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ORMONI COINVOLTI NELLE RISPOSTE SENSORIALI DELLE PIANTE AGLI STIMOLI AMBIENTALI O NELLA
REGOLAZIONE INTERNA DELLO SVILUPPO
Domande per la verifica dell’apprendimento
Quali sono i principali obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 che riguardano il nostro corso di
biologia vegetale?
Quali sono i vantaggi nell’utilizzo dei metaboliti secondari delle piante nella produzione di farmaci?
Che cos'è il cormo di una pianta?
Cosa si intende per pianta superiore?
Quali sono le principali differenze tra regno animale e regno delle piante?
Parla di alcuni esempi di difesa delle piante
Parla dei principali effetti di acqua, luce e temperatura sulle piante
Spiega cosa sono le piante annuali, biennali e perenni
Elenca i principali ormoni vegetali
AMIDO CELLULOSA
I lipidi sono un grande gruppo di composti caratterizzati dalla insolubilità in acqua e dalla solubilità
in solventi organici. Si distinguono in lipidi semplici (trigliceridi, cere) e lipidi coniugati (fosfolipidi).
possono avere ruolo energetico, come i trigliceridi, o strutturale come i fosfolipidi, caratteristici
componenti delle membrane cellulari.
I trigliceridi si originano dall'unione di glicerolo (alcol trivalente, con 3 gruppi OH) e 1, 2, 3 acidi grassi
Glicerolo e acido grasso
I fosfolipidi dall’unione di 2 molecole di acido grasso, glicerolo, acido fosforico, 1 molecola polare
come la colina.
Testa polare
Code apolari
Tanti amminoacidi si legano l'uno all'altro tramite legame peptidico che lascia alle due estremità
della molecola un gruppo amminico e un gruppo carbossilico. Le proteine sono grandi molecole
polimeriche costituite da tante unita di amminoacidi. La sequenza lineare di amminoacidi dire
chiamata struttura primaria, l'organizzazione spaziale in struttura ad alfa-elica o a beta-foglietto
identifica la struttura secondaria, mentre ulteriori ripiegamenti della catena peptidica portano ad
una struttura terziaria, infine più catene polipeptidiche in struttura terziaria possono interagire tra
loro per dare origine ad una proteina in struttura quaternaria. Le proteine sono utilizzate dalla
pianta come molecola di riserva, strutturale, come enzimi.
Gli acidi nucleici sono macromolecole di fondamentale importanza biologica contenute in tutte le
cellule viventi e sono polimeri costituiti da monomeri detti nucleotidi: quest'ultimo è costituito da
uno zucchero al 5 automi di carbonio (ribosio o desossiribosio) che si lega ad un gruppo fosfato e ad
una base azotata. Sono i costituenti di DNA e RNA.
Il metabolismo primario della cellula vegetale è costituito da una fitta rete di reazioni biochimiche
che possono essere schematizzate come in figura
Il glicogeno è il polimero di riserva tipico della cellula animale, mentre l'amido è quello tipico della
cellula vegetale. Il glucosio, prodotto per fotosintesi, può subire una serie di reazioni di degradazione
con produzione di energia sotto forma di ATP per dare origine al processo metabolico denominato
respirazione cellulare: la glicolisi che avviene nel citoplasma, il ciclo dell'acido citrico o di Krebs che
avviene nello stroma dei mitocondri e la catena di trasporto di elettroni e la fosforilazione ossidativa
(catena respiratoria) che viene sulle creste mitocondriali.
La reazione complessiva che descrive la respirazione cellulare è la seguente
La cellula alterna processi di degradazione di molecole come glucosio, acidi grassi, o amminoacidi
per produrre energia (catabolismo) a processi di segregazione del materiale di riserva con
formazione di polimeri come i polisaccaridi, le proteine o molecole come i trigliceridi e fosfolipidi
(anabolismo), ma le vie metaboliche percorse sono differenti in catabolismo e anabolismo, cioè non
si ripetono le stesse reazioni al contrario. Le reazioni biochimiche sono mediate da enzimi specifici.
La reazione complessiva della respirazione cellulare letta al contrario costituisce la reazione
complessiva della fotosintesi clorofilliana (che avviene nel cloroplasto).
