Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Obiettivi formativi:
Il corso ha la finalità di fornire adeguate conoscenze relative alle piante medicinali, ai loro principi attivi, alla
loro attività farmacologica al fine di un loro possibile impiego a scopi terapeutici.
Prerequisiti:
Lo studio della Farmacognosia e della Fitoterapia presuppone conoscenze di base di Biologia vegetale e di
Botanica farmaceutica.
Testi di riferimento:
Farmaci naturali, loro preparazioni ed impiego terapeutico”, Springer Verlag Italia, Milano.
A. Bruni, “Farmacognosia generale e applicata. I farmaci naturali”, Piccin Nuova Libraria, Padova.
F. Capasso, G. Grandolini, A.A. Izzo, “Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali”,
1
Contenuti dell’insegnamento:
Parte generale:
- Aspetti normativi.
- Biogenesi dei principi attivi: fattori naturali e artificiali che influenzano la composizione di una droga.
- Raccolta delle piante medicinali, tempo balsamico, essiccamento e conservazione delle droghe.
Parte speciale:
Emetici: Ipecacuana.
Antiemetici: Zenzero.
2
Lassativi: Manna, Lino, Psillio, Tamarindo.
Ginkgo biloba.
Antidepressivi: Iperico.
- Adattogeni:
3
- Antinfiammatori-antireumatici:
- Immunostimolanti:
Papaya.
Gomma Guar, Glucomannano, Chitosano, Arancio amaro, Tè verde, Fucus, Laminaria, Garcinia, Griffonia,
Centella.
- I fitoestrogeni:
Camomilla, Olio di Enotera e di Borragine, Calendula, Amamelide, Aloe vera, Arnica, Bromelaina, Centella,
Olio d’Iperico, Echinacea, Olio di Melaleuca, Melissa.
Colchicum autumnale, Vinca rosea, Taxus brevifolia, Mandragora selvatica, Camptotheca acuminata,
Viscum album, Tè verde.
Yohimbe, Muira puama, Damiana, Tribulo terrestre, Catuaba, Maca, Ginseng, Ginkgo biloba.
Gli antiossidanti.
Il Tabacco.
Il voto è la media dei due. Si hanno 6 mesi di tempo per farli entrambi. Una settimana di tempo per fare
l’esame orale.
5
27/02/19
Concetti di base
Farmacognosia: imparare a conoscere il farmaco di origine naturale:
Lo studio della farmacognosia ha radici molto antiche. È stata la prima forma di medicina utilizzata dall’uomo il
quale prima usava le piante non solo come cibo ma anche per curarsi. Usate molto nel mondo asiatico e
africano. Non c’erano studi scientifici alle spalle ma il tutto si basava su considerazioni empiriche: usandoli e
vedendo che funzionavano.
Antichi scritti:
- Erbari cinesi di Pen ts’ao dell’imperatore Shen Nung detto “padre della medicina cinese” (2800 a.C.)
- Papiri es. di Ebers (1550 a.C.)
- Codice di Hammurabi (200 a.C.) contiene prescrizioni mediche
- Tavolette di argilla delle civiltà mesopotamiche
- Libri indiani di Aiurveda (100-800 a.C.)
Il picco dell’impiego della fitoterapia è nel Medioevo, dove viene molto usata in Europa. Ci sono i padri della
fitoterapia:
Tra il 1100 e il 1200 nasce il concetto di farmacia come luogo di preparazione delle medicine, seguendo testi
ufficiali detti:
Col tempo si è arrivati ad isolare i principi attivi (sono i componenti responsabili dell’attività della pianta stessa)
come ad esempio:
1806 morfina l’oppio si ricava dal papaver somniferum (capsula che viene incisa, esce un lattice, si
addensa all’aria e va a costituire l’oppio) è un ottimo antidolorifico
1820 caffeina dai chicchi della pianta del caffè, è un neurostimolante
1828 nicotina dalla pianta del tabacco
6
1833 atropina dalle piante dell’atropa bella donna, provoca dilatazione dell’occhio e antispastico
intestinale
1855 cocaina dalle foglie di coca, anestetico locale e pochi altri usi terapeutici
L’Italia non ha la tradizione di uso di prodotti naturali. Per l’Europa si usano spesso in Germania e Francia, in
Italia è più recente. Per la legislazione si procede parallelamente negli Stati Uniti, Europa e Giappone.
Farmacognosia oggi
• Identificare e descrivere i caratteri morfologici macro- e microscopici delle piante medicinali
• Indagare le attività della pianta medicinale su un sistema vivente e indicare le possibili applicazioni
terapeutiche
Fitoterapia oggi
La fitoterapia in questi ultimi decenni si è trasformata, evolvendosi in senso scientifico e razionale, con
studi approfonditi dei principi attivi e dell’attività farmacologica, che hanno portato ad un notevole aumento
della credibilità. Naturale non sempre è sinonimo di sicuro, spesso all’interno della pianta o della droga stessa
ci sono delle componenti tossiche che vanno eliminate. Ad esempio i semi dell’olio di ricino vengono pressati a
freddo in modo da evitare la formazione di componenti tossiche. Anche il tassolo (antitumorale) deve essere
purificato perché contiene componenti tossiche. Altre volte è una parte della pianta che contiene sostanze
tossiche, come nel caso dell’atropa bella donna: la droga è data dalle foglie e dalle radici dove troviamo la
scopolamina. Le bacche sono mortali. Un altro esempio è dato dalla ginko biloba: i suoi frutti sono delle
7
bacche che contengono una sostanza molto tossica, si registrano morti accidentali di bambini che le
ingeriscono. Bisogna quindi sempre verificare la sicurezza della droga ma anche della pianta stessa.
Terapia effettuata con piante medicinali o droghe vegetali, usate da sole o in miscela, o sotto forma di
derivati galenici* semplici o complessi.
Galenica è una preparazione farmaceutica codificata da un testo ufficiale (es. Formulario Nazionale).
Pianta medicinale
Secondo OMS: pianta che comunque introdotta (per via orale) o messa a contatto (uso topico) con un
organismo umano o animale, svolge un’attività farmacologica anche blanda. Ci sono dei prodotti naturali
anche molto potenti. Possono essere utilizzate come:
- Fitocomplesso: le piante sono miscele complesse di composti chimici con attività qualitativamente o
quantitativamente differente rispetto ai composti singoli. Dal punto di vista della ricerca è molto più complicato
studiare il fitocomplesso rispetto al complesso puro perché ad esempio l’acido (acetil)salicilico (Bayer 1899)
può essere estratto da salici provenienti da paesi differenti con climi diversi e inoltre all’interno della corteccia ci
sono altre sostanze che agiscono in sinergica con l’acido salicilico e ne condizionano l’efficacia. Se noi
isolassimo dal fitocomplesso il singolo acido salicilico, non avremmo la stessa risposta: isolare il singolo pa e
somministrarlo al paziente da una risposta diversa da quella che si ottiene somministrando un fitocomplesso.
Questo accade perché all’interno del fitocomplesso ci sono una serie di adiuvanti che condizionano l’efficacia e
la potenza del singolo pa. Bisogna tenere presente quindi la contemporanea presenza di questi costituenti che
può:
- modulare l’attività farmacologica es. rabarbaro
- potenziare l’attività farmacologica es. gingko contengono tre categorie di principi attivi e si potenziano
reciprocamente
Il risultato farmacologico finale è spesso diverso da quello dei singoli principi attivi isolati: es. oppio ci sono
diversi principi attivi.
Per problemi tossicologici può essere necessaria la purificazione del principio attivo: es. tasso
- Isolamento di composti puri chimicamente definiti: l’utilizzo dei principi puri non rientra nel campo
della fitoterapia in quanto sono diventati veri e propri farmaci e per le caratteristiche di purezza e per le loro ben
definite proprietà farmacologiche sono comunemente assimilati ai principi attivi di origine sintetica.
Droga
Parte della pianta medicinale impiegata in campo terapeutico perché contiene composti chimici capaci
di esplicare un’azione farmacologica. Possono essere varie parti della pianta come le radici, semi, foglie, fiori
ecc..
8
Pianta officinale
Una pianta viene definita officinale quando viene utilizzata nelle officine farmaceutiche per la
produzione di specialità medicinali ma anche in altri settori industriali quali la liquoristica, la cosmetica o
l’alimentare. Es. Gentiana lutea, Citrus aurantium
Digitale: la terapia digitalica si effettua in caso di disturbi a livello cardiaco. Il principio attivo deriva dalla
Digitalis purpurea o dalla Digitalis lanata dove vengono isolati i glucosidi digitalici, hanno azione cardioattiva.
Cannabis sativa: la droga è rappresentata dalle infiorescenze femminili con le brattee (foglie modificate)
ricchi di peli secretori (sono quelli deputati alla secrezione della resina, sono alla base dell’hashish). Questa
pianta è interessante per il suo contenuto in cannabinoidi i quali hanno azione analgesica, antiemetica,
antidolorifica. Ultimamente vengono molto studiati per l’impiego nella sclerosi multipla: ci sono farmaci in
commercio a base di cannabinoidi. La morfina è più adatta per un dolore post operatorio, la cannabis sativa
invece per dolori di tipo miopatico.
9
Nel programma verranno comunque presi in considerazione sia le piante medicinali nel loro complesso che i
principi attivi puri da esse ottenuti in modo da avere una visione completa di quanto il regno vegetale può
fornire come componenti di farmaci sia per automedicazione sia sotto prescrizione medica.
Il fatto che mimino un messaggio endogeno significa che spesso questi messaggi sono già prodotti all’interno
del nostro organismo. È ad esempio il caso delle endorfine. Noi abbiamo dei recettori per gli oppioidi. Ciò
significa che noi produciamo delle sostanze che si vanno a legare a questi recettori. Sono una sorta di oppioidi
endogeni, sono le endorfine encefaline. Questi oppioidi endogeni vengono poi spiazzati dai recettori degli
oppioidi dagli oppioidi esogeni. Si dice che si abbia una sovrapproduzione di queste sostanze durante il parto,
motivo per cui si dimenticano i dolori del parto. Anandamide, presente nel cacao, va ad agire a livello dei
recettori CB1. Per questo si dice che il cioccolato abbia una blanda azione antidepressiva. Ci sono alcuni
alimenti che contengono dei fitoestrogeni, sono composti naturali che mimano l’azione degli estrogeni e vanno
ad agire sui recettori per gli estrogeni.
Negli organismi vegetali sono presenti sostanze che rivestono un ruolo biologico nell’organismo umano:
- Es. tetrodotossina (pesce palla): bloccante dei canali del Na. Questa tossina è
presente nella cute, ma soprattutto nel fegato
- Es. apamina (veleno dell’ape): bloccante dei canali del K
- Es. alfa-bungarotossina (veleno del serpente bungarus): bloccante della
trasmissione neuromuscolare
10
A partire dalla cannabis sativa sono stati intrapresi degli studi su farmaci analgesici e per malattie progressive
come la sclerosi multipla e la SLA.
Anni fa si utilizzava un decotto di atropa bella donna molto concentrato per il trattamento del mordo di
Parkinson. Questa tecnica è stata abbandonata a causa di effetti collaterali tossici.
Infine si possono avere dei rimedi abbastanza forti come l’atropa bella donna. L’atropina ha un’attività
dimezzata rispetto al principio attivo presente nella foglia fresca, ovvero la iosciamina. Anche la digitale, la
quale ha funzione cardiotonica, ha un’azione forte.
11
L’iperico viene definito anche blando antidepressivo: adatto per quegli stati di ansia e di depressione lieve e / o
moderata. Non assumerla in caso di gravi depressioni perché questo potrebbe mascherare la patologia e di
conseguenza essere trascurata da parte del medico.
Tutto ciò porta alla crescita del mercato degli OTC e dei prodotti vegetali in particolare. L’attività può dipendere
dal tipo di preparazione: preparazioni farmaceutiche diverse della stessa pianta possono avere differenti effetti
terapeutici.
Es. estratto secco (data dalle parti aeree e si utilizza contro la depressione) ed estratto oleoso di iperico
(sommità fiorite si fanno macerare nell’olio di oliva per alcune settimane fino a che l’olio non diventa di colore
rosso, si filtra e si utilizza contro scottature solari, abrasioni, bruciature e non si usa per bocca, a differenza
della droga secca.
Altro esempio è l’aloe: è uno dei più forti purganti presenti e il succo si ricava dalle foglie carnose. Le foglie
vengono scuoiate e viene estratta una sorta di gel, una sostanza mucillaginosa. Si utilizza per punture di
insetti, bruciature, scottature, ha un effetto lenitivo, antiarrossamento, calmante, antibruciatura.
12
Aspetti legislativi
Medicina ufficiale o medicina alternativa? È una questione complicata perché non rientra nelle medicine
alternative, ma non c’è nemmeno bisogno della ricetta medica e molti studi, ricerche e sperimentazioni non
sono necessarie per l’emissione in commercio, la legislazione è differente.
Medicina ufficiale
È la medicina allopatica, cioè basata sul concetto (“allos”) che il medicamento deve contrastare la
malattia a livello patogenetico o sintomatologico. Questo in contrasto con la medicina omeopatica il cui
metodo terapeutico consiste nel trattare le malattie mediante la somministrazione di sostanze in grado di
provocare nell’uomo sano sintomi simili a quelli che si vogliono combattere.
Questo in contrasto con la medicina omeopatica il cui metodo terapeutico consiste nel trattare le malattie
mediante la somministrazione di sostanze in grado di provocare nell’uomo sano sintomi simili a quelli che si
vogliono combattere. Si basa sull’uso dell’opposto, e questo è il concetto opposto alla medicina omeopatica. Il
prodotto fitoterapico è allopatico.
La fitoterapia, intesa come cura e/o prevenzione delle malattie mediante la somministrazione di
medicamenti vegetali non è una pratica alternativa o non convenzionale.
Medicina alternativa
Modalità terapeutica e criteri di valutazione delle malattie diversi da quelli usati dalla medicina ufficiale.
La fitoterapia non può rientrare in questo ambito.
• Medicina ayurvedica: molto antica. Si basa sulla presenza di tre entità che devono essere in
equilibrio tra loro: la predominanza di uno di queste tre entità determina il manifestarsi della patologia
stessa
• Agopuntura: tradizione cinese che si basa sulla stimolazione di parti dell’organismo tramite l’uso di
aghi
• Moxibustione: si basa sull’impiego del calore per stimolare determinate parti del corpo
13
• Omeopatia: somministrazioni di dosi infinitesimali di sostanze che producono nell’uomo ciò che
provocherebbe la malattia stessa
Medicina olistica
Teoria biologica secondo la quale l’organismo deve essere studiato in quanto totalità organizzata e
non semplice somma delle parti. Grossa differenza di partenza tra la medicina alternativa e quella tradizionale.
Il concetto olistico: pensare all’organismo come studiato nella sua totalità e quindi deve essere in armonia, la
malattia è una perdita di equilibrio tra le parti con conseguente comparsa della patologia.
Nella medicina tradizionale ci focalizziamo molto sulla parte colpita, in modo selettivo cercando di non
alterare il resto del corpo. Sono teorie completamente opposte. La fitoterapia non ha nulla a che vedere con il
concetto olistico, ma segue quello di terapia ufficiale, si cura dove c’è bisogno di intervenire. Si usano prodotti
di origine naturale anziché sintetizzati in laboratorio.
• deterioramento del rapporto medico-paziente: il paziente non è soddisfatto e non si fida del medico e
ricorre a terapie alternative
Dal punto di vista legislativo comunque la fitoterapia è nell’elenco delle medicine alternative o complementari.
Da una parte non può stare con queste medicine alterative, dall’altro i prodotti fitoterapici hanno una
legislazione diversa rispetto a quella di sintesi. Il termine complementare si addice meglio alla fitoterapia che
si affianca alla medicina ufficiale nel trattamento di diverse patologie. Viene assimilata alle medicine
alternative seppur cosi diversa
14
Compiti del HMPC
• istituire una lista delle sostanze vegetali che soddisfano i criteri per l’uso tradizionale. È importante
perché dove esistono prove di un uso tradizionale fin dall’antichità senza problemi, non sono richieste
tutte le prove che ci vogliono per i farmaci di sintesi. Non sono indispensabili tutta una serie di test e
prove di alcuni prodotti fitoterapici a differenza di quelli di sintesi.
