apparato respiratorio

Spasmolitici bronchiali: Grindelia, Drosera

Immunostimolanti: Echinacea, Astragalo, Uncaria

Antiallergici: Ribes Nero, Ginkgo biloba

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


BASI E CONCETTI FONDAMENTALI

Il tempo balsamico è il periodo entro il quale è opportuno effettuare la


raccolta della droga, poiché è massimo il contenuto in principi attivi della
stessa. I principi attivi sono quei composti che, estratti da una droga,
esplicano una precisa e caratteristica attività biologica sull’uomo o su
animali.

Molti dei principi attivi sono metaboliti secondari. I metaboliti secondari


sono di natura chimica molto diversa.
Sono inquadrabili in tre ampie classi:

1. isoprenoidi (es. terpeni)


2. alcaloidi
3. composti fenolici (es. flavonoidi)

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI

All’interno delle tre ampie classi di cui sopra sono presenti ulteriori
sottogruppi.

Costituiscono due gruppi a parte:

4. glucosinolati (glucosidi isotiocianici)

5. glucosidi cianogenetici

Questi due ultimi gruppi non possono essere inseriti nei primi tre, ma fanno
parte del gruppo dei glicosidi ed eterosidi, in cui possiamo altresì includere
molti composti appartenenti alle classi degli alcaloidi, isoprenoidi e
composti fenolici.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
TERPENI

Sono classificati in base al numero delle unità isopreniche che contengono:

• 5 atomi C → emiterpeni (1 unità isoprenica)


• 10 → monoterpeni
• 15 → sesquiterpeni
• 20 → diterpeni
• 30 → triterpeni (6 unità isopreniche)
• 40 → tetraterpeni
• (C5)n con n›20 → politerpenoidi
I TERPENI AGISCONO DA DETERRENTI PER UN GRAN NUMERO DI INSETTI
E DI MAMMIFERI FITOFAGI, GIOCANDO UN IMPORTANTE RUOLO DI
DIFESA NEL REGNO VEGETALE.
ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
METABOLITI SECONDARI

MONOTERPENI

Numerosi monoterpeni sono importanti agenti di tossicità per gli insetti.

(Es. piretrine presenti in foglie e fiori del genere Chrysantemum


commercialmente popolari per la loro bassa persistenza nell’ambiente e
per la loro bassa tossicità per gli animali).

Monoterpeni e sesquiterpeni producono molto spesso profumi attraenti.

I composti volatili hanno un ruolo fondamentale per l’attrazione di


impollinatori a distanza. Possono attrarre un ape, per esempio, da una
distanza tra i 5 e i 50 metri.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI

Tasche e canali lisigeni

Si tratta di gruppi di cellule escretrici che riempitesi del prodotto della


loro attività, muoiono e vengono completamente disciolte, cosicché, al
loro posto, rimane una lacuna piena di olio essenziale.

I prodotti di segregazione sono gli oli essenziali

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI

ALCALODI

Classe molto grande di composti, particolarmente studiati per i motivi di


seguito descritti.

1. Sono composti molto attivi (molte specialità medicinali ne


contengono).
2. Sono comuni e diffusi nel Regno Vegetale.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
Alcaloidi: Aconitum napellus

Pianta conosciuta fin dai tempi


antichi per la sua tossicità, dovuta
all’aconitina, uno degli alcaloidi
più tossici.

Agisce sui centri nervosi del


bulbo che eccita e poi paralizza e
sulle terminazioni nervose
periferiche.

Provoca abbassamento della


temperatura, rallentamento della
respirazione e irregolarità del
ritmo cardiaco.

La morte sopravviene per paralisi


respiratoria.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
Alcaloidi: Coffea arabica

Le piante hanno sviluppato la


capacità di produrre caffeina perchè

1. Ha potere antibatterico,
2. è antifungino
3. ed insetticida. La neurotossicità
della caffeina, intesa come
meccanismo naturale di difesa
chimica delle piante, spiega lo
“scombussolamento” dei ragni
osservato in un recente studio della
NASA, su come la loro esposizione a
vari agenti chimici alteri il modo in
cui tessono la ragnatela (misurazioni
con tecniche di cristallografia
statistica).

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI

Alcaloidi: Coffea arabica

4. è un potente allelochimico al punto che la caffeina devasta le piante


e gli arbusti che la producono, perché man mano che questi
invecchiano, il terreno si arricchisce in caffeina, assorbita da foglie e
bacche cadute.