6𝐶𝑂2 + 6𝐻2 𝑂 → 𝐶6 𝐻12 𝑂6 + 6𝑂2
A partire da molecole intermedie del metabolismo primario si originano le molecole chiave che
danno origine al metabolismo secondario. I principali metaboliti secondari sono terpeni (derivano
dall’acido mevalonico), antrachinoni (dall’acido malonico), fenoli (dall’acido scichimico) e alcaloidi
(dagli aminoacidi).
Membrane e meccanismi di trasporto
Ogni organulo della cellula vegetale è circondato da una membrana fosfolipidica o con
caratteristiche simili. Le molecole possono essere trasportate attraverso le membrane tramite
meccanismi di trasporto passivo, che non richiedono energia perché avvengono secondo gradiente,
come la diffusione semplice, l’osmosi o la diffusione facilitata oppure di trasporto attivo, che
richiedono energia perché avvengono contro gradiente. In questi due filmati sono riassunti i concetti
principali.
https://www.youtube.com/watch?v=qhZI_jvE-Io
https://www.youtube.com/watch?v=ELSZbDGMoAM
Domande
Quali sono i meccanismi di trasporto attivo e di trasporto passivo delle membrane cellulari?
(sito: chimica-online)
La parete primaria differisce dalla parete secondaria per essere più lassa, avere minore densità di
microfibrille (20% di cellulosa e 80% di matrice): nella parete secondaria, infatti, la cellulosa
aumenta fino al 80% e il materiale fibrillare è molto più denso nella struttura tridimensionale
comportando un aumento di rigidità della parete stessa.
Le funzioni della parete cellulare sono: protezione per la cellula da attacchi di agenti patogeni e
atmosferici, sostegno e forma per la cellula, bilanciamento dell’espansione del vacuolo. Rispetto alla
membrana cellulare e un filtro passivo.
La parete subisce modificazioni per specializzare le cellule in una determinata funzione, attraverso
l’inserimento di molecole come la suberina o la lignina nella sua struttura tridimensionale
(impregnazione) oppure l’estromissione, ad esempio di cutina, all'esterno della cellula
(apposizione).
Le modificazioni di parete possono avvenire sulla parete primaria o sulla secondaria e sono:
cutinizzazione che di solito avviene per apposizione di cutina sulle pareti primarie esterne all’organo
delle cellule epidermiche e le rende impermeabili ad acqua e gas, ma permeabili alla luce, oltre che
proteggerle da attacco di parassiti, suberificazione che avviene ad opera della suberina su pareti
secondaria per impregnazione, ha funzioni simili alla cutina, interessa cellule di tessuti tegumentali
come quelle delle esoderma, dell’endoderma e del sughero, lignificazione per impregnazione con
lignina che oltre ad impermeabilizzare conferisce proprietà meccaniche di durezza come nel tessuto
meccanico sclerenchimatico e conduttore della linfa grezza, gelificazione ad opera di
eteropolisaccaridi (mucillagini) che rendono la parete primaria permeabile all'assorbimento di
acqua e sali minerali come nelle cellule dei peli radicali del rizoderma, mineralizzazione per opera
del biossido di silicio che conferisce rigidità ed un effetto abrasivo di difesa negli organi epigei delle
Graminacee oppure in sinergia col carbonato di calcio nei peli di ortica, e pigmentazione per
impregnazione con flobafeni e flavonoidi con lo scopo di proteggere tessuti interni della pianta come
il legno più vecchio (duramen).
Domande
I plastidi si originano in una cellula che si è appena generata per citodieresi, a partire da piccole vescicole
che vengono definite proplastidi. Se il germoglio, appena generatosi dalla germinazione del seme, viene
posto al buio si sviluppano gli ezioplasti, in cui il sistema di membrane interne viene progressivamente
degradato per recuperare risorse, che esposti alla luce si convertono facilmente in cloroplasti: se la
pianta, durante il suo ciclo vitale, viene messa in zone buie i plastidi maturi possono convertirsi in queste
strutture denominate ezioplasti.
I principali plastidi sono in ordine di complessità: cloroplasti che contengono clorofilla e conferiscono
colorazioni verde ai tessuti gli organi e svolgono attività fotosintetica, cromoplasti che contengono
carotenoidi giallo-aranciati che conferiscono colorazione ad organi come le bucce dei frutti, i petali dei
fiori, radici come la carota, leucoplasti che a seconda della sostanza di riserva che immagazzinano sono
definiti amiloplasti, proteinoplasti e elaioplasti.