• redigere monografie europee sulle sostanze e sulle preparazioni di uso consolidato e tradizionale
Direttiva 2002/46/CE
Definisce integratori alimentari come prodotti destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono
una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali o di altre sostanze aventi un
effetto nutritivo o fisiologico come aminoacidi, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che
pluricomposti, in forme predosate.
Direttiva 2004/27/CE
Definisce medicinale
• ogni sostanza utilizzabile dall’uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni
fisiologiche, esercitando un’azione farmacologica, immunologica o metabolica ovvero di stabilire una
diagnosi medica.
Introduce il concetto di: “prodotto medicinale tradizionale di origine vegetale” come medicinale che
contenga esclusivamente come principio attivo una o più sostanze vegetali, con lunga tradizione di impiego
tale da ridurre la necessità dell’esecuzione di specifiche sperimentazioni cliniche.
15
• Procedura semplificata per farmaci vegetali che godono di una tradizione sufficientemente lunga e
costante (che consente di evitare prove precliniche e cliniche, in vitro, su animali, su uomo sano e
malato). Es la camomilla.
Le norme regolatorie vigenti nei vari Paesi tendono tutte verso il medesimo obiettivo: assicurare ai cittadini la
disponibilità di farmaci per i quali siano garantiti i requisiti
qualità
efficacia
sicurezza
Qualità
La qualità dei prodotti è invece indipendente dall’uso tradizionale: la direttiva non esonera i produttori
dall’obbligo di eseguire saggi chimico-fisici, biologici e microbiologici necessari per garantire la qualità: la
produzione dei farmaci vegetali tradizionali deve avvenire nel rispetto delle norme di buona fabbricazione.
Bisogna sempre che ci sia il principio attivo e in un prodotto fitoterapico non è sempre scontato averlo. Ad
esempio la propoli ha tutta una serie di fattori variabili, deriva da tante resine raccolte dalle api da diverse
alberi. Le api poi la rielaborano. La propoli invernale è più ricca di cera rispetto a quella primaverile/estiva. A
seconda della propoli che acquistiamo (luogo, stagione, api, piante ecc), abbiamo prodotti molto diversi tra
loro. Nella comunità europea una propoli è commerciabile se contiene un minimo in galangina.
Costituzione caratteristica che può essere controllata tramite identità, contenuto, purezza, altre
proprietà chimiche, fisiche, biologiche o procedimento di estrazione.
all’origine
inquinamento da pesticidi:
inquinamento radioattivo
durante il trasporto
durante la lavorazione
16
La garanzia di qualità è in realtà garanzia di sicurezza e di riproducibilità dell’effetto terapeutico. È assicurata
dall’adozione di processi produttivi adeguati e dall’istituzione di rigorosi controlli di processo.
Efficacia
È estensibile anche alle piante medicinali il concetto che i benefici terapeutici devono superare i
rischi tossici. Lo studio dell’efficacia di una droga è più complesso di quello di un farmaco di sintesi per la
variabilità della composizione e per la generalmente bassa concentrazione dei principi attivi. Di solito si hanno
più principi attivi in quantità minori. Ci sono alcune sostanze che possono modulare l’effetto del principio attivo.
Ad esempio la presenza di tannini, mucillagini, fibre possono alterare l’azione del pa stesso.
Sicurezza
È estensibile anche alle piante medicinali il concetto che i benefici terapeutici devono superare i rischi
tossici. Naturale non è equivalente a mancanza di tossicità: attenzione all’uso pediatrico, in gravidanza e in
allattamento.
17
01/03/2018
A seconda della pianta, noi dobbiamo conoscere e valutare la sua età e lo stadio di sviluppo. Le piante si
possono distinguere nelle piante:
La quantità e la raccolta della droga non è uguale in tutte le piante, per farlo nelle condizioni ottimali e più
ricca di principio attivo, dobbiamo sapere se è annuale, bienne o perenne e seguire delle regole specifiche per
la raccolta della droga.
- Nelle annuali viene raccolta alla fine del loro sviluppo, quindi alla fine dell’anno di coltura
- Nelle bienni si aspetta il secondo anno di solito, perché tendenzialmente, ci sono delle eccezioni,
nella pianta giovane prevale la componente mucillaginosa, quindi meno ricca in pa poiché il
principio attivo è un metabolita secondario: non sono molecole molto grosse, non sono mai
polimeri, ma più ridotte nella loro dimensione e di solito sono dei prodotti del metabolismo
secondario, quindi la pianta deve avere il tempo di effettuare questo metabolismo secondario
18
- Nelle perenni è più complicato perché di solito si estrae la droga da piante di parecchi anni di vita
perché la pianta giovane ha più componenti polisaccaridiche e il pa aumenta all’aumentare
del’età della pianta. Ci sono comunque delle accezioni in cui è bene raccogliere la droga nei primi
anni di vita.
Si parla di tempo balsamico: periodo ottimale di raccolta delle piante medicinali o parti di esse generalmente
associato alla massima quantità o qualità di principi attivi. Dipende da: ciclo vitale, età, tipo di organo usato
come droga.
19
Età della pianta
Piante annuali A sviluppo completo
Piante biennali Al secondo anno
Piante perenni
>età >principi Canfora pa viene estratto a 40 anni circa (corteccia)
<età >principi China pa cala con l’invecchiare della pianta (corteccia), si consiglia la raccolta
quando ha 3-4 anni
Fattori genetici
Riguardano con il patrimonio genetico: i geni controllano sia i caratteri morfologici che le caratteristiche
biochimiche. Gli individui di una specie non sono mai geneticamente omogenei. Le differenze fisiologiche e
biochimiche vengono sfruttate per migliorare le piante medicinali attraverso la selezione di varietà che
producono un alto tenore in principi attivi.
- Selezione: ci sono molte tecniche che vengono usate per ottenere coltivazioni molto ricche in pa.
Selezione = isolare una popolazione ristretta con caratteristiche utili ad un determinato fine: es.
alto contenuto in principi attivi, dimensioni maggiori, maggiore resistenza alle malattie: è importante
che le coltivazioni vengano contaminate.
Selezione della lavanda: sono
stati condotti studi di selezione sulla
lavanda per selezionare il clone che
sia in grado di fornire il maggior
contenuto possibile di essenza. Si
ottiene per distillazione in corrente di
vapore dalle sommità fiorite. Altri
studi di selezione sono quelli che
hanno portato un’azienda italiana a
studiare l’echinacea: pianta che
cresce spontanea nelle praterie americane, si usa molto per le proprietà immunostimolanti, si usa
anche per uso topico come cicatrizzante. Ora viene coltivata in sud Dakota dove ci sono le
condizioni ottimali per la sua crescita. Altri studi di selezione sono quelli relativi Harpogophytum
procumbens (artiglio del diavolo), è un antinfiammatorio, una pianta africana. Sono stati condotti
degli studi di selezione per evitare che la raccolta incontrollata, che si stava verificando, portasse
all’estinzione della pianta.
- Ibridazione: incrocio di individui geneticamente differenti per produrre una progenie ibrida
relativamente a caratteristiche morfologiche (aspetto) e biochimiche (diversa nel contenuto di pa).
Questa tecnica è molto usata e studiata nel tentativo di ottenere un ibrido più ricco di PA e di qualità
migliore. Di solito la lavanda che viene coltivata è un ibrido ottenuto incrociando la officinalis e
latifoglia. Si ottengono degli ibridi chiamati lavandini e questi forniscono una maggiore quantità di
principio attivo. Un altro ibrido è la menta piperita, questa è un ibrido che si ottiene incrociando la
menta acquatica, rotundifolia e la silvestris. In questo caso migliora la qualità dell’olio essenziale che
si estrae. L’ibridazione può essere:
- specifica (tra diverse varietà)
- interspecifica (tra diverse specie)
20
- Mutazione: intervenire nel numero dei cromosomi presenti nel prodotto vegetale, questa è la
- Poliploidia: presenza nel nucleo di un numero di cromosomi superiore al normale. Questa può
essere provocata dall’uomo, noi siamo in grado di realizzarla, attraverso delle tecniche di laboratorio,
tra cui: trattamento dei semi con una soluzione diluita colchicina, o trattamento dei semi con calore.
Questa tecnica permette di aumentare: dimensioni della pianta e contenuto in principi attivi.
Aspetto negativo: le piante poliploidi sono in genere meno resistenti all’attacco di parassiti:
questo non sempre è un effetto negativo, ad es: segale tetraploide a differenza della diploide è più
facilmente parassitata dal fungo Claviceps purpurea con conseguente maggiore produzione di
sclerozi e quindi di alcaloidi. Altro esempio è lo stramonio: la poliploidia in questo caso determina un
aumento dello sviluppo della pianta e quindi della droga che si accompagna ad un aumento della
concentrazione dei pa.
- Altitudine: ad esempio il frassino è la pianta da cui si ricava la manna, che contiene il mannitolo,
blando lassativo, nei bambini (sciolto nel latte tiepido). Deve crescere nel suo habitat perfetto, se
viene coltivato al di fuori di questo, la pianta cresce ama non siamo in grado di estrarre il pa. Per
alcune piante aumenta la quantità di pa quando vengono coltivate in pianura, per altre quando
crescono il montagna. Nel caso dell’aconito, timo, menta la quantità di pa è maggiore se viene
coltivata in pianura. Il contrario per la valeriana (neurodepressore, ipnoinducente, blando sedativo) la
quale da maggiore principio attivo se coltivato in montagna.
- Tipologia di terreno: miscela di: componenti minerali, organici = humus, acqua, aria disponibili per
l’apparato radicale. La componente di base è importante perché abbiamo diversi tipi di terreni a
seconda della componente minerale, degli ioni inorganici, del pH (humus). Questo è molto
importante anche in relazione al passaggio di acqua e aria. Possiamo infatti avere terreni ricchi di:
21
- Argilla: (particelle 2-20µm), trattiene acqua e poco permeabile all’aria
- Sabbia (particelle 20 µm-2mm), trattiene meno acqua, altamente permeabile all’aria. Es.
altea (azione a livello della bocca, stomatica, arrossamenti e affezioni alla bocca), salvia
(eupeptico, digestivo, prodotto aromatico per cibo)
- Ghiaia (granuli 2-20 mm)
Secondo fattore importante è dato agli ioni inorganici e pH (humus acido): sono stati condotti degli
studi su quanto riguarda il pH ottimale e sulla composizione ottimale del terreno di ioni inorganici. Ad
es. camomilla cresce bene a pH < 7. Il papavero si è visto che non tollera terreni acidi. La droga che si
ottiene dalla lavanda non tollera i terreni alcalini, quindi sta bene nei terreni acidi. Per quanto riguarda
gli ioni inorganici si è visto che l’aggiunta di azoto al terreno o un terreno naturalmente ricco di N, o
meglio, un suo eccesso, fa calare la presenza di pa nella liquirizia e camomilla. Un eccesso di sodio fa
calare la qualità dell’olio essenziale di lavanda. Il fosforo fa calare la quantità di olio di lavanda.
- Fattori biotici: allelopatia ovvero quando piante diverse crescono vicino si può verificare una
influenza reciproca sull’accrescimento, sullo sviluppo fogliare, sulla maturazione dei frutti ed anche sul
contenuto in principi attivi. Il noce ad esempio libera una sostanza che impedisce la crescita di tante
altre specie vegetali, lo iuglone. Viene liberato dalle radici nel terreno circostante. Si hanno esempi
invece positivi, ovvero se crescono vicine si aiutano. Ad esempio l’atropa belladonna è influenzata
positivamente dalla presenza dell’assenzio. In passato si utilizzava in ambito fitoterapico, ora non più,
agisce a livello del SNC. Altro esempio è dato dall’arnica montana, la cui droga sono i capolini senza
pappo, è un antinfiammatorio. Questa è incapace di crescere da sola. È incapace di svolgere qualche
processo metabolico, la manca qualche costituente che prende da una pianta presente nelle
vicinanze. In questo caso è un esempio di allelopatia positiva.
Fattori artificiali
Sono fattori che non dipendono dalla natura stessa, entrano in gioco dopo che si è sviluppata la
droga. Dipendono dalle modalità che devono sempre essere ottimali, di come viene raccolta, preparata e
conservata. Dipendono da:
- Raccolta
- Preparazione
- Conservazione
- caratteristiche organolettiche: ad esempio le parti più ricche di acqua come petali e foglie sono
quelle più delicate. Possono esserci variazioni del colore e dell’odore
- contenuto in principi attivi: possono deteriorarsi i principi attivi
22
- ossidazione – polimerizzazione: odore pungente, imbrunisce. Questi oli è bene buttarli via
perché potrebbero essere irritanti. È consigliato usare flaconi scuri e tenere lontano da fonti di
calore
- olii essenziali scuri e viscosi
- racemizzazione: gli alcaloidi come atropina esistono in natura nella loro forma L. Se
raccogliamo la foglia fresca dell’atropa belladonna troviamo al suo interno la L-iosciamina, non
atropina. Facendo essiccare la foglia si ha una racemizzazione dei principi attivi, abbiamo
quindi 50% di L 50% D ovvero atropina. L’atropa belladonna contiene nelle foglie atropina e
un po’ di scopolamina (molto presente nelle radici). Nella radice fresca c’è la L-ioscina, con
l’essiccamento questo racemizza nella miscela racemica di D + L-ioscina nota come
scopolamina
- L-iosciamina atropina con attività 50%
- alterazioni enzimatiche: nella droga fresca c’è acqua in quantità variabile a seconda della parte di
pianta (radice e corteccia poca acqua, fiori, frutti e foglie tanta acqua). questa quantità di acqua facilita
le reazioni enzimatiche. Gli enzimi in questo ambiente possono agire portando a delle alterazioni della
droga. Noi procediamo quindi con l’essiccamento per ridurre la quantità di acqua per una buona
conservazione, la quale è permessa perché vengono inattivati gli enzimi. Un esempio di enzimi molto
attivi all’interno delle droghe sono le idrolasi, enzimi deputati alla catalizzazione dell’idrolisi. È un
esempio le glicosidasi. A volte possono essere positive perché sono quelle che scindono il legame
glicosidico, quindi spezzano il glicoside nella porzione zuccherina (permette di veicolare la molecola) e
nel glicone. Nella maggior parte dei casi è la genina la porzione attiva.
Fermentazione
Processo biochimico di trasformazione di molecole organiche, in particolare carboidrati, che avviene
principalmente in assenza di ossigeno, da parte di microorganismi (funghi o batteri). la fermentazione può
avvenire naturalmente ma anche essere prodotta dall’uomo per ottenere determinati principi attivi. Porta alla
produzione di una limitata quantità di energia e alla liberazione di sostanze organiche. La fermentazione è
spesso usata per rimuovere sostanze amare o di gusto sgradevole oppure per promuovere la formazione di
composti aromatici di odore e sapore gradevoli (vanillina deriva dalla fermentazione della vaniglia)..
dopo la fermentazione il materiale viene comunque essiccato (essicado) per prevenire l’attacco da
parte di microorganismi
Esempi:
- tè
- vaniglia: Vanilla planifolia fam. Orchidacee, origine: Messico, Costarica, Honduras, produttori:
Madagascar, Indonesia
23
Vaniglia verde (baccelli raccolti ancora acerbi) ha un sapore sgradevole dovuto ai
glucosidi (glucovanillina e alcool glucovanillico). Attraverso il processo di fementazione si
ottiene la vanillina (aldeide vanillica), formata da:
- 10% zucchero
- 10% olio essenziale
- ossalato di calcio
Irrancidimento
Si tratta di un’alterazione dei grassi. L’olio oltre ad ossidarsi può irrancidire. Questo processo può
essere distinto in irrancidimento:
24
05/03/2019
Coltivazione e raccolta
OMS ha pubblicato le linee guida per la buona pratica della coltivazione e delle raccolta delle piante
medicinali: GACP = good agricultural and collection practises for medicinal plants. Queste linee guida servono
per creare maggiore qualità e sicurezza nell’ambito della produzione dei prodotti fitoterapici.
