Definizioni:
Farmacodinamica
Meccanismi d'azione:
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Le interazioni farmaco-recettore possono essere di diverso tipo percui sono
distinti i farmaci:
• Agonisti: si legano al recettore attivandolo direttamente (canali ionici) o attivando
il meccanismo di trasduzione proprio del recettore (tramite molecole accoppianti).
I farmaci agonisti sono capaci di fungere da ligando abituale.
• Antagonisti: bloccano il recettore legato impedendo il legame di altre molecole.
Per entrambi i tipi di interazione il legame al recettore dipende dall'affinità del
farmaco. Gli antagonisti si dividono in:
o Antagonisti non competitivi: legano stabilmente il recettore
indipendentemente dalla presenza delll'agonista abituale.
o Antagonisti competitivi: hanno un'azione di massa spiazzando gli agonisti
abituali in base alla concentrazione. Questi principi necessitano di
concentrazioni (dosi) maggiori per essere efficaci e sono quindi meno
potenti.
I recettori:
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• Recettori intracellulari: sono attivati da mediatori lipofili (ormoni, vitamine
liposolubili, acidi retinoici) e agiscono sul genoma modificando l'espressione
proteica della cellula.
Bisogna ricordare tuttavia che di solito ogni farmaco ha più di un bersaglio recettoriale,
da esempio:
• Antidepressivi: questi farmaci hanno
o Effetto sull'uptake di neurotrasmettitori
o Effetto su canali ionici
o Effetto anticolinergico
• Eritromicina:
o Attività antibatterica
o Agonista del recettore della motilina
o Blocco del canale del K+
o Inibitore del CYP3A4
• Cisapride:
o Agonista 5-HT4
o Antagonista 5-HT3
o Blocco di canale del K+
Relazione concentrazione-risposta:
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cambiamento dell'effetto al cambiare della dose. Più ripida è la pendenza più
ampie saranno le variazioni dell'effetto anche con piccole variazioni della dose
(della concentrazione).
• Efficacia massima: il massimo
effetto raggiungibile.
• Potenza: la potenza del farmaco
è ricavata dal valore assoluto di
concentrazione del farmaco
capace a produrre un effetto del
50% del massimo (ED50 –
effective dose 50%). Più piccola
è la dose necessaria più potente
è il farmaco.
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Farmacocinetica
Assorbimento:
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Fattori legati al farmaco:
• Tempo di solubilizzazione
• Presenza di eccipienti
• Lipofilia del farmaco
• pKa
• Interazioni con altri farmaci
Fattori legati al paziente:
• pH
• Presenza di enzimi digestivi
• Presenza di cibo nell'intestino
• Presenza di malattie del tratto gastrointestinale
• Attività farmaco-metabolizzante della mucosa e della flora
intestinale
o Sottolinguale: bypassa il circolo portale (nitroglicerina ad esempio)
o Buccale: come la sottolinguale ma la compressa è posta nel vestibolo
della bocca (tra la guancia e la gengiva).
o Rettale: bypassa in parte il circolo portale ma la biodisponibilità del
farmaco è variabile.
• Pareneterale: tutte le altre modalità, possono essere iniettive o non iniettive:
o Non iniettive:
Cutanea: topica o transdermica. I sistemi transdermici hanno lo
scopo di effetti sistemici e hanno la caratteristica di avere una
cinetica di ordine zero, cioé un rilascio di quantità costanti di
farmaco in unità di tempo.
Inalatoria
Mucosa
o Iniettive:
Endovena (e.v.)
Intramuscolo (i.m.)
Sottocutanea (s/c)
Intraarteriosa:
Intradermica:
Intratecale:
Epidurale:
La somministrazione endovenosa è caratterizzata da 100% di biodisponibilità del
farmaco che raggiunge direttamente il compartimento centrale (il circolo sistemico). Al
contrario, la somministrazione per bocca raggiunge in media solo il 50% circa di
biodisponibilità a causa del dovuto passaggio del farmaco attraverso il circolo portale e il
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filtro epatico dove viene parzialmente metabolizzato (inattivato) e preparato
all'escrezione – questo fenomeno prende il nome di effetto del primo passaggio (first
pass effect) caratteristico della somministrazione per os.
La via intramuscolare ha effetto rapido e biodisponibilità quasi del 100%, con la
via sottocutanea si ha un effetto più lento per la minore vascolarizzazione del tessuto
sottocutaneo rispetto al muscolo.
Distribuzione:
Eliminazione:
L'eliminazione dei farmaci coinvolge molti organi tra cui i più importanti sono il
rene e il fegato, anche se cute, intestino, polmone (importante nell'eliminazione degli
anestetici generali) e altri contribuiscono al processo. Il fegato interviene nel metabolismo
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dei farmaci lipofili rendendoli maggiormente idrofili e adatti pertanto all'escrezione renale.
Altri farmaci sono escreti nella bile dopo i passaggi delle due fasi di reazioni metaboliche
epatiche:
• Reazioni di fase I: modificazioni chimiche di riduzione, ossidazione, idrossilazione
etc.
• Reazioni di fase II: coniugazione, nell'uomo sono sostanzialmente reazioni di
glucuronazione. Le sostanze glucuronate subiscono le tappe metaboliche
analoghe alla bilirubina (inclusa la possibilità di riassorbimento enterico dopo
deconiugazione da parte della flora intestinale e quindi il ricircolo enteroepatico).
Nel rene la quota libera del farmaco viene filtrata a livello del glomerulo in modo passivo
(ammettendo che sia idrosolubile o reso tale dalle reazioni metaboliche epatiche), nel
tubulo renale il farmaco può essere riassorbito o secreto attivamente nel lume tubulare
determinando la clearance (Cl) della sostanza.
Biodisponibilità:
Volume di distribuzione:
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Più alto è il volume di distribuzione più alta è la presenza del farmaco nei tessuti.
In altre parole il Vd è un indice dell'affinità del farmaco per il compartimento periferico.
Vd=dose/C0 dove C0 sta per concentrazione del farmaco a tempo zero
estrapolata dalla porzione discendente della curva. È da notare che per concentrazione
del farmaco si intende la concentrazione totale che include sia il farmaco libero sia la
quota legata a proteine.
Pertanto per farmaci che rimangono confinati al plasma il Vd sarà pari a 3L
mentre per farmaci che si distribuiscono facilmente nelle cellule il Vd supererà i 100L.
Bisogna tener presente che farmaci lipofili con alta affinità alle proteine plasmatiche
possono ugualmente avere un grande volume di distribuzione (se la loro affinità per i
tessuti è ancora più alta di quella per le proteine plasmatiche).
Con l'età il volume di distribuzione può crescere (per la prevalenza della massa
grassa) e questo è evidente nelle benzodiazepine (lipofili) percui nell'anziano bisogna
prestare attenzione a questi farmaci che possono dare effetti tossici più facilmente che
nel giovane.
Clearance :
La clearance (Cl) è definita come volume di plasma depurato dal farmaco in unità
di tempo. Il valore totale di clearance deriva da una somma delle clearance renale,
polmonare, epatica etc. Nella maggioranza dei casi la clearance totale è pressocché
uguale a quella renale. Il valore di clearance è l'indice più fedele dell'efficacia dei
processi di eliminazione.
Mettendo la clearance in relazione ad altri parametri farmacocinetici possiamo
affermare che la clearance di un farmaco è la frazione del volume di distribuzione da cui
il farmaco è rimosso in unità di tempo, e questa dipende dal
tempo di dimezzamento del farmaco: Cl=k×Vd,
Cl=0,693Vd/t1/2 dove k è la costante di eliminazione (t-1) e
t1/2 è il tempo di dimezzamento o tempo di emivita definito
come il tempo necessario perché il farmaco dimezzi la
propria concentrazione plasmatica.
Dal punto di vista dei meccanismi di eliminazione, la clearance renale deriva da
una somma di effetti della velocità di filtrazione, la velocità di escrezione e la velocità di
riassorbomento:
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Il valore di clearance del farmaco è anche un indice dei meccanismi di escrezione renali:
considerando una clearance di creatinina normale di 125-130ml/min:
• Clfarmaco di 125-130ml/min: il farmaco non è né riassorbito né secreto nel tubulo
• Cl < 130ml/min : il farmaco è riassorbito nel tubulo
• Cl > 130ml/min : il farmaco è secreto nel lume tubulare
La clearance può subire modificazioni in terapia. I salicilati ad esempio hanno un
comportamento paradosso: a bassi dosi (<2gr) riducono l'escrezione di acido urico (con
meccanismo competitivo) e pertanto sono controindicati in soggetti gottosi, a dosi alte
(>2gr) invece competono con il riassorbimento tubulare di acido urico favorendone
l'eliminazione.
La clearance può essere influenzata da molti fattori quali:
• La concentrazione plasmatica e il legame con le proteine
• Liposolubilità del farmaco e grado di ionizzazione
• pH urinario
• Flusso urinario: in pazienti con insufficienza renale bisogna stare più attenti.
• Età del paziente
Tempo di emivita:
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La cinetica dello stato stazionario:
Il tempo di emivita
condiziona il tempo necessario per
raggiungere lo stato stazionario che
per la maggioranza dei farmaci
(quelli con cinetica di primo ordine) è
raggiunto in 4-5 tempi di emivita. Lo
stato stazionario è caratterizzato
fluttuazioni della concentrazione del farmaco che in media tende asintoticamente alla
concentrazione massima raggiungibile ad una data dose (lo stato stazionario teorico). Il
tempo necessario al raggiungimento dello stato stazionario è indipendente dalla dose e
richiede sempre 4-5 volte il t1/2.
Impiegando dosi più alti si
raggiunge allo stato stazionario (dopo 4-5
volte l'emivita) una concentrazione
stazionaria maggiore, viceversa per dosi
ridotte. Aumentando la frequenza di
somministrazione (ma lasciando invariata
la dose complessiva nelle 24 ore) la
concentrazaione stazionaria raggiunta
sarà la stessa ma le oscilllazioni della
concentrazione saranno ridotte.
Usando farmaci con lunghi tempi di emivita (amiodarone ad esempio) per
ottenere effetti rapidi raggiungendo rapidamente lo stato stazionario si può somministrare
una dose grande di carico (per saturare il compartimento e arrivare subito alla
concentrazione dello stato stazionario) e proseguire con dosi di mantenimento tali da
contrastare l'eliminazione. Essendo la dose di carico grande può avere effetti tossici.
Ricordiamo che per essere efficace la concentrazione del farmaco allo stato stazionario
deve essere compresa nell'intervallo terapeutico.
Cinetica farmacologica:
Cinetica di primo ordine: una percentuale (quota) costante del farmaco viene assorbita o
eliminata in unità di tempo. All'aumentare della dose aumenta la quota biodisponibile del
farmaco. In cinetiche di primo ordine il sistema di trasporto (in assorbimento o in
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eliminazione) del farmaco non è saturo. La maggioranza dei farmaci ha cinetica di primo
ordine.
Cinetica di ordine zero: una quantità costante del farmaco è assorbita o eliminata in unità
di tempo. In questo caso il sistema è saturo (ad esempio tutti i carrier sono occupati),
viene assorbita sempre la stessa quantità del farmaco che non cresce al crescere della
dose. Per farmaci con cinetica di ordine zero il tempo necessario per raggiungere lo stato
stazionario dipende dalla dose (dal momento che il tempo di emivita dipende dalla dose).
Nella somministrazione endovena ad infusione costante la cinetica è di ordine
zero perche viene infusa una quantità prefissa di farmaco e la concentrazione del
farmaco non oscilla, ma per la maggioranza dei farmaci la cinetica di eliminazione è del
primo ordine percui abbiamo bisogno sempre di 4-5 tempi di emivita per eliminare
completamente il farmaco dall'organismo. Comunque per la stragrande maggioranza dei
farmaci la cinetica è di primo ordine sia in assorbimento che in eliminazione.
