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DEFINIZIONE DI MEDICINALE
Nel momento in cui al farmaco viene data una forma farmaceutica (compressa, capsula, sciroppo, supposta, gocce) per poterlo
somministrare (per rendere il farmaco somministrabile) ad un soggetto (uomo o animale) a fini terapeutici, preventivi,
diagnostici, viene chiamato medicinale.
I DISPOSITIVI MEDICI
I dispositivi medici, unica altra categoria di prodotti che posseggono proprietà terapeutiche, caratterizzate da un meccanismo
d'azione tipicamente fisico-meccanico, cioè diverso da quello farmacologico, immunologico e metabolico. Vanno a modulare la
funzione in maniera fisico-meccanico senza inserire il farmaco, anche se possono portare in sé una quantità di farmaco. Degli
esempi sono il pacemaker, l'impianto contraccettivo sottocutaneo (fiammifero), il dispositivo intrauterino per la
contraccezione (detto IUD o volgarmente spirale anticoncezionale), il cerotto transdermico.
2. Farmacocinetica
FARMACOCINETICA (ADME)
● Parte della farmacologia che studia il decorso nel tempo e l'intensità dell'effetto correlati all'assorbimento,
distribuzione, metabolismo ed escrezione.
● Studia le modalità con cui un farmaco entra nell'organismo, si distribuisce nei vari tessuti e viene eliminato, ovvero
dei processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione (ADME), cioè (il percorso del farmaco
all'interno dell'organismo per raggiungere il sito bersaglio dove poi andrà a fare l'azione).
L'eliminazione del farmaco avviene con il metabolismo (trasformazione dei farmaci in metaboliti inattivi) e l'escrezione
(allontanamento del farmaco dall'organismo), con cui si interrompe l'attività biologica del farmaco.
La farmacocinetica è importante per valutare se l'agente farmacologico è in grado di avere la sua azione terapeutica tenendo
conto anche dell'influenza dei numerosi fattori, in quanto da questi possono dipendere un aumento o una riduzione delle
concentrazioni plasmatiche tissutali del farmaco, le quali a loro volta possono essere responsabili di effetti tossici o di
insufficiente risposta al trattamento, dato che il farmaco è in grado di produrre i suoi effetti solo se è presente nel sito d'azione a
concentrazioni appropriate. Questi fattori possono essere fisiologico (età, stato nutrizionale, gravidanza), genetico (sistemi
enzimatici di metabolismo, recettori), patologico (insufficienza della funzione di eliminazione renale ed epatica),
farmacologico (interazioni dipendenti dalla contemporanea somministrazione di altri farmaci).
LE VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI scelte in base alla situazione con una formulazione farmaceutica idonea alla
via di somministrazione al fine di favorire la biodisponibilità del farmaco. La scelta della via di somministrazione viene decisa
sulla base delle conoscenze dei vantaggi e svantaggi che porta. Possono essere classificate in naturali (enterali, topica,
inalatoria) e artificiale (parenterali).
1. Via enterale (orale, sublinguale 100%, rettale quasi 100%) → passaggio del tratto enterico (intestino): le sostanze
attive contenute nella preparazione devono entrare nel tubo digerente, venire assorbite, passare nel sangue e
arrivare in concentrazione adeguate all'organo bersaglio (eccezione sublinguale che va direttamente nella
circolazione sanguigna). La biodisponibilità varia per effetto di primo passaggio epatico.
2. Via parenterale (intramuscolare, endovenosa, sottocutanea, quindi iniezioni) → direttamente nella circolazione
sanguigna bypassando stomaco e intestino. Molte preparazioni parenterali non endovenose possono avere
formulazioni a rilascio controllato (iniezioni di insulina zinco in sospensione cristallina, detta anche insulina
ultra-lenta)
3. Via topica (colliri, pomate, gocce nasali o auricolari, aerosol) → effetto localizzato su pelle (superficie corporea) e
mucose (negli occhi)
4. Via transcutanea (cerotti transdermici) → rilascio di farmaco in quantità costante su una particolare superficie
determinata dalla dimensione del cerotto e su una particolare zona del corpo
5. Via inalatoria → azione rapida
Assorbimento
● È il passaggio del farmaco attraverso le barriere biologiche delle membrane cellulari dall'esterno dell'organismo al
circolo sistemico. È determinato dalle proprietà fisico-chimiche del farmaco, dalla formula del farmaco e dalla via di
somministrazione.
● La velocità di assorbimento varia a seconda della via di somministrazione utilizzata. La concentrazione
plasmatica di un farmaco nell'unità di tempo dipende dalla differenza tra la quantità assorbita e la quantità
eliminata. Il picco di concentrazione plasmatica di un farmaco dipende dalla velocità di assorbimento: più lento è
l'assorbimento più basso il picco plasmatico
Distribuzione
● È la ripartizione del farmaco veicolato dal sangue nell'organismo, il quale si localizza nei fluidi interstiziali
extravascolari ed extracellulari (soprattutto nell'intestino al livello dei villi intestinali) attraverso le membrane per
diffusione passiva.
● I farmaci in circolo sono liberi o legati a proteine. Solo la quota libera del farmaco non legata alle proteine
plasmatiche (i farmaci trasportati nel plasma da proteine) si distribuisce ai tessuti (farmaco libero = farmaco attivo,
mentre farmaco legato = farmaco non attivo), il farmaco legato alle proteine plasmatiche rimane in circolo. Degli
esempi di proteine trasportatrici sono: l'albumina, capace di legare molti farmaci acidi, a-1 glicoproteina, è acida e
lega i farmaci basici.
Quando la quota libera di farmaco viene eliminata dopo che è stata assorbita dai tessuti, una parte di farmaco legato
a proteine si libera per ripristinare e mantenere l'equilibrio tra quota libera e quota legata (equilibrio tra le
concentrazioni del farmaco nel sangue e le concentrazioni del farmaco nei tessuti). Pertanto, il legame proteine -
farmaco è un legame temporaneo e reversibile e il farmaco legato costituisce una riserva
Un elevato legame con le proteine rallenta il metabolismo e l'eliminazione del farmaco.
