Sei sulla pagina 1di 18

Tecnica Farmaceutica (per esame di Stato)

FORME FARMACEUTICHE
POMATE
EMULSIONI
SOLUZIONI (acqua, essiccamento di -)
SCIROPPI
ELISIR
SOLUZIONI ALCOOLICHE
OLEOLITI
GLIGERITI
GOCCE
TENSIOATTIVI
AEROSOL ( E PREPARAZIONI PER INALAZIONE)
SUPPOSTE E OVULI
GRANULATI
COMPRESSE
CAPSULE
Preparazioni uso parenterale
OFTALMICI
A RILASCIO MODIFICATO
A RILASCIO MIRATO
transdermal therapeutic systems (tts)
Preparati per uso dermatologico: nella pelle si distinguono, dallesterno verso linterno, lepidermide
strato corneo, granuloso, spinoso, germinativo), il derma e il tessuto adiposo sottocutaneo, che ha
funzioni di accumulo, protettive e di isolamento. Nel caso di un farmaco disciolto in un veicolo, il
passaggio attraverso lo stato corneo, considerato una semplice membrana, rappresentato dalla
relazione:dQ/dT=KCvDsA/h, dove dQ/dt la quantit di farmaco che compare dallaltro lato della
membrana; K il coefficiente di ripartizione barriera/veicolo; Ds il coefficiente di diffusione del
farmaco; h lo spessore della membrana (strato corneo), la cui superficie A. Cv la concentrazione del
farmaco disciolto nel veicolo.
POMATE
I preparati usati a scopo dermatologico hanno diverse caratteristiche fisiche (soluzioni, sospensioni,
emulsioni, polveri), anche se le forme tipiche per uso dermatologico sono le pomate, caratterizzate dalla
consistenza semisolida, che dipende dalla struttura tridimensionale di questa FF ed collegata ad una
particolare caratteristica reologica: la plasticit. La plasticit e il basso punto di rammollimento
condizionano la spalmabilit delle pomate e la loro aderenza sulla pelle, dalla quale possono essere
asportate solo con il lavaggio o con un panno. La consistenza semisolida ottenuta utilizzando da
sole dopo aggiunta di acqua o di altri ingredienti, sostanze di varia natura chimica, indicate
generalmente come eccipienti. Dal carattere idrofilo o lipofilo delleccipiente dipende la facilit di
allontanarli dalla pelle, il grado di idratazione dello strato corneo, la capacit di assorbire gli umori. In
linea di max gli eccipienti lipofili formano sulla pelle un film che impedisce la perspiratio insensibilis
e quindi lidratazione dello strato corneo; quelli idrofili non hanno in genere questa qualit, che per
pu essere modificata parzialmente con laggiunta di sostanze filmogene o di tensioattivi.

Eccipienti lipofili:
a) non incorporano acqua:
1. Grassi: quelli naturali, animali o vegetali, sono costituiti da esteri della glicerina con acidi
monocarbossilici da 10 a 18 C. nelle pomate e nelle creme gli oli vegetali e minerali sono sostituiti da
trigliceridi semisintetici liquidi.
2. Vaseline naturali e artificiali: si ottengono i prodotti ottenuti dala rettificazione de petrolio,

1
attraverso trattamenti di frazionamento e purificazione. Sono miscugli di n-paraffine, paraffine
ramificate e idrocarburi idroaromatici, di consistenza fluida semisolida e solida. Secondo lentit dei
trattamento di purificazione , si hanno varie qualit di vaseline: le + note sono la gialla e la bianca.
Questultima quella riportata dalla F.U.IX, che la descrive come massa semisolida bianca, filante,
leggermente fluorescente alla luce naturale, con un punto di rammollimento tra 38 e 56C. la buona
qualit della vaselina valutata, empiricamente, dalla sua duttilit )vaselina filante), dovuta al contenuto
in componenti microcristallini. Il principale vantaggio linerzia chimica, che la rende compatibile con
molti composti e stabile agli agenti atmosferici. Come i siliconi, per, non un buon solvente. Un tipo
di vaselina artificiale (Plastibase) ottenuta sciogliendo a 130C nella paraffina liquida il 5% di
polietilene e raffreddando rapidamente.
3. Siliconi: prodotti sintetici formati da una catena di atomi di Si e O alternati e nella quale, oltre ai
legami Si-O, ci sono legami Si-C, in particolare con gruppi metili, fenili, vinili. Sono quindi degli
organopolisilossani, caratterizzati da elevata stabilit chimica e fisica. Al gruppo dei siliconi appartiene
il Dimeticone(F.U.IX), dotato di propriet tensioattive che lo rendono adatto alluso come antischiuma.
I siliconi mescolati a vaseline o altri prodotti lipofili, formano sulla pelle film resistenti ad azione
protettiva.
4. Miristato di isopropile: CH3(CH2)12COOCH(CH3)2, un liquido inodore, incolore, miscibile con
quasi tutti gli oli e idrocarburi, dotato di elevata capacit di spandimento.
b) possono incorporare acqua:
sono quelli che la letteratura anglo-americana definisce adsorption bases; hanno la propriet di
incorporare una certa quantit dacqua e di soluzioni acquose di farmaci, formando emulsioni A/O, la
cui stabilit dipende dalla struttura tridimensionale della fase lipofila. Tanto + solida questa struttura,
tanto + acqua pu essere incorporata. Questa capacit pu essere indicata come n. dacqua (= quantit
max di acqua in gh incorporata manualmente, che 100 g di eccipiente anidro possono trattenere per un
determinato tempo (di solito 12 h) ad una determinata T (15-20C). il NA e il contenuto dacqua(CA)
espresso in % non hanno lo stesso valore perch il NA riferito alleccipiente anidro, e CA alla pomata
gi idratata.[ NA=100 CA/100 CA].

1. lanolina (F.U.IX): un prodotto anidro ottenuto dalluntume della lana, escreto dalle ghiandole
sebacee della pelle delle pecore. Il nome grasso di lana usato comunemente improprio, perch la sua
composizione corrisponde +ttosto a quella delle cere. A causa dellelevata viscosit e tenacit viene
quasi sempre usata dopo opportuna idratazione. La lanolina idrata della F.U.IX contiene dal 22.5 al 27.5
% di acqua.
2. Alcooli della lanolina: sono ottenuti per idrolisi alcalina della lanolina e separazione della
frazione contenente il colesterolo e gli altri alcool sterolici e triterpenici. Il tenore in colesterolo non
deve essere < del 30%.
3. Lanovaseline: nella pratica di farmacia si ricorre spesso a miscele in rapporti vari di lanolina e
vaselina. In alcuni casi la necessit determinata dallesigenza tecnica di incorporare fino al 50 % circa
di acqua.
c) eccipienti idrofili:
1. polietilenglicoli (F.U.IX): sono ottimi solventi per molti composti, per cui possono influire
negativamente sul processo di ripartizione tra eccipiente e strato corneo. Formano sulla pelle film non
occlusivi, in grado di assorbire lacqua che giunge dagli strati + profondi della pelle o dalle ghiandole
sudoripare.
2. Idrocolloidi: vari composti macromolecolari, organici e inorganici. Tra gli inorganici
ricordiamo la bentonite, tra quelli organici lamido, i derivati della cellulosa, il carbossipolimetilene
(Carbopol), la gelatina. Le caratteristiche favorevoli degli idrogeli sono la buona tollerabilit e la
facile asportazione con acqua. Tra i lati (-) a facilit dellinquinamento microbico, che richiede
laggiunta di conservanti.
3. Bentonite (F.U. IX, supplemento 1991): un silicato di alluminio idrato, pu contenere Mg,
Ca, simile per composizione chimica al caolino ma diverso nella struttura del reticolo cristallino.
Questo a 3 strati, tra i quali possono interporsi le molecole dacqua, dando luogo al fenomeno del
rigonfiamento. impiegata come stabilizzante di sospensioni e emulsioni O/A, oppure come eccipiente

2
per pomate. Lidrogelo tissotropico ottenuto con la bentonite ha carica (-) e quindi le sue propriet sono
notevolmente influenzate dalla presenza di elettroliti.
4. Carbossipolimetilene (II suppl. 1991): il Carbopol, polimero sintetico ottenuto dalla
polimerizzazione dellacido acrilico in presenza di 0.75-2% p/p di allilsaccarosio allo scopo di ottenere
una struttura reticolata. Il contenuto di gruppi carbossilici deve essere compreso fra tra 56.0 e 68.0 %.
usato come agente di viscosit, disperdente e gelificante e trova impiego, tra laltro, in creme e geli per
uso dermatologoico.
Basi per pomate.
La F.U.IX distingue i diversi tipi di pomate:

UNGUENTI
CREME
GELI
PASTE
UNGUENTI: sono caratterizzati da un eccipiente a fase unica, nel quale si disperdono sostanze
liquide o solide. Unguenti idrofobi normalmente possono assorbire solo piccole quantit
dacqua (es. di eccipienti + comuni: vaselina, grassi animali, cere, oli di silicone, ecc.). Unguenti
assorbenti acqua possono assorbire > quantit di acqua, gli eccipienti + comu i sono i
precedenti nei quali sono incorporati lanolna, alcooli della lanolina, esteri del sorbitano, ecc.
CREME: sono formate da una fase lipofila ed una acquosa. Creme idrofobe la fase esterna
quella lipofila e quindi contengono emulsionanti A/O, per es. esteri del sorbitano,
monogliceridi. Creme idrofile la fase esterna idrofila, contengono emulsionanti O/A (saponi
alcalini o di trietanolamina, polisorbati, ecc). per la preparazione di creme idrofile si usano
miscele di tensioattivi e di alcooli grassi.
GELI: sono formati da liquidi trasformati in geli con appropriati gelificanti. Geli idrofobi il
liquido formato da oli grassi, paraffina liquida, ecc. il gelificante silice colloidale, saponi di
Al, ecc. Geli idrofili il liquidio formato da acqua, glicerina, glicoli propilenici, ecc. il
gelificante amido, derivati della cellulosa, silicati di Al e MG, ecc.
PASTE: contengono grandi quantit di polveri, finemente disperse nelleccipiente, che pu
essere lipofilo o acquoso. Anche se preparate con vaselina o altri eccipienti lipofili, le paste
risultano poco untuose, perch buona parte della frazione liquida delleccipiente adsorbita sulle
particelle solide. La presenza delle polveri rende le paste opache, quindi adatte a proteggere la
pelle dalle radiazioni solari. Alcune delle polveri contenute possono adsorbire prodotti chimici
nocivi, o essudati caratteristici di alcune malattie della pelle. La paste hanno propriet plastiche
con un valore di scorrimento al di sopra del quale possiedono propriet pseudoplastiche. In
qualche caso (quando le particelle hanno uno strato solvatato solido ed esteso) hanno propriet
dilatanti, cio la viscosit con ldellagitazione. Per soddisfare determinate esigenze terapeutiche
spesso occorre utilizzare, assieme agli eccipienti, anche emulsionanti (A/O e O/A), emulsionanti
secondari (alcool stearico, alcool cetostearilico), agenti indurenti (cetile palmitato, cera bianca),
umettanti (glicole propilenico), conservanti, sostanze tampone. Su questi presupposti sono state
formulate quelle che il F.N. definisce basi per pomate, classificate nei seguenti tipi:
1. Unguenti base assorbenti acqua (cetomacrogol unguento, lanolina alcooli unguento,
lanovaselina unguento, sodio laurilsolfato unguento anionico)
2. Unguenti base idrofili (PEG unguento)
3. Creme base idrfile (O/A): es. carbossipolimetilene crema, cetomacrogol crema, polisorbato
crema, sodiolaurilsolfato crema (anionica)
4. Creme base lipofile (A/O): cetomacrogol crema grassa, lanolina alcooli crema, crema base
grassa (cold cream)
5. Crema base anfifila (O/A-A/O): crema anfifilica non ionica
6. Geli base idrofili: carbossipolimetilene gel, carbossipolimetilene gel idroalcolico.
EMULSIONI
Sono formate da 2 liquidi, dei quali uno disperso nellaltro in forma di goccioline: il liquido disperso
costituisce la fase interna, o discontinua, laltro la fase esterna, o continua. Poich es. di prodotti non

3
miscibili sono lacqua e lolio, si indica col termine fase oleosa qualsiasi sostanza che nei confronti
dellacqua si comporti come lolio e fase acquosa qualsiasi sostanza che nei confronti dellolio si
comporti come lacqua.

Quando lacqua la fase interna le emulsioni si dicono del tipo A/O (acqua in olio), nel caso inverso
O/A. entro certi limiti le emulsioni hanno le caratteristiche della fase esterna e quindi unemulsione O/A
pu essere diluita con acqua e una A/O miscibile con lolio. Se si verificano particolari condizioni,
pu avvenire la inversione delle fasi, cio il passaggio da un tipo di emulsione ad un altro. Laspetto
delle emulsioni determinato dalle dimensioni della fase dispersa. Se le goccioline disperse hanno f
1nm-1mm (anzich come di solito 0.5-20mm) non si ha + rifrazione della luce, per cui non appaiono +
bianche o opache come al solito, ma sono trasparenti (microemulsioni). Le emulsioni O/A per uso orale
attenuano il sapore sgradevole di alcuni oli e permettono la somministrazione di farmaci insolubili in
acqua, sciogliendoli nella fase oleosa. Quelle per uso esterno sono facilmente asportabili con acqua. Un
altro es. di O/A per uso esterno dato dalla > parte dei latti detergenti (mustela, Vichy). Quelle A/O
hanno sulla pelle unazione occlusiva che favorisce la reidratazione dello strato corneo.lavoro
necessario per la formazione di unemulsione: W=gS, dove g la tensione superficiale e S la
superficie totale. Laggiunta di un tensioattivo (es. Tween) che la tensione superficiale facilita la
formazione di unemulsione, anche se per mantenere a lungo il sistema nello stadio disperso si deve
formare intorno ai globuli della fase dispersa un film stabile e flessibile, che ne impedisca la
coalescenza. Poich raramente un TA solo ha queste caratteristiche. Per stabilizzrle si usano i cosiddetti
emulsionanti secondari. I colloidi idrofili: composti macromolecolari di natura proteica (gelatina e
caseina) o polisaccaridica (gomma arabica, alginati), sono stati i primi emulsionanti usati in farmacia.
La loro azione molto modesta.

Instabilit fisica delle emulsioni: a) creaming; b) flocculazione; c) coalescenza e rottura (breaking,


cracking).
Prodotti impiegati nella preparazione delle emulsioni:
si possono dividere in 2 gruppi: 1) tensioattivi (anionici, cationici, anfionici, non ionici); 2) sostanze ad
azione stabilizzante.

Tensioattivi anionici:
1. Saponi alcalini: tipo di O/A abbastanza stabile, impartiscono pH 9-10. In ambiente
acidorottura perch si formano acidi grassi liberi.
2. Saponi alcalino-terrosi: emulsioni A/O. i + usati nella pratica dermatologica sono i saponi di
calcio. Le emulsioni di questo tipo sono preparate mescolando una soluzione di idrossido di
calcio con un olio in = porzioni o in eccesso.
3. Saponi di ammine organiche: O/A. la + usata la trietanolammina.
4. Esteri solfonici: O/A. solfati di oli (come mezzi bagnanti), solfati di alcool superiori. Usati n
sostituzione dei saponi, dei quali sono (-) alcalini. Le emulsioni preparate con laurilsolfato sodico,
per, sono poco stabili. Esso (o il corrispondente sale di trietanoolammina) usato in paste
dentifricie, shampoos.
5. Arilalchilsolfonati: sono usati come detergenti, tra i + comuni il dodecilbenzensolfonato sodico
6. Alchilsolfonati: il diottilsolfosuccinato sodico (docusato sodico) trova impiego oltre che come
disperdente e umettante anche nel trattamento della stipsi cronica.
Tensioattivi cationici: quasi tutti sali di ammonio 4,il,loro uso > come batteriostatici o
battericidi, + che come emulsionanti. Es. cloruro di benzalconio e cetrimide.
Tensioattivi anfionici: contengono sia gruppi anionici che cationici, appartengono a questo
gruppo vari composti naturali, come le lecitine e la caseina (O/A e A/O), la gelatina (O/A). es. di
emulsioni: latte, burro, maionese.
Tensioattivi non ionici: hanno il vantaggio di essere stabili sia in ambiente acido che basico. Si
dividono in:

4
1. TA non ionici lipofili: A/O: es. alcoli polivalenti parzialmente esterificati con acidi grassi:
monostearato del glicole etilenico, di gliceride (FU IX). La parte lipofila prevalente su quella
idrofila e pertanto non sono dei buoni emulsionanti. Ci sono anche gli esteri del sorbitano: sono
gli Span, ottenuti per parziale esterificazione con vari acidi grassi delle anidridi derivate dal
sorbitolo e da analoghi alcool.
2. TA non ionici idrofili: O/A. A) esteri ed eteri di glicoli polietilenici. Quelli a PM > 1000 sono
solidi unguentacei o di aspetto ceroso, usati come eccipienti per unguenti e supposte
(Carbowax)altro es. polietilenglicolstearato (40), noto anche come Macrogol 2000 stearato,
PEG-40-stearato, polyoxyl 40 stearato. B) polisorbati: Tween; si ottengono dagli ewteri del
sorbitano perv eterificazione dei gruppi ossidrilici liberi con ossido di etilene. Con lintroduzione
dei gruppi ossietilenici le propriet idrofile sono esaltate, sicch sono emulsionanti O/A:
Sostanze ad azione stabilizzante: la solidit del film interfacciale e la viscosit della fase
esterna, cos impediscono o almeno rallentano la coalescenza e il creaming. Sono quasi tutti
colloidiidrofili, naturali, semisintetici o sintetici:
COMP
ORIG. NOME CHIM.
Gomma Polisacc.

