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Farmacologia
Scienza che studia i farmaci e i loro effetti sugli organismi viventi. Scienza applicata alla cura, alla
prevenzione e alla diagnosi delle malattie umane e veterinarie.
(non per forza una sostanza per essere definita ‘’Farmaco’’ deve ‘’curare’’ un determinato casa, può anche
diagnosticare un determinato problema)
Vaccino: sostanza costituita da una piccola parte del virus (Capside= piccola parte che ricopre il virus) che
attiva il sistema immunitario producendo anticorpi/immunoglobuline. *I vaccini come ogni tipo di farmaco
ha degli effetti collaterali.
Effetti collaterali da vaccino (comuni): dolore in sede di iniezione, febbre nelle ore successive alla
somministrazione (24/48h).
Mezzi di contrasto: farmaci utilizzati a scopo diagnostico (anche se non sono considerati mezzi di cura,
anch’essi possono avere degli effetti collaterali.
Farmaco: sostanza chimica dalla struttura nota, che produce un effetto biologico quando somministrata ad
un organismo vivente. Ai farmaci vengono date delle forme farmaceutiche (compresse, capsule, sciroppo
etc.) per poterli somministrare più facilmente. (un farmaco modula funzioni già esistenti all’interno
dell’organismo, non ne crea di nuove).
Dispositivi medici
Nei dispositivi medici è presente un principio attivo, un esempio può essere il ‘’fiammifero’’, un piccolo
stiletto che rilascia progesterone e che funge da contraccettivo (viene posizionato sotto la cute
dell’avambraccio e ha durata di 3 anni.
Forma farmaceutica
Gli eccipienti servono a dare forma, gusto e altre proprietà particolari al farmaco e possono essere di
rilevante importanza per la sicurezza d’uso del farmaco.
Nome chimico: si riferisce alla natura chimica del farmaco, ne descrive la struttura e la disposizione dei suoi
atomi.
Denominazione comune internazionale (DCI): creata dall’OMS, si riferisce al principio attivo del farmaco ed
è uguale in tutto il mondo. Consente di identificare senza possibilità d’errore il farmaco (si scrive in
minuscolo).
Nome commerciale: è un nome di fantasia seguito dal simbolo ®, ad identificare la specialità commerciale.
Un farmaco viene definito illegale se per esempio, il principio attivo non è presente, se contiene sostanze
tossiche o se la dose di principio attivo non corrisponde a quella indicata nel pacco.
*Alcuni farmaci sono totalmente uguali a sostanze endogene (ormoni), altri sono totalmente estranei
(xenobiotici).
*Circa il 70% dei farmaci proviene dalla ‘’natura’’, anche se il naturale però non è sempre sinonimo di
qualità. La sicurezza del farmaco dipende dal suo meccanismo d’azione e non dalla sua origine.
In genere i farmaci biotecnologici, vengono utilizzati maggiormente per malattie particolari, sono costituiti
prevalentemente da amminoacidi e non possono essere assunti per via orale dato che verrebbero distrutti
dai succhi gastrici (assunzione per via parenterale SC, EV).
*Un farmaco viene definito ‘’innovativo’’ quando incide profondamente sul beneficio terapeutico o sulla
facilità d’uso da parte del paziente.
Volume di sangue o plasma dal quale il farmaco è eliminato nell’unità di tempo, significa mettere insieme i
sistemi (metabolici ed escretori) che portano all’eliminazione del farmaco. Indica la velocità di eliminazione
del farmaco dall’organismo, in relazione alla sua concentrazione plasmatica e globalmente descrive
l’eliminazione sistemica di un farmaco.
N.B. Se la velocità di somministrazione del farmaco è superiore a quella di eliminazione, esso si accumula
nell’organismo e può dare sovraddosaggio o in casi estremi un eventuale tossicità. (Es. insufficienza renale,
grave deficit di funzionalità epatica).
*Ci sono due età (pediatrica e geriatrica) nella vita in cui la clearance può essere diversa rispetto a quella di
un adulto sano.
Geriatrica: clearance rallentata data la funzionalità renale ridotta (fisiologicamente) anche se il soggetto è
sano.
Pediatrica: la clearance totale può essere rallentata o aumentata a seconda dell’età del bambino (in alcuni
casi si possono somministrare dosi di farmaci superiori a quello di un soggetto adulto). Gli enzimi
metabolizzanti, deputati anche alla crescita del bambino rendono tutto ciò possibile. (Solo a 12 anni circa i
sistemi sono più simili a quelli di un adulto, nel bambino fino a 12 mesi (anche 2 anni) il sistema è molto più
complesso.
In caso di terapia cronica bisogna raggiungere e mantenere concentrazioni plasmatiche di farmaco costanti
nel tempo. Dobbiamo fare in modo che nel corpo entri tanto farmaco quanto ne viene eliminato dal corpo.