L'assunzione di più farmaci contemporaneamente crea la competizione tra farmaci per il legame alle proteine e
può causare interazioni farmacologiche clinicamente importanti (es. warfarin che è un anticoagulante e FANS
che è un antinfiammatorio) in quanto un farmaco diventa più libero di quanto ci si aspetta causando un'azione
farmacologica più rapida rispetto a quella attesa e possibili effetti collaterali.
Metabolismo
● È il processo biochimico, la cui sede principale è il fegato, che per mezzo di enzimi destruttura la molecola chimica
del farmaco con l’obiettivo di rendere ciò che rimane del farmaco il più facilmente eliminabile possibile, e per fare ciò
crea metaboliti inattivi o parzialmente attivi per rendere la sostanza la più innocua possibile o il più utile possibile e
utilizzabile dall’organismo oppure per allontanarla dall’organismo per mettere al sicuro l'organismo stesso che è
l'obiettivo principale del nostro sistema.
● Il metabolismo avviene anche nell'intestino a opera del microbiota intestinsle.
● Le caratteristiche lipofile, che promuovono il passaggio dei farmaci attraverso le membrane biologiche e il
conseguente accesso ai siti d'azione, ostacolano la loro eliminazione dall’organismo; il metabolismo fa sì che i
farmaci divengano polari e solubili in acqua (anche se insolubili) e, in questo modo, che possano essere eliminati
nelle urine.
● Sebbene il metabolismo di norma inattivi i farmaci, alcuni metaboliti dei farmaci talvolta sono farmacologicamente più
attivi rispetto alla sostanza madre e vengono chiamati profarmaci (la codeina, una analgesico oppiaceo contenuto
nell'oppio, viene trasformato in morfina) oppure possono diventare tossici (es. paracetamolo, gli epatociti lo
detossicano con il glutatione, contenuto nel nucleo, un antiossidante non enzimatico che protegge il DNA
dall'attacco dei radicali liberi). Nel caso di ingestione di grosse quantità di paracetamolo, le vie metaboliche si
saturano in quanto gli enzimi non bastano, ci sono troppe molecole da biotrasformare, permane soprattutto la via del
citocromo P450, per cui aumenta la quantità di farmaco attivo, si esaurisce la scorta di glutatione e il metabolita
altamente tossico non viene neutralizzato del tutto e danneggia il fegato anche in modo irreparabile fino a decesso
dell'assistito per epatite acuta (modalità di suicidio). L'antidoto per l'intossicazione da paracetamolo è
N-acetilcisteina (fluimucil, mucolitico, ha effetto nel contrastare radicali liberi o nel indurre la sintesi del glutatione),
che si lega e neutralizza il metabolita altamente tossico.
● I farmaci possono essere metabolizzati tramite due trasformazioni metaboliche:
○ reazioni di fase 1: il farmaco viene metabolizzato introducendo, togliendo, trasformando un gruppo
funzionale con le reazioni di ossidazione, riduzione e idrolisi (sistema enzimatico del citocromo P450). Il
metabolismo nel fegato è caratterizzato dalla presenza degli enzimi appartenenti alla famiglia del
citocromo P450 (enzimi metabolizzanti) che si occupano di semplificare il farmaco, renderlo più semplice
o più polare (per renderlo eliminabile con l'acqua per via renale),il cui meccanismo prevede l'aggiunta di un
atomo di ossigeno al farmaco per formare un gruppo ossidrile e la conversione di un altro atomo di
ossigeno in acqua. Il sistema enzimatico del citocromo P450 catalizza la maggior parte delle reazioni di
ossidazione, è presente nel reticolo endoplasmatico del fegato (anche rene, polmone, intestino)
○ reazione di fase 2: il metabolismo del farmaco (molecola liposolubile e attiva) viene completato con
reazioni di coniugazione, con la formazione di un metabolita polare, quindi più idrosolubile e ionizzabile, a
pH fisiologico, inattiva (glutatione).
● Il metabolismo può essere indotto o inibito da diversi fattori e sostanze (succo di pompelmo è un induttore naturale)
● L'effetto di primo passaggio. Soprattutto per somministrazione orale, il farmaco viene assorbito nello stomaco
(farmaci acidi) e nell'intestino (farmaci basici) e confluisce attraverso la vena porta al fegato dove il farmaco viene
metabolizzato. L'effetto di primo passaggio o metabolismo presistemico costituisce il processo di biotrasformazione
della molecola del farmaco prima che raggiunga la grande circolazione. L'effetto di primo passaggio avviene anche
prima, all'interno del microbiota intestinale, in quanto contiene alcune isoforme del citocromo P450 presenti nel
fegato.
La biodisponibilità rappresenta la percentuale della dose di farmaco somministrata che arriva alla grande
circolazione sistemica dopo aver passato il filtro epatico (passaggio per il fegato), per questo è chiamato effetto di
primo passaggio epatico
Escrezione
● Una volta metabolizzato il farmaco viene eliminato dall'organismo prevalentemente attraverso il rene e il fegato (bile,
urine e feci), i polmoni (respiro), poi a seguire la sudorazione, la salivazione e lacrimazione. Anche il latte
materno può essere una via di escrezione del farmaco
● Gli scambi nefrone - sangue sono essenziali nel processo di escrezione renale del farmaco, il qualei dipende da
● filtrazione: in condizioni fisiologiche, è il processo di filtrazione della quota libera di farmaci idrofili e di
piccoli dimensioni (fino a 60.000 Dalton). Il filtrato passa dai capillari al tubo prossimale del rene. Non
vengono filtrati i farmaci legati alla proteine plasmatiche. In caso di infezioni renali viene eliminata anche
l'albumina (proteina plasmatica di 68 mila dalton).
● secrezione attiva tubulare: processo che consente di portare il farmaco dal sangue verso il nefrone
mediante l'utilizzo di trasportatori proteine carrier (processo attivo perchè il frasporto è contro gradiente).