Alcuni esempi specifici di farmaci con cinetica di ordine zero:
• Fenitoina: cientica di ordine zero sia in assorbimento che in eliminazione.
• Etanolo
• Aspirina: acido acetilsalicilico, è un caso particolare in quanto di base ha un
tempo di emivita di 15 muinuti e cinetica di primo ordine a concentrazioni basse.
Oltre una certa dose la cinetica diventa di ordine zero.
I meccanismi che sottostanno alla cinetica di ordine zero sono:
• Sistemi di trasporto attivo: trasporto massimo carrier-mediato
• Enzimi farmacometabolizzanti saturabili: citocromi (CYP450)
• Cinetica di infusione continua e costante e.v.
• Sistemi transdermici: rilasciano quantità costanti di famaco con azione sistemica
quale che sia il punto di applicazione cutaneo.
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ha quindi solo effetto antitusssigeno) e questi sono i non responders. Molti altri farmaci
sono metabolizzati dal CYP2D6 e i polimorfismi del gene permettono di distinguere
fenotipi di metabolizzatori lenti e metabolizzatori rapidi. Un altro esempio della variabilità
è l'isoniazide che viene acetilata a livello epatico e questa attività enzimatica è soggetta
ad un'alta variabilità nella popolazione in relazione ad alcuni polimorfismi genici percui gli
acetilatori lenti saranno esposti a concentrazioni più alte del farmaco e manifesteranno
con maggiore frequenza l'effetto avverso principale che è la polineuropatia. Anche nel
caso di warfarin il notevole polimorfismo metabolico fa sì che la dose necessaria non
possa essere determinata a priori ma aggiustata secondo gli effetti (in base all'INR) in
quanto la variabilità della dose efficace è molto grande.
Le interazioni tra farmaci possono essere:
• Interazioni farmaceutiche: incompatibilità farmaceutiche, ad esempio mescolare
due farmaci può farli precipitare.
• Interazioni farmacodinamiche: il warfarin e l'aspirina hanno effetti addittivi sullo
stato coagulativo, inoltre entrambi sono in gran parte legati a proteine
plasmatiche e la somministrazione di aspirina può spiazzare il warfarin
aumentando transitoriamente la quota libera, e quindi attiva, che potrebbe avere
degli effetti indesiderati. Un altro esempio di interazione farmacodinamica è il
naxolone che antagonizza l'eroina spiazzandola dai recettori.
• Interazioni farmacocinetiche: molti farmaci sono capaci di modificare il
metabolismo di altri farmaci. L'eritromicina ad esempio (come anche il
ketoconazolo – antimicotico) è un potente inibitore enzimatico mentre i barbiturici
sono degli induttori enzimatici a livello epatico. Questi sono esempi di interazioni
a livello metabolico ma possono esserci delle interazioni a qualsiasi livello
cinetico: assorbimento, distribuzione, metabolismo o eliminazione.
Farmaci generici:
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o Stessa biodisponibilità (AUC – Area Under the Curve)
o Stesso tempo di picco
o Stessa concentrazione di picco
Soddisfatti questi requisiti per definizione un farmaco generico ha la stessa efficacia e la
stessa tossicità del farmaco speciale.
Effetti Avversi
Rapporto rischio/beneficio:
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Le penicilline ad esempio hanno un indice terapeutico molto alto perche sono
praticamente prive di tossicità (salvo allergie) visto che agiscono sulla sintesi del
peptidoglicano e non interferiscono con i meccanismi biochimici animali. Per contro i
digitalici e gli anticoagulanti orali sono dotati di un basso indice terapeutico e si devono
usare con cautela.
Ci sono alcuni meccanismi fondamentali che possono essere coinvolti nella genesi
dell'effetto avverso tossico:
• Azione sullo stesso recettore: agendo sullo stesso recettore che provoca l'efetto
terapeutico a dosi esagerate si provocano effetti indesiderati. Ne sono esempi:
insulina, anticoagulanti orali, benzodiazepine. Fondamentalmente l'effetto
avverso è provocato dall'esagerata azione del meccanismo sfruttato per l'effetto
terapeutico.
• Effetti mediati da recettori diversi: farmaco attivo sia sul recettore bersaglio per
l'effetto terapeutico ma cross-reagisce con un recettore diverso determinando
anche un effetto tossico. Un tipico esempio sono i farmaci del simpatico con
azione su beta-1 e beta-2.
• Azione mediante recettori identici distribuiti in tessuti diversi: l'azione sul tessuto
bersaglio ha effetto terapeutico ma l'azione sui recettori del farmaco in altri tessuti
sono responsabili degli effetti avversi. Tipicamente sono coinvolti i cortisonici
(aumento della glicemia, ritenzione sodica etc.).
Le reazioni avverse sono definite come reazioni nocive non intenzionali correlati
da un rapporto causale all'assunzione di un farmaco. L'esistenza di un tale rapporto di
causa-effetto può essere studiato solo a posteriori. Ricordiamo che in caso di una
reazione avversa rara è quasi impossibile evidenziarla prima dell'immisione in commercio
del farmaco.
Clinicamente le reazioni avverse sono distinte in:
• Reazioni di tipo A: sono dose-correlate e pertanto sono prevedibili. Possono
avere cause diverse:
o Farmaceutiche: diverse biodisponibilità e quindi un rilascio troppo rapido
del principio attivo.
o Farmacocinetiche: in caso di patologie emuntorie ad esempio.
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o Farmacodinamiche: dovute a diverse sensibilità individuali (mancanza
genetica della colinesterasi per esempio).
• Reazioni di tipo B: sono reazioni non dose-correlate e quindi imprevedibili.
Possono avere base
o Immunologica: allergie e anafilassi (penicilline)
o Non immunologica: pseudoallergie e reazioni anafilattoidi che non
derivano da unione antigene-anticorpo ma clinicamente sono
indistinguibili da anafilassi allergiche (aspirina, mezzi di contrasto iodati,
anestetici locali).
o Reazioni idiosincrasiche: terapia con agenti ossidanti in un paziente con
deficit di G6PD esita in crisi emolitiche. Queste reazioni sono dose-
dipendenti: maggiore è la dose del farmaco, maggiore sarà la gravità
della crisi emolitica.
• Reazioni di tipo C: reazioni a lungo termine.
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Farmacologia del SNC
I nervi somatici per contro non hanno gangli periferici ma giungono direttamente
al muscolo innervato dove liberano a livello della giunzione neuromuscolare l'ACh che va
ad attivare i recettori muscarinici.
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Di solito gli effetti biologici del simpatico e del parasimpatico si antagonizzano. In
alcuni casi possono essere complementari. Uno schema generale degli effetti autonomi è
proposto nella figura seguente:
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Recettori periferici:
• Simpatico: recettori α1, α2, β1, β2 con diversa distribuzione. I recettori alfa-2 si
trovano sulla membrana presinaptica e regolano in modo retrogrado la
liberazione di NoA, i recettori alfa-1 sono localizzati sul versante post-sinaptico e
sono quelli che mediano gli effetti adrenergici:
o Alfa-1: vasocostrizione, aumento delle resistenze periferiche, midriasi e
aumento del tono dello sfintere uretrale.
o Alfa-2: recettore presinaptico che oltre a ridurre la liberazione di NoA
riduce anche la secrezione insulinica.
o Beta-1: a livello cardiaco l'attivazione provoca tachicardia, aumento di
contrattilità e lipolisi.
o Beta-2: vasodilatazione dei vasi dei muscoli scheletrici, broncodilatazione,
induce la glicogenesi, aumenta la liberazione del glucagone e causa il
rilasciamento della muscolatura liscia uterina.
• Parasimpatico: recettori nicotinici e recettori muscarinici che hanno una diversa
distribuzione viscerale.
Neurotrasmettitori:
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Farmaci:
I farmaci relativi al sistema nervoso autonomo sono divisibili in diverse classi: agonisti
colinergici, antagonisti colinergici (parasimpatico-litici), simpaticomimetici, simpaticolitici.
Bloccanti colinergici: sono bloccanti dei recettori dell'acetilcolina e sono distinti in:
• Ganglioplegici: bloccanti dei recettori nicotinici ganglionari. Oggigiorno il loro uso
è molto limitato.
• Miorilassanti: bloccanti dei recettori muscarinici della placca neuromuscolare.
Sono farmaci di impiego anestesistico in sale operatorie.
• Bloccanti dei recettori muscarinici dei visceri, detti anche farmaci atropino-simili.
Alcuni farmaci parasimpaticolitici:
• Atropina: è il prototipo dei farmaci antagonisti dell'acetilcolina che agisce sui
recettori muscarinici. L'atropina è contenuta nelle piante di belladonna. Gli effetti
di atropina dipendono dalla dose (in crescendo):
o Bassi dosi: ridotta frequenza cardiaca, secchezza orale, ridotta
sudorazione
o Dosi intermedie: aumento della frequenza cardiaca, midriasi (colliri
atropinici sono usati per provocare la midriasi per l'esame del fundus),
offuscamento della vista (interferenza con il riflesso di accomodazione).
o Dosi elevate: effetti centrali – allucinazioni, delirio, coma
L'atropina è usata in oftalmologia, in disturbi spastici dell'apparato
gastrointestinale (non nelle coliche perche l'impiego di antidolorifici è preferito
sull'uso di antispastico come atropina), avvelenamento da pesticidi
organofosfonici (inibitori irreversibili della colinesterasi) e ,recentemente, è
entrata in trattamento di BPCO e asma in somministrazioni inalatorie in virtù delle
capacità broncodilatanti.
• Scopolamina: usata in ostetricia per indurre amnesia e sedazione. Inoltre
esistono sistemi transdermici retroauricolari per il trattamento del mal di moto.
• Nicotina: è un ganglioplegico che a concentrazioni basse agisce da stimolante
(nei fumatori l'effetto complessivo è di simpaticostimolazione) mentre a dosi
elevate si appalesa la sua capacità ganglioplegica.
• Trimetafano: ganglioplegico.
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• Agonisti indiretti: farmaci bloccanti della colinesterasi, distinti a loro volta in
reversibili e irreversibili (fosforilano il sito attivo dell'enzima che può essere
riattivato rimuovendo il fosfato con la pralidossina – antidoto in intossicazioni da
pesticidi organofosforici).
I possibili effetti avversi degli agonisti colinergici sono diarrea, miosi, sudorazione,
nausea, urgenza minzionale. Ad ogni modo gli agonisti sono di scarso impiego medico.
Agonisti adrenergici: possono essere diretti e agire sul recettore o indiretti che
aumentano la liberazione di NoA a livello sinaptico (anfetamine per esempio). L'azione
simpaticomimetica può altresì essere mista. Dal punto di vista molecolare i farmaci
agonisti sono distinti in catecolamine e non catecolamine:
• Adrenalina: agisce su tutti i tipi di recettori adrenergici, impiegata in trattamento di
o Asma acuto
o Shock anafilattico
o Glaucoma ad angolo aperto
o Potenzia l'effetto di anestetici locali (perche vasocostringe)
• Noradrenalina: esiste una differenza negli effetti di infusione e.v. di adrenalina
rispetto alla noradrenalina:
o Adrenalina: aumenta la sistolica ma riduce la diastolica (per effetto
vasodilatatore del distretto muscolare) percui accresce la pressione
differenziale, aumenta la frequenza cardiaca e la contrattilità.
o Noradrenalina: conserva la pressione differenziale perche aumenta sia la
sistolica che la diastolica, riduce la frequenza cardiaca per effetto (riflesso)
della vasocostrizione alfa-mediata.