In alcuni casi si può ricorrere alla somministrazione di una dose iniziale di carico che ci porta subito allo
stato stazionario, mantenuto successivamente con le dosi di mantenimento. La dose di carico è più alta
delle dosi regolari della terapia standard e le indicazioni per la somministrazione di quest’ultima sono
indicate nella scheda tecnica del farmaco.
Il raggiungimento della concentrazione terapeutica nel sangue e quindi nel sito di azione del farmaco è
l’obiettivo fondamentale per ottenere il beneficio terapeutico senza riscontrare effetti tossici di
quest’ultimo.
Regime posologico
Il regime posologico indica un piano per la somministrazione di un farmaco per un certo periodo di tempo,
esso deve:
Problemi farmaco-correlati
I farmaci influenzano più sistemi contemporaneamente, causando effetti collaterali/avversi che, se gravi,
vengono classificati come tossicità. La maggior parte di questi effetti è prevedibile, se il pz. è
adeguatamente controllato/informato essi non portano gravi conseguenze.
- Reazione allergica
Reazione idiosincrasica: si verifica una reazione anomala al momento della prima somministrazione, è una
risposta esagerata al farmaco talora legata all’incapacità del soggetto a metabolizzare un farmaco a causa di
deficit enzimatici geneticamente determinati.
Reazione allergica: si verifica nel 5-10% dei soggetti e non alla prima somministrazione, in quanto devono
essere stati già esposti al farmaco e aver sviluppato anticorpi contro di esso (orticaria la più frequente).
Anafilassi: reazione grave, potenzialmente letale che compare alla prima somministrazione di un farmaco,
con collasso cardiocircolatorio e asma gravissima. Rara, è una emergenza medica. L’anafilassi è una reazione
allergica di tipo 1. (es. ferro somministrato EV).
Carcinogenicità: capacità del farmaco di indurre modificazioni delle linee cellulari, trasformandole in cellule
neoplastiche (alcuni farmaci antitumorali).
Teratogenicità: capacità del farmaco di indurre difetti nel feto. La maggior parte degli organi nel feto si
sviluppa nel primo trimestre di gravidanza, quindi l’uso di farmaci va limitato a casi di necessità (es. ace-
inibitori, controindicati durante l’intera gravidanza).
Selettività di un farmaco
Un farmaco è poco selettivo se intacca più sistemi. La selettività indica il grado d’azione verso un
determinato organo/sistema, cioè più sono gli organi influenzati meno il farmaco sarà selettivo.
Peso: condizioni di anoressia/obesità modificano la composizione corporea, ciò può rendere necessario
modificare il dosaggio di alcuni tipi di farmaci.
Metabolismo: variazioni geneticamente determinate nei sistemi enzimatici che metabolizzano i farmaci;
fattori dietetici o ambientali possono modificare la velocità di metabolizzazione dei farmaci.
Età: bambini e anziani sono più sensibili all’azione dei farmaci a causa di importanti differenze in tutti e
quattro i processi farmacocinetici (A-D-M-E).
Patologie concomitanti: insufficienza renale, sindrome nefrosica, grave cirrosi epatica, scompenso cardiaco
avanzato possono modificare tutti i passaggi farmacocinetici (A-D-M-E).
Interazioni farmacologiche
- Stimolazione
Con alterazioni del metabolismo e modificazioni delle concentrazioni plasmatiche di uno dei farmaci con
conseguente aumento/diminuzione dell’effetto terapeutico (es. carbamazepine, fenitoina, rifampicina,
[induttori], vs. verapamil, chinidina) N.B. il pompelmo in qualsiasi delle sue forme (succo, fette, spremuta
ecc.) modifica le concentrazioni plasmatiche di alcuni farmaci con conseguenze cliniche, esso interagisce
con i calcioantagonisti e con alcune statine. Questo frutto inibisce il metabolismo di questi ultimi, di
conseguenza abbiamo una variazione della clearance e un’alterazione delle concentrazioni di farmaco (il
succo di pompelmo crea problemi anche con il viagra e alcuni farmaci simili, creando dosi tossiche).
Farmacodinamica
N.B. Un farmaco ‘’inganna’’ il corpo, sostituendo i ligandi endogeni, interagendo con sistemi recettoriali al
posto dei ligandi e creando l’effetto specifico per il quale è ideato.