E’ a causa della tossicità dell’alcaloide che le piantagioni di caffè


tendono a degenerare dopo dieci-dodici anni.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
Composti fenolici

Vasto gruppo di sostanze, caratterizzate strutturalmente da almeno un anello


aromatico legato ad uno o più gruppi ossidrile. I vari gruppi sono distinti
sulla base del numero di atomi di Carbonio del loro scheletro, e sono:
• Fenoli semplici
• Acidi fenolici
• Acidi fenilacetici
• Acidi idrossicinnamici
• Cumarine
• Naftochinoni
• Stilbeni
• Flavonoidi
• Lignine
• Tannini

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
FLAVONOIDI

Gruppo dei fenoli più rappresentato e a distribuzione più generale. Si


tratta di pigmenti accumulati nei vacuoli, la cui struttura di base è
costituita da 2 anelli aromatici tenuti insieme da una unità a 3 atomi di
Carbonio.

Sono composti molto frequenti negli organi colorati delle piante e le


principali classi di flavonoidi che contribuiscono alla pigmentazione
sono ANTOCIANINE, FLAVONI e FLAVONOLI

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
FLAVONOIDI

I pigmenti colorati sono principalmente carotenoidi (giallo, arancio,


rosso) e flavonoidi (antocianine: dal rosso al blu; i flavonoli non visibili
all’occhio umano formano immagini simmetriche, macchie, circoli
concentriche che insetti impollinatori riconoscono come guide per il
nettare)

Tre principali antocianidine contribuiscono al colore dei frutti:


pelargonidina nella fragola, cianidina nella mela e delfinidina nell’uva.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


METABOLITI SECONDARI
TANNINI

Agiscono come repellenti per l’alimentazione in una grande quantità di


animali.
Nell’uomo causano una sensazione spiacevole e astringente quando
vengono masticati, a causa del loro legame con le proteine salivari.

I mammiferi come i bovini, i suini e le scimmie evitano piante o parti di


esse con un alto contenuto in tannini.

Nelle piante la pigmentazione più scura, dovuta alla deposizione di


tannini, terpeni ed altri metaboliti secondari serve a impedire
l’aggressione da parte di batteri e funghi.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


CLASSIFICAZIONE CHIMICA
possibile, quindi, classificare le molecole di origine naturale secondo la
struttura chimica:

1) Eterosidi o Glucosidi (*salicilici *iridoidi *antrachinonici *cardiotonici


*saponine *solforati *flavonici *idrochinonici *antocianici)
2) Alcaloidi
3) Oli essenziali, resine, balsami
4) Tannini
5) Carboidrati
6) Lipidi
7) Vitamine
8) Sali minerali
In questa sede ci occuperemo dei principi attivi delle sole piante
medicinali, ossia delle prime quattro classi.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE



ETEROSIDI O GLUCOSIDI

Si tratta di molecole complesse, caratterizzate dalla presenza di una parte


zuccherina e di una molecola non zuccherina, detta genina.

Lo zucchero presente spesso dà il nome alla classe di composti: gli


eterosidi cardioattivi, essendo caratterizzati dalla presenza di glucosio,
sono anche denominati glucosidi cardioattivi.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI SALICILICI

Si tratta di glucosidi la cui Genina è l’alcol o l’acido salicilico, oppure i


rispettivi esteri. Tali principi attivi sono caratterizzati da un’azione
antinfiammatoria.

Tra i più noti è da ricordarsi la salicina, estratta dal Salice (Salix alba),
pianta nota fin dall’antichità come antipiretico.

Da tale molecola si scinde l’alcol salicilico, che agisce nel nostro


organismo dopo essere stato trasformato in acido salicilico.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI IRIDOIDI

Sono anche questi composti con attività antinfiammatoria e sono presenti,


tra le tantissime piante caratterizzate dalla loro presenza, nella
Piantaggine (Plantago maior) e nel Verbasco (Verbascum thapsus):
quest’ultimo è anche usato come sedativo della tosse.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI ANTRACHINONICI

Anche tali composti si trovano sempre costituiti da uno zucchero (in tale
caso, glucosio o ramnosio) e da una parte non zuccherina e si trovano
diffusi in piante a spiccata azione lassativa, quali Rabarbaro, Aloe, Senna
e Cascara.

La struttura chimica di base è l’antrachinone, dalla cui riduzione si


ottengono molecole quali antranoli e antroni.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI ANTRACHINONICI

Per esplicare l’attività lassativa, è necessario che siano presenti alcuni


sostituenti sull’antrachinone e, in particolare, un gruppo metilico,
carbossilico o alcolico in posizione 3 e un ossidrile fenolico in 1 e in 8.