25
Radice
Funzione: di sostegno per la pianta e di assorbimento di acqua e sali
Caratteristiche:
Radici avventizie
Originano dal fusto, dalle foglie o da parti di radici, in seguito a traumi, ferite o a distacco di talune
parti. Su questa proprietà si basa la pratica per la moltiplicazione vegetativa. Si possono formare
naturalmente o viene stimolato il loro sviluppo per consentire la moltiplicazione vegetativa della pianta stessa.
Rizoma
Fusto sotterraneo non è una radice
Caratteristiche:
- impronte e cicatrici di impianto di foglie (ridotte a piccoli catafilli (sorta di foglie modificate che si
inseriscono nelle parti sotterranee del fusto) inseriti ai nodi) o radici
- presenza di nodi e internodi
- forma cilindrica
- dimensioni variabili
26
Rheum palmatum rhizoma: è il rabarbaro è un eupeptico, è amaro e si usa anche
per il liquore. Su questo principio si basa l’azione eupeptica perché stimola la
produzione di succhi gastrici. Si presenta in pezzi e di solito in fitoterapia si usa il
pezzo più grosso e appiattito. Quelli piccoli di aspetto cilindrico, secondari, si usano
in ambito alimentare o per la preparazione di liquori. Ha un colore giallo ambrato
caratteristico e sembra polveroso al tatto.
Tubero
Funzione: organo sotterraneo con funzione nutritiva per la pianta
Caratteristiche:
Harpagophytum procumbens: funzione antinfiammatoria. La sua droga è rappresentata dal tubero. Ha una
forma rigonfia, tessuto di riserva per la pianta.
27
Bulbo
Fusto/caule circondato da foglie nutritizie spesse trasformate in squame più o meno carnose.
Caratteristiche:
Fusto
O caule è la parte assile della pianta
Funzione: collega l’apparato radicale alle foglie e assicura il trasporto delle sostanze elaborate o da
elaborare.
Caratteristiche:
alberi: quando la pianta presenta un tronco che si ramifica a partire solo da una
certa altezza
Corteccia
Tutti i tessuti esterni al cambio. Può essere raccolta da radici, fusti e rami, di solito dai fusti e dai rami. Quella
raccolta dai fusti appare più piatta, quella raccolta dai rami ha un aspetto ricurvo.
Caratteristiche:
- dimensioni
- forma
- spessore: ci sono cortecce molto sottili e altre molto spesse
- superficie esterna
- superficie interna
- frattura ovvero come si spezza (fibrosa (si sfilaccia), scheggiata,netta,..)
Esempi di cortecce
Gemme
Ne è un esempio il pino. Il pino ha azione balsamica, espettorante, la droga è
rappresentata dalle gemme.
29
Foglia
Raccolta: prima della fioritura perché contengono più principi attivi
Digitalis purpurea folium insieme alla lanata, hanno azione cardiotonica, per
problemi cardiaci. È bene raccoglierle prima della fioritura.
Caratteristiche:
- con stipole alla base del picciolo: piccole foglioline alla base del picciolo
- picciolata o sessile: priva di picciolo. Nella centella (vaso protettore) il picciolo raggiunge lunghezze
anche dieci volte maggiori rispetto alla foglia
- lamina semplice o composta: foglia della cannabis è composta
- forma
- margine
- nervatura
- superficie (glabra, pubescente: fine peluria, punteggiata, es iperico..)
30
Nervatura:
Foglia guainante: non ha il picciolo e avvolgono a mo di guaina il fusto. Hanno una nervatura parallelinervia:
corre parallelamente alla lunghezza della foglia. Questo è tipico delle graminacee.
Margini:
31
Foglie semplici sono quelle composte da un’unica lamina come quella della coca, le foglie composte sono
formate da più lamine fogliari come ad esempio quella della cannabis. Possono esserci anche foglie impari
pennato composte come quella della rosa. Infine le palmato composte come quella dell’ippocastano,
cannabis (5-7-9 lamine fogliari).
Sommità fiorite
Rami terminali fioriti, a volte raccolti con foglie e a volte anche frutti.
Fiore
Raccolta:
Fiori ligulati bianchi esterni che volgarmente chiamiamo petali e fiori tubulari gialli interni che formano
l’infiorescenza a capolino, tipica della camomilla. Bisogna distinguere il fiore dalle infiorescenze.
Nella figura viene rappresentato un fiore completo ed ermafrodito. È costituito da una parte più esterna
formata da:
- sepali: di colore verde che nel loro insieme formano il calice che si impianta su ricettacolo
- petali: variamente colorati e nel loro insieme formano la corolla
Androceo: è formato
dallo stame formato dal
filamento sovrastato
dall’antera. Gli stami sono
disposti all’interno della corolla
introno al gineceo.
Gineceo: questo è la
parte femminile del fiore, il
pistillo o carpello. È formato dall’ovario che prosegue nello stilo e stigma. L’ovario contiene all’interno
disposti in logge i diversi ovuli.
32
Infiorescenze
a) Racemo: c’è un asse principale e i diversi fiori si impiantano lungo l’asse principale con i peduncoli.
33
Frutto
Deriva dalla trasformazione dell’ovario dopo che è stato fecondato. Dalla trasformazione degli ovuli ricaviamo i
semi.
Caratteristiche:
Pericarpo:
Frutti carnosi: sono quelli che hanno consistenza carnosa e hanno maggiore contenuto in acqua. Alcuni
esempi sono:
- Drupa: pesca. Epicarpo sottile, mesocarpo commestibile e carnoso, endocarpo legnoso e circonda il
seme.
- Bacca: uva, mirtillo comune è un vasoprotettore e mirtillo americano ovvero quello rosso con azione
antisettica delle vie urinarie. Epicarpo membranoso, mesocarpo e endocarpo sono indistinguibili, sono
uniti insieme, al loro interno troviamo piccoli semi.
- Peponide: melone, anguria. Struttura simile alla bacca con la differenza che l’epicarpo non si separa
naturalmente dal mesocarpo ed endocarpo.
- Esperidio: molto diffuso, sono gli agrumi, bergamotto, arancia. L’epicarpo è sottile e colorato,
mesocarpo è spugnoso ed endocarpo è settato. All’interno dei vari spicchi si trovano i semi. La parte
più interessante non è la parte commestibile, ma l’epicarpo, la buccia esterna dalla quale si estrae
l’olio essenziale anche attraverso spremitura.
- frutti indeiescenti = il pericarpo riveste sempre il seme e solo in seguito può distruggersi per
marcescenza. Il seme non viene mai liberato naturalmente.
- Noce: il pericarpo è lignificato e fuso insieme nelle sue componenti, il seme, interno non è saldato
al frutto, si stacca dal frutto stesso.
- Cariosside: graminacee. È una sorta di noce in cui il pericarpo e il seme sono saldati insieme.
- Achenio: molto piccolo simile al cariosside.
- Samara: sorta di achenio che presenta un’ala laterale.
- frutti deiescenti = si aprono spontaneamente a maturità permettendo la fuoriuscita dei semi.
- Follicolo: i semi a maturità vengono liberati attraverso un’unica apertura. Possono essere
polispermi.
- Legume: apertura dorsale e ventrale, due valve a doppia sutura. Sono polispermi.
- Siliqua: frutto polispermo che si apre in due valve a doppia sutura dorsale e ventrale con un setto
interno centrale sul quale si impiantano i semi.
- Capsula: tipico del Papaer somniferum, l’oppio si ottiene dall’incisione della capsula immatura e
fuoriuscita di lattice.
34
I frutti si possono distinguere in monospermi o polispermi: in base al numero di semi contenuti.
35
Semi
Vengono dalla trasformazione dell’ovulo e vengono raccolti a completa maturazione del
frutto. Un esempio è dato dai semi del ricino.
Ricino: semi piccolini simili a dei fagioli con superficie marmorizzata. Olio di ricino con effetto
purgante. Spremitura a freddo per eliminare le componenti tossiche.
Erba
Si tratta delle parti aeree della pianta:
- Steli
- Foglie
- Fiori
- Frutti
Malva sylvestris herba: tutta la parte aerea può essere usata come droga e iperico che si usa
come antidepressivo lieve e/o moderate.
Tallo
Corpi vegetali inferiori non differenziati in radici, fusto, foglie. Sono tipici di:
- Funghi
- Alghe (utili nel controllo del peso corporeo)
- Licheni
Nomenclatura
La droga viene indicata con il nome botanico della specie vegetale da cui deriva seguito dal nome latino
della parte della pianta da utilizzare.
36
Trattamento e conservazione delle droghe
Scopo
Impedire le alterazioni qualitative e quantitative dei principi attivi dovute a:
agenti esterni
- fisici es. luce, calore
- chimici es. ossigeno
- biologici es. muffe, insetti
agenti interni
- attività enzimatiche: questi enzimi si mettono a riposo riducendo la quantità di acqua nella
pianta
Essiccamento
Una prima tecnica per conservare le droghe è quella dell’essiccamento. Ha la funzione di ridurre
quantità di acqua < 5%. Questo processo ha il vantaggio di rallentare le attività enzimatiche ma non di
annullare questi reazioni enzimatiche.
37
Tipi di essiccamento
all’aperto
- al sole
- all’ombra
artificiale
- a tunnel
- a platea
Essiccamento al sole
Da non utilizzare per fiori o vegetali contenenti olii essenziali. Devono essere droghe termostabili e non
avere principi attivi volatili.
Procedura:
Essiccamento all’ombra
Si utilizza per quelle droghe che al sole ed alte temperature subirebbero delle variazioni nei principi attivi.
Procedura:
Essiccamento artificiale
Utilizza un’attrezzatura apposita come ad esempio una lamiera forata o un tunnel.
A platea
- Essiccatoi a platea (in lamiera forata o rete) dove viene stesa la droga attraversata da un potente
getto di aria calda
- Basso costo di impianto
- Grande capacità di carico
- Semplicità di costruzione e di gestione
- Essiccatoio a tunnel
- T e ventilazione regolabili es. foglie 20-40°C, radici 60-70°C.
- durata dipende dal tipo di materiale
38
Temperatura di essiccamento
ATTENZIONE
Liofilizzazione
- rapido congelamento
- sottovuoto
- sublimazione
- passaggio del vapore in altra camera dove viene condensato
- durata dipende dalla quantità di acqua e dalla quantità di prodotto da liofilizzare
- svantaggio: alto costo, sarebbe un metodo ottimale perché ci sa un prodotto in polvere
Può essere considerata un essiccamento a basse temperature, si utilizza per principi attivi termolabili e
delicati.
Stabilizzazione: processo di inattivazione degli enzimi. Per distruggere gli enzimi bisogna raggiungere
temperature superiori ai 100°C.
Si ottiene un prodotto definito stabilizzato: gli enzimi sono stati completamente distrutti. Si potrebbero avere
droghe sterilizzate, ma dati gli alti costi sono poche. A volte si sterilizza con ossido di etilene o raggi gamma.
Per la fitoterapia non è indispensabile avere un prodotto sterile.
In ogni caso:
locali freschi, ben aerati, asciutti, al riparo da umidità e insetti. Se conservate in sacchi di iuta o in scatole
di legno, fare in modo che tra contenitori e pavimento circoli aria.
Si raccomanda:
Anche se ben conservate, le droghe perdono attività col passare del tempo.
40
06/03/2019
Procedimenti di controllo
Controllo di qualità: sono importanti dal punto di vista legislativo, economico e scientifico. Bisogna fare
attenzione quando le droghe provengono da paesi in cui la legislazione è diversa da quella europea e magari
meno rigida della nostra.
L’attività terapeutica delle droghe vegetali è in funzione della loro composizione chimica. Variazioni nella
composizione e nell’attività di una droga possono dipendere da:
coltivazione
raccolta
essiccamento
immagazzinamento
- qualità
- sicurezza
- efficacia
individuazione di sofisticazioni: presenza di sostanze che non dovrebbero esserci, potrebbero essere
parti appartenenti alla stessa pianta o essere estranee
controllo dell’attività: bisogna vedere che sia effettivamente attiva attraverso dei saggi appositi
41
Valutazione delle contaminazioni
- Interne: parti della pianta stessa che non fanno parte della droga come frammenti di foglie quanto
magari la droga sono i fiori
- Esterne: parti di altre piante o parti di terreno
- Chimiche: residui di pesticidi, metalli pesanti
- Batteriche
- Da muffe
- Aflatossine
- Da radioattività
Esame macroscopico
Ricerca dei caratteri botanici identificativi della pianta e della droga. Se in quella droga ci sono delle
caratteristiche che ci permettono di riconoscerla.
Ricerca di possibili alterazioni della droga, in base a cambiamenti di aspetto, colore, odore. Parecchi
processi enzimatici e di ossidazione sono accompagnate da variazioni di odori.
Esame microscopico
Può dare un contributo al riconoscimento delle droghe intere (vengono allestite delle sezioni 5-25 µm
di spessore, inclusione in paraffina, colorazione opportuna)
Indispensabile per il riconoscimento delle droghe triturate o polverate (osservazione diretta su vetrino)
Controllo chimico-fisico
1. identificazione del fitocomplesso
La fase fissa è una sostanza adsorbente (gel di silice) stratificata sulla lastra e la fase mobile è un solvente o
una miscela di solventi.
Ogni droga possiede un suo proprio quadro cromatografico (impronta digitale) che si presenta con una serie di
bande, variamente colorate a Rf (fattori di ritenzione) tipici, dovuti alla diversa distanza percorsa da ciascun
componente rispetto a quella del solvente. Possiamo separare e riconoscere i diversi componenti del prodotto
fitoterapico.
2 - Determinare il titolo
Serve per accertare la presenza e la quantità dei principi attivi:
Marker analitico sostanza tipica di una determinata droga ma non è la principale responsabile
dell’attività della droga. Quando si può si usa quello farmacologico
Ad esempio il marker caratteristico della propoli è la galangina flavonoide caratteristico della propoli, deve
essere presente almeno in una certa percentuale per avere effetto.
- Definire il metodo di analisi: per un campione si possono avere risultati diversi in base al metodo
analitico usato. Ci deve fornire un dato più sicuro e significativo e affidabile.
Es. se si titola uno stesso campione di senna con metodo spettrofotometrico o con HPLC i valori ottenuti
saranno diversi (HPLC più selettivo e più affidabile).
- Validare il metodo di analisi: permette di esprimere l’affidabilità del metodo e quindi la correttezza del
risultato ottenuto e riproducibile.
Titolazione
Valutazione precisa del contenuto della sostanza attiva più importante del fitocomplesso di una
droga vegetale; tale contenuto, affinché si abbia un effetto fisiologico ottimale, non deve essere inferiore al
livello minimo fissato dalla F.U. o dalla letteratura scientifica (per es. il titolo del Ginkgo biloba deve essere al
24% in flavonoidi e al 6% in derivati terpenici, esente da acidi ginkgolici).
43
Standardizzazione
La titolazione permette di standardizzare il prodotto e quindi sapere che un certo composto contenga
sempre la stessa quantità di pa. Ogni capsula o compressa contiene sempre la stessa quantità di principio
attivo. Questo ci da notevoli vantaggi per la costanza e la riproducibilità dell'effetto medicamentoso.
Organi estranei: elementi della pianta madre ma che non costituiscono la droga
Materiali estranei: di origine vegetale o animale non provenienti dalla pianta madre
La quantità di elementi estranei non deve essere superiore al 2% in peso. Sono ammesse solo tracce. Non
devono essere tossici, ma innocui.
Indice di rigonfiamento
Si tratta del volume in millilitri occupato da 1 gr di droga, con la mucillagine che vi aderisce, dopo averla
lasciata rigonfiare in acqua per 4 ore. La parte che può rigonfiare è quella contenente mucillagine, assorbe
acqua. La differenza tra volume finale e iniziale è direttamente proporzionale al suo contenuto in mucillagine.
Determinazione dell’umidità
Si intende la quantità di acqua residua nelle droghe dopo l’essiccamento. La determinazione viene fatta
ponendo in stufa a 105 °C un campione della pianta per 48 ore (differenza tra il peso iniziale e la sostanza
secca). Tanto maggiore è la differenza di peso, tanto maggiore è la quantità di acqua presente nella droga. È
un indice della buona conservazione delle droghe. Ci sono dei fattori che possono alterare questo tipo di
determinazione. Ci sono droghe che contengono dei componenti termolabili: in questo caso possono andare
persi e quindi alla fine la differenza di peso non è dovuta solo alla perdita di acqua, ma anche di qualche pa
termolabile. Bisogna quindi stare attenti quando i pa sono termolabili.
