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Analisi dei Medicinali II
• Obiettivi del Corso: Fornire le principali conoscenze riguardo i
metodi analitici di base, necessari all’ANALISI QUANTITATIVA
VOLUMETRICA di sostanze di interesse farmaceutico.
B) Esame orale
Votazione Finale
• Comportamento in Laboratorio
(cura della postazione di lavoro,
della strumentazione e del
materiale in dotazione,…)
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Scheda di Laboratorio
TUTTE le operazioni effettuate in laboratorio devono essere annotate (in modo
indelebile) chiaramente e in ordine temporale sulla scheda di laboratorio
Annotare con frasi complete (e non in modo approssimativo !!!):
- Tipologia dell’esperimento e reazioni chimiche inerenti
- Elenco dei reattivi utilizzati
- Operazioni eseguite
- Osservazioni, commenti personali e conclusioni (MOLTO IMPORTANTE!)
La scheda di laboratorio deve essere riconsegnata a fine esperienza
(max ore 18:30!)
• Ordine e concentrazione
• Conoscenza del procedimento analitico
• Uso corretto dell’attrezzatura necessaria per
l’analisi
• Pulizia del banco e delle varie attrezzature
(strumentazione) in dotazione
• Attenzione alla natura dei materiali (attrezzatura
e sostanze chimiche) e all’uso delle sostanze
chimiche
• Uso corretto dei mezzi di protezione (occhiali,
guanti,…)
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Sicurezza in Laboratorio
Norme Generali
La sicurezza in laboratorio è regolamentata in Italia da una serie di
DECRETI LEGISLATIVI
• Indossare sempre gli occhiali di sicurezza
• Indossare sempre il camice, completamente abbottonato
• Indossare scarpe chiuse antiscivolo
• Indossare i guanti di protezione
• Non lavorare mai da soli in laboratorio
• Non usare la bocca per aspirare dalle pipette
• Non ingombrare i pavimenti sia per facilitare il lavoro che l'eventuale fuga
• Anche mentre si lavora ricordarsi che pulizia significa sicurezza
• Lavarsi le mani al termine del lavoro e prima di mangiare
• Riporre sempre (correttamente) i reagenti al loro posto dopo l'uso
• Ripulire il bancone, riordinare la vetreria e la strumentazione dopo l’uso
• Non bere, mangiare o fumare in laboratorio
• Tenere sgombri ed efficienti gli estintori, le docce di emergenza e le uscite di
sicurezza
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Sicurezza in Laboratorio
Norme Generali
• Non annusare o inalare prodotti chimici
• Eliminare prontamente ogni spargimento di sostanza sui banchi e
sui pavimenti (in modo cauto e sempre con gli adeguati mezzi di
protezione)
• Richiudere sempre bene i contenitori (non scambiare i tappi fra
contenitori diversi!!)
• Controllare bene la vetreria, soprattutto quando la si usa sotto
pressione o sotto vuoto; assicurarsi che non sia scheggiata o
incrinata
• Le bottiglie dei liquidi vanno aperte con cautela. Le variazioni di
temperatura possono creare variazioni di pressione interna
• Trasportare le polveri con cautela, possibilmente coperte, per
evitare perdite e/o inalazione delle stesse
• Pesare alla bilancia tecnica sempre interponendo della carta tra
piattello e recipiente
• Controllare sempre i rubinetti del gas
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Sicurezza in Laboratorio:
Simboli di Pericolosità
Bisogna conoscere bene il significato dei simboli di pericolosità
riportato sulle etichette dei reattivi
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12
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Ammoniaca soluzione 27%
a. velocita’
b. completezza
c. riproducibilita’
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Campione in Esame
Determinazione di un Composto
dosaggio (determinazione della quantità) di un singolo
componente o principio attivo del medicamento in esame.
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DETERMINAZIONE DI UN COMPOSTO: dosaggio
di un singolo componente (per es. il principio
attivo) del medicamento in esame.
Dosaggio di un composto:
Analisi Quantitativa
Tecnica Analitica
Procedimento Operativo 18
L’Analisi Chimica Quantitativa è basata sull’applicazione di
TECNICHE CHIMICHE, CHIMICO-FISICHE E FISICHE
Volumetriche
Tecniche Chimiche
Gravimetriche
Spettroscopia d’Assorbimento
Spettroscopia di Emissione
Ottiche Fluorimetria
Polarimetria
Polarografia
Varie
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DETERMINAZIONE DI UN COMPOSTO: dosaggio
di un singolo componente (per es. il principio
attivo) del medicamento in esame.
Dosaggio di un composto:
Analisi Quantitativa
Tecnica Analitica
Procedimento Operativo 20
Testo Ufficiale
Stabilisce le caratteristiche, i requisiti, ed i
metodi di controllo dei medicamenti e delle
forme farmaceutiche.
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Procediemento Operativo:
Operazioni Fondamentali di una Indagine Quantitativa
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Bilance
La BILANCIA ANALITICA e’ uno strumento necessario
e fondamentale nelle determinazioni quantitative
Massa: proprietà intrinseca del corpo che non dipende dalla sua posizione nello
spazio.
Bilancia tecnica: non è utilizzabile per pesate accurate perché, di solito, permette di 26
apprezzare al massimo 0.01 g (limite massimo di pesata: 2 kg)
Bilance: Caratteristiche e Definizioni
PRECISIONE (della bilancia): la bilancia deve riassumere la stessa posizione di equilibrio ogni
volta che sui piatti vengono posti i medesimi carichi.
RIPETIBILITA’ (della misura): grado di concordanza tra i risultati di successive pesate dello stesso
oggetto condotte nello stesso modo, con la stessa bilancia, dallo stesso operatore, nello stesso
luogo, nelle stesse condizioni di utilizzazione ed entro un breve periodo di tempo.
RIPRODUCIBILITA’ (della misura): grado di concordanza tra i risultati di pesate successive dello
stesso oggetto quando le singole misurazioni siano condotte cambiando le condizioni operative
(bilancia, operatore, luogo, condizioni di utilizzo, tempo).
SENSIBILITA’ (della bilancia): variazione della risposta dello strumento divisa per la corrispondente
variazione del segnale d’ingresso. In altri termini è il rapporto tra il numero di divisioni di cui si
sposta l’indice e la corrispondente variazione di carico. Si esprime in divisione per unità di massa:
div/mg oppure div/g.
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Bilance: Caratteristiche e Definizioni
RISOLUZIONE: rappresenta la più piccola variazione di massa capace di modificare, in modo
appezzabile, l’indicazione dello strumento. Per le bilance provviste di display, la risoluzione
rappresenta il valore di massa associato all’unità dell’ultima cifra indicata. (E’ spesso confusa
con la sensibilità!!)
PORTATA: carico massimo che può essere sottoposto senza che si verifichi alcuna interferenza
con la normale capacità operativa dello strumento. La portata massima delle comuni bilance
analitiche è di 100 o 200 g.
TARATURA: insieme di operazioni che stabiliscono, sotto precise condizioni, la relazione tra i
valori indicati dallo strumento ed i corrispondenti valori noti di masse campioni.
Elettroniche
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Bilancia Elettronica
E’ costituita da un piattello unico sul quale è appoggiato l’oggetto da pesare e da un SISTEMA
ELETTROMAGNETICO che ha lo scopo di controbilanciare il peso dell’oggetto posto sul
piattello, attraverso una variazione di corrente elettrica.
Bilancia Analitica
Bilancia Tecnica
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AZZERAMENTO!
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Errori di Pesata
- Effetti convettivi, dovuti alla differente temperatura tra interno della bilancia
e oggetto (si creano correnti d’aria che falsano la condizione di equilibrio).
- Imperizia dell’operatore
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Come diminuire gli errori di pesata (in pratica)
- Spesso una bilancia sensibile è posta su una base pesante (lastra di marmo),
per minimizzare l'effetto delle vibrazioni del locale sulla lettura.
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Come effettuare una pesata correttamente (2)
Versare il contenuto del recipiente per pesata nel
recipiente di raccolta (matraccio).
Porre il recipiente per pesata sul piatto della
bilancia.
Chiudere lo sportello, lasciare stabilizzare e
registrare la pesata (Pesata B).
Risciacquo
1- con acqua di rubinetto
2- con acqua deionizzata (risciacqui ripetuti con piccole quantità) 39
Matracci
In vetro; con diversa capacità (volume)
(2, 10, 50, 100, 250, 1000 mL,…..)
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1- Usare pipette asciutte, se sono bagnate è necessario avvinare con
la soluzione con cui si intende riempirle
2- Aspirare lentamente con la pompetta di gomma
A - Carico pompa
3- Svuotare lentamente senza forzare
S - Aspirazione
E - Scarico
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Come Avvinare
Fare in modo che le tracce di liquido residuo siano della soluzione con
cui si intende riempire la pipetta
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Burette
Tubi di vetro muniti di rubinetto,
dalla capacità massima di 50 mL
e caratterizzati da una
scala divisa in 1/10 mL
Buretta di tipo
Shellbach
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RIEPILOGO
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Altra vetreria utilizzabile nelle analisi volumetriche
Beuta Imbuto
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ANALISI VOLUMETRICA
1
L’Analisi Chimica Quantitativa è basata sull’applicazione di tecniche
chimiche, chimico-fisiche e fisiche
Volumetriche
Tecniche Chimiche
Gravimetriche
Spettroscopia d’Assorbimento
Spettroscopia di Emissione
Ottiche Fluorimetria
Polarimetria
Polarografia
Varie
2
Strumentazione Necessaria per l’Analisi Volumetrica
A - Carico pompa
S - Aspirazione
E - Scarico
BURETTA BEUTA
SISTEMA DI PRELIEVO
(pipetta con propipetta)
BECHER
3
BILANCIA ANALITICA INDICATORE
Introduzione all’Analisi Volumetrica
IN ALTRE PAROLE:
In analisi volumetrica, una TITOLAZIONE consente di determinare la quantità di
sostanza (incognita) che reagisce quantitativamente con una SOLUZIONE
STANDARD, ovvero con un reagente la cui concentrazione è nota con
esattezza. 4
I METODI VOLUMETRICI POSSONO ESSERE BASATI:
A) Sulla combinazione di ioni o molecole
1) REAZIONI ACIDO-BASE (NEUTRALIZZAZIONE)
H+ + OH- H2O ; H+ + A- HA ; B+ + OH- BOH
2) REAZIONI DI PRECIPITAZIONE
Ag+ + Cl- AgCl (solido)
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Ftalato Acido di Potassio
Sostanza Madre-Titolato
Soluzione a
concentrazione NON
NOTA con esattezza
Soluzione a (NELLA BURETTA)
concentrazione
7
NOTA
Introduzione all’Analisi Volumetrica
9
L’EQUIVALENTE IN CHIMICA
- un equivalente di base è la quantità di sostanza che cede una mole di ioni OH-
dissociandosi.
10
Di seguito alcuni esempi pratici:
neq = n x VO
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Ftalato Acido di Potassio
Sostanza Madre-Titolato
PE = PM
12
L’EQUIVALENTE IN CHIMICA
L'equivalente, in chimica, è un'unità di quantità di sostanza (materia) la cui
definizione DIPENDE DAL TIPO DI SOSTANZA CONSIDERATA E DALLA
REAZIONE IN CUI QUESTA È COINVOLTA:
- un equivalente di ossidante è la quantità di sostanza che acquista una mole di elettroni in una
reazione redox;
- un equivalente di riducente è la quantità di sostanza che cede una mole di elettroni in una
reazione redox;
13
In una TITOLAZIONE DI OSSIDO-RIDUZIONE
- Il PE è dato dal rapporto tra il peso grammoformula della specie e il numero di
elettroni da essa messi in gioco nella reazione considerata.
Esempio: KMnO4
+7 +6
-
a) MnO4 + e = MnO4=; PE = pgf/1 (amb. fortemente alcalino)
+7 +4
-
b) MnO4 + 3e + 2H2O = MnO2 + 4 OH-; PE = pgf/3 (amb. neutro o leggermente alcalino)
+7 +2
c) MnO4- + 5e + 8H+ = Mn2+ + 4 H2O; PE = pgf/5 (ambiente acido)
Introduzione all’Analisi Volumetrica
Riepilogo delle definizioni:
Punto finale della titolazione: punto in cui l'indicatore varia di colore (viraggio). Il
punto finale e il punto di equivalenza non vengono di solito a coincidere
perfettamente.
Una reazione chimica può essere utilizzata per un’analisi volumetrica solo se
soddisfa i seguenti requisiti:
16
Punto di Equivalenza e Punto Finale
Al PUNTO DI EQUIVALENZA la quantità di titolante aggiunta è
esattamente quella richiesta dalla reazione stechiometrica con l'analita.
Esso costituisce il risultato ideale da ricercare in una titolazione.
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Ftalato Acido di Potassio
Sostanza Madre-Titolato
18
19
Indicatori di Neutralizzazione
20
Fenolftaleina
Intervallo di viraggio:
pH 8 - 10
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Titolazione
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STANDARD PRIMARIO O SOSTANZA MADRE
Composto Chimicamente Puro
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Ftalato Acido di Potassio
Sostanza Madre-Titolato
STANDARD PRIMARIO 24
2° Esperienza di Laboratorio: Determinazione quantitativa dell’acido
acetilsalicilico presente in una compressa, mediante retrotitolazione con HCl
standardizzato.