In particolare, l’Aloe contiene la barbaloina e l’aloesina

La Cascara sagrada è caratterizzata dai cascarosidi A, B, C, D

La Frangola contiene la glucofrangulina A,

La Senna, i sennosidi A e B.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI CARDIOTONICI

I glucosidi o eterosidi cardiotonici sono caratterizzati dalla presenza di un


aglicone costituito dal nucleo tetraciclico del
ciclopentanoperidrofenantrene, che possiede un gruppo metilico in
posizione 13; tali composti hanno un’azione inotropa positiva diretta sul
miocardio; inoltre agiscono anche sul sistema di conduzione.
Le piante più note che contengono tali principi sono le Digitalis, gli
Strophantus, la Scilla, il Mughetto, l’Oleandro e l’Elleboro nero: poiché la
Digitale ha sempre avuto grande importanza terapeutica, tali droghe sono
pure dette “digitaliche”.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

SAPONINE

Le saponine sono glucosidi caratterizzati da un aglicone che può essere


steroidico o triterpenico. Possiedono azione tensioattiva, cioè formano con
l’acqua soluzioni dal potere detergente. Gli zuccheri che possono costituire la
molecola di glucoside possono essere glucosio, galattosio, ramnosio o xilosio.
Le saponine steroidiche sono contenute nella Digitale e nella Salsapariglia,
mentre quelle triterpeniche sono presenti nella Poligala e nella Liquirizia. La
digitonina è la saponina presente nelle foglie di Digitale, mentre il principio
attivo più importante della Liquirizia è la glicirrizina, sale potassico e calcico
dell’acido glicirrizinico.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI SOLFORATI

I glucosidi solforati sono composti in cui lo zucchero (il glucosio) è unito ad


un aglicone contenente lo zolfo.

Sono composti insapori, ma, per idrolisi, ad opera di enzimi presenti nelle
piante che li contengono, danno luogo alla formazione di isotiocianati, che
conferiscono il sapore piccante alla droga.

Tra i glucosidi solforati, il più importante è la sinigrina, contenuta nella


Senape nera, nella Rapa e nel Rafano. Tali composti stimolano la
secrezione gastrointestinale.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI FLAVONICI

Sono presenti soprattutto nelle Poligonacee, Rutacee, Leguminose,


Umbrellifere e Composite.

Sono tra i composti fenolici più diffusi in natura e sono caratterizzati, oltre
che dal colore giallo, anche da proprietà antinfiammatorie, antiallergiche,
antitrombotiche e vasoprotettrici.

Si tratta di derivati del flavone, del flavonolo e del flavanone.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI FLAVONICI

Nei glucosidi, lo zucchero è unito all’aglicone in posizione 3 o, più


frequentemente, in posizione 7. I derivati del flavone, inoltre, sono ricchi
di sostituenti ossidrili.

Tra i composti più noti, ci sono la silibina, isolata dal Cardus marianum, la
rutina e la kellina.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI IDROCHINONICI

Tali glucosidi sono costituiti dall’idrochinone o dal metilidrochinone come


aglicone e si trovano nelle Ericacee, e in particolare, nell’Uva ursina.

Hanno proprietà di antisettici urinari, proprietà dovute all’idrochinone


libero e non all’intero glucoside.

Il composto più noto è l’arbutina.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ETEROSIDI O GLUCOSIDI

ETEROSIDI ANTOCIANICI

Gli eterosidi antocianici liberano per idrolisi glucosio e antocianidina.


Sono presenti in ori di colore blu, rosso e viola (malva, ibisco, lampone).

Attività farmacologica: Capillaroprotettiva e ipoglicemizzante (mirtillina).


Favoriscono inoltre la sintesi del collagene.

Gli eterosidi antocianici sono indicati nel trattamento delle affezioni vascolari
arteriose, venose e capillari (microangiopatia diabetica). Esiste una sinergia
favorevole tra eterosidi antocianici, escina, eterosidi avonici e vit. C.
Fitocomplessi: Hibiscus sabdariffa, Malva sylvestris, Rubus idaeus, Vaccinium
myrtillus,Vaccinium vitis idaea.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
fl
ALCALOIDI

Gli alcaloidi sono composti ciclici generalmente tossici, caratterizzati dalla


presenza di un atomo di azoto e, generalmente, di carattere basico.