I cloroplasti sono circondati da una doppia membrana a doppio strato fosfolipidico, di cui quella interna
si ripiega a formare delle strutture, sacculi appiattiti denominati tilacoidi che si impilano l'uno sull'altro
a formare i grana che a loro volta sono collegati tra loro da tilacoidi intergrana. Queste strutture sono
immerse in una matrice o stroma nel quale si trovano DNA simile a quello procariote, RNA, enzimi,
ribosomi: queste caratteristiche rendono l'organulo semi indipendente.
I cromoplasti si generano ex novo a partire da protoplastidi o derivano dai cloroplasti per degenerazione
della clorofilla e delle membrane interne di questi con accumulo di carotenoidi (maturazione di molti
frutti o la senescenza delle foglie). La trasformazione da cloroplasto a cromoplasto è un processo
irreversibile.
I leucoplasti sono i plastidi meno differenziati, con pochi tilacoidi e privi di qualunque tipo di pigmento,
derivano prevalentemente dal proplastidio. Accumulano sostanze di riserva: negli amiloplasti (i più
comuni) che accumulano amido secondario. L’amido è un polisaccaride caratterizzato da un gran
numero di unità di alfa-glucosio polimerizzate unite tra loro e costituito principalmente da 2 subpolimeri
di amilopectina e in minor quantità di amilosio. L’amilosio tende ad avvolgersi alfa-elica, in cui le unità
di glucosio sono legate tra loro con legami in corrispondenza dei carboni 1 e 4, l’amilopectina è ramificata
per presenza di legami in corrispondenza dei carboni 1 e 6. L’amido secondario si deposita sotto forma
di cristalli che stratificano a formare i granuli di amido con grado di stratificazione differente da specie a
specie e a partire da un punto di deposizione denominato ilo che può avere varie forme. I granuli
possono essere inoltre semplici o composti e date queste loro peculiarità costituiscono caratteri
distintivi farmacognostici per una droga.
Nel doppio strato fosfolipidico delle membrane dei tilacoidi si inseriscono i fotosistemi I e II,
caratterizzati da molecole con struttura simile ad un fosfolipide, dotate di testa polare e coda polare,
come la clorofilla a al centro, e clorofilla b, carotenoidi, xantofille che la circondano, definiti pigmenti
accessori. Questi fotosistemi sono in grado di recuperare la luce solare e trasformarla in energia chimica
sotto forma di ATP.
Il processo fotosintetico può essere sintetizzato dalla reazione
6𝐶𝑂2 + 6𝐻2𝑂 → 𝐶6𝐻12𝑂6 + 6𝑂2
- Fase luce indipendente o oscura nello stroma in cui si ha la trasformazione nel ciclo di Calvin di anidride
carbonica in glucosio, mediante formazione di gliceraldeide 3-fosfato, con consumo di ATP e NADPH
prodotti nella prima fase.
Rappresentazione della fase luce-dipendente [Fonte: ianua.com]
Rappresentazione riassuntiva del ciclo di Calvin [Fonte: Sylvia S. Mader. 2012. “Immagini e concetti
della biologia”, Zanichelli]
Il vacuolo si origina a partire da regioni specializzate del citoplasma, chiamate GERL, per l’associazione
tra apparato del Golgi, reticolo endoplasmatico e complesso dei lisosomi: si fondono tra loro generando
cavità di dimensioni maggiori dette provacuoli.
Il vacuolo è delimitato da una membrana detta tonoplasto e al suo interno si ha succo vacuolare a
pH=4.5-5.5
Le sue funzioni sono:
- ruolo osmotico
- supporto meccanico
- forza motrice per l’espansione cellulare e funzione stomatica
- ruolo di equilibrio e riserva di ioni
- ruolo di riserva di metaboliti primari e secondari
- ruolo di segregazione di metaboliti tossici
- ruolo di limitazione della massa citoplasmatica
- ruolo per un’efficace distribuzione dei cloroplasti
- funzioni litiche con attività lisosomiale (attività specifica vegetale)
Al suo interno troviamo cationi e anioni inorganici, organici, carboidrati, aminoacidi, flavonoidi alcaloidi,
glicosidi di metaboliti secondari, tannini, inclusi solidi (cristalli di ossalato di calcio che a seconda della
forma, sono detti sabbia microcristallina, rafidi, druse o rose del deserto, prismi o stiloidi; granuli di
aleurone caratterizzati da una matrice proteica in cui sono immerse un globoide proteico e un
cristalloide caratterizzato da fitina (contiene fosforo)). Gli inclusi solidi sono anch’essi caratteri distintivi
farmacognostici per una droga.