naturale arabica neutro

Gomma Polisacc.

naturale adragante neutro

Polisacc.

naturale Alginati acido

Proteina

naturale Gelatina anfotera

Silicato di

naturale Bentonite alluminio idrato

Silice

naturale colloidale Anidride silicica

5
Meti-

Semi Idrossietil Polisacc.

sintetica cellulosa neutro

Polimero

Sintetica PVP neutro

Polimeri

Carbossi Polimero

sintetica vinilici anionico

1. Gomma arabica: il prodotto essiccato della gomma che trasuda dal tronco e i rami
dellAcacia senegal e altre specie. (FU IX). Le sue dispersioni hanno debole viscosit e modeste
propriet tensioattive. Per idrolisi D-galattosio, L-ramnosio, L-arabinosio, acido D-glucuronico.
2. Gomma adragante: Trasuda dallAstragalus gummifer. Le dispersioni hanno un max di
viscosit a pH 5.
3. Acido alginico e alginati: estratto da alghe della famiglia Laminariaceae e Fucaceae. un
polimero dellacido D-mannuronico.
4. Bentonite: vedi pomate
5. Silice colloidale anidra: polvere amorfa, leggera, bianca. Ottenuta per pirolisi dal tetracloruro
di Silicio in presenza di H e O. Es. Aerosil
6. Derivati della cellulosa: residui di glucosio 1-4 legami b glicosidici. Non solubile in acqua,
lo diventa se una parte dei suoi OH metilata ( la F di attrazione fra le catene e lacqua pu penetrare).
Le dispersioni acquose di metilcellulosa coagulano per riscaldamento.la metilcellulosa (FU IX)pu
essere ottenuta per parziale metilazione della cellulosa con cloruro di metile.
7. Idrocolloidi sintetici: polivinilpirrolidone, o povidone (PVP), FU IX, Kollidon e il
carbossipolimetilene sono largamente usati come addensanti, gelificanti e sospendenti.
8. Antiossidanti: i + usati sono gli esteri propilico, ottilico e dodicilico dellacido gallico, il
butilidrossianisolo (BHA), il butilidrossitoluene (BHT).
9. Conservanti: Di solito le O/A sono + facilmente inquinate delle altre. Tra i + usati: esteri
dellacido p-idrossibenzoico. +
10. Umettanti: allo scopo di ridurre le evaporazioni dellacqua. I + usati sono il glicerolo, il
glicole propilenico e il sorbitolo.

SOLUZIONI
Per soluzioni in senso lato si intende una dispersione molecolare e/o ionica di 2 o + sostanze che sia
omogenea in ogni suo punto. Ci possibile con ioni o molecole di dimensioni < 110 -6. Il componente
allo stato disperso il soluto, mentre solvente chiamato quello in cui avviene la dispersione. In genere
il solvente presente in quantit , anche se vi sono delle eccezioni: per es. lo sciroppo semplice
composto dal 65% p/p di saccarosio in soluzione acquosa. Le soluzioni di > interesse in farmacia sono

6
quelle di solidi in liquidi. Un soluto si scioglie in un solvente quando le F di attrazione fra molecole o
ioni del soluto sono < a quelle fra queste entit e le molecole del solvente. Queste F possono essere
determinate da: ioni, dipoli permanenti, dipoli indotti. Le F di attrazione del tipo dip. perman.-dip.
perman., dip perman.-dip. iIndotto, dip. Indotto-dip. indotto sono indicate comunemente come F di van
der Waals . le fF di attarzioni molto deboli che si formano invece fra molecole non polari sono note
come F di London. Composti polari si scioglieranno in composti polari e cos per quelli apolari (similia
similibus solvuntur).
La concentrazione delle soluzioni data dalla FU in composizione centesimale. Per passare dal % p/p al
% p/v basta moltiplicare il % p/p per il peso specifico della soluzione.

Aggiunta di TA alle soluzioni: laggiunta di TA permette di ottenere solyzioni trasparenti o


leggermente opalescenti, termodinamicamente stabili pur impiegando il soluto in concentrazione > a
quella corrispondente alla saturazione. Il fenomeno chiamato solubilizzazione micellare: un
composto apolare si scioglie allinterno delle micelle, mentre uno polare adsorbito alla loro superficie.
I composti a carattere anfolitico si ritiene si dispongano fra le micelle. Con i gruppi lipofili verso
linterno e quelli idrofili verso lesterno.
Fattori che influiscono sulla velocit di soluzione in vitro:
1. Temperatura, infatti quando il processo di dissoluzione controllato dalla diffusione (non
intervengono reazioni chimiche) la velocit di dissoluzione descritta dalla equazione di Noyes-
Whitney: dc/dt= KA (Cs-Ct). se il soluto eliminato dal solvente a velocit >> di quella con cui
passa in soluzione (sink) e il volume del solvente tale che Ct non supera il 10%, allora
dc/dt= DAC/h. D (coefficiente di diffusione) e Cs di solito all di T.
2. Agitazione
3. Area superficiale
4. Forma cristallina (esistono differenze di velocit di soluzione fra composti allo stadio amorfo o
cristallino, e anche fra polimorfi di una stessa sostanza.
5. Presenza di TA: influiscono sulla tensione superficiale, possono o la velocit di soluzione.
Acqua
La FU prescrive per le FF di uso orale ed esterno e per la preparazione dei reattivi luso di acqua
depurata; per le preparazioni per uso parenterale acqua per preparazioni iniettabili.
Lacqua depurata: tra i requisiti non previsto quello della purezza microbiologica. Essa pu
essere ottenuta sottoponendo lacqua potabile a distillazione, o ad un trattamento con resine a
scambio ionico, o con altro procedimento appropriato, come per es. losmosi inversa.
Lacqua per preparazioni iniettabili: lunico metodo per ottenerla indicato dalla FUIX la
distillazione, in quanto quella che d le > garanzie di purezza microbiologica e assenza di
pirogeni.
Essiccamento di soluzioni
Essiccamento per nebulizzazione (SPRAY-DRYNING)
un metodo usato per lessiccamento di soluzioni diluite op di sospensioni che vengono nebulizzate e
spruzzate in un ambiente dove incontrano, in equicorrente o controcorrente, un flusso di aria calda.
Poich laria superficiale esposta allo scambio termico grande e il tempo necessario per trasformare
una gocciolina in una particella solida breve. Il prodotto ottenuto ha forma quasi sferica, elevata
densit apparente, buone propriet di scorrimento e di comprimibilit, dimensioni uniformi e
controllabili. Inoltre se unemulsione essiccata cos, le particelle che si formano avranno allinterno la
fase dispersa e allesterno quella continua, quindi il sistema usato per la microincapsulazione di varie
sostanze.
Liofilizzazione: una metodica di essiccamento mediante la quale, operando a basse T e
bassissima P, si ottiene lallontanamento per sublimazione del solvente, normalmente acqua, da
una soluzione previamente solidificata per congelamento.
Sostanze usate nella somministrazione di medicinali in soluzione:
1. EDULCORANTI: saccarosio (molto solubile in acqua 2:1), che resta il + usato nonostante le
sue propriet cariogene, stabile tra pH 4 e 8. Viene spesso mescolato con alcooli come glicerolo e
sorbitolo che ne la tendenza alla cristallizzazione. A volte si usa anche il glucosio liquido che

7
oltre a dolcificare d anche corpo alle preparazioni. Tra i dolcificanti sintetici, che devono essere
autorizzati dalla legge, i + usati sono la saccarina (specie come sale sodico o calcico) e
laspartame. I saccarinati sono solubili in acqua, stabili in un grande intervallo di pH e hanno
potere dolcificante 300 volte circa > del saccarosio. Laspartame circa 160 olte + dolce del
saccarosio ed l1-metil estere della N-L-a-aspartil-L-fenilalanina.
2. AROMATIZZANTI: quelli + usati sono: a) succhi di frutta concentrati; b) idrolati o alcoolati;
c) oli essenziali semplici, deterpenati o concentrati. Le ditte specializzate hanno anche indicazioni
circa gli aromi + adatti per correggere determinati gusti.
3. CONSERVANTI: per proteggere dallinquinamento microbico durante luso i medicamenti
liquidi e semisolidi, quando essi costituiscono terreno favorevole allo sviluppo di microrganismi,
si aggiungono, nella formulazione, dei conservanti. Con questo termine si indicano sostanze ad
azione germicida o germistatica, dove la differenza dipende quasi sempre dalla concentrazione.
Alcuni dei conservanti usati:
1) acidi ed esteri:
acido benzoico (bene per lieviti e muffe)
acido sorbico (bene per lieviti e muffe)
metil p-idrossibenzoato (Gram (+) e (-), muffe, lieviti)
propil p-idrossibenzoato (Gram (+) ,(-) muffe, lieviti)
2) alcooli:
alcool benzilico
alcool feniletilico
clorobutanolo
3) fenoli:
clorocresolo
cresolo
fenolo
4) tensioattivi:
benzalconio cloruro

