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FISIOLOGIA

ORGANIZZAZIONE E COMPOSIZIONE DEL CORPO


Le cellule che formano il nostro corpo vivono in un mare interno di liquido extracellulare
(LEC) limitato dalla cute. Da questo liquido le cellule assumono O2 e nutrienti, ed in esso
si scaricano CO2 e scorie metaboliche. Esso rappresenta il 20% del peso corporeo e si
divide in 2 componenti:
-Liquido interstiziale (15%)
-Plasma ematico circolante (5%)
La componente intracellulare dell'acqua corporea rappresenta il 40% del peso corporeo.
La composizione del liquido interstiziale e del plasma, che si pongono in rapporto tra loro
mediante la sottilissima rete dei capillari è sostanzialmente la stessa.
Ben diversa è la composizione del liquido intracellulare che è protetto dalla membrana
cellulare e possiede caratteristiche di permeabilità e meccanismi di trasporto specifici.

UNITA' DI MISURA DELLA CONCENTRAZIONE DI SOLUTI


Quando si considerano gli effetti di diverse sostanze fisiologicamente attive e le loro
interazioni, si ricorre spesso
a 3 tipi di definizioni:
-La concentrazione come numero di molecole (Mole)
-Concentrazione di particelle di sostanza per unità di volume (Osmoli)
-Concentrazione di cariche elettriche (equivalenti)
La Mole (mol) è il peso di una grammo molecola di una sostanza, cioè il peso molecolare
espresso in grammi
ciascuna mole consiste di 6x1023 molecole, per NaCl →1 mole è uguale a 58,5
gr.(23+35,5)
EQUIVALENTI
Il concetto di equivalenza elettrica è importante in fisiologia, perchè molti dei soluti
funzionali si trovano nel corpo sotto forma di particelle con carica elettrica (IONI).
Un equivalente (Eq) è una mol di una sostanza ionizzante divisa per la sua valenza
(valenza è data dai simboli + vicino alla molecola).
1 Mol di CA++ = 40 gr
1 Eq = 40/2 = 20 gr

PH
Il mantenimento di una stabile concentrazione di ioni idrogeno (H+) nei liquidi del corpo è
essenziale per la vita,.
Il pH di una soluzione è il log10 del reciproco della concentrazione di H+.
Il pH del sangue è normalmente 7,4 (+/- 0,5) e viene mantenuto ad un livello costante.
Una condizione di acidosi è espressa da un pH inferiore a 7,35 di alcalosi da un pH
superiore a 7,45.
Il pH del corpo è stabilizzato dalle sostanze tampone (che hanno la capacità di legare o
liberare H+).
Il principale sistema di controllo del pH è il rapporto bicarbonato/acido carbonico di cui la
1° componente è controllata dalla funzione renale, la 2° dai polmoni (funzione respiratoria
livello di CO2).

DIFFUSIONE
La diffusione è il processo per la quale un gas o una sostanza in soluzione si espande, a
causa del movimento delle sue particelle fino all'occupare tutto lo spazio a sua
disposizione. Vi è praticamente un flusso netto di particelle di soluto, dagli spazi con
maggiore concentrazione a quelli con minore concentrazione. L’entità della diffusione da
uno spazio all'altro è direttamente proporzionale all'area della sezione attraverso la quale
avviene la diffusione ed al gradiente di concentrazione (o gradiente chimico) che è dato
dalla differenza di concentrazione tra i 2 spazi. La diffusione è influenzata dallo spessore
della membrana di separazione e dalla sua permeabilità.
(Esempio del profumo spruzzato in una stanza)
-Gradiente di concentrazione
-Estensione della superficie di scambio

OSMOSI
Quando una sostanza è disciolta in acqua, la concentrazione di molecole di acqua nella
soluzione è minore di quella dell'acqua pura. L'aggiunta del soluto, infatti, fa si che la
soluzione occupi un volume maggiore rispetto a quello occupato dalla sola acqua. Se le
due soluzioni sono separate da una membrana semipermeabile (permeabile all'acqua ma
non al soluto) le molecole di acqua si diffondono lungo il gradiente di concentrazione nella
soluzione. Questo processo, cioè la diffusione delle molecole di solvente verso una
regione in cui è maggiore la concentrazione di un soluto al quale la membrana è
impermeabile viene definito OSMOSI. Si tratta di un fenomeno di estrema importanza in
fisiologia. La pressione necessaria per impedire questa migrazione del solvente si chiama
pressione osmotica della soluzione. La concentrazione di particelle osmoticamente attive è
espressa in osmoli. La concentrazione osmolale del plasma è di 290 milliosmoli/litro. Le
soluzioni che hanno la stessa osmolalità del plasma si dicono isotoniche (Soluzione
Fisiologica oppure NaCl 0,9% ; Glucosata 5%).
Quelle con osmolalità maggiore sono dette ipertoniche, quelle con osmolalità minore sono
ipotoniche.Un calo della concentrazione plasmatica di albumina (es. epatopatia grave),
determina una riduzione della pressione osmotica plasmatica e un passaggio di liquidi dai
capillari all'interstizio, con conseguente edema (aumento di liquido negli spazi interstiziali).
Le cellule che hanno una membrana flessibile, si rigonfiano se esposte ad un ambiente
extracellulare ipotonico e si raggrinziscono (perdono acqua) se esposte ad un ambiente
ipertonico.

POTENZIALE DI MEMBRANA
In condizioni di riposo, vi è una differenza di potenziale fra l'esterno e l'interno della cellula
di -70 millivolt (potenziale di riposo della membrana).
Esso è fondamentalmente spiegato dalla distribuzione di ioni attraverso la membrana e
dalla natura della membrana stessa. Il potassio è presente in alta concentrazione
all'interno della cellula, per cui il gradiente di concentrazione ne facilita lo spostamento
verso l'esterno, ma il gradiente elettrico ha senso opposto (verso l'interno). Il sodio, è
presente in alta concentrazione nel liquido interstiziale e tende ad entrare nella cellula
seguendo sia il gradiente chimico che il gradiente elettrico. Tuttavia, le concentrazioni
intracellulari di sodio e potassio rimangono costanti, per effetto della pompa sodio potassio
che spinge fuori (contro il gradiente chimico ed elettrico) il sodio ed a portare in maniera
accoppiata il potassio verso l'interno (3→NA+ vanno all'esterno e 2→K+
contemporaneamente all'interno). In questo modo si fornisce anche un
contributo alla genesi del potenziale di membrana.
Il Cloro (Cl−) è principalmente presente nel liquido interstiziale e tende ad entrare nella
cellula lungo il gradiente chimico, ma contemporaneamente ad uscire per effetto del
gradiente elettrico.
POTENZIALE D'AZIONE
Quando il potenziale di riposo, per effetto di uno stimolo fisico, chimico, elettrico si riduce a
circa -55 millivolt, si raggiunge il livello critico o livello soglia, che porta alla nascita
inesorabile, del potenziale d'azione, che comporta una inversione della polarizzazione
della membrana sino a +35 millivolt. Da un punto di vista chimico, esso è
fondamentalmente legato a un rapido ingresso del sodio lungo il gradiente elettrico e
chimico. Verso la fine di questo processo, si verifica una rapida fuoriuscita verso l'esterno
del potassio, con ripristino del potenziale elettrico di riposo, cui fa seguito un importante
impegno funzionale della pompa sodio/potassio, che ripristina anche l'equilibrio chimico e
rimette la cellula in condizioni di essere stimolata.
Il potenziale d'azione, obbedisce alla legge del tutto o nulla, nel senso che viene generato
appena raggiunta l'intensità soglia. Eventuali aumenti dell'intensità dello stimolo, non
producono alcuna variazione del potenziale stesso, mentre se lo stimolo è subliminale,
determina solo piccole variazioni del potenziale di riposo, senza generare il potenziale
d'azione.
Gli impulsi sono trasmessi da una cellula nervosa a un'altra a livello delle sinapsi. In quasi
tutte queste giunzioni, la trasmissione è chimica: l'impulso nell'assone pre-sinaptico, causa
la secrezione di un neurotrasmettitore come l'acetilcolina o la serotonina. Questo
mediatore chimico, si lega a specifici recettori sulla superficie della cellula post sinaptica,
modificando il potenziale di riposo a seconda dell'azione eccitatoria o inibitoria. La loro
somma, può generare il potenziale d'azione. Pertanto, la trasmissione sinaptica è un
processo complesso, che permette la gradazione e la modulazione dell'attività nervosa
necessaria per la funzione normale. La trasmissione tra i nervi e i muscoli, è simile alla
trasmissione sinaptica chimica da un neurone a un'altro. La giunzione neuromuscolare
(placca motrice), è una regione specializzata dove il motoneurone termina su una fibra di
muscolo scheletrico e vi libera acetilcolina. L'unità motoria è costituita dal motoneurone e
da tutte le fibre muscolari da esso innervate. In alcuni muscoli ( es.nella mano), che
servono ad effettuare movimenti precisi, fini e graduati, vi sono per ciascuna unità motoria
3-6 fibre muscolari; molte fibre muscolari ove i movimenti sono grossolani.