https://it.wikipedia.org/wiki/Rafidi#/media/File:Raphides_from_variegated_ivy.jpg
https://www.atlantebotanica.unito.it/page-
329b5a.html?xsl=tavole&xml=tessuti.parenchimatici&tavola=Endosperma
Domande
Descrivi le funzioni, la struttura, la formazione di plastidi e vacuolo.
Tessuti vegetali
Le piante superiori, cormofite ed in particolare spermatofite, hanno tessuti costituiti da cellule
differenziate e specializzate per svolgere una determinata funzione.
All’interno del regno delle piante si operano suddivisioni delle specie in varie categorie sistematiche. La
divisione delle Briofite, che comprende muschi ed epatiche, rappresenta un gruppo di piante che è a
metà tra le tallofite e le cormofite. Nella tradizione alghe e funghi vengono definiti piante tallofite, con
un corpo privo di tessuti veri e propri, in contrasto alle cormofite, in cui è possibile distinguere organi
organizzati internamente in tessuti. Ancora oggi i decreti legislativi riguardanti le piante medicinali ed
officinali comprendono anche le tallofite in questi raggruppamenti.
Le cormofite vengono suddivise in Pteridofite e Spermatofite. Le Pteridofite comprendono licopodi,
equiseti, felci ed hanno una organizzazione interna in tessuti veri e propri: sono ancora di piccole
dimensioni e non presentano fiori.
Le Spermatofite sono piante con seme e si suddividono in Gimnosperme, a seme nudo e Angiosperme,
a seme protetto, ossia con fiori con petali e sepali che proteggono gli organi riproduttori. Da un punto
di vista evoluzionistico le gimnosperme sono comparse sulla terra in corrispondenza ai dinosauri: la
spinta evolutiva ha portato in quel periodo a organismi di grandi dimensioni sia nel mondo animale che
vegetale. Sono oggi rappresentate da circa 700 specie molte delle quali alberi di grandi dimensioni. La
successiva spinta evolutiva è invece andata nella direzione di favorire le specie di dimensioni più piccole
ma con un metabolismo secondario interno molto articolato che potesse consentire alla pianta di
interagire e difendersi dall’ambiente circostante.
Le Angiosperme si suddividono in Monocotiledoni e Dicotiledoni: la principale differenza risiede nelle
foglioline embrionali, una per le monocotiledoni, due per le dicotiledoni. Sono presenti circa 250.000
specie di Angiosperme sul pianeta e in ragione del loro elaborato metabolismo secondario sono
altamente utilizzate come piante medicinali.
Le principali differenze tra monocotiledoni e dicotiledoni sono:
I tessuti propriamente detti hanno le seguenti caratteristiche: una lamella mediana che unisce le
cellule vicine, la parete cellulare stratificata e spesso modificata, porocanali che consentono il
passaggio di prolungamenti dei citoplasma (plasmodesmi) di cellule vicine, spazi intercellulari. Le tappe
evolutive hanno permesso di passare da individui unicellulari che si associavano casualmente
(cianobatteri), ad organizzazione in colonie (alghe verdi unicellulari che si aggregavano in colonie
mediante la produzione di una sostanza gelatinosa che le teneva insieme), a cenobio (alghe verdi che
sono collegate da alcuni ponti citoplasmatici), agli organismi pluricellulari (tallofite in cui cominciavano
a comparire pseudotessuti ed entità polienergidiche come gli apocizi e i sincizi), per arrivare alle
cormofite vere e proprie con tessuti veri.
Nelle piante superiori si distinguono meristematici o embrionali (primari e secondari) e tessuti adulti o
differenziati (parenchimatici, tegumentali, meccanici, conduttori, secretori).