SCIROPPI
La FUIX definisce gli sciroppi preparazioni liquide, dolci, che normalmente contengono unalta % di
zuccheri, e che possono presentarsi sotto forma di soluzioni, emulsioni, sospensioni. Per usi particolari
si preparano sciroppi in cui il saccarosio sostituito interamente da altri zuccheri (es. glucosio,
fruttosio), esitoli (sorbitolo). Lo sciroppo semplice composto al 66.5% p/p di saccarosio ed ha una
viscosit (201.5 mPa) dalla quale le moderne preparazioni sono molto lontane. La < concentrazione in
saccarosio di queste, dettata da esigenza pratiche, dietetiche, economiche, ha reso necessario luso di
conservanti, per impedire il proliferare dei microrganismi. La FUIX ne indica alcuni: acido benzoico,
benzoato di sodio, p-idrossibenzoato di metile, o di propile o loro miscele (7:3), acido sorbico o il
sorbato di K (0.10-0.15%).

ELISIR
Sono presenti nel F.N. uniti agli sciroppi. Quello che li caratterizza la presenza di alcool come
cosolvente accanto allacqua. Poich elevate concentraioni di alcool possono dare effetti farmacologici
indesiderati, una parte dellalcool sostituito da glicerolo o glicole propilenico. Accanto alla
formulazione si aggiungono anche dolcificanti come il saccarosio, sorbitolo, ecc. la diluizione dellelisir
con liquidi a bassa concentrazione pu determinare la precipitazione di componenti attivi. Gli elisir sono
usati come veicolo (es. elisir aromatico) o per leffetto dei p.a. che contengono.

SOLUZIONI ALCOOLICHE
Per alcool senza alcuna indicazione lFUIX intende lalcool etilico al 95% in volume.
Per etanoloalcool etilico assoluto. Lindicazione di % si intende in volume, ml per ml. Lalcool ha un

8
buon potere solvente verso numerosi composti e alcuni componenti vegetali come resine, oli essenziali,
alcaloidi, glicosidi. Non un buon solvente per componenti vegetali terapeuticamente inerti come
gomme, mucillagini, amido. Per questo motivo alcool e miscele di esso con lacqua sono usati per
lestrazione di p.a. da droghe vegetali. Come solvente rispetto allacqua ha il vantaggio che se il suo
titolo non troppo basso impedita la crescita di microrganismi e sono rallentati i fenomeni idrolitici. I
suoi effetti sul SNC, per, ne limitano limpiego, almeno in concentrazioni elevate, alluso esterno,
impiego favorito dalla facilit con cui esso evapora. Nelle soluzioni alcoliche importante conoscere il
titolo alcolico e a questo argomento la FUIX dedica una monografia, il titolo alcolico di un liquido viene
espresso con il n di volumi di alcool contenuti in 100 vol. del liquido stesso, a 20C. questo il titolo
volumetrico, lo stesso titolo pu essere espresso come gravimetrico, in g di alcool in 100 g di liquido.
OLEOLITI
Gli oli comunemente usati in Italia come veicoli sono lolio di olive, di mandorle dolci, di sesamo, di
arachide. Gli oleoliti possono essere usati per uso esterno, orale e per via parenterale, ipodermica o
intramuscolo. Gli oli appartengono al gruppo dei grassi, che comprende i grassi propriamente detti, di
consistenza solida, e gli oli di consistenza liquida. Entrambi sono formati esenzialmente da gliceridi di
acidi superiori, cio esteri della glicerina con acidi grassi, rappresentati per lo + da
acido palmitico [CH3(CH2)14COOH], stearico [CH3(CH2)16COOH] , oleico (come il palmitico, solo che
ha un doppio legame cis tra C 9 e 10). I primi 2 hanno consistenza solida a temperatura ambiente,
loleico invece liquido. Pertanto i grassi in cui la % di oleico alta sono liquidi e possono essere
solidificati per idrogenazione. La stabilit delle soluzioni oleose condizionata dal fatto che gli oli, ed i
grassi in genere, irrancidiscono. Gli oli per uso farmaceutico, privi di acqua e purificati, non sono adatti
alla vita e allo sviluppo dei microrganismi per cui la loro alterazione dovuta essenzialmente alla
reazione con lO molecolare (autossidazione).
GLICERITI
La glicerina miscibile sia con lacqua che con lalcool. In particolare un eccellente solvente per
tannini, fenolo ed acidi borico.

GOCCE
La FUIX nella relativa monografia definisce le gocce preparazioni liquide costituite da soluzioni o
sospensioni acquose o oleose o da emulsioni destinate a essere somministrate a gocce per via orale,
nasale e auricolare. Le gocce nasali e auricolari sono chiamate anche instillazioni e i veicoli + usati
sono acquosi, idroglicolici, glicerici e oleosi. Le instillazioni sono dispensate in contenitori muniti di
dispositivi di erogazione e quelle nasali anche in contenitori datti alla nebulozzazione. Le gocce orali
vengono dispensate in recipienti muniti di dispositivo che permette di contarle, o in recipienti
accompagnati da un dispositivo separato.

TENSIOATTIVI
Hanno delle caratteristiche strutturali che conferiscono loro la propriet di concentrarsi allinterfaccia.
Esse sono:

1. gruppo lipofilo: catena idrocarburica, che conferisce solubilit nei solventi apolari.
2. Gruppo idrofilo solubilit nei solventi polari
3. Adatto equilibrio fra propriet lipofile ed idrofile.
Quando la superficie allinterfaccia completamente occupata le molecole o gli ioni del TA si associano
fra loro formando degli aggregati di dimensioni colloidali chiamati micelle.

Hanno diversi impieghi: come emulsionanti, mezzi bagnanti, solubilizzanti, risultano + adatti per uno
scopo o un altro a seconda del rapporto fra gruppo idrofilo e lipofilo. Per i TA non ioniciil bilancio
idrofilo-lipofilo= peso molecolare (PM) porzione idrofila /PM totale 1/5 (calcolo in base alla
composizione teorica, secondo Griffin).

9
Classificazione dei TA sintetici:
1. Anionici: Saponi alcalini (stearato di Na, K)
Esteri solforici (laurilsolfato sodico)

Derivati solfonici (dodecilbenzensolfonato sodico)

2. Cationici: composti di ammonio 4 (bromuro di tetradeciltrimetilammonio)


Composti di piridinio (cloruro di cetilpiridinio)

3. Anfolitici (N-dodecilalanina)
4. Non ionici (glicerilmonostearato)
Estreri parziali di alcool polivalenti (poliossietilensorbitanmonostearato)

AEROSOL
Nellambito dei sistemi colloidali, gli aerosol sono dispersioni di liquidi (nebbie) o solidi (fumi) in una
fase gassosa. Le propriet collegate con le dimensioni colloidali della fase dispersa (moti browniani)
conferiscono al sistema una notevole stabilit. Nella FUIX il termine aerosol indica preparazioni
racchiuse in contenitori in cui oltre ad un componente attivo, si trova un gas liquefatto o compresso.
Allapertura di una valvola il contenuto proiettato verso lesterno e in funzione di alcune variabili
assume forme diverse (goccioline, schiuma, massa filamentosa). Vantaggi: protezione del farmaco dagli
agenti esterni, dallinquinamento durante luso, con limpiego di valvole dosatrici la quantit erogata
pu essere accuratamente definita, uniforme distribuzione sulla parte lesa, minima o nulla irritazione
della parte lesa. I propellenti oltre a fornire limpulso per espellere il prodotto, possono in qualche caso
assieme alla valvola determinarne alcune caratteristiche fisiche. I propellenti usati sono gas liquefatti o
compressi:

1. Gas liquefatti: sono gas che passano allo stato liquido a P relativamente basse e a temperature
non molto lontane da quelle ambiente, racchiusi nel contenitore, una parte si trasforma in vapore
e la P allinterno finch si raggiunge un equilibrio. La P a questo punto nota come P di vapore,
ed = in tutte le direzioni, indipendentemente dalla quantit presente. Vantaggi: P allinterno
costante durante tutto il periodo delluso perch la P di vapore, alterata da una temporanea
apertura della valvola, subito ristabilita dallevaporazione di propellente liquido. Il rapporto di
espansione molto elevato (per alcuni 240). Svantaggi: con della T si ha un forte di P, per cui le
confezioni vanno tenute lontano da fonti di calore e mai a T>50C. Si tratta di clorofluorocarburi
(CFC) , quasi sempre derivati alogenati del metano o delletano, o idrocarburi (propano,
isobutano, n-butano). In commercio : Freon, Arcton, seguiti da un n, la nomenclatura : 3
cifraatomi F; 2 cifraatomi di H +1; 1 cifraatomi di C 1(per i derivati del metano questa
cifra non c).
2. Gas compressi: non sono tossici, n infiammabili e le variazioni di T influiscono poco sulla P.
La P allinterno in funzione della quantit di prodotto espulsa, per questa ragione il loro
impiego riguarda di + le formulazioni ad uso alimentare e cosmetico. Es.: CO2, N2O (protossido di
N), N2.
Allinterno del contenitore la formulazione pu essere un sistema bifasico (soluzione del p.a. nel
propellente o in miscela propellente-solvente (1 fase), in equilibrio con una fase gassosa costituita da
propellente); o trifasico, con farmaco (1 fase) sospeso o emulsionato nel propellente liquido (2 fase),
a sua volta in equilibrio con i propri vapori(3 fase).
Le emulsioni si prestano allottenimento di schiume, adatte per una migliore localizzazione dei p.a. sulla
pelle o in cavit naturali dellorganismo. Se il propellente si trova nella fase interna (es. emulsione O/A,
allapertura della valvola levaporazione del propellente provocher numerose bollicine, che,
stabilizzate dai TA, formano schiuma. Se il propellente nella fase esterna (A/O) la sua evaporazione
provocher uno spruzzo grossolano di liquido acquoso o una schiuma che rapidamente scompare.

10
PREPARAZIONI PER INALAZIONE
Il III supplemento 1994 della FUIX le definisce come preparazioni liquide o solide, contenenti uno o +
p.a. attivi e destinate alla somministrazione nella parte inferiore del tratto respir4atorio, per esplicarvi
unazione locale o sistemica. non devono esercitare alcun effetto indesiderato sulle funzioni della
mucosa del tratto respiratorio e delle ciglia. Le preparazioni per inalazione devono essere nebulizzate in
forma di aerosol e si somministrano generalmente mediante uno dei seguenti dispositivi: nebulizzatori,
inalatori-dosatori pressurizzati e inalatori per polvere secca. Per raggiungere gli alveoli la grandezza
ideale delle particelle 0.5-10mm: infatti quelle di dimensioni inferiori a queste sono soggette a moto
browniani e diffondono dalla nuvola aerosolica verso le pareti delle vie aerifere, venendo emesse con
lespirazione. Con diametro >, invece, le particelle finiscono col depositarsi nelle vie aerifere superiori,
principalmente a causa dellimpatto dovuto al momento di inerzia.

SUPPOSTE E OVULI
I suppositori sono formati da dosi singole di un o + medicamenti, miscelati con eccipienti che danno
alla preparazione (di peso generalmente compreso fra 1 e 3 g) forma e consistenza tale da permetterne
lintroduzione nel retto. Qui leccipiente cede il medicamento dopo fusione, dissoluzione, o dispersione
nelle secrezioni presenti. Limpiego dei suppositori ha 3 finalit: svolgere azione locale, specie nel
trattamento delle emorroidi, o + raramente nella terapia di infezioni batteriche; stimolare la defecazione
attraverso unazione in parte meccanica in parte dovuta ad una leggera irritazione<; ottenere unazione
sistemica, come conseguenza della diffusione del farmaco attraverso le cellule epiteliali della mucosa
rettale e di qui nei vasi sanguigni e linfatici. Si pu ricorrere ad essi come alternativa alla
somministrazione orale di farmaci irritanti per la mucosa gastrica o inattivati dal pH e dagli enzimi
digestivi. Somministrati per questa via, i farmaci sfuggono in parte al chimismo della cellula epatica.
Infatti, il sangue delle vene emorroidali inferiori e medie attraverso le vene iliache giunge nella vena
cava inferiore e non passa attraverso il fegato, mentre quello delle vene emorroidali superiori, attraverso
la vena mesenterica inferiore e la vena porta, giunge al fegato.

Bisogna comunque tenere presente che fra la vena emorroidale media e quella superiore esistono diverse
anastomosi, per cui difficile valutare a priori la frazione esatta di medicamento che evita il
metabolismo epatico. Lassorbimento dal retto avviene comunque anche per via linfatica, e pare che
questa via sia la favorita per i composti a PM elevato.

Eccipienti per supposte:


Burro di cacao: ottenuto per pressione a caldo dei semi torrefatti del Theobroma cacao. La sua
composizione differisce da quella degli oli e dei semi grassi + comuni in quanto i tipi di gliceridi
presenti sono pochi e due di questi formano + del 75% del totale (in %: oleodipalmitina 3.7,
trigliceridi saturi 2.6, oleopalmitostearina 22.2, oleodistearina 22.2, ecc). I grassi, in quanto
miscele, non presentano un punto di fusione preciso, ma subiscono un graduale rammollimento.
necessario, allora, per un grasso definire 2 temperature: quella alla quale il grasso inizia a scorrere
(punto di scorrimento) e quella alla quale perfettamente limpido (punto di limpidit). Per il
burro di cacao, il punto di scorrimento fissato dalla FU fra 30-35C. Attualmente il suo uso un
po in disuso a causa di due caratteristiche negative: il fenomeno del polimorfismo e le propriet
idrofobe.
Gliceridi semisintetici solidi:
sono miscele di mono, di e trigliceridi, di acidi grassi saturi da C10 a C18 e formano per lo + masse
bianche friabili, untuose al tatto. Per lassenza quasi completa di acidi con doppi legami hanno notevole
stabilit e per la presenza di mono e digliceridi facilitata lincorporazione di acqua. Es. in
commercio: Estarinum, Witepsol.
Eccipienti idrosolubili: non fondono a temperatura rettale ma si disgregano per dissoluzione o
dispersione nel muco rettale.
Glicoli polietilenici: unelevata % di PEG ad alto PM pu prolungare il tempo di dissoluzione e
quindi di cessione di pa. Sono noti i casi di incompatibilit con vari farmaci e sono igroscopici;

11
per questultimo fenomeno attraggono acqua nel retto dando dolore. In commercio: Carbowax,
Suppogen, Cremolan.
Eccipienti di glico-gelatina e glico-stearato: hanno importanza limitata perch igroscopici e
terreno adatto allo sviluppo microbico. La prima usata ancora per gli ovuli. Le supposte di
glicerina solidificata con stearato di Na sono leggermente irritanti e usate come evacuanti.
Eccipienti idrodisperdibili: hanno come componenti fondamentali TA non ionici in grado di
autoemulsionanti formando emulsioni O/A. questa propriet accelera la disaggregazione della FF
nellampolla rettale e favorisce lassorbimento di farmaci poco solubili. Tra i + usati: Tween
61, Span, Arlacel, esteri poliossietilenici di acidi grassi: Myrij.
Requisiti eccipienti: mancanza di azione irritante per le mucose, compatibilit con i pa, stabilit
chimica e fisica.
GRANULATI
Sono ottenuti da miscele omogenee di polveri con vari metodi di granulazione, per mezzo dei quali
particelle di polveri vengono aggregate in tanti granelli, anchessi omogenei, ma di > dimensioni.
Possono essere o FF (Citrosodina, Citropiperazina) o uno stadio intermedio, per ottenere, dalle
polveri, compresse o capsule. Oltre al pa:
Leganti: amido (mucill. 5-10%), amido gelatinizzato (sol. 5-10%), cellulosa microcristallina
(legante a secco), gelatina (mucill. 2-10%), PVP (sol 5-20%, pu essere usato in sol. Acquosa,
alcoolica o idroalcolica), metilcellulosa (sol. 2-10%), CMC sodica (sol. 2-10%), saccarosio sol.
(10-20%), gomma arabica (mucill. 5-10%, d granuli molto duri), PVA (sol. 2-20%), glicoli
polietilenici (sol. 10-30%), polietilenglicole 6000 (legante a secco).
Disgreganti: amido (5-20%), amido modificato fisicamente (5-15%), cellulosa microcristallina
(5-20%), crospovidone (1-5%), croscarmellosio (1-4%), CMC calcica (2-5%), bentonite (5-15%).
1. Granulazione a umido: i + comuni metodi a umido sono: impasto e granulazione attraverso
reti; impasto e granulazione in mescolatori-granulatori ad alta velocit; in letto fluido; sferonizzazione;
per nebulizzazione (detta anche atomizzazione o spray-drying).
2. Granulazione a secco: si eliminano con questo procedimento calore e umidit (per pa labili). Il
miscuglio di plveri (+ leganti a secco: cellulosa microcristallina, lattosio spray-dryied, ecc)
solitamente spinto da un sistema a coclea (che serve anche a deaerarla) e fatto passare attraverso 2
cilindri che ruotano in senso inverso e lo trasformano in strato sottile, poi frantumato e setacciato.
Granulati per somministrazione orale: possono essere a dose multipla o unitaria. Sono
generalmente somministrati con acqua, anche se in qualche caso possono essere ingoiati tali o
masticati.
Granulati effervescenti: in dose multipla o singola, contengono sostanze acide, carbonati o
bicarbonati, che in presenza di acqua reagiscono rapidamente liberando CO2.
Gr. per la preparazione di medicamenti liquidi per somministrazione orale: sono a dose
multipla, destinati alla preparazione di sospensioni o soluzioni.
Gr. Rivestiti: la superficie coperta da uno o + strati di miscele diverse: resine naturali o
sintetiche, gomme, zuccheri, coloranti autorizzati, qualche volta aromatizzanti.
Gr. Gastroresistenti: resistono allazione del succo gastrico, liberando i pa nel lume intestinale.
Si preparano impregnandoli in materiale gastroresistente (es. Cellulosa acetoftalato, glutine).
Gr. a cessione regolata.
COMPRESSE
Sono preparazioni solide, ottenute compattando, mediante apposite macchine, volumi uguali di
particelle e contenenti ciascuna dosi singole di una o + sostanze attive. Requisiti favorevoli per i
produttori (rappresenta il 70% delle FF): stabilit > preparazioni liquide, possibilit di produzione su
larga scala, versatilit di impiego. Favorevoli per il paziente: accurato e uniforme dosaggio, semplicit
di assunzione e facilit di trasporto, velocit di rilascio del pa controllabile secondo le esigenze
farmacologiche. Esistono anche cp non destinate alla somministrazione orale: impianti (innesto s.c.) o
cp vaginali.