● riassorbimento passivo: una quota del farmaco (altamente concentrato) situato nel nefrone tende a
distribuirsi per diffusione passiva, cioè ritorna dal tubulo renale nella circolazione sistemica e viene quindi
riassorbito in modo passivo. I fattori che condizionano il riassorbimento passivo e in particolare il grado di
ionizzazione del farmaco (acido o base debole) sono il pH dell'ambiente (urina) e il pKa del farmaco, quindi
i farmaci non carichi (non ionizzati e non idrosolubili) vengono riassorbiti e non eliminati, invece quelli
carichi si. L'acidificazione o l'alcalinizzazione delle urine è utilizzata per aumentare l'escrezione di un
farmaco nelle intossicazioni ad esempio dei barbiturici.
L'acido acetilsalicilico (aspirina) a pH acido non è ionizzato (quindi viene riassorbita), per eliminarlo si
facilita l'escrezione riducendo il riassorbimento e quindi si alcalinizza il ph delle urine. Nelle intossicazioni,
per accelerare l'escrezione di sostanze acide ai liquidi da infondere si addiziona il bicarbonato di sodio
(diuresi forzata alcalina) mantenendo il pH urinario intorno a 8; per accelerare l'escrezione di sostanze
basiche ai liquidi da infondere può essere addizionato l'acido ascorbico (diuresi forzata acida)
mantenendo il pH urinario intorno a 5.
I diuretici favoriscono la diuresi osmotica (eliminano liquidi), vengono utilizzati in alcune patologie come
l'ipertensione, eliminano sia acqua che sali
● I farmaci che arrivano al fegato liposolubili possono anche venire convogliati dal plasma nella bile ed eliminati con
l'escrezione biliare, la quale poi viene convogliata nell'intestino, dove ci possono essere diversi tipi di reazioni che
neutralizzano in parte le reazioni avvenute a livello epatico e il farmaco diventa di nuovo liposolubile. Questo
processo viene detto circolo enteroepatico. In seguito la popolazione batterica a livello gastroenterico (microbiota)
metabolizza i diversi farmaci in composti idrosolubili (biotrasformazione extraepatica o reazioni di fase 3 → a livello
intestinale). Fegato - (effetto primo passaggio epatico) - intestino - (idrolisi e liberazione del principio attivo) -
riassorbimento dall'intestino - fegato - circolazione - distribuzione ai tessuti.
Si ha un ricircolo del farmaco, che può prolungare l'azione del farmaco in quanto la molecola non viene eliminata e
l'emivita viene prolungata (fino al 20%), ad es. morfina.
3. Farmacodinamica
FARMACODINAMICA
La farmacodinamica studia il meccanismo d’azione dei farmaci, occupandosi in particolare dell’interazione tra farmaci e
recettori e della relazione tra dose ed effetto.
TIPI DI RECETTORI
● Recettori a canali ionici regolati da ligandi (ionotropi): sono coinvolti principalmente nella trasmissione sinaptica
veloce. Esempio sono i recettori per l’acetilcolina di tipo nicotinico (nACh) e i recettori per il Gaba (Gaba A). Il
GABA è un neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale, la sigla sta per "acido gamma amino butirrico",
ligando endogeno del snc, è relativo all'azione delle benzodiazepine
● Recettori accoppiati a proteine G (metabotropici). Gli effettori controllati dalle proteine G sono: Adenilato Ciclasi,
Fosfolipasi C, Canali ionici
● Recettori che controllano direttamente l'enzima effettore: il tempo che intercorre fra il legame farmaco recettore e
l'effetto cellulare è più lungo e si può misurare in minuti è il caso per esempio dei recettori di insulina ecco perché la
reazione fisiologica fra insulina e i suoi recettori necessita di qualche minuto per fare l'effetto
● Recettori intracellulari cioè che stanno all'interno della cellula cioè all'interno del nucleo della cellula. Il farmaco ha
un percorso più lungo da percorrere e solo dopo che il farmaco è entrato nel nucleo della cellula ci sarà la formazione
del legame farmaco recettore e come conseguenza dell'interazione farmaco recettore ci sarà la promozione di sintesi
di proteine che porta a ottenere gli effetti cellulari che vogliamo avere. È un processo temporalmente più lungo e il
tempo che deve passare dalla formazione del complesso farmaco recettore e l'effetto cellulare che ci attendiamo di
ottenere si misura in ore. I recettori intracellulari in genere sono recettori che legano ormoni di natura steroidea per
esempio che legano gli estrogeni o gli androgeni o i glucocorticoidi come il cortisone (genera proteine
antinfiammatorie gli dà anche l'azione immunosoppressiva)
TOLLERANZA e DIPENDENZA
● Tolleranza: meccanismo che si instaura quando l’organismo di un individuo continua a venire a contatto con un tipo di
sostanza psicoattiva, i tessuti e i recettori che stanno all’interno del SNC e sui quali quella sostanza agisce, smettono
di rispondere, pertanto, per ottenere lo stesso effetto si deve aumentare la dose (passando anche al fenomeno della
dipendenza).
● Dipendenza: si instaura quando il soggetto trae una sensazione gradevole tramite l’utilizzo del farmaco, lo ricerca e
diventa dipendente (es. morfina). È un disturbo mentale caratterizzato da: perdita di controllo sul consumo di una
particolare sostanza psicoattiva, persistenza di tale consumo nonostante la consapevolezza delle conseguenze che
questo comporta.
FANS classici
● IBUPROFENE → moment: efficace azione antalgica ed antiinfiammatoria, gastrolesività minore rispetto ad altri
FANS. Utilizzato in pediatria e venduto come farmaco da banco
● Naprossena: buona azione antalgica e antinfiammatoria, molto efficace nel prevenire attacchi di emicrania. Bassa
incidenza di effetti collaterali e, anche per terapie prolungate, è meglio tollerato di altri FANS
● Ketoprofene: attività simile a quella dell'ibuprofene, ma maggiori effetti gastrolesivi L'isomero destrogiro,
desketoprofene, è indicato nel trattamento di dolori dentali, mestruali e muscolo-scheletrici
EFFETTI INDESIDERATI GRAVI dei COXIB: aumento del rischio di eventi trombotici cardio- vascolari (infarto, ictus ischemico)
per attivazione piastrinica; è un effetto "di classe" proprio dei COX- 2 inibitori selettivi. Ne limita l'uso in una serie di pazienti.