Tale gruppo di composti non è omogeneo: infatti gli alcaloidi sono presenti
in svariate piante ed esercitano differenti azioni biologiche. Sono spesso
presenti nelle piante sotto forma di sali e le piante giovani li contengono in
maggiore quantità.

Gli alcaloidi sono spesso detti “alcaloidi ossigenati” in quanto contengono


ossigeno.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


ALCALOIDI

Spesso sono composti otticamente attivi, e in genere la forma levogira è


quella più attiva farmacologicamente.

Tra i composti più importanti, ricordiamo la chinina (estratta dalla China,


agisce sul sistema gastrointestinale), la reserpina, la morfina e la caffeina
(attive sul SNC), l’atropina, la scopolamina, la nicotina (attive sul Sistema
Nervoso Autonomo), la teofillina (attiva sull’apparato respiratorio).

Inoltre è importante la colchicina (estratta dal Colchicum officinale, usata


nella gotta).

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


OLI ESSENZIALI

Gli oli essenziali o essenze sono composti volatili, caratterizzati da un


odore forte e normalmente gradevole, insolubili in acqua e solubili in
alcol.

Sono estratti dalle piante della famiglia delle Pinacee, Mirtacee,


Ombrellifere.

I principali costituenti degli olii essenziali sono gli idrocarburi terpenici o


gli idrocarburi aromatici e i loro derivati: esistono infatti essenze
terpeniche o fenoliche.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


OLI ESSENZIALI

Tra le prime, ricordiamo il citronellolo, il geraniolo, il citrale, il linalolo, il


limonene, il mentolo, l’eucaliptolo, il pinene, la canfora e il camazulene
(presente nella Camomilla).

Tra le seconde, ci sono l’alcol cinnamico e l’anetolo.

G l i o l i e s s e n z i a l i s o n o c a ra t t e r i z z a t i d a l l ’ a z i o n e a n t i s e t t i c a ,
antiparassitaria, irritante sulla cute. Sono contenuti nell’Arancio amaro,
nella Camomilla comune, nella Valeriana, nella Menta, nell’Arnica, nella
Melissa, nel Pino mugo, nell’Anice verde e stellato e in altre decine di
essenze.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


RESINE E BALSAMI

Dalle essenze, in seguito a polimerizzazione o ossidazione, si formano le


resine, caratterizzate da una struttura solida e amorfa, non volatili e con
un odore caratteristico.

In natura, si trovano disciolte in oli essenziali, costituendo così i balsami,


fluidi di una certa consistenza, da cui è possibile estrarre gli oli essenziali.
Anche nel caso delle resine, i principali costituenti chimici sono gli
idrocarburi aromatici e i loro derivati.

Le resine sono prodotti di secrezione delle piante, che trasudano


spontaneamente o in seguito a qualche evento traumatico.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


RESINE E BALSAMI

Tra le resine, una particolarmente nota è la colofonia, che dà origine al


balsamo trementina (estratto dalle specie di Pinus), utilizzata per pomate
ed unguenti ad azione revulsiva.

Invece, tra i balsami più importanti, ci sono quello del Tolù e il balsamo
del Perù, il primo usato per le sue proprietà balsamiche, il secondo come
antisettico.

Il balsamo del Tolù si ottiene dal Myroxylon toluiferum, mentre quello del
Perù è estratto dal Myroxylon balsamum: entrambi sono alberi di grandi
dimensioni diffusi nel centro e Sud America.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


TANNINI

La principale azione dei tannini è quella astringente, in quanto questi


composti sono in grado di coagulare le proteine: inoltre, poiché inibiscono
gli enzimi, possiedono un’attività di protezione nei confronti dei
microrganismi. Hanno proprietà antiflogistiche, antiedemigene e
vasocostrittrici.

I tannini sono suddivisi in tannini idrolizzabili, derivati dell’acido gallico,


che vengono idrolizzati dalle tannasi, in tannini condensati, correlati nella
struttura ai flavonoidi, e negli pseudotannini, che non possiedono le
caratteristiche proprietà di tali composti.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


TANNINI

Tra i tannini idrolizzabili, contenuti nel Rabarbaro, nell’Uva ursina,


nell’Eucalipto e nelle Noci, ci sono la glucogallina e l’acido ellagico.