4 - Contaminazioni
Ci devono essere controlli delle contaminazioni:
- Fisiche: erbe infestanti, terra, sassi, polveri, frammenti di metallo, di legno, tessuti, corde. Sono
presenti fisicamente nella droga
- Biologiche: insetti, roditori, piccoli animali
- Microbiologiche: muffe, lieviti, aflatossine, batteri. non si distinguono ad occhio nudo
44
- Chimiche: fitofarmaci, concimi, pesticidi, metalli pesanti
Negli ultimi anni sono state ripetutamente accertate contaminazioni da Pb, Cd, Hg, anche Cu e Mn. È stato
definito un limite:
Di solito si procede con un’analisi spettrofotometrica ad assorbimento atomico per individuare la presenza di
questi metalli pesanti.
Il rischio è più legato al fatto che la presenza di metalli pesanti nella pianta abbia degli effetti avversi sulla
pianta stessa, induce una diminuzione di pa.
Contaminazione da pesticidi
E’ da considerare come pesticida ogni sostanza destinata a respingere, distruggere o combattere le specie
indesiderate di piante e di animali che danneggiano o interferiscono negativamente con la produzione, la
conservazione o il commercio delle droghe vegetali. Ci sono pesticidi che da noi sono vietati dalla comunità
europea, altri invece che si possono utilizzare.
I limiti sono fissati dalle direttive della CE, concentrazione in mg/kg. In questo caso si usa la gas
cromatografia.
Contaminazione batterica
È più complicata e può essere dovuta a molteplici fattori come:
Ambiente esterno più o meno contaminato (uso di acque di irrigazione luride o vicinanza di corsi
d’acqua inquinati, concimi organici o raccolta da zone a pascolo).
Carenze igieniche nelle fasi di raccolta e post-raccolta (presenza di insetti, contenitori sporchi).
Si possono verificare durante la crescita, raccolta, post raccolta del prodotto fitoterapico.
I limiti sono diversi a seconda che la droga vegetale venga utilizzata in infusi o decotti (preparazioni liquidi)
oppure come polvere, o in base al tipo di batterio.
Nella farmacopea sono indicati alcuni saggi microbiologici in coltura per valutare l’assenza di:
- Salmonella
- Pseudomonas aeruginosa
- Escherichia coli
- Stafiloccocus aureus
45
In data 18/7/96 il Ministero della Sanità ha consentito con DM n. 454 il trattamento di erbe aromatiche
essiccate e spezie con radiazioni ionizzanti per l’abbattimento delle cariche batteriche elevate. Non tutti
sono d’accordo sul fatto che sia corretto applicare queste pratiche perché alcune possono essere dannose
come ad esempio il trattamento con ossido di etilene. Al giorno d’oggi dovrebbe essere non più permesso
all’interno della comunità europea. Altra proposta sono i raggi gamma: alcuni dicono possano abbassare il
contenuto in principio attivo. Altro trattamento è dato dall’ozono: non può essere usato sulla droga secca e
secondo certi studi sarebbe inefficace contro enterobatteri. Altra tecnica e quella che utilizza CO2 a pressione
supercritica. Alcuni batteri devono essere assenti come quelli prima citati, per altri batteri c’è un limite, una
piccola quantità può essere presente in base all’utilizzo della droga.
Contaminazione da aflatossine
Le aflatossine sono metaboliti tossici prodotti da funghi e muffe del genere Aspergillus. Possono
contaminare i prodotti vegetali. Sono le più temibili perché per alcune di esse è stato accertato un potere
epatotossico, effetto cancerogeno, componenti mutageni.
Limiti previsti:
Contaminazione da radioattività
Secondo le disposizioni CE, possono essere commercializzati solo i prodotti alimentari con una
radioattività massima, cumulata di Cesio 134 e 137, non superiore a 600 Bequerel/kg. È tollerata una
minima quantità che non è pericolosa per la salute.
riconoscere le droghe
studiare l’attività
titolare le droghe
Base: disponibilità di modelli in vivo ed in vitro standardizzati per individuare le molecole dotate di attività
farmacologica.
46
I prodotti cosmetici non vengono sperimentati su animali. Adesso si hanno dei test in vitro che evitano l’utilizzo
di animali. L’uso topico siamo in grado di mimarlo in vitro, l’uso per os no.
1. il titolo, che deve riferirsi ai principi attivi (marker farmacologico) o costituenti caratteristici (marker
analitico)
2. la perdita all’essiccamento (le droghe non devono contenere umidità > 10%)
Il farmacista che ripartisce, riconfeziona o miscela le droghe vegetali, dovrà fornire le seguenti informazioni:
2. data di confezionamento
47
Preparazioni fitoterapiche
SIPF sospensione TINTURE MADRI
integrale di pianta
ALCOOLATURI Sono alla
SUCCHI
fresca base dell’omeopatia
spremitura o
criofrantumazione estrazione alcoolica centrifugazione
e ultrapressione
DROGA
FRESCA
La si utilizza
subito
estrazione con solventi
distillazione
MACERATI GLICERICI
essiccamento OLII ESSENZIALI
POLVERI
distillazione
polverizzazione
DROGA
SECCA
SPECIE PER
TISANE TINTURE
estrazione con solventi
estrazione acquosa
ESTRATTI
fluidi, molli, secchi
TISANE
2
Droga secca
Attraverso un processo di polverizzazione si possono ottenere polveri, si può frantumare in pezzi
per preparare tisane dove si procede con un’estrazione acquosa (ad esempio the). Si può fare anche
un’estrazione con solventi (alcool, etere, glicerica, soluzione idroalcolica) e avere degli estratti che si
distinguono in base alla loro consistenza. Si può fare un’estrazione alcolica che permette di ottenere delle
48
tinture. La distillazione in corrente di vapore ci da gli oli essenziali ed è una tecnica comune sia per la droga
fresca che quella secca.
Droga fresca
Si può effettuare una spremitura o centrifugazione ottenendo succhi, si possono ottenere i
macerati glicerici attraverso l’estrazione con solventi. Attraverso un’estrazione alcolica si ottengono
tinture madri o alcolaturi e sono alla base dell’omeopatia. Ci sono quindi due diverse estrazioni alcoliche! Un
altro processo brevettato è la criofrantumazione e ultrapressione: tecnica costosa che ci permette di
ottenere SIPF (sospensione integrale di pianta fresca) si tratta di una frantumazione a basse temperature e a
bassa pressione.
Polveri
Il materiale vegetale essiccato viene triturato fino a ridurlo a polvere. Successivo setacciamento per
ottenere polveri a granulometria omogenea. Per polverizzare possiamo avere a disposizione dei metodi
meccanici di macinazione come:
- semplice mortaio
- mulini meccanici a lame / martelli
- polveri grossolane
- moderatamente fini
- fini
- molto fini
Le polveri sono sensibili alla luce, all’umidità e all’ossigeno per l’alto grado di suddivisione, bisogna
conservarle in condizioni ottimali. Le polveri possono essere utilizzate come tali, trattate in ambiente acquoso,
usate con solventi, mescolate con miele o usate per allestire capsule.
49
Polveri semplici
Costituite da una sola droga o medicamento opportunamente polverizzato. Per preparare polveri
semplici è sufficiente l’operazione di macinazione seguita dalla setacciatura con adatto setaccio allo scopo di
ottenere le dimensioni prescritte per quel medicamento.
Polveri composte
Costituite da una o più droghe o medicamenti, addizionati di eccipienti o coadiuvanti inerti. Sono
quelle sostanze che usiamo per migliorare il prodotto finale. Per preparare le polveri composte occorre oltre
alla macinazione e alla setacciatura delle singole polveri attraverso lo stesso setaccio anche la miscelazione
omogenea dei componenti.
• in compresse
• in capsule gelatinose
• per uso topico come polveri aspersorie per uso dermatologico es borotalco
Tisane
Definizione (Formulario Nazionale):
“Le tisane sono delle preparazioni acquose ottenute estemporaneamente (da preparare al momento)
da una o più droghe vegetali e sono destinate ad essere somministrate per via orale, come tali a fini
terapeutici o come veicoli di altri medicamenti. Possono essere leggermente edulcorate od aromatizzate e
vanno, di preferenza, consumate al momento”. Dove si hanno dei componenti che precipitano si possono
aggiungere tensioattivi.
L’alcol è un buon solvente e buon conservante a differenza dell’acqua. Le tisane andrebbero consumate
nell’arco di qualche ora, possono essere conservate in frigorifero. A volte possono precipitare delle mucillagini,
con l’aggiunta di tensioattivo non si hanno più composti torbidi. Possono essere aggiunti anche dei coloranti.
Si possono ottenere delle formule molto complicate. Si utilizzavamo molto in passato perché poi ci si è resi
conto che possono esserci tutta una serie di interazioni tra le varie droghe e tra i vari principi attivi, adesso si
cerca di preparare delle droghe più semplici.
50
– correttivo (migliora il sapore, odore, colore, odore)
Oggigiorno vanno di moda le tisane espresso (riprende il concetto della moka): ci permettono di ottenere un
preparato più standardizzato, più titolato, siamo più sicuri nella quantità del principio attivo. Anche lo sciroppo
può essere ottenuto in modo naturale aggiungendo zucchero alle tisane (100 ml di tisana – 180 gr di
zucchero). Lo sciroppo si utilizza molto in età pediatrica, dove la palatabilità è molto importante, ma aumenta
anche le caratteristiche di conservabilità. Molto adatto per l’apparato respiratorio, come sciroppi per tosse.
• Digestione
• Infusione
• Decozione
Seguite da:
51
Macerazione
Si pone la droga in acqua a temperatura ambiente per alcune ore poi si lascia
decantare e filtrare. Si utilizza per le droghe contenenti grandi quantità di mucillagini.
Un esempio è l’altea (stomachico, lenitivo, antiarrossamento). La componente
mucillaginosa viene già estratta a questa temperatura, non c’è bisogno di spingersi a
temperature più elevate. Viene usata dove si hanno dei principi molto termolabili.
Non è mai un procedimento esaustivo: non riesce ad estrarre tutti i principi attivi, solo
ciò che è estremamente idrofilo.
Digestione
Si tratta di una macerazione a temperatura compresa tra 40° e 60°C. Adatta per droghe contenenti
sostanze poco solubili a freddo e alterabili oltre i 65°C.
Infusione
Si pone la droga in un recipiente, si versa sulla droga acqua bollente 150-200 ml, si lascia coperto per
10-15 minuti, si filtra. Adatta per foglie e fiori o droghe contenenti olii essenziali o principi attivi alterabili dal
calore intenso e prolungato. Solitamente si impiega 10 parti di droga per ottenere 100 parti di infuso.
Anche in questo caso i componenti lipofili non vengono estratti e l’efficacia della droga è ridotta viste le grandi
quantità di acqua.
Decozione
Si pone la droga in 150-200 ml acqua a temperatura ambiente, si porta ad ebollizione, si lascia bollire
per 5-20 minuti, si lascia riposare per 10-15 minuti, si filtra. Abbiamo ottenuto il decotto, è l’estrazione più
efficace. Adatta per cortecce, radici o comunque droghe contenenti principi attivi termoresistenti. In questo
caso si opera con 5 parti di droga per 100 ml finali di decotto. Questi decotti possono andare più facilmente
incontro ad intorbidimenti perché con il raffreddamento possono precipitare componenti mucillaginose. Un
esempio di decotto è la cura bulgara: decotto di atropa belladonna che veniva usato per il trattamento del
morbo di Parkinson. Non si utilizza più perché erano dosi cosi elevate di atropina che portavano a pesanti
effetti collaterali.
• spegnere il fuoco
52
• filtrare
Tinture alcooliche
Preparazioni liquide ottenute per trattamento del materiale vegetale essiccato con alcool di titolo
appropriato. Queste possono essere:
• semplici 1 droga
• Conservazione: recipienti pieni, ben chiusi, al riparo dalla luce (2 anni). L’alcool ha potere conservante
ed estrae meglio che l’acqua
• vini rossi per droghe tanniche, si evitavano per quelle droghe contenti alcaloidi poiché questi
possono provocare la precipitazione di alcuni composti. Se ci sono droghe contenenti alcaloidi allora
si evitava il vino rosso e si utilizzava quello bianco
• vini bianchi per droghe i cui principi attivi precipitano in presenza di tannini
• vini liquorosi ad elevato grado alcoolico es. marsala soprattutto nelle droghe resinose
53
Preparazione degli enoliti
Il rapporto droga/solvente era di 3-5 gr droga/100ml vino. Macerare per 10-15 giorni, a freddo e in
recipienti ben chiusi, agitare periodicamente, filtrare. Somministrazione: 10 - 30 ml 2 - 3 volte/die.
Conservazione: bottiglie di vetro scure, piene, ben chiuse, in luogo fresco
Estratti
Definizione secondo Formulario Nazionale:
“Gli estratti sono preparazioni concentrate, liquide, solide o di consistenza intermedia, ottenute generalmente
da materie prime vegetali o animali disseccate”.
Estrazione operazione che consente la separazione dei principi attivi desiderati dalle droghe vegetali che li
contengono.
Solventi: acqua, alcool etilico, glicerolo, etere, olio, idroalcolici, idroglicerici (acqua + glicerina)
Estratti fluidi
Sono di consistenza liquida in cui una parte in peso corrisponde ad una parte in peso della droga
essiccata (rapporto estratto/droga 1/1). Gli estratti fluidi sono interessanti per il loro impiego come:
• Sciroppi
In passato si preparavano gli elisir come preparati idroalcolici (acqua + alcool + zucchero). Per le tisane
solubili: l’estratto fluido viene fatto assorbire da eccipienti inerti quali saccarosio, lattosio o maltodestrine: il
54
tutto viene essiccato e granulato. Il prodotto è facilmente solubile in acqua calda o fredda, dando una
bevanda edulcorata pronta all’uso.
- Sospendendo l’evaporazione del solvente quando il residuo non bagna più la carta da filtro estratti
molli (pomate, supposte)
- Continuando l’evaporazione fino ad avere un prodotto anidro, polverizzabile estratti secchi
(compresse, capsule, confetti)
Estrazione a ultrasuoni
o estrazione a temperatura ambiente
o migliore penetrazione del solvente nei tessuti
o rottura delle pareti cellulari
Gli estratti mantengono inalterate le proprietà organolettiche e il contenuto in principi attivi perché si opera in
modo naturale.
- è privo di tossicità
- non è infiammabile
- non distrugge molecole termolabili
- viene facilmente rimosso e non è presente nel prodotto finito
- rende sterile il prodotto perché microbi e spore non vengono estratti dal fluido supercritico
55
Essenze o oli essenziali
Si tratta di miscele complesse di sostanze organiche, volatili (idrocarburi, alcoli, acidi, aldeidi, chetoni,
esteri). Si ottengono per distillazione in corrente di vapore o con metodi estrattivi (con solventi oleosi o
volatili, con gas supercritici sono stati elaborati nell’ambito della profumeria. Un tempo si prendevano dei
panetti di burro sui quali si schiacciavano i petali per ottenere gli aromi e i profumi) o con procedimenti
meccanici (spremitura dell’epicarpo degli agrumi). Instabili all’aria e alla luce (si ossidano e diventano
scure, più dense e cambiano odore). Non devono essere utilizzati perché possono essersi sviluppate delle
componenti tossiche e irritanti. Conservazione: recipienti ben chiusi, al riparo dalla luce e in ambiente fresco.
• per centrifugazioni: succhi vegetali freschi. Si chiamano anche piante bevibili: è ottimale il fatto che si
ricavino dalla pianta fresca e quindi conservano inalterate le proprietà caratteristiche della pianta
stessa
Sono da consumare entro 24 ore dalla preparazione, per evitare l’innescarsi di processi fermentativi. Con il
sottovuoto evitiamo di aggiungere conservanti e ci permette di conservare più a lungo.
Alcolaturi
- macerazione delle piante fresche (15-20 gg) con ugual peso di alcool a 95° (es. 1000 gr di pianta
fresca per 1000 gr di alcool) in recipienti chiusi e al riparo dalla luce
- filtrazione su carta
- spremitura del residuo
Svantaggi: titolo alcolico e concentrazione dei principi attivi non ben determinati a causa dell’elevato e
variabile contenuto di acqua della droga fresca.