Reazione:
CO2H CO2-Na+
O CH3
Al punto equivalente:
neq.NaOH totali = 30 ml x NNaOH
neq.NaOH eccesso = neq.HCl = VNaOH x NNaOH = VHCl x NHCl
Come preparare una soluzione a titolo noto con una sostanza madre:
27
* Usare H2O deionizzata come solvente
ANALISI VOLUMETRICA
1a Esperienza di Laboratorio
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Sostanza Madre
(Titolato)
Di solito il controllo è eseguito subito dopo aver preparato la soluzione, tranne nel caso in cui
la sostanza disciolta è capace di reagire con le impurezze normalmente presenti nel solvente
che, nel caso dell'acqua, sono principalmente O2, CO2, e sostanze organiche. In questi casi
(Es.: soluzione di KMnO4) la soluzione deve essere controllata dopo alcuni giorni dalla sua
preparazione, per dar modo al titolo di stabilizzarsi, il che avverrà quando la sostanza
disciolta avrà terminato di reagire con le impurezze presenti nel solvente.
29
*Si ricordi che il titolante può essere anche la soluzione di Sostanza Madre
ANALISI VOLUMETRICA
1a Esperienza di Laboratorio
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Sostanza Madre
(Titolato)
30
1° Esperienza di Laboratorio: Determinazione del titolo esatto di una
soluzione circa 0.1 N di NaOH (Metodo Indiretto)
Materiale occorrente:
• Ftalato acido di potassio
• Acqua distillata
• Fenolftaleina
Vetreria occorrente:
• Matraccio da 100 ml
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Provette
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
Pesare esattamente in una provetta lo ftalato acido di potassio (intorno a 1.8 g).
Versare la sostanza in un matraccio da 100 ml e portare esattamente a volume con acqua
distillata.
Agitare fino a completa dissoluzione.
Prelevare un’aliquota esatta da 25 ml di soluzione (usare la pipetta da 25 ml) e porla in una
beuta da 250 ml.
Diluire con circa 25 ml di acqua distillata e aggiungere 3-4 gtt di fenolftaleina.
Riempire la buretta da 50 ml con NaOH circa 0.1 N.
Titolare fino alla comparsa della colorazione rosa pallido (ripetere l’operazione 3 volte).
31
Dai valori sperimentali ottenuti ricavare il titolo esatto della soluzione in esame.
1° Esperienza di Laboratorio: Determinazione del titolo esatto di una
soluzione circa 0.1 N di NaOH (Metodo Indiretto)
Reazione:
COO-K+ COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH COO-Na+
PM = 204.23 g/mol; PM = PE
Al punto equivalente:
VA x NA = VB x NB (dove A = ftalato e B = NaOH) N= Normalità= n. eq. / V (litro)
= (g/PE) / V (litro)
da cui:
NB = (VA x NA) / VB = eqA / VB = gA / [PEA x VB]
gA
NB = --------------------
4 x PEA x VB gA = grammi di ftalato pesato
VB = volume medio (in litri) di NaOH usata
32
nelle titolazioni
Beuta
Provetta Imbuto
Matraccio Beuta
Becher
Spatola e Cucchiaio
Pipetta Pasteur con Tettarella 33
CONTROLLO DI SOLUZIONI A TITOLO APPROSSIMATO
(STANDARDIZZAZIONE)
34
1° Esperienza di Laboratorio: Determinazione del titolo esatto di una
soluzione circa 0.1 N di NaOH (Metodo Indiretto)
Materiale occorrente:
• Ftalato acido di potassio
• Acqua distillata
• Fenolftaleina
Vetreria occorrente:
• Matraccio da 100 ml
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Provette
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
Pesare esattamente in una provetta lo ftalato acido di potassio (intorno a 1.8 g).
Versare la sostanza in un matraccio da 100 ml e portare esattamente a volume con acqua
distillata.
Agitare fino a completa dissoluzione.
Prelevare un’aliquota esatta da 25 ml di soluzione (usare la pipetta da 25 ml) e porla in una
beuta da 250 ml.
Diluire con circa 25 ml di acqua distillata e aggiungere 3-4 gtt di fenolftaleina.
Riempire la buretta da 50 ml con NaOH circa 0.1 N.
Titolare fino alla comparsa della colorazione rosa pallido (ripetere l’operazione 3 volte).
35
Dai valori sperimentali ottenuti ricavare il titolo esatto della soluzione in esame.
Errori nell’Analisi Volumetrica
Determinabili (dovuti al metodo)
- Errori di pesata
- Perdite di campione e di soluzione titolante (TENUTA DELLA BURETTA
DIFETTOSA)
- Soluzioni non omogenee (difetto di mescolamento)
- Errori di diluizione
- Deflusso delle soluzioni da burette e pipette troppo rapido 36
- Punto di viraggio mal giudicato
TRATTAMENTO DEI DATI SPERIMENTALI
37
TEORIA DELL’ERRORE
ERRORI SISTEMATICI: sono UNIDIREZIONALI (sempre positivi o sempre
negativi) e causano l’allontanamento del risultato dal valore vero.
Possono essere di tipo strumentale, personale (operatore) o dovuti al metodo
scelto per l’indagine. (N.B. POSSONO ESSERE SCOPERTI E CORRETTI)
ERRORI CASUALI: causano una dispersione dei risultati piu’ o meno simmetrica
attorno al valore medio (o vero, µ). NON possono essere identificati essendo
legati a piccole fluttuazioni, difficilmente controllabili, di numerose variabili.
Possono essere tanto positivi quanto negativi e seguono generalmente una
distribuzione normale gaussiana. (N.B. PIU’ DIFFICILMENTE RISOLVIBILI)
39
Scelta del valore numerico
Media aritmetica v
M=
n
(Quantità che variano esponenzialmente.
n Es.: emissioni radioattive; concentrazioni
geometrica Mg = v1 x v2 x v... x vn plasmatiche dei farmaci.)
Mediana Valore intorno al quale gli altri sono egualmente distribuiti, così
che metà sono numericamente più grandi (maggiori) e metà
numericamente più piccoli (minori). Per una serie costituita da
misure dispari la scelta del valore mediano è fatta direttamente,
mentre per una serie di misure pari si prende il valore medio della
coppia centrale.
Moda (o valore ricorrente) Valore che ricorre più frequentemente in una serie di
misure. La moda è solo di interesse per un largo set di dati (Per es.
chimici e non farmacologici).
(ES)
41
Cifre Significative
!!! In una relazione, presentando il risultato, si impone il problema di
stabilire il NUMERO DI CIFRE con cui si deve dare la risposta !!!
2. Solo l’ultima cifra alla destra del numero può essere incerta e le sue
oscillazioni sono valutabili a ± 1.
6. La valutazione del numero delle cifre significative, che devono comparire nel
risultato ottenuto in seguito ad una serie di calcoli, si fa considerando dapprima
le somme e le differenze e quindi i prodotti e i quozienti tenendo presenti le
regole precedentemente riportate.
45
Precisione ed Accuratezza (1)
46
Precisione ed Accuratezza (2)
Precisione: ripetibilità dei risultati (accordo tra il RISULTATO MIGLIORE, O DI
SCELTA, e i valori ottenuti nelle stesse condizioni d’analisi).
PUO’ ESSERE MISURATA IN TERMINI DI “DEVIAZIONE”
Errore relativo: espresso come percentuale del valore di errore rispetto al valore
vero (accettato).
Deviazioni Assolute
48
TRATTAMENTO STATISTICO DEI DATI
In ogni determinazione chimica o biologica, i dati numerici dei risultati
ottenuti possono essere soggetti ad errori e differiscono tra loro
anche se di valori molto piccoli
49
Deviazione Standard e Varianza
1
La distribuzione gaussiana delimita lo spazio in cui con probabilità unitaria (cioè con
50
il 100% di probabilità) cadono i dati sperimentali in oggetto
Valutazione della distribuzione dei dati
( X X )
2
(X X )
2
2
n 1 n 1
Per stabilire se scartare o meno tale valore si può far ricorso ad una delle due
regole riportate:
52
Scarto di un Valore Anomalo
Regola del Q
Bisogna avere a disposizione almeno 3 valori (applicabile per piccole
serie). Si utilizza un valore statistico chiamato Q critico (tabulato) che
fornisce una sicurezza del 90%.
Numero di misure: 3 4 5 6 7 8
Q critico: 0,94 0,76 0,65 0,56 0,50 0,48
Esempio:
25,95 26,00 26,04 26,08 26,23 (n° 5 misurazioni)
Esempio:
55
TITOLAZIONI ACIDO-BASE e
CALCOLO DEL pH
1
I METODI VOLUMETRICI POSSONO ESSERE BASATI:
A) Sulla combinazione di ioni o molecole
1) REAZIONI ACIDO-BASE (NEUTRALIZZAZIONE)
H+ + OH- H2O ; H+ + A- HA ; B+ + OH- BOH
2) REAZIONI DI PRECIPITAZIONE
Ag+ + Cl- AgCl (solido)
3
Definizione di ACIDO e BASE
4
Teoria di Lewis
✓ Spiega perché alcune sostanze hanno proprietà acido-base
pur non avendo idrogeni.
H +
H
- -
H+ + :N:H H-N-H
: :
H H
Accettore Donatore
di una di una
coppia di coppia di
elettroni elettroni
6
Anche reazioni senza trasferimento protonico possono essere
classificate come reazioni acido-base secondo Lewis
7
Tipici acidi di Lewis sono ioni metallici con almeno un orbitale
vuoto a bassa energia, come Ag+, Al3+, ecc.
CO2H CO2
H3CO H3CO
CH3 CH3 + H+
Indometacina N
N
(FANS)
pKa=4.5 O Cl O Cl
O O
N N
Fenobarbitale OH O + H
(antiepilettico) NH NH
O O
pKa=7.1
HN H2N
Efedrina
(simpaticomimetico) + H
pKa=10.3 OH OH
NH2
Viene usato come anestetico locale per iniezione
PROCAINA
Anestetico iniettabile
(bloccante nervoso a scopo Solubile in H2O Iniettabile 10
diagnostico)
E’ POSSIBILE SFRUTTARE IL
CARATTERE ACIDO O BASICO DI UN
PRINCIPIO ATTIVO DI UN FARMACO,
PER POTERNE MISURARE LA SUA
QUANTITÀ IN UNA FORMULAZIONE
FARMACEUTICA
11
Reazioni di Neutralizzazione
Gli equilibri che si possono presentare nel corso delle varie titolazioni acido-base
sono riconducibili ai seguenti casi fondamentali:
12
Reazioni di Neutralizzazione - Calcolo del pH
a) Soluzione contenente un acido forte o una base forte
La concentrazione idrogenionica (H3O+; nel caso di una base forte quella degli
ossidrili, OH-) di questa soluzione è praticamente uguale alla concentrazione
analitica dell'acido (o della base) essendo questi elettroliti forti e perciò
completamente dissociati.
N.B. Un acido forte o una base forte reagiscono completamente con H2O e la reazione si
considera completamente spostata a destra.
K bCB
OH pOH = ½ pKb - ½ log CB
13
b) Soluzione contenente un acido debole o una base debole
N.B. L’errore dovuto all’approssimazione diventerà più grande
MA M+ + A-
[OH-][HA] Kw
A- + H2O OH- + HA; Kb = =
[A-] Ka
K wCMA
OH Poiché [OH-] = Kw/[H+]
Ka
KwKa
H pH = ½ pKw + ½ pKa + ½ log CMA
C MA 15
c) Soluzione di un sale idrolizzabile
K wCMA
H pH = ½ pKw - ½ pKb - ½ log CMA
Kb
4. Sale di acido debole e base debole (Es.: NH4CN con Kb >> Ka)
N.B. - LE REAZIONI DI EQUILIBRIO DELL’ANIONE E DEL CATIONE CON IL SOLVENTE
INFLUENZANO ENTRAMBE IL pH.
- La soluzione risulterà acida o alcalina a seconda di quale dei due equilibri risulterà più
spostato a destra.