CIRCOLAZIONE NEI CAPILLARI


La parete dei capillari è una membrana molto sottile, fatta di cellule endoteliali. Certe
sostanze, passano attraverso le giunzioni fra le cellule endoteliali e attraverso le
fenestrazioni, quando queste sono presenti. Altre sostanze (liposolubili), attraversano
liberamente il citoplasma. I fattori responsabili del passaggio di sostanze attraverso le
pareti dei capillari, sono la diffusione e la filtrazione. La diffusione, è quantitativamente
la più importante dal punto di vista dello scambio di sostanze nutritive e di scorie
metaboliche tra sangue e tessuti. L'O2 e il glucosio sono più concentrati nel plasma e
diffondono verso il liquido interstiziale, viceversa la CO2 diffonde in senso opposto.
La velocità di filtrazione in ogni punto del capillare, dipende dall'equilibrio fra le forze di
Starling.
Una di queste forze è il gradiente di pressione idrostatica, cioè la differenza di pressione
idrostatica nel capillare e la pressione idrostatica del liquido interstiziale. L'altra forza è il
gradiente di pressione osmotica fra il plasma ed il liquido interstiziale. Questa seconda
componente è diretta verso l'interno-Il coefficiente di filtrazione capillare è
anche in rapporto alla permeabilità della parete capillare e all'area disponibile per la
filtrazione.
Il liquido, passa negli spazi interstiziali all'estremità arteriosa dei capillari, ove la pressione
di filtrazione supera quella oncotica (37 - 25 = +12) ed entra nei capillari all'estremità
venulare, ove la pressione oncotica supera la pressione di filtrazione (17 - 25 = -8).
In altri capillari, l'equilibrio fra le forze di Starling è differente:Per esempio, il liquido
esce lungo tutto il tratto dei capillari nel glomerulo renale; viceversa, nell'intestino il liquido
entra nei capillari per tutta la sua lunghezza.
Il sistema linfatico, interviene per assorbire piccole quantità di liquido in eccesso negli
spazi interstiziali.

IL RENE
I reni, sono organi vitali molto vascolarizzati (25% della portata cardiaca), svolgono un
ruolo importante nel controllo del volume di liquidi corporei, nella loro composizione, nella
concentrazione idrogenionica (pH),dell'eliminazione delle scorie del metabolismo cellulare
(urea).
I reni, sono anche un importante organo endocrino, in quanto producono la renina,
l’eritropoietina, idrossilazione della vitamina D e chinine.
La renina è un enzima proteolitico che agisce su una proteina plasmatica
(angiotensinogeno), liberando una decapeptide(angiotensina I). L'enzima di conversione
(ACE), trasforma angiotensina I in angiotensina II (octapeptide) che è un potente
vasocostrittore e stimolante la produzione surrenica di aldosterone.
L'eritroproietina, viene somministrata per stimolare la produzione di globuli rossi nel
soggetto con malattia renale.
L'unità funzionale del rene è il nefrone (glomerulo e tubulo)e ciascuno ne contiene circa
1,3 milioni . Il glomerulo è formato dall'invaginazione di un ciuffo di capillari contenuti nella
"capsula di Bowman", da cui si diparte il tubulo renale.
I capillari, sono alimentati da un'arteriola afferente e drenati da un'arteriola efferente un po'
più piccola della prima. Due strati di cellule, separano il sangue dal filtrato glomerulare
raccolto nella capsula di Bowman: l'endotelio dei capillari è un epitelio specializzato
(podociti), che contiene numerose estroflessioni che si interdigitano tra di loro a formare le
fessure di filtrazione. L'endotelio dei capillari è fenestrato. Questi strati sono separati da
una lamina basale. Funzionalmente, la membrana glomerulare, permette libero passaggio
di sostanze neutre del diametro fino a 4 nm ed esclude totalmente quelle di diametro
superiore a 8 nm. Nell'adulto a riposo i reni ricevono circa 1.2-1.3 litri di sangue al minuto,
(25% della gittata cardiaca). Nei capillari glomerulari la pressione è di circa 50/60 mmHg e
si mantiene pressoché costante fino all'arteriola efferente, in maniera da consentire un
efficace processo di filtrazione. Fini meccanismi di autoregolazione, intervengono
sull'arteriola afferente e su quella efferente, consentendo di mantenere costante questa
pressione e quindi la filtrazione, anche in caso di variazioni significative della pressione
arteriosa sistemica.
Velocità di filtrazione glomerulare (VFG). Nell'uomo normale la VFG è di circa 125 ml al
minuto (ed è in buon rapporto con l'aria della superficie corporea); nella donna è di circa il
10% più bassa, si noti che 125 ml/minuto significa, 7,5 litri/ora e 180 litri/gg, mentre il
volume normale delle urine è di 1,5 litri/gg Pertanto Il 99% del filtrato, viene normalmente
assorbito dalla funzione tubulare.
Per calcolare la VFG nella pratica clinica, si ricorre alla "Clearance" (depurare) della
creatinina endogena, la quale è una sostanza che viene liberamente filtrata e poco
modificata dalla funzione tubulare. Determinando la concentrazione di questa sostanza,
nel plasma e nelle urine (rapportata al volume delle urine delle 24 ore) è possibile
effettuare, con discreta accuratezza, il calcolo di questo importante parametro della
funzionalità renale.
La funzione tubulare
Il tubulo renale provvede all'assorbimento con varie modalità (diffusione passiva,
diffusione facilitata, trasporto attivo) di acqua, cloro, sodio, bicarbonato, glucosio,
aminoacidi, piccole proteine ed alcuni ormoni peptidici.
Alcuni sistemi di trasporto attivo, hanno la possibilità di saturarsi (una volta raggiunto il
trasporto massimo) per cui ad alte concentrazioni queste sostanze possono passare nelle
urine. Il glucosio è un esempio tipico di sostanze assorbite dal tubulo con meccanismi di
trasporto attivo. Praticamente il glucosio filtrato, viene tutto riassorbito,per cui è assente
nell'esame delle urine. La soglia renale per il glucosio è la concentrazione plasmatica, per
la quale il glucosio comincia a comparire nelle urine, perchè è stata superata la capacità di
trasporto massimo. La soglia renale è di circa 180 mg/dl.
REGOLAZIONE DEL POTASSIO
Il potassio filtrato viene riassorbito attivamente nei tubuli prossimali. Regolazione del
potassio
Avviene per 80% per secrezione tubulare (tubulo distale) ove assorbimento del sodio,
avviene per scambio di potassio. L'ormone aldosterone stimola questo scambio. L'azione
può essere contrastata dai diuretici antialdosteronici. A livello del tubulo distale e
collettore, si verifica un assorbimento di acqua, controllato dall'ormone ipofisario ADH.La
mancanza di questo ormone, (o in casi eccezionali l'insensibilità genetica delle
cellule a riconoscere l'ormone), è causa di diabete insipido (poliuria a basso peso
specifico).Il diabete mellito scompensato causa poliuria, dipendente dall'elevato carico
osmotico, legato al glucosio non assorbito (poliuria con glicosuria massiva).
Nell'insufficienza renale, si verifica un aumento nel sangue, delle sostanze normalmente
eliminate (urea, azotemia, creatinina, uricemia, tendenza l'aumento del potassio). Si
verificano altresì alterazioni del metabolismo calcio-fosforo (il fosforo tende ad aumentare,
il calcio a diminuire) con conseguente rimaneggiamento osseo; tendenza l'acidosi (nei casi
avanzati) fino ad arrivare nei casi estremi al coma uremico.

APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
Il funzionamento ordinato dell'attività meccanica cardiaca (ciclo cardiaco), è
strutturalmente correlato all'origine ed alla propagazione di un impulso elettrico, che si
propaga attraverso il sistema di conduzione. Le strutture che costituiscono il sistema di
conduzione sono: il nodo seno-atriale (nodo SA) che scarica circa 70 volte in un
minuto, il nodo atrio-ventricolare (nodo AV), il fascio di HIS, che si suddivide della branca
destra ed in quella sinistra, con i rami anteriori e posteriori del sistema di Purkinje. Queste
varie parti sono capaci di scariche spontanea, ma poiché il nodo SA, scarica normalmente
ad una frequenza più alta, la sua depolarizzazione si propaga ad altri regioni prima che
questi scarichino spontaneamente. La frequenza di scarica del nodo SA è influenzata
dall'attività del parasimpatico, (nervo vago che la rallenta) e dal simpatico (che lo
accelera), essa è altresì influenzata dalla temperatura (che lo aumenta), dell'attività fisica e
dei farmaci
L’ELETTROCARDIOGRAMMA (ECG)
La depolarizzazione iniziata dal nodo SA, si propaga rapidamente attraverso gli atri,
raggiungendo il nodo AV. Qui si verifica un lieve ritardo elettrico prima che lo stimolo
raggiunga i ventricoli. I potenziali d'azione delle singole fibre miocardiche, danno luogo ad
una somma algebrica dei vari potenziali elettrici, costituendo delle fluttuazioni di potenziale
durante il ciclo cardiaco che costituisce l'ECG.
L'ECG standard di superficie, consta
di 12 derivazioni, sei agli arti e sei precordiali.Lle registrazioni su carta evidenziano, in
condizioni normali
-una onda di P (depolarizzazione atriale),
-complesso QRS (depolarizzazione ventricolare),
-ondaT (ripolarizzazione ventricolare);
è possibile anche calcolare i tempi elettrici:
-intervallo P-R (dall'inizio della P all'inizio del QRS)
-durata della QRS
-intervallo Q-T (dall'inizio della QRS alla fine dell’onda T) cioè il tempo
necessario per la depolarizzazione e ripolarizzazione ventricolare. La registrazione viene
abitualmente effettuata, alla velocità di scorrimento carta di 25 mm/sec e con ampiezza 10
mm = 1 mV.
Normalmente l'impulso origina nel nodo SA raggiunge il nodo AV, vi staziona per 0,12-
0,20 secondi prima di propagarsi in maniera ordinaria i ventricoli. Pertanto sull' ECG,
rileviamo una sequenza ordinata di onde P, seguite ciascuna dal complesso QRS e la
successiva onda T (ritmo sinusale regolare)-Il PR non deve superare 0,20 sec altrimenti si
verifica un BAV* di primo grado; nel BAV di secondo e terzo grado, si verifica la perdita di
connessione tra la P atriale e il QRS seguenti.
Nella preeccitazione ventricolare, si ha il PR corto (meno di 0,12 sec) per presenza di vie
accessorie di conduzione tra l'atrio ed il ventricolo (sindrome di Wolf). Nei blocchi di
branca (sx o dx) c'è uno slargo aumento del complesso QRS.
Note * : Il BAV di 1° è un semplice ritardo di conduzione tra gli atri e i ventricoli che si evidenzia solo
all’elettrocardiogramma. Il BAV
di 2° comporta ritardo più avanzato o un blocco periodico della conduzione dell’impulso tra atrio e ventricolo.
Il blocco di 3° o totale
comporta una impossibilità di passaggio dell’impulso tra gli atri e i ventricoli. In questo caso i ventricoli
battono ad un ritmo indipendente che nasce dai ventricoli stessi che sono pure dotati di automatismo, ma ad
una frequenza cardiaca bassa ed è per questo
che è necessario un PMK (pacemaker)
CUORE, COME POMPA
L'ordinato processo di depolarizzazione, provoca un onda di contrazione che si propaga
nel miocardio e determina il ciclo cardiaco. Esso consta di due fasi:
a) sistole ventricolare
b) diastole ventricolare
Sistole ventricolare
All'inizio della sistole ventricolare, le valvole mitrale e tricuspide si chiudono, la
muscolatura ventricolare comincia ad accorciarsi e determina un brusco aumento della
pressione intraventricolare (contrazione isovolumetrica). Quando le valvole aortiche e
polmonare si aprono, inizia la fase di eiezione ventricolare.
Ciascuno dei due ventricoli, espelle nella sistole 70/90 ml di sangue in condizioni di riposo.
Il volume di sangue ventricolare telediastolico (ventricolo pieno) è circa 130 ml, quindi,
circa 50 ml di sangue restano nel ventricolo alla fine della sistole (volume ventricolare
telesistolico).
Frazione di eiezione: è un valido indice della funzione ventricolare e rappresenta la
percentuale di volume ventricolare telediastolico che viene spinto fuori ad ogni sistole
(circa 60%→80/130). La gittata sistolica è la quantità di sangue che il cuore espelle per
ciascun battito (70 ml). La gittata cardiaca (o portata) è la quantità di sangue pompato dal
cuore in 1 min (ovvero 70(gittata sistolica) x 70(battiti)= circa 5L in un minuto). Vi è una
correlazione tra gittata cardiaca e aria della superficie corporea. In media, la gittata è di
circa 3,2 L/min·m2 di superficie corporea (indice cardiaco).
Diastole ventricolare
Essa inizia con la chiusura delle valvole aortica e polmonare cui fa seguito (ulteriore
caduta di pressione nel ventricolo), l'apertura delle valvole atrio-ventricolari che
permettono ai ventricoli di riempirsi. Il riempimento rapido all'inizio tende a rallentare,
finché interviene la contrazione atriale (sistole atriale) che spinge un altro po’ di sangue nei
ventricoli. Abitualmente più del 70% del riempimento ventricolare si compie passivamente
durante la diastole. In caso di fibrillazione atriale (fa) si verifica perdita dell'attività elettrica
atriale mancanza della P e conseguente perdita dell'attività meccanica, oltretutto gli
intervalli R-R (QRS) sono variabili ed il polso è "folle" per variazione continua di ampiezza
e di intervallo.
Toni cardiaci
L'ascoltazione cardiaca, evidenzia un primo tono (causato dalla chiusura delle valvole
atrio-ventricolari) ed un secondo tono (causato dalla chiusura delle valvole aortica e
polmonare)-Tra il primo e secondo tono, si realizza la sistole ventricolare, tra il secondo e
il primo tono successivo (fase più lunga) si inserisce la diastole ventricolare. In alcuni casi,
durante la diastole è apprezzabile un terzo tono ed anche un quarto tono (sistole atriale).
I soffi o rumori, sono udibili in varie parti del sistema vascolare, e sono legati al
cambiamento del flusso da laminare a turbolento, per incremento della velocità. La più
importante causa è provocata dai vizi valvolari: la valvola ristretta è detta stenotica; la
valvola non a tenuta è detta insufficiente.
In condizioni di aumentato fabbisogno (aumento dell'attività fisica), la gittata cardiaca è
costretta ad aumentare (fino a 7 volte). Ciò si realizza fondamentalmente con due
meccanismi, un aumento della frequenza cardiaca e un aumento della gittata sistolica, (
con riduzione del volume telesistolico ventricolare per aumento della forza di contrazione).
Pressione arteriosa
La pressione arteriosa nella aorta ed in altre grosse arterie, sale durante il ciclo cardiaco
ad un massimo (pressione sistolica) di circa 120 mmHg e scende ad un minimo (pressione
diastolica) di 80 mmHg.
La pressione differenziale è la differenza tra la pressione sistolica e la pressione diastolica,
circa 50 mmHg.Negli anziani a causa della sclerosi dell'albero arterioso, con riduzione
dell'elasticità, si verifica un aumento della sistolica e una riduzione della diastolica, ed
aumento della differenziale. La pressione arteriosa media è il valore medio della pressione
durante l'intero ciclo cardiaco; siccome la sistole e più breve della diastole, la pressione
media è un pò inferiore alla media aritmetica fra la sistolica e la diastolica. Come valore
approssimativo la pressione media = pressione diastolica + ⅓ della pressione
differenziale.