Tinture madri
Preparazioni liquide che si ottengono a partire dalle piante fresche per macerazione con alcool
etilico; prima della macerazione si determina il contenuto di acqua (mediante essiccamento in stufa a 105°). Il
titolo della tintura madre è riferito al peso della droga secca, anche se il materiale di partenza è la droga
fresca. La denominazione deriva dal fatto che esse sono utilizzate come materiale di partenza per la
preparazione dei prodotti omeopatici. Il titolo viene ricavato dall’essicazione di una piccola parte di droga che
poi viene eliminata.
56
Sono designate dai simboli TM o ø
Per la preparazione delle tinture madri si fa riferimento a quanto indicato nella Farmacopea Francese o in
quella Tedesca, poiché la Farmacopea Italiana non le prende in considerazione.
• Tecnica francese
- titolo: 10%
- 1:10 pianta disidratata/alcool
- grado alcoolico: 45-65 °
- tempo di estrazione: 21 giorni
- si decanta, si spreme il residuo, si mescola e dopo 48h di riposo si filtra
• Tecnica tedesca
Conservazione delle tinture madri: vanno conservate al fresco e al riparo dalla luce, in recipienti non di
plastica. Validità: 5 anni.
57
Gemmoderivati
Secondo il medico belga Paul Henry “l’uso di giovani tessuti in fase di accrescimento è motivato dal
fatto che solo questi tessuti contengono componenti particolarmente attivi che scompaiono con
l’accrescimento della pianta, facendo perdere ai liquidi estratti la caratteristica attività stimolante del sistema
reticolo-istocitario” (1956)
- fattori di crescita
- enzimi
- proteine
- acidi nucleici
Somministrazione
• I macerati glicerici sono commercializzati diluiti 1:9 con una miscela di glicerina (50 parti), alcool (30
parti) e acqua (20 parti) e confezionati in recipienti di vetro scuro.
• Si sommano a gtt (30-50) diluite in poca acqua e mantenute un po’ in bocca per un primo
assorbimento sublinguale.
58
Si aggiunge alcool fino ad ottenere una gradazione alcolica del 30% (per bloccare le attività
enzimatiche).
Utilizzo e conservazione
Si commercializzano in recipienti da 500 ml ben chiusi. Le SIPF si sommano alla dose di 5 ml dopo
diluizione con poca acqua.
Vantaggi:
Svantaggi:
– alto costo
Percolatore
Durante il processo estrattivo è importante rinnovare il solvente allo scopo di
esaurire completamente la droga.
59
12/03/2019
Attraverso le reazioni metaboliche si formano subito i metaboliti primari che hanno elevato peso
molecolare (proteine, lipidi acidi nucleici) e non rappresentano i pa delle piante. Gli unici sono i carboidrati. Dai
metaboliti primari si formano i metaboliti intermedi i quali solitamente non sono biologicamente attivi. Sono
importanti perché da questi si formano i metaboliti secondari. La maggior parte dei pa per noi sono
metaboliti secondari quindi a basso peso molecolare e biologicamente attivi.
Metaboliti primari
Metaboliti secondari
Metaboliti intermedi
Maltosio
Lattosio Il lattosio è lo zucchero del latte mucca 3 –
5% e umano 4 – 8%. È interessante per
preparazioni farmaceutiche: costituente delle
compresse, di sapore dolciastro, in grado di
aiutare nella preparazione farmaceutica.
Polisaccaridi Destrani (catene di unità di D- Si possono utilizzare come succedaneo del
glucosio) plasma nel caso di trattamenti di shock
causati da emorragie o ustioni molto gravi.
Amido (amilosio e amilopectina)
Cellulosa È un componente fondamentale nella
struttura della pianta, funzione di struttura e
di riserva. È un componente del cotone
idrofilo, delle garze. Il cotone è il gossipium,
si ricava dai peli dei semi del gossipium. Da
questi peli si ricava il cotone stesso che si
può usare per produrre tessuti, cotone
idrofilo e garze. Questi peli si possono
ricavare dal frutto che a maturità si apre. È
possibile con pressione a freddo ricavare un
olio che si utilizza in Egitto, non qua da noi.
Ultimamente si dice di evitare l’impiego di
semi di cotone per una componente
presente il gossipolo che pare abbia
proprietà cancerogene.
Inulina È interessante a livello renale. È un
61
polisaccaride che viene completamente
ultrafiltrato e dopo non riesce più ad essere
riassorbita e non viene secreta. È utile per
valutare la funzionalità renale. La quantità
che si trova nelle urine è tutta frutto del
processo di ultrafiltrazione glomerulare.
Gomme
Mucillagini
Il miele veniva usato per le sue proprietà emollienti lenitive del cavo orale, espettorante del cavo orale, per
favorire l’espulsione di muco in eccesso, e poi si usa a livello fitoterapico anche nell’industria farmaceutica in
alcune preparazioni per aromatizzare alcuni prodotti farmaceutici, come dolcificante. Trova quindi un impiego
nell’industria farmaceutica, alimentare e dolciaria.
- Apporto calorico
- Nutrizione parenterale
- Correttivo del sapore
- Attività osmotica
- Attività lassativa: per osmosi determinano a livello intestinale un richiamo di acqua e quindi la loro
presenza e il richiamo di acqua può esercitare un blando effetto lassativo. Può essere utilizzato in
ambito pediatrico
Polisaccaridi
62
Amido
L’amido è una miscela di due polisaccaridi: amilosio (catena lineare di 250-300 residui di D-glucosio,
legati insieme da legami α-1,4 glucosidici) e amilopectina (contiene più di 1000 unità di glucosio legate da
legami α-1,4 e α-1,6, da questo derivano delle ramificazioni laterali).
In farmacopea sono iscritti quattro tipi di amido che si ricavano dal mondo vegetale:
- frumento
- riso
- mais
- patata
Il riconoscimento per la farmacopea è quello di trattarlo a caldo, ottenendo una soluzione colloidale e trattare
con iodio ottenendo una soluzione blu.
63
per il fatto che è incolore, insapore, ha azione lenitiva, emolliente, di protezione. Si usa molto anche in ambito
cosmetologico (vecchie ciprie). Si utilizza anche come lubrificante, i guanti da chirurgia hanno amido.
Salda d’amido: dispersione di amido in acqua per sfruttare questo potere protettivo delle mucose, lenitivo nel
caso di infiammazioni gastriche. I polisaccaridi possono bilanciare l’effetto irritante di alcuni pa.
tecnico:
- leganti
- emulsionanti
- ispessenti: stabilizzano e aumentano la consistenza del prodotto
farmacologico:
- blanda funzione lassativa: assorbimento scarso, richiamo di acqua, aumento della massa livello
intestinale che si traduce in un blando effetto lassativo, molto utile in età pediatrica e negli
anziani perché non irrita la mucosa
- emollienti per cute e mucose
alimentare: nelle preparazione di gelati, budini
Gomma arabica
Nome: Acacia Senegal (Leguminosae)
Periodo di raccolta: la gomma si forma solo durante il periodo secco in Febbraio-Marzo, da alberi che
crescono in luoghi asciutti. La gomma viene raccolta manualmente 20-30 giorni dopo aver praticato l’incisione,
viene ripulita dai frammenti di corteccia e impurità e viene asciugata al sole per alcune settimane.
64
Componenti: galattosio, arabinosio, ramnosio ed acido glucuronico.
Uso: industria alimentare, farmaceutica, cosmetica e per allestire preparati ad uso fitoterapico
Gomma adragante
Nome: Astragalus gummifer (famiglia Leguminosae)
Usi:
Una limitazione del suo uso è il costo. È un prodotto atossico, inodore, incolore, gusto dolciastro.
Agar
Nome: Rodoficee, genere Gelidium
Droga: tallo
65
l’agar si separa dal residuo solido per filtrazione su teli. Il filtrato si lascia
raffreddare e quando solidifica si taglia in bastoncini che vengono fatti
essiccare. Si presenta alla fine come strisce o scaglie traslucide, bianco-
giallastre.
Uso:
66
Oli essenziali
Sono miscele complesse di diverse sostanze organiche volatili quindi termolabili di consistenza
oleosa, generalmente liquidi a temperatura ambiente tranne la canfora che ha consistenza solida, di odore
aromatico, pungente caratteristico, incolori o colorati di solito giallastri, poco solubili in acqua, solubili in
solventi organici (alcool, etere, cloroformio).
Hanno una loro funzione probabilmente quella di interagire, possibilità di interazioni positive tra piante e
piante e piante e animali. Ad esempio l’impollinazione: questi componenti volatili hanno azione di attrarre
insetti favorendo l’impollinazione. Non sono quindi prodotti di scarto. A volte ci possono essere interazioni
negative, repellente, allontanano animale dalla pianta proteggendo la pianta stessa. C’è chi ha studiato la loro
capacità protettiva nella pianta ovvero potrebbero essere sintetizzata per azione antimicrobica come si
manifesta nell’uomo come rimarginazione di ferite. Potrebbero costituire dei componenti nutritivi di riserva.
Hanno forte utilità per il vegetale oltre che per noi.
• Disturbi psiconeuroendocrini
68
Effetti collaterali degli olii essenziali
- a livello epatico-biliare: soprattutto negli individui carenti di glucosio 6-fosfato deidrogenasi con olio
essenziale di mentolo
- a livello renale
- a livello cardiocircolatorio
- a livello del sistema nervoso: attività neurostimolante può portare fino a crisi convulsive (salvia
divinorum, canfora, assenzio, anice): facilitano la comparsa di convulsioni, evitare l’uso in bambini
allergici, o che presentano febbre alta
Non somministrare a bambini con età inferiore ai 2 anni e attenzione in età pediatrica. Ad esempio l’inalazione
di canfora o menta possono essere pericolosi perché sono in grado (se affetti da pertosse o febbre alta) di
abbassare la soglia convulsivante e quindi facilitare l’insorgenza di convulsioni.
Alcuni studi hanno dimostrato che grandi quantità di anetolo (finocchio, anice), safrolo (sassofrasso), eugenolo
(chiodi di garofano) potrebbero provocare una deplezione di glutatione. Questa può costituire un effetto
collaterale perché il glutatione è coinvolto nelle reazioni radicaliche.
Precauzioni d’uso
nei soggetti sofferenti di disturbi epatici
nei soggetti con intolleranze a farmaci ed alimenti
nei soggetti allergici
nei soggetti con stati infiammatori o degenerativi renali
nei bambini e nelle donne in gravidanza
NON SI DEVE:
69
Resine e balsami
Droghe vegetali non organizzate: sono elaborati vegetali, fisiologici o patologici, liquidi, molli o solidi, che
non hanno una struttura cellulare come le droghe vegetali organizzate.
Resine
Le resine sono elaborati fisiologici prodotte dalle piante e possono essere:
In associazione a:
Oleoresine o balsami
Prodotti della secrezione di diverse specie di Conifere dal cui tronco colano spontaneamente o per
incisione. Si presentano come liquidi viscosi (la presenza dell’olio essenziale conferisce al balsamo una
consistenza più fluida rispetto alla resina) incolori o colorati dal giallo al rossastro con odore gradevole
balsamico o aromatico, solubili in solventi organici. E’ possibile separare, per distillazione in corrente di
vapore, la frazione volatile (detta trementina) da quella resinosa solida, chiamata colofonia.
Azioni farmacologiche
- espettorante
- antisettica, antimicrobica
- battericida
Raccolta: la corteccia viene distaccata su alcune parti della circonferenza del tronco, battendola e bruciandola
con torce. Dopo circa una settimana, il balsamo inizia a colare
70
Componenti: 55-65% esteri degli acidi cinnamico e benzoico
Attività: antisettica
Indicazioni terapeutiche: uso esterno nelle malattie della pelle causate da parassiti. Poco tollerato dal tratto
gastrointestinale. Non è appiccicoso e di non seccarsi molto all’aria, si può sfruttare a lungo.
Componenti: 80% esteri dell’acido cinnamico, vanillina in piccola quantità che conferisce un odore e sapore
aromatico, gradevole
Mirra
Deriva il proprio nome dall’arabo murr = amaro. È un esempio di gommoresina.
Uno dei prodotti più pregiati e ricercati dell’antichità: veniva usata nei riti
religiosi, nella tecnica di imbalsamazione, e come sostanza medicinale per
le sue virtù antisettiche, antiinfiammatorie e analgesiche.
Droga: nella corteccia sono presenti dei dotti resiniferi comunicanti con cavità in cui
si riversa l’oleo-gommo-resina, che fuoriesce da incisioni della corteccia o da
fessure naturali in forma di liquido giallo e profumato. A contatto con l’aria si
rapprende in masse compatte che costituiscono la droga (mirra in lacrime)
Proprietà farmacologiche della mirra: sono varie e dipendono dalla componente polisaccaridica, proteica e
quella resinosa e degli oli essenziali. Abbiamo quindi componenti mono, di, tri terpenica:
Storace
Non si utilizza molto. A seconda delle piante da cui si ricava, si presenta sia in forma solida che in
forma più liquida per la sua componente maggiore in olio essenziale. Si ricava dall’albero dello storace che
può essere di due tipologie:
il suo impiego è analogo a quello del balsamo del Perù e in più per il trattamento della scabbia per uso topico
(in passato). È molto analogo al balsamo del Perù.
72
13/03/2019
Terpeni
È la componente dei monoterpeni che prevale negli oli essenziali. Nel loro insieme sono molto più
complessi e rappresentano il gruppo più vaso di principi attivi presenti nelle piante. Pare siano state isolate
circa 20 000 strutture terpeniche.
Classificazione
Avviene in base al numero delle unità presenti nella struttura:
- monoterpeni (2 unità = C10): presenti negli oli essenziali, peso molecolare molto basso
- sesquiterpeni (3 unità = C15)
- diterpeni (4 unità = C20)
- triterpeni (6 unità = C30): possono essere associati a zuccheri e avere strutture molto complesse
Monoterpeni
Sostanze volatili, di odore intenso, componenti principali degli olii essenziali, sono responsabili del
sapore e della fragranza di molte piante aromatiche. Sono formati da 10 carboni. Localizzazione nella pianta:
associati generalmente a strutture secretorie specializzate, come cellule oleose, peli ghiandolari e dotti
resiniferi.
74
- stimolazione delle ghiandole secretici di succo gastrico nello stomaco. È il caso di tutte quelle
droghe eupeptiche come rosmarino, basilico, cannella, chiodi di garofano, zafferano
- azione irritante, rubefacente (provocare rossore) e revulsivante es. canfora, eucaliptolo, aumento
della circolazione ematica locale, da applicare su cute integra
- azione antisettica es. timolo, eugenolo (nei chiodi di garofano anche blanda azione anestetica, si usa
negli studi odontoiatrici)
- azione antifermentativa, carminativa es. trans-anetolo presente nell’anice e nel finocchio, nelle
coliche
- azione antispastica es. mentolo
- azione sul sistema nervoso centrale: sedativa (valeriana, camomilla, melissa), stimolante (menta,
assenzio)
Terapeutico
Farmaceutico
Cosmetico
- allestimento dei profumi: spesso si procede alla deterpenazione ovvero si concentrano le componenti
più odorose, eliminando quelle meno profumate. Tramite questa tecnica si è riusciti ad ottenere delle
essenza che sono 60 – 70 volte più profumate rispetto a quella originaria. Rende le componenti più
solubili in alcol, meno irritanti per la cute e sono più stabili
Alimentare
Sesquiterpeni
Sono formati da 15 atomi di carbonio, sono meno volatili e hanno
un punto di ebollizione più alto e PM maggiore. La categoria più studiata è
quella degli azuleni, hanno colazione blu e dotati di una certa instabilità.
Sono tipici della camomilla (stomachico). Sono presenti dell’olio essenziale
dei capolini e l’olio essenziale contiene una percentuale 1-15% camazulene:
è un sesquiterpene che deriva dalla molecola della matricina, Matricaria
chamomilla (in foto).
Attività: antinfiammatoria
75
Impiego terapeutico: per uso esterno nel trattamento delle infiammazioni della cute, oculari (contenuta in
colliri per occhi) e del cavo orale (afte, gengiviti).