I meristemi primari si trovano soprattutto agli apici del fusto e della radice, e sono responsabili
dell'allungamento della pianta; i meristemi secondari si formano in un secondo momento, nelle piante
che hanno uno sviluppo arbustivo o arboreo (corpo secondario), e hanno principalmente la funzione di
ingrossare fusto e radice. Sono costituiti da cellule di piccole dimensioni con parete primaria sottile,
provacuoli, proplastidi, grande nucleo e la loro principale attività è di svolgere intensa mitosi per tutto
l'arco della vita della pianta. Gli apici meristematici si suddividono in tre zone che sono preposte a
generare cellule che diventeranno tessuti adulti, nello specifico: meristema fondamentale che genera
tessuti parenchimatici e meccanici, procambio che genera tessuti conduttori, protoderma che genera
tessuti tegumentali. Tra i meristemi primari sono presenti anche i meristemi intercalari.
I più importanti meristemi secondari sono cambio subero-fellodermico che genera internamente
all'organo felloderma ed esternamente sughero, cambio cribro-vascolare che genera internamente
xilema ed esternamente floema. Sono meristemi secondari anche quelli cicatriziali che si formano in
zone in cui i tessuti sono stati danneggiati, a causa dell'attacco di patogeni o danni meccanici, oppure
avventizi per generare un nuovo organo, come ad esempio radici avventizie. Le loro cellule sono
solitamente a forma di parallelepipedo, molto più grandi di quelle del tessuto meristematico primario,
con parete primaria sottile e grandi vacuoli; si originano da tessuto parenchimatico che perde la sua
differenziazione funzionale e che riprende la capacità di effettuare mitosi.
https://www.atlantebotanica.unito.it/page-3cbd6.html?xml=tessuti.meristematici
I tessuti tegumentali per lo più sono costituiti da cellule prive di spazi intercellulari.
L’epidermide è il tipico rivestimento delle foglie e dei fusti verdi, con funzione protettiva e limitante la
traspirazione, costituita da cellule disposte in un unico strato con parete cutinizzata ed impermeabile,
grandi vacuoli, prive di cloroplasti; ha produzioni epidermiche che accompagnano il tessuto appena
descritto e sono costituite da stomi, peli protettori morti e ghiandolari vivi unicellulari o pluricellulari,
uni e pluriseriati, di varia forma.
https://www.atlantebotanica.unito.it/page-606208.html?xsl=tavole&xml=tessuti.secretori&tavola=Pelo
NOTA. Gli stomi sono costituiti da due cellule di guardia che si fronteggiano, con parete in comune ispessita
per gelificazione, dotate di grandi vacuoli e cloroplasti. Quando la pianta svolge intensa fotosintesi produce
un eccesso di protoni che diventerebbe dannoso per la cellula che li scambia con le cellule contigue,
introducendo ioni potassio che sono osmoticamente attivi e producono ingrossamento del vacuolo, che
genera turgore cellulare e apertura della rima stomatica tra le due cellule di guardia. Queste cellule possono
essere circondate da cellule compagne che si dispongono in modo caratteristico ad originare apparati
stomatici di tipo anisocitico (le tre cellule compagne hanno dimensioni differenti (una molto più piccola delle
altre)), anomocitico (le cellule di guardia sono circondate da cellule che non si distinguono dalle altre cellule
epidermiche), diacitico (con due cellule compagne con asse perpendicolare all'asse dello stoma), paracitico
(possiede due cellule compagne con asse parallelo e congruente all'asse dello stoma).L'indice stomatico è un
altro parametro che può essere calcolato sulla superficie epidermica in 1 mm 2 ed è caratteristico per una
determinata specie: IS = 100 x S / ( E + S )
Il rizoderma, tipico della parte inferiore della radice, deputato all' assorbimento di acqua e sali minerali,
caratterizzato da cellule denominate peli radicali che si estroflettono verso l'esterno dell'organo, con
parete gelificata permeabile, grandi vacuoli che spingono il nucleo verso l'apice del pelo.