I glucocorticoidi sono:
● I PIU' POTENTI ANTINFIAMMATORI E IMMUNOSOPPRESSORI
● CONTROLLANO OGNI ASPETTO DELLE RISPOSTE IMMUNO-MEDIATE
● CONTROLLANO OGNI ASPETTO DELLA RISPOSTA INFIAMMATORIA
● Hanno sia un'azione acuta, che una cronica
L'azione cronica consiste nel blocco di: attivazione, migrazione e proliferazione di tutte le cellule coinvolte nella risposta
infiammatoria.
● Inibiscono il rilascio di istamina, riducono il numero di mastociti
● Riducono la chemiotassi, la fagocitosi, la presentazione dell'antigene alle cellule immunocompetenti
● Causano linfocitopenia
● Inibiscono la risposta proliferativa dei linfociti T a stimoli antigenici
● Hanno effetti inibitori anche sul linfociti B → terapia antirigetto
Glucocorticoidi di sintesi
● PREDNISONE: quello maggiormente utilizzato nella terapia orale di processi infiammatori cronici, allergie, patologie
su base autoimmune, prevenzione del rigetto di trapianti d'organo.
● METIL-PREDNISOLONE somministrato per via orale, parenterale e topica. Preparazioni depot (deposito) per via
intramuscolare dotati di effetti prolungati nel tempo.
● TRIAMCINOLONE derivato del prednisolone. Utilizzato nella terapia delle malattie allergiche e infiammatorie
osteoarticolari. Ha minori effetti mineraloattivi rispetto al prednisolone. Si somministra per via orale, intramuscolare,
intra-articolare e topica
● BETAMETASONE, derivato metilato del triamcinolone. Utilizzato nei processi infiammatori e allergici e in numerose
malattie steroido-sensibill.
Si somministra per os, per via parenterale, per uso topico e trova vasto impiego per Il trattamento dell'asma
bronchiale per via inalatoria.
● DESAMETASONE isomero del betametasone. Si somministra per os e per via parenterale. Trova specifico impiego
in alcune forme di edema cerebrale.
ATTENZIONE!
Per la loro potenza di azione e per i loro importanti effetti collaterali, i glucocorticoidi vanno utilizzati:
● solo in situazioni di reale necessità
● per il minor tempo possibile
● al dosaggio minore possibile, in relazione alla patologia da trattare.
5. Terapia dell'asma
CONTROLLO DELL'ASMA
Dato che l'asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie dovuta allo spasmo della muscolatura liscia come
risposta a diversi fattori, l'obiettivo della terapia è prevenire la sintomatologia mediante farmaci che:
● eliminano/prevengono il broncospasmo → Dilatare i bronchi → FARMACI BRONCODILATATORI: Farmaci da
usare al bisogno o continuativamente, a seconda del grado di severità della malattia
● riducono/spengono la componente infiammatona/allergica → Spegnere l'infiammazione → FARMACI
GLUCOCORTICOIDI: Terapia di base dell'asma di grado moderato e grave, devono essere usati insieme ai
broncodilatatori
Beta 2 agonisti a BREVE DURATA D'AZIONE (SABA: Short Acting Beta Agonists)
● SALBUTAMOLO, FENOTEROLO: somministrati per via inalatoria
● SALBUTAMOLO, CLENBUTEROLO: somministrati per via orale
Si considerano farmaci sintomatici, perché vengono somministrati al bisogno, nel pre-trattamento dell'asma da sforzo o prima
dell'esposizione ad un fattore scatenante
● Inizio d'azione: in 3-5 minuti (molto rapida)
● picco dell'azione (massima azione farmacologica): in 30-60 min
● durata d'azione: 4-6 ore
Effetti collaterali Beta 2 agonisti:
● poco frequenti con la via inalatoria, purché vengano rispettate le dosi terapeutiche (quando ad es non è capace e
assume più somministrazioni)
● potenzialmente più frequenti con la via orale (assorbimento sistemico) dovuti alla stimolazione dei recettori beta2
presenti in sede extra-bronchiale
● Tremore fine della muscolatura degli arti, tachicardia/extrasistoli
Beta, agonisti a LUNGA DURATA D'AZIONE (LABA: Long Acting Beta Agonists)
● SALMETEROLO, FORMOTEROLO, INDACATEROLO, OLODATEROLO: somministrati per via inalatoria
● SALBUTAMOLO a lento rilascio, TERBUTALINA a lento rilascio: somministrati per via orale
○ Si considerano farmaci DI FONDO, USATI NELL'ASMA CRONICA
○ Inizio d'azione: in 5-15 minuti, a seconda del farmaco
○ durata d'azione: superiore a 12 ore (più lunga quindi meno somministrazioni nella giornata)
○ effetti collaterali simpaticomimetici lievi uguali a quelli di SABA
○ si associano sempre alla terapia anti-infiammatoria con corticosteroidi inalatori → controllo della malattia
Beta2, agonisti INALATORI a DURATA D'AZIONE ULTRA-LUNGA (U-LABA: Ultra-Long Acting Beta Agonisti)
● INDACATEROLO, OLODATEROLO, VILANTEROLO: somministrati per via inalatoria
● durata d'azione: fino a 24 (‐ 48) ore
TEOFILLINICI
● TEOFILLINA e i suoi congeneri Aminofillina, Diprofillina, Bamifillina, Doxofillina:
Meccanismi di broncodilatazione:
● inibizione delle fosfodiesterasi delle fibre muscolari lisce → rilasciamento della muscolatura liscia
● antagonismo sui recettori A28 dell'adenosina
● Inibizione dell'ingresso del Calcio e del suo rilascio intracellulare nelle cellule della muscolatura liscia
● somministrabili per via orale e parenterale (e.v; i. m.)