APPARATO RESPIRATORIO
La respirazione comprende due processi: la respirazione esterna consiste,
nell'assorbimento di O2 e nell'eliminazione di CO2 da parte del corpo in toto. La
respirazione interna, consiste nell'utilizzazione di O2 e nella produzione di CO2 da parte
delle cellule, con il relativo scambio gassoso fra le cellule e il loro ambiente liquido.
L'apparato respiratorio è costituito da un organo in cui avvengono gli scambi gassosi (i
polmoni) e da una pompa che ventila i polmoni. La pompa è costituita dalla parete
toracica, dai muscoli inspiratori che aumentano e riducono la dimensione della cavità
toracica, dai centri nervosi che controllano i muscoli, dai fasci e dai nervi che
connettono i centri nervosi ai muscoli.
A riposo, l'individuo normale, respira 12-15 volte al minuto, inspirando ed
espirando 500 ml di aria, ad ogni ciclo respiratorio. Quest’aria, si mescola col gas che si
trova negli alveoli e per semplice diffusione O2 entra nel sangue dei capillari, mentre dal
sangue la CO2 passa negli alveoli. Un gas, si diffonde da aree ad alta pressione ad aree a
bassa pressione con una velocità che dipende dal gradiente di concentrazione e dalle
caratteristiche della barriera tra le due aree. Al livello del mare la pressione barometrica è
di 760 mmHg. L'ossigeno rappresenta il 21% della composizione dell'aria. Per cui la sua
pressione parziale è 760x0,21= 160 mmHg. Mentre la PCO2 scarsamente rappresentata,
esercita una pressione parziale di 0,3 mmHg, il maggiore componente dell'aria è l'azoto
(78%)
MECCANICA DELLA RESPIRAZIONE
I polmoni è la parete toracica sono strutture elastiche. Normalmente, vi è solo un sottile
strato di liquido tra i polmoni e la parete toracica (la pressione intrapleurica è sub-
atmosferica), L'inspirazione è un processo attivo. La contrazione dei muscoli inspiratori,
aumenta il volume intratoracico. La pressione intrapleurica va dai normali-2,5 a -6 mmHg
obbligando i polmoni ad espandersi. La pressione nelle vie aeree, diventa di conseguenza
leggermente negativa e l'aria entra nei polmoni. Terminata l'inspirazione, la retrazione
elastica dei polmoni, riporta il torace in posizione di partenza (in equilibrio), nella quale le
forze elastiche dei polmoni e quelli dellaparete toracica (che vanno in senso opposto) si
compensano. Durante la fase dell'espirazione, la pressione dei polmoni diventa
leggermente positiva e ciò determina la fuoriuscita di aria. L'espirazione nel respiro
tranquillo è passiva, nel senso che nessuno dei muscoli che riduce il volume intratoracico
si contrae. Gli alveoli polmonari tendono nella fase di espirazione, a collassare, per effetto
della tensione superficiale del film liquido che li riveste. Il surfactante è un agente
tensioattivo (di natura lipidica), che abbassa il valore della tensione superficiale ed
ostacola il collasso degli alveoli, alla fine del espirazione in obbedienza alla legge di
Laplace. Il surfactante è il prodotto delle cellule epiteliali di tipo secondo. È importante la
sua presenza alla nascita. In questa fase a causa di energici movimenti inspiratori, i
polmoni (che sono collassati) si espandono e questa sostanza impedisce che tornino a
collassare. La deficienza è la causa della malattia delle membrane ialine, grave malattia
polmonare che si sviluppa in neonati prima che il sistema surfactante sia funzionale. La
maturazione del surfactante nei polmoni fetali, viene accelerato dagli ormoni gluco-
corticoidi (cortisone).
Volumi polmonari
La quantità di aria, che entra ed esce dai polmoni con un atto respiratorio, viene definito
volume corrente (500ml).
Il volume di riserva inspiratoria, è la quantità massima di aria che può essere inspirata
oltre al volume corrente. Il volume di riserva espiratorio, è la quantità massima di aria che
può essere espirata forzatamente dopo un espirazione passiva (normale); Il volume
residuo è l'aria che rimane nei polmoni dopo uno sforzo espiratorio massimo. Spazio
morto respiratorio (spazio nelle vie aeree superiori) è rappresentato dai gas che non
subiscono scambi con il sangue dei vasi polmonari, ed occupa il primo tratto delle vie
respiratorieCioè ad ogni inspirazione solo 350ml di 500ml di aria si mescolano con l'aria
alveolare; inversamente ad ogni espirazione, i primi 150ml di gas provengono dallo spazio
morto.Per ridurre lo spazio morto posso ricorrere alla tracheostomia.
Muscoli respiratori
Nell'inspirazione tranquilla il 75% del aumento del volume toracico, è dovuto al movimento
del diaframma che scende di circa 1,5 cm (ma può arrivare a 7 nell'inspirazione profonda).
Gli altri muscoli inspiratori sono gli intercostali esterni, che decorrono obliquamente in
basso ed in avanti da ogni costa a quella successiva .In questo modo lo sterno viene
spinto in avanti e soprattutto il diametro antero-posteriore del torace aumenta. Tanto il
diaframma, quanto i muscoli intercostali esterni, possono da soli mantenere un'adeguata
ventilazione in condizioni di riposo. I muscoli espiratori (intercostali interni) contraendosi
diminuiscono il volume intratoracico e contribuiscono all'espirazione forzata.

Scambi gassosi nei polmoni


A livello alveolare, grazie alla ventilazione polmonare abbiamo una PO 2 di 100 mmHg e
una PCO2 di 40 mmHg.
Nei capillari in arrivo all'alveolo la PO2 (sangue venoso) è 40 mmHg e la PCO2 è 46 mmHg.
Nel sangue in uscita dall'alveolo (sangue arterioso) ed analizzato con l'emogasanalisi, si
riscontra una PO2 di 95mmHg è una PCO2 di 40 mmHg.
I gas si diffondono dagli alveoli al sangue capillare attraverso la membrana
alveolo-capillare, formata dall'epitelio polmonare, dal endotelio capillare e dalla loro
membrane basali fuse.
La capacità di diffusione per un dato gas è direttamente proporzionale alla superficie della
membrana alveolo capillare ed inversamente proporzionale al suo spessore. La CO2,
passa facilmente attraverso tutte le membrane biologiche e la sua capacità di diffusione, è
maggiore di quella per O2. Di conseguenza nelle fibrosi polmonare, in cui è compromessa
la diffusione dell'ossigeno raramente si verifica la ritenzione di CO2
Controllo nervoso del respiro
Il respiro è controllato da due meccanismi nervosi separati, responsabili uno del controllo
volontario, l'altro del controllo automatico. Il primo si trova nella corteccia celebrale e
controlla i motoneuroni respiratori mediante i fasci cortico-spinali. Il secondo si trova nella
parte è nel bulbo ove i centri del respiro vanni incontro a scariche ritmiche che
raggiungono i muscoli respiratori. Queste scariche ritmiche, che sono alla base del respiro
spontaneo, sono prevalentemente regolate dalla misurazione della PO2 e dal H+,
costantemente monitorate dai glomi carotidei ed aortici e dalla concentrazione di PCO2
direttamente rilevata nel liquor.
Trasporto dell'ossigeno
La quantità di ossigeno trasportata ai tessuti, sarebbe del tutto inadeguata, se non ci fosse
l'emoglobina che lega quasi 99% dell'ossigeno. La presenza dell'emoglobina aumenta la
capacità di trasporto del sangue per l'O2 di 70 volte. L'emoglobina (Hb) ha delle
caratteristiche che la rendono particolarmente adatta al trasporto di ossigeno.
Essa è una proteina, formato da 4 sub-unità, ognuna delle quali contiene un gruppo EME,
legato ad una catena polipeptidica. L'EME contiene un atomo di ferro ferroso. Ciascuno di
essi lega reversibilmente una molecola di O2. Pertanto una molecola di emoglobina lega 4
molecole di O2. L'affinità di legame con l'ossigeno non è lineare in rapporto alla
concentrazione di esso, ma è caratteristicamente di forma sigmoide. Nei polmoni (PO 2
100mmH
l'emoglobina (Hb) si satura al 100%. A livello dei capillari sistemici ove la PO2 scende fino
a 40 mmHg, l'emoglobina (Hb) si libera di quasi il 50% dell'ossigeno legato. La capacità di
liberare ossigeno, viene ulteriormente potenziata dalla presenza di condizioni quali
l'abbassamento del ph e un aumento della temperatura corporea.