Proteine funzionali:
- Intracellulari (ormoni steroidei, tiroxina) la loro attivazione si traduce nella regolazione dell’espressione
genica della cellula bersaglio, con sintesi di proteine specifiche
- Recettori di membrana: recettori transmembrana, ovvero con una testa fuori e una dentro la cellula, esso
può muoversi o addirittura rientrare dentro la cellula (per ligandi endogeni idrofili, neurotrasmettitori
classici, citochine e fattori di crescita)
- Recettori intracellulari: per ligandi endogeni lipofili, regolano direttamente la trascrizione genica (es.
ormoni steroidei), si trovano all’interno del nucleo
L’interazione del farmaco con il recettore bersaglio è l’elemento chiave dell’effetto farmacologico
Il modo in cui un farmaco si lega a un recettore varia e dipende dalla sua struttura chimica. Il legame si attua
mediante legami prevalentemente a bassa energia, di natura elettrostatica. Il legame creato dai farmaci al
contrario di quello dei veleni per esempio, è un legame molto debole in modo tale da facilitare lo
scioglimento di quest’ultimo. Sono legami altamente specifici tra precisi gruppi chimici del farmaco e i
corrispondenti gruppi chimici del recettore (siti di riconoscimento). Intervengono in gran numero al fine di
garantire un perfetto adattamento della molecola di farmaco al recettore e un tempo di contatto sufficiente
a generare la risposta biologica.
Farmacologia speciale
Presenta le nozioni essenziali sulle proprietà e sulle modalità d’uso di farmaci/classi di farmaci utilizzati per
la cura di patologie dei diversi apparati, essa studia:
Farmaci diuretici
Agiscono a livello del tubulo renale, dove interferiscono con i meccanismi fisiologici di riassorbimento dello
ione Sodio (Na+). Più Na+ si concentra nel tubulo, più aumenta il richiamo osmotico di acqua, con
potenziamento della diuresi. Dunque, i diuretici favoriscono l’eliminazione di acqua dall’organismo,
mediante l’eliminazione di sodio.
Sono utilizzati in molte patologie (da soli o combinati con altri farmaci), essi:
Meccanismo d’azione
Classi di diuretici
Agiscono principalmente sul tratto ascendente dell’ansa di Henle, dove avviene il maggiore riassorbimento
di Na+, bloccando il trasportatore di Na+, K+, 2Cl-. Il meccanismo molecolare che permette il blocco del
trasportatore non è conosciuto, ma sembra che i diuretici dell’ansa si leghino al sito di legame del Cl -
Uso clinico
Farmacocinetica
Effetti collaterali
Agiscono a livello del tubulo contorto distale dove inibiscono la pompa Na +/Cl- e diminuiscono il
riassorbimento attivo di Na+
Usi clinici
Effetti collaterali
Ipokaliemia
Perdita di Mg++ e Cl-
Ipercalcemia (sembra un effetto diretto sul tubulo prossimale), iperuricemia, ipocalciuria
Ridotta tolleranza al glucosio
Interazioni con anticoagulanti, anestetici, sali di litio
Effetti collaterali
Ipokaliemia
Spironolattone
- terapia dell’iperaldosteronismo primario
- terapia dell’edema refrattario associato a iperaldosteronismo secondario
Le molecole di questi farmaci sono osmoticamente attive. Si concentrano nel tubulo, dove aumentano la
pressione osmotica e richiamano acqua dallo spazio interstiziale
Mannitolo
Urea (non disponibile in Italia)
Questa categoria di diuretici non interagisce con il sodio ma, impedisce che l’acqua dal tubulo venga
riassorbita dal rene (da somministrare sempre per via endovenosa e da non utilizzare in pazienti con
scompenso cardiaco)
Sia il sistema simpatico, sia il sistema parasimpatico hanno azioni sul cuore
Frequenza cardiaca
Forza di contrazione
Automaticità del ritmo e facilita la conduzione AV
Consumo di O2
L’attivazione del sistema parasimpatico provoca effetti opposti rispetto a quelli provocati dal sistema
simpatico diminuendo:
Le catecolamine stimolano i recettori beta-1 nei nodi seno-atriale (SA) e atri-ventricolare (AV), nel tessuto di
conduzione, e nelle cellule miocardiche. L’impiego di farmaci che si sostituiscono alle catecolamine e ne
modulano o antagonizzano gli effetti risulta estremamente utile
Si legano ai recettori beta adrenergici di tipo 1 del cuore (e anche su altri recettori adrenergici a livello dei
vasi) e antagonizzano le azioni delle catecolamine
Usi clinici
Effetti collaterali
Brachicardia
Ridotta tolleranza all’esercizio fisico
Insufficienza cardiaca
Broncospasmo (nel soggetto asmatico)
Disturbi del metabolismo lipidico (aumento trigliceridi, riduzione colesterolo HDL)
Mascheramento effetti ipoglicemia
Disturbi del sonno, depressione, impotenza
Effetto rebound in caso di brusca sospensione di terapia cronica (up-regulation dei beta recettori)
>> pz con malattia ischemica