Sono tannini condensati, quelli che danno origine ai flobafeni, composti


che danno il caratteristico colore rosso alla corteccia della China.
Gli pseudotannini sono l’acido gallico (presente nel Rabarbaro), le
catechine del Cacao e del Guaranà, l’acido clorogenico nel Matè, Caffè e
Noce vomica e l’acido ipecacuanico, contenuto nell’Ipecacuana.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


PERCHÉ LO STUDIO DELLE PIANTE
MEDICINALI?
Da sempre l'uomo ha cercato rimedi contro il dolore e il malessere, dapprima
in modo empirico, attraverso il riscontro casuale delle proprietà benefiche di
un'erba, e poi in modo sempre più razionale e scientifico. Esiste quindi un
legame molto stretto fra ciò che si definisce " naturale " e quello che invece
nasce da un " processo di sintesi ".

Infatti, agli inizi dell'800 ogni sforzo della chimica farmaceutica si


concentrava sull'isolamento dalle piante medicinali (per esempio china,
oppio, tabacco) del " principio attivo " responsabile dell'effetto curativo. In
modo sempre più perfezionato si isolò, per esempio, la morfina dall'oppio, la
caffeina dal caffè e la chinina dalla china, dimostrando che è a questa
sostanza che si deve l'effetto antipiretico (empiricamente noto da tempo)
della corteccia della china.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


COSA DIFFERENZIA UN FARMACO DI SINTESI
DAL FITOCOMPLESSO?

Per entrambi si può parlare di azioni benefiche e di effetti collaterali. Però


nella droga vegetale l'eventuale tossicità risulta più blanda perché nel
fitocomplesso sono presenti, oltre al principio attivo, anche sostanze inerti
e sostanze che regolano l'attività farmacologica.

Così nel caso del rabarbaro, la presenza dei tannini rende l'azione
lassativa dei sennosidi (principio attivo) meno aggressiva perché hanno
effetto astringente.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


COSA DIFFERENZIA UN FARMACO DI SINTESI
DAL FITOCOMPLESSO?

Le differenze, e spesso i vantaggi, della droga vegetale nei confronti del


farmaco di sintesi non si fermano alla minore tossicità. Infatti, in virtù della
presenza di numerose sostanze all'interno del fitocomplesso, la droga
vegetale manifesta molteplici azioni farmacologiche. Ad esempio, gli
estratti di liquirizia utilizzabili nella cura di alcune malattie dello stomaco
sono allo stesso tempo cicatrizzanti, antinfiammatori e antispastici.

QUESTE DIFFERENZE PORTANO ERRONEAMENTE A CREDERE CHE LA


FITOTERAPIA SIA UNA MEDICINA ALTERNATIVA ALLA COSIDDETTA
MEDICINA UFFICIALE.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


COME SI PONE LA FITOTERAPIA NEI
CONFRONTI DELLA MEDICINA UFFICIALE
LA FITOTERAPIA SI PONE COME RAMO DELLA MEDICINA UFFICIALE, NON COME
ALTERNATIVA.

È d'obbligo spiegare che per medicina alternativa si intendono quelle discipline


basate su modalità terapeutiche diverse da quelle contemplate dalla medicina ufficiale
e quindi non fondate su evidenze scientifiche, come per esempio l'omeopatia che
spesso viene confusa con la fitoterapia perché entrambe utilizzano droghe vegetali, o
la fitopratica, che utilizza preparati a base di piante per promuovere il benessere e
non per la cura di patologie.

Sulla base del principio “similia similibus curantur” non si ostacola la malattia ma se
ne riproducono gli effetti somministrando dosi infinitesimali della sostanza responsabile
del quadro sintomatologico. Al contrario, il preparato fitoterapico non subisce queste
infinite diluizioni ma ne conserva le caratteristiche di partenza, garantendo così una
concentrazione di principi attivi adeguata per l'ottenimento dell’ efficacia terapeutica.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


IN SINTESI:DEFINIZIONI

•Fitoterapia: ramo della medicina uf ciale


•Fitopratica: disciplina olistica estranea alle
scienze mediche
•Droga vegetale: la parte della pianta utilizzata
come medicamento (malva= pianta; foglia di
malva= droga).
•Fitocomplesso e principio attivo
•Molteplicità di azione
ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
fi
FITOCOMPLESSO

Vantaggi rispetto al P.A. (Principio Attivo):


•riduzione effetti collaterali per effetto di sostanze inerti e
regolatrici dell’attività farmacologica (es. rabarbaro: azione
lassativa dei sennosidi (P.A) compensata da tannini
astringenti).
•Migliore disponibilità dei principi attivi per la presenza di
sostanze favorenti l’assorbimento. (P.es. acido ascorbico e
bio avonoidi)
•Molteplicità d’azione, ampio spettro di applicazioni (P.es.
liquirizia: cicatrizzante, antispastica e antin ammatoria)

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fl
fi
MOLTEPLICITÀ DI AZIONE

Unico rimedio, più principi attivi, più patologie e


disturbi, più potenziali effetti collaterali e di
interazione, più probabilità di interferenza e
controindicazioni.
p.es. aglio: ipocolesterolemizzante, antiaggregante
piastrinico, ipotensivo e antibatterico.
Questo è uno dei motivi per i quali la toterapia è
praticabile solo dal medico abilitato.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
FUNZIONI

• Preventiva: terapia di lunga durata grazie a bassa tossicità.