Requisiti: uguale peso, diametro, aspetto. Uguale contenuto p.a.; resistenza meccanica; rapida
disgregazione; perch questi requisiti siano soddisfatti la polvere deve avere: buona fluidit,

12
comprimibilit, scarsa adesione alle pareti dei punzoni, buona disgregabilit. Il peso delle cp varia,
generalmente, fra 50 e 800mg, ed una aliquota, anche elevata, solitamente composta da eccipienti:

Leganti: sono le sostanze impiegate nella granulazione ad umido, per tenere le particelle unite,
ma favoriscono anche la comprimibilit del granulato. Tra i + usati: mucillagine damido, PVP,
mucillagine di gelatina (per il particolare gusto preferita nei granulati da sciogliere lentamente
in bocca). Nel corso della granulazione le particelle vengono rivestite di un sottile film di legante,
che quindi controlla la velocit di cessione del p.a.. le cp preparate con leganti idrosolubili
come gelatina idrolizzata o PVP si sciolgono rapidamente, mentre si ha una lenta ed incompleta
disgregazione e quindi rallentata cessione del p.a., con salda damido e metilidrossietilcellulosa.
disaggreganti: favoriscono la disgregazione, controbilanciando lazione dei leganti. per alcuni
lazione spiegata con la capacit di assorbire acqua e rigonfiare, per altri, fra cui lamido, si
ritiene che attraggano acqua per capillarit nellinterno della cp, provocandone la rottura.
glidanti o agenti di scorrimento: servono a far defluire uniformemente e rapidamente i granuli
nelle matrici. se non avvenisse non ci sarebbero pesi uniformi. es. silice colloidale (0.1-0.5%
p/p), talco.
diluenti: sono farmacologicamente e chimicamente inerti, sono aggiunti alle formulazioni per
dare corpo alla cp. questa per ragioni tecniche non pu avere peso < 50mg e pertanto risultan0o
indispensabili nei farmaci a basso dosaggio. es: glucosio (igroscopico, i granuli ottenuti sono
teneri e non perfettamente bianchi), lattosio spray-dried (buono
scorrimento, Zeparox), mannitolo (costoso, usato per le cp che devono sciogliersi rapidamente
e quelle masticabili), saccarosio (igroscopico, pu essere diluito con lattosio), amido (ha
propriet aggreganti e disaggreganti), calcio fosfato bibasico (d granuli duri, assorbe poca
umidit e perci adatto a sostanze igroscopiche, Emcompress), cellulosa microcristallina (ha
propriet disaggreganti e richiede meno lubrificante, Avicell in commercio), deltosio-maltosio
(Emdex), saccarosio-destrine coprecipitati (Dipac).
lubrificanti: devono facilitare la compressione del granulato e lespulsione della cp. quelli +
usati hanno carattere idrofobo e tra questi molto usati il talco, lacido stearico, gli stearati di
calcio e di magnesio. Formano un film sottile e deformabile. Per essere efficaci devono essere
aggiunti solo prima della compressione e la quantit limitata allo stretto necessario. Esistono
anche lubrificanti solubili in acqua, come il sodio laurilsolfato e i PEG 4000 e 6000, ma meno
efficaci e preferiti per le cp effervescenti.
Altri additivi: coloranti (ossidi di ferro, lacche di alluminio, aggiunti alla fine della miscelazione
delle polveri, la loro insolubilit evita il problema della migrazione del colore), aromatizzanti
(quasi sempre oli essenziali termolabili), adsorbenti, tamponi.
Rivestimento delle cp con zucchero (CONFETTATURA): le cp sono ricoperte con uno strato
uniforme di zucchero, che ne il peso dal 30 al 50%, facendo evaporare su di esse, in + fasi, per
mezzo di recipienti rotantimintorno ad un asse (bassine), dei liquidi sciropposi.
Il processo di confettatura comprende:
1. Applicazione di pellicola di isolamento (per proteggere dai liquidi acquosi delle fasi
successive: si usano polimeri naturali o sintetici, con propriet filmogene, sciolti in solventi
organici; tra le sostanze usate: gomma lacca, addizionata a volte con PVP, per evitare
lindurimento nel tempo, cellulosa acetoftalato (CAP), polivinilacetoftalato
(PVAP); aumentando gli strati di CAP o PVAPconfetti gastroresistenti).
2. Strati di copertura: per arrotondare; si usano soluzioni acquose concentrate di saccarosio
contenenti gelatina e/o gomma arabica, alternate con una miscela di polveri.
3. Lisciatura: si applica ripetutamente uno sciroppo di saccarosio, essiccando le cp dopo ogni
applicazione.
4. Colorazione: si preferisce usare pigmenti insolubili (biossido di titanio e ossidi di ferro per il
problema della migrazione del colorante) e lacche di alluminio di coloranti idrosolubili.
5. Lucidatura: si usano tamburi rotanti rivestiti di tela, su di essi si versa la soluzione calda di una
miscela di cere in un solvente volatile, es. cera dapi, cera carnauba in CCl4, il tamburo ruota fino
allevaporazione del solventesuperficie dei confetti lucida.