Aggravamento sintomi delle vasculopatie periferiche
Il sistema RAA è uno dei più importanti regolatori dei valori della pressione arteriosa (promuove la
vasocostrizione) e del volume plasmatico (promuove il riassorbimento di acqua e sodio)
Farmaci che bloccano l’attivazione del sistema RAA hanno un ruolo fondamentale in molte patologie
cardiovascolari, in cui il SRAA è attivato in modo abnorme
Farmaci ACE-inibitori
Captopril (capoten)
Enalapril (vasotec)
Fosinopril (monopril)
Lisinopril (prinivil, zestril)
Quinapril (accupril)
Ramipril (altace)
Ipertensione
Disfunzione sistolica del ventricolo sinistro (indipendentemente dalla comparsa di sintomi di
scompenso cardiaco conclamato)
Fase acuta dell’IMA e poi in cronico
Pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari ischemici
Insufficienza renale cronica
N.B. Gli ACE-I sono farmaci di scelta negli stadi iniziali dello scompenso cardiaco
N.B. Gli ACE-I sono farmaci che proteggono la funzionalità renale (reno-protettivi), dato che riescono ad
agire a livello delle funzioni del glomerulo
Effetti indesiderati
Ipotensione
Tosse: compare nel 5-20% dei pazienti (donne), secca, 7-180 giorni dall’inizio della terapia,
scompare dopo 4 giorni dalla sospensione
Potenziale tossicità fetale: nella gravidanza sospendere immediatamente la terapia
Angioedema: raro, compare nelle prime ore dopo la prima dose. Le popolazioni afro-americane
hanno un rischio 4-5 volte più alto
Iperkaliemia
Eruzioni cutanee maculopapulari pruriginose
Controindicazioni
Aliskiren: inibitore della renina, esso inibisce tutta la cascata del SRAA
Controindicato: gravidanza, stenosi bilaterale arteria renale, grave disfunzione renale, cirrosi biliare
Farmaco ‘’giovane’’ poco utilizzato sia per le sue controindicazioni sia per il suo costo
Mm liscia: prevalentemente arteriolare -> diminuzione PA: riduzione delle richieste miocardiche di
O2
Azione antianginosa
Verapamil e diltiazem -> diminuzione della frequenza cardiaca: trattamento delle tachiaritmie
sopraventricolari da rientro, diminuzione delle risposte ventricolari nella fibrillazione e nel flutter atriale
La scelta del tipo di Ca+-antagonista si basa sulla patologia da trattare. Le tre famiglie di molecole
(fenilalchilamine, benzodiazepine, diidropiridine) hanno azioni, indicazioni cliniche ed effetti collaterali
differenti
Farmaci fondamentali nella cardiopatia ischemica e nella protezione del miocardio in genere:
Effetto antianginoso diretto per riduzione della contrattilità, con ridotta richiesta di O2
Effetto dilatante sulle coronarie, principalmente le extramurali, poi anche le piccole branche
intramurali
Effetto emodinamico: la dilatazione delle arterie e delle vene sia nel circolo sistemico sia in quello
polmonare riduce il precarico, il volume diastolico, la pressione nel ventricolo sinistro. La
Effetti collaterali
Farmaci antianginosi
Nitrati organici
Monossido di azoto (NO): mediatore chimico liberato dalle cellule endoteliali, attiva la guanilato ciclasi
cellulare -> aumento del GMPc intracellulare -> rilasciamento della cellula muscolare liscia dei vasi
I nitrati organici riproducono l’azione vasodilatatrice del NO, in particolare sui vasi venosi di capacitanza
Effetti terapeutici:
Nella maggior parte dei casi vengono somministrati attraverso i cerotti transdermici o in casi di urgenza
per via sublinguale o buccale (compressa che viene attaccata all’interno della parete della guancia)
Gliceriltrinitrato (nitroglicerina)
Penetra molto rapidamente nei tessuti, molto assorbita dalla mucosa orale (via sublinguale, spray
buccale)
L’effetto di una dose sublinguale compare in 2-3 minuti e dura 20-30 minuti
Il farmaco è molto potente: dose max. 0,8 mg per 3 volte in 15 minuti
Prima scelta nell’attacco acuto di angina pectoris
Se devo fare un trattamento cronico preventivo, devo usare preparazioni a lento rilascio. Poiché ha un
elevato effetto di primo passaggio epatico, la somministrazione orale non è comoda.
Comparsa di tolleranza
Con l’impiego dei nitrati ad azione protratta può verificarsi il fenomeno della tolleranza, per cui il
farmaco perde efficacia
È quindi consigliabile mantenere un intervallo di 8-12 ore libero dal farmaco (es. togliere il cerotto
la notte)
Effetti collaterali
Altri vasodilatanti
l’endotelio vascolare libera sostanze che agiscono sul tono della mm. Liscia vasale: il NO è un
importante mediatore ad azione vasodilatante. Il nitroprussiato di sodio diminuisce sia il tono dei vasi
di resistenza (letto arteriolare) sia dei vasi di capacitanza (letto venoso) -> diminuiscono la P.A., il pre-
carico, il post-carico.
