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FARMACO

sostanza chimica che provoca modificazioni funzionali a beneficio di chi lo riceve.

I farmaci devono essere efficaci e sicuri, però il farmaco perfetto non esiste.
Ci sono 3 proprietà essenziali:
1. Efficacia: che esplica le risposte per cui è stato somministrato.
2. Sicurezza: un farmaco che non da effetti dannosi, anche se il farmaco sicuro non esiste,
soprattutto se usato a lungo termine.
3. Selettività: che non dovrebbe avere effetti collaterali. II farmaco selettivo però non esiste
poiché tutti i farmaci danno effetti collaterali.
Per un farmaco ideale ci sono delle proprietà aggiuntive:
1. Azione reversibile: non con gli antibiotici perché devono causare una tossicità microbica
duratura; significa che alcuni farmaci hanno un'azione che finisce dopo un determinato
tempo, come gli anestetici.
2. Predicibilità: quindi la risposta del pz, non è però possibile fare previsioni precise poiché
ogni pz è unico.
3. Facilità di somministrazione: la via deve essere conveniente ed il numero di dosi
giornaliere deve essere basso, cosi da aumentare l'aderenza del pz alla terapia e diminuire
gli errori di somministrazione.
4. Assenza di interazioni farmacologiche: tra i diversi farmaci che prende il pz, cosi da non
aumentare o diminuire l'effetto farmacologico.
5. Basso costo: poiché può essere un peso finanziario e può diventare un fattore significativo.
6. Stabilità chimica: poiché alcuni farmaci perdono di efficacia durante la loro conservazione
o quando solo in soluzione e ciò dipende dalla stabilità chimica.
7. Possedere un nome generico semplice: per ricordarlo o pronunciarlo; il nome commerciale
è infatti più semplice.
L'obiettivo terapeutico è trarre il massimo beneficio con il minimo danno, ripristinando la
fisiologia dell'organo malato.
La preoccupazione nella somministrazione è l'intensità della risposta.
La dose, la via e il tempo di somministrazione sono determinanti per la risposta farmacologica; se
i farmaci non vengono somministrati seguendo le indicazioni della prescrizione, il risultato può
essere la tossicità (se la dose è maggiore) o la mancata risposta terapeutica (Se è minore).

FARMACO
veleno-tossico=sostanza che causa effetti nocivi sui processi biologici delle cellule
medicamento= curativo-preventivo-diagnostico

INDICE TERAPEUTICO indica il rapporto tra effetto tossico e effetto terapeutico


• alto= farmaco ben maneggevole ovvero che la dose può essere aumentata senza rischi.
• basso= che siamo vicini nel poter provocare il suo effetto tossico.

PLACEBO
Sostanza farmacologicamente inerte che può provocare un effetto sul paziente, sintomo, malattia
andando ad influenzare la componente emotiva del dolore
Origine dei farmaci
I farmaci possono essere NATURALI o di SINTETICI
I naturali possono essere di origine:
• Minerale
• Vegetale
• Animale
• Biologica
I sintetici possono essere:
Analoghi di sostanze naturali (es. aspirina)
Molecole chimiche non presenti in natura (es. diazepam)

Farmaci biologici e biotecnologici


• I farmaci biologici sono macromolecole (es. proteine, glicoproteine o polisaccaridi)
ottenuti mediante procedimenti di produzione diversi dalla sintesi chimica, estraendo il
farmaco da fonti biologiche (es. culture di cellule, plasma)
• I farmaci biotecnologici sono una sottocategoria dei farmaci biologici ottenuti mediante
processi di estrazione e purificazione a partire da cellule/animali che hanno subito un
processo di ingegnerizzazione genetica (inserimento del gene di interesse) o modifica
(fusione cellulare, anticorpi monoclonali) di varia entità

Il nome di un farmaco
• Nome chimico
Descrive la struttura chimica del farmaco: usato da farmacisti e ricercatori (es. acido 5,5-
fenieti|barbiturico)
• Nome generico (principio attivo)
Deriva dal nome chimico, ma più breve (es. fenobarbital)
• Specialità medicinali (marchio registrato)
Nome che un'azienda sceglie per un determinato farmaco e ne ha il brevetto.