APPARATO ENDOCRINO

ORMONI IPOFISIOTROPI
Vi sono vari ormoni di origine ipotalamica in grado di liberare o inibire la secrezione di
ormoni dell' adenoipofisi:
-CRH: ormone liberante la corticotropina (ACTH)
-Ormone liberante la tireotropina (TRH)
-Ormone liberante l'ormone della crescita (GRH)
-Ormone inibente l'ormone della crescita (GIH) (Somatostatina)
-Ormone liberante le Gonadotropine (GnRH)
-Ormone inibente la prolattina (PIH)
E’ stata anche ipotizzata l'esistenza di un ormone liberante la prolattina (PRH).
La conoscenza delle molteplici funzioni regolatorie neuro-endocrine dell'ipotalamo, è
importante, perché essa spiega come l'attività endocrina sia mantenuta sempre adeguata
alle necessità imposte dei cambiamenti ambientali. Il sistema nervoso, riceve degli organi
sensoriali, informazioni sui cambiamenti dell'ambiente interno e dell'ambiente esterno,
determinando i necessari aggiustamenti, non solo con movimenti somatici ma anche con
variazioni della velocità di secrezione delle ghiandole endocrine. Le malattie dell'ipotalamo
consistono, non solo in disturbi nervosi e disordini del metabolismo, quali l'iperfagia,
l'anoressia, disturbi della regolazione della temperatura (ipertermia), ma anche disturbi
endocrini.
Ipofisi posteriore
Questi ormoni (ossitocina e vasopressina) sono tipici neuro-ormoni, cioè ormoni secreti in
circolo da cellule nervose i cui corpi cellulari sono collocati nell'ipotalamo. L'ossitocina
(ormone proteico), agisce principalmente
sulla mammella, determinando la eiezione del latte a causa la contrazione della
muscolatura liscia dell'utero durante il travaglio. La vasopressina, chiamata anche ormone
antidiuretico (ADH), aumenta la permeabilità nei confronti dell'acqua in corrispondenza dei
dotti collettori del rene. In questo modo, il volume urinario diminuisce e si verifica una
ritenzione di acqua in eccesso rispetto ai soluti (di conseguenza la pressione osmotica dei
liquidi del corpo diminuisce). Uno dei fattori che stimolano il rilascio di ADH è l'aumento
dell'osmolalità plasmatica monitorata a livello del sistema nervoso centrale.
Ormone della crescita GH
L'ormone della crescita ha effetti diffusi su tutto il corpo, oltre ad importanti effetti
metabolici. Nei soggetti giovani, nei quali l'epifisi non si sono ancora saldate nelle ossa
lunghe, accelera la condrogenesi favorendo un allungamento dell'osso e quindi la crescita
in altezza. Un eccesso di GH in età pre-puberale, porta al gigantismo.
Quando l'eccesso si verifica nell'età adulta (dopo la saldatura delle epifisi), si verifica un
quadro di deformazioni ossee e tessutali note come acromegalia. Il GH, stimola
l'anabolismo proteico (sintesi delle proteine) ed è diabetogeno in quanto aumenta la
liberazione di glucosio dal fegato. Gli effetti sulla crescita, sulla cartilagine e sul
metabolismo proteico, sono esercitati non direttamente, ma dalle somatomedine, che sono
fattori di crescita polipeptidici secreti del fegato e da altri tessuti.
Gli stimoli principali che aumentano la secrezione di GH, sono principalmente
l'ipoglicemia, il digiuno, l'esercizio fisico, alcuni amminoacidi (Arginina). La bassa statura,
può derivare da carenza di GRH o di GH. In questo secondo caso, la risposta del GH alla
somministrazione di GRH è normale. In bambini nani, la concentrazione plasmatica di GH
è normale o elevata, ma i loro recettori per l'ormone non rispondono (a seguito di
mutazioni) con perdita di funzione. Questa condizione da insensibilità al GH, è conosciuta
come nanismo di Laron.
La prolattina, causa la secrezione di latte se la ghiandola mammaria è stata preparata da
estrogeni e progesterone.
Un incremento della prolattina può provocare galattorrea. Il 15/20% delle donne con
amenorrea secondaria presenta elevati livelli di prolattina e quando la sua secrezione
viene ridotta, ricompaiono cicli mestruali normali e fertilità. Sembra che la prolattina
determini l’amenorrea, bloccando l'azione delle gonadotropine sulle ovaie.Incrementano la
secrezione di prolattina l'allattamento, lo stress, la gravidanza, il TRH e psicofarmaci.
Diminuiscono la secrezione di prolattina la L-DOPA e la bromocriptina
(parlodel).
TIROIDE
La ghiandola tiroide, regola l'attività metabolica dei tessuti. Gli ormoni tiroidei, stimolano il
consumo di O2 di quasi tutte le cellule del corpo, concorrono alla regolazione del
metabolismo di lipidi e glucidi e sono necessari per la crescita e la maturazione normali.
La tiroide, non è essenziale per la vita, ma la sua assenza provoca rallentamento dei
processi fisici e mentali, riduzione della resistenza al freddo e, nei bambini, ritardo mentale
e nanismo. All'opposto, eccessiva secrezione tiroidea, porta a dimagrimento, nervosismo,
tachicardia, tremore e iperproduzione di calore. La funzione della tiroide è controllata dal
TSH ipofisario, la cui secrezione è regolata del TRH ipotalamico ed è soggetta ad un
controllo a feedback negativo, da parte della concentrazione ematica degli ormoni tiroidei,
sia sull'ipofisi che sull'ipotalamo. Non dimentichiamo, che la tiroide secerne anche
calcitonina,un ormone che abbassa la calcemia e che contiene le ghiandole paratiroidi che
producono paratormone in grado di innalzare la calcemia (rimuovendo il calcio dalle ossa).
I principali ormoni secreti dalla tiroide, sono la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). La T3
si forma anche nei tessuti periferici per deiodazione di T4 (T3 ha un atomo di iodio in
meno). Entrambi gli ormoni, sono amminoacidi contenenti iodio. Lo iodio, è una materia
prima essenziale per la sintesi dell'ormone tiroideo. Avidamente captato dalle cellule
tiroidee (trasporto attivo), viene legato alle molecole di tirosina (amminoacido) incluse nella
tireo-globulina che fa parte della colloide. Nella fase di secrezione, le cellule tiroidee
inglobano colloide per endocitosi; questa viene fusa con i lisosomi (che contengono
gli enzimi per la degradazione), i legami peptidici, vengono scissi dalle proteasi e T3 e T4
passano in circolo. Sia T3 che T4 sono in gran parte legate alle proteine plasmatiche
(albumina, pre-albumina e una globulina legante tiroxina). Solo le molecole libere
dell'ormone nel plasma, sono quelle fisiologicamente attive sui recettori e che quindi
agiscono anche inibendo la secrezione ipofisaria di TSH e ipotalamica di TRH. Molti degli
effetti generali degli ormoni tiroidei sul corpo, sono secondari alla stimolazione del
consumo di O2 (azione calorigena), ma influenzano anche la crescita, la maturazione e
concorrono alla regolazione del metabolismo lipidico e glucidico. Gli ormoni tiroidei,
entrano nella cellula e soprattutto il T3, si lega a specifici recettori nucleari. Il complesso
ormone-recettore si lega al DNA, modulando l'espressione di geni differenti, che codificano
per enzimi che regolano la funzione cellulare.
Alte dosi di ormoni tiroidei, determinano eccessiva produzione di calore, che comporta
innalzamento della temperatura corporea, aumentano la frequenza e la gittata cardiaca,
stimolano il sistema nervoso (provocano rapidità dei processi mentali), irritabilità,
irrequietezza, insonnia e abbassano i livelli del colesterolo.
Viceversa,bassi livelli ormonali, determinano bradicardia, rallentamento dei processi
mentali, stipsi, ipercolesterolemia, fino a sfociare in casi estremi al coma. I bambini
ipotiroidei, sin dalla nascita si chiamano cretini: sono nani, con notevole ritardo mentale,
lingua grossa e sporgente, ventre gonfio. Può essere dovuto principalmente: o a
disgenesia tiroidea fetale, o a errori congeniti della sintesi degli ormoni tiroidei. Lo
screening precoce dell'ipotiroidismo congenito, previene con la terapia ormonale
sostitutiva, lo sviluppo del quadro clinico. La sindrome dell'ipotiroidismo, nell'adulto è
chiamata mixedema (alterazione specifica della cute presente in questa sindrome), essa è
il risultato di varie malattie della tiroide (fase finale di tiroidite, dopo intervento
chirurgico,radioiodio ), o secondario ad una insufficienza dell'asse ipotalamo/ipofisario.
L'ipertiroidismo è caratterizzato da nervosismo, perdita dipeso, iperfagia, etc.; che può
essere causato da una tiroidite iniziale, adenoma tossico tiroideo, dal morbo di
Basedow, dovuta ad anticorpi antirecettore del TSH in grado di stimolare il recettore
stesso. Una sua caratteristica è l'esoftalmo con protrusione dei globi oculari. Un tumore
ipofisario secernente TSH può essere causa di ipertiroidismo secondario.
Gozzo endemico
Se l'assunzione di iodio con gli alimenti diventa inadeguata, la sintesi degli ormoni tiroidei
è impedita e la loro secrezione si riduce, ne consegue un aumentata secrezione
compensatoria di TSH, che provoca ipertrofia della tiroide con sviluppo del "gozzo da
deficienza di iodio".
Surrene
Nella ghiandola surrenale si trovano 2 strutture endocrine: la più interna (midollare)
secerne principalmente catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina). La
midollare è in effetti un ganglio simpatico, in cui i neuroni post gangliari hanno perduto
l'assone e sono diventati cellule secretrici (direttamente nel sangue), questi ormoni aiutano
l'individuo a fare fronte alle emergenze.
Corticale surrenale (parte più esterna)
Gli ormoni della suddetta ghiandola, sono derivati dal colesterolo (come gli acidi biliari la
vitamina D, gli steroidi ovarici e testicolari).Vengono prodotti principalmente gli ormoni
mineral-corticoidi (aldosterone), glucocorticoidi (cortisolo e corticosterone) e piccole
quantità di androgeni. La sintesi di questi ormoni, è controllata principalmente dall' ACTH,
che stimola prevalentemente la zona fascicolata (glucocorticoidi) e dall'angiotensina
2, che stimola la produzione di aldosterone. L'aldosterone, si lega a uno specifico
recettore intracellulare ed insieme ad esso si lega al DNA, promuovendo la sintesi di
specifici RNA messaggero. Agisce principalmente, sull'epitelio dei dotti collettori renali,
promuovendo l'assorbimento di sodio in scambio con il potassio. Iglucocorticoidi,
esercitano numerose azioni biologiche e vengono adoperati in terapia. Quando si è
esposti allo stimolo nocivo o potenzialmente tale, aumenta la secrezione di ACTH e quindi
anche il livello dei glucocorticoidi circolanti (resistenza agli "stress"), sul metabolismo
agisce aumentando la glicemia, il livello di lipidi nel plasma e favorendo il catabolismo
proteico (scindono le proteine in amminoacidi). Altre azioni consistono nel:
- ridurre la permeabilità dei capillari e aumentarne la reattività vasale (ipertensione)
- stimolano il sistema nervoso
- producono linfopenia (diminuzione dei linfociti) e aumento delle piastrine e dei globuli
rossi (azioni sfruttate inematologia)
Un eccesso di glucocorticoidi, da luogo al quadro tipico della sindrome di Cushing:
- soggetto obeso con faccia luna piena
- aumento del grasso corporeo con particolare distribuzione
- cute sottile con tendenza ad ecchimosi e difficile guarigione di ferite
- scarso sviluppo muscolare oltre a ipertensione e iperglicemia
L' ACTH, è secreto con scariche irregolari durante tutto il giorno e il cortisolo plasmatico,
varia in rapporto ad esse (ritmo circadiano). Le scariche, sono più frequenti nel primo
mattino, per cui il livello di ACTH e di cortisolo sono più alti al mattino rispetto alla sera.
Una terapia cortisonica, protratta agisce a livello ipotalamo/ipofisario, con feedback
negativo e conseguente riduzione di ACTH, ciò determina ipofunzione surrenalica e
conseguente sindrome da insufficienza ormonale, in caso di brusca sospensione dopo
terapie protratte.
GONADI E SISTEMA RIPRODUTTIVO
Nella specie umana, la differenziazione intrauterina delle gonadi primitive in testicoli o in
ovaie, è determinata geneticamente, ma la formazione dei genitali maschili, richiede la
presenza di testicoli funzionanti. Dopo la nascita, le gonadi rimangono quiescenti fino
all'adolescenza, quando cominciano a essere attivate dalle gonadotropine ipofisarie, per
attivazione delle funzioni ipotalamiche. Gli ormoni secreti in quel momento dalle gonadi,
determinano la comparsa dell'aspetto tipico del maschio o della femmina adulti e la
comparsa del ciclo sessuale nella donna. Le gonadi hanno una doppia funzione:
- Formano le cellule germinali (gametogenesi)
- Producono gli ormoni sessuali
Entrambi (androgeni ed estrogeni) vengono normalmente secreti nei due sessi.
Gli androgeni hanno azione mascolinizzante, gli estrogeni femminilizzante. Le ovaie
secernono anche progesterone che prepara l'utero alla gravidanza.
L'apparato riproduttivo femminile, mostra, a differenza di quello maschile, regolari
mutamenti ciclici che possono essere considerati come periodiche preparazioni alla
fecondazione e alla gravidanza. L'aspetto più evidente è rappresentato dal ciclo
mestruale, dipendente dal periodico sfaldamento della mucosa uterina. Esso dura in
media 28 gg. All'inizio di ciascun ciclo, molti follicoli si ingrossano, ma uno solo continua a
crescere diventando il follicolo dominante (fase follicolare). Al 14° gg il follicolo disteso si
rompe e l'ovulo passa nella cavità addominale (ovulazione). L'ovulo viene raccolto dalle
fimbrie di una tuba uterina e trasportato nell'utero. Il follicolo rotto, si trasforma in corpo
luteo e produce grandi quantità di estrogeni e progesterone (fase luteinica).
Se ha luogo la gravidanza, il corpo luteo persiste per azione della "gonadotropina
coreonica" (β HCG).
Ciclo Uterino
Le cicliche secrezioni ormonali ovariche, si ripercuotono sulla mucosa uterina. Sotto
l'influenza degli estrogeni secreti dal follicolo in via di sviluppo, l'endometrio, dopo lo
sfaldamento ricresce rapidamente di spessore (fase proliferativa o pre-ovulatoria). Dopo
l'ovulazione, per effetto di estrogeni e progesterone secreti dal corpo luteo si realizza la
fase secretoria. Quando il corpo luteo regredisce (per mancato inizio della gravidanza), il
supporto ormonale all'endometrio viene a mancare per cui si ha necrosi e sfaldamento. Il
1° giorno del ciclo corrisponde a questo fenomeno.
Nell'uomo l'FSH, contribuisce a mantenere l'epitelio spermatogeno, stimolando le cellule di
Sertoli. L'LH è tropico per le cellule di Leydig che producono testosterone, il quale oltre a
l'azione durante lo sviluppo (anche intrauterino) sviluppa e mantiene i caratteri sessuali
secondari maschili, esercita un importante effetto anabolizzante proteico, mantiene la
spermatogenesi ed esercita l'azione di feedback negativo sulla secrezione
ipofisaria di LH.