Lattoni sesquiterpenici
Costituenti caratteristici delle piante delle famiglie delle Compositae o
Asteracee.
Un esempio è dato da Arnica montana: si trova anche da noi, la droga sono i capolini
gialli che contengono lattoni sesquiterpenici.
Ruolo nella pianta: repellenti nei confronti di insetti fitofagi. Adesso ci sono molti
studio in corso per provare ad utilizzare i terpenoidi come insetticidi o erbicidi.
Insetticidi: piretroidi e terpenoidi del crisantemo pare abbiano un’azione insetticida, sono in grado di
allontanare gli insetti nocivi per la pianta. Sono state isolate delle componenti terpeniche che agiscono
selettivamente come insetticidi per alcune piante e per altre invece hanno il ruolo di attrarre insetti, è il caso
del geraniolo, componente del geranio. Ha azione repellente nei confronti delle farfalle e nello stesso tempo
azione attrattiva delle api, quindi facilitando l’impollinazione. Adesso si studiano molto queste cose.
Erbicidi: alcune componenti hanno effetto di inibizione e crescita di altri tipi di vegetali nella zona
circostante. Sono studi che si stanno sviluppando. Effetto fitotossico, tossico nei confronti di altre componenti
vegetali. Sono studi molto complicati sia per la complessità delle molecole strutturali che per l’elevato costo
per sintetizzarli, ma perché ancora si sa poco per il rischio di utilizzo, non conosciamo il meccanismo d’azione,
le proprietà tossiche che potrebbero esserlo per il terreno e la loro permanenza (c’è il rischio di
contaminazione del terreno).
Diterpeni
Sono formati da 20 atomi di carbonio, sono i tipici componenti delle conifere:
abete, larice, pino. Si depositano a livello di strutture specializzate, i canali resiniferi
del legno da cui si ricava oleoresina = trementina che tramite distillazione si ha
essenza di trementina ed un residuo solido ovvero la colofonia. Si tratta di una resina
solida, di colore giallastro, di odore aromatico che ha impiego a livello industriale
(colori, vernici, saponi, carta). La colofonia ha un 80-90% di composti diterpenici tra cui acidi resinici. Tra i vari
76
acidi è stato studiato l’acido abietico: pare protegga la pianta, ha azione
antisettica e antimicrobica. Funzione per la pianta: protezione contro le
infezioni e contro gli attacchi di insetti.
Sono state isolate dai composti terpenici anche le gibberelline, sono una sorta di ormoni presenti
nelle piante superiori, soprattutto nei semi, la loro funzione è quella di stimolare la crescita, spesso si trovano
nella forma glicosidica. Alcuni diterpeni sono molto tossici e si trovano ad esempio nell’olio di croton, esteri del
forbolo, come anche nelle piante del rododendro.
Triterpeni
Composti a 30 atomi di carbonio con gruppi funzionali diversi sulle strutture policicliche di base. Hanno
quindi una vasta gamma di attività biologiche. Alcuni di essi si trovano legati a degli zuccheri, quindi sono nella
forma glucosidica. Un esempi sono le saponine.
Esempi:
77
- triterpenoidi tetraciclici principi attivi del ginseng, ginsenosidi (Panax ginseng, Panax
quinquefolius). Sono analoghi degli steroidi, hanno la stessa struttura base del
ciclopentanoperidrofenantrene
- sitosteroli (olio di germe di frumento e altri cereali)
- triterpenoidi pentaciclici acido glicirretico (Glicyrrhiza glabra) ha proprietà antispastiche e come
espettorante indiretto
Safrolo ha attività epatotossica, non utilizzare. In passato veniva utilizzato per un’azione anticonvulsivante
dovuta al fatto che ha un effetto deprimente sul SNC e come diaforetico perché era un grado di stimolare la
sudorazione. Altra sostanza da ricordare è il tujone presente nell’assenzio, è un composto monoterpenico, è
tossico a livello del SNC. Causa vertigini, stato confusionale, provoca convulsioni. Ha anche un effetto
abortivo. Altre droghe che potrebbero provocare aborti sono ad esempio lo zafferano. È un eupeptico, si
utilizza in cucina, ha una dose letale, ma anche abortiva. Provoca aborti spontanei: 10 gr di zafferano puro
sono la dose abortiva, 20 g sono una dose letale per l’uomo. Sono dosi elevatissime.
78
Tannini
Composti organici aromatici polifenolici, non azotati, di sapore fortemente amaro, dotati di attività
astringente (riduce le secrezioni ghiandolari e riduce iperemia, vasocostrizione) e tannante (precipitazione
delle proteine). Hanno un uso limitato e hanno proprietà abbastanza analoghe. Utilizzati nell’industria dei
pellami per trasformare la pelle in cuoio formando dei composti insolubili con le proteine: le pelli diventano
impermeabili all’acqua ed imputrescibili.
Localizzazione
Nella pianta: cortecce, radici, foglie e rizomi organi sotterranei, organi ipogei
Nella cellula:
Per ossidazione i tannini si trasformano in flobafeni (di colore rosso-bruno) localizzati a livello della parete
cellulare.
• Tannini condensati: polimeri del catecolo, non possono essere idrolizzati. Sono più diffusi in natura
negli alimenti che consumiamo. Si utilizzano molto nell’industria del pellame
• Tannoidi: derivati dell’acido clorogenico (caffè, tè, tabacco). Sono anche chiamati tannini del caffè.
• Ericacee es. Vaccinium myrtillus: la droga è rappresentata dal frutto, piccola bacca commestibile.
Blando antidiarroico e effetto protettivo a livello vasale
• Amamelidacee es. Hamamelis virginiana: la droga è data dalle foglie e dalla corteccia e contiene i
tannini idrolizzabili, i gallo tannini, effetto astringente e aumento del tono vasale, utile nei casi di
iperemia
79
Azioni biologiche dei tannini
Determinano la precipitazione delle proteine:
• a concentrazioni basse azione astringente (riduzione delle secrezioni ghiandolari e delle mucose, a
livello vasale provoca vasocostrizione. Più evidente nel tessuto iperemico)
Di conseguenza abbiamo:
Proprietà antinutrizionali
I tannini inibiscono gli enzimi come proteasi, lipasi e amilasi, interferiscono con la utilizzazione delle
proteine alimentari, ostacolano l’assorbimento di ioni metallici presenti negli alimenti vegetali. Per questo
motivo è bene non assumere tannini vicino ai pasti.
80
nella eziopatogenesi dell’infiammazione sono in grado di ridurre la patologia infiammatoria stessa. Azione
antidiarroica accompagnata da un’azione protettiva dovuta a diversi meccanismi d’azione dei tannini a livello
intestinale stesso. Ci sono anche altri effetti studiati in vitro perché sull’uomo vengono poco assorbiti. Ci sono
dei tannini che hanno potere antibiotico o antivirale e anche antimicotico. Questi usi non si realizzano perché
non vengono assorbiti e se venissero assorbiti sarebbero epatotossici. La tossicità è stata confermata da degli
studi sui ratti: sono responsabili dell’insorgenza di forme tumorali, effetto cancerogeno. Ci sono alcuni che
sostengono che certi tumori all’esofago nell’uomo siano dovuti ad un eccessivo consumo di the e tisane. Altri
invece sostengono che il rischio sarebbe legato all’eccessivo calore, non alla componente tannica. Il continuo
calore sulla mucosa potrebbe provocare infiammazioni croniche.
Incompatibilità tannini e alcaloidi: il vino rosso contiene tannini, il bianco no. Gli alcaloidi precipitano
in presenza di tannini. Si formano tannati insolubili e non assorbibili, e tornano utili nel caso di intossicazione
da alcaloidi.
Un altro impiego era quello in associazione al solfato di bario per migliorare nell’esame radiografico
della mucosa intestinale. Pratica passata in disuso per casi di tossicità.
81
Alcaloidi
Composti organici azotati con spiccati effetti farmacologici sugli uomini e sugli animali. Sono molto
diffusi nei vegetali. Hanno attività farmacologica ma spesso anche tossicologica, sono composti molto
potenti. Alcuni alcaloidi si possono trovare in più piante, altri invece si trovano su un solo vegetale. Si possono
trovare su varie parti della pianta, altri invece sono selettivi per alcuni punti della pianta. A volte si trovano nel
punto in cui sono stati sintetizzati, a volte subiscono una sorta di spostamento percorso, per cui si trovano in
punti differenti da quelli di sintesi. Si è pensato che la loro funzione fosse connessa con il trasporto all’interno
della pianta, non ne siamo ancora sicuri. Alcuni sostengono che possano fungere da riserva di nutrimento per
la pianta, altri che abbino azione repellente dato il loro sapore amaro. Altri ancora sostengano che siano
intermedi per la sintesi di composti ancora più attivi e utili per la pianta stessa.
Per l’uomo hanno importanti proprietà. Alcune volte vengono estratti ed utilizzati come tali, altre si
usano per la sintesi di altri composti. Ad esempio tutti gli oppioidi che si sintetizzano a partire dalla morfina.
Ci sono alcune piante che vengono utilizzate nella terapia chemioterapica, ad esempio la vinblastina e
la vincristina che sono alcaloidi della vinca rosea, pianta che contiene alcaloidi con ottime proprietà
antitumorali. Analogamente la colchicina che deriva dal colchicum autumnalis si utilizza come antitumorale e
per le sue proprietà antigottose. Il tassolo è un alcaloide che si ricava dalla taxus brevifolia con ottime attività
antitumorale.
• 1820 caffeina
• 1828 nicotina
• 1833 atropina
Proprietà chimico-fisiche
- Composti terziari (C-H-N): spesso liquidi, volatili, odorosi
- Composti quaternari (C-H-N-O): generalmente solidi e cristallizzabili
- Carattere basico (alcaloide deriva da alcali) poco solubili in acqua, abbastanza solubili nei solventi
organici
- Sapore amaro e bruciante
- Gli alcaloidi naturali sono otticamente attivi L. Durante l’essiccamento spesso si hanno processi di
racemizzazione. Ad esempio nel caso dell’atropina, nella foglia fresca abbiamo la forma L (più attiva),
nella droga essiccata abbiamo L + D (meno attiva)
- Quando le due forme D e L esistono in natura, la forma L è la più attiva: atopina è un esempio di
miscela racemica. La forma L è la iosciamina, la miscela racemica data da D + L viene chiamata
atropina
82
Classificazione
Considerata l’eterogenicità di questa grande famiglia di sostanze, è possibile adottare molteplici criteri di
classificazione:
botanico
farmacologico
chimico
In funzione della struttura che contiene l’azoto gli alcaloidi possono essere distinti in numerose classi
chimiche:
fenilalchilaminici
isochinolinici
fenantrenici
indolici
chinolinici
imidazolici
tropanici
purinici
Alcaloidi fenilalchilaminici
Strutture relativamente semplici derivate dalla fenilalanina o dalla tirosina. Sono dei protoalcaloidi in
quanto l’N non è eterociclico.
Ad esempio: efedrina deriva dall’Efedra sinica (sp.) In questo caso parti aeree sono quelle maggiormente
ricche di alcaloidi quindi fusto, foglie. Ha una struttura simile a quella dell’adrenalina e ha funzione
simpaticomimetica. Attualmente non si utilizza più per gli effetti tossici ad essa legati ed è una sostanza
dopante.
Efedrina
La maggior parte degli integratori alimentari contenenti efedra
veniva proposta per il controllo del peso corporeo o per migliorare la
performance atletica. In altri paesi era in uso una sorta di tisana a base di
efedra per migliorare le prestazioni fisiche.
Effetti: aumento della contrattilità cardiaca, del battito cardiaco e della pressione per azione sui recettori
adrenergici. Spesso usata in associazione con droghe contenenti caffeina.
Effetti collaterali: psicosi, ictus, infarto, morte improvvisa in giovani sportivi sani.
83
Alcaloidi a nucleo isochinolinico
L’azoto si trova all’interno dell’eterociclo. Un esempio è dato
dall’emetina.
Emetina - ipecacuana
Questo alcaloide deriva dalla Cephaelis ipecacuana, pianta tipica del sud America, Brasile.
Attività:
Data la sua tossicità, il suo utilizzo si ha solo nei centri antiavvelenamento. Può dar luogo a fenomeni di
accumulo con inibizione della sintesi proteica.
Alcaloidi benzilisochinolinici
Assieme agli alcaloidi fenantrenici sono i due tipi di alcaloidi presenti nell’oppio. L’oppio è il lattice che
si ricava dal frutto (capsule non ancora completamente mature che per incisione fanno uscire un lattice
biancastro e che poi imbrunisce
per ossidazione. Si raccolgono
sotto forma di pani d’oppio) del
papverum somniferum. Gli
oppioidi sono sostanze
particolarmente attive che
84
appartengono chimicamente a due classi di alcaloidi:
- benzilisochinolinici papaverina (più importante), noscapina, narceina. Gli ultimi due sono
analoghi strutturali di papaverina
- nucleo fenantrenico sono molto più importanti a livello fitoterapico e sono morfina, codeina e
tebaina
Papaverina: azione miorilassante e non da effetti tossicomanogeni e non da dipendenza a differenza della
morfina. Il suo uso è ridotto a specifici deficit da erezione. Si inietta a livello dei corpi cavernosi.
85
Alcaloidi purinici o basi xantiniche
Questi alcaloidi sono i principi attivi contenuti in molte piante che appartengono alla categoria dei
neuro stimolanti tra cui the, caffè e tabacco. Questi alcaloidi sono:
- Caffeina CH3
- Teofillina R3=H
- Teobromina R1=H
Tutte queste piante contengono questi alcaloidi purinici eccetto il cacao: in questo caso manca la teofillina.
Strutturalmente caffeina, teofillina e teobromina sono simili. Nel caso della caffeina ci sono tre metili, nella
teofillina manca il metile in posizione 3, nella teobromina manca il metile in posizione 1. Quindi teofillina e
teobromina si possono ricavare da un processo di de metilazione della caffeina. Sono analoghi strutturali
anche se le proprietà farmacologiche variano: nel caso della teofillina è più spiccata l’azione diuretica e bronco
dilatatorio, la caffeina ha maggiore attività neuro stimolante a livello del SNC.
Alcaloidi tropanici
Sono esteri di alcooli tropanici (tropina, ecgonina) ottenuti con acidi alifatici o aromatici (benzoico,
acetico, tropico...). I più importanti sono:
86
Alcaloidi imidazolici
Caratterizzati dalla presenza di un anello imidazolico. Un
esempio è dato dalla pilocarpina (Pilocarpus jaborandi).
Pilocarpus jaborandi
Caratteristiche: arbusto gracile
Famiglia: rutacee
Droga: le foglie
Componenti:
Attività: la pilocarpina è un parasimpaticomimetico, con azione colinergica a livello dei recettori muscarinici
e determina bradicardia, aumento della peristalsi, miosi. E’ un diaforetico molto efficace. Ha azione opposta
dell’atropina, ha azione scialagoga, ovvero provoca scialorrea.
Indicazioni terapeutiche: trattamento del glaucoma in quanto riduce la pressione intraoculare. Applicazione
locale sotto forma di gocce oftalmiche
Ha un’emivita breve e quindi costringe il paziente a ripetute somministrazioni, almeno 4 volte a giorno.
Alcaloidi indolici
Il triptofano è il precursore di questo gruppo di alcaloidi. Un esempio è la
yohimbina che deriva da Corynanthe yohimbe, la cui droga è rappresentata dalla
corteccia del fusto. Rientra negli stimolanti sessuali, si allestivano preparati
afodisiaci. Da noi non è diffusa come piante. Si utilizza per la disfunzione erettile.
C’è un impiego anche dove si voleva migliorare la performance sportiva e per il suo
effetto dimagrante. Ha un’azione agonistica a livello dei recettori adrenergici.
87
Claviceps purpurea
Caratteristiche: fungo parassita di varie Graminacee, in particolare della
segale. Attacca l’ovario della pianta che viene così distrutto e sostituito da un
fitto intreccio micelico dove il fungo si riproduce. Con la maturazione e il
disseccamento della pianta il fungo si trasforma in uno sclerozio (corno).
Droga: sclerozio (ergot) viene chiamata segale cornuta, si tratta del fungo
che si è seccato.