Farmaci antiaritmici
Battito cardiaco (potenziale d’azione): deriva dal comportamento elettrofisiologico altamente integrato di
molteplici canali ionici, il cui funzionamento può essere disturbato da:
Mutazioni/polimorfismi genetici ereditari
Ipossia
Ischemia acuta del miocardio
Stimolazione simpatica
Disturbi elettrolitici
Farmaci
Anestesia generale
Aritmie:
N.B. La maggior parte degli antiaritmici influenza più di una corrente ionica e modula così parametri
aggiuntivi, oltre al proprio meccanismo d’azione principale -> possono diventare pro-aritmici
Classe 1: bloccanti dei canali del Na+ (voltaggio-dipendenti) inibizione della propagazione del potenziale
d’azione:
Classe 2: beta bloccanti -> antagonisti dei recettori beta-1 adrenergici cardiaci -> aumento del periodo
refrattario del nodo AV
Metroprololo, atenololo ecc. (sotalolo: beta bloccante con caratteristiche antiaritmiche tipiche degli
antiaritmici di classe 3)
Amiodarone, dronedarone
Bloccante fase 0
Alfa e beta bloccante
Calcio-antagonista
Inibizione di T3 e T4 (inibizione degli ormoni tiroidei)
N.B. l’amiodarone è uno dei più utilizzati e sicuri, usato in casi di fibrillazione atriale, tachiaritmie
sopraventricolari e ventricolari, ha un effetto antifibrillatorio
Classe 4: bloccanti i canali del Ca++ (calcio-antagonisti): prolungano il periodo refrattario e riducono la forza
di contrazione
Verapamil, diltiazem
Ansia patologica: comportamenti inappropriati o esagerati, rispetto a eventi che vengono prefigurati come
dannosi. Sintomi di diverse malattie psichiatriche e disturbo primario di un gruppo di nevrosi, classificate
come disturbi d’ansia generalizzati
Benzodiazepine
Facilitano l’azione del GABA interagendo con il recettore GABA A, recettore ionotropo presente sulle
membrane neuronali del SNC, che funziona come canale per il cloro
l’azione delle benzodiazepine sul recettore facilita l’interazione del GABA con i propri siti: aumento
della frequenza di apertura del canale e potenziamento dell’azione inibitoria del GABA stesso
Ansiolisi e sedazione
Ansia: controllo dei sintomi correlati a questa patologia, a dosi che non deprimono la normale
vigilanza e capacità collaborativa nel soggetto ne determinano torpore o sonnolenza
Ipnoinduzione
Le benzodiazepine inducono il sonno se somministrate a dosaggi appropriati -> utili nel trattamento
dell’insonnia: riducono il tempo di latenza nel sonno (tempo necessario per addormentarsi) e aumentano la
durata del sonno NREM
Anestesia
Le benzodiazepine non sono in grado da sole di indurre e mantenere l’anestesia chirurgica, ma vengono
utilizzate nella sedazione cosciente ambulatoriale e nella premedicazione anestetica
Farmacocinetica – 1
Farmacocinetica – 2
Metabolismo ed eliminazione: metabolismo epatico, ad opera dei sistemi enzimatici del citocromo P450:
formazione di metaboliti attivi e a lunga emivita. Eliminazione per via renale
Farmacocinetica – 3
N.B. Una diminuita funzionalità epatica (età o concomitante presenza di malattie epatiche) può ridurre la
velocità di eliminazione delle benzodiazepine e portare un potenziamento degli effetti centrali -> pazienti
anziani o con ridotta funzionalità epatica -> diminuire i dosaggi
Effetti collaterali – 1
Sedazione eccessiva
Astenia
Incoordinazione motoria (soprattutto nei pz anziani)
Riduzione delle funzioni cognitive (amnesia, confusione mentale e difficoltà di apprendimento)
(soprattutto nei pz anziani)
Sedazione residua diurna (hangover)
Effetti collaterali – 2
Flumazenil (anexate): antagonista delle benzodiazepine usato come antidoto in caso di overdose e nel
recupero dalla sedazione o dall’anestesia
Impiego in gravidanza
L’impiego nel primo trimestre di gravidanza può provocare labbro leporino e/o palatoschisi