APPARATO GASTRO INTESTINALE


L'apparato gastro-intestinale è la via di ingresso del corpo di sostanze nutritive, vitamine,
minerali e liquidi. Le proteine, i lipidi e i glucidi complessi, presenti negli alimenti sono
scissi (digeriti) principalmente nel tenue in composti assorbibili. I prodotti della digestione,
le vitamine, i minerali e l'acqua, attraversano la mucosa ed entrano nel sangue o in alcuni
casi nella linfa (assorbimento). La digestione dei principi alimentari è un processo ordinato,
che richiede l'azione di un gran numero di enzimi digestivi. Gli enzimi delle ghiandole
salivari e linguali attaccano i glucidi e i lipidi, gli enzimi dello stomaco attaccano le proteine
e i lipidi mentre gli enzimi del pancreas esocrino attaccano lipidi, glucidi, proteine, DNA e
RNA. Altri enzimi che completano il processoson localizzati sulla membrana e nel
citoplasma delle cellule che rivestono internamente il tenue. L'azione degli enzimi è
favorita, dall'HCL secreto dallo stomaco e dalla bile secreta dal fegato. Gli enterociti (le
cellule della mucosa dell'intestino tenue), possiedono un "orletto a spazzola" formato da
numerosi micro-villi, che sono ricchi di enzimi. I principali glucidi della dieta sono
polisaccaridi, disaccaridi (lattosio, saccarosio) e monosaccaridi (fruttosio, glucosio). Nella
bocca, l'amido (polimero del glucosio) viene attaccato dall' α amilasi salivare. Nell'intestino
tenue, interviene anche l’ α amilasi pancreatica con formazione finale di disaccaridi
(maltosio), trisaccaridi (maltotriosio) e polisaccaridi (α destrine). Le oligosaccaridasi
completano il processo in corrispondenza dell'orletto a spazzola degli enterociti. La
saccarasi scinde il saccarosio in glucosio e fruttosio; la lattasi scinde il lattosio in glucosio
e galattosio. L'attività della lattasi intestinale, è elevata alla nascita e si riduce e talvolta
scompare nell'età adulta. Spesso si verifica transitoriamente nei bambini in seguito ad
enteriti virali. Bassi livelli di lattasi sono associati con intolleranza al latte (intolleranza al
lattosio).
Gli zuccheri semplici sono rapidamente assorbiti nel tratto medio dell'intestino tenue.

PROTEINE. La digestione delle proteine, comincia nello stomaco ad opera delle pepsine,
che vengono secrete in forma inattiva sottoforma di pro-enzimi (pepsinogeni), che sono
attivati dall’acido cloridrico del succo gastrico.
Nell'intestino tenue, i polipeptidi formati nello stomaco, vengono ulteriormente digeriti dai
potenti enzimi proteolitici del pancreas e della mucosa intestinale. Le endopeptidasi
(tripsina, chimotripsina e elastasi), agiscono sui legami peptidici interni. Le esopeptidasi,
scindono i legami degli aminoacidi situati alle estremità della catena polipeptidica. Il
processo, si completa per azione di peptidasi e dipeptidasi, presenti sull'orletto a spazzola;
alcuni dei tripeptidi trasportati attivamente nelle cellule intestinali, vengono ulteriormente
scissi in aminoacidi, che passano direttamente nel sangue. L'assorbimento degli
aminoacidi, avviene nell'intestino tenue (prevalentemente nel tratto medio) attraverso
sistemi di trasporto specifici. Nell'uomo, sono stati individuati difetti congeniti del trasporto
degli aminoacidi (cistinuria e malattia di Hartnup).