- In soluzioni di questo tipo il pH è indipendente, entro certi limiti, dalla concentrazione
del sale e dipende solamente dal RAPPORTO TRA LE COSTANTI DI IONIZZAZIONE
DELL’ACIDO E DELLA BASE CHE FORMANO IL SALE. Kb CN- = 2.1 x 10-5
Ka NH4+ = 5.6 x 10-10
KwKa
H pH = ½ pKw + ½ pKa - ½ pKb
Kb
16
(N.B. Gli ioni OH- presenti in soluzione saranno conseguentemente in numero maggiore
degli ioni H3O+ e la soluzione sarà in definitiva basica)
d) Soluzione tampone
4. Anche soluzioni molto concentrate (> 0.1 M) di acido forte o base forte devono
essere considerate come soluzioni tampone (valore di pH difficilmente alterabile)
5. Sono da considerarsi soluzioni tampone anche quelle recanti una specie chimica
di elevato interesse biologico (amminoacidi, proteine, ecc…)
17
ESEMPI DI SISTEMI TAMPONE
Valore
Composizione per litro di soluzione di pH
18
d) Soluzione contenente un tampone
▪ Acido debole alla concentrazione analitica Ca in presenza di un suo sale alla
concentrazione Cs:
ca [ H ]
H
Ka H cc
a
Ka da cui
cs [ H ] s
cb [OH ]
OH
cs [OH ]
Kb OH cc
b
Kb da cui
s
H K a1K a 2 pH = ½ ( pKa1 + pKa2 )
Relazione valida solo se CHA- >> Ka1 e se CHA- · Ka1· Ka2 >> Ka1 · Kw
20
Reazioni di Neutralizzazione
Gli equilibri che si possono presentare nel corso delle varie titolazioni acido-base
sono riconducibili ai seguenti casi fondamentali:
21
Titolazione Acido Forte – Base Forte
CALCOLO DEL pH (al punto iniziale della curva di titolazione)
Un acido (o una base) forte reagisce completamente con l’acqua, pertanto la
seguente reazione è spostata verso destra:
HA + H2O H3O+ + A-
Regola generale:
Se un acido solubilizzato in acqua fornisce un contributo di ioni H3O+ SUPERIORE
A 10-6 M, il contributo dell’autodissociazione dell’acqua alla concentrazione totale
degli ioni H3O+ È TRASCURABILE. Una simile affermazione può essere fatta
riguardo a soluzioni di basi e alla concentrazione di OH-. 22
Curva di Titolazione: Acido Forte - Base Forte
Costruzione di una curva di titolazione
Su di un piano cartesiano si registra la variazione del valore del pH o pOH (posto in ordinata)
in funzione del volume di soluzione titolante progressivamente aggiunto (in ascissa). La
curva di titolazione permette di valutare l’entità del salto (della massima variazione) di pH al
punto equivalente.
pH punto equivalente
H3O+ + OH- 2 H2O
Kw= 10-14
pH = 7 (al punto equivalente) 23
Volume di base aggiunto (mL)
SEMPRE!!
Curva di Titolazione: Acido Forte - Base Forte
Strong Acid - Strong Base Titration
14
12
10
Concentrazioni
8 0,1 10 -1 M
pH
0,0110 -2 M
6 10 -3 M
0,001
0
0 10 20 30 40 50 60
Volume di base
Volume aggiunto
of Base Added (mL)
c) V > VPE
Il pH è determinato dall’eccesso di base forte aggiunto in soluzione, corretto
per la diluizione (in soluzione si ha una miscela di NaCl e NaOH)
28
Titolazione ACIDO FORTE – BASE FORTE
29
Il blu di bromotimolo è un composto organico
dalle DEBOLI PROPRIETÀ ACIDE.
Nella sua forma acida è di colore giallo,
mentre la sua base coniugata è blu; per
questa differenza di colore tra le due forme il blu
di bromotimolo è usato come indicatore di pH.
Ha un intervallo di viraggio compreso tra pH 6.0
e pH 7.6.
30
Blu di bromotimolo
31
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
pH
Metil-violetto (0 - 1,6)
Fenoftaleina (8 – 9,6)
Indicatore Universale
32
Metilarancio (3,2 – 4,4)
Indicatori di Neutralizzazione
acidi deboli:
HIn + H2O = H3O+ + In- Ka = [In-][H3O+]/[HIn]
colore acido A colore base B
basi deboli:
In + H2O = InH+ + OH- Kb = [InH+][OH-]/[In]
colore base B colore acido A
Blu di bromotimolo
34
Teoria degli Indicatori
L'occhio umano apprezza, con precisione assoluta, un particolare colore
quando la concentrazione di una forma cromatica prevale sull'altra di 10 volte
Kind = [In-][H3O+]/[HIn] = Ka
35
L’intervallo di viraggio è circa di due unità di pH
Indicatori di Neutralizzazione
Supponendo di impiegare un indicatore con un valore di Ka = 1 x 10-5,
l’intervallo di pH fra 4 e 6, in cui l’indicatore cambia colore, viene definito
INTERVALLO DI VIRAGGIO dell’indicatore stesso. Un ragionamento del
tutto analogo può essere ripetuto per un indicatore che si comporta da
base.
36
Indicatori di Neutralizzazione - FENOLFTALEINA
37
Categorie di indicatori
39
Criteri di scelta del sistema indicatore
40
Titolazione Acido (Base) Debole - Base (Acido) Forte
Si deve innanzitutto stabilire SE LA SOLUZIONE IN ESAME
POTRÀ ESSERE TITOLATA O MENO:
ALTERNATIVA: Titolazione in solventi NON acquosi (per acidi e basi molto deboli)
41
Titolazione Acido (Base) Debole - Base (Acido) Forte
Nel caso di titolazione di un acido debole con una base forte (o viceversa) si hanno,
PROGRESSIVAMENTE, le seguenti condizioni di equilibrio:
4. Oltre il punto equivalente: soluzione del sale idrolizzato con eccesso di base forte
(essenzialmente situazione a).
42
ANALISI VOLUMETRICA
1a Esperienza di Laboratorio
Indicatore
COO-K+ Fenolftaleina COO-K+
+ NaOH + H2O
COOH Titolante COO-Na+
Sostanza Madre
(Titolato)
NOTA: l’acido ftalico è un acido diprotico debole (pKa1 = 2,9; pKa2 = 5,4)
43
Per il pH iniziale
H K aCHA
VNaOH (mL)
44
Titolazione di soluzioni contenenti Acido o Base Polifunzionale
Condizioni di Titolabilità in soluzione acquosa di un ACIDO POLIPROTICO:
Verificare se gli equilibri possono influenzarsi a vicenda e se le reazioni di
neutralizzazione avvengono in maniera graduale e successiva.
Le Ka (Ka1, Ka2 ...) devono essere sufficientemente grandi in modo che il
valore del prodotto tra la costante e la concentrazione approssimata
dell’acido sia 10-7
Esempio: H3PO4
Ka1 x Ca 10-7
Ka2 x Ca’ 10-7 Ca’ corretto per effetto della diluizione portata dall’aggiunta del titolante
Ka3 x Ca” 10-7 Ca” corretto per effetto della diluizione portata dall’aggiunta del titolante
Il rapporto tra Ka consecutive deve essere > 104 in modo che non si
influenzino tra di loro e la curva di titolazione presenti dei flessi distinti tali da
permettere la valutazione dei due distinti punti equivalenti.
In pratica, durante la neutralizzazione del primo protone, il secondo deve essere assente e
così per la neutralizzazione del secondo protone, il terzo non deve essere presente.
N.B. Il terzo protone, in base alla Ka3 è troppo debole per essere titolato in
46
ambiente acquoso.
APPLICAZIONE DEI METODI DI
NEUTRALIZZAZIONE
ALCALIMETRIA
Determinazione del contenuto un acidi di una soluzione di
campione mediante titolazione con una soluzione di una base a
titolo noto.
ACIDIMETRIA
Determinazione del contenuto in alcali in un campione mediante
titolazione con una soluzione di un acido a titolo noto.
47
APPLICAZIONE DEI METODI DI
NEUTRALIZZAZIONE
ACIDIMETRIA
Frequenza d’impiego
48
APPLICAZIONE DEI METODI DI
NEUTRALIZZAZIONE
ALCALIMETRIA
Frequenza d’impiego
49
ALCALIMETRIA
SOSTANZE MADRI impiegate per la titolazione (standardizzazione) di basi :
Ecc., ecc.…
51
ACIDIMETRIA
- un equivalente di acido è la quantità di sostanza che cede una mole di ioni H+ dissociandosi;
- un equivalente di base è la quantità di sostanza che cede una mole di ioni OH- dissociandosi;
- un equivalente di ossidante è la quantità di sostanza che acquista una mole di elettroni in una
reazione redox;
-un equivalente di riducente è la quantità di sostanza che cede una mole di elettroni in una
reazione redox;
- un equivalente di sale è la quantità di sale che per dissociazione fornisce una
mole di cariche elettriche positive e una mole di cariche elettriche negative.
✓ Quando, per esempio, mettiamo in soluzione una mole di NaCl, si libera una
mole di ioni Na+ e una mole di ioni Cl-, portatori rispettivamente di una mole di
carica positiva e di una mole di carica negativa. Pertanto la massa di un
equivalente di NaCl corrisponde alla massa di una mole, cioè a 58,5 g.
54
Applicazioni di Acidimetria
55
2° Esperienza di Laboratorio: Determinazione quantitativa dell’acido
acetilsalicilico presente in una compressa, mediante retrotitolazione con HCl
standardizzato.
Materiale occorrente:
• Alcool etilico
• NaOH ca. 0.5N
• HCl ca. 0.5N
• Metilarancio e fenolftaleina
Vetreria occorrente:
• Beuta «normale» e Beuta a smeriglio da 250 ml
• Spruzzetta
• Cilindro da 50 ml
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
O CH3
Al punto equivalente:
neq.NaOH totali = 30 ml x NNaOH
neq.NaOH eccesso = neq.HCl = VNaOH x NNaOH = VHCl x NHCl
A B C
1
Titolazione Acido (Base) Debole - Base (Acido) Forte
Si deve innanzitutto stabilire SE LA SOLUZIONE IN ESAME
POTRÀ ESSERE TITOLATA O MENO:
ALTERNATIVA: Titolazione in solventi NON acquosi (per acidi e basi molto deboli)2
TITOLAZIONI IN SOLVENTI NON ACQUOSI
Le titolazioni in SOLVENTI NON ACQUOSI hanno notevole importanza nelle
determinazioni analitiche di composti di interesse farmaceutico
Vantaggi
Consentono la titolabilità di funzioni organiche quali gruppi alcolici, amminici,
carbossilici, aldeidici, ammidici, e di tutti quei COMPOSTI POCO SOLUBILI IN
ACQUA.
DETERMINAZIONE DIRETTA del principio attivo nella formulazione farmaceutica.
Gli eccipienti o veicolanti di preparazioni farmaceutiche sono spesso inerti nei
confronti dell’ambiente in cui avviene la determinazione.
Svantaggi
Influenza della temperatura sul COEFFICIENTE DI DILATAZIONE TERMICA dei
solventi organici. Il volume di CH3COOH aumenta dello 0.11% per ogni °C (contro
lo 0.025% di un corrispondente volume di H2O) variazioni di temperatura di 10°C
tra la preparazione del reattivo e suo impiego, causano un errore del 1.1%.
Si utilizza pertanto una FORMULA DI CORREZIONE DEL VOLUME:
V20 = Vol. alla T di taratura della vetreria (20 °C)
V20 = V [1 + Cd (20 – T)] V = Volume alla T di analisi
T = Temperatura di analisi
Cd = Coeff. di dilatazione
Presenza di H2O, che tuttavia può essere eliminata con piccole aggiunte di anidride 3
acetica.
TITOLAZIONI IN SOLVENTI NON ACQUOSI
Ambiente Chimico
=
Sistema Solvente
O
Diossano; deve contenere non più dello 0.02% di H2O
O
2. PROTOFILI O BASICI
Alto valore della costante dielettrica (ε); ALTA REATTIVITÀ CON ACIDI DEBOLI O
FORTI per la elevata capacità di ACCETTARE PROTONI.
Acido Formico; HCOOH deve contenere non più dello 0.5% di H2O
4. ANFIPROTICI O ANFOTERI
DEBOLE NATURA IONICA; alto valore della costante dielettrica (ε). Reagiscono come
acido o base a seconda delle condizioni sperimentali di reazione.
7
Acidità e Basicità Intrinseca - Effetto Livellante
Per descrivere le proprietà acido-base di una certa sostanza è conveniente
far riferimento alla sua ACIDITÀ O BASICITÀ INTRINSECA definita dalle
seguenti costanti di equilibrio:
[H+] [B-]
Specie nella HB H+ + B- KaHB =
forma ACIDA [HB]
Esprime la capacità della
forma acida di cedere protoni
[BH+]
Specie nella
B + H+ BH+ KbB =
forma BASICA [H+] [B]
Esprime la capacità della forma
basica di accettare protoni
KaHB = 1 / KbB
8
Solventi Anfiprotici e Costanti di Autoprotolisi
[H+] [A-]
Come ACIDO HA H+ + A- KaHA =
[HA]
[H2A+]
Come BASE HA + H+ H2A+ KbHA =
[H+] [HA]
[H2A+] [A-]
2HA H2A+ + A- KsolvHA = = KaHA · KbHA
[HA]2
9
Solventi Anfiprotici e Costanti di Autoprotolisi
[H2A+] [A-]
2HA H2A+ + A- KsolvHA = = KaHA · KbHA
[HA]2
[H2A+] [B-]
HB + HA H2A+ + B- KeqHB = = KaHB KbHA
[HB]
Sostanza Acida = HB
Solvente Basico (Solv. Protofilo) = HA
[BH+] [A-]
B + HA BH+ + A- Keq B
= = KbB KaHA
[B]
Sostanza Basica = B
Solvente Acido (Solv. Protogenico) = HA
12
Calcolo della Concentrazione Idrogenionica
(in Solvente Anfiprotico)
13
Calcolo della Concentrazione ’’Idrogenionica’’
(in un Solvente Anfiprotico)
Per una base (B):
[BH+] [A-]
B + HA BH+ + A- KeqB=
[B]
Sostanza Basica = B
Solvente anfiprotico = HA
[A-]2
In condizioni di equilibrio: [BH+] = [A-] B
Keq =
[B]
KapHA
[A-] = KeqB[B] poichè: [H2 A+] =
[A-]
KapHA KeqHB; KeqB devono essere quelli
[H2 A+] =
KeqB[B] determinati nel solvente
anfiprotico scelto.
KeqB = KbB nel solv. non acq.