L’impiego nell’ultimo trimestre di gravidanza può provocare una sintomatologia da
sovradosaggio nel neonato (sopore, atonia muscolare, suzione ridotta e depressione
respiratoria)
Tolleranza
Dipendenza
Condizione che richiede la somministrazione continua di un dato farmaco per prevenire la comparsa della
sindrome di astinenza (stato d’ansia, insonnia, irritabilità, confusione, cefalea, palpitazioni, tremore,
sudorazione; in casi gravi convulsioni). La brusca sospensione di una terapia cronica con benzodiazepine può
portare alla comparsa di una sindrome di astinenza. La sospensione di una terapia cronica con
benzodiazepine deve essere graduale (da 4 settimane a 1 anno)
Le prostaglandine (PG)
Le prostaglandine sono i mediatori delle risposte infiammatorie, esse vengono sintetizzate a partire
dall’acido arachidonico, nella via biochimica della cascata infiammatoria
Le ciclossigenasi (COX)
I FANS bloccano l’attività delle ciclossigenasi, quindi impediscono la sintesi delle prostaglandine e di
conseguenza svolgono azione anti-infiammatoria
Effetto antidolorifico (dolore d’intensità lieve e moderata; non efficace nel dolore viscerale grave: 300-600
mg fino a 4 volte al giorno
Effetto antiaggregante piastrinico (inibizione sintesi del trombossano A2 nella prevenzione e nel
trattamento delle patologie trombotiche): 100-300 mg al giorno
Se la terapia non FANS è cronica possono venire associati protettori gastrici (es. inibitori di pompa
protonica)
Danno renale: i FANS riducono il flusso ematico renale e quindi il filtrato glomerulare. Il trattamento
cronico può causare insufficienza renale, più frequentemente negli anziani
Broncospasmo: in soggetti allergici, i FANS (ASA) possono provocare una crisi d’asma. Bloccando la
cicloossigenasi, aumentano la sintesi di leucotrieni, coinvolti nei meccanismi patogenetici del
broncospasmo e delle reazioni di ipersensibilità
Sindrome di Reye: scatenata dalla somministrazione di ASA a bambini/adolescenti affetti da
un’infezione virale. Degenerazione adiposa del fegato ed edema cerebrale, spesso fatale. Per questa
ragione l’ASA è controindicato nei soggetti di età inferiore ai 16 anni
Effetto antiaggregante piastrinico, prevalentemente con ASA
NON ha attività anti-infiammatoria (è incapace di agire sulle COX nei tessuti periferici), è:
Antidolorifico
Antipiretico (inibizione selettiva della COX prodotta dagli astrociti del SNC)
Effetti avversi
Tossicità epatica da sovradosaggio: nausea, vomito, anoressia, dolore addominale (i segni clinici compaiono
dopo 2-4 giorni)
La diagnosi precoce (determinazione rapida dei livelli plasmatici di paracetamolo) è fondamentale per
evitare la necrosi epatica
La fisioogia del sistema della coagulazione mira, da una parte a garantire a mantenere la fluidità del sangue,
dall’altra, ad assicurare un rapido ed efficace meccanismo di arresto in caso di emorragia. In condizioni di
normalità, esiste un fine equilibrio fra meccanismi che favoriscono la coagulazione e quelli che la inibiscono
Emostasi
Processo fisiologico che, in caso di lesione dei vasi sanguigni, arresta l’emorragia
Trombosi
Processo patologico durante il quale un tappo piastrinico e/o fibrinico occlude un vaso, arterioso o venoso
Trombo venoso: si forma in vene in cui vi sia rallentamento del flusso. Ha una piccola componente
piastrinica e una grande componente di fibrina. Dal trombo si può staccare una porzione, che prende il
nome di embolo, che se proviene da una vena periferica si può portare ai polmoni (embolia polmonare),
mentre se proviene dal cuore può portare al cervello (ictus ischemico) oppure ad altri organi
Malattie emorragiche
Carenza congenita/acquisita di uno o più fattori della coagulazione -> emorragie profonde (emoperitoneo
ecc.)