Antagonisti adrenergici: simpaticolitici. Sono distinti in base alla selettività dei recettori sui
quali sono maggiormente attivi:
• Alfa-bloccanti: hanno due impieghi principali:
o Antiipertensivi: effetti anti-α1. Il loro impiego non è scevro da inconvenienti
quali la tachicardia riflessa da calo pressorio, vertigini, disfunzioni
sessuali, ipotensione ortostatica.
o Trattamento dei sintomi da ipertrofia prostatica benigna: riduzione del
tono dello sfintere uretrale interno.
• Beta-bloccanti: impiego antianginoso, antiipertensivo, antiaritmico e nel
trattamento dell'insufficienza cardiaca.
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Farmaci del Trattamento di
Patologie Degenerative del SNC
Il morbo di Parkinson:
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• Fenomeni vasospastici
Ropirinolo e Pramipexolo: agonisti non ergoloidi (classe diversa dalla bromocriptina) dei
recettori dopaminergici. Questi due possono essere efficaci anche nelle fasi avanzate in
associazione con levodopa o da soli.
Selegilina: da sola non ha ruolo terapeutico – è un farmaco minore nel trattamento del
parkinsonismo. La selegelina inibisce la monoamminoossidasi B (MAO-B, metabolizza la
dopamina) ma non la MAO-A (metabolizza la noradrenalina). Somministrata assieme a
levodopa riduce le dosi necessarie al raggiungimento dell'effetto terapeutico. Bisogna
ricordare che ad alte dosi la selegelina perde la selettività e inibisce anche la MAO-A.
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Morbo di Alzheimer:
Benzodiazepine:
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(abbastanza artificiosa) in ansiolitici, ipnotici e sedativi si basa solo sulla cinetica del
farmaco che è la loro unica vera differenza.
Appartengono alle benzodiazepine: triazolam (ad azione molto rapida),
alprazolam, clonazepam, clorazepato, clordiazepossido e altri. Il meccanismo d'azione è
lo stesso per tutti: si legano ai recettori GABAergici aumentando la loro affinità per il
GABA (acido γ-idrossi-buttirico) che è un neurotrasmettitore ad azione inibitoria. I
recettori del GABA sono canali ionici che permettono il passaggio di Cl- all'interno della
cellula iperpolarizzandola, pertanto l'iperattività GABAergica si traduce in un effetto
depressivo sull'attività del sistema nervoso centrale (riduzione dell'eccitabilità neuronale).
Le benzodiazepine sono quindi degli agonisti del GABA che agiscono sui
recettori (come ligandi endogeni non meglio precisati). Gli usi terapeutici delle
benzodiazepine sono diversi:
• Trattamento dell'ansia e di attacchi di panico: sopratutto alprazolam che nel 30%
dei casi provoca reazioni da interruzione del trattamento
• Sedazione e amnesia (amnesia anterograda – per eventi successivi alla
somministrazione, distinta dall'amnesia retrograda del trauma cranico)
• Trattamento dell'insonnia e altri disturbi del sonno: le benzodiazepine però
alterano l'architettura del sonno interferendo con la fase REM
o Flurazepam: a lunga durata d'azione
o Temazepam: a durata intermedia
o Triazolam: a breve durata
• Rilassamento dei muscoli scheletrici (anestesia generale e alcune patologie
muscolari spastiche come la sclerosi multipla).
• Anticonvulsivante:
o Clonazepam in trattamento cronico
o Diazepam in stati di male epilettico con convulsioni subentranti
• Controllo di crisi di astinenza dall'alcool o da farmaci sedativo-ipnotici
• Diagnostica in psichiatria
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• Precauzioni: bisogna avere cautela nell'impiego delle benzodiazepine in malattie
epatiche in quanto questi farmaci potenziano l'effetto di alcool e di farmaci
depressivi del SNC (l'associazione può provocare sovraddosaggi).
Barbiturici:
Altre classi:
• Buspirone: utile in terapia cronica dal momento che richiede giorni per entrare in
azione.
• Zaleplon
Farmaci Antiepilettici
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o Complessa: coscienza alterata
• Epilessia generalizzata: si accompagna ad una perdita di coscienza, le
convulsioni possono essere:
o Tonico-cloniche: il grande male epilettico
o Miocloniche
o Convulsioni febbrili del bambino
o Stato epilettico: attacchi subentranti
o Episodi di assenza: il piccolo male epilettico
I farmaci usati nel trattamento dell'epilessia sono:
• Fenobarbital: ha azione lunga e pertanto si impiega nel trattamento cronico
• Carbamazepina: è il farmaco più usato assieme alla fenitoina.
• Fenitoina: impiegata anche come antiaritmico
• Clonazepam: ha solo uso antiepilettico cronico
• Clorazepat: inettabile per il trattamento dello stato epilettico (come il diazepam
inettabile), non è adatto alla terapia cronica.
• Diazepam: per clistere nei bambini
Il meccanismo d'azione dei farmaci antiepilettici sta nel potenziamento dell'azione
GABAergica inibitoria del sistema nervoso centrale (benzodiazepine, valproato,
fenobarbital) oppure nell'antagonismo dell'attività eccitatoria del glutammato (felbamato,
topiramato).
Per i farmaci caratterizzati da un'alta affinità alle proteine plasmatiche c'è il rischio
di spiazzamento e quindi di comparsa di effetti tossici dal momento che sono dotati di un
basso indice terapeutico. La terapia cronica va monitorata con dosaggi dei livelli
plasmatici del farmaco.
Interazioni della fenitoina: la carbamazepina stimola il metabolismo della fenitoina,
altri farmaci (isoniazide, dicumarolici etc) lo inibiscono.
Altre indicazioni per l'impiego dei farmaci antiepilettici:
• Fenobarbital: corea, sedativo generale, ipnoinducente
• Carbamazepina: trattamento delle nevralgie trigeminali e del glossofaringeo,
prevenzione di psicosi maniaco-depressiva (disturbo bipolare), stati convulsivi
dell'infanzia (sciroppo)
• Fenitoina: nevralgie del trigemino, aritmie cardiache
• Valproato: stati depressivi, turbe del carattere
• Gabapentin: trattamento del dolore neuropatico in adulti, inoltre ha prove di
efficacia in nevralgie post-erpetiche e nella neuropatia diabetica.
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Gli Antidepressivi
Antidepressivi triciclici:
SSRI:
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MAO-inibitori:
Farmaci Antipsicotici
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• I neurolettici tradizionali sono più efficaci nel trattare i sintomi positivi della
schizofrenia (allucinazioni, delirio etc.) mentre i farmaci recenti hanno maggiore
efficacia sui disturbi negativi (distacco dalla realtà).
• I neurolettici sono utili nel trattamento della nausea indotta da farmaci
• Possono essere usati come tranquillanti per controllare comportamenti violenti
• Trattamento del dolore cronico (spesso in associazione ad analgesici oppiacei)
• La cloropramazina è efficace nel trattamento del singhiozzo incoercibile
Gli effetti avversi compaiono nell'80% circa dei trattati e sono:
• Effetti sul sistema nervoso autonomo: xerostomia, stipsi, ipotensione ortostatica,
midriasi
• Effetti sul sistema nervoso centrale: disturbi extrapiramidali, discinesia (può
essere tardiva – comparsa anni dopo il trattamento), acatisia.
• Effetti sul sistema endocrino: il blocco dopaminergico aumenta la secrezione di
prolattina percui possono comparire amenorrea, galattorrea, infertilità, disfunzioni
erettili.
I farmaci analgesici e composti affini sono distinti in base alla forza della loro
azione sui recettori delle endorfine in:
• Agonisti forti: eroina, metadone, alfetanil, meperidina, morfina, fentanil (durata
d'azione di 15 minuti percui è adatto all'impiego in anestesia)
• Agonisti lievi/moderati: codeina, oxycodone, propoxyfene (non in uso)
• Agonisti parziali e agonisti/antagonisti misti: sono farmaci che ad alte dosi
possono avere effetti antagonisti, comprendono: pentazocina, buprenorfina,
nalbufina, butorfanolo
• Antagonisti: naloxone (Narcan), naltrexone
• Altri analgesici: tramadolo – dal punto di vista legale non è un oppiaceo.
I farmaci analgesici di queste classi agiscono sui recettori μ, κ, e σ con forza diversa. Ad
esempio morfina, codeina, eroina e fentanil esplicano la loro principale azione sui
recettori μ. Gli effetti sono leggermente diversi per i tre recettori:
• μ: analgesia sovraspinale, depressione respiratoria per riduzione della sensibilità
alla CO2, riduzione della motilità gastrointestinale (per aumento del tono
muscolare liscio), euforia, sedazione, miosi.
• κ: sedazione, disforia, costrizione pupillare, analgesia spinale
• σ: disforia, allucinazioni, effetti psicosomatici, dilatazione pupillare
Gli antagonisti (naloxone) hanno attività su tutti e tre i tipi recettoriali.
30
L'azione degli oppiacei si esplica sui recettori endorfinici presinaptici e
postsinaptici modulanti. A livello presinaptico l'attivazione del recettore riduce l'influsso di
Ca++ nella terminazione nervosa e questo comporta una riduzione nella liberazione del
glutammato (neurotrasmettitore eccitatorio). L'attivazione del recettore endorfinico
postsinaptico invece apre i canali di K+ potenziandone l'efflusso percui viene ridotta la
risposta eccitatoria del neurone postsinaptico al glutammato (Glu). L'effetto complessivo
di queste azioni è una riduzione della neurotrasmissione eccitatoria mediata da Glu.
Inoltre gli analgesici oppiacei possono provocare la liberazione di istamina.
Effetti avversi:
Tutti gli oppiacei danno luogo a fenomeni di tolleranza e di dipendenza. Le
maggiori probabilità di dipendenza si hanno per morfina, eroina, meperidina e fentanil
(tutti agonisti forti). Altri effetti avversi oltre la dipendenza sono:
• Stipsi
• Sedazione
• Nausea e vomito
• Ritenzione urinaria
• Depressione respiratoria
Interazioni:
Ci sono molte interazioni con molti farmaci, le più importanti sono:
• MAO-inibitori
• Sedativi-ipnotici: potenziamento della depressione dell'SNC
• Antidepressivi triciclici, antipsicotici: aumentata sedazione e variabili effetti sulla
depressione respiratoria.
Tolleranza:
Non tutti gli effetti degli oppiacei sono soggetti allo stesso modo alla tolleranza.
Infatti la tolleranza è minima per miosi, stipsi, convulsioni e altre azioni di tipo
antagonistico su altri recettori. Nel contempo gli effetti analgesici, sedativi, caratteriali
(euforia), depressori della respirazione, nauseante, emetico e antitussigeno sono
soggetti maggiormente alla tolleranza percui per avere lo stesso effetto bisogna
aumentare la dose. La tolleranza varia in base alla risposta fisiologica del soggetto, in
base alla dose e la frequenza di assunzione. I meccanismi coinvolti nella tolleranza sono:
o Induzione degli enzimi farmacometabolizzanti epatici: non è il meccanismo
principale perche il metabolismo può essere indotto fino a 5-6 volte al massimo.
o Down-regulation dei recettori degli oppiacei
o Condizionamento ambientale e sensibilizzazione comportamentale danno
tolleranza condizionata e reversibile agli effetti degli oppiacei
La tolleranza è ovviamente crociata nei confronti di tutti gli oppiacei ma non si estende
alle altre classi di stupefacenti.
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Astinenza:
La crisi d'astinenza è scatenata facilmente nei dipendenti tramite l'iniezione di
naloxone. La crisi è dovuta alla mancanza degli effetti abituali dell'oppiaceo che
comporta una marcata riduzione della liberazione di dopamina dal nucleo accumbens e
quindi una forte attivazione noradrenergica. La crisi dd'astinenza da oppiacei non è
ritenuta pericolosa per la vita come quella da alcool. I sintomi sperimentati però sono
gravi e difficilmente tollerabili dal soggetto: fevvre con brividi, nausea e vomito, iperpnea,
"craving" per la sostanza, dolori diffusi, crampi, diarrea e insonnia. Alcuni sintomi psichici
dell'astinenza permangono a lungo dopo la crisi.