Per un acido (HB): [H2A+] = KeqHB [HB]
KeqHB = KaHB nel solv. non acq.
14
Valori di pKa in solventi non acquosi
15
Equilibri in Solventi non Acquosi
Esempio: Equilibri acido-base in acido acetico (AcOH) glaciale
Un acido (HB) o una base (B) prima di dissociarsi o protonarsi, rispettivamente, deve
reagire con il solvente secondo i seguenti equilibri:
Equilibri di Ionizzazione
Equilibri di Dissociazione
16
Equilibri in Solventi non Acquosi
Esempio: Equilibri acido-base in acido acetico (AcOH) glaciale
Equilibri di Ionizzazione
Equilibri di Dissociazione
17
18
Criteri di Scelta del Solvente
19
Condizioni Sperimentali
- Potere solvente
Bisogna evitare che si formino prodotti insolubili.
- Inerzia
Il solvente non deve dare reazioni chimiche (cioè che producono nuove entità
chimiche) né con il titolante né con la sostanza da titolare.
- Punto equivalente
Dovrà essere apprezzato in maniera netta ed inequivocabile indipendentemente
dal metodo scelto per determinarlo.
20
In base alla natura della sostanza da determinare, la scelta del
solvente è guidata dall’esame di due parametri fondamentali:
- Influenza della costante dielettrica
Se un equilibrio di ionizzazione porta alla formazione di specie cariche a partire
da molecole neutre, un solvente con elevato valore di costante dielettrica
tenderà a favorire la dissociazione (equilibrio di dissociazione) mentre un
solvente con basso valore della costante dielettrica avrà l’effetto opposto.
ε =78.5
AcOH + H2O AcO- + H3O+ Ka = 1.8 x 10-5
ε =24.2
AcOH + EtOH AcO- + EtOH2+ Ka = 1.0 x 10-10
Nel caso in cui non si abbia la formazione di nuove cariche rispetto ai reagenti,
l’influenza della costante dielettrica sulla forza acida o basica della sostanza è
trascurabile:
ε =78.5
AcO- + H2O AcOH + OH- Kb = 5.5 x 10-10
ε =24.2
AcO- + EtOH AcOH + EtO- Kb = 6.2 x 10-10
21
- Influenza della costante di autoprotolisi (per solventi anfiprotici)
22
(ES)
Titolazioni in ambiente NON acquoso
Si fa ricorso a solventi non acquosi in quanto L’ACQUA COMPETE CON ACIDI E BASI
DEBOLISSIMI in riferimento alla cessione o accettazione di un protone
COOK COOH
COOH COOH
24
Determinazione del punto finale di una titolazione
- Metodi strumentali (preferiti): potenziometria, conduttometria, crioscopia.
27
28
Titolazione dell’adrenalina
OH
OH
OH
OH
+ HClO4
HOHC
HOHC
CH2
CH2
+ H
N
HN
H CH3 ClO4-
CH3
29
AcOH2+ ···ClO4- + AcO-···+HNH2R ClO4-···+HNH2R + (AcOH)2
Titolante Specie titolata
OH OH
OH OH
+ AcOH2+-----ClO4- (AcOH)2 +
OH OH
30
Titolazione degli amminoacidi
La titolazione diretta con acido perclorico in acido acetico non può essere
effettuata in quanto i perclorati che si formano sono insolubili in acido acetico.
Si preferisce mettere un eccesso di reagente (titolante) e retrotitolare con
acetato sodico in acido acetico.
CO2H CO2H
R CH + HClO4 R CH
NH2 + NH23ClO4-
31
3° Esperienza di Laboratorio: Determinazione quantitativa della percentuale
di acido borico contenuta nell’acqua borica commerciale
Materiale occorrente:
• Mannitolo
• NaOH ca. 0.1N
• Fenolftalina
• Ftalato acido di potassio
• Acqua borica
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Cilindro da 25 ml
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
• Matraccio da 100 ml ed imbuto
32
3° Esperienza di Laboratorio: Determinazione quantitativa della percentuale
di acido borico contenuta nell’acqua borica commerciale
Reazione: CH2OH
H OH
CH2OH H OH
HO H HO H
HO OH
HO H B O O H
2 + H2C B H3O+ + 2H2O
H OH OH
H O O CH2
H OH PM= 61.8 H OH
CH2OH g/mol ALCALIMETRIA
HO H
ecc.
HO H Ka Ac. Borico= 5.8 10-10
PM= 183.16 g/mol CH2OH
Ka Compl.= ca. 10-6 (PE rilevabile!!)
Al punto equivalente:
neq.NaOH = VNaOH x NNaOH x 4 (diluizione 1 a 4)
neq.H3BO3 = neq.NaOH x 4 (100 ml di acqua borica)
61.8 33
I METODI VOLUMETRICI POSSONO ESSERE BASATI:
A) Sulla combinazione di ioni o molecole
1) REAZIONI ACIDO-BASE (NEUTRALIZZAZIONE)
H+ + OH- H2O ; H+ + A- HA ; B+ + OH- BOH
2) REAZIONI DI PRECIPITAZIONE
Ag+ + Cl- AgCl (solido)
Requisiti di una reazione di precipitazione (perchè possa essere utilizzata ai fini del
dosaggio di un analita):
• Rilevante velocità e decorso stechiometrico noto e riproducibile (assenza di
reazioni secondarie o interferenti)
• Completezza (o decorso quantitativo), che dipende dal valore del prodotto di
solubilità (da ciò dipende la fattibilità di una titolazione per precipitazione)*
• Possibilità di rivelare mediante un indicatore, il termine esatto della
precipitazione 35
(* Il Kps della specie precipitata deve essere compreso in un certo intervallo di valori!!)
Esempio di titolazione (per OH
OH OH
CH3 CH3
- forza di attrazione fra ioni del reticolo cristallino (tende a tenere uniti gli ioni tra loro)
- forza di attrazione da parte delle molecole di solvente (tende a solubilizzare gli ioni)
[Ba+] = bS e [Ab-] = aS
NaCl
Esempio: BaSO4 + NaCl
Cl-
- +
- - + + BaSO4
Na+
- + +
-
Ba++ SO4--
- + +
-
-
- - + +
+ +
AUMENTO SOLUBILITÁ 41
L'attività ionica definisce, in termini pratici, la concentrazione effettiva
di una specie che può prendere parte ad una reazione in fase liquida
(solitamente acquosa, ma anche di sali fusi)
Effetto del pH
L’effetto del pH sulla solubilità può essere di vario tipo: effetto di ione a comune quando H3O+
o OH- fanno parte del precipitato (ad esempio, Fe(OH)3); effetto sale quando si aggiunge un
sale di un acido forte o di una base forte; effetto dovuto all’idrolisi di sali formati da acidi o
basi deboli.
Effetto del pH
L’effetto del pH sulla solubilità può essere di vario tipo: effetto di ione a comune quando H3O+
o OH- fanno parte del precipitato (ad esempio, Fe(OH)3); effetto sale quando si aggiunge un
sale di un acido forte o di una base forte; effetto dovuto all’idrolisi di sali formati da acidi o
basi deboli.
120
110
100
80
70
60
50
40
30
20
10
0
0°C 10°C 20°C 30°C 40°C 50°C 60°C 70°C 80°C 90°C 100°C
Temperatura 46
Fattori che influenzano la solubilità di un precipitato (2)
Effetto del pH
L’EFFETTO DEL pH SULLA SOLUBILITÀ PUÒ ESSERE DI VARIO TIPO: effetto di ione a
comune quando H3O+ o OH- fanno parte del precipitato (ad esempio, Fe(OH)3); effetto sale
quando si aggiunge un sale di un acido forte o di una base forte; EFFETTO DOVUTO
ALL’IDROLISI DI SALI DI ACIDI O BASI DEBOLI.
CH3COO- + H+ CH3COOH
Se l’aggiunta di un acido fa verificare il secondo equilibrio, non si avrà più che [Ag+] = [CH3COO-],
perché parte di CH3COO- reagisce con H+ per formare CH3COOH. Quindi si avrà:
• riducendo le incognite a 1
• sviluppando in funzione di [H+]
[H+] [H+]
[Ag+]2 = Kps . ( 1+ )
Ka S= [Ag+] = Kps .
(
1+
Ka
)
equazione a 1 incognita (S) e in funzione di [H+]
Effetto del pH
L’effetto del pH sulla solubilità può essere di vario tipo: effetto di ione a comune quando H3O+
o OH- fanno parte del precipitato (ad esempio, Fe(OH)3); effetto sale quando si aggiunge un
sale di un acido forte o di una base forte; effetto dovuto all’idrolisi di sali formati da acidi o
basi deboli.
52
Dimensione delle particelle di precipitato
I precipitati che si formano per mescolamento di due soluzioni (titolante e titolata)
possono essere costituiti da particelle di GRANDEZZA ESTREMAMENTE VARIABILE
✓ Le “PARTICELLE COLLOIDALI”:
1
Sospensioni Colloidali < Precipitati Microcristallini < Precipitati Cristallini
- un aspetto polverulento
✓ Temperatura
✓ Velocità di mescolamento
3
SOPRASATURAZIONE E DIMENSIONE DELLE PARTICELLE
4
SOPRASATURAZIONE
Soprasaturazione = C – S
Soprasaturazione ralativa = (C – S) / S
(Si ricordi che: una soluzione si definisce satura, ad una certa temperatura, quando è in
5
equilibrio e in presenza di soluto non disciolto a quella temperatura)
Processo di formazione del precipitato
Regole generali:
7
NUCLEAZIONE (O FORMAZIONE DEL NUCLEO) - 2
8
Riassumendo:
9
ACCRESCIMENTO DELLE PARTICELLE
11
TITOLAZIONE PER PRECIPITAZIONE
12
Curve di titolazione di precipitazione che coinvolgono lo ione Ag+
Reazione:
Ag+(acq) + Cl-(acq) AgCl(s)
1. AL punto equivalente
14
Costruzione di una curva di titolazione
Soluzione Titolante: 0.1 M AgNO3
Soluzione Titolata: 0.05 M NaCl (in 50 mL)
(KpsAgCl = 1.82 * 10-10)
Reazione:
Ag+(acq) + Cl-(acq) AgCl(s)
15
mmol NaCl
No. iniziale di mmol di Cl- = mmol NaCl = 50 mL * 0.05 = 2.5
mL
mmol AgNO3
No. mmol di AgNO3 aggiunti = 10 mL * 0.1 = 1.0
(N.B. Si è considerata un’aggiunta di 10 mL di AgNO3)
mL
16
1.82 * 10-10 M2
[Ag+] = Kps / [Cl-] = = 7.28 * 10-9 M
0.025 M
In questo caso
17
8.14
4.87
19
x
2.88
x
1) Quale dei due ioni (Cl- o I-) sarà il primo a precipitare dalla
soluzione?
a) Calcoliamo [Ag+] necessaria per precipitare gli ioni Cl- e gli ioni I-
PRECIPITAZIONE COMPLETA
24
Ag+ Ag+ Ag+
Ag+ Ag+ Ag+
Ag+ Ag+
Ag+
Ag+ Ag+ Ag+
I- Cl- I-
Cl- I- Cl-
AgI AgCl AgI
25
LA PRECIPITAZIONE DI IONI I- (COME AgI) è COMPLETA
PRIMA DELLA PRECIPITAZIONE DI IONI Cl- (COME AgCl)
26
Precipitazione frazionata
27
CURVE DI TITOLAZIONI DI MISCELE
Il 1° punto di equivalenza si presenta come una CUSPIDE
Il 2° punto di equivalenza si determina sulla porzione sigmoidale
della curva
16
14
12
1° punto di
10
Precipita equivalenza
AgI
2° punto di
pAg+
pAg
8
equivalenza
6
Precipita
4 AgCl
(Titolazione di 100 mL di una
soluzione contenente sia I-
2
(0.01 M) che Cl- (0.01 M) con
AgNO3 standard 0.1 M)
0
0 5 10 15 20 25 28
Vol. AgNO 3 (mL)
VAgNO3
TITOLAZIONI DI PRECIPITAZIONE
CURVE DI TITOLAZIONE
Nel caso di precipitati caratterizzati da una solubilità
molto bassa (es. AgI Kps 1.10-16), la curva di titolazione ha
una forma simile a quella della titolazione di una base
forte con un acido forte
16
- Log [Ag+]
14
12
10
8
6
4
2
0
0 5 10 15
29
VAgNO3
DETERMINAZIONE DEL PUNTO FINALE
I metodi comunemente impiegati per rivelare il punto finale nelle titolazioni per
precipitazione sono:
I tre metodi con indicatore più applicati alle titolazioni per precipitazione sono:
Tale metodo si basa sul principio della “PRECIPITAZIONE FRAZIONATA” : il cromato d’argento
NON precipita fino a che la concentrazione del cloruro non è divenuta molto piccola.