L’esoderma è spesso pluristratificato con cellule caratterizzate da una parete almeno parzialmente
suberificata e con funzione di protezione: subentra al rizoderma nella parte più alta della radice nelle
piante, che restano in struttura primaria, o che è transitorio al tessuto tegumentale secondario, il
sughero. L’ endoderma è un tessuto interno della radice con cellule parzialmente suberificate a nastro,
nella banda del Caspary, che ha la funzione di filtrare le sostanze che entrano nel cilindro centrale della
radice, mentre nella parte più alta dell'organo subisce una suberificazione delle pareti ad U nelle
monocotiledoni, ad O nelle dicotiledoni che gli conferiscono funzione di sostegno. Il sughero è un tessuto
di origine secondaria generato dal cambio subero-fellodermico, presente in fusto e radici in struttura
secondaria, con funzioni di protezione e isolante termico, costituito da cellule morte a piena funzionalità,
con pareti completamente impregnate di suberina e lume riempito d’aria, che negli anni contribuisce
alla formazione di strati di periderma (sughero, fellogeno, felloderma).
https://www.atlantebotanica.unito.it/page-55f71.html?xml=tessuti.tegumentali
I tessuti parenchimatici, che si origina non da meristema fondamentale, sono costituiti da cellule per lo
più a forma poligonale, con parete cellulare primaria, sottile e cellulosica, grandi vacuoli e spazi
intercellulari, assenti in alcuni casi specifici. A maturità sono costituiti da cellule vive, mantengono la
capacità di perdere la loro differenziazione e specializzazione per ritornare a funzionalità meristematica
o totipotenza. Ne esistono di diverse tipologie: parenchima clorofilliano, specializzato nella fotosintesi,
ricco di cloroplasti e presente nelle parti verdi della pianta; parenchima di riserva, deputato all'accumulo
di amido secondario in amiloplasti, o di proteine in proteinoplasti o granuli di aleurone, lipidico in
elaioplasti, e presente in semi, tuberi, rizomi ecc.; parenchima aerifero, caratterizzato da grandi spazi
intercellulari che favoriscono il trasporto di gas in organi immersi nelle piante acquatiche; parenchima
acquifero caratterizzato da grandi vacuoli che trattengono acqua, soprattutto grazie alla presenza di
mucillagini, e presente in piante che vivono in ambienti aridi; parenchima conduttore che ha la funzione
di condurre la linfa elaborata e grezza dalla parte interna degli organi verso l'esterno e viceversa, in senso
orizzontale, spesso presente nel fusto nei raggi midollari.
https://www.atlantebotanica.unito.it/page-4900e.html?xml=tessuti.parenchimatici
I tessuti meccanici, che si originano dal meristema fondamentale e anche da meristemi secondari, hanno
la funzione di sostegno e si distinguono in tessuto collenchimatico, costituito da cellule vive e tessuto
sclerenchimatico, costituito da cellule morte a maturità. Il collenchima che conferisce la proprietà di
adattarsi a sforzi di flessione e stiramento, si distingue in lamellare, angolare, lacunoso a seconda di
come avviene la modificazione di parete per gelificazione rispettivamente su strati paralleli all'organo,
nei punti di contatto delle cellule, o intervallando ispessimenti in corrispondenza degli spazi intercellulari
a presenza di spazi mantenuti inalterati. Il tessuto collenchimatico spesso si forma a partire da tessuti
parenchimatici. Il tessuto sclerenchimatico è costituito da cellule con parete primaria secondaria
fortemente lignificati per dare sostegno agli organi della pianta, definite sclereidi, cellule con forme quasi
sferiche come le cellule petrose o caratterizzate da ramificazioni come le astrosclereidi, e fibre, cellule
allungate e affusolate che trovano impiego sin dall'antichità nel settore tessile. I tessuti meccanici del
corpo secondario delle piante si possono originare anche da meristemi secondari.
https://www.atlantebotanica.unito.it/page-6ebf3.html?xml=tessuti.meccanici
I tessuti secretori sintetizzano prodotti metabolici secondari di differente tipo accumulandoli nel
vacuolo o rilasciandoli all’esterno e si suddividono in tessuti a secrezione esterna (cellule epidermiche
ad essenza, a resine e oleoresine, peli ghiandolari, nettàri floreali ed extrafloreali) e tessuti a secrezione
interna (cellule ad essenza, tasche lisigene, schizogene, schizolisigene, canali laticiferi e resiniferi, tessuti
a gomme e mucillagini). Per le strutture a secrezione esterna è ben chiara la finalità di interazione
chimica con l’ambiente, più difficili da comprendere i ruoli delle strutture interne.
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