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Farmaci della Coagulazione
Farmaci Anticoagulanti
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eparine a basso peso molecolare solo una parte delle catene contiene la sequenza di 18
zuccheri percui il rapporto di attività è a favore di quella anti-X.
L'eparina è un inibitore indiretto della trombina perche agisce attivando
l'antitrombina III (AT-III). L'eparina però non agisce sulla trombina combinata ad un
coagulo. L'inibizione dell'attività trombinica esita in un innalzamento dell'aPTT. Altra
attività dell'eparina degna di nota è l'attivazione della protein-lipasi percui ha un'azione
lipochiarificante.
Farmacocinetica:
Alcuni aspetti fondamentali:
• Non può essere somministrata per bocca.
• Somministrata e.v. agisce subito, in somministrazione sottocute richiede 1-2 ore
per entrare in azione.
• Basso volume di distribuzione.
• Emivita breve (ore).
• L'eparina è degradata dal sistema reticolo-endoteliale.
• Non attraversa la placenta e non passa attraverso la barriera ematoecnefalica.
Monitoraggio della terapia:
La risposta individuale all'eparina è poco prevedibile percui è necessario uno
stretto monitoraggio con aPTT (monitoraggio farmacodinamico).
Linee guida:
Per iniziare la terapia eparinica bisogna fare alcuni accertamenti per conoscere i
valori di riferimento prima dell'inizio della terapia: emocromo con formula con particolare
attenzione alle piastrine, aPTT, PT. Passando in terapia cronica ai coagulanti orali
bisogna aspettare 4-5 giorni prima di sospendere l'eparina per permettere ai farmaci di
entrare in azione (INR>2 per 2 giorni consecutivi). In terapia di mantenimento vanno
monitorati l'aPTT e la conta piastrinica. Le controindicazioni sono ovvie – ulcera
sanguinante, alto rischio emorragico.
Reazioni avverse:
• Sanguinamento
• Piastrinopenia immunomediata da eparina: accompagnata da una trombosi
paradossa
• Reazioni da ipersensibilità
• Osteopenia, talora severa, in terapia prolungata
• Innalzamento degli enzimi epatici dopo 5-10 giorni di trattamento
Protamina:
La protamina è un antagonista chimico (non recettoriale) dell'eparina non
frazionata. Per neutralizzare gli effetti vanno rispettati i valori stechiometrici di 1mg di
34
protamina per ogni 100U di eparina. Dal momento che la protamina di per sé ha un
blando effetto anticoagulante devono essere usate le dosi minime necessarie.
Anticoagulanti orali:
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Farmacodinamica:
Gli anticoagulanti orali inibiscono la γ-carbossilazione vitamina K dipendente dei fattori di
coagulazione II, VII, IX e X e pertanto l'effetto del farmaco si ha dopo 3-4 giorni (la
latenza dell'effetto è condizionata dal fattore II che ha l'emivita più lunga – 60 ore). In
trattamento antibiotico l'alterazione della flora batterica intestinale compromette
l'assorbimento della vitamina K percui vengono potenziati gli effetti anticoagulativi.
Farmacocinetica:
Gli anticoagulanti orali hanno un'ottima biodisponibilità, ma anche molte interazioni. Più
del 90% del farmaco è legato a proteine plasmatiche. Questi farmaci hanno un basso Vd
e emivita di 36 ore (acenocumarolo: 10-12 ore). La dose ottimale per ogni paziente è
estremamente variabile e non è determinabile a priori.
Indicazioni:
• Fibrillazione atriale: INR 2-3
• Protesi valvolari biologiche: INR 2-3
• Protesi valvolari meccaniche: INR 3-4,5
• Prevenzione della malattia tromboembolica:
o Prevenzione primaria: INR 1,5-2,5
o Prevenzione secondaria: INR 2-3
Valutazione preterapia:
• Esami della coagulazione, emocromo con formula
• Funzionalità epatica e renale
• Test di gravidanza a tutte le donne in età fertile: il trattamento con questi farmaci
è controindicato nle primo trimestre (attraversano la placenta) e nelle ultime 2
settimane di gestazione in previsione del parto. Una controindicazione ovvia è
un'emorragia maggiore nel mese precedente.
La terapia va iniziata da 5mg/die di warfarin se non è urgente e corretta in base all'INR al
5°-6° giorno. In urgenza bisogna valutare la copertura con eparina e il warfarin è iniziato
con 10mg/die per due giorni seguito da 5mg/die modulato in base all'INR dal 4° giorno.
In caso di iperdosaggio del farmaco il comportamento va guidato dalle seguenti
linee:
• INR<6, no emorragie: sospensione del warfarin per alcuni giorni e riduzione del
dosaggio sotto la guida di INR.
• INR 6-10, no emorragie: sospensione del farmaco, somministrare vitamina K e
ricontrollare INR dopo 24 ore.
• INR<6, emorragie minori: sospendere warfarin, somministrare vitamina K,
ricontrollare INR dopo 24 ore. In caso di maggiore rischio è indicato il ricovero.
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Interazioni:
La dieta influisce molto sulla terapia anticoagulante orale, sono da evitare il prezzemolo e
le verze e va limitato il consumo di broccoli, cavoletti, spinaci e altre verdure ricche di
vitamina K. Tra i farmaci è da ricordare il fenobarbital che induce il metabolismo del
warfarin riducendo l'efficacia dell'anticoagulazione.
Sono farmaci recenti che sono in uso da 5-6 anni. Il loro impiego può rendersi
utile in casi particolari come in presenza di trombocitopenia da eparina accompagnata a
trombosi. Il loro vantaggio sta nella possibilità di somministrazione per via orale, lo
svantaggio è rappresentato da alcuni problemi di tossicità. I farmaci di questa classe
sono:
• Irudina: derivata dalla proteina anticoagulante delle sanguisughe.
• Melagatran
Antiaggreganti Piastrinici
Acido acetilsalicilico:
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Inibitori dell'attivazione da ADP:
Farmaci Fibrinolitici
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Farmacologia Cardiovascolare
Farmaci Antiipertensivi
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resistenze e stimolo alla secrezione di aldosterone che contribuisce al rialzo
pressorio con la ritenzione di sodio e aumento del volume sanguigno.
I β-bloccanti:
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• Glaucoma: timololo per instillazione topica – riduce la produzione dell'umore
acqueo
• Profilassi dell'emicrania: propranololo
• Tireotossicosi: il propranololo è efficace nel ridurre i sintomi
• Profilassi antiaritmica post-IMA: timololo, propranololo, metoprololo
• Tachicardia sopraventricolare: propranololo, acebutololo, esmololo
• Angina pectoris: propranololo, nadololo e altri.
Precauzioni e controindicazioni: vedi antianginosi.
Ca++-antagonisti:
I bloccanti dei canali del calcio hanno un'azione antiipertensiva dal momento che
inducono vasodilatazione, riducono l'inotropismo cardiaco, riducono l'automaticità del
nodo SA e rallentano la conduzione. I bloccanti dei canali del Ca++ sono divisi in alcuni
gruppi:
o Diidropiridine: nifedipina, amlodipina, felodipina e simili. Indicate nell'ipertensione,
nell'angina, nello scompenso e nel trattamento della sindrome di Raynaud.
o Diltiazem: sia diltiazem che verapamil hanno una spiccata azione inotropa
negativa sicché non debbano essere associati ai β-bloccanti.
o Verapamil
Questi differiscono sostanzialmente solo per la loro cinetica. Tutti i Ca++-antagonisti
hanno azione antiipertensiva, la nifedipina ha una spiccata azione vasodilatante percui
induce una tachicardia riflessa mentre il verapamil può deprimere marcatamente la
contrattilità. Tutti i farmaci della categoria riducono le resistenze coronariche.
Bisogna riccordare che le diidropiridine possono peggiorare l'angina sia per la
tachicardia riflessa sia per il fenomeno del furto coronarico – ridistribuzione del flusso a
scapito delle zone precarie.
Farmacocinetica:
Tutti i Ca++-antagonisti sono ben assorbiti (>90%) per via orale e molti sono
metabolizzati dal CYP3A4 percui il loro metabolismo è inibito dal succo di pompelmo.
L'effetto compare entro 1 ora e solo per amlodipina e per felodipina l'assorbimento è più
lento e l'effetto è più duraturo.
Effetti avversi:
o Eccessiva vasodilatazione: flushing, bausea, vomito, vertigini, edemi periferici,
ipotensione.
o Diarrea, tachicardia da diidropiridine, stipsi da verapamil
o In cirrosi la posologia deve essere ridotta per non superare le dosi tossiche
41
Indicazioni:
o Tutti i Ca++-antagonisti sono indicati nell'ipertensione
o Quasi tutti possono essere impiegati nell'angina
o Verapamil e diltiazem sono indicati nelle tachiaritmie sopraventricolari
o Diidropiridine possono essere impiegate nella terapia dello scompenso
o Si possono associare le diidropiridine ai β-bloccanti
ACE-inibitori:
Sartanici:
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trovano impiego nel trattamento dell'ipertensione arteriosa e alcuni farmaci di questa
classe sono indicati nello scompenso congestizio.
Farmaci Diuretici
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Inibitori dell'anidrasi carbonica:
Sono farmaci poco usati che agiscono sull'anidrasi carbonica tubulare e riducono
quindi il contenuto di H+ intracellulare disponibile per lo scambio con Na+ intraluminale. In
questo modo più sodio rimane nel lume favorendo la diuresi.
L'acetazolamide è impiegata nel trattamento di:
• Terapia cronica del glaucoma
• Epilessia: riduce l'intensità e la frequenza degli attacchi
• Previene il mal di montagna (capogiri, nausea)
Diuretici dell'ansa:
Sono i diuretici più efficaci, inibiscono la pompa Na/K/Cl nella parte spessa del
lembo ascendente dell'amsa di Henle (TAL – Thick Ascending Limb). I diuretici dell'ansa
aumentano l'escrezione del sodio filtrato del 20-25%. Inoltre i diuretici dell'ansa
favoriscono l'escrezione di Ca++.
Effetti avversi:
• Ototossicità: sopratutto per furosemide e per acido etacrinico
• Iperuricemia
• Ipocalcemia
• Ipotensione
• Ipokaliemia: i diuretici dell'ansa hanno uno spiccato effetto kaliurico.
Impieghi terapeutici:
• Insufficienza cardiaca
• Edema polmonare acuto in scompenso congestizio
• Trattamento dell'ipercalcemia
Interazioni:
Assieme ai diuretici tiazidici interagiscono con i digitalici con il rischio di aritmie
(aggravato dall'ipokaliemia indotta). Altre interazioni col litio e coi FANS (minore effetto
diuretico). L'ototossicità è sinergica assieme agli aminoglicosidi.
Diuretici tiazidici:
Sono i più usati e i più efficaci nel trattamento dell'ipertensione. Agiscono sul
cotrasportatore Na/Cl del tubulo distale. Il loro effetto consiste nell'escrezione del 5% del
Na+ filtrato. I tiazidici (clorotiazide, indapamide, clortalidone) non hanno effetti calciurici a
differenza dei diuretici dell'ansa, anzi risparmiano il calcio. Effetti avversi:
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• Ipokaliemia
• Ipercalcemia
• Ipotensione
• Iperuricemia
• Aritmie (favorite dall'ipokaliemia)
I tiazidi trovano impiego nel trattamento dell'ipertensione, dello scompenso cardiaco,
della sindrome nefrosica, dell'ipercalciuria e del diabete insipido. Tra le interazioni si
debbano ricordare quelle con i digitalici, il litio e i FANS.