31
Esperienza di Laboratorio: Determinazione della concentrazione di una
soluzione di CLORURI mediante argentometria e con il Metodo di Mohr
32
Metodo di Mohr
Al punto equivalente la concentrazione di Ag+ sarà data da:
34
Metodo di Mohr - Applicazioni
35
Metodo di Mohr - Problematiche (2)
36
4° Esperienza di Laboratorio: Determinazione della concentrazione di una
soluzione di AgNO3 (circa 0.05 N) mediante argentometria e con il Metodo di
Mohr
Materiale occorrente:
• AgNO3
• NaCl
• K2CrO4
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Cilindro da 25 ml
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
• Matraccio da 100 ml ed imbuto
a) Pesare (esattamente) tra 0,1 - 0,2 g di NaCl (4 cifre decimali), trasferirli in un matraccio
da 100 ml e portare a volume con acqua distillata. Prelevare 25 ml di soluzione e titolare
con una soluzione di AgNO3 utilizzando come indicatore il cromato di potassio (5-7
gocce). Effettuare tre titolazioni.
b) Determinare il titolo della soluzione di AgNO3, riportare il calcolo della normalità e del
relativo errore sperimentale.
c) Determinare l’eccesso di titolante tramite titolazione in bianco dell’indicatore. Prelevare
25 ml di acqua deionizzata con pipetta (lavata e tarata), aggiungere l’indicatore e titolare
con AgNO3 (ripetere l’operazione per 3 volte).
37
4° Esperienza di Laboratorio: Determinazione della concentrazione di una
soluzione di CLORURI mediante argentometria e con il Metodo di Mohr
38
ACFI – Dr. Sardella
METODO DI MOHR
39
METODO DI MOHR
I metodi comunemente impiegati per rivelare il punto finale nelle titolazioni per
precipitazione sono:
I tre metodi con indicatore applicati alle titolazioni per precipitazione sono:
Note:
- Il precipitato deve essere finemente disperso
- Gli indicatori più usati sono la FLUORESCEINA e la EOSINA
Fluorescina Eosina
45
Metodo di Fajans
Si consideri il caso in cui il solido precipitato è AgCl, per mezzo
dell’agente precipitante AgNO3:
46
Metodo di Fajans
VANTAGGI:
SVANTAGGI:
REQUISITO FONDAMENTALE
47
METODO DI FAJANS
1. Prima del punto equivalente: situazione caratterizzata da un eccesso di ioni Cl-
Cl- Cl-
Cl - Cl-
49
Si osserva un colorazione verde-giallastra
METODO DI FAJANS
2. Oltre il punto equivalente: situazione caratterizzata da un eccesso di ioni Ag+
Fn- Fn-
Ag+ Cl- Ag+ Cl- Ag+ Cl-
Ag+ Ag+
Cl- Ag+ Cl- Ag+ Cl- Ag+
3) Non deve essere troppo tenacemente legata dal precipitato; deve fungere da
“ione di bilanciamento” ma non essere fissato in adsorbimento primario
56
DETERMINAZIONE DEL PUNTO FINALE
I metodi comunemente impiegati per rivelare il punto finale nelle titolazioni per
precipitazione sono:
I tre metodi con indicatore applicati alle titolazioni per precipitazione sono:
OH OH
CH3 CH3
2) REAZIONI DI PRECIPITAZIONE
Ag+ + Cl- AgCl (solido)
3 4
METODO DI FAJANS 1
Reazioni di complessazione
Titolazioni di cationi
2
Specie centrale (M) – ione con carica positiva
COMPLESSI (catione) - ACIDO DI LEWIS
Monodentati
..
1 legame di coordinazione (es.: NH3)
Bidentati
.. ..
2 legami di coordinazione (es.: H2N-CH2-CH2-NH2)
Polidentati
Più di 2 legami di coordinazione
Ci sono casi in cui il numero di legami di coordinazione è variabile a seconda delle
condizioni sperimentali (es.: valore di pH per EDTA)
CO2-
CO2-
N EDTA
N
CO2- 4
-O2C
Reazioni di Complessazione: Metallo (M)
Il numero di legami covalenti dativi che un catione tende a formare con donatori
di elettroni rappresenta il suo NUMERO DI COORDINAZIONE
Esempio:
5
(Nota: le molecole d’acqua sono state omesse nelle formule dei complessi)
Complesso Cu(NH2CH2COO)2
6
Uno IONE COMPLESSO è un catione o un anione poliatomico costituito da
uno ione o un atomo metallico centrale a cui è legato un certo altro numero di
LIGANDI
Il NUMERO DI COORDINAZIONE
NUMERO DI COORDINAZIONE = 6
7
Uno IONE COMPLESSO è
IONE COMPLESSO
[CoCl(NH3)5]Cl2
IONE CENTRALE
N.DI COORDINAZIONE = 1+5 = 6
Esempio:
9
EQUILIBRI DI COMPLESSAZIONE: PRINCIPI
ML + L ML2 K2 = [ML2]/[ML][L]
…….. ……..
…….. ……..
M+L ML 1 = [ML]/[M][L] = K1
…….. ……..
…….. ……..
Eccetto che per il primo stadio, le costanti di formazione totali sono il PRODOTTO
delle costanti di formazione dei singoli stadi che portano al prodotto
11
Per una data specie ML, è possibile calcolare un valore “alfa, ”, che corrisponde
alla frazione di concentrazione totale del metallo esistente in quella forma
1[L]
ML =
1 + 1[L] + 2[L]2 + 3[L]3 + ….. + n[L]n
……………
n[L]n
MLn =
1 + 1[L] + 2[L]2 + 3[L]3 + ….. + n[L]n
Kinst
M2+ + Y4- MY2- Kst = [MY2-] / [M2+][Y4-]
Kst
1 1
Kinst = o
Kst Kf
1 1
Kinst = o
Kst Kf
16
Titolazioni complessometriche
LIMITAZIONI:
✓ Con leganti monodentati come NH3 e CN-, le reazioni sono veloci ma i complessi
SPESSO (non sempre, dipende dal catione centrale!) presentano legami deboli.
✓ In altri casi la situazione può essere opposta: formazione di complessi stabili con
velocità molto bassa.
TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE
19
Come titolanti, i LEGANTI MULTIDENTATI, in particolar modo quelli aventi 4
oppure 6 gruppi donatori, presentano DUE VANTAGGI rispetto ai loro
corrispondenti monodentati:
2. Reagiscono in modo più completo (BUONA STABILITÀ) con i cationi e, quindi, presentano
PUNTI FINALI PIÙ NETTI.
Kinst-tot = 10-20
20
Titolazione di 60 mL di una soluzione che è 0.02 M in metallo M
con (A) una soluzione 0.02 M del legante tetradentato D a dare
MD come prodotto; (B) una soluzione 0.04 M del legante
bidentato B a dare MB2; (C) una soluzione 0.08 M del legante
monodentato A a dare MA4.
Kinst-tot = 10-20
Curva B - Reazione a due stadi per dare MB2 (KfI = 108; KfII = 1012)
Curva C - Reazione a quattro stadi per dare MA4 (KfI = 108; KfII = 106; KfIII = 104;
KfIV = 102)
22
Determinazione dell’acido cianidrico dei flussi di
impianti di acrilonitrile
L’acrilonitrile è un prodotto molto importante per la produzione della “stoffa
sintetica”. L’acido cianidrico costituisce un’impurezza presente nelle correnti
dell’impianto che tratta acrilonitrile acquoso.
Ag+ + I- AgI(s)
23
LEGANTI POLIDENTATI
25
Esempio di anelli
pentatomici
26
Formazione di Complessi Chelati: Chelometria
Chelometria: con questo termine vengono indicate quelle reazioni di
complessazione mediante le quali uno ione metallico viene titolato con
sostanze costituite da acidi aminopolicarbossilici, che forniscono
complessi chelati di grande stabilità.
Forma complessi 1:1 con la maggior parte dei metalli (non alcalini).
Applicazioni:
- Determinazioni di ioni metallici (Ca2+, Mg2+, Al3+, Bi3+, Pb2+, Zn2+, Hg2+).
- Determinazioni di anioni.
28
[MY(n-4)+]
Mn+ + Y4- MY(n-4)+ Kf =
[Mn+] [Y4-]
29
La grande stabilità dei complessi con l’EDTA deriva dai molteplici siti
complessanti all’interno della molecola che danno origine ad una “STRUTTURA
A GABBIA”, in cui catione è circondato e, quindi, isolato dalle molecole di solvente
Struttura di un complesso chelato metallo/EDTA. In questo caso l’EDTA si comporta come un legante
esadentato in cui nel legame con il catione del metallo bivalente sono coinvolti sei atomi donatori.
30
IL GRADO DI DISSOCIAZIONE DELL’EDTA È FUNZIONE DEL pH
Mentre l’acido è simboleggiato con H4Y, l’anione con Y4-
31
32
pKa1 = 2.01; pKa2 = 2.75;
33
Ipotizzando che l’EDTA dia luogo a complessi con il metallo nel rapporto
molare 1:1, indipendentemente dalla carica dello ione, la reazione di formazione
del complesso può essere così schematizzata:
35
Distribuzione delle varie forme di EDTA in funzione del pH
36
Influenza del pH
Considerando le diverse specie cariche di EDTA, si definisce per
ciascuna specie, la frazione di EDTA presente in quella forma.
Nel caso della forma Y4- si ha che:
[MY(n-4)+]
Kstabilità =
[Mn+] Y4-[Y] 37
Y4- Ka1 Ka2 Ka3 Ka4
= =
Y4- [Y] [H+]4 + Ka1 [H+]3 + Ka1 Ka2 [H+]2 + Ka1 Ka2 Ka3 [H+] + Ka1 Ka2 Ka3Ka4
38
Mn+ + Y4- MY(n-4)+
[MY(n-4)+]
Kformazione =
[Mn+] [Y] Y4-
Kst
[MY(n-4)+]
K’formazione = Kformazione Y4- =
[Mn+] [Y]
40
Influenza del pH
Considerando le diverse specie cariche di EDTA, si definisce per
ciascuna specie, la frazione di EDTA presente in quella forma.
Nel caso della forma Y4- si ha che:
[MY(n-4)+]
Kstabilità =
[Mn+] Y4-[Y] 1
Y4- Ka1 Ka2 Ka3 Ka4
= =
Y4- [Y] [H+]4 + Ka1 [H+]3 + Ka1 Ka2 [H+]2 + Ka1 Ka2 Ka3 [H+] + Ka1 Ka2 Ka3Ka4
2
Composizione delle soluzioni di EDTA in funzione del pH.
La forma completamente protonata H4Y è uno dei
principali componenti soltanto nelle soluzioni fortemente
acide (pH < 3). Nell’intervallo di pH tra 3 e 10, le specie
H2Y2- e HY3- sono predominanti. La forma
completamente deprotonata Y4- è significativa
soltanto in soluzioni fortemente basiche (pH > 10).
3
Mn+ + Y4- MY(n-4)+
[MY(n-4)+]
Kformazione =
[Mn+] [Y] Y4-
Kst
[MY(n-4)+]
K’formazione = Kformazione Y4- =
[Mn+] [Y]
6
✓ L'effettiva disponibilità dei doppietti
elettronici necessari per i legami di
coordinazione dipende dal grado di
dissociazione dei gruppi acidi e quindi dal pH.
7
8
Costante Minore variazione
Riduzione del pH d’equilibrio meno della pCa nella
favorevole regione del PE
9
10
Cationi con costanti di formazione più grandi forniscono punti
finali buoni anche in mezzi acidi (o, più in generale, a pH più bassi).
11
Nota: un ambiente moderatamente acido è soddisfacente per molti cationi bivalenti di metalli
pesanti, mentre un mezzo fortemente acido può essere tollerato nella titolazione di ioni come
12
ferro(III) e indio(III):
Curve di titolazione con EDTA
[CaY2-]
K’CaY = = Y4- KCaY = 0.35 x 5.0 x 1010 = 1.75 x 1010
[Ca2+][Y]
13
Calcolo di pCa prima del punto equivalente
50 mL x 0.005 M - 10 mL x 0.01 M
[Ca2+] = + [Y]
(50 + 10) mL
50 mL x 0.005 M - 10 mL x 0.01 M
[Ca2+] = = 2.5 x 10-3 M
(50 + 10) mL
[Ca2+] = [Y]
[CaY2-] [CaY2-]compl
K’CaY2- =
[Ca2+][Y] [Ca2+]2
1/2
3.33 x 10 -3
[Ca2+] = = 4.36 x 10-7 M
1.75 x 10 10
[CaY2-]
K’CaY = = Y4- KCaY = 0.35 x 5.0 x 1010 = 1.75 x 1010
[Ca2+][Y]
e che:
9.85
6.36
2.60
19
Determinazione del punto finale in chelometria
✓ Sono stati catalogati circa 200 composti organici che possono essere
impiegati come indicatori di ioni metallici nelle titolazioni con EDTA.
20
Indicatori Metallo-Cromici
Sostanze che hanno una propria colorazione e che sono in grado di formare
con un dato catione un complesso di colore differente.
M + In M-In
(Equilibrio pH dipendente)
Deve dare una reazione rapida con il metallo e deve essere abbastanza
solubile in quanto lacche o sostanze colloidali danno reazioni lente.
21
Nella TITOLAZIONE DIRETTA di un metallo con EDTA, in presenza di un
adatto indicatore,
22
NERO ERIOCROMO T (NET)
K22
K3
Esempio:
[H3O+][In3-]
HIn2- + H2O In3- + H3O+ K3 = = 2.8 x 10-12
[HIn2-]
[MgIn-]
Mg2+ + In3- MgIn- Kf = = 1.0 x 107
[Mg2+][In3-]
25
(c) l’analoga costante di formazione per CaIn- è 2.5 x 105.