- Ergotamina: vasocostrizione periferica, blocco dei recettori adrenergici periferici. Viene utilizzata per il
trattamento dell’emicrania in associazione a caffeina.
- Ergometrina: induce contrazioni uterine (utero gravido molto sensibile). Viene impiegata per ridurre
l’emorragia post-partum. Al giorno d’oggi si utilizza ossitocina o latri composti meno pesanti. In
88
passato ha provocato anche la nascita di feti morti data la sua tossicità e ha causato anche alcuni
aborti spontanei.
- Ergotossina: (miscela di 3 composti differenti: ergocristina, ergocornina ed ergocriptina): azione
vasodilatatrice. Usata per il trattamento dei disturbi della circolazione periferica.
- forma gangrenosa inizia con disturbi digestivi e prosegue con un forte senso di bruciore alle
estremità dovuto a vasocostrizione che porta alla gangrena
- forma convulsiva si manifesta invece con contrazioni muscolari dolorose, convulsioni, allucinazioni e
turbe psichiche. Colpisce il sistema nervoso centrale.
SCHEMA SU ALCALOIDI
Parasimpaticomimetici o colinergici:
pilocarpina, muscarina, nicotina …
In studio per il trattamento del morbo di Alzheimer
89
Alcaloidi attivi sui reni:
Diuretici: caffeina, teofillina, teobromina …
90
15/03/2019
Glicosidi
I glicosidi sono molecole complesse, ad alto peso molecolare formate da:
- una parte zuccherina (glucosio, galattosio, ramnosio) = glicone che si lega alla
- parte non zuccherina = aglicone o genina. Solitamente è la parte responsabile dell’attività
farmacologica
I glicosidi sono una sorta di pro farmaci che in vivo liberano il farmaco vero e proprio che è la porzione
genina. La porzione zuccherina modula (migliora) le proprietà farmacocinetiche della genina, la rende meglio
assorbibile perché modifica le proprietà chimico-fisiche. Fa si che la molecola attraversi più facilmente le
membrane e venga assorbita maggiormente. Sono degli eteri, la loro formazione aumenta l’idrofilia e la
stabilità. I glicosidi sono solubili in acqua e alcol e poco negli eteri.
L’enzima glicosidasi scinde il legame glicone-genina liberando la genina stessa a livello del sito attivo.
Eterogeneità:
parte zuccherina per la presenza di gruppi ossidrilici idrofili influenza la solubilità e quindi l’assorbimento
del principio attivo. Modula la farmacocinetica della molecola e la biodisponibilità del principio attivo.
91
Piante medicinali e profarmaci naturali
Un profarmaco è una molecola di per sè inattiva, che subisce in vivo un processo di bioattivazione
prima di esercitare l’effetto farmacologico.
Molti costituenti delle piante non sono attivi farmacologicamente come tali, ma lo diventano dopo avere subito
un processo di bioattivazione ad opera di enzimi presenti nella pianta e nella droga oppure, dopo
somministrazione nell’uomo, ad opera di enzimi specifici situati nell’intestino o, dopo l’assorbimento, nel rene e
nel circolo sistemico.
E’ interessante notare come alcuni dei più comuni profarmaci vegetali subiscano il processo di attivazione
specificatamente nell’organo bersaglio.
1. Cardioattivo: la cui genina agisce a livello cardiaco, è attivo a questo livello. Le piante di questo tipo
sono tante. Noi vediamo solo digitale e lo strofanto.
2. Antrachinonici: comprende dei purganti più drastici e più importanti, ma ci sono anche rabarbaro che
è un amaro digestivo, eupeptico, tonico.
92
3. Saponifici: possono essere presenti nella liquerizia e nel ginseng. Hanno struttura terpenica. Le più
importanti sono liquerizia antispastica, ginsegn adattogeno.
4. Cianogenetici: liberano acido cianidrico. Non studiamo questo gruppo. La mandorla amara è un
esempio. Piccole quantità sono tollerate, alte sono tossiche. Sono contenuti anche nei semi di prugna
e pesca
5. Glucosinati: classificati in base al tipo di zucchero. Cipolla, noi studiamo aglio ipolipilidemizzante e
senape azione eupeptica.
6. Fenolici: hanno un fenolo. Sono un esempio il salice analgesico, antipiretico e uva ursina antisettico
delle vie urinarie
7. Cumarinici: anice carminativo, ippocastano vasoprotettore
8. Flavonici: componenti delle parti colorate delle piante. Colorazione acida, quindi dal giallo arancione,
rosso, cardo mariano epatoprotettore
9. Antocianici: responsabili delle colorazione verso il basico ovvero dal rosso, porpora al viola, blu, sono
presente nei petali o frutti come melanzana, uva rossa e mirtillo
10. Tannini catechinici: amamelide vaso protettore
19/03/2019
La genina ha una struttura steroidea che in posizione 3 si lega allo zucchero formando il glicoside, in
posizione 17 presente un sostituente e sono possibili due sostituenti: un anello lattonico (cardenolidi) e una
struttura più complessa (bufadienolidi)
93
Glicosidi cardioattivi a nucleo steroideo
Hanno un effetto inotropo positivo: aumentano la forza di contrazione cardiaca. Aumenta la disponibilità di
calcio a livello intracellulare.
In natura nella droga fresca troviamo la forma ridotta, antranolo, che subisce un processo di
ossidazione durante l’essicazione diventando antrachinone. L’antrachinone quindi non è presente quindi nella
droga fresca e si forma durante il processo di essiccamento per ossidazione.
94
Acido crisofantico: è uno dei pa contenuti
nell’aloe vera, è un uno dei più potenti
purganti. La droga è il succo che si ricava dalle
foglie carnose che vengono tagliate e liberano
questa specie di succo che si indurisce all’aria.
L’aloe contiene più glucosidi antrachinonici tra
cui: aloine A B, aloe – emodina e crisofanolo.
• Antrachinoni in realtà quelli attivi sono gli antroni, deriva da una degradazione ad opera della flora
intestinale. L’antrachinone viene facilmente assorbito a livello intestinale e poi eliminato attraverso le
urine. Se viene molto assorbito, nell’intestino ne rimane poco, e noi abbiamo bisogno di una molecola
che non venga assorbita troppo. L’antrone invece subisce uno scarso assorbimento, resta a livello
intestinale, agisce come purgante e viene poi eliminato con le feci. Possono essere considerati una
sorta di profarmaci, devono subire una degradazione per liberare una molecola come l’antrone. Questi
antroni hanno diverse funzioni tra cui:
Tra i vari effetti collaterali c’è anche la dipendenza. L’inibizione avviene a livello della pompa sodio potassio
ATPasica: gli elettroliti rimangono a livello del lume intestinale e si ha espulsione di feci liquide e svuotamento
totale. Ci sono degli studi che dimostrano che sono attivi contro alcuni funghi. La loro azione richiede un certo
lasso di tempo, circa 6-10 ore. Solitamente si assume di sera.
95
Glicosidi salicilici
Presentano una struttura fenolica, un esempio è dato dal salice, azione antinfiammatoria. Sono
presenti glucosidi salicilici anche:
Glicosidi cianogenetici
96
Glicosidi solforati
Sinigrina: è un principio piccante tipico delle brassicacee, famiglia a cui appartiene la senape (sia nera che
bianca). In vivo liberano solfato, acido di potassio e isosolfocianato di allile. Questo composto è quello
responsabile dell’attività. Sono presenti anche in altre piante che noi utilizziamo in cucina come rafano.
Si utilizzava più in passato per un’azione locale che si manifestava sotto forma dei cataplasmi:
preparati pastosi per uso topico da applicare sulla cute, ancora più attive se accompagnate da massaggio e
calore. Erano preparazioni tipiche della medicina popolare che applicate sulla cute che potrebbero dare anche
un effetto emolliente e protettivo. Si utilizzava ad esempio farina di semi di lino. Si potevano avere cataplasmi
anche:
97
Glicosidi fenolici o idrochinonici
Uva ursina
Uva ursina, assieme al mirtillo americano, è un antisettico delle vie urinarie. Appartiene alla
famiglia delle ericacee. Nelle foglie dell’uva ursina sono presenti le due molecole
sopra citate. Nell’uva ursina l’azione è dovuta alla presenza di questi glicosidi
idrochinolici. In vivo si può scindere il legame glucosidico liberando glucosio e
glicone: arbutina idrochinone, metilarbutina metilidrochinone. Questi due
composti sono utili per infezioni delle basse vie urinarie come cistiti, uretriti. La
scissione del legame glicosidico avviene solo che l’ambiente è basico. In condizioni
patologiche, affezioni alle vie urinarie è già naturalmente più basico. Se l’ambiente è
acido, vengono eliminati come tali e si ha una colorazione verde delle urine. Nel
caso si possono somministrare sostanze che rendono più basico l’ambiente come latte e patate. I succhi di
frutta invece rendono l’ambiente acido.
Saponine
Glicosidi = zucchero + aglicone (sapogenina) che ha una struttura terpenica. Alcuni esempi sono:
98
Flavonoidi
Sostanze fenoliche a basso peso molecolare ampiamente diffuse nel mondo vegetale. Sono molto
concentrate nelle parti colorate della pianta, sono responsabili dei colori. Si trovano soprattutto nelle, foglie,
fiori e frutti e in piccola parte nelle radici. Flavonoidi deriva dal latino flavus che significa giallo. In natura
possiamo averli liberi (basso peso molecolare) o coniugati ad uno zucchero (sono più frequenti). Spesso
quindi i flavonoidi rappresentano la glicone di un glucoside. Hanno una struttura riconducibile ad una struttura
generale, sono sostanze fenoliche. Presentano molti ossidrili all’interno della molecola. Si è visto che tanti più
gruppi OH ci sono nella molecola, tanto più la colorazione è gialla. La colorazione dipende anche dal pH. Sono
presenti nella frutta e nella verdura. In passato si utilizzavano anche come coloranti. Non sono pigmenti inerti
perché la loro biosintesi è stimolata nel caso in cui la pianta subisca un insulto. Chi mangia frutta e verdura
assume circa 1 g al giorno di flavonoidi.
I flavonoidi sono riconducibili ad un benzene associato ad un - pirone che forma benzo - - pirone
o cromone che in posizione due presenta un fenile. Si chiama 2 fenil benzo - - pirone.
- flavoni
- flavonoli
- isoflavoni
- catechine
- antocianidine
99
Flavoni
Apigenina e crisina interagiscono con i recettori delle benzodiazepine. Sono quindi in grado di esercitare
un’azione analoga alle benzodiazepine, blandi antidepressivi, antiansia.
Flavonoli
Varia la posizione del fenile, abbiamo un 3 fenil anziché un 2 fenil. Qui vengono riportanti anche esempi dei
glucosidi corrispondenti. Lo zucchero si lega sempre in posizione 7.
- Genistina: glucoside che in vivo si scinde liberando la glicone corrispondente che è la genisteina.
Sono presenti nel trifoglio
- Daidzina: glicoside che per opera della glicosidasi si scinde e si libera la daidzeina che è la genina
corrispondente. È tipico della soia e della pueraria lobata pianta da cui si ricava il cuzu
Gli isoflavoni sono importanti perché sono i fitoestrogeni: prodotti vegetali che hanno azione simil
estrogenica. Sono in grado di interagire con i recettori degli estrogeni. Sono indicati per le donne in
premenopausa o combattere i disturbi della menopausa.
Catechine
Sono dei flavan 3 – oli che possono presentare delle sostituzioni in varie posizioni. Lo zucchero è
sempre legato in posizione 7. Si trovano nel the verde, hanno azione antiossidante, antiradicalico,
antinvecchiamento, vaso protettivo. Quelle nella immagine sono presenti nel the verde. Sono quelle
componenti che si distruggono durante i processi di trasformazione del the verde a the nero. Il the verde non
subisce certi procedimenti drastici per cui ha questi principi attivi.
101
Antocianidine rosa, viola,blu pH basico
Sono presenti in quei frutti che noi consumiamo di colore scuro come mirtillo, melanzane, lamponi,
more. Devono la loro colorazione agli antociani e alle antocianidine. Nel caso della cianina il glucosio si lega
in posizione 3 e non 7.
• attività antiossidante
Indicazioni terapeutiche:
102
Azione antinfiammatoria
In questo caso si ha inibizione della lipoossigenasi e della ciclo ossigenasi (COX1 – COX2). In
particolare:
Relazione struttura-attività
Essenziale per l’attività antiinfiammatoria la presenza di:
Utilizzo terapeutico:
Il cardomariano interagisce con altri farmaci quindi bisogna fare attenzione al suo utilizzo con altri farmaci.
Si tratta di una inibizione del citocromo p450 quindi rallenta il metabolismo di farmaci che vengono
metabolizzati da questo citocromo. Ad esempio se si assume un anticoagulante, questo rimane più tempo in
circolo e si rischia l’emorragia.
103
Azione antiossidante
Capacità scavenger di radicali liberi, sono in
grado di inibire gli enzimi responsabili della produzione
di radicali liberi. Alcuni enzimi sono:
xantina-ossidasi
glutatione-transferasi
NADH-ossidasi
mieloperossidasi
Dimostrata per:
- miri cetina:
- quercitina: cipolla
- apigenina: camomilla
- luteolina: timo
- rutina: arancio, limone
104
Fitoestrogeni
Gli isoflavoni presenti nella soia, trifoglio, luppolo ora sono molto di moda perché si dice possano
essere utili nella sindrome pre menopausale e durante la menopausa. Ci sono diversi studi che dimostrano
un’azione protettiva nei confronti di alcune forme tumorali (prostata, colon, seno). Sono efficaci anche contro
l’osteoporosi (rischio per la donna in menopausa): diminuiscono il riassorbimento osseo. Possono avere
anche funzione antinfiammatoria con riduzione delle citochine. Possono agire anche a livello dell’apparato
cardiovascolare: determinano una diminuzione dei processi ossidativi delle LDL, diminuisce l’aggregazione
piastrinica (fluidificazione).
In questo caso si tratta di una radice della pueraria lobata cuzu, è una pianta diffusa in Cina e paesi
orientali, non da noi. Viene anche chiamato the della sobrietà: si preparava una tisana. Si chiamava così
perché diversi studi hanno dimostrato la sua efficacia nella moderna disassuefazione dell’alcol. Si utilizza
anche come addensante naturale per i cibi, è anche un protettivo gastrico. Proprio per questa blanda azione
105
lassativa e protettiva gastrica, determina un rallentamento
dello svuotamento gastrico e interferisce sul metabolismo
dell’alcool. (Ha azione antitissotropica). Ad opera dell’alcool
deidrogenasi viene ossidato ad aldeide, poi ad opera
dell’aldeide deidrogenasi viene ossidato ad acido acetico e
poi CO2 e acqua. Se si ha alcol in corpo, lo si espone ad
un’azione più prolungata quindi viene favorita la
trasformazione dell’alcool in acetaldeide. In più è stato
dimostrato che inibisce l’aldeide deidrogenasi, enzima che
trasforma acetaldeide ad acido acetico. Questi due fattori
comportano un aumento della concentrazione di
acetaldeide che ha effetti collaterali sull’uomo.
Disulfiram: farmaco che viene utilizzato in terapia per la disassuefazione da alcol. Provoca effetto antaubuse.
Nausea vomito, cefalea, calore, rossore.
Bioflavonoidi
Circolare ministeriale 4/7/2002:
Sull’ipotesi di una relazione tra bioflavonoidi e possibilità di aumento del rischio di gravi patologie pur
rare nel primo anno di vita, quale misura cautelare si richiede che sull’etichette di integratori che contengono
tali sostanze sia contenuta la seguente avvertenza:
La problematica in questione è stata comunque sottoposta all’attenzione del Consiglio Superiore di Sanità e
della Commissione Europea.
106
20/03/19
Es. safrolo, componente di essenze tipo canfora, noce moscata, pepe nero, sasso frasso e noce
vomica
Es. beta-asarone contenuto nel Acarus calamus, pianta che cresce spontaneamente lungo i torrenti.