NOMENCLATURA
• Forma farmaceutica: indica la formulazione con cui viene presentato il farmaco
(compresse, capsule, gocce, fiale iniettabili ecc.)
• Farmaci da banco: medicinali che si acquistano senza bisogno di ricetta medica
• Galenici: farmaci preparati dal farmacista su ricetta del medico
• Farmaco generico: medicinale a base di uno o più principi attivi, prodotto industrialmente,
non protetto da brevetto, identificato dalla denominazione comune internazionale del
principio attivo, che sia bioequivalente rispetto ad una specialità medicinale già
autorizzata con la stessa composizione quali-quantitativa in principi attivi, la stessa forma
farmaceutica e le stesse indicazioni terapeutiche

PREPARAZIONI FARMACEUTICHE
• Principio attivo
Componente attivo del farmaco, responsabile dell'azione terapeutica
• Eccipiente
Componente inattivo del farmaco, privo di qualsiasi azione farmacologica (amido, magnesio,
cellulosa, talco, acqua ecc.): può svolgere numerose funzioni (conservazione del farmaco, velocità
di assorbimento del farmaco)
Schema delle fasi di sperimentazione precedenti l'immissione in commercio di un farmaco:
• STUDI PRE-CLINICI
Scoperta e selezione delle molecole
Studi su animali o cellule
Richiesta autorizzazione alla sperimentazione
• STUDI CLINICI
FASE I
soggetti sani o pazienti per farmaci di elevata tossicità
FASE II
pochi pazienti
FASE III.
più pazienti
• FASE REGISTRATIVA
Richiesta di commercializzazione Valutazione delleautorità sanitarie (AIFA, EMA)
• FASE POST-MARKETING è la pratica di monitorare la sicurezza di un farmaco o di un
dispositivo medico dopo che è stato immesso sul mercato ed è una parte importante
della scienza della farmacovigilanza.

Criteri fondamentali per una corretta sperimentazione clinica sui farmaci


• Presenza di un gruppo di controllo paragonando il nuovo farmaco a un classico, dando ai
pz il nuovo farmaco e/o un trattamento classico o placebo così da poter controllare la sua
sicurezza. (miglior farmaco già esistente o in sua mancanza il placebo)
• Randomizzazione dei pazienti dove i soggetti vengono assegnati casualmente o al gruppo
di controllo o al gruppo sperimentale così da evitare influenze soggettive.(assegnazione
casuale)
• Cecità solo il soggetto sotto sperimentazione non sa quale trattamento sta
ricevendo Doppio cieco: sia il soggetto sotto sperimentazione che gli
sperimentatori non sanno quale trattamento si assume/somministra
• Definizione dei criteri di inclusione ed esclusione dei pazienti
• Rappresentatività del campione rispetto alla popolazione che assumerà il farmaco e sua
adeguata dimensione

FARMACOCINETICA (viaggio del farmaco)


come una certa dose di un farmaco induca una determinata concentrazione plasmatica
(dappertutto) fino ad arrivare al sito d’azione.
3 fasi:
-ASSORBIMENTO
passaggio dal sito di somministrazione al torrente ematico
(farmaco si lega alle proteine plasmatiche permettendo la sua distribuzione in tutto il torrente
ematico)

TRASPORTO ATTIVO

TRASPORTO MEDIATO DA PROTEINE CARRIERS


• Alcune proteine trasportatrici (carriers) possono legare ioni o molecole cariche
mascherandone i gruppi polari
• Rispetta le leggi della diffusione ma è saturabile
TRASPORTO MEDIATO DA CANALI DI
MEMBRANA
• Proteine transmembranarie generano pori o canali idrofili attraverso cui possono passare
ioni o farmaci idrofili
• Rispetta le leggi della diffusione

ENDO- ED ESO- CITOSI


• Per farmaci idrofili
• Richiede energia
• Può trasportare molecole di notevoli dimensioni
• Il farmaco resta in soluzione acquosa
• Le vescicole possono attraversare la cellula ed arrivare al versante opposto (esocitosi)
• L'endocitosi può essere mediata da recettore

TRASPORTO PASSIVO
• Non richiede energia
Dipende da:
• Coefficiente di ripartizione
• Gradiente di concentrazione
• Area e spessore della superficie assorbente
Legge di Fick: flusso molare = (C1-C2) D A/d

flusso molare= velocità con cui il farmaco passa da una parte all’altra della membrana biologica
C1/C2= concentrazione dei due compartimenti
D= coefficiente di diffusione
A= area della membrana
d= spessore della membrana