LIPIDI. Alcune ghiandole presenti sulla superficie dorsale della lingua, secernono una
lipasi linguale. Viene secreta anche una lipasi gastrica, di scarsa efficienza. Pertanto, la
maggior parte della digestione avviene nel duodeno ad opera della lipasi pancreatica.
Questo enzima, idrolizza i legami fra glicerolo ed acidi grassi e la sua attività è favorita
dall'azione emulsionante della bile, che trasforma i lipidi in micelle che favorisce il
processo di digestione e di assorbimento. Il destino degli acidi grassi negli enterociti,
dipende dalla loro lunghezza. Quelli contenenti meno di 10/12 atomi di C, passano
direttamente nel sangue portale, sottoforma di acidi grassi liberi.
Quelli a catena più lunga, vengono ri-esterificati (trasformati) in trigliceridi e insieme a
parte del colesterolo, vengono legati a una piccola bolla proteica dando luogo ai chilo-
microni che passano nei linfatici. L'assorbimento dei grassi, avviene soprattutto nella prima
parte del tenue ed è molto efficace (ne viene assorbito almeno il 95%).
Nel sangue oltre ai chilo-microni, si riscontrano altre 3 classi di lipoproteine (classificate in
base alla mobilità elettroforetica) le HDL (lipoproteine ad alta densità) che contengono
soprattutto fosfolipidi e "colesterolo buono" (colesterolo con funzione protettiva), le LDL
che contengono soprattutto "colesterolo cattivo" e le VLDL che contengono soprattutto
trigliceridi. Queste 3 classi di lipoproteine, sono prevalentemente sintetizzate dal fegato
e sottoposte ad un complesso processo metabolico e di rimaneggiamento. I chilo-microni,
hanno la quota proteica più bassa (1-2%). Nei pazienti con esteso danno della funzione
esocrina del pancreas, le feci sono grasse, voluminose e color creta (steatorrea). Il
colesterolo, viene rapidamente assorbito dall'intestino tenue e quasi completamente
incorporato nei chilo-microni. Gli steroli vegetali non assorbibili, come quelli dei semi di
soia, riducono l'assorbimento del colesterolo per meccanismi competitivi. Il colesterolo
plasmatico, è abitualmente per 1/3 di origine alimentare e per 2/3 di sintesi endogena
(epatica) con la sintesi delle VLDL degradate poi in LDL (principali trasportatrici di
colesterolo).
ASSORBIMENTO di liquidi, elettroliti e vitamine. Nell'intestino, giungono circa 2000 ml di
liquidi ingeriti, più 7000 ml di secrezioni provenienti dalla mucosa intestinale e dalle
ghiandole annesse. Il 98% di questo liquido viene riassorbito, con una perdita giornaliera
di acqua con le feci di soli 200 ml. L'acqua, attraversa in entrambe le direzioni la mucosa
dell'intestino tenue e del crasso in risposta a gradienti osmotici. Il sodio, attraversa la
mucosa intestinale nelle 2 direzioni in base al gradiente di concentrazione. Nell'intestino
tenue, è presente un meccanismo di riassorbimento attivo del sodio, associato a quello del
glucosio e di altri aminoacidi (meccanismo attivo di trasporto congiunto). Un incremento di
sostanze osmoticamente attive (non assorbibili) nel lume intestinale,determinano il
presupposto fisiopatologico della diarrea osmotica. I purganti salini (quali il solfato di
magnesio)sono sali scarsamente assorbibili, per cui trattengono acqua nell'intestino ed
hanno un effetto lassativo.
L'assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K), avviene nella prima parte del tenue.
L'assorbimento è deficitario in caso di malassorbimento dei lipidi (carenza di enzimi
pancreatici o deficit di bile), la causa principale di deficit di bile è l'ostruzione del coledoco
(il condotto che porta la bile dal fegato al duodeno).
VITAMINA B12, viene assorbita nell'ileo, questa vitamina si lega al "fattore intrinseco"
secreto dallo stomaco e l'intero complesso viene successivamente assorbito .La vitamina
B12 è importante per la formazione delle cellule soprattutto del sangue (emopoietiche)), e
corretto funzionamento del sistema nervoso.
IL CALCIO, viene assorbito per il 30-80%, principalmente nel digiuno ed è controllato dalla
vitamina D attiva (per idrossilazione da parte del rene e del fegato).
IL FERRO, negli adulti la quantità di ferro persa dall'organismo è relativamente piccola ed i
depositi corporei totali di ferro regolano le variazioni della velocità con cui esso è
assorbito dall'intestino. La quantità assorbita è circa il 3-6% della quantità ingerita. Il ferro
contenuto negli alimenti è in forma ferrica (Fe+++),ma quella assorbita è la forma ferrosa
(Fe++). L'assorbimento avviene principalmente nel duodeno. Nel plasma è riconvertito
nella forma ferrica e legata ad una proteina di trasporto (transferrina). Il ferro di deposito
tessutale, prende il nome di ferritina, che talvolta si aggrega a formare emosiderina.
L'assorbimento intestinale del ferro è regolato principalmente dallo stato dei depositi e dal
ferro introdotto con la dieta e da altri fattori presenti (per esempio l'acido ascorbico
(vitamina C) ed altre sostanze ne facilitano la riduzione). E' essenziale per la salute un
normale bilancio del ferro. La deficienza provoca, anemia mentre un sovraccarico provoca
accumulo di emosiderina nei tessuti, con danno d'organo (lesioni pancreatiche con
diabete, cirrosi epatica, etc.). Queste condizioni possono essere acquisite o ereditarie (in
questo caso un'anomalia genetica comporta un eccessivo assorbimento. Per la diagnosi si
ricorre all'individuazione del gene alterato).IL FEGATO è la ghiandola più grande
dell'organismo e svolge molte e complesse funzioni.
SINTESI DELLA BILE: essa è secreta dalle cellule epatiche ed immessa nel coledoco e
sbocca nel duodeno.
Nell'intervallo fra i pasti, lo sfintere dell'orifizio del coledoco (Sfintere di Oddi) è chiuso e la
bile passa nella colecisti dov'è immagazzinata. Quando il cibo entra nella bocca, lo sfintere
di Oddi si rilascia e quando il contenuto gastrico arriva nel duodeno, l'ormone CCK
(colecistochinina) secreto dalla mucosa duodenale, fa contrarre la colecisti. La bile è
costituita da colesterolo, sali biliari, pigmenti biliari, ed altre sostanze (circa 500 ml al
giorno). Il 90-95% dei sali biliari vengono riassorbiti nell'ileo terminale (circolo
enteroepatico).
METABOLISMO DELLA BILIRUBINA: si forma per degradazione dei globuli rossi che
vivono 120 gg. E circola legata all'albumina in quanto è insolubile (bilirubina indiretta). La
bilirubina, penetra nelle cellule epatiche, viene legata enzimaticamente all'acido
glicuronico, diventando così solubile (bilirubina diretta) ed immessa nelle vie biliari. L’ittero,
è una colorazione giallastra assunta dalla cute e dalle mucose, in seguito ad un
aumento della bilirubina nel sangue ed è evidente per valori superiori ai 3mg %.
Nelle patologie ematologiche per aumento della degradazione dell' EME, aumenta la
bilirubina indiretta. Nelle patologie delle vie biliari, aumenta la quota di diretta. Nelle
malattie epatiche, l'iper-bilirubinemia è mista. Sono molto diffuse forme ereditarie
(autosomica dominante a penetranza variabile), dovute ad un deficit della captazione e/o
coniugazione della bilirubina, con lievi incrementi della bilirubina indiretta(Sindrome di
Gilbert).
SINTESI DELLE PROTEINE PLASMATICHE: Il fegato produce albumina( principale
responsabile dell'osmolalità plasmatica),proteine leganti gli ormoni steroidei e sintetizza
molti fattori della coagulazione (fibrinogeno etc.). La sintesi di alcuni di questi fattori, è
legata all'azione della vitamina K (fattori vitamina K dipendenti). In terapia, spesso si
ricorre a farmaci antagonisti della vitamina K (Coumadin), per inibire parzialmente la
sintesi di questi fattori ed ottenere una scoagulazione controllata e monitorata in
laboratorio (valutando l'attività protrombinica cioè il PT).
Il fegato, interviene in modo importante nel metabolismo ed eliminazione di sostanze
tossiche e farmaci.
Interviene nel metabolismo del glucosio, grazie alla sintesi del glucosio a partire da altre
sostanze, ma soprattutto con i processi di sintesi e degradazione del glicogeno (è una
riserva di glucosio immediatamente disponibile).
E' responsabile della sintesi delle lipoproteine plasmatiche ed interviene nella sintesi e
deposito delle vitamine
(attivazione della vitamina D!).
PANCREAS ESOCRINO
Il succo pancreatico, contiene enzimi molto importanti per la digestione, è alcalino ed è
prodotto nella misura di circa 1,5litri al giorno. I potenti enzimi sono secreti allo stato di
pro-enzimi inattivi. Il tripsinogeno, viene trasformato nell'enzima attivo tripsina, per azione
dell'enterochinasi intestinale. La tripsina a sua volta attiva tutti gli altri enzimi pancreatici.
Un'attivazione intrapancreatica dei potenti enzimi prodotti, causa la pancreatite acuta,
talora grave e mortale.In questi casi si verifica anche un'elevata presenza in circolo di
amilasi e lipasi. La secrezione del succo pancreatico è principalmente sotto controllo
ormonale. La secretina stimola un succo ricco di bicarbonati; la CCK stimola un succo
ricco di enzimi proteolitici.
PANCREAS ENDOCRINO
Le isole di Langerhans producono l'insulina, la somatostatina e il polipeptide pancreatico
(PP). L'insulina è un polipeptide costituito da due catene legate da ponti di solfuro. Nel
rimaneggiamento da pro-insulina (catena polipeptidica unica) ad insulina si verifica la
liberazione del peptide di connessione (peptide C), che è un indice di insulina prodotta. Gli
effetti fisiologici dell'insulina sono vasti e complessi, essa agisce sui recettori di membrana
delle cellule sensibili, favorendo l'entrata del glucosio (tessuto adiposo, muscolare,
epatico). Il Glucagone, è un ormone proteico che svolge azioni contrapposte a quelle
dell'insulina, esso determina iperglicemia per attivazione della glicogenolisi epatica.
Il diabete mellito, può essere dovuto o a un'incapacità di sintesi e liberazione dell'insulina
(diabete tipo 1, giovanile, insulina dipendente spesso secondario a cause virali o auto-
immunitarie) oppure a una ridotta azione periferica dell'insulina per una resistenza
cellulare (con concentrazioni di insulina nel sangue normali o aumentate). Questa seconda
forma è la più frequente, tipica dell'adulto, spesso obeso e trattabile anche con
ipoglicemizzanti orali.