Si assuma che un cambiamento di colore individuabile richieda un eccesso di
dieci volte dell’una o dell’altra delle specie colorate; cioè un cambiamento di
colore individuabile si osserva quando il rapporto [MgIn-]/[HIn2-] cambia da 10 a 0.1.
[MgIn-][H3O+]
= 2.8 x 10-12 x 1.0 x 107 = 2.8 x 10-5
[HIn2-][Mg2+]
che si arrangia a
[MgIn-][H3O+]
[Mg2+] =
[HIn2-] 2.8 x 10-5
La sostituzione di 1.0 x 10-10 per [H3O+] e 10 e 0.1 per il rapporto fornisce l’intervallo
di [Mg2+] nel quale avviene il cambiamento di colore:
✓ La costante di formazione per CaIn- è solo 1/40 di quella del MgIn- (2.5 x 105 e
1.0 x 107, rispettivamente)
✓ Il NET viene usato come dispersione allo 0.2% m/m in NaCl solido o in
soluzione etanolica (0.4% m/v) o in alcool e trietanolammina nelle seguenti
proporzioni: 0.4 g di NET, 15 mL di trietanolammina e 5 mL di etanolo. La
dispersione solida è stabile indefinitamente mentre la soluzione alcoolica e
trietanolammina per un mese circa e la soluzione alcoolica solo per pochi
giorni.
✓ Il NET molto spesso viene indicato come “nero mordente 11” o come
“nero T”. 28
MURESSIDE
(Porporato d’ammonio)
HO N OH O N OH Ca2+ HO N OH O N OH
Ca2+
N N pH=12 N N
N N
OH OH OH OH
Violetto Rosso
30
31
✓ E’ un indicatore utile per
Co(II), Mg(II) e terre rare.
32
Titolazioni Chelometriche
C x Keff 106
Sia l’EDTA che gli altri agenti chelometrici sono POCO SELETTIVI in quanto
complessano la maggior parte dei metalli.
✓Titolazione Diretta
EDTA Soluzione Me2+ + Indicatore metallo-cromico
Alla soluzione neutra o acida del catione da titolare è aggiunta una quantità in
eccesso (nota) di soluzione di EDTA; la soluzione, una volta resa alcalina, è
retro-titolata con una soluzione di un metallo opportuno (Zn2+ o Mg2+) in presenza
di indicatore (generalmente NET).
36
Titolazioni Chelometriche con EDTA
Se l’analita forma con l’EDTA un complesso più stabile di quello del magnesio o
dello zinco, avviene la seguente REAZIONE DI SPOSTAMENTO:
Il catione liberato Mg2+, o in alcuni casi Zn2+, viene titolato con una soluzione
standard di EDTA.
Nota: La quantità d EDTA-Mg o EDTA-Zn che viene aggiunta è molto piccola ma tale da permettere
di poter seguire il viraggio cromatico dell’indicatore prescelto.
37
Titolazioni Chelometriche con EDTA
Con questo procedimento è possibile titolare anche metalli che NON formano
complessi con EDTA purché siano in grado di formare un qualunque altro
complesso stabile. Ad esempio l'argento, che non forma un complesso stabile
con EDTA può essere determinato aggiungendo del nichelcianuro
e titolando il Ni2+ messo in libertà con EDTA usando muresside come indicatore.
38
Titolazioni Chelometriche con EDTA
✓ Titolazione di Anioni
E’ possibile titolare gli anioni pur non formando complessi con EDTA,
aggiungendo un ECCESSO NOTO di soluzione titolata di un catione e
retrotitolando l'eccesso con EDTA.
Esempio: gli anioni SO42-, CN- e PO43- possono essere dosati, determinando
l’eccesso di Ba2+, Ni2+ e Mg2+ aggiunti rispettivamente per formare BaSO4,
Ni(CN)42- e Mg3(PO4)2.
39
5° Esperienza di Laboratorio: Determinazione del contenuto di ZnO in un
campione di pasta di zinco all’acqua mediante titolazione con una soluzione
CIRCA 0.1 M di EDTA
Materiale occorrente: Vetreria occorrente:
- EDTA - Beuta da 250 mL
- H2SO4 diluito - Buretta da 50 mL
- H2O deionizzata - Bacchetta di vetro
- Alcool etilico - Piastra riscaldante
- NaOH 6 M
- Tampone ammoniacale
- Nero eriocromo T (sistema indicatote)
1. Pesare circa 1.0 g (esattamente pesato) di pasta di zinco all’acqua in una beuta da 250 mL
utilizzando la bilancia tecnica.
2. Aggiungere 25 mL di H2O deionizzata, 25 mL di alcool etilico e 25 mL di H2SO4 diluito.
3. Porre la beuta sulla piastra calda ed agitare con la bacchetta di vetro fino ad ottenere una
sospensione bianca.
4. Lasciare raffreddare e portare il pH a 8 con NaOH 6 M (controllare il pH con pHmetro o cartina
tornasole).
5. Aggiungere alla soluzione 10 mL di tampone ammoniacale (ESEGUIRE L’OPERAZIONE
SOTTO CAPPA!!).
6. Aggiungere pochi granelli di indicatore nero eriocromo T (NET)
7. Titolare con una soluzione di EDTA (il cui titolo è stato determinato precedentemente) fino
a viraggio.
8. Calcolare la % di ZnO presente nella pasta di zinco all’acqua preparata secondo la40
ricetta riportata nel Formulario Nazionale.
5° Esperienza di Laboratorio: Determinazione del contenuto di ZnO in un
campione di pasta di zinco all’acqua mediante titolazione con una soluzione
CIRCA 0.1 M di EDTA
Al punto equivalente:
neq.EDTA = neq.ZnO
neq.ZnO = neq.EDTA = VEDTA x NEDTA(noto)
81.37
41
Composizione delle soluzioni di EDTA in funzione del pH. La forma completamente
protonata, H4Y è uno dei principali componenti soltanto nelle soluzioni fortemente acide
(pH < 3). Nell’intervallo di pH tra 3 e 10, le specie H2Y2- e HY3- sono predominanti.
La forma completamente deprotonata Y4- è significativa soltanto in soluzioni fortemente
basiche (pH > 10).
42
5° Esperienza di Laboratorio: Determinazione del contenuto di ZnO in un
campione di pasta di zinco all’acqua mediante titolazione con una soluzione
CIRCA 0.1 M di EDTA
STANDARDIZZAZIONE EDTA
Materiale occorrente:
- CaCO3 (sostanza madre ) - EDTA - MURESSIDE
- HCl - NaOH
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Cilindro da 25 ml
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
• Matraccio da 100 ml
43
Standardizzazione di una soluzione di EDTA circa 0.1 M
Alcalinizzare con NaOH fino a pH circa 12 (circa 5 ml, controllare con cartina al tornasole).
Titolare con EDTA fino a viraggio dell’indicatore (da rosso vinaccia a violetto intenso, senza
tonalità di rosso).
44
TITOLAZIONI BASATE SULLE
REAZIONI DI OSSIDO-RIDUZIONE (REDOX)
1
NOZIONI GENERALI - 1
✓ Processo di ossidazione
Processo in cui un atomo, uno ione o una molecola PERDE uno o più elettroni.
✓ Processo di riduzione
Processo in cui un atomo, uno ione o una molecola ACQUISTA uno o più elettroni.
✓ Ossidanti
Specie chimiche che hanno molta affinità per gli elettroni.
✓ Riducenti
Specie chimiche che cedono facilmente elettroni.
2
NOZIONI GENERALI - 2
4
Applicazioni delle Reazioni di Ossido-Riduzione
nelle Analisi Volumetriche
La maggior parte degli elementi chimici può esistere in DIFFERENTI STATI DI
OSSIDAZIONE e quindi, molte sostanze che li contengono possono essere
determinate (quantitativamente) mediante reazioni di ossido-riduzione.
✓ In soluzione alcalina molto forte (NaOH 2N), viene prodotto lo ione manganato
e il suo potere ossidante è molto blando.
- Per uno stesso composto, la variazione del numero di ossidazione dipende dal
pH.
Esempio: KMnO4
+7 +6
-
a) MnO4 + e = MnO4=; PE = pgf/1 (ambiente fortemente alcalino)
+7 +4
-
b) MnO4 + 3e + 2H2O = MnO2 + 4 OH-; PE = pgf/3 (amb. neutro o leggermente alcalino)
+7 +2
- +
c) MnO4 + 5e + 8H = Mn2+ + 4 H2O; PE = pgf/5 (ambiente acido)
7
Permanganometria
L'impiego più diffuso del permanganato è in SOLUZIONE ACIDA
per H2SO4, HClO4
✓ L’acido più idoneo è l’acido solforico il cui anione NON ha azione sul permanganato.
✓ Al contrario, in soluzione acida per HCl, lo ione cloruro può essere ossidato dal
permanganato secondo la reazione:
a meno che non si operi in soluzione diluita e fredda o non si abbassi il potenziale di
ossidazione del KMnO4 per aggiunta di MnSO4.
✓ Anche HNO3 non si può impiegare in quanto, essendo anch’esso un ossidante si avrebbe
una COMPETIZIONE tra il reattivo e l’acido nei confronti della sostanza riducente.
8
Permanganometria
In permanganometria NON si usano indicatori redox, in quanto il punto
finale della titolazione può essere apprezzato dall’eccesso di KMnO4, le cui
soluzioni acquose sono colorate in violetto.
COME FARE ?
Bisogna preparare una soluzione di KMnO4 a concentrazione approssimata e, quindi,
standardizzarla con una sostanza madre dopo un breve periodo di riposo.
Si pesano circa 3.0 g (intorno a 3.2 g) di KMnO4 mediante una bilancia tecnica, si
introducono in un recipiente da 1500 mL e si solubilizzano con un litro di acqua
distillata. Dopo aver coperto il recipiente, si riscalda la soluzione agitando di tanto
in tanto fino a moderata ebollizione. Si mantiene l'ebollizione per circa 30 minuti
e quindi si lascia raffreddare fino alla temperatura ambiente. Si lascia riposare la
soluzione per una notte e si filtra per mezzo di un imbuto semplice intasato con
un batuffolo di lana di vetro o, meglio ancora, si filtra per mezzo di una pompa,
impiegando un imbuto a setto di vetro poroso. La soluzione così filtrata è raccolta
e conservata.
NOTA:
Per l’esecuzione delle titolazioni con KMnO4 le burette devono essere completamente sgrassate e
ben pulite: in presenza di tracce di impurezze si osserva un BAGNAMENTO NON UNIFORME
DELLA PARETE sulla quale il liquido si arresta in forma di gocce, a mano a mano che la buretta
viene svuotata. Dopo l’uso, le burette devono essere rapidamente svuotate e lavate con HCl diluito
12
al fine di eliminare le tracce di MnO2 rimaste aderenti al vetro.
Controllo del titolo di una soluzione di KMnO4
Procedimento generale:
- Per il controllo del titolo della soluzione di KMnO4, si pesa la quantità ottimale di
Na2C2O4, si trasferisce in una beuta, si diluisce e si aggiunge H2SO4 diluito (1:4).
- La reazione
IPOTESI: Mn2+ reagisce con MnO4- e forma delle specie in cui il manganese ha
un numero di ossidazione intermedio e che sono più veloci dello stesso MnO4-
nell’ossidare l’acido ossalico. Non appena la concentrazione di Mn2+ è diventata
apprezzabile la reazione precede in conseguenza dell’autocatalisi.
15
Controllo del Titolo della Soluzione di KMnO4
- Per la reazione
16
Controllo del Titolo della Soluzione di KMnO4
Inoltre, perché la stima del Titolo di KMnO4 sia accurata, è necessario considerare
che:
✓ L'acidità della soluzione deve essere regolata in modo che essa sia circa
0.5-0.8 M in H2SO4.
Reazione considerata
▪ I risultati del dosaggio ottenuti per titolazione sono tanto più accurati
quanto minore è la quantità di sostanze organiche usate come stabilizzanti
(urotropina, urea, acido salicilico ecc., aggiunti di solito in quantità massima
di 0.5 g/L) presenti nel campione di acqua ossigenata. Tali specie sono
facilmente ossidabili dal permanganato.
Materiale occorrente:
• Sodio Ossalato
• Soluzione di KMnO4 ca. 0.1 N (da standardizzare)
• H2SO4 diluito (1:4)
• H2O deionizzata
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Cilindro da 25 ml
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
• Matraccio da 100 ml ed imbuto
Materiale occorrente:
• Sodio Ossalato
• Soluzione di KMnO4 ca. 0.1 N (da standardizzare)
• H2SO4 diluito (1:4)
• H2O deionizzata
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 ml
• Spruzzetta
• Cilindro da 25 ml
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
• Matraccio da 100 ml ed imbuto
20
Cerimetria
I sali di cerio(IV) sono dei buoni ossidanti.
✓ il colore delle soluzione ceriche non disturba la lettura del menisco della
buretta (pur essendo colorate in giallo intenso, le sue soluzioni sono trasparenti
e consentono un’ottima osservazione del menisco nella buretta);
22
Cerimetria
Controllo del titolo di una soluzione cerica circa 0.1 N
Condotto mediante l’impiego della sostanza madre anidride arseniosa, As2O3.