• direttamente proporzionale

+ alto è il gradiente di concentrazione + alta è la velocità di passaggio

+ grande è l’area + alta è la velocità di passaggio

• inversamente proporzionale
+ spessa è l’area - passa il farmaco

COEFFICIENTE DI RIPARTIZIONE
L’importanza di questo coefficiente consiste nell’indicazione del livello di idrofilia o idrofobia di
una sostanza chimica
>1 farmaco lipofilo
<1 farmaco idrofilo

OSTACOLANO DIFFUSIONE
BASSO coefficiente di ripartizione (idrofilo)
SPESSA membrana
PICCOLA superficie della barriera
BASSO rapporto di concentrazione
AGEVOLANO DIFFUSIONE
ALTO coefficiente di ripartizione (lipofilo)
SOTTILE membrana
AMPIA superficie della barriera
ALTO rapporto di concentrazione

I FARMACI SONO ACIDI E BASI DEBOLI e a seconda del Ph dell’ambiente in cui si trovano possono
acquisire una carica e trasformarsi da farmaci non ionizzati che passano la membrana a farmaci
ionizzati che non passano.

La permeabilità dei capillari permette un assorbimento migliore

EFFETTO DI PRIMO PASSAGGIO: effetto mediante il quale un farmaco somministrato per via orale
viene parzialmente o totalmente inattivato dal fegato

CIRCOLO ENTERO-EPATICO: Il farmaco, somministrato per os, è assorbito dall'intestino,


metabolizzato e coniugato dal fegato, ritorna nell'intestino tramite la bile dove viene nuovamente
assorbito

BIODISPONIBILITÀ
La velocità e il grado con cui il farmaco raggiunge la circolazione sistemica per poi poter giungere
al sito d’azione (in %)
Dipende dalla via di somministrazione (endovenosa-intramuscolo-orale)

FATTORI CHE INFLUENZANO LA BIODISPONIBILITA


1. Effetto di primo passaggio
2. Solubilità del farmaco
3.Forma farmaceutica

BIOEQUIVALENZA
• Due farmaci in commercio contenenti la stessa quantità dello stesso principio attivo sono
definiti bioequivalenti se hanno la stessa biodisponibilità.

Vie di somministrazioni che incidono sull’assorbimento:


ENTERALE (gastroenterica) os-rettale-sublinguale
PARENTERALE (tegumenti-torrente ematico) endovenosa-intramuscolo-sottocutanea
INALATORIA (aerea)

-DISTRIBUZIONE (a tutti i tessuti, in concentrazioni e velocità diverse in base alla


vascolarizzazione)

La velocità con cui un farmaco si distribuisce tra il sanque e i vari compartimenti tissutali e l'entità
della distribuzione
dipendono da vari fattori:
•il flusso ematico di ciascun compartimento
• il volume al ciascun compartimento
•la permeabilità del letto capillare regionale
• la capacita del farmaco di passare le membrane
•la capacità del farmaco di legarsi alle proteine plasmatiche.
• affinità del farmaco per i diversi compartimenti
AFFINITÀ DEI FARMACI PER I DIVERSI TESSUTI

Kp= Ct/Co
Kp=affinità del farmaco di legarsi al tessuto
Ct=concentrazione farmaco tessuto
Co=concentrazione farmaco plasma
+ affinità + velocità + concentrazione tissutale

Le barriere fisiologiche
•la barriera placentare (idrofili)
•la barriera emato-encefalica

contemporaneamente METABOLIZZAZIONE ED ELIMINAZIONE


nel fegato il farmaco viene biotrasformato (metabolizzato) e dai reni e dal fegato viene eliminato

-METABOLIZZAZIONE
È il processo di biotrasformazione che trasforma le molecole lipofile in idrofile per poter essere
facilmente eliminabili.
Il metabolismo può condizionare
l’intensità dell’effetto e la durata d’azione di un farmaco, nonché, a volte,
determinare variazioni qualitative dell’azione farmacologica.

Un farmaco penetrato nell’organismo può essere:


•Allontanato immodificato, con tutta la sua potenziale attività
•Allontanato dopo essere stato in parte o totalmente metabolizzato, con mantenimento,
scomparsa, riduzione o aumento della sua attività
Il principale organo metabolizzatore è il fegato

REAZIONI DI FASE I
Trasforma un farmaco lipofilo in un composto più polare smascherando gruppi funzionali.
Es. Ossidazione, riduzione, idrolisi,

Le ossidazioni possono essere:


Microsomiali (citocromi P450 ovvero proteine (isoenzimi) contenenti un gruppo eme)
Extramicrosomiali (frazione solubile del citoplasma)

Le reazioni di riduzione e di idrolisi sono solo


extramicrosomiali

I metaboliti così trasformati possono


andare incontro a reazioni di fase II se non sono sufficientemente polari.

REAZIONI DI FASE II
Aggiungono ad un metabolita derivato dalle reazioni di Fase I una molecola endogena per formare
un composto ad alta polarità.

• I metaboliti di Fase II sono in genere inattivi e facilmente


eliminabili con le urine (perché non vengono riassorbiti)

•La metabolizzazione e l’escrezione


rappresentano le due modalità con le quali
l’organismo opera l’eliminazione dei farmaci
Un farmaco può essere escreto per per più vie:
RENALE
BILIARE (GASTROINTESTINALE)
CUTANEA
POLMONARE per i farmaci gassosi
MAMMARIA

Fattori che possono influenzare l'attività degli enzimi metabolizzanti i farmaci


•Costituzionali
Sesso, Età, Patologie
• Genetici
Polimorfismo
• Ambientali
Interazioni farmacologiche
- INIBIZIONE: se due o più farmaci vengono metabolizzati dallo stesso enzima si ha una
competizione per il sito enzimatico. Diminuisce quindi il metabolismo del farmaco con minore
affinità con possibile TOSSICITA'
- INDUZIONE: alcuni farmaci e xenobiotici (etanolo, fumo di sigaretta, pesticidi, insetticidi, additivi
alimentari, ecc.) inducono la riduzione degli effetti farmacologici per aumento del metabolismo
del farmaco.
Si lega alla TOLLERANZA ovvero la perdita di effetto farmacologico dopo dosi ripetute di farmaco
agonista, (INDUZIONE ENZIMATICA) quindi è necessaria una dose maggiore.
CLEARANCE
La clearance è definita come la quantità di sangue che all'interno dell'organismo viene depurata dal
farmaco nell'unità di tempo.
Cl =Velocità di eliminazione/C
La clearance di un farmaco è il fattore che predice la velocità di eliminazione di un farmaco in
rapporto alla sua concentrazione

EMIVITA
Termine che indica il tempo necessario perché, nell'organismo vivente, la quantità o la concentrazione o
l'attività di una sostanza, soggetta a trasformazione, decomposizione o decadimento, si riduca alla metà
di quella iniziale.

-Clearance e emivita sono inversamente proporzionali-

FARMACODINAMICA (meccanismo d’azione)


che poi si collega al suo recettore inducendo quell’alterazione/cambiamento biologico che porta al
meccanismo d’azione (effetto) del farmaco.

La farmacodinamica si propone di:


• identificare i siti d'azione dei farmaci
•delineare le interazioni fisiche o chimiche tra
farmaco e cellula
• caratterizzare la sequenza completa farmaco-effetto
•definire le basi per l'uso razionale dei farmaci e per il disegno di nuovi farmaci

La molecola FARMACO interagisce con una molecola RECETTORE andando ad indurre un


EFFETTO BIOLOGICO

Gli effetti terapeutici e tossici dei farmaci traggono origine dalle loro interazioni con molecole
presenti nell'organismo.

Per lo più i farmaci agiscono combinandosi con macromolecole specifiche in modo tale da
alterarne le proprietà biochimiche e biofisiche.

Si definisce RECETTORE il componente di una cellula che interagisce con un farmaco dando inizio
alla catena di eventi biochimici che portano agli effetti farmacologici osservati.

Sono recettori per i farmaci:


• recettori per i neurotrasmettitori e gli ormoni (acetilcoina-adrenalina-ghiandola
endocrina)
• enzimi
• canali ionici
• acidi nucleici
I recettori determinano le relazioni quantitative tra dose ed effetti farmacologici (non
qualitativo, ovvero che le funzioni rimangono sempre invariate)
I recettori sono responsabili della selettività dell'azione farmacologica

Il recettore si attiva attraverso la MODIFICAZIONE CONFORMAZIONALE, dove il ligando si lega al


recettore e affinché quest’ultimo possa trasdurre il segnale devono operare una modificazione.
Il legame farmaco-recettore è:
SATURABILE (la quantità e l’efficacia del farmaco è legata al numero dei recettori occupati )
STEREOSPECIFICO (il farmaco si lega al suo recettore specifico)
REVERSIBILE (mediata da legami chimici deboli come: ponti idrogeno, forze di van der Waals,
interazioni idrofobiche)

L'interazione farmaco-recettore è responsabile degli effetti farmacologici e degli effetti


indesiderati

POTENZA
La potenza è indice della dipendenza dell'effetto dalla dose del farmaco.
É uguale all’affinità del farmaco per il recettore.
La potenza influenza la dose necessaria per ottenere un determinato effetto.

EFFICACIA
L’entità massima dell’effetto che un farmaco può indurre.

L’efficacia dipende dall’attività intrinseca, ovvero dalla capacità del farmaco di indurre
l’alterazione conformazionale del recettore.

Più il recettore induce una alterazione conformazionale maggiore attivando di più i segnali di
trasduzione e di conseguenza più è alta la percentuale dell’effetto.

In base alla ATTIVITA' INTRINSECA i farmaci sono classificati in:


AGONISTI attività intrinseca = 1
• agonista totale=capace di attivare il recettore al massimo (100%) sia il ligando endogeno
che il farmaco=attività intrinseca uguale a 1
• agonista parziale= attività intrinseca=minore effetto
ANTAGONISTI attività intrinseca =0
• incapace di indurre l’attivazione del recettore e di conseguenza dell’effetto biologico
• antagonista competitivo=l’effetto può essere revertito da alte dosi di agonista
• antagonista non competitivo=l’effetto non è reversibile
AGONISTI PARZIALI attività intrinseca tra 0 e 1

DUE TIPI DI RECETTORI


I recettori sono stati classificati in base alla loro localizzazione cellulare:
•Recettori intracellulari
(Un tipo)
Legano molecole che attraversano la membrana come steroidi
•Recettori transmembrana
(Tre tipi)
Legano molecole polari che non possono attraversare la membrana

RECETTORI
4 classi
Tipo 1: recettori per neurotrasmettitori
accoppiati ad un canale ionico
Tipo 2: recettori per ormoni e trasmettitori lenti accoppiati alle proteine G
Tipo 3: recettori per fattori di crescita accoppiati o non accoppiati alla tirosina chinasi
Tipo 4: recettori intracellulari
DESENSITIZZAZIONE
Riduzione di sensibilità di un recettore
in seguito ad esposizione persistente ad
un agonista.
Se l'agonista è un farmaco si parla di TOLLERANZA.

La tolleranza farmacodinamica è determinata da cambiamenti adattativi che si sono verificati


nell'ambito di sistemi modificati dal farmaco, tali che la risposta a una data concentrazione di
farmaco si riduce, quindi è necessaria una dose maggiore.

REAZIONI AVVERSE (ADR)


Reazioni che comprendono qualsiasi risposta, non desiderata che si verifica in seguito
all’assunzione di un farmaco in dosi terapeutiche.
Classificazione e definizioni delle ADRs
• Reazioni avverse di tipo A quelle più frequenti e vengono definite dall'OMS come effetti
collaterali. Tendono ad essere piuttosto comuni, dose-dipendenti (più frequenti e gravi con
le dosi più elevate), in gran parte prevedibili. Esse possono rappresentare un eccesso
dell'azione farmacologica principale. Per esempio l’aspirina che inibisce le
prostaglandine infiammatorie, ma inibisce anche le prostaglandine a protezione dello
stomaco
• Reazioni avverse di tipo B sono spesso di natura allergica, immunologica o idiosincrasica,
insorgono solo in una minoranza di pazienti (es. ‹ 1/1000) e sono di norma inaspettate ed
imprevedibili.
Queste reazioni sono di solito gravi, hanno scarsa o nessuna relazione con la dose, non
rappresentano una estensione dell'azione farmacologica e sono difficili da identificare.
• Reazioni avverse di tipo C I farmaci, specialmente quando assunti per periodi
di tempo molto prolungati (alcuni anni o per il resto della vita), possono indurre nuove
malattie o modificare l'incidenza di una malattia. Esempi di reazioni avverse di tipo C
possono essere identificate con la possibile incidenza di tumori del seno indotta dai
contraccettivi orali.
Possono influenzare significativamente la salute della popolazione: patologia farmaco-
correlata

GRAVITÀ DEI SINTOMI


• Lieve, non richiedono cambiamenti.
• Moderata, richiedono cambiamenti posologici o trattamenti specifici.
• Gravi, richiedono la sospensione del farmaco.

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