● effetti indesiderati: cefalea, nausea, vomito, pirosi gastrica, agitazione, tachicardia, interazione con
fumo di sigaretta e alcuni farmaci
● basso indice terapeutico, pertanto non di prima scelta
● basso costo, ottima efficacia
ANTI-LEUCOTRIENI
I leucotrieni sono agenti broncocostrittori con azioni pro-infiammatorie → nasce per riprodurre gli effetti dei glucocorticoidi
senza gli effetti collaterali dei glucocorticoidi per essere usati anche nei bambini, ma in realtà gli effetti sono variabili nei pazienti
● Montelukast (farmaco) è un antagonista selettivo del recettore dei leucotrieni di tipo 1, che:
○ rilascia la muscolatura liscia tracheo-bronchiale
○ ha effetto antinfiammatorio e immunomodulatore
○ riduce i livelli sierici di IgE
○ opzione terapeutica nella prevenzione dell'asma da sforzo
○ terapia aggiuntiva in pz. con asma non controllata con i glucocorticoidi
○ cefalea, dispepsia, dolore addominale, febbre, influenza
○ ampia variabilità di risposta interindividuale
○ possono essere utili nell'asma indotta da FANS (acido acetilsalicilico)
ANTICOLINERGICI (ANTIMUSCARINICI)
Antagonisti non selettivi dei recettori colinergici muscarinici, promuovono la broncodilatazione.
Indicati particolarmente nella BPCO (molto efficaci nella broncodilatazione), e solo come eventuale terapia aggiuntiva
nell'asma cronico (quasi inefficaci nell'asma).
● IPRATROPIO: antimuscarinico a breve durata d'azione (SAMA Short Acting Muscarinic Antagonist)
● ACLIDINIO BROMURO, GLICOPIRRONIO BROMURO: antimuscarinici a lunga durata d'azione (LAMA Long Acting
Muscarinic Antagonist)
● TIOTROPIO, UMECLIDINIO: antimuscarinici a ULTRA-lunga durata d'azione (ULAMA Ultra-Long Acting Muscarinic
Antagonist)
GLUCOCORTICOIDI
Farmaci di elezione nella terapia dell'asma cronico. Hanno effetti antinfiammatori immunosoppressori e importantissimi per
tenere sotto controllo i fattori patologici alla base della malattia.
● Beclometasone (1972), Budesonide, Flunisolide
● Ciclesonide: lunga emivita, caratteristiche farmacocinetiche particolari che lo rendono particolarmente maneggevole
per il pz.
● somministrati per via inalatoria, solo in caso di asma cronica grave o di asma in fase di riacutizzazione, che non
risponde al broncodilatatori possono essere somministrati per via sistemica. Farmaci somministrati per via inalatoria:
aerosol pre-dosati in bombolette pressurizzate, erogatori a polvere secca, aerosol nebulizzati
● effetti collaterali: pochi, candidosi orale → importante utilizzare il distanziatore!!!
I PAZIENTI devono venire ADDESTRATI all'uso corretto degli erogatori utilizzati e la tecnica di utilizzo va controllata
regolarmente.
E' dimostrato che spesso la mancata risposta terapeutica dipende non dall'inefficacia del farmaco, ma dall'incapacità
del paziente di eseguire correttamente l'inalazione.
Utilizzo dello spaziatore
● MIGLIORA L'EROGAZIONE
● RIDUCE IL DEPOSITO DI FARMACO A LIVELLO DI BOCCA E ORO-FARINGE, DIMINUENDO LA
TOSSE E LA POSSIBILITA' DI CANDIDOSI ORALE
● L'UTILIZZO PER I GLUCOCORTICOIDI NE DIMINUISCE IL RISCHIO DI EFFETTI COLLATERALI
SISTEMICI
6. Farmaci cardiopatici
MODALITÀ D'AZIONE
Il sistema cardiovascolare è sotto il controllo di una complessa rete di interazioni che coinvolgono il:
● Sistema nervoso simpatico
● Sistema nervoso parasimpatico
● Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone (SRAA)
● Rene
Le classi di farmaci in grado di modulare questi sistemi/organi agiscono a livello di uno o più di questi sistemi (ad es.
modulando le resistenze vascolari periferiche; la frequenza cardiaca; la forza di contrazione del cuore; il volume plasmatico). Le
patologie cardiovascolari interessate sono l'ipertensione, l'angina pectoris, l'infarto miocardico, le aritmie cardiache, sindrome
coronarica (la diminuzione del volume plasmatico come effetto provocato dai diuretici possono trattare queste patologie).
Alcune classi di farmaci ad azione sul sistema CV modulano le azioni fisiologiche mediate dal sistema simpatico (per lo più
sono antagonisti del simpatico), che agisce sul suoi recettori di tipo ALFA (alfa 1: vasi, alfa 2: sede presinaptica) e BETA
(beta 1: cuore, rene; beta 2: bronchi, utero), attraverso le catecolamine (adrenalina, noradrenalina, dopamina). → (1) beta 1
bloccanti, (2) inibitori SRAA, (3) calcioantagonisti, (4) NITRODERIVATI
● Farmaci che producono risposte simili a quelle delle catecolamine si definiscono simpaticomimetici
● Farmaci che bloccano o inibiscono l'attività delle catecolamine si definiscono simpaticolitici.
L'impiego di farmaci che si sostituiscono alle catecolamine e ne modulano/antagonizzano gli effetti risulta estremamente
utile nella pratica clinica.