SISTEMA NERVOSO
L’unità fondamentale dell’attività nervosa integrata è l’arco riflesso. Esso consta da un
organo di senso,,un neurone afferente,una o piu’ sinapsi(in un centro integrativo),un
neurone efferente ed un effettore.
I neuroni afferenti entrano con le radici dorsali (o con i nervi cranici) ed hanno i loro corpi
cellulari nei gangli delle radici dorsali(o in quelli omologhi dei nervi cranici).Le fibre
efferenti escono con le radici ventrali o con i corrispondenti nervi cranici motori..Si deve
sottolineare che la connessione fra neuroni afferenti e neuroni efferenti si trova di solito nel
SNC e che l’attività dell’arco riflesso viene modificata dalle molteplici afferenze che
convergono sui neuroni efferenti.L’arco riflesso più semplice è quello con una sola
sinapsi(arco riflesso monosinaptico).Quando uno o più neuroni sono interposti fra neurone
afferente ed efferente,si realizza il riflesso polisinaptico,in cui la risposta finale viene
modulata dalla sommazione spaziale e temporale con effetti di facilitazione e inibizione
ecc.-
Un esempio di riflesso monosinaptico è il riflesso da stiramento.Quando un muscolo
scheletrico normalmente innervato è stirato passivamente si contrae.Lo stimolo che
provoca il riflesso consiste nello stiramento del muscolo e l’organo di senso è costituito
dal fuso neuromuscolare.Un classico esempio è il riflesso patellare consistente nella
contrazione del quadricipite(con estensione della gamba sulla coscia)quando viene
bruscamente stirato dalla percussione del tendine.Quando si verifica un riflesso da
stiramento,i muscoli che si oopongono all’azione del muscolo coinvolto(muscoli
antagonisti)si rilassano;questo fenomeno è dovuto all’innervazione reciproca.
TONO MUSCOLARE.La resistenza offerta da un muscolo allo stiramento si chiama tono
muscolare.Se si seziona un nervo motore,il muscolo offre ben poca resistenza alla
trazione e si dice che è flaccido e ipotonico.Se lasua resistenza alla trazione è maggiore
che di norma a causa di una iperattività dei riflessi da stiramento,si dice che è ipertonico o
spastico.
VIE SENSITIVE.Gli organi di senso per gli stimoli meccanici(tatto e pressione),il caldo,il
freddo ,il dolore ecc.,generano impulsi raccolti da neuroni afferenti primari che hanno il
corpo cellulare nei gangli delle radici dorsali .Entrati nel midollo spinale contraggono
sinapsi con motoneuroni a diversi livelli , nonché connessioni con neuroni che portano
impulsi alla corteccia cerebrale.Le principali vie dirette alla corteccia cerebrale sono
rappresentate
-dal fascicolo gracile e cuneato(sensibilità tattile fine e propriocettiva) che decorrono
omolateralmente nel cordone posteriore)fino agli omonimi nuclei,successivamente ai quali
decussano(lemnisco mediale)fino a raggiungere la stazione talamica e infine il giro
postcentrale ;
-dai fasci spinotalamici anterolaterali (sensibilità tattile,termica ,dolorifica) che decorrono
,dopo aver decussato, nel cordone anterolaterale del lato opposto raggiungendo i centri
talamici e poi la corteccia.Dai nuclei sensoriali specifici del talamole iformazioni
raggiungono l’area somatosensoriale specifica della della corteccia cerebrale(giro
postcentrale) ove le varie parti del corpo sono rappresentate ordinatamente con con le
gambe nella parte più alta e la testa in quella più bassa del giro.Oltretutto l’estensione
dell’area corticale che riceve gli impulsi da una determinata parte del corpo è
proporzionata al numero di recettori periferici.Si nota come le aree per il tronco e il dorso
siano piccole mentre molto grandi sono quelle per la mano e le parti della bocca connesse
con la fonazione(“homunculus “sensoriale).
VIE MOTORIE.L’attività motoria somatica dipende in ultima analisi da modalità e
frequenza di scarica dei motoneuroni spinali(e degli analoghi motoneuroni dei nervi
cranici).Questi neuroni sono la via finale comune di impulsi provenienti dallo stesso
segmento spinale,soprasegmentali,ma anche dal tronco e dalla corteccia cerebrale.E’
l’attività integrata di queste afferenze che regola la postura del corpo e rende possibile la
coordinazione dei movimenti,oltre a esercitare la motilità volontaria.
L’attività volontaria viene elaborata nel cervello e l’esecuzione prende origine dall’area
corticale motoria(corteccia motoria del giro precentrale).Le dimensioni delle aree corticali
sono proporzionali all’abilità con cui le rispettive parti vengono usate nel movimento
volontario fine(le aree implicate nella articolazione della voce e nei movimenti delle
mani,soprattutto dita e pollice)hanno una rappresentazione particolarmente
estesa(“homunculus”motorio)Da questa area prendono origine le fibre della via piramidale
che,dopo aver attraversato la capsula interna,attraversano la linea mediana (per 80%)a
livello delle piramidi del bulbo(fascio corticospinale laterale)Il rimanente 20% forma il
fascio corticospinale anteriore ed incrocia la linea mediana solo quando raggiunge il livello
al quale fanno sinapsi con il II motoneurone.
Il cervelletto e le sue connessioni è implicato nel’equilibrio,la postura ed il e la
coordinazione motoria. Effetti di una lesione si esprimono con atassia(incoordinazione per
errori di velocità,ampiezza,forza e direzione del movimento)dismetria,tremore intenzionale.
I gangli della base(caudato,putamen e pallido)sono strutture interconnesse con il talamo e
la corteccia cerebrale . processi che colpiscono questi gangli provocano marcate e
caratteristiche alterazioni della funzione motoria.I
Disordini dei movimenti sono di 2 tipi:ipercinetici e ipocinetici.
Le condizioni ipercinetiche,cioè quelle in cui si verifica movimento eccessivo e
anomalo,comprendono la corea,l’atetosi e il ballismo.
Corea:movimenti involontari,rapidi di”danza”.
Atetosi:movimenti di contorsione lenti e continui.
Ballismo:movimenti involontari ampi,energici e violenti.
Il M.di Parkinson è caratterizzato da interessamento di fibre dopaminergiche dirette al
putamen.E’ caratterizzato da aspetti ipocinetici(acinesia,bradicinesia,difficoltà ad iniziare il
movimento e diminuzione dei movimenti associati)e ipercinetici(rigidità,tremore a riposo
tipo”contar soldi”).
Sistema nervoso autonomo(vedi all.ti)

Svuotamento della vescica.


La contrazione della muscolatura liscia vescicale(detrusore)è il principale fattore
responsabile dello svuotamento della vescica nella minzione.
L’uretra è circondata da fibre muscolari lisce(sfintere uretrale interno) e più terminalmente
da uno sfintere muscolare scheletrico(sfintere uretrale esterno).
La minzione è fondamentalmente un riflesso spinale facilitato o inibito da centri superiori e
soggetto a facilitazioni o inibizioni volontarie.
Quando il volume vescicale raggiunge circa 150 ml,comincia a farsi sentire il bisogno di
urinare e,quando arriva a 400 ml si ha un marcato senso di pienezza.
Durante la minzione,i muscoli perineali e lo sfintere esterno sono rilasciati,il dtrusore è
contratto e l’urina esce attraverso l’uretra.(i fasci di muscolatura liscia presenti nell’uretra
probabilmente impediscono solo il reflusso di liquido seminale in vescica.
Il meccanismo che provoca la minzione volontaria non è completamente chiarito.Uno dei
primi eventi consiste nel rilasciamento dei muscoli del pavimento pelvico e ciò potrebbe
determinare una trazione sul detrusore sufficiente ad avviarne la contrazione.I muscoli
perineali e lo sfintere esterno possono essere contratti volontariamente,impedendo che
l’urina passi nell’uretra o interrompere il flusso a minzione in atto
In caso di danno midollare acuto la vescica è flaccida,si riempie eccessivamente e l’urina
fuoriesce a gocce(incontinenza da sovra distensione).Superata la fase acuta,pur
mancando il controllo inibitorio o facilitatorio dei centri superiori il riflesso di svuotamento
ricompare e può essere evocato con degli artifici.

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