Farmaci Antianginosi
Nitroderivati organici:
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• Nitroglicerina: compresse sublinguali, cerotti o per infusione e.v.
• Isosorbide dinitrato e mononitrato: capsule o compresse per os (a lungo rilascio)
per terapia di mantenimento, hanno emivita di 2-6 ore.
Effetti avversi:
Tra le reazioni avverse nominiamo cefalea, astenia, ipotensione posturale,
manifestazioni cutanee. Ad alte dosi la vasodilatazione arteriolare provoca un'attivazione
simpatica riflessa che peggiora l'apporto ematico con tachicardia e aumento del consumo
di ossigeno.
Interazioni:
Interazioni con sildenafil (Viagra, impiegata anche nel trattamento dell'ipertensione
polmonare) e simili avendo effetti sinergici.
Terapia a lungo termine:
La terapia a lungo termine dell'angina stabile si attua con associazioni di più farmaci:
• Nitroderivati, calcio-antagonisti, beta-bloccanti
• Antiaggreganti e antitrombotici
• Statine e altri presidi volti alla correzione del dismetabolismo
Beta-bloccanti:
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• ISA: alcuni (come il propranololo) sono dotati di una parziale attività agonistica
sul simpatico (ISA – Intrinsic Simpathetic Activity) e danno meno problemi
bradicardici.
Controindicazioni:
• Scompenso cardiaco: salvo indicazioni specifiche (metoprololo, visoprololo etc.)
• Diabete: tendono ad avere effetti iperglicemizzanti (salvo propranololo –
ipoglicemizzante)
• Angina vasospastica
• Bradicardia, blocco AV
• Asma bronchiale
• Disfunzioni erettili
• Withdrawal syndrome: sindrome da rimbalzo alla sospensione della terapia (crisi
ipertensive), percui la sospensione deve essere graduale. La sindrome è
particolarmente frequente per farmaci privi di ISA.
Calcio-antagonisti:
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Associazioni:
Farmaci Inotropi
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I farmaci dello scompenso comprendono:
o ACE-inibitori e sartanici
o Beta-bloccanti
o Diuretici
o Spironolattone
o Vasodilatatori diretti
o Inotropi:
o Digitalici
o Adrenergici
o Inibitori della fosfodiesterasi (PDE): amrinone, milrinone
Digitalici:
I farmaci derivati dalla digitale agiscono inibendo la Na/K ATPasi percui aumenta
il contenuto di Na intracellulare che compromette la forza del gradiente di Na per
l'espulsione di Ca attraverso lo scambiatore Na/Ca. In ultima analisi cresce il Ca++
intracellulare che ottimizza la forza di contrazione delle miofibrille.
I composti digitalici sono due: digossina e digitossina. In clinica si impiega solo la
digossina perche ha effetti più brevi che compaiono dopo 20 minuti, emivita più corta
(circa 30 ore) e basso legame alle proteine plasmatiche (25%).
I digitalici hanno molte interazioni con altri farmaci quali amiodarone, eritromicina,
chinidina, verapamnil e molti altri (inibizione del metabolismo e potenziamento
dell'effetto). Associazioni con alcuni farmaci agiscono sinergicamente con i digitalici
nell'indurre l'ipokaliemia – corticosteroidi, diuretici dell'ansa. L'indice terapeutico della
digitale è basso percui ci vuole attenzione nel monitoraggio della terapia. Bersagli
principali degli effetti avversi dei digitalici:
• Apparato cardiovascolare:
o Aritmie: le extrasistoli sono la prima spia di intossicazione, blocco AV,
aritmie ventricolari. Dal momento che la digitale induce bradicardia (sia
per effetto vagale sia per un diretto effetto cardiaco) e riduce la
conduzione AV può essere impiegata nella fibrillazione atriale.
o Ischemia mesenterica: rara, solamente in soggetti a rischio
o Aggravamento dello scompenso
• Apparato digerente: nausea, vomito, anoressia, diarrea, dolori addominali
• SNC: cefalea, astenia, sonnolenza, nevralgie del trigemino, parestesie,
confusione, delirio, allucinazioni, convulsioni (rari).
• Altro:
o Alterazioni del visus
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o Ginecomastia, turgore mammario
o Eruzioni cutanee, orticaria, trombocitopenia (rara)
L'uso di questi farmaci è limitato al ricovero ospedaliero e non sono indicati per
terapia a lungo termine. Gli ionotropi non digitalici sono.
• β-agonisti: dopamina, dobutamina e simili. Attivano l'adenilato cicllasi e
aumentano il contenuto cellulare in cAMP percui si ha l'attivazione di una protein-
chinasi che fosforila e attiva il canale di Ca++ aumentando l'influsso dello ione.
• Inibitori della PDE: inibiscono la degradazione del cAMP con lo stesso effetto
come i β-agonisti ma con meccanismo leggermente diverso.
Farmaci Antiaritmici
I farmaci antiaritmici sono classificati in 4 classi in base alla loro azione anche se
la maggior parte di queste sostanze hanno più di un'azione condividendo spesso attività
di clasi diverse. Un'altro limite di questa classificazione è la non inclusione di alcuni
aritmici quali la digitale e l'adenosina.
La maggioranza dei
farmaci aritmici agiscono sui
canali ionici coinvolti nel
potenziale d'azione della
miocellula cardiaca.
Classificazione:
• Classe I: flecainamide,
encainamide. Agiscono
sulle correnti rapide di
Na+. Pertanto il loro
effetto sull'ECG è quello di allargare il QRS. I farmaci di classe I sono distinti in
sotttoclassi IA, IB e IC in base al tempo di recupero dal blocco. La flecainamide
appartiene alla sottoclasse IC che è anche dotata da un'attività inotropa negativa.
Appartiene alla classe IA la chinidina che ha anche effetti anti-HERG (classe III)
• Classe II: sono farmaci β-bloccanti, non agiscono su canali ionici: propranololo
(non selettivo), atenololo (β1-selettivo, uso sopratutto antiipertensivo), esmololo
(emivita <10min, uso antiipertensivo in anestesia), sotalolo racemico (il D-sotalolo
invece è un enantiomero puro con la sola attività di classe III).
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• Classe III: amiodarone, sotalolo. Bloccano i canali di K+ coinvolti nella
ripolarizzazione che risulta così allungata – allungamento QT all'ECG.
L'amiodarone (emivita di 13-100 giorni) possiede attività di tutte e 4 le classi
antiaritmiche.
• Classe IV: sono Ca++-antagonisti che bloccano i canali lenti del calcio nella fase
di plateau e pertanto sull'ECG allungano l'intervallo PR: verapamil. La nifedipina
non può essere usata come antiaritmico perche ha scarsa azione sul cuore
(agisce principalmente sui vasi con effetto tachicardizzante riflesso). La classe IV
è contraddistinta da effetti inotropi negativi.
Meccanismi aritmogenici:
Il principale meccanismo alla base delle aritmie è il fenomeno di rientro che si
verifica quando due zone del miocardio vicine si trovano in uno stato elettrofisiologico
diverso percui il potenziale di azione passando per la via con conduzione lenta trova al
ritorno un tessuto eccitabile perpetuando il ciclo. La diversità elettrofisiologica può avere
base anatomica (Sd. di Wolff-Parkinson-White) o funzionale (ischemia ad esempio). La
durata del ciclo corrisponde alla cosidetta lunghezza d'onda del rientro. Una volta l'onda
della depolarizzazione incontra una zona refrattaria il circuito si ferma ("l'onda si morde la
coda"). I farmaci antiaritmici appunto sono volti ad allungare il periodo refrattario della
fibra o rallentare la velocità di conduzione in modo da allungare la lunghezza d'onda. Il
principio della terapia si basa sulla formula:
51
• Ipokaliemia: da diuretici tiazidici e furosemide o da farmaci ipokaliemizzanti come
insulina iniettabile, β-agonisti.
• Ipotiroidismo
• Alcune cardiopatie
Ci sono delle interazioni tra farmaci con effetti sui canali HERG che possono essere
pericolose. Un esempio classico è quello di eritromicina (o claritromicina che è un
antibiotico sostanzialmente simile) e terfenadina (antiistaminico anti-H1 con una discreta
attività anti-HERG). L'eritromicina blocca il metabolismo della terfenadina che si
accumula e acquisisce un potente effetto anti-HERG. A questo va aggiunta la modesta
attività bloccante su questi canali di K+ esercitata dalla stessa eritromicina. Il risultato è
una complessa interazione farmacocientica e farmacodinamica.
Antiaritmici di classe I:
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chinidina è di classe I ma possiede anche attività di classe III, attività vagolitica e α-
bloccante. Effetti avversi: gastroenterici e torsioni di punta.
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Farmacologia del Sistema Endocrino
Farmaci Antidiabetici
Analoghi dell'insulina:
54
dal sottocute. Bisogna inoltre ricordare che nei pazienti diabetici l'uso di β-bloccanti è
assolutamente controindicato perche compromettono la percezione dei sintomi
ipoglicemici da parte del paziente e ciò può condurre ad una gestione non ottimale del
bilancio glicemico.
Farmacocinetica:
L'insulina si trova nelle preparazioni farmaceutiche in forma esamerica mentre
nel plasma è sotto forma di monomeri. Il metabolismo è essenzialmente epatico e il
tempo di emivita per via endovenosa è di alcuni minuti. Il volulme di distribuzione
corrisponde al volume dei liquidi extracellulari. A livello glomerulare l'insulina è filtrata e
riassorbita dal tubulo prossimale.
Preparazioni insuliniche:
Le preparazioni insuliniche differiscono tra loro per l'inizio dell'effetto, la durata
dell'effetto. La distinzione fondamentale è per la durata d'azione:
• Breve durata: 6-8 ore, soluzioni (limpide) di insulina, l'inizio dell'effetto si ha già
dopo 30 minuti. Esempio: lispro (insulina rapida, azione di 1-2 ore), a durata
breve – Regular.
• Durata intermedia: 15-22 ore, latenza di 1-2 ore prima della comparsa dell'effetto,
sono sospensioni di Zn-insulina (sospensioni torbide o lattiscenti). Esempio: NPH
(insulina-protamina)
• Lunga durata: 18-24 ore, latenza di 1-2 ore, sono sospensioni di insulina-
protamina. Le insuline a lunga durata come insulina glargine non si possono
somministrare per via endovenosa per il rischio di ipoglicemia indotta.
• Miscele bifasiche: miscele di insulina rapida e di quella lenta percui l'inizio
d'azione si ha dopo 30 minuti e l'effetto dura per 18-24 ore.
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Indicazioni alla terapia insulinica:
• DM insulino dipendente e non
• Situazioni di emergenza
• Diabete post-pancreasectomia
• Diabete gestazionale
La terapia dell'iperglicemia acuta chetoacidotica si articola in più presidi:
• Idratazione con fisiologica e somministrazione di K+
• Insulina e.v.
• Bicarbonato se il pH scende sotto il 7
• Monitoraggio della glicemia e della kaliemia
Monitoraggio della terapia:
La terapia antidiabetica con insulina va monitorata con il controllo della glicemia,
il dosaggio dell'HbA1C e la valutazione delle complicanze a lungo termine del diabete.
Reazioni avverse:
• Ipoglicemia
• Allergia: con le nuove preparazioni questo rischio è marginale
• Lipoatrofia e lipoipertrofia nel sito di iniezione
• Aumento ponderale
Sulfaniluree:
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Biguanidi:
Si tratta della metformina (si usa nel trattamento del diabete di tipo II) che ha
azione ipoglicemizzante dal momento che sensibilizza il GLUT-4 all'azione dell'insulina e
incrementa anche l'utilizzo intestinale del glucosio. La metformina è filtrata e secreta a
livello renale.