I farmaci che antagonizzano le azioni delle catecolamine sul recettori adrenergici cardiaci
hanno notevole importanza clinica e sono la base terapeutica di importanti patologie del sistema cardiovascolare:
● malattia coronarica
● aritmie cardiache
● infarto del miocardio
● ipertensione
● scompenso cardiaco
(1) I FARMACI BETA-1 BLOCCANTI (cardioselettivi) si comportano come antagonisti selettivi dei recettori beta di tipo 1
(cuore), delle catecolamine:
1. sono cronotropi e inotropi negativi (rallentano FC)
2. rallentano la conduzione A-V, quindi la frequenza cardiaca
3. riducono le resistenze vascolari periferiche
4. riducono il volume sistolico (meno sforzo di espulsione del sangue dal ventricolo da parte del cuore)
5. modulano il sistema RAA → abbassano l'attività
6. in uso cronico, rallentano il rimodellamento delle camere cardiache che si verifica con il tempo in caso di disfunzione
contrattile del VS
Modulazione SRAA
● blocco la secrezione di renina, per cui bloccano la catena SRAA,
● inibizione l'enzima ACE (conversione di angiotensina 1 in 2),
● farmaci antagonisti dell'angiotensina 2
Gli ACE-I sono usati in molte patologie cardiovascolari, da soli o in combinazione con altre classi di farmaci:
● ipertensione
● disfunzione sistolica del ventricolo sinistro (indipendentemente dalla comparsa di sintomi di scompenso cardiaco
conclamato)
● scompenso cardiaco sintomatico
● fase acuta dell'IMA e successivamente in cronico
● pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari ischemici (sindromi coronariche croniche con ipertensione,
disfunzione ventricolare, diabete, malattia renale)
● insufficienza renale cronica: preservano la funzionalità renale, anche nel paziente diabetico
ANTAGONISTI dei RECETTORI dell'ANGIOTENSINA II (sartani): Antagonizzano tutti gli effetti derivanti dal legame fra
Angiotensina Il e i suoi recettori di tipo 1 (AT1). I diversi farmaci differiscono per parametri farmacocinetici
● Farmaci ben tollerati
● non provocano tosse
● hanno alta efficacia, ma costo maggiore rispetto agli ACE-inibitori
● Effetti collaterali: rari; ipotensione alla prima dose
● Controindicazioni: gravidanza; stenosi dell'arteria renale.
(3) CALCIOANTAGONISTI
Farmaci che bloccano i canali del Ca voltaggio-dipendenti di tipo L (lenti), situati nelle membrane delle cellule miocardiche e
nelle cellule muscolari lisce dei vasi arteriosi → ione calcio favorisce la contrazione delle cellule della muscolatura liscia (anche
vasi arteriosi e arteriolari), per cui la vasocostrizione. Se impedisco l'entrata degli ioni calcio sono vasodilatatori (arterie grosse
quindi le coronarie con effetto antianginoso, arteriole periferiche quindi abbassano la PA perché diminuiscono le pressioni
vascolari periferiche quindi effetto antipertensivo, diminuzione effetto post carico con diminuzione del lavoro cardiaco,
effetto antiaritmico cioè diminuzione della forza contrattile e quindi della frequenza cardiaca (FC).
I calcioantagonisti si dividono in 3 sottoclassi, in base alla loro struttura chimica, e da essa dipende la differente selettività di
azione a livello vasale, oppure cardiaco.
La scelta del tipo di Ca-antagonista dipende dalla patologia da trattare, perché le 3 sottoclassi di molecole hanno indicazioni
cliniche ed effetti collaterali differenti.
FARMACOCINETICA calcioantagonisti
● Buon assorbimento orale
● T½ variabile da 1 ora (verapamil) a 30-50 ore (amlodipina)
● Alla sospensione della terapia non determinano effetto rebound (effetto rimbalzo della PA o della frequenza cardiaca)
● Soprattutto le diidropiridine sono farmaci sicuri nella gravidanza
Farmaci fondamentali nella cardiopatia ischemica e nella protezione del miocardio in genere:
● effetto antianginoso diretto per riduzione della contrattilità, con ridotta richiesta di O2
● effetto dilatante sulle coronarie principalmente le extramurali, poi anche le piccole branche intramurali
● effetto emodinamico; la dilatazione delle arterie e delle vene sia nel circolo sistemico, sia in quello polmonare
riduce il precarico cardiaco, il volume diastolico, la pressione nel ventricolo sinistro. La vasodilatazione periferica
determina anche riduzione del postcarico e favorisce l'aumento dell'elezione ventricolare sistolica
Effetti collaterall (diversi a seconda della molecola usata !!) dei calcioantagonisti
● ipotensione, cefalea, capogiri, lipotimia
● disturbi gastrointestinali (nausea, stipsi)
● tachicardia (le didropiridine)
● bradicardia, blocco AV (Diltiazem, Verapamil)
● peggioramento dell'insufficienza cardiaca (Diltiazem, Verapamil)
● disturbi della conduzione
NITROGLICERINA
● Penetra molto rapidamente nei tessuti, molto ben assorbita dalla mucosa orale (via sublinguale, spray buccale) →
rapido raggiungimento di elevati livelli ematici di farmaco
● L'effetto di una dose sublinguale compare in 2-3 minuti e dura 20-30 minuti
● il farmaco è molto potente: dose massima 0,8 mg x 3 volte in 15 minuti
● somministrabili anche per via endovenosa
● prima scelta nell'attacco acuto di angina pectoris
7. Farmaci diuretici
MODALITÀ D'AZIONE DEI FARMACI DIURETICI
Lo scopo dei farmaci diuretici è quello di favorire l'eliminazione di acqua dall'organismo.
L'acqua viene eliminata in conseguenza dell'eliminazione dello ione sodio, per meccanismo osmotico
I diuretici agiscono prevalentemente a livello del tubulo renale, dove interferiscono con i fisiologici meccanismi di
riassorbimento del Sodio (Na), diminuendone il riassorbimento.