Reazioni considerate:
ione
metaarsenito
L’anidride arseniosa è sciolta in NaOH (a caldo per facilitare la reazione). Dopo aver riportato
la soluzione a temperatura ambiente, si ripristina l’ambiente acido per aggiunta di H2SO4
diluito (1:5). Si aggiungono poche gocce di OsO4 (0.25 g di OsO4 in 100 mL di H2SO4 0.05
M) che funge catalizzatore (altrimenti la reazione sarebbe troppo lenta), ed una goccia di
FERROINA. Si titola con la soluzione di cerio(IV) fino al viraggio.
N.B. A differenza di MnO4-, il colore delle soluzioni di Ce4+ non è così intenso da poter essere
utilizzato come indicatore; si utilizza, perciò, la FERROINA o la difenilammina. 23
Cerimetria
Il potenziale “formale” redox varia a seconda dell’ambiente acido:
La differenza nel valore del potenziale formale è dovuta al fatto che anioni
con maggiori proprietà leganti (Cl- e SO42-) formano complessi più stabili con il
Ce4+, abbassando il potenziale del sistema.
24
Cerimetria
25
Indicatori Redox per la Cerimetria
Per ossidazione, il complesso ferroso viene convertito nel complesso ferrico con
una variazione cromatica da un rosso intenso ad un blu debole, probabilmente
dovuto ad un riadattamento molecolare.
✓ Dato che il colore della forma ossidata è debole, la variazione associata alla
ossidazione è da rosso a quasi incolore.
31
(F.U. X, pag. 1502)
(Vit. K3)
Esanitrocerato
d’ammonio
NOTA: l’eccesso di zinco filtrato deve essere lavato con acqua bollita di recente, al
fine di evitare la presenza di sostanze ossidanti eventualmente presenti (per esempio
32
Cl2) che potrebbero ossidare il metil-naftochinolo a chinone.
viraggio. E’ necessario che si esegua una prova in bianco.
37
Bicromato di Potassio
L’uso principale del bicromato di potassio è per la titolazione
volumetrica del ferro(II) basata sulla reazione
39
Iodimetria e Iodometria
Con il termine “IODIMETRIA” si definisce la titolazione che utilizza (come
titolante) una soluzione di iodio, con il termine “IODOMETRIA” invece la
titolazione che utilizza una soluzione di sodio tiosolfato.
La particolare posizione del sistema “iodio-ioduro”, quasi al centro della scala dei
potenziali redox (E° = 0.535 V), l'esattezza e la sicurezza con cui è possibile
apprezzare il punto finale di una titolazione iodimetrica o iodometrica,
rende i metodi molto usati in analisi volumetrica di composti d’interesse
farmaceutico.
1
Iodimetria e Iodometria
Con il termine “IODIMETRIA” si definisce la titolazione che utilizza (come
titolante) una soluzione di iodio, con il termine “IODOMETRIA” invece la
titolazione che utilizza una soluzione di sodio tiosolfato.
La particolare posizione del sistema “iodio-ioduro”, quasi al centro della scala dei
potenziali redox (E° = 0.535 V), l'esattezza e la sicurezza con cui è possibile
apprezzare il punto finale di una titolazione iodimetrica o iodometrica, rende il
metodo molto usato in analisi volumetrica di composti d’interesse farmaceutico.
La reazione è la seguente:
O O
HO O O
O + 2I- + 2H+
+ I2
HO O CH CH2OH
CH CH2OH
HO HO
- E necessario bollire l’acqua per eliminare l’ossigeno disciolto e anche l’anidride carbonica che
potrebbero ossidare l’acido ascorbico.
- Si titola fino a quando la soluzione assume una colorazione tendente al blu per incorporazione
dello iodio in eccesso nella salda d’amido (nell’amilosio). (1 mL di I2 0.1 N = 8.81 g acido
ascorbico) 3
Applicazioni Metodo Indiretto: Iodometria
CH3 CH3
H+
+ H2O + NaClO
O S ONa SO2NH2
NCl
5
Iodimetria e Iodometria
6
A) Metodo Diretto o Iodimetrico
Red + I2 I- + Ox
7
B) Metodo Indiretto o Iodometrico
Si usa quando SI DEVONO TITOLARE SOLUZIONI IN CUI È PRESENTE UN
FORTE OSSIDANTE in grado di ossidare quantitativamente lo ioduro a iodio.
N.B. Il metodo indiretto è impiegabile per l'analisi di tutte le sostanze che sono agenti
ossidanti più energici dello iodio: permanganato, bicromato, bromato, iodato, clorato,
IPOCLORITO, nitrito, ecc.
8
B) Metodo Indiretto o Iodometrico
9
B) Metodo Indiretto o Iodometrico
PM=PE
10
Iodimetria e Iodometria
IL CONTROLLO DEL pH DELLE SOLUZIONI È DI ESTREMA IMPORTANZA SIA
NELLA IODIMETRIA CHE NELLA IODOMETRIA.
11
Iodometria
L’ossidazione (QUANTITATIVA) del tiosolfato a tetrationato avviene
in ambiente NEUTRO O DEBOLMENTE ACIDO.
TIOSOLFATO DI SODIO.
12
Iodometria
• Il tiosolfato viene decomposto in ambiente MARCATAMENTE acido
secondo il seguente schema reattivo:
Rende torbida la
S2O32- + H+ HS2O3- HSO3- + S soluzione
15
Applicazioni Metodo Indiretto: Iodometria
CH3 CH3
H+
+ H2O + NaClO
O S ONa SO2NH2
NCl
amido
→
18
Titolazioni redox iodometriche
I2 + 2S2O32– → 2I– + S4O62–
analita
I2
19
I2+ amido
Titolazioni redox iodometriche
I2 + 2S2O32– → 2I– + S4O62–
Per quanto lo iodio possa essere considerato una sostanza madre, nonostante la
sua volatilità, è preferibile preparare una soluzione 0.1 N a titolo approssimato
ed eseguire, successivamente, la sua standardizzazione.
22
Preparazione della soluzione di iodio 0.1 N
24
Pratica dei Metodi Metodo diretto: IODIMETRIA
B) Con una soluzione a titolo noto (0.1 N) di sodio tiosolfato (Na2S2O3). Il sodio
tiosolfato deve essere previamente standardizzato.
26
Applicazioni Metodo diretto: IODIMETRIA
Determinazione iodimetrica dell’acido ascorbico secondo EP 4 edizione
(ma anche secondo F.U. X pag. 445)
Una quantità esattamente pesata in bilancia analitica del campione in esame
si scioglie in acqua precedentemente bollita e, aggiungendo un volume noto
di H2SO4 diluito (1:4), si titola con iodio 0.1 N in presenza di salda d’amido.
La reazione è la seguente:
O O
HO O O
O + 2I- + 2H+
+ I2
HO O CH CH2OH
CH CH2OH
HO HO
- E necessario bollire l’acqua per eliminare l’ossigeno disciolto e anche l’anidride carbonica che
potrebbero ossidare l’acido ascorbico.
- Si titola fino a quando la soluzione assume una colorazione tendente al blu per incorporazione
dello iodio in eccesso nella salda d’amido (nell’amilosio). (1 mL di I2 0.1 N = 8.81 g acido
ascorbico) 27
28
ACFI – Dr. Sardella
29
30
31
Pratica dei Metodi Metodo indiretto: IODOMETRIA
32
Pratica dei Metodi Metodo indiretto: IODOMETRIA
pH della soluzione
Per questi motivi, per poter preparare 1 litro di una soluzione 0.1 N di tiosolfato
sodico, è opportuno pesare 25 g di sodio tiosolfato pentaidrato, solubilizzarli a
freddo in acqua distillata bollita di recente e aggiungervi circa 2-3 g di borace.
Si porta, quindi, a volume con acqua distillata bollita.
La soluzione così preparata deve essere lasciata riposare per almeno due
giorni, per essere sicuri che il titolo sia stabile.
Reazioni considerate:
36
Controllo del Titolo di una soluzione di tiosolfato sodico 0.1 M
Procedura:
Nota: In luogo di KIO3, si possono utilizzare soluzioni di KMnO4, K2Cr2O7, I2, Cu, K3Fe(CN)6.
37
In tutti i casi, la specie titolata è I2.
ANALISI VOLUMETRICA
7a Esperienza di Laboratorio
O O
HO O O
O + 2I- + 2H+
+ I2
HO O CH CH2OH
CH CH2OH
HO HO
Vetreria occorrente:
• Matraccio da 100 ml
• Beuta
• Cilindro da 25 ml
• Provette
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
Standardizzazione della soluzione di Lugol circa 0.15 N
utilizzando una soluzione a titolo noto di Na2S2O3
• La specie I3- aggiunta reagisce in primo luogo con l’S2O32– NON con l’amido
amido
→
VIRAGGIO DI UNA SOLUZIONE DI IODIO IN
PRESENZA DI AMIDO COME INDICATORE
Standardizzazione della soluzione di Lugol circa 0.15 N
utilizzando una soluzione a titolo noto di Na2S2O3
0,74g
NI3- = ? = 0,1N
124,1 x 15 mL x 4
1 2
1. Pesare alla bilancia tecnica prima e analitica dopo circa 0.18 g di polvere di CEBION.
2. Aggiungere circa 50 mL di acqua distillata, agitando fino alla massima dissoluzione
(possono rimanere particelle di eccipienti non solubilizzate).
3. Aggiungere 5 gocce di salda d’amido
4. Titolare fino a comparsa della colorazione azzurro/grigia
5. Dai valori ottenuti calcolare la quantità incognita di acido ascorbico.
1. Pesare alla bilancia tecnica prima e analitica dopo circa 1 g di polvere di VENORUTON.
2. Aggiungere circa 50 mL di acqua distillata, agitando fino alla massima dissoluzione
(rimane una sospensione).
3. Aggiungere 5 gocce di salda d’amido
4. Titolare fino a comparsa della colorazione azzurro/grigia
5. Dai valori ottenuti calcolare la quantità incognita di acido ascorbico.
O O
HO O O
O + 2I- + 2H+
+ I2
HO O CH CH2OH
CH CH2OH
HO HO
Vetreria occorrente:
• Matraccio da 100 ml
• Beuta a smeriglio con tappo
• Cilindro da 25 ml
• Provette
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
48
8° Esperienza di Laboratorio: Determinazione Iodometrica della Cloramina-T.
Reazioni:
A) Standardizzazione della soluzione di sodio tiosolfato.
Procedura
Pesare esattamente in una provetta lo iodato di potassio (intorno a 0.2 g). Versare la
sostanza in un matraccio da 100 mL e portare a volume con acqua distillata. Agitare fino a
completa dissoluzione.
Prelevare un'aliquota esatta da 25 mL di soluzione e porla in una beuta a smeriglio.
Diluire con 25 mL di acqua distillata, aggiungere 5 mL di soluzione 2 N di HCl e quindi 10 mL
della soluzione di KI al 10%. Lasciare la beuta tappata e al buio per 3 minuti.
Riempire la buretta da 50 mL con Na2S2O3 circa 0.1 N, LAVARE IL TAPPO DELLA BEUTA e
titolare fino a che la soluzione da bruna diventa giallina. A questo punto aggiungere alcune
gocce di salda d'amido e finire la titolazione fino a scomparsa della colorazione azzurra.
Dai valori ottenuti ricavare il titolo esatto della soluzione in esame con relativo errore
sperimentale.
49
50
8° Esperienza di Laboratorio: Determinazione Iodometrica della Cloramina-T.
Reazioni:
B) Determinazione della cloramina-T.
H+
+ H2O + NaClO Cloramina-T (PE = PM /2 = 281.46 /2)
Procedura
Portare a volume il matraccio dell’incognita, prelevare un'aliquota esatta di 25 mL e porla
nella beuta a smeriglio.
Diluire con 25 mL di acqua distillata, aggiungere 5 mL di soluzione 2N di HCl e poi 10 mL
della soluzione di KI al 10%.
Lasciare la beuta tappata al buio per 3 minuti. Aprire la beuta lavando il tappo, riempire
la buretta con Na2S2O3. Titolare fino a che la soluzione da bruna diventa giallina, a questo
punto aggiungere alcune gocce di salda d'amido e portare a termine la titolazione fino a
scomparsa della colorazione azzurra.
Calcolare la quantità incognita di Cloramina-T in grammi e relativo errore sperimentale.
NB: Nella relazione riportare le reazioni di ossido-riduzione che sono alla base delle
titolazioni effettuate.
51
Bromometria (Bromatometria)
Con il termine BROMOMETRIA si intende l’impiego analitico sia della
soluzione di BROMO che di BROMATO.
52
Bromometria (Bromatometria)
In soluzione acida lo ione bromato è un ossidante abbastanza energico:
può dare luogo a DUE differenti prodotti di riduzione: Br- o Br2
In soluzione acida:
DETERMINAZIONE QUANTITATIVA
N
N N
56
ROSSO METILE
Preparazione di una soluzione 0.1 N di KBrO3
58
A causa della VOLATILITÀ del bromo, queste reazioni di ossido-riduzione
devono essere eseguite in beuta chiusa e alla temperatura più bassa possibile.
In molti casi le titolazioni con bromo vengono eseguite per ritorno (retrotitolazione),
ossia si tratta la sostanza riducente con un eccesso NOTO di soluzione di bromato
e uno NON NOTO di bromuro (KBrO3 + KBr) in ambiente acido.
60
Determinazione di sostanze fenoliche
- Per molte sostanze di natura fenolica riportate nella F.U. è prevista la sostituzione
dell’idrogeno aromatico con il bromo e la retrotitolazione del bromo che non ha
reagito attraverso l’aggiunta di KI, produzione di iodio, titolazione con sodio
tiosolfato in presenza di salda d’amido.