La somministrazione di metformina è controindicata in acidosi lattica, in
insufficienza renale e cardiaca.
La biodisponibilità della metformina è attorno al 50-60% per via orale, ha bassa
affinità alle proteine plasmatiche. Il farmaco non viene metabolizzato e ha un'alta
clearance renale. Il tempo di emivita oscilla tra 1,5h e 4,5h.
Glitazoni:
Acarbose:
Farmaci Antidislipemici
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rabdomiolisi (accresciuto in associaizone ai fibrati) per quanto raro debba essere
preso in considerazione (monitoraggio con CPK plasmatica). Le statine agiscono
inibendo l'ezima limitante della sintesi epatica del colesterolo che è l'HMG-CoA
reduttasi percui l'effetto finale è ipocolesterolemizzante in quanto il blocco
enzimatico induce un'aumentata espressione dei recettori per le LDL sulla
superficie dell'epatocita. Solo per simvastatina e pravastatina è stata dimostrata
una significativa riduzione di mortalità cardiovascolare. Le stesse due statine
sono le uniche che trovano indicazioni nei casi selezionati della prevenzione
primaria. A lungo andare l'inibizione dell'enzima chiave porta ad una upregulation
della sintesi dell'enzima che resta comunque bloccato dal farmaco e l'effetto della
riduzione del colesterolo plasmatico non cessa. Quasi tutte le statine sono
metabolizzate dal CYP3A4 percui va posta attenzione alle associazioni di farmaci
metabolizzati dallo stesso sistema e ai farmaci inibitori enzimatici
• Fibrati: hanno effetto ipotrigliceridemizzante
• Resine: colestiramina, sequestrano gli acidi biliari nel lume intestinale
impedendone il ricircolo enteroepatico percui il consumo del colesterolo per la
risintesi degli stessi acidi biliari cresce con un effetto ipocolesterolemizzante. Le
resine pongono alla considerazione due problemi principali: le alterazioni dell'alvo
e il loro potere chelante percui possono chelare farmaci somministrati per via
orale.
• Acido nicotinico: usato sopratutto all'estero e ha effetto ipotrigliceridemizzante
• Ezitimibe: inibisce l'assornimento del colesterolo a livello intestinale
Farmaci Antitiroidei
I principi attivi utilizzati negli stati ipertiroidei con eccesiva produzione di ormoni
tiroidei sono le tionamidi: propiltiouracile, carbimazolo e metimazolo. Tutti e tre agiscono
sul processo della perossidazione tiroidea e quindi compromettono la iodurazione. Solo il
propiltiouracile inibisce anche la deiodurazione periferica (come pure uno degli
enantiomeri del propranololo).
Farmacocinetica:
Propiltiouracile Metimazolo
Emivita plasmatica 75min 4-6hh
Somministrazione 1-4 volte/die 1-2 volte/die
Passaggio transplacentare basso (preferito in aumentato
gravidanza)
58
Livelli nel latte materno bassi alti
Legame alle proteine 75% 0%
Effetti avversi:
Gli effetti avversi maggiori sono rari e comprendono
• Agranulocitosi
• Lupus farmaco-indotto
• Danno epatico
Iodio 131:
Usato nel trattamento degli stati ipertiroidei, è molto selettivo in quanto captato
selettivamente dalle cellule follicolari tiroidei. Agisce emettendo radiazioni beta e gamma
nel suo decadimento. L'effetto terapeutico è dovuto in larga misura ai raggi beta che
inducono la necrosi delle cellule colpite che evolve successivamente in fibrosi. L'emivita
è di 8 giorni. Il radioiodio è disponibile in soluzioni o in capsule gelatinose.
59
attiva non è possibile. Il dosaggio è di 400UI/die e 1gr Ca++ al giorno (1/4 di litro di
latte)
• Bifosfonati
• Estrogeni: in discussione
• Calcitonina
• Modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERMs – Selective Estrogen-
Receptor Modulators)
• Analoghi del PTH: la teriparatide in somministrazione pulsatile si è dimostrata
efficace nello stimolare gli osteoblasti. Non ci sono ancora dati della sua efficacia
rispetto ai farmaci attualmente in uso.
Estrogeni:
Calcitonina:
Bifosfonati:
60
Gli effetti avversi dei bifosfonati includono:
• Lesività gastroesofagea: pertanto vanno seguite le regole dell'assunzione
• Sintomi simil-influenzali in somministrazioni endovenose
• Ipocalcemia
SERMs:
I modulatori dei recettori estrogenici come il raloxifene sono degli agonisti parziali
a seconda del tessuto bersaglio:
• Proprietà estrogeno-simili nell'osso
• Non stimola l'endometrio
• Antiestrogeno nel tessuto mammario
Il raloxifene non ha effetto sui sintomi climaterici ma riduce il rischio di carcinoma
mammario e endometriale. Sia il raloxifene che gli estrogeni riducono il colesterolo LDL
ma aumentano il rischio cardiovascolare inducendo una lieve ipercoagulabilità.
Estroprogestinici Anticoncezionali
Meccanismo d'azione:
61
pertanto il principale meccanismo delle loro azione consiste nelle alterazioni del muco
cervicale e dell'endometrio.
Farmacocinetica:
Farmacodinamica:
62
o Transcortina
In virtù di queste modificazioni metaboliche prima di prescrivere questi farmaci bisogna
accertare l'assenza di altri fattori di rischio cardiovascolari: età superiore a 35 anni, fumo,
diatesi trombofiliche.
Gli estroprogestinici interagiscono con altri farmaci metabolizzati dal CYP3A4
come fenobarbital e la rifampicina (induttori enzimatici), e sono da ricordare le influenze
degli antibiotici dovute all'alterazione del ricircolo enteroepatico (sopratutto ampicillina).
Considerazioni generali:
pro contra
Contraccezione efficace Rischi cardiovascolari
Riduzione dei dolori mestruali Aumentato rischio del carcinoma della
cervice uterina e di epatomi
Ridotto rischio di carcinomi ovarici e Ritenzione idrica e aumento di peso
endometriali
Riduzione del rischio dell'osteoporosi Riduzione del desiderio sessuale
Miglioramento delle cisti ovariche e Secchezza vaginale
mammarie
Miglioramento dell'acne Calcolosi biliare
Preparazioni:
63
Controindicazioni e precauzioni:
64
Farmaci Antiasmatici
Agonisti β2:
65
Farmacocinetica:
Questi farmaci sono disponibili in preparazioni per inalazione (aerosol o polveri) e
in situazioni particolari si possono impiegare preparazioni orali ed endovenose. Per
quanto riguardano gli aerosol per essere efficaci ed arrivare fino alle vie aeree terminali
le particelle devono essere di dimensioni di 1-5 micron (particelle più grandi si depositano
sullla parete orofaringea, quelle più piccole sono espulse nell'espirazione).
Indicazioni:
o Asma lieve-moderato: beta2-agonisti short-acting al bisogno o per prevenzione di
un attacco imminente.
o Asma medio-grave: beta2-agonisti long-acting associati ai cortisonici
o Asma acuto: short-acting in associazione con cortisonici inalatori
o BPCO: ci sono indicazioni per terapia con alcuni beta2-agonisti a lunga durata
Effetti avversi:
o Tachicardia: effetto di stimolazione β1. Il QT si allunga (anche per l'ipokaliemia
indotta) predisponendo all'insorgenza di torsioni di punta.
o Tremori muscolari: infatti i β-bloccanti sono indicati nella terapia del tremore
essenziale
o Ipokaliemia
o Stimolazione dela glicolisi e della lipolisi
o La rilevanza clinica della tolleranza non è tuttora chiarita
Glucocorticoidi:
66
2. Non danno grossi effetti sistemici essendo metabolizzati localmente
Effetti avversi:
Sono distinti in locali e sistemici (rari e minori):
• Effetti avversi locali:
o Candidosi orofaringea
o Disfonia per candidosi o distrofia della mucosa laringea
o Tosse e broncocostrizione: dovuti agli effetti irritanti dei gas propellenti
delle bombolette
• Effetti avversi sistemici: sono molto contenuti e compaiono solo a dosi molto alte
e assunzioni prolungate.
Anticolinergici:
Sono usati gli anticolinergici antimuscarinici con azioni atropinosimili che non
hanno effetti sostanziali sui recettori nicotinici del SNC (come i curari). Gli effetti
antimuscarinici sono riconducibili perlopiù al blocco vagale:
• Tachicardia
• Midriasi
• Rilasciamento della muscolatura liscia viscerale
• Broncodilatazione
• Effetto antisecretivo
Gli anticolinergici antiasmatici (ipratropio bromuro, ossitropio bromuro) hanno pochi effetti
centrali perche sono molecole molto cariche e non attraversano facilmente la barriera
ematoencefalica. L'efficacia di questi vagolitici nell'asma presuppone che in linea teorica
la fisiopatologia abbia un coinvolgimento prevalente del tono vagale. La terapia con β-
agonisti invece è efficace comunque perche agisce direttamente dilatando i bronchi.
Questi farmaci (tutte le preparazioni sono per via inalatoria) sono molto idrofili e
sono poco assorbiti nel circolo sistemico, pertanto gli effetti avversi (tachicardia,
secchezza delle fauci) sono rari e di entità modesta. In clinica sono impiegati in
associazione con β-agonisti o in monoterapia se un β-agonista non può essere utilizzato.
Xantine:
67
In acuto possono essere usati per infusione endovenosa (gravati da maggiori
effetti cardiaci) ma la via abituale è quella orale. Il range terapeutico delle xantine è molto
stretto (10-20mg/L) e le preparazioni orali sono caratterizzate da ampie oscillazioni delle
concentrazioni plasmatiche del farmaco. I primi effetti collaterali quali nausea e vomito
compaiono già a concentrazioni di 12-13mg/L di farmaco. Altri effetti collaterali sono
insonnia e palpitazioni. Alcune preparazioni a lento rilascio garantiscono oscillazioni
minori della concentrazione plasmatica e sono meglio tollerate. Superando la
concentrazione di 20mg/L gli effetti avversi diventano più marcati: cefalea, nausea e
vomito, pirosi, aggravamento del reflusso gastroesofageo. Nel sovraddosaggio si hanno
convulsioni e aritmie potenzialmente letali.
Le xantine sono metabolizzate dal fegato e il loro metabolismo è accelerato in
fumatori (la nicotina è una xantina) percui cresce la clearance e bisogna aggiustare la
posologia.
Cromoglicato e nedocromile:
Terapia dell'asma:
68
• III° livello: mantenimento con cortisonici inalatori ad alte dosi (o a dosi standard in
associazione con β-agonisti a lunga durata) e β-agonisti a breve durata al
bisogno
• IV° livello: alla terapia di mantemineto si agiungono per via orale xantine,
anticolinergici, cromoglicato o β2-agonisti orali.
• V° livello: prednisolone per bocca (una volta al giorno) e β-agonisti short-acting al
bisogno.
69
Chemioterapia Antiinfettiva
La terpia antimicrobica si basa sulla tossicità selettiva dei farmaci antiinfettivi che
sfruttano le differenze biochimiche tra i microorganismi e l'organismo umano. Nella
selezione del farmaco antiinfettivo bisogna tener conto di alcuni fattori:
• Lo stato immunitario del paziente: i farmaci antiifettivi possono ridurre la
popolazione infettante ma il compito finale dell'eliminazione del germe spetta al
sistema immunitario.
• Patologie concomitanti come insuficienza renale o epatica
• Lo stato di perfusione della sede dell'infezione
• Gravidanza o allattamento: tutti gli antibiotici attraversano la placenta ma sono
problematiche solo le tetracicline che si fissano agli abbozzi ossei e dentari e
possono causare ritardi dell'ossificazione e malformazioni della dentizione.