Più Na si concentra nel tubulo renale, più aumenta il richiamo osmotico di acqua, con potenziamento della diuresi
Classi di diuretici
1. Inibitori dell'anidrasi carbonica
5. Risparmiatori di potassio
a. inibitori del canali del Na+ dell'epitelio renale
b. antagonisti dell'aldosterone
USI CLINICI degli inibitori dell'anidrasi carbonica→ Glaucoma ad angolo aperto per diminuire la pressione oculare
TROMBOSI
Processo patologico durante il quale un "tappo piastrinico e/o fibrinico" occlude un vaso, arterioso o venoso
● TROMBO ARTERIOSO (trombo bianco) ha prevalente componente piastrinica, biancastro, di piccola dimensione e
abbastanza resistente alla frammentazione. La trombosi arteriosa è in genere associata all'aterosclerosi.
● TROMBO VENOSO (trombo rosso) ha una alta componente di globuli rossi, è di grande dimensione ed è fragile >>>
si frammenta facilmente, generando EMBOLI, che arrivando al cuore destro possono entrare nelle arterie polmonari
(embolia polmonare). I trombi venosi si associano in genere alla stasi ematica; trombi di grandi dimensioni possono
formarsi negli atri cardiaci, in presenza di fibrillazione atriale.
ANTICOAGULANTI ORALI
● ANTAGONISTI della VITAMINA K (la vitamina k è importante nella sintesi e funzionalità delle proteine che fanno
parte della cascata della coagulazione): hanno struttura chimica di tipo cumarinico, simile a quella della vit. K.
○ Riducono i livelli plasmatici delle proteine della coagulazione, la cui attivazione dipende dalla vit. K e quindi
provocano uno stato di ipocoagulabilità.
○ Derivati della coumarina, scoperta nel 1920.
● WARFARIN (Coumadin)
● ACENOCUMAROLO (Sintrom@), due volte più potente del warfarin
ANTICOAGULANTI ORALI
● INDICAZIONI TERAPEUTICHE:
○ patologie cardiache (sostituzioni valvolari, alterazioni del ritmo cardiaco, prevenzione delle complicanze e
delle recidive di infarto)
○ patologie arteriose (prevenzione delle tromboembolie centrali e periferiche)
○ patologie venose (trattamento e prevenzione delle recidive della TVP e dell'EP)
ANTIAGGREGANTI PIASTRINICI
● INIBITORI DELLA SINTESI DEL TROMBOSSANO A2
○ ACIDO ACETILSALICICO (ASA): 75-150 mg/die, per via orale danno un'azione antiaggregante che
perdura per circa 7 giorni (il tempo medio di vita delle piastrine).
○ ASA allunga il tempo di sanguinamento >> avvertire il medico se ci si deve sottoporre a piccoli interventi
chirurgici
● ANTAGONISTI DEL RECETTORE PIASTRINICO PER L'ADP
○ IRREVERSIBILE:
■ TICLOPIDINA (ogg) poco usata)
■ CLOPIDOGREL pro-farmaco; profilo di tossicità più favorevole PRASUGREL pro-farmaco; più
prevedibile inibizione dell'aggregazione piastrinica
○ REVERSIBILI:
■ TICAGRELOR: l'effetto cessa dopo 24-48 ore
● ANTAGONISTI DEL RECETTORE PIASTRINICO GPIIb/Illa
● Utilizza molto specifico, in pazienti ad alto rischio, nella fase acuta delle sindromi coronariche acute e in
situazioni di emergenza durante la rivascolarizzazione coronarica percutanea. Sono di solo uso
ospedaliero, solo per infusione e.v. Molto costosi.
● ABCIXIMAB, anticorpo monoclonale, con azione antipiastrinica molto prolungata. Utilizzato nella
rivascolarizzazione coronarica percutanea (es. impianto di stent).
● EPTIFIBATIDE, TIROFIBAN, piccoli composti sintetici.
MALATTIE EMORRAGICHE
Piastrinopenie, piastrinopatie >>> emorragie cutanee e mucose Carenza congenita/acquisita di uno o più fattori della
coagulazione >>> emorragie profonde (emoperitoneo ecc.)
TERAPIA
● FARMACI ANTI-EMORRAGICI
● FARMACI ANTI-FIBRINOLITICI
● VITAMINA K
VITAMINA K: Vitamina liposolubile, che in natura si trova in due forme:
● vitamina K, nei vegetali a foglia verde
● vitamina K, sintetizzata dal batteri nel tratto gastrointestinale dei mammiferi
È fondamentale per la corretta sintesi epatica dei fattori della coagulazione (Fatt II, VII, IX eX)
Somministrabile per via orale, intramuscolare o endovenosa.
Utilizzata nel trattamento e/o prevenzione di
● sanguinamento da anticoagulanti orali
● malattie emorragiche del neonato
● deficienze di vitamina K (malattia celiaca, steatorrea, malattie epatocellulari, morso di serpenti)
ANTIEMORRAGICI
● PLASMA FRESCO (contiene tutti i fattori della coagulazione)
● DERIVATI del PLASMA (concentrati del fattore carente, concentrati del complesso protrombinico)
● PROTEINE COAGULATORIE RICOMBINANTI (rFVIII, rFVIIa)
● DESMOPRESSINA stimola il rilascio di Fatt. VIII, Falt di von Willebrand e attivatore del plasminogeno; aumenta
l'adesività piastrinica. Utilizzata nella emofilia A fievo e nella malattia di von Willebrand tipo I
FARMACI ANTIFIBRINOLITICI: Si legano al plasminogeno e ne impediscono l'attivazione; Impediscono la lisi del tappo di
fibrina.
● Acido epsilon-aminocaproico (EACA)
● ACIDO TRANEXAMICO (Tranex®)
○ via orale/endovenosa lenta
○ INDICAZIONI: Menorragia primaria, sanguinamento gastro-intestinale, estrazioni dentarie, interventi di
cardiochirurgia, artroprotesi ecc.
○ CONTROINDICAZIONI: gravidanza, allattamento, sanguinamento delle alte vie urinarie.
Gravidanza e allattamento
Le benzodiazepine sono sconsigliate in gravidanza:
● L'impiego nel primo trimestre di gravidanza può provocare labbro leporino e/o palatoschisi.