- La quantità di tiosolfato sarà così proporzionale allo iodio prodotto dallo ioduro per
azione del bromo in eccesso che non avrà reagito.
- Una quantità esattamente pesata in bilancia analitica del campione (PM 142.6) in esame si
scioglie in una beuta con tappo a smeriglio con acido acetico glaciale.
- Si aggiunge KI solido, si diluisce e si titola con sodio tiosolfato 0.1 N, impiegando salda
d’amido come indicatore. Si deve eseguire una prova in bianco.
Cl Cl Br
+ 2 Br2 + 2HBr
OH OH
Br
63
Iodimetria e Iodometria
Con il termine “IODIMETRIA” si definisce la titolazione che utilizza (come
titolante) una soluzione di iodio, con il termine “IODOMETRIA” invece la
titolazione che utilizza una soluzione di sodio tiosolfato.
La particolare posizione del sistema “iodio-ioduro”, quasi al centro della scala dei
potenziali redox (E° = 0.535 V), l'esattezza e la sicurezza con cui è possibile
apprezzare il punto finale di una titolazione iodimetrica o iodometrica,
rende i metodi molto usati in analisi volumetrica di composti d’interesse
farmaceutico.
1
Iodimetria e Iodometria
2
A) Metodo Diretto o Iodimetrico
Red + I2 I- + Ox
3
Iodimetria e Iodometria
IL CONTROLLO DEL pH DELLE SOLUZIONI È DI ESTREMA IMPORTANZA SIA
NELLA IODIMETRIA CHE NELLA IODOMETRIA.
4
AMILOSIO
5
Pratica dei Metodi Metodo diretto: IODIMETRIA
Per quanto lo iodio possa essere considerato una sostanza madre, nonostante la
sua volatilità, è preferibile preparare una soluzione 0.1 N a titolo approssimato
ed eseguire, successivamente, la sua standardizzazione.
6
Preparazione della soluzione di iodio 0.1 N
8
Pratica dei Metodi Metodo diretto: IODIMETRIA
B) Con una soluzione a titolo noto (0.1 N) di sodio tiosolfato (Na2S2O3). Il sodio
tiosolfato deve essere previamente standardizzato.
9
ANALISI VOLUMETRICA
7a Esperienza di Laboratorio
O O
HO O O
O + 2I- + 2H+
+ I2
HO O CH CH2OH
CH CH2OH
HO HO
Vetreria occorrente:
• Matraccio da 100 ml
• Beuta
• Cilindro da 25 ml
• Provette
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
Standardizzazione della soluzione di Lugol circa 0.15 N
utilizzando una soluzione A TITOLO NOTO di Na2S2O3
• La specie I3- aggiunta reagisce in primo luogo con S2O32– e NON con la salda
d’amido (con cui interagisce solo in un secondo momento)
amido
→
VIRAGGIO DI UNA SOLUZIONE DI IODIO IN
PRESENZA DI AMIDO COME INDICATORE
Standardizzazione della soluzione di Lugol circa 0.15 N
utilizzando una soluzione a titolo noto di Na2S2O3
0,74g
NI3- = ? = 0,1N
124,1 x 15 mL x 4
Ogni compressa (circa 1.8 g*)
contiene 500 mg di acido
ascorbico
1. Pesare alla bilancia tecnica prima e analitica dopo circa 0.18 g di polvere di CEBION.
2. Aggiungere circa 50 mL di acqua distillata, agitando fino alla massima dissoluzione
(possono rimanere particelle di eccipienti non solubilizzate).
3. Aggiungere 5 gocce di salda d’amido
4. Titolare fino a comparsa della colorazione azzurro/grigia
5. Dai valori ottenuti calcolare la quantità incognita di acido ascorbico.
18
Elettrodi Indicatori
GLI ELETTRODI INDICATORI VANNO SCELTI IN FUNZIONE DEL TIPO DI
TITOLAZIONE DA ESEGUIRE e ovviamente dall’analita da determinare.
Titolazioni redox: si devono usare elettrodi di materiali inerti quali Pt, Au.
19
Elettrodi Indicatori (o di misura)
Requisiti ideali:
Selettività
Rapidità di risposta
Potenziale riproducibile
20
Elettrodi Indicatori a Membrana
Il metodo più conveniente per determinare il pH è la MISURA DEL
POTENZIALE SVILUPPATO ATTRAVERSO UNA SOTTILE MEMBRANA
che separa due soluzioni con differenti concentrazioni di H+.
- Membrane cristalline
A) Membrane di vetro
B) Liquide
C) Liquide immobilizzate
21
La sonda combinata è costituita da un
Elettrodo di VETRO
elettrodo indicatore di vetro e da un elettrodo
di riferimento argento/cloruro di argento
(elettrodo di riferimento esterno). Un
secondo elettrodo argento/cloruro d’argento
serve come riferimento interno per l’elettrodo
a vetro. I due elettrodi sono disposti
coassialmente, con l’elettrodo di riferimento
interno nel centro e il riferimento esterno
nella parte esterna. Il riferimento è in contatto
con la soluzione dell’analita attraverso il vetro
poroso o altri opportuni mezzi porosi.
2
)
Concentrazione Concentrazione
nota e fissa incognita e variabile 22
Composizione e struttura di una membrana di vetro
Ogni atomo di silicio è legato a 4 atomi di
ossigeno (uno dei quali è disposto al di sopra o al
di sotto del piano del foglio). Le numerose cariche
negative del gruppo silicato sono
controbilanciate da cationi a carica singola (es
Na+ e Li+) mobili all’interno della struttura 3D
(responsabili della conduzione elettrica all’interno
della struttura).
Perché un elettrodo di vetro possa funzionare per
la misura del pH, le due superfici di vetro della
membrana devono essere idratate (per favorire
la mobilità ionica).
Membrana
Potenziale interfase
Eb = E 1 – E2
30
Titolazione Potenziometrica
(Analisi Volumetrica di tipo Potenziometrico)
Attrezzatura:
1- Potenziometro (pHmetro e/o millivoltmetro)
2 a- Elettrodo di riferimento
b- Elettrodo di misura } (elettrodo combinato)
3- Termometro (opzionale)
4- Buretta
5- Ancoretta magnetica
6- Agitatore magnetico
31
Titolazione Potenziometrica
In Pratica:
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
4,00
2,00
0,00
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 40,00 45,00 50,00
mL Titolante
34
A) Determinazione del punto equivalente con il metodo grafico
dei prolungamenti
1- Tracciare le rette tangenti ai tratti quasi rettilinei della curva di titolazione.
2- Individuare i punti A e B situati sui tratti quasi rettilinei, e da parti opposte rispetto
al flesso. Tracciare per essi due rette parallele.
3- Individuare i punti medi sui segmenti AP e BQ e congiungerli tra loro.
4- L’intersezione di questo segmento con la curva di titolazione dà il punto di flesso
e consente, quindi, di stabilire il valore del volume di titolante al PE (cioè VE).
35
A) Determinazione del punto equivalente con il metodo grafico
dei prolungamenti
11
10
pH
9
4
0 5 10 15 20 25 30
mL di NaOH (circa 0.1 M)
36
B) Determinazione del punto equivalente con il metodo
matematico della derivata prima
37
9° Esperienza di Laboratorio: Determinazione della concentrazione di una
soluzione incognita di H3PO4 per via potenziometrica e mediante una
soluzione di NaOH a titolo noto
Materiale occorrente:
• NaOH a titolo noto
• H2O distillata
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 mL
• Buretta da 50 mL
• Spruzzetta
• Potenziometro ed elettrodo a vetro
• Carta millimetrata
Procedura
- Portare a volume il matraccio con la soluzione da titolare, prelevare esattamente 25 mL quindi diluire
con H2O distillata (fino a circa 150 mL).
- Posizionare il becher (o la beuta) sull'agitatore magnetico, inserire un'ancoretta magnetica, e quindi
immergere l'elettrodo misuratore di pH.
ATTENZIONE: L'ELETTRODO NON DEVE TOCCARE LE PARETI DELLA BEUTA E L'ANCORETTA
MAGNETICA ! ! !
- Titolare aggiungendo, inizialmente, 1 mL (o 0.5 mL) di NaOH alla volta e annotare i valori di pH
corrispondenti.
- In prossimità del 1° PE si nota una brusca variazione di pH.
- Aggiungere NaOH goccia a goccia finché la variazione non diminuisce quindi ricominciare ad
aggiungere 1 mL e procedere come prima fino al 2° PE. NB: Non superare pH 12!!!
- Con i dati ottenuti costruire la curva di titolazione e quelle delle derivate prima e seconda; qiondi,
ricavare la concentrazione della soluzione incognita (Risultato in g/100 mL di H3PO4). 38
Iodimetria e Iodometria
Con il termine “IODIMETRIA” si definisce la titolazione che utilizza (come
titolante) una soluzione di iodio, con il termine “IODOMETRIA” invece la
titolazione che utilizza una soluzione di sodio tiosolfato.
La particolare posizione del sistema “iodio-ioduro”, quasi al centro della scala dei
potenziali redox (E° = 0.535 V), l'esattezza e la sicurezza con cui è possibile
apprezzare il punto finale di una titolazione iodimetrica o iodometrica, rende il
metodo molto usato in analisi volumetrica di composti d’interesse farmaceutico.
CH3 CH3
H+
+ H2O + NaClO
O S ONa SO2NH2
NCl
3
B) Metodo Indiretto o Iodometrico
Si usa quando SI DEVONO TITOLARE SOLUZIONI IN CUI È PRESENTE UN
FORTE OSSIDANTE in grado di ossidare quantitativamente lo ioduro a iodio.
N.B. Il metodo indiretto è impiegabile per l'analisi di tutte le sostanze che sono agenti
ossidanti più energici dello iodio: permanganato, bicromato, bromato, iodato, clorato,
IPOCLORITO, nitrito, ecc.
4
B) Metodo Indiretto o Iodometrico
5
B) Metodo Indiretto o Iodometrico
PM=PE
6
Iodimetria e Iodometria
IL CONTROLLO DEL pH DELLE SOLUZIONI È DI ESTREMA IMPORTANZA SIA
NELLA IODIMETRIA CHE NELLA IODOMETRIA.
7
Iodometria
L’ossidazione (QUANTITATIVA) del tiosolfato a tetrationato avviene
in ambiente NEUTRO O DEBOLMENTE ACIDO.
TIOSOLFATO DI SODIO.
8
Iodometria
• Il tiosolfato viene decomposto in ambiente MARCATAMENTE acido
secondo il seguente schema reattivo:
Rende torbida la
S2O32- + H+ HS2O3- HSO3- + S soluzione
amido
→
11
Titolazioni redox iodometriche
I2 + 2S2O32– → 2I– + S4O62–
analita
I2
12
I2+ amido
Titolazioni redox iodometriche
I2 + 2S2O32– → 2I– + S4O62–
Per questi motivi, per poter preparare 1 litro di una soluzione 0.1 N di tiosolfato
sodico, è opportuno pesare 25 g di sodio tiosolfato pentaidrato, solubilizzarli a
freddo in acqua distillata bollita di recente e aggiungervi circa 2-3 g di borace.
Si porta, quindi, a volume con acqua distillata bollita.
La soluzione così preparata deve essere lasciata riposare per almeno due
giorni, per essere sicuri che il titolo sia stabile.
Reazioni considerate:
16
8° Esperienza di Laboratorio: Determinazione Iodometrica della Cloramina-T.
Materiale occorrente:
• Soluzione di KI 10%
• Soluzione HCl 2N
• Salda d'amido
• KIO3
• Soluzione 0.1 N di sodio tiosolfato
Vetreria occorrente:
• Matraccio da 100 ml
• Beuta a smeriglio con tappo
• Cilindro da 25 ml
• Provette
• Buretta da 50 ml
• Pipetta da 25 ml, con propipetta
17
8° Esperienza di Laboratorio: Determinazione Iodometrica della Cloramina-T.
Reazioni:
A) Standardizzazione della soluzione di sodio tiosolfato.
Procedura
Pesare esattamente in una provetta lo iodato di potassio (intorno a 0.2 g). Versare la
sostanza in un matraccio da 100 mL e portare a volume con acqua distillata. Agitare fino a
completa dissoluzione.
Prelevare un'aliquota esatta da 25 mL di soluzione e porla in una beuta a smeriglio.
Diluire con 25 mL di acqua distillata, aggiungere 5 mL di soluzione 2 N di HCl e quindi 10 mL
della soluzione di KI al 10%. Lasciare la beuta tappata e al buio per 3 minuti.
Riempire la buretta da 50 mL con Na2S2O3 circa 0.1 N, LAVARE IL TAPPO DELLA BEUTA e
titolare fino a che la soluzione da bruna diventa giallina. A questo punto aggiungere alcune
gocce di salda d'amido e finire la titolazione fino a scomparsa della colorazione azzurra.
Dai valori ottenuti ricavare il titolo esatto della soluzione in esame con relativo errore
sperimentale.
18
19
8° Esperienza di Laboratorio: Determinazione Iodometrica della Cloramina-T.
Reazioni:
B) Determinazione della cloramina-T.
H+
+ H2O + NaClO Cloramina-T (PE = PM /2 = 281.46 /2)
Procedura
Portare a volume