13
Materiali per rivestimento con film: requisiti dei materiali filmogeni: assenza tosicit, che
diano una soluzioone non trroppo viscosa, stabilit, solubilit a tutti i pH dellintestino,
compatibilit coi farmaci. Es. idrossipropilmetilcellulosa (HPMC),
metilidrossietilcellulosa(MHEC). Si usano anche:
1. Plasticizzanti: glicole propilenico e glicoli polietilenici da 200 a 400, adatti anche per veicoli
acquosi;
2. Coloranti: lacche, pigmenti;
3. Opacizzanti (biossido di titanio)
4. Dolcificanti e aromatizzanti: saccarina, vanillina.
COMPRESSE GASTRORESISTENTI: si usano quando il medicamento inattivato dal succo
gastrico (enzimi: pepsina, o antibiotici, eritromicina); se il farmaco irrita la parete gastrica
(salicilato di sodio o acido acetilsalicilico), devono agire localmente sullintestino (antisettici
intestinali, vermifughi). La caratteristica dei materiali usati di essere insolubili a bassi valori di
pH e solubili a pH 5-6. Ci dovuto alla presenza nella molecola del polkimero, si una certa % di
gruppi carbossilici. Es: cellulosa acetoftalkato (CAP), polivinilacetoftalato (PVAP), esteri
parziali di copolimeri anidride maleica e composti etilenici, copolimeri acido metacrilico-
esteri metacrilici (EUDRAGIT*), idrossipropilmetilcellulosaftalato (HPMCP).
*Eudragit: esistono vari tipi: Esolubile nel succo gastrico per protonizzazione la E sta per
end, perch usato per lo + per il rivestimento finale di cp o cps.. A pH >5 rigonfia e diventa
permeabile allacqua.
Lcontiene 50% di acido libero, insolubile nel succo gastrico, solubile nel succo intestinale per
deprotonizzazione a pH>6, la L sta per facilmente solubile (leichtloslich)
Scontiene 30% acido libero, si scioglie a pH >7, la S sta per difficilmente solubile (schwerloslich).
CAPSULE
Secondo la definizione FUIX, sono preparazioni solide, costituite da un involucro di consistenza dura o
molle, di forma e capacit diverse, contenente una dose di medicamento che generalmente
somministrata in una volta sola. Gli involucri, anchessi chiamati capsule, sono generalmente a base
di gelatina o di altre sostanze, la cui consistenza pu essere modificata per aggiunta, per es.,
di glicerolo o sorbitolo. Nella > parte dei casi sono destinate alla somministrazione orale e a differenza
di cp o confetti, il tempo di disgregazione dellinvolucro breve e costante.
Gelatina: si trova in commercio come gel essiccato (xerogel), in forma di lamine, scaglie o
granuli o polveri di colore giallognolo. una miscela di proteine idrodisperdibili (PM 60000-
90000), ottenute per idrolisi parziale del collageno, il principale componente proteico della pelle,
dei tendini, delle ossa e dei tessuti connettivi in genere. Per idrolisi completa del collageno si
ottengono 18 aa, tra cui i + abbondanti Gly e acidi glutammico e aspartico. Gli aa solforati sono
presenti in piccola %(1%). La gelatina si ottiene per idrolisi acida (gelatina tipo A), o alcalina
(tipo B). le caratteristiche della gelatina (potere gelificante, viscosit, punto isoelettrico) sono
influenzate dal materiale di partenza e dal metodo di lavorazione.
Altri componenti degli involucri: plastificanti (glicerolo, glicole propilenico e sorbitolo);
coloranti (pigmenti e lacche di Al; biossido di titanio come opacizzante e ossidi di ferro per
nero, giallo e rosso); conservanti (solo raramente).
Capsule amilacee: dette anche cialdini o cachets, ottenute da pasta azzima preparata con amido
di frumento o farina finissima di cereali.
MICROCAPSULE: di solito le loro dimensioni non superano i 2mm. Per quelle < 1mm si usa il
nome di nanocapsule. Vantaggi: protezione agenti atmosferici; trasformazione di un liquido in
una polvere liberamente scorrevole; superamento fenomeni di incompatibilit; cessione graduale
del farmaco, preparazione forme ritardo.
Metodi di microincapsulazione:
1. Coacervazione: la sostanza emulsionata o sospesa in un sol colloidale del materiale di
rivestimento (e. gelatina), poi si fa avvenire la separazione della dispersione colloidale in 2 fasi
liquide, una + ricca di solvente, laltra di particelle colloidali. In questa situazione queste vengono
adsorbite intorno ai nuclei da microincapsulare.
2. In letto fluido: il materiale, sospeso per mezzo di una corrente daria che proviene dal basso,
spruzzato con una fine dispersione del materiale di rivestimento. Col metodo WURSTER la
14
nebulizzazione fatta dal basso, nella stessa direzione dellaria; col metodo a letto fluido rotante
(SPRAY COATER) il materiale posto su un disco rotante e laria introdotta nello spazio fra il
disco e la parete del contenitore.
3. In bassina
Materiali utilizzati per la microincapsulazione:
1. Idrosolubili: gelatina, gomma arabica, PVP, carbossimetilcellulosa, idrossietilcellulosa,
metilcellulosa, alcoolpolivinilico.
2. Materiali insolubili in acqua: etilcelluloisa, polimetacrilato, cere e lipidi, paraffina, spermaceti.
3. Materiali gastroresostenti: gomma lacca, acetoftalato di cellulosa, idrossipropilmetilcellulosa
ftalato.
Nanoincapsulazione: si ottengono particelle con dimensioni comprese fra 10 e alcune centinaia
di nm, che disperse in acqua formano rapidamente soluzioni colloidali. Sono adatte alla
preparazione di forme iniettabili a rilascio modificato, usate anche per antigeni, anticorpi tossine.
La soluzione acquosa del p.a. dispersa in un liquido idrofobo (es.n-esano) e in agitazione
continua si aggiunge un monomero filmogeno (es acidi acrilico e derivati), un catalizzatore (per
la polimerizzazione) e un mezzo favorente una struttura reticolare.
Preparazioni per uso parenterale:
Deve essere assicurata la sterilit, in quanto non ammessa la presenza di contaminanti e pirogeni. La
biodisponibilit del farmaco somministrato per questa via praticamente completa, con rapida comparsa
delleffetto. Tipi di somministrazione parenterale:

Intramuscolo: la + seguita, usata per iniettare nella massa muscolare del grande gluteo, oppure
nel deltoide (parte superiore del braccio9, o nel vasto laterale (parte laterale della coscia)
soluzioni acquose o oleose, sospensioni o emulsioni (O/A, ma anche A/O qualora si desideri
ritardare lazione di un farmaco idrosolubile). Il volume solitamente non > 5ml.
Endovenosa: si usa quando si desidera una pronta risposta terapeutica o quando il farmaco
irritante per altri tessuti. Il volume non supera di solito i 20ml ed formato da soluzioni acquose
o idroalcoliche. Se il volume > 50ml, le preparazioni rientrano nelle cosiddette grande
volume.
Sottocutanea o ipodermica: si introducono nel tessuto adiposo sottostante al derma sino a 2ml di
liquido. Le parti del corpo prescelte sono braccia e gambe. Nei confronti del tessuto muscolare
quello s.c. + innervato e meno vascolarizzato. Risulta quindi + sensibile a variazioni osmotiche
o di pH, lassorbimento + lento e lazione compare + tardi. la via prescelta per linsulina e i
vaccini.
Intrarteriosa: serve a somministrare mezzi di contrasto per visualizzare arterie (arteriografia9 o
altri organi o per localizzare lazione degli antineoplastici.
Intratecale: detta anche intrarachidea, il farmaco si inietta nello spazio fra laracnoide e la pia
madre spinale che contiene il liquido cefalorachidiano (iniezioni subaracnoidee), oppure nello
spazio cellulare adiposo tra la dura madre e la parte ossea (epidurali). Si usano: quando la BEE
non permette al farmaco di raggiungere per altra via unadeguata concentrazione nel liquido
cefalorachidiano; per la somministrazione di anestetici locali o oppioidi.
Preparazioni per uso oftalmico:
La somministrazione per via orale o parenterale permette solo ad alcuni farmaci di raggiungere i tessuti
oculari, infatti lambiente intraoculare protetto dalla barriera emato-oftalmica.

Princiapali classi di farmaci usati in oftalmologia:

Miotici: pilocarpina, carbacolo, ecotiofato usati per glaucoma.


Midriatici e cicloplegici: atropina, omatropina, scopolamina, tropicamide, ciclopentolato (per
iridocicliti, iriti)
Midriatici: fenilefrina, epinefrina (esame fondo occhio)
Anestetici locali: cocaina, procaina

15
Antinfiammatori: prednisolone acetato (per infiammazioni profonde del tratto
uveale), desametasonefluorometolone, medrisone, clobetasone butirrato.
Antinfettivi: penicillina G, gentamicina, tobramicina, cloramfenicolo, neomicina, polimixina,
solfacetamide, ofloxacin.
Altri: timololo, polimeri mucomimetici, nafazolina, acetilcisteina, disodio cromoglicato.
La FU richiede per queste preparazioni che sia i colliri che i contagocce, se dispensati separatamente,
soddisfino il controllo di sterilit, inoltre indica che di jorma i colliri devono essere isotonici col liquido
lacrimale, le prtopriet osmotiche per possono variare entro certi limiti e precisamente corrispondere a
concentrazioni di NaCl fra 6 e 27g/l, pertanto, in casi particolari, possono essere anche ipertonici. La
tonicit del liquido lacrimale quella del sangue, corrispondente ad una sol di NaCl allo 0.9%
(Dt=0.52), quando per si installano 1-2 gocce, la secrezione lacrimale compensa leventuale tonicit.

POMATE OFTALMICHE: sono preparazioni semisolide, sterili, destinate allapplicazione sui


tessuti congiuntivali. Possono contenere antiossidanti, stabilizzanti e conservanti. I requisiti per
gli eccipienti sono: buona spalmabilit e fluidit, sufficiente capacit di cessione , assenza di
azione irritante; pochi eccipienti possiedono questo requisito: si usa per es. la vaselina bianca
addizionata di paraffina per renderla + fluida. Lazione irritante di quasi tutte le emulsioni O/A ne
esclude luso,. Geli idonei si ottengono con polimeri carbossivinilici, alcuni eteri cellulosici e con
la carbossimetilcellulosa sodica. richiesta la sterilit e non devono esserci particelle estranee
inquinanti; raramente il prodotto finito pu essere sottoposto ad un processo di sterilizzazione, ma
si sterilizzano preventivamente i singoli componenti. Nella > parte dei casi il farmaco
incorporato nelleccipiente come polvere micronizzata. Sono richiesti anche il controllo sterilit,
la ricerca delle particelle estranee, il controllo delle dimensioni delle particelle.
FF A RILASCIO MODIFICATO
Un sistema ideale di rilascio dovrebbe cedere il farmaco nel sito dazione nella quantit e per il tempo
necessario alle esigenze terapeutiche. Affinch una FF ceda il farmaco in modo da raggiungere una
concentrazione sufficiente e costante, la velocit di cessione del sistema deve essere = nel tempo e
quindi indipendente dalla quantit di farmaco residuo (cinetica ordine 0) e la veliocit di cessione deve
essere = velocit di eliminazione.