● L'impiego nell'ultimo trimestre di gravidanza può provocare una sintomatologia da sovradosaggio nel neonato
(sopore, atonia muscolare, suzione ridotta e depressione respiratoria)
● Sono escrete nel latte materno, quindi non vanno utilizzate durante l'allattamento
Tolleranza e dipendenza
● Tolleranza; diminuita capacità di risposta ad un farmaco in seguito a somministrazione prolungata e necessità di
aumentare la dose per mantenere gli effetti farmacologici.
Per le benzodiazepine si sviluppa riguardo agli effetti anticonvulsivante e sedativo- ipnotico, in minor misura per
quello ansiolitico.
● Dipendenza: condizione che richiede la somministrazione continua di un dato farmaco per prevenire la comparsa di
una sindrome di astinenza (stato d'ansia, insonnia, Irritabilità, confusione, cefalea, palpitazioni, tremore, sudorazione;
in casi gravi convulsioni). La brusca sospensione di una terapia cronica con benzodiazepine può portare alla
comparsa di una sindrome di astinenza.
La sospensione di una terapia cronica con benzodiazepine deve essere graduale (da 4 settimane ad 1 anno).
OVERDOSE
● Overdose da benzodiazepine: di solito non è mortale. Lo diventa se vengono associate con alcool o con farmaci ad
azione deprimente il SNC (barbiturici, oppioidi) per depressione del cdntro ddl respiro e collasso cardiorespiratorio.
L'antagonista recettoriale flumazenil (Anexate) somministrato per via ev., è utilizzato in caso di overdose e nel
recupero dalla sedazione o dall'anestesia
● OVERDOSE DA BARBITURICI SPESSO È FATALE
FARMACOCINETICA oppio
● Gli oppioidi si somministrano per via orale e parenterale
● Buon assorbimento quando somministrati per via s.c., i.m., transmucosale e transdermica (fentanil, buprenorfina)
● Alcuni dei loro metaboliti attivi sono più attivi della morfina stessa
● Se il pz ha una ridotta funzionalità renale, i loro effetti possono perdurare a lungo, in quanto vengono eliminati nelle
urine (anziano; bambino fino a 6 mesi di età)
Principali effetti dei farmaci oppioidi strettamente morfino-simili (ad alta affinità per i recettori mu):
● analgesia: gli oppioidi alterano la percezione del dolore, e le reazioni emozionali dolore-correlate (riduzione della
componente sia sensoriale che affettiva)
● euforia (sensazione placevole di benessere fisico e psichico, sensazione di irrealtà e distacco dalla realtà
circostante, gradevole effetto di sedazione)
● soppressione del riflesso della tosse (codeina)
● miosi (pupille a punta di spillo/ristrette: segno di possibile sovradosaggio da oppioidi)
Gli oppioidi deprimono il centro bulbare del respiro, alterando tutte le fasi e i parametri respiratori e riducono la capacità di
risposta alla CO2 in maniera dose-dipendente.
Nel soggetto normale ciò non comporta problemi; nel pz asmatico o con BPCO, invece, possiamo avere problemi di
depressione respiratoria.
In caso di overdose acuta e la causa più comune di morte
● nausea e vomito (morfina, metadone): da stimolazione della CTZ del tronco cerebrale
● stipsi: compare nel 90% dei soggetti, (dovuta all'azione sia centrale che periferica degli oppioidi), non va Incontro a
tolleranza farmacologicamente. e quindi va risolta
● spasmi delle vie biliari per contrazione della muscolatura liscia dei dotti biliari e dello sfintere di Oddi
● spasmi delle vie urinarie per contrazione degli ureteri o dello sfintere vescicale
● effetto immunodepressivo (nel tossicodipendente); per inibizione dell'attività delle cellule immunocompetenti (non
riguarda metadone)
● alterazioni neuroendocrine (nel tossicodipendente) per effetti sui fattori di rilascio ipotalamici: aumento della
secrezione di prolattina e adiuretina;
● diminuzione della secrezione di ACTH e gonadotropine (non va incontro a tolleranza >> amenorrea, impotenza,
diminuzione della libido)
● in seguito a esposizione prolungata nel tempo una sostanza oppioide, i recetton oppioidi vanno incontro a processi di
desensibilizzazione e sottoregolazione, che possono limitare la risposta terapeutica >> necessità di periodici
aggiustamenti posologici nel dolore oncologico
● L'adattamento recettoriale provoca:
○ tolleranza
○ dipendenza fisica e psichica
○ possibile sindrome da astinenza, rara nel paziente correttamente gestito
● potenziale tossicomanigeno
ci sono sensibili differenze tra le vane molecole, in base al grado di affinità e attività intrinseca nei confronti del rec.
mu:
Gli oppioidi possono diventare farmaci di abuso.
L'oppioide eroina è usata a scopo voluttuario e produce una grave e rapida dipendenza (addiction), con sindrome da
astinenza (che compare poche ore dopo la sospensione della somministrazione di eroina) con sintomi di: agitazione,
iperalgesia, ipertermia, ipertensione, diarrea, brividi rinorrea, piloerezione, midriasi.
Oppioidi naturali
● La MORFINA da tutti gli effetti centrat e perifera
○ im./ev, (doridrato di morfina): nel dolore acuto la nsposta analgesica è rapida e intensa: effetto massimo già
dopo 20 min durata circa 4 ore
○ orale (solfato di morfina): nel dolore cronico.
Per l'ampio metabolismo epatico, la dose orale è 3-10 volte superiore a quella parenterale. (Il farmaco, coniugato con
acido glucuronico, viene eliminato con le urine).
La morfina è controindicata nel neonato alto rischio di depressione respiratoria
● CODEINA (ha tutti gli effetti della morfina, ma è 10 volte meno potente ed efficace) viene metabolizzata in morfina!
E' disponibile in commercio solo in associazione con
● paracetamolo (FANS) (Tachidol, Co-Efferalgan): nel dolore di media entità
● farmaci attivi sulle vie respiratorie, in dosi non analgesiche (Paracodina, Cardiazol Paracodina): effetto
antitussivo (tosse non efficace)