• Età del paziente
• Sede dell'infezione: molti antibiotici difficilmente raggiungono concentrazioni
efficaci nell'SNC, nell'osso e nella prostata anche se la flogosi facilita la
penetrazione.
70
• Farmaci che agiscono sulla sintesi della parete cellulare: sono battericidi e
agiscono sopratutto in fase di attiva crescita:
o Penicilline
o Cefalosporine
o Antimicotici
o Imidaziolici
• Farmaci che alterano la permeabilità della membrana: sono detergenti quali la
polimixina, antimicotici polienici (nistatina, amfotericina B)
• Farmaci che alterano la funzione ribosomiale 30S e 50S: inibiscono
irreversibilmente la sintesi proteica e sono batteriostatici
• Farmaci che legano la subunità 30S: battericidi perche distorgono la sintesi
proteica – aminoglicosidi
• Farmaci che alterano il metabolismo degli acidi nucleici: chinolonici, rifamicine
• Farmaci che bloccano vie metaboliche essenziali: sulfamidici, trimetoprim che
bloccano il metabolismo dei folati e sono batteriostatici.
• Analoghi degli acidi nucleici: ganciclovir, aciclovir, zidovudina, vidarabina. Essi
bloccano gli enzimi necessari per la sintesi del DNA.
Il successo della terapia antiinefttiva dipende in primo luogo dalla capacità del
farmaco di raggiungere
concentrazioni efficaci in
situ senza raggiungere
perlatro la dose tossica
per l'organismo. Se la
dose efficace contro un
dato germe supera la
dose tossica per
l'organismo il
microorganismo è
considerato resistente a
tale farmaco. I fenomeni
di resistenza derivano da
mutazioni e trasduzioni
che esitano in:
71
• Bersagli molecolari alterati
• Ridotto accumulo del farmaco:
o Ridotta penetrazione
o Meccanismi di espulsione
• Inattivazione enzimatica del farmaco: β-lattamasi batteriche ad esempio
Effetto Post-Antibiotico:
Spettro:
Effetti avversi:
La tossicità selettiva non è assoluta e pertanto gli effetti avversi possono essere:
• Ipersensibilità: da orticaria ad anafilassi (penicilline ad esempio)
• Tossicità diretta: aminoglicosidi (oto- e nefrotossicità)
• Sovrainfezioni: le alterazioni della flora batterica intestinale e delle vie respiratorie
superiori in terapia con farmaci ad ampio spettro facilitano le sovrainfezioni,
sopratutto micotiche.
Profilassi antibiotica:
72
• Prevenzione dell'infezione streptococcica in pazienti con una pregressa malattia
reumatica
• Prevenzione prima delle manovre odontoiatriche in portatori di protesi valvolari
• Prevenzione della tubercolosi e della meningite in esposti
• Prima di chirurgia "sporca": gastointestinale, ginecologica, ortopedica
• Protezione del feto in madri HIV+ con zidovudina
Penicilline:
73
• Cocchi gram-: neisserie
• Anaerobi: Clostridium perfrigens
• Spirochete: T. pallidum (non sono descritti ceppi resistenti)
Le penicilline stabili alle β-lattamasi sono dette penicilline antistafilococciche perche lo
stafilococco produce le β-lattamasi. Le penicilline antipseudomonas sono la piperacillina
e la ticarcillina. L'ampicillina è l'antibiotico di prima scelta nella terapia dell'infezione da
Salmonella typhi.
Effetti avversi:
• Reazioni di ipersensibilità: fino allo shock anafilattico
• Diarrea: sopratutto da penicilline a spettro esteso (amoxicillina, ampicillina)
• Nefrotossicità
• Neurotossicità: può comparire a dosi molto elevate
• Emotossicità: rara
• Alterazioni elettrolitiche: rara, è più frequente nelle cefalosporine
Resistenza:
I meccanismi di resistenza possono essere:
• Ceppi privi di parete cellulare che sono quindi naturalmente insensibili
• Ceppi con bassa
permeabilità al
farmaco
• Resistenza acquisita:
produzione di β-
lattamasi, alterazioni
delle proteine di
legame (penicillin-
binding proteins) o
ridotta permeabilità.
Cefalosporine:
74
Spettro:
Dalla III° generazione è persa l'attività contro i gram+ ma compare quella
antipseudomonas. La I° generazione ha attività contro i gram+ e contro bacilli gram-, la
seconda generazione è attiva anche contro i cocchi gram-.
Farmacocinetica:
Le cefalosporine non penetrano nel liquido cefalorachidiano (salvo quelle di terza
generazione) e sono disponibili in preparazioni e.v., i.m. e orali. Alcune cefalosporine
sono eliminate per via biliare ma la maggioranza è escreta immodificata nelle urine.
Altri β-lattamici:
Vancomicina:
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Tetracicline:
Le tetracicline hanno il più largo spettro d'attività tra tutti gli antibiotici. Sono poco
attive solo sui cocchi gram+ mentre sono efficaci contro numerosi gruppi minori come
chlamidie, micoplasmi, actinomiceti, spirochete, rikettsie e amebe (alterando la flora
batterica compromettono la sopravvivenza delle amebe).
La minociclina raggiunge alte concentrazioni nel liquor e ha pertanto una
maggiore neurotossicità. Le tetracicline si eliminano con la bile, vengono riassorbite e
escrete per via renale.
É importante somministrare le tetracicline lontano dai pasti perche l'associazione
ai latticini (sopratutto) o agli antiacidi riduce l'assorbimento del farmaco a livelli minimi.
Effetti avversi:
• Effetti sui tessuti calcificati: le tetracicline si fissano all'osso (ritardano
l'accrescimento) e ai denti (interferiscono con la dentizione). Pertanto sono
farmaci controindicati in gravidanza e durante l'accrescimento (attraversano
facilmente la placenta).
• Epigastralgia
• Danno epatico fino all'insufficienza epatica acuta e coma epatico
• Fotosensibilità
76
• Danni vestibolari
• Sovrainfezioni fungine in trattamenti prolungati
Cloramfenicolo:
Macrolidi:
Aminoglicosidi:
77
solito sono impiegati in terapia combinata con un β-lattamico (molto efficace
nell'endocardite subacuta da Streptococcus viridans).
Gli aminoglicosidi sono eliminati immodificati per via renale grazie alla sola
filtrazione glomerulare percui bisogna prestare attenzione alla funzionalità renale e al
dosaggio. La neomicina ha una maggiore nefrotossicità e va usata solo per os (azione
topica). Come tutti gli antibiotici attraversano la placenta.
Effetti avversi:
• Nefrotossicità: fino alla necrosi tubulare acuta
• Ototossicità: danno vestibolare e cocleare irreversibile, aggravato dai diuretici
dell'ansa e dal cisplatino.
• Paralisi neuromuscolare: a dosi elevate in somministrazione intraperitoneale o
intrapleurica possono avere effetti curaro-simili (riduzione della liberazione di
acetilcolina).
• Reazioni allergiche: dermatite da contatto in applicazioni topiche di neomicina
Questa classe di antibiotici comprende gli inibitori della sintesi dei folati
(sulfamidici) e gli inibitori della tetraidrofolato-reduttasi (trimetoprim). I sulfamidici sono
analoghi del
paraaminobenzoato
(precursore in sintesi
dell'acido folico) mentre il
trimetoprim è un analogo
dell'acido folico. Visto ciò il
trimetoprim potenzia
l'azione dei sulfamidici.
Gli usi terapeutici
dei sulfamidici sono limitati:
• Infezioni urinarie
non complicate
• Chlamidie: anche
in applicazioni topiche contro il tracoma
• Actinomiceti e nocardie
I sulfamidici penetrano facimente attraverso la barriera ematoencefalica e sono eliminati
per via renale (grazie alla sola filtrazione, come gli aminoglicosidi) previa acetilazione del
78
loro gruppo amminico. Questa tappa metabolica abolisce l'attività antibatterica e rende il
famaco poco solubile e intento a precipitare nei tubuli renali.
La resistenza ai sulfamidici non è una rarità e i meccanismi sono:
• Folato-sintetasi modificata
• Ridotta captazione del farmaco
• Aumentata sintesi del para-amino-benzoato
Effetti avversi:
• Danno renale per cristallizzazione: i farmaci usati attualmente (sulfametoxazolo e
sulfisoxazolo) sono più solubili
• Ipersensibilità: angioedema, allergia crociata con altri farmaci a struttura simile
(tiazidi, inibitori dell'anidrasi carbonica, diazossido, sulfaniluree)
• Anemia emolitica in portatori di deficienza della G6PD
• Ittero nucleare nel neonato: i sulfamidici hanno un'alta affinità alle proteine
plasmatiche e possono spiazzare la bilirubina nel neonato (i sistemi di
detossificazaione sono immature). Nello stesso modo possono essere spiazzati
altri farmaci con alto legame proteico.
L'associazione tra sulfametoxazolo e trimetoprim va sotto il nome di cotrimoxazolo e ha
aumentata efficacia con cinetica simile ai sulfamidici e spettro simile. Gli effetti avversi si
riassumono in manifestazioni cutanee, gastroenteriche ed ematologiche.
Chinolonici:
Gli impieghi terapeutici dei chinolonici sono (in riferimento alla ciprofloxacina):
79
o Antrace: la ciprofloxacina è il farmaco di scelta per la profilassi post-esposizione.
In alternativa si usa la doxicillina (tetraciclina a basso dosaggio)
o Gonorrea
o Infezioni del tratto gastroenterrico
o Infezioni respiratorie persistenti che non rispondono ai β-lattamici, i chinolonici
non sono quindi di prima linea.
o Infezioni del tratto urinario
Meccanismo d'azione: i chinolonici agiscono inibendo la topoisomerasi II (DNA girasi)
batterica.
Farmacocinetica: i chinolonici sono somministrati per via orale o per via endovenosa. I
metaboliti sono eliminati nella bile e nelle urine.
Effetti avversi:
o SNC: i più frequenti effetti avversi sono cefalea, nausea ed epilessia
o Nefrotosicità a dosi elevate
o Fotosensibilità fino all'epidermolisi
o Rotture tendinee: sono stati documentate rotture del tendine d'Achille.
o Tropismo per la cartilagine articolare: controindicati in gravidanza e prima di 18
anni.
Interazioni: i chinolonici inibiscono il citocromo p450 (possono aumentare i livelli di
warfarin, ciclosporina) e interferiscono con l'assorbimento di farmaci contenenti Zn e Al
Antisettici urinari:
Antimicobatterici
80
o Streptomicina (aminoglicoside)
o Rifampicina
o Isoniazide
o Pirazinamide
Come farmaci di seconda linea possiamo nominare: PAS (acido paraaminosalicilico),
cicloserina, etionamide e altri.
Il trattamento della tubercolosi si fa con una polichemioterapia (preferibilmente
con almeno due farmaci battericidi) per prevenire l'emergenza dei ceppi resistenti. Il
trattamento va oltre la scomparsa clinica della malattia (mesi) in quanto il micobatterio è
un batterio a lenta crescita.
Isoniazide:
81
Rifampicina:
Pirazinamide:
Etambutamolo:
82
• Cicloserina: analogo della D-alanina che inibisce la sintesi della parete.
Antimicotici
I farmaci per il trattamento delle micosi sono distinti in farmaci per le micosi
cutanee e farmaci per le micosi profonde (sottocutanee o sistemiche).
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• Emotossicità: neutropenia, trombocitopenia, depressione midollare
• Disfunzione epatica
• Disturbi gastrointestinali
Nistatina: affine all'amfotericina B masi usa solo per via topica (anche per via orale
perche non viene assorbita – candidosi orale, esofagea).