Antiemorragici
Farmaci antifibrinolitici
Vitamina K
È fondamentale per la corretta sintesi epatica dei fattori della coagulazione (Fatt. II, VII, IX, X)
Somministrabile per via orale, intramuscolare o endovenosa. Utilizzata nel trattamento e/o prevenzione di:
Malattie trombotiche
Trombosi venosa profonda (TVP): da stasi del flusso e/o stato di ipercoagulabilità -> trombo ricco di
fibrina, farmaci agenti sulla formazione della fibrina
Embolia polmonare (EP): deriva dalla rottura di un trombo presente in un arto inferiore, generando
un embolo che occlude un’arteria polmonare
Trombosi arteriosa: trombo ricco di piastrine -> farmaci ad attività antipiastrinica
Farmaci anticoagulanti:
- eparine
- antagonisti della vitamina K
- inibitori diretti della trombina
- inibitori del fattore Xa
Farmaci antiaggreganti piastrinici
Farmaci fibrinolitici
Farmaci anticoagulanti
Prevenzione e terapia delle trombosi venose profonde e delle loro complicanze (embolia polmonare)
Eparina standard -1
Eparina standard -2
Migliore biodisponibilità
Emivita 3 – 4 volte più lunga
Azione anticoagulante più costante nel tempo
Migliore prevedibilità dell’azione anticoagulante
Sufficiente 1 sola iniezione s.c. al giorno
N.B. rispetto alle eparine standard hanno: uguale efficacia, effetti collaterali simili ma di minore entità, non
determinano allungamento del test aPTT, non necessitano di monitoraggio terapeutico
L’EBPM viene utilizzata in: profilassi del tromboembolismo venoso in chirurgia generale, ortopedica,
oncologia, ginecologica, urologica (si somministra 12 ore prima dell’intervento e si prosegue per 3-4
settimane)
Warfarin (Coumadin)
Acenocumarolo (Sintrom), due volte più potente del warfarin
Riducono i livelli plasmatici delle proteine della coagulazione, la cui attivazione dipende dalla vitamina K ->
stato di ipocoagulabilità
L’effetto comincia dopo 12-16 ore dalla somministrazione e dura 4-5 giorni. La dose va personalizzara e
monitorata strettamente con la misurazione del PT (tempo di Protrombina), i cui valori vengono
standardizzati mediante l’indice INR (International normalized ratio)
Effetti collaterali:
Controindicazioni
Gravidanza (teratogeno)
Sanguinamenti gravi e recenti
Patologie piastriniche, difetti congeniti dei fattori coagulativi
Anticoagulanti orali
Indicazioni terapeutiche:
Patologie cardiache (sostituzioni valvolari, alterazioni del ritmo cardiaco, prevenzione delle
complicanze e delle recidive di infarto)
Patologie arteriose (prevenzione delle tromboembolie centrali e periferiche)
Patologie venose (trattamento e prevenzione delle recidive della TVP e dell’EP)
Inibitori della trombina (Fatt. IIA): legano la trombina e inibiscono l’azione della trombina già legata
alla fibrina all’interno del trombo (ciò che l’eparina non è in grado di fare, se il trombo si è già
formato). Ne abbiamo di diversi tipi (derivati della irudina, lepirudina), (dabigatran: chirurgia
ortopedica maggiore come frattura di anca, protesi d’anca e di ginocchio)
Inibitori del fattore Xa: inibiscono il fattore Xa, che ha un ruolo essenziale nel promuovere la
cascata coagulativa: apixaban, edoxaban, rivaroxaban (attivi per via orale)
Prevenzione primaria e secondaria delle trombosi arteriose e delle loro complicanze (infarto
miocardico, ictus ischemico, arteriopatie periferiche degli arti inferiori)
Danno un’azione antiaggregante che perdura per 7-20 giorni (il tempo medio di vita delle piastrine). ASA
allunga il tempo di sanguinamento -> avvertire il medico se ci si deve sottoporre a piccoli interventi
chirurgici
Sono farmaci alternativi all’ASA, in pazienti ad alto rischio di emorragie gastroenteriche. In situazioni
particolari possono venire associati all’ASA per aumentare l’efficacia antitrombotica
Utilizzo molto limitato, solo per via parenterale, in pazienti ad alto rischio, nella fase acuta delle sindromi
coronariche acute e in situazioni di emergenza durante la rivascolarizzazione coronarica percutanea. (sono
di solo uso ospedaliero e molto costosi)
- Abciximab (anticorpo monoclonale umanizzato): azione antipiastrinica molto prolungata. Utilizzato nella
rivascolarizzazione coronarica percutanea (es. impianto di stent)
Utilizzati nel tentativo di lisare il trombo che si già formato. Sono selettivi per il trombo da lisare, ma questa
selettività è relativa, pertanto sono potenzialmente pericolosi per la vita del paziente
Sono dei farmaci di emergenza, usati solo nell’immediatezza di eventi acuti gravi (infarto miocardico,
embolia polmonare, occlusioni di shunts) nel tentativo di ricanalizzare i vasi arteriosi occlusi. Si usano solo in
ambiente ospedaliero altamente specializzato e sono molto costosi
2° generazione: Alteplase (rt-PA, proteasi ricombinante, identica all’attivatore tissutale del plasminogeno)
Effetti indesiderati: elevata incidenza di complicanze emorragiche (specie cerebrali), stato litico sistemico
più frequente nell’anziano (sciolgono tutti i tappo fibrinici, anche quelli utili), reazioni da ipersensibilità
Analgesici oppioidi
L’oppio è una secrezione lattiginosa ottenuta incidendo la capsula seminifera immatura del Papaver
somniferum
Naturali:
- Morfina, codeina (metil-morfina)
Semisintetici:
- Dalla codeina: destrometorfano, tramadolo (Contramal)
- Dalla tebaina: buprenorfina (Subutex, Temgesic); ossicodone (Oxycontin)
Sintetici (strutturalmente non correlati alla morfina)
- Difenossilato, loperamide; fentanyl e derivati (sufentanil, remifentanil ecc.)