• Alternativa: si veda l’esempio dell’iperico, utilizzabile,
secondo alcuni studi, in alternativa al farmaco
antidepressivo in determinate circocostanze
• Co m p l e m e n t a re : p i a n t e a d att i v i t à b a l s a m i c a ,
antin ammatoria ed emolliente somministrabili insieme a
farmaci.

IN OGNI CASO, SI TRATTA SEMPRE DI ATTI MEDICI

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
PERCHÈ LE PIANTE PRODUCONO EFFETTI
SULL'UOMO
Bisogna aspettare la seconda metà di questo secolo per
fornire una spiegazione scienti ca: i principi attivi delle
piante agiscono perché nell' uomo mimano messaggi
propri dell'organismo. Ad esempio, la mor na mima le
encefaline, sostanze naturalmente presenti nel corpo
umano che controllano il dolore, l’ efedrina (efedra
vulgaris) mima la noradrenalina, la muscarina (amanita
muscaria) mima l’acetilcolina, la glicirizzina mima
l’aldosterone.
ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
fi
fi
PERCHÈ LE CELLULE UMANE RICONOSCONO I MESSAGGI
CHIMICI PROVENIENTI DAL MONDO VEGETALE O ANIMALE?

Teoria di Roth e Leroith della “uni cazione delle


comunicazioni cellulari”.
Osservazioni sperimentali: molti messaggi endogeni
presenti nell'uomo sono stati trovati anche negli
organismi inferiori. I peli urticanti dell'ortica contengono
istamina; l’interleuchina-1, sostanza che nell'uomo
regola le risposte immuni e in ammatorie è stata trovata
anche nelle stelle di mare; l'insulina è stata trovata
anche negli spinaci, in un protozoo e in un batterio.
ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
fi
fi
PERCHÈ LE CELLULE UMANE RICONOSCONO I MESSAGGI
CHIMICI PROVENIENTI DAL MONDO VEGETALE O ANIMALE?

In sintesi, l'evoluzione è un processo estremamente economico per cui


molte sostanze che servirono da messaggi negli organismi semplici
hanno mantenuto la loro struttura anche se la funzione comunicativa è
cambiata; perciò gli organismi unicellulari hanno in comune alcune
sostanze con i loro discendenti vegetali e animali e questo è anche il
motivo per il quale le sostanze presenti nelle piante degli animali
inferiori trovano recettori appropriati anche nell'uomo.
Questa è una delle ragioni per cui la natura rappresenta una fonte
inesauribile e solo parzialmente esplorata di sostanze biologicamente
attive: il perché sta nel fatto che le cellule umane “capiscono” i
messaggi delle piante e degli animali inferiori.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


RECETTORE

L'effetto di un farmaco sul sistema biologico è la conseguenza di


interazioni farmaco-chimiche su un complesso molecolare: il
recettore, che regola importanti funzioni per l'organismo. I
recettori sono macromolecole proteiche localizzate in genere
sulle membrane proto - e citoplasmatiche, più di rado liberi nel
citoplasma e in altri uidi organici.
Il recettore è una zona cellulare specializzata atta a riconoscere il
farmaco ed a instaurare con esso un legame reversibile e
altamente speci co. Dal punto di vista siologico i recettori sono
adibiti a recepire messaggi trasmessi nell’organismo ad opera di
messaggeri siologici.

ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE


fi
fi
fl
fi
SCIENZA, GEOMETRIA E SALUTE

“È la struttura tridimensionale complessiva delle


molecole organiche che determina in larga
parte, un po’ come una costruzione Lego, le
loro proprietà biologiche. I loso pitagorici,
secondo i quali la chiave dell’universo era la
geometria, ne sarebbero stati entusiasti.”

Davies, 2001, p. 106


ACCADEMIA DI SCIENZE NATUROPATICHE
fi
fi

Potrebbero piacerti anche