Griseofulvina: è un farmaco che si usa per via orale per tattare le micosi superficiali
perche la griseofulvina viene assorbita e si accumula nelle cellule cheratinizzate. Perciò
l'effetto non è immediato ma richede il rimpiazzo degli strati cheratinizzati precedenti.
Entra nelle cellule fungine con un meccanismo di trasporto energia-dipendente e
interagisce con i microtubuli impedendo la replicazione.
La griseofulvina è attiva anche contro le specie di Trychophyton e Microsporon. È
da notare che il farmaco induce il p450. effetti avversi:
• La griseofulvina è teratogena in animali da laboratorio
• Epatotossicità
Antivirali
84
o Amantidina
o Rimantadina
• Antivirali per infezioni epatiche:
o Ribavirina
o Adepovir
o Lamivudina
o Interferone-α
• Antivirali antierpetici (HSV e CMV):
o Aciclovir
o Ganciclovir
o Foscarnet
• Anti-HIV:
o Inibitori della trascrittasi inversa
o Inibitori della proteasi
o Inibitori della fusione
Questi farmaci sono volti contro le infezione dai virus influenzali A e B e dal virus
respiratorio sinciziale (VRS).
Zanamivir, oseltamavir: sono inibitori selettivi della neuroaminidasi che sono stati
proposti anche per trattare le infezioni dal virus H5N1 dell'influenza aviaria. L'oseltamavir
è somministrato per via orale, lo zanamivir per via inalatoria. La loro efficacia è
dimostrata se somministrati entro 48 ore dall'insorgenza dei sintomi e accorciano la
durata della malattia di 1,5 giorni in media. Entrambi i farmaci sono eliminati immodificati
nelle urine, non ci sono segnalazioni di significative interazioni. Gli effetti avversi noti
sono nausea e disturbi gastrointestinali.
85
sintesi di mRNA virale. Va usata per via orale o e.v. e l'effetto avverso più importante è
l'anemia dose-dipendente.
Antierpetici:
Aciclovir: analogo della guanosina, si somministra per via orale (la più comune), e.v.,
topica sotto forma di creme e pomate. Si usa anche nella profilassi in pazienti trapiantati.
La via endovenosa (gravata da nefrotossicità) è riservata allo zoster in immunodepressi e
alle encefaliti virali.
Ganciclovir: efficace contro infezioni da CMV e si usa per via endovenosa. Raggiunge il
liquor e può dare come effetto avverso una neutropenia dose-dipendente.
Anti-HIV:
Farmaci Antiprotozoari
Farmaci antimalarici:
86
• Pirimetamina
• Artemisinina
• Sulfamidici come il proguanil
Alcuni farmaci possono sono usati nella chemioprevenzione (primachina, meflochina,
proguanil) mentre altri trovano maggiore impiego nel trattamento dell'attacco malarico
acuto (chinina, clorochina, artemisinina). Alcuni farmaci hanno inizio dell'effetto lento:
proguanil, pirimetamina, sulfamidici accomunati tutti dal meccanismo – sono tutti antifolici.
Uno dei farmaci più usati nella prevenzione è la meflochina dal momento che ci
sono ceppi clorochino-resistenti di Plasmodium. Il regime profilattico consigliato è di
1cp/settimana (250mg) iniziando 1 settimana prima della partenza e proseguendo per 3-
4 settimane dopo il rientro dalla zona a rischio (il proguanil può essere iniziato 1-2 giorni
prima, così come la doxiciclina). Bisogna ricordare che molti antimalarici possono
scatenare una crisi emolitica in soggetti con ridotti livelli di G6PD (glucosio-6-fosfato-
deidrogenasi).
La terapia dell'attacco acuto deve utilizzare almeno due farmaci con un diverso
meccanismo d'azione onde evitare la comparsa della resistenza e per coprire eventuali
infezioni miste da più ceppi del plasmodio.
I farmaci antimalarici possono essere distinti in base alla fase del ciclo vitale del
protozoo sulla quale agiscono:
• Schizonticidi epatici
• Schizonticidi eritrocitari
• Gametocidi
Considerando la prevenzione della malaria nei viaggiatori l'OMS distingue 3 zone
mondiali in base al rischio di contrarre la malattia e alla prevalenza della clorochino-
resistenza:
• Zona A: basso rischio malarico e resistenza poco diffusa, la zona comprende il
Messico e alcune zone della Cina. Il regime profilattico di scelta è basato sulla
clorochina.
• Zona B: basso rischio malarico ma con segnalata resistenza alla clorochina
(India, Nepal, Pakistan), il regime consigliato è clorochina da sola o con proguanil,
oppure pirimetamina con sulfamidico.
• Zona C: alto rischio malarico con diffusa resistenza alla clorochina (Asia, Africa),
la prevenzione consigliata è quella basata sulla meflochina oppure clorochina e
proguanil
Nella profilassi antimalarica bisogna ricordare che la meflochina è controindicarta in
gravidanza e nei bambini; inoltre i livelli del farmaco raggiunti nel latte materno non
offrono una sufficiente protezione del lattante.
87
Primachina: è uno schizonticida tissutale ed è l'unico farmaco in grado di eliminare gli
ipnozoiti epatici; inoltre possiede proprietà gameticide. Mancando di attività sugli
schizonti eritrocitari in terapia dell'attacco malarico deve essere associata ad altri farmaci
(clorochina o meflochina). Il meccanismo d'azione è poco compreso ma sembra agire
tramite un meccanismo ossidativo (agisce da ossidante) e quindi può provocare
metemoglobinemia e emolisi. La primachina è efficace su P. vivax e P. ovale ed è
capace di interrompere la trasmissione della malattia essendo gameticida. Si assorbe
bene per via orale ma per controllare attacchi acuti infusioni e.v. di clorochina o chinina
sono più efficaci. Effetti avversi:
• Anemia emolitica
• Disturbi addominali
• Metemoglobinemia (come i nitrati organici)
• Neutropenia e agranulocitosi
Chinina: l'uso di questo farmaco è riservato a casi di resistenza agli altri presidi vista la
sua elevata tossicità. La chinina è usata in associazione con pirimetamina e sulfadossina.
Gli effetti avversi sono gli stessi della clorochina. Tra le interazioni bisogna ricordare che
sali di alluminio riducono l'assorbimento e che la chinina possa avere effetti curaro-simili.
Se assunta assieme alla digossina i livelli dell'ultima possono essere aumentati.
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Meflochina: è molto utile nel trattamento del Plasmodium falciparum multiresistente. Il
tempo di emivita del farmaco è molto lungo – 17 giorni e gli effetti avversi comprendono
disturbi gastrointestinali e, a dosi elevate, allungamento dell'intervallo QT.
Farmaci antiamebici:
89
Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei
Effetti avversi:
90
mucosa gastrica con minore incidenza di ulcere e di emorragie. Inoltre è stato
dimostrato un danno alla mucosa intestinale da FANS il cui meccanismo è
ancora poco chiarito – sembra derivare da un disaccoppiamento della
fosforilazione ossidativa con un conseguente aumento della permeabilità che
facilita la penetrazione di acidi biliari e dei germi luminali che sostengono i
fenomeni flogistici locali. Clinicamente il danno di traduce in ulcere e stenosi
cicatriziali. Questo tipo di danno mucosale non è ridotto e sembra essere
addirittura maggiore nelle preparazione gastroprotettive (coated e tamponate).
Per evidenziare precocemente i danni la terapia va opportunatamente monitorata
ricercando il sangue occulto oppure con il monitoraggio dei livelli di Hb.
o Danno renale: sia i FANS selettivi che quelli non selettivi hanno lo stesso rischio
di nefrotossicità. La terapia a lungo termine va monitorata con gli indici di
funzionalità renale e il monitoraggio periodico della pressione arteriosa. Bisogna
tener presente che l'uso di FANS riduce l'efficacia di molti farmaci antiipertensivi.
o Epatotossicità: i fenomeni epatotossici si possono verificare con meccanismi
idiosincrasici (dose-dipendenti) oppure con fenomeni allergici veri e propri dose-
indipendenti. Solo il paracetamolo possiede la proprietà di epatotossicità diretta
legata alla dose che compare comunque a dosi molto elevate. La nimesulide
(non selettivo) è il FANS più usato in Italia e la sua epatotossicità rilevata dagli
studi scandinavi non è stata riscontrata in studi italiani su larga scala. Il
monitoraggio della terapia si effettua con le transaminasi. Bisogna ricordare che
ci sono delle interferenze con farmaci epatometabolizzati, sopratutto se seguono
la via del citocromo p450. Sono stati individuati alcuni fattori di rischio per il
manifestarsi dell'epatotossicità:
o Artrite reumatoide
o Età >60 anni
o Sesso femminile
o Aumento delle transaminasi
o Alte dosi del farmaco, anche se le manifestazioni allergiche vere e proprie
non sono dose-dipendenti
o Terapia con altri farmaci, specie se substrati del p450.
o Danno cardiovascolare: l'aumentato rischio di eventi cardiovascolari in terapie a
lungo termine è stato accertato per i COX-2 selettivi (infatti il rofecoxib – Vioxx – è
stato ritirato dal commercio) mentre la significativa di un tale rischio per i farmaci
non selettivi è ancora dibattuta. Ovviamente aspirina a dosi antiaggreganti non
ha questi problemi.
Rispetto ai problemi di tossicità i farmaci FANS non selettivi più sicuri sono ibuprofene e
diclofenac (Voltaren) e per entrambi ci sono in commercio le preparazioni generiche. I
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principi maggiormente gastrolesivi sono azatropazone e piroxicam. Pertanto di fronte alla
scelta di un FANS non selettivo andrebbero prescritti quelli meno gastrolesivi. L'aspirina
a dosi antiinfiammatorie (più di 1,5gr) si colloca a metà dello spettro di gastrolesività.
I fenomeni di tossicità possono essere ridotti al minimo mediante:
• Riduzione della posologia
• Impiego di preparazioni topiche attualmente studiate
• Profilassi con
o Prostaglandine: misoprostol, maltollerato perche spesso induce diarrea e
controindicato in gravidanza in quanto promuove le contrazioni uterine.
o Inibitori della pompa protonica: omeprazole e simili
• Uso di inibitori COX-2 selettivi: calcolando il rischio cardiovascolare
• Uso di analgesici-antiinfiammatori con altri meccanismi d'azione
Farmacodinamica:
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Farmacologia dell'Apparato Gastrointestinale
Farmaci Antiacidi
Classificazione chimica:
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• Rapidità di azione con HCl: la rapidità d'azione dipende alla formulazione
farmaceutica
• Effetti collaterali:
o Alcalosi metabolica da assorbimento sistemico
o Stipsi da alluminio
o Diarrea da magnesio
Meccanismo d'azione:
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sospensione. Gli inibitori della pompa possono essere efficacemente usati nella
prevenzione delle ulcere da FANS.
Tra i farmaci anti-ulcera bisogna includere oltre le classi sopraccitate le prostaglandine e
le associazioni antibiotiche per l'eradicazione dell'H. pylori (con amoxicillina,
claritromicina, metronidazolo o sali di bismuto associati a PPI).
Inibitori di pompa:
Antidopaminergici:
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Levosulpiride: ad alte dosi questo farmaco è neurolettico, a basse dosi si comporta come
antiemetico grazie alla blanda azione anti-D2 e il lieve antagonismo sui 5HT3, procinetico
per il blando agonismo sui recettori 5HT4.
Procinetici:
Ci sono farmaci con altri meccanismi d'azione che hanno solo l'effeto procinetico
essendo degli stimolatori diretti della motilità intestinale – cisapride, eritromicina. La
cisapride stimola i recettori serotoninergici 5HT4 promuovendo così la liberazione di ACh.
Antiemetici:
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