In passato si usava come eupeptico, poi il suo uso è stato abbandonato a causa del suo effetto
allucinogeno e attività mutagena
Reazioni allergiche
Reazioni avverse spesso imprevedibili in soggetti geneticamente predisposti. Si sa che alcuni prodotti
fitoterapici sono più pericolosi per soggetti allergici rispetto ad altri e che alcuni prodotti possono dare più
reazioni allergiche rispetto ad altri. Le reazioni allergiche possono essere:
107
Piante medicinali con possibili effetti allergici
- Eucalipto
- Salice
- Olmaria
- Camomilla: appartiene alla famiglia delle composite o asteracee
- Propoli: attenzione ai soggetti allergici alle punture delle api
Le piante appartenenti alle composito asteracee possono dare più facilmente delle reazioni allergiche.
Attenzione alle reazioni crociate.
Fotosensibilizzazione
Reazione cutanea, dopo esposizione alla luce solare, di tipo eritematoso, edematoso con prurito e
vescicole dopo l’utilizzo di alcuni prodotti fitoterapici. È simile ad una classica reazione allergica con edema,
rossore, gonfiore.
Sostanze responsabili:
Ipericina Hypericum perforatum: trattamento di ansia, lieve o moderata depressione. I due pa sono
ipericina (può dare fotosensibilizzazioni) e iperforina. Si possono fare due composti a base di iperico:
un olio topico che si utilizza per le scottature, e un estratto secco per uso orale che si da come blando
antidepressivo. L’olio può dare luogo a fotosensibilizzazione
Furanocumarine (psoraleni, angelicina, bergaptene) famiglia Ombrellifere (Angelica, Achillea,
Bergamotto)
La reazione può aver luogo dopo contatto cutaneo (uso topico) o per ingestione. A parte la reazione di tipo
dermatitico, l’attivazione delle sostanze fotosensibilizzanti porta alla formazione di radicali liberi che
conferiscono a queste sostanze potenzialità mutagena e cancerogena.
Cause di tossicità
presenza di sostanze tossiche
presenza di contaminanti
sostituzione del vegetale per dolo o per errore
inadeguata preparazione o conservazione del prodotto
Costituenti tossici
Possono essere presenti di inverse famiglie:
- Alcaloidi pirrolizidinici: presenti in diverse famiglie (Asteracee, Fabacee ecc.). Assorbiti a livello
gastrointestinale, vengono convertiti nel fegato a sostanze tossiche (derivati del pirrolo) che si
legano alle proteine cellulari. Effetti tossici: dolori addominali, vomito, diarrea, cirrosi epatica, danni
ai polmoni e reni. Mutageni e teratogeni. Quindi l’uso terapeutico è sconsigliato.
Es. Tussilago farfara utilizzata nelle affezioni delle vie respiratorie come antitussivo,
broncodilatatore ed espettorante.
108
- Acidi aristolochici: presenti in alcune specie di Aristolochia, usate per le proprietà
antiinfiammatorie ed antibatteriche. Prodotti ritirati dal commercio nel 1982-83. Tali acidi si
accumulano nell’organismo con danni gravissimi al fegato e ai reni (deficit renale totale). Mutageni e
cancerogeni (tumore al tratto urinario).
- Artemisia absinthium: usato per il liquore di assenzio fin dal 18° secolo in Francia. Nei bevitori
abituali provocava una sindrome “absintismo” (allucinazioni, perdita del sonno, tremori e paralisi).
Uso vietato in Francia nel 1915. Riammesso in commercio in tutti gli Stati Europei 1992.
- Glicoproteine tipo ricina: presente nel tegumento esterno del seme di Ricinus communis.
L’ingestione di 3-4 semi interi ha effetto letale. Per l’utilizzo si utilizza spremitura a freddo di semi
sbucciati. Un aumento della temperatura potrebbe essere dannoso. Ricina, struttura glicoproteica.
- Composti cianogenetici: presenti nella fam. Rosacee (mela, ciliegia, albicocca, prugna nei semi e
mandorle amare). Per idrolisi dei glicosidi si libera acido cianidrico e anione cianuro che per affinità
con gli enzimi citocromo ossidasi, alterano la normale funzionalità della catena respiratoria. La
sintomatologia comprende dispnea, perdita di conoscenza, acidosi metabolica.
I frutti di ginko biloba e di atropa belladonna sono molto tossici. La loro ingestione può portare a morte.
Ortometilpiridossina è presente nei frutti di ginko e li ha portati a morte.
Presenza di contaminanti
I contaminanti possono essere di tipo batterico, radioattivo, metalli pesanti, biologici e microbiologichi.
Health Canada sta avvisando i consumatori di non fare uso di 13 prodotti cinesi a base di erbe prodotte dalla
ditta Chi Chun Tang Herbal Factory di Hong Kong a causa delle contaminazioni batteriche presenti che
possono comportare gravi rischi per la salute. Questi prodotti sono in polvere o in compresse e le loro
indicazioni d'uso comprendono anche i neonati ed i bambini. Sempre secondo le indicazioni riportate, sono
utilizzabili per la cura di raffreddore, tosse, febbre e disordini gastrointestinali. La loro vendita in Canada non è
consentita, tuttavia è possibile acquistarli tramite Internet o durante un soggiorno all'estero. La contaminazione
batterica di tali prodotti erboristici può essere pericolosa per la salute e provocare eventi avversi di varia
gravità, a seconda dell'esposizione e della sensibilità individuale.
Il Ministero della Salute canadese avvisa di non usare Jambrulin, un prodotto di medicina ayurvedica,
in quanto contiene elevati livelli di piombo (14 settembre 2006).
Il Jambrulin viene prodotto da Unjha Pharmacy in India sotto forma di compresse. Nell’etichetta c’è scritto che
il prodotto può essere usato per attivare il pancreas. L’ingestione di piombo può alterare quasi tutti gli organi e
sistemi dell’organismo e può causare dolore addominale, anemia, alterazioni della pressione arteriosa, effetti
negativi sulla riproduzione, debolezza, problemi di concentrazione, calo ponderale, insonnia, vertigini, danno
renale e cerebrale.
109
Stabilità del prodotto
La stabilità, definita come il tempo durante il quale il prodotto conserva la sua integrità in termini di
quantità e di identità chimica, può essere influenzata da fattori ambientali come la temperatura, pH, luce, aria
che possono avere effetti marcati sui costituenti.
Cause di tossicità
presenza di sostanze tossiche
presenza di contaminanti
Es. purganti antrachinonici, sono da utilizzare il meno possibile, solo in caso di colonscopia
Dosaggi elevati:
Es. essenza di eucalipto per via orale nausea, vomito, gastrite, diarrea. Non bisogna mai darlo puro,
ma diluito
Es. metilxantine (caffè, tè, guaranà, cacao) insonnia, agitazione, tachicardia, ipertensione
110
Es. ginseng neurostimolante, adattogeno. Si è dimostrata una sindrome di abuso insonnia, agitazione,
tachicardia, ipertensione
L'eccessivo consumo di "bibite energetiche" o l'assunzione contemporanea con alcool può provocare
effetti gravi sulla salute. Ministero della Salute canadese (giugno 2005). Al Ministero della Salute canadese
sono pervenute 4 segnalazioni di reazioni avverse riguardanti le "bevande energetiche" simili al Red Bull
Energy Drink, che includevano:
- Alterazioni elettrolitiche
- Nausea e vomito
- Alterazioni cardiache
In questi casi l'uso di "bevande energetiche" era inappropriato, cioè sono state assunte insieme ad alcool
oppure in quantità superiori a quelle raccomandate.
L’etilista si trova in una situazione costante di induzione enzimatica. Il consumo cronico di alcool porta ad
un’accelerazione degli enzimi, questo comporta cirrosi epatica e un metabolismo accelerato dei farmaci. Al
contrario l’alcolismo in acuto in chi non è abituato, provoca un’inibizione enzimatica. Gli enzimi del
metabolismo vengono inibiti: tutto ciò che viene cosomministrato resta in circolo più a lungo e non viene
metabolizzato e viene potenziata nella sua attività e tossicità.
o ritenzione idrica
o aumento della pressione
o perdita di potassio
Effetti gravi nei pazienti che assumono digitale, negli ipertesi, nei cardiopatici, nei nefropatici. Non superare la
dose di 3 gr/die e un periodo > 6 settimane.
Controindicazioni
Come per i farmaci di sintesi esistono controindicazioni anche per i fitoterapici. Esempi:
I pazienti allergici all’acido acetilsalicilico non devono assumere estratti di salice, olmaria, pioppo.
Nei pazienti ipertesi non deve essere utilizzata la ginestra, l’efedra e utilizzate con cautela liquerizia, e
droghe a metilxantine come tè, caffè, guaranà, cola.
In pazienti affetti da gastrite sono controindicate tutte le piante che contengono sostanze amare le
quali stimolano le secrezioni gastriche
Nella sospetta occlusione intestinale non utilizzare purganti o lassativi di massa.
Controindicazioni specifiche possono essere rappresentate da malattie organiche (es. ulcera peptica,
ipertensione, insufficienza renale o epatica) che possono aumentare i rischi di effetti collaterali
111
Controindicazioni generiche in corso di gravidanza o allattamento
Circolare ministeriale del 22/1/2001 relativa a prodotti contenenti Kava (Piper methysticum)
“I problemi concernenti la sicurezza nell’utilizzo di kava kava, ingrediente di origine vegetale di integratori
alimentari o prodotti salutistici, sono sotto esame a livello europeo in seguito alla segnalazione (Svizzera e
Germania) di effetti collaterali sulla funzione epatica. Come misura cautelare il commercio di tutti i prodotti
contenenti kava è sospeso.”
In U.S.A. la FDA ha indicato 25 casi di effetti collaterali, la maggioranza dei quali comunque si sarebbe
verificata in pazienti epatopatici o in corso di trattamenti farmacologici.
Pianta orientale, la fumavano le tribù, rende felici e rilassati. Si pensava potesse essere usata al posto
dell’iperico il quale interagisce con molti farmaci.
Sostanze rischiose:
olii essenziali
Sostanze ad alta diffusibilità, di basso indice terapeutico, potenzialmente tossiche per l’embrione.
effetti di tipo ormonale: è il caso del ginseng, si sono verificati casi di androgenizzazione del feto
femminile quindi da non utilizzare in gravidanza. Il ginseng agisce a livello degli ormoni, si utilizzava
come afrodisiaco, aumento di testosterone e livello di ossido nitrico
112
effetti diretti sulla muscolatura uterina: alcaloidi dell’ergot e dei purganti, soprattutto aloe
Bioflavonoidi
Circolare ministeriale 4/7/2002:
Sull’ipotesi di una relazione tra bioflavonoidi e possibilità di aumento del rischio di gravi patologie pur rare nel
primo anno di vita, quale misura cautelare si richiede: che sull’etichette di integratori che contengono tali
sostanze sia contenuta la seguente avvertenza:
La problematica in questione è stata comunque sottoposta all’attenzione del Consiglio Superiore di Sanità e
della Commissione Europea.
Questi inibivano la topoisomerasi 2, conseguenza della traslocazione di un gene mml. Questi esperimenti
hanno dimostrato che i flavonoidi in vitro erano in grado di traslocare un gene e come conseguenza inibizione
della topoisomasi 2. Questa compare in caso di leucemia acuta nei bambini. Questi dati non sono mai stati
testati su animali quindi si è ritirato l’allarme.
www.Farmacovigilanza.org
E’ stato attivato uno studio pilota sulla sorveglianza delle reazioni avverse da prodotti a base di erbe
officinali. Lo studio è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Le segnalazioni verranno effettuate tramite
schede da chiunque osservi una reazione avversa da tali prodotti.
monografie di piante
113
Interazioni
interazioni tra droghe
interazioni droga-cibo
interazioni droga-farmaco
L’associazione di una droga antrachinonica con droghe spasmolitiche come menta, camomilla e finocchio ha
lo scopo di limitare i crampi addominali.
Gli estratti vegetali non sono costituiti esclusivamente dalla sostanza farmacologicamente attiva ma anche da
sostanze inerti che potrebbero essere la causa di inconvenienti di carattere tecnologico-formulativo
(mucillagini).
Interferenze o incompatibilità
Chimica c’è interferenza tra la struttura delle molecole es. alcaloidi e tannini (precipitazione di
tannati insolubili)
114
Fisica (legata alle caratteristiche di solubilità e miscibilità dei costituenti) intorbidamento,
precipitazione, cambiamenti di colore mucillagini
Farmacologica antagonismo tra Belladonna (agisce a livello dei recettori colinergici come il
pilocarpo) parasimpaticolitico (antagonista) blocca il recettore e Jaborandi iperico. Pilocarpina
parasimpaticomimetico. In passato il pilocarpo si utilizzava come scialagogo
In conclusione: non si possono miscelare casualmente le piante medicinali! L’esatta conoscenza della natura
chimica dei principi attivi da includere in una forma farmaceutica permette di evitare errori di formulazione che
potrebbero condurre all’instabilità di un preparato.
Interazioni droghe-cibo
Interazione reciproca a livello dell’assorbimento ad esempio lassativi usati a lungo possono
provocare un < assorbimento di nutrienti. Anche l’assunzione di sostanze tanniche vicino ai pasti può alterare
l’assorbimento dei nutrienti. Le droghe contenenti tannini complessano il Fe. A livello del metabolismo il succo
di pompelmo è un inibitore enzimatico.
Pompelmo
il succo aumenta la disponibilità di alcuni farmaci che interagiscono con il citocromo P450-3A4
il consumo di un quantitativo di succo di pompelmo pari a circa 250 g può inibire il CYP3A4 intestinale
per un periodo di tempo compreso tra 24 e 72 ore.
Visto che l’inibizione del citocromo P450 avviene a livello intestinale, le interazioni farmaci-succo di
pompelmo si manifestano unicamente con formulazioni orali
sulle confezioni degli integratori alimentari non sono riportate le informazioni utili per evitare possibili
interazioni
abitudine all’automedicazione
Automedicazione
E’ stato documentato che > 30% dei pazienti che assumono fitoterapici è contemporaneamente
sottoposto a terapie farmacologiche; il 70% di questi pazienti non ne informa il medico curante. La pratica
dell’automedicazione sembra subire un continuo aumento. Ci si aspetta quindi un aumento di possibili
interazioni fra prodotti vegetali e farmaci.
115
Interazioni droghe – farmaci
interazioni farmacocinetiche
interazioni farmacodinamiche
Cos’è la farmacocinetica
Azioni dell’organismo sul farmaco in grado di regolare:
1. Assorbimento
2. Distribuzione
3. Metabolismo
4. Eliminazione
Cos’è farmacodinamica
Azioni del farmaco sull’organismo. Un esempio di interazione farmacodinamica: ginko
biloba, è un vaso protettore. I ginkolidi agiscono sul PAF, fattore attivante la piastrine.
Da ciò derivi il loro effetto fluidificante ematico e antiasmatico perché il PAF provoca una
bronco costrizione.
116
Indicazioni terapeutiche
a livello miocardico rischio cardiovascolare
Segnalazioni:
“Se si utilizzano farmaci anticoagulanti o antiaggreganti consultare il medico prima di assumere preparati
contenenti Ginkgo Biloba. E’ sconsigliato l’uso durante la gravidanza e l’allattamento”.
Interazione iperico-farmaci
Si tratta di un antiansia, blando anti depressivo
Spesso ha avuto interazioni con farmaci salvavita come per aids, tumori.
117
Interazioni farmacodinamiche
L’iperico interagisce con gli inibitori del re-uptake della serotonina (es. antidepressivi come la
paroxetina, sertralina) inducendo una sindrome serotoninergica:
- debolezza
- confusione mentale
- nausea e vomito
Bassi livello di serotonina sono associati ad un calo dell’umore. Iperico aumenta i livelli di alcuni
neurotrasmettitori tra i quali la serotonina, resta più circolo. Inibisce il re-uptake, la ricaptazione a livello
sinaptico e aumentano i livelli ematici di serotonina.
Ci sono degli antidepressivi della classe SSRI ovvero: Inibitori Selettivi dell’Re-uptake della Serotonina.
Un esempio è la parossetina, principio attivo del Prozac. Se si somministra iperico e una sostanza di questo
tipo ci troviamo con troppa serotonina in circolo e si va in overdose di serotonina e questo da una serie di
effetti collaterali che danno la sindrome serotoninergica che si manifesta con debolezza, confusione
mentale, nausea, vomito. Il problema c’è solo con i SSRI, con gli altri antidepressivi no!
118