Via orale: i sistemi di rilascio + comuni utilizzano i seguenti fenomeni: diffusione, dissoluzione,
erosione, osmosi, scambio ionico.
1. A diffusione: la velocit di cessione determinata da quella di diffusione del farmaco
attraverso un polimero insolubile in acqua. Esistono 2 tipi: A RISERVA, dove un nucleo di farmaco
circondato da una membrana polimerica, fatta di solito di metil o etilcellulosa, poliidrossimetacrilati,
idrossipropilcellulosa, polivinilacetato. a matrice: il farmaco disperso in modo omogeneo in una
matrice di natura polimerica.
2. Dissoluzione: la cessione del farmaco pu essere controllata dalla velocit di dissoluzione del
materiale che lo avvolge (sistemi incapsulati) o che viene compresso assieme al farmaco (sistemi a
matrice).
3. Erodibili: unomogenea dispersione del farmaco in una matrice polimerica erodibile. Hanno
il vantaggio, una volta accertata lassenza di tossicit del polimero degradato, di poter essere usati come
IMPIANTO.
4. Osmotici: il rilascio del farmaco controllato dalla P osmotica. Il sistema nel complesso,
simile ad una cp. Il nucleo formato da farmaco, osmoticamente attivo. Il rivestimento
una membrana semipermeabile rigida, con un piccolo orifizio. La P osmotica che si determina
allinterno della cp provoca l0uscita attraverso lorifizio, della soluzione contenente il farmaco. Es. di
materiali usati per la membrana: alcool polivinilico, acetato di cellulosa, cloruro di polivinile.

5. Resine a scambio ionico: il complesso farmaco-resina in grado di cedere il farmaco


scambiandolo con ioni di carica adatta lungo il tratto GI.

16
6. FF per via parenterale: nelle iniezioni i.m. le modifiche per ottenere un rilascio modificato
riguardano per lo + il farmaco, a queste pu essere associato un cambiamento del veicolo, da
acquoso a oleoso, da soluzione a sospensione. Per quanto riguarda i farmaci, u metodo molto
usato ultimamente riguarda la formazione di complessi con Ciclodestrine, olisaccaridi ciclici
non riducenti, ottenute per degradazione enzimatica dallamido parzialmente preidrolizzato con
esse possibile realizzare la cosiddetta incapsulazione molecolare del p.a.
7. Per uso oftalmico: la ricerca stata indirizzata verso sistemi di dosaggio in grado si assicurare
nei fluidi e nei tessuti intraoculari livelli terapeutici costanti di farmaco. Requisiti: poco disturbo per il
paziente, non interferenza con la visione, applicabilit a farmaci diversi, sterilit. Gli inserti a cessione
controllata possono essere ERODIBILI (matrici polimeriche monolitiche che una volta poste nel sacco
lacrimale subiscono un lento processo di erosione superficiale, concomitante al rilascio del farmaco; o
NON ERODIBILI (OCUSERT), utilizzati per es. nel trattamento del glaucoma con pilocarpina. Il
sistema composto da 2 membrane polimeriche (copolimero etilene/vinile acetato, che controllano la
cessione del farmaco e nel cui interno si mantiene il gradiente di concentrazione necessario per il flusso
del farmaco), che racchiudono un serbatoio (costituito da un film di pilocarpina base e di acido alginico
che ne facilita la manifattura) e un anello di sostegno, formato dallo stesso copolimero delle membrane
impregnato di biossido di titanio. LOcusert inserito nel sacco congiuntivale libera la pilocarpina con
diffusione passiva, allinizio la cinetica del 1 ordine, ma dopo qualche ora il gradiente di
concentrazione del farmaco diviene costante e la cinetica dellordine 0. La quantit di P. liberata
costante per 7gg, 20mg/ora per Pilo-20 Ocusert, o 40 per il Pilo-40.
8. Sistemi intrauterini: les. + noto Progestasert, ideato per somministrare il progesterone
nellutero, con cessione lenta e controllata, ad azione anticoncezionale. Il farmaco, disperso in olio di
silicone, posto in un serbatoio a forma di T con le pareti di copolimero etilene-acetato di vinile. Nel
dosaggio + comune il sistema cede circa 65mg/die di progesterone, a velocit quasi costante per un
anno. La velocit di cessione controllata: dallo spessore e dalla superficie totale della membrana, dal
coefficiente di diffusione del farmaco nello spessore della membrana, dalla differenza di concentrazione
ai due lati della membrana.
9. TTS (TRANSDERMAL THERAPEUTIC SYSTEMS): da poco meno dio un ventennio
possibile, attraverso zone circoscritte della pelle, la somministrazione di farmaci ad azione
sistemica, ottenendo livelli ematici costanti e ad azione duratura. Perch un farmaco possa essere
inserito in un sistema transdermico deve avere alcuni requisiti favorevoli, fra cui potenza e
coefficiente di ripartizione O/A, in genere i farmaci con dose giornaliera e.v. > 10mg sono poco
adatti ad un TTS. Per quanto riguarda il coefficiente di ripartizione O/A, il farmaco deve avere
buona solubilit sia in olio che in acqua, infatti deve attraversare prima uno strato lipofilo
(corneo, circa 10% di acqua) e poi strati idrofili (sottostanti: circa 70% acqua). Secondo Chien la
velocit di permeazione dQ/dt attraverso i vari strati della pelle pu essere: dQ/dt=P s (Cd-Cr). dove
Cd e Cr sono le conc del farmaco nella fase cedente (cio superficie dello strato corneo), e nel
recettore (sistema circolatorio), Ps il coefficiente di permeabilit della pelle nei confronti del
farmaco (Ps=KsDs/hs); Ks =coeff. di partizione del farmaco allinterfaccia TTS e strato corneo, Ds
la diffusivit apparente del farmaco attraverso la pelle quando la diffusione a regime, hs lo
spessore della pelle. Se questi valori sono mantenuti costanti, Ps costante. La nitroglicerina
molto utile nel trattamento dellangina pectoris, somministrata per os, per, non raggiunge a dosi
normali livelli ematici sufficienti perch matabolizzata in larga misura dal fegato, come effetto
del 1 passaggio. La somministrazione s.l. risultata adatta solo al trattamento degli attacchi
acuti, ma non per un effetto preventivo, in quanto anche per questa via lazione dura pochi
minuti. Le FF di 3 generazione sono stati gli unguenti (Nitrocor) che contengono di norma il
2% di nitroglicerina e la durata dazione 3-4 h. le FF di 4 generazione sono i TTS che hanno
portato la durata dazione a 24 h (Nitroderm TTS). Al momento attuale i TTS sono di 3 tipi:
TTS a 2 strati formato da un strato supporto sul quale spalmato ladesivo contenente il p.a.
(adhesive device), il 1 messo a punto e il controllo sul rilascio del farmaco piuttosto
modesto.
TTS formato da un supporto, da una matrice polimerica contenente il farmaco del quale controlla
la diffusione e da uno strato adesivo (monolithic device)

17
TTS a riserva, nel quale il farmaco, per lo + in forma liquida o gel, racchiuso in una sacca e
separato dalla pelle da una membrana che ne controlla il rilascio (reservoir device).
Su tutti e tre i tipi presente un foglio protettivo dalla parte delladesivo. Il + usato quello a matrice
polimerica. Il sistema a riserva obbligatorio quando sono presenti volumi relativamente notevoli di
solvente. Strati che compongono un sistema a riserva (dallalto verso lepidermide):

1. Membrana esterna
2. Serbatoio con il farmaco
3. Membrana microporosa
4. Strato adesivo con pellicola protettiva
Il compartimento riserva (serbatoio) contiene nel caso della nitroglicerina una sospensione omogenea,
pastosa, formata da nitroglicerina, lattosio e un mezzo liquido viscoso, per es. un silicone fluido. Il
serbatoio chiuso verso lesterno da un foglio impermeabile (es. laminato di alluminio e politene) e
verso linterno, dalla parte rivolta verso la pelle, dalla membrana microporosa che controlla la velocit
di cessione.

18

Potrebbero piacerti anche