- Metadone, destropropossifene
- Pentazocina (Talwin)
Meccanismo d’azione
Farmacocinetica
Generalmente ben assorbiti quando somministrati per via sottocutanea, intramuscolare, transmucosale e
transdermica (fentanil, buprenorfina). I metaboliti attivi sono anche più attivi della morfina stessa. Se il
paziente ha una ridotta funzionalità renale, i loro effeti possono perdurare a lungo, in quanto vengono
eliminati nelle urine (anziano; bambino fino a 6 mesi)
Analgesia: gli oppiodi alterano selettivamente non solo la percezione del dolore, ma anche le
reaioni emozionali indotte dal dolore (riduzione della componente sia sensoriale che affettiva)
Euforia: sensazione piacevole di benessere fisico e psichico, gradevole effetto di sedazione
Soppressione del riflesso della tosse (codeina)
Miosi: pupille a punta di spillo -> sovradosaggio da oppioidi
Comuni a tutti gli analgesici oppioidi, esistono differenze qualitative e quantitative tra le diverse molecole
Nausea e vomito (morfina, metadone): da stimolazione della CTZ del tronco cerebrale
Stipsi: compare nel 90% dei soggetti; dovuta all’azione sia centrale che periferica degli oppioidi; non
va incontro a tolleranza quindi va risolta farmacologicamente
Spasmi delle vie biliari: per contrazione della mm. Liscia dei dotti biliari e dello sfintere di Oddi
Spasmi delle vie urinarie: per contrazione degli ureteri e dello sfintere vescicale
Gli oppioidi deprimono il centro bulbare del respiro, alterando tutte le fasi e i parametri respiratori e
riducono la capacità di risposta alla CO2, in maniere dose-dipendente
Ciò è tollerato senza problemi nel soggetto normale; non così nel paziente asmatico o con BPCO
In caso di overdose acuta è la causa più comune di morte
Potenziale tossicomanigeno: presenta sensibili differenze tra molecole, parallelamente al grado di affinità e
attività intrinseca nei confronti dei rec. Mu. L’adattamento recettoriale provoca tolleranza, dipendenza fisica
e psichica, astinenza (non interessa il paziente con dolori da cancro)
Oppioidi naturali
i.m./e.v. (cloridrato di m.) -> rapida e intensa risposta nel dolore acuto: effetto max. dopo 20 minuti,
dura circa 4 ore
orale (solfato di m.) -> dolore cronico: ampio metabolismo epatico -> la dose orale è 3-10 volte
superiore a quella parenterale (coniugata con ac. Glucuronico, eliminata con le urine)
Codeina (tutti gli effetti della morfina, ma 10 volte meno potente ed efficace): viene metabolizzata in
morfina
a dosi analgesiche in associazione con farmaci attivi sulle vie respiratorie (per via orale o rettale):
effetto antitosse
Naloxone e Naltrexone (Narcan): derivati morfinici che antagonizzano tutti i recettori oppioidi. Non
provocanoeffetti significativi in soggetti che non hanno assunto farmaci oppioidi (perché
normalmente l’attività tonica del sistema degli oppioidi endogeni è bassa). L’utilizzo di questi
farmaci anche per lunghi periodi ad elevati dosaggi non determina tolleranza (definiti farmaci
salvavita per overdose da morfina e analoghi). Somministrato solo per via e.v., breve durata d’azione
(20 minuti) -> ripetere le somministrazioni ogni 2-3 minuti fino a reversione del coma
Dolore: spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale, evento fisiologico fondamentale per i meccanismi
di difesa della sopravvivenza. La sensazione dolorosa deriva da una serie complessa di eventi che iniziano in
periferia e che poi vengono integrati a livello di SNC. Il dolore come tutti i fenomeni emotivi, non è
misurabile in modo obiettivamente esatto, ma è soltanto valutabile in modo soggettivo e approssimativo.
Fattori quali: la storia clinica, l’attuale stato di malattia, caratteristiche individuali, contesto ambientale, gradi
di cultura, stato socio-economico, tipologia di popolazione, incidono sulla percezione soggettiva del dolore,
che pertanto è difficilmente ogettivabile nella sua misurazione
Approccio della gestione del dolore: quando il dolore è causato da una malattia cronica non maligna, è
consigliabile utilizzare tecniche analgesiche conservative, con farmaci tipo FANS, terapie comportamentali,
terapia fisica con agopuntura, TENS soprattutto e poi supporto psicoterapeutico