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ORALE
In relazione al rilascio del farmaco dalla forma farmaceutica è possibile definire due
tipologie di sistemi:
•Forme farmaceutiche convenzionali
Forme farmaceutiche per le quali il profilo di rilascio (e quindi di assorbimento) del
principio attivo dipende esclusivamente dalle caratteristiche chimico-fisico del principio
attivo e non dalle caratteristiche tecnologiche della formulazione.
•Forme farmaceutiche non convenzionali (forme a rilascio modificato)
Forme farmaceutiche per le quali il profilo di rilascio (e quindi di assorbimento) del
principio attivo dipende sia dalle caratteristiche chimico-fisico del principio attivo che
dalle caratteristiche tecnologiche della formulazione. Il fattore determinante il profilo di
assorbimento è la velocità di liberazione del principio attivo dalla forma farmaceutica.
Nelle forme farmaceutiche non convenzionali, il rilascio del farmaco può essere modificato in
termini di :
• Velocità
Il rilascio del farmaco può essere accelerato (Forme a rilascio rapido), come nel caso di
farmaci poco solubili, o rallentato (Forme a rilascio prolungato), quando si vuole ridurre la
frequenza delle somministrazioni.
•Tempo
Il rilascio può iniziare dopo un certo tempo dalla somministrazione (come nelle forme a rilascio
ritardato), come nel caso di compresse gastroresistenti o può essere “pulsante” (in relazione
alle esigenze terapeutiche es. insulina)
•Luogo
La cessione dell’attivo avviene in particolari distretti dell’organismo (Drug targeting). Questo
tipo di controllo si ottiene utilizzando materiali le cui proprietà chimico-fisiche variano in
relazione a stimoli ambientali (pH, flora microbica) o tramite materiali bioadesivi.
Naturalmente questa classificazione è puramente indicativa, poiché più controlli possono
avvenire contemporaneamente, inoltre, in alcuni casi, la selezione di un controllo implica
implicitamente anche altri tipi di controllo. Ad esempio, una forma gastroresistente rilascia il
farmaco quando giunge nell’intestino, quindi abbiamo sia un controllo del sito (intestino) che
del tempo (il rilascio avviene circa un paio d’ore dopo la somministrazione).
Rilascio rapido
Lo sviluppo di sistemi a rilascio modificato è dettato da diverse motivazioni:
•Migliorare la biodisponibilità dei principi attivi.
•Migliore utilizzazione del farmaco a seguito dell'impiego di una dose minore di rispetto alla terapia
convenzionale per ottenere lo stesso effetto clinico.
•Aumentare la compliance dei pazienti, tramite:
•Riduzione del numero di somministrazione.
•Migliori risultati terapeutici.
•Riduzione degli effetti collaterali.
•Riduzione del costo della terapia.
•Economicità del processo di sviluppo di un sistema a rilascio modificato per un farmaco già esistente
(valorizzazione di vecchie molecole) rispetto alla scoperta di un nuovo attivo.
Anche se è possibile ottenere gli stessi profili di rilascio, le forme di dosaggio multiplo
presentano numerosi vantaggi se paragonate a quelle a dosaggio singolo:
•Le unità discrete contenute nelle forme di dosaggio multiplo si disperdono
uniformemente nel tratto gastrointestinale, massimizzando l’assorbimento e
minimizzando le fluttuazione plasmatiche normalmente osservate con le forme a
dosaggio singolo.
•Si ha una riduzione degli effetti irritanti o anestetici dei principi attivi a livello del
tratto gastro-intestinale. Poiché le singole unità si disperdono uniformemente nel tratto
gastrointestinale, non si crea il gradiente di concentrazione tipico delle forme a dosaggio
singolo, caratterizzate da una elevata concentrazione di attivo nei pressi della forma di
dosaggio stesso.
•Le fluttuazioni dei livelli plasmatici degli attivi dovuta alla variabilità dello
svuotamento gastrico è notevolmente ridotta. Particelle con diametro inferiore ai 2mm
attraversano il piloro come se fossero liquide, anche quando lo stomaco è pieno.
•Riduzione rischio “cessione immediata” dall’attivo. La probabilità che ci siano
problemi di rilascio dovuti all’imperfezione della forma farmaceutiche è molto ridotta se
consideriamo l’insieme delle unità dei multiparticolati rispetto alle forme a dosaggio
singolo
•Attivi incompatibili possono essere somministrati utilizzando contemporaneamente la
stessa forma farmaceutica se “caricati” su microparticelle diverse.
•Si possono modulare i profili di rilascio utilizzando microparticelle con diversi profili
di rilascio.
Per i solidi orali le più comuni forme farmaceutice utilizzate per il rilascio non convenzionale
sono:
SISTEMI RESERVOIR
Sono costituiti da un nucleo centrale nel quale il medicamento è dissolto (nucleo liquido) o
disperso (nucleo liquido o solido) omogeneamente in una matrice circondata da una
membrana che controlla il rilascio del principio attivo. In pratica sono costituiti da:
•Compresse rivestite (Dosaggio singolo)
•Pellets o granuli rivestiti (Multiparticolati)
•Microcapsule (Multiparticolati)
Le caratteristiche di rilascio sono dipendenti dal tipo di membrana applicata:
•Polimero con solubilità pH dipendente.
In questo caso si ottiene un controllo temporale e del sito di rilascio , come ad esempio nelle
forme di dosaggio gastroresistenti.
•Polimero insolubile in acqua.
In questo caso si controlla la velocità di rilascio del farmaco, che diffonderà attraverso la
membrana (controllo diffusivo). Si ottengono delle forme a rilascio prolungato.
Sono simili alle matrici erodibili, con la differenza che il rilascio diffusivo non dipende dalla
porosità della matrice solida ma dalle caratteristiche dello strato gelificato.
Altra differenza riguarda la variazione delle dimensioni nel tempo. Man mano che la
matrice swellable si idrata, aumenta di dimensioni per poi diminuire fino a scomparire del
tutto.
Strato gelificato
Nucleo solido
Q = kt
Dove Q è la quantità di farmaco rilasciato, t è il tempo, k una
n costante caratteristica del sistema ed n un indice del
meccanismo di rilascio:
n<0.5 rilascio diffusivo
n>1 rilascio erosivo
0.5<n<1 entrambi i meccanismi sono importanti (meccanismo
anomalo)
In questo esempio sono riportati i dati di rilascio da compresse a matrice swellabile a base di
HPMC e aspirina, variando il medium di rilascio (miscele acqua-etanolo). Poichè l’acido
acetil salicilico è poco solubile in acqua ma molto in etanolo, si osserva una variazione del
meccanismo di rilascio da prevalentemente erosivo a prevalentemente diffusivo.
SISTEMI A PRESSIONE
In genere si tratta di pompe osmotiche. Esse sono costituite essenzialmente da un nucleo
contenente l'agente attivo mescolato con un elettrolita quale NaCl e circondato da una
membrana semipermeabile che presenta un piccolo foro. Quando la pompa è posta in ambiente
acquoso, la differenza di pressione osmotica tra la soluzione satura di NaCl contenuta
all'interno del sistema e l'esterno, richiama acqua nel sistema stesso.
Poiché la membrana non è elastica, la soluzione satura di NaCl ed il principio attivo nel
frattempo dissoltosi vengono pompati fuori attraverso il foro ad una determinata velocità.
Dunque il rilascio del farmaco è costante finché la soluzione di NaCl è satura, ma diminuisce
esponenzialmente non appena questa diventa insatura.
Acqua e
farmaco
ALTRE STRATEGIE PER LA MODIFICA DEL RILASCIO
Sistemi polimero-farmaco
In tali sistemi, l'agente attivo è legato con legame covalente o ionico ad un polimero
preformato. Ciò richiede l'utilizzo di polimeri aventi gruppi funzionali capaci di reagire con il
medicamento.
In alternativa, è possibile inserire il principio attivo direttamente nella struttura della catena
polimerica mediante una reazione di polimerizzazione controllata tra farmaco e monomero. La
successiva reazione di degradazione e scissione della catena polimerica (per esempio idrolisi)
libera gradatamente il medicamento.
Profarmaci (derivati bioreversibili)
Sono derivati biologicamente inattivi del farmaco da somministrare, che una volta
nell’organismo, vengono convertiti nella specie attiva con meccanismo e velocità noti.
I profarmaci sono utili nel rilascio
modificato se presentano migliori
caratteristiche chimico-fisiche
rispetto all’attivo, sfruttate per
aumentare l’utilità terapeutica e
ridurre gli effetti collaterali.
Dispersioni e soluzioni solide
Sono matrici solide al cui interno l’attivo è disperso in maniera monomolecolare come se fosse
disciolto in un liquido. In pratica l’attivo dovrebbe essere solubile sia nella matrice liquida
(fusa) che in quella solida. Sono definiti soluzioni solide se il “solvente” è cristallino, e
dispersioni solide se il “solvente” è amorfo.
In campo farmaceutico si usano solo le dispersioni solide dove la matrice è costituita da un
polimero, solitamente bassofondente.
Si preparano sciogliendo il polimero e dissolvendo il farmaco nel materiale fuso, solitamente
tramite processo di hot-melt extrusion o melt granulation (si preparano dei pellets a matrice).
dMt/dt=K(Mo-Mt)
Dove (Mo-Mt) è la quantità di farmaco ancora contenuto al tempo t
Esistono molti modelli matematici in grado di descrivere le curve di rilascio, come la power
law o il modello di Higuci
SISTEMI A RILASCIO RITARDATO
Nei sistemi ha rilascio ritardato il farmaco viene rilasciato dopo un certo tempo che la forma
farmaceutica è in contatto con i fluidi biologici. Tali sistemi vengono messi a punto sfruttando:
•Materiali che modificano le loro caratteristiche in specifiche zone del tratto gastrointestinale
(rilascio sito specifico).
•Generando sistemi che rilasciano il farmaco dopo un certo tempo (cronorilascio).
Naturalmente la scintigrafia costituisce un metodo di elezione per la verifica in vivo di questi
sistemi così come il test di dissoluzione è fondamentale in vitro.
Azoriduttasi batteriche
2
Pulsincap
E’ costituito da una capsula con corpo
rivestito da una membrana insolubile e
testa di normale gelatina. L’attivo è
contenuto all’interno del corpo della
capsula, la cui parte terminale è chiusa
da “tappo” di materiale swellabile
(idrogel).
Quando è in contatto con i liquidi
biologici, la testa di gelatina dissolve,
l’acqua entra in contatto con l’idrogel
rigonfiandolo, fino a che la pressione
che esercita sulle pareti del corpo della
capsula è tale da determinare la
rimozione dello strato stesso di
hyrogel.
TES® (Time-controlled-explosion-system)
E’ costituito da granuli rivestiti tramite layering con strati differenti, in particolare
dall’interno verso l’esterno si hanno:
L’acqua permea lo strato di EC e viene assorbita dalla L HPC che rigonfia, aumentando la
pressione sullo strato sovrastante. Man mano che più acqua viene assorbita, il materiale
rigonfia sempre più fino a quando la pressione è tale da spaccare lo strato di EC. A questo
punto inizia il rilascio vero e proprio del farmaco.
Nei sistemi TES il tempo di rilascio viene aggiustato regolando lo spessore dello strato di
etil-cellulosa.
Spessore EC
Time-clock® system
E’ costituito da compresse rivestite da un spesso strato di cere, tensioattivi e polimeri
idrofili. Lo strato di rivestimento è insolubile ma degrada lentamente. Quando tutto il
rivestimento è eliminato inizia il rilascio del farmaco
Nei sistemi ha rilascio rapido si cerca di portare il farmaco in soluzione più velocemente, in
maniera tale da aumentare la sua biodisponibilità immediata.
Poiché la solubilità del farmaco ed il suo assorbimento sono in funzione della struttura
chimica, che non può essere modificata pena l’alterazione o perdita delle sue caratteristiche
farmacologiche, l’unico parametro che può essere aggiustato è la velocità di solubilizzazione.
La velocità con la quale un solido si scioglie in un solvente è data, in termini quantitativi, dalla
equazione di Noyes-Whitney:
dM D ⋅ S
M= massa di soluto sciolta al tempo t
La superficie esposta può essere aumentata caricando particelle di attivo più piccole
(macinazione e micronizzazione), o riuscendo a disperdere l’attivo a livello monomolecolare
o quasi, tramite:
•Complessazione con ciclodestrine
•Dispersioni solide
La solubilità apparente può essere aumentata mescola intimamente l’attivo con tensioattivi,
o “mascherandolo” all’interno di strutture più solubili, tramite:
•Salificazione
•Polimorfi
•Profarmaci
Variazione della solubilità della
tetraciclina in relazione al processo di
salificazione.
Con il termine sistemi a rilascio combinati intendiamo dei sistemi a rilascio controllato che
impiegano contemporaneamente più tecnologie di rilascio allo scopo di ottenere profili più
complessi. Si possono preparare sistemi che rilasciano una parte del farmaco immediatamente,
una in un certo sito, oppure una parte viene rilasciata in maniera prolungata o dopo un certo
tempo e così via.
Vediamo alcuni esempi
Port® (programmable oral release technologies )
La forma di dosaggio consiste in una capsula di
gelatina dura rivestita con un polimero
semipermeabile per controllare la velocità di
rilascio. Internamente alla capsula c'è la sorgente
di energia osmotica la quale normalmente
contiene l'agente farmacologico da rilasciare. La
capsula è sigillata con un tappo lipidico
insolubile in acqua.
Una forma di rilascio immediato può essere
aggiunta (sopra al tappo) per completare le
possibilità di dosaggio.
Si ha quindi un rilascio a due stadi, il primo immediato, il secondo di tipo tempo-
dipendente.
THEO-DUR®
E’ una formulazione a base di teofillina a rilascio programmato, destinata al trattamento
dell'asma bronchiale, bronchite cronica e enfisema polmonare.
L'azione programmata di rilascio della teofillina è dovuta ad un sistema di rilascio a due
stadi, realizzato con una matrice idrofila di cellulosa acetoftalato in cui sono dispersi
numerosi piccoli nuclei.
La matrice idrofila (gastroresistente) assicura un rilascio della teofillina nelle prime ore
dopo la somministrazione; i nuclei, costituiti da una microcapsula inerte che fornisce il
supporto ad alcuni strati dei teofillina separati da una particolare membrana, che lascia
passare liberamente l'acqua ma rallenta la cessione delle molecole di teofillina, assicurano
un rilascio continuo e costante, la cui cinetica di pseudo ordine zero permette di mantenere
stabili (nell'intervallo terapeutico ottimale) per circa 24 h i livelli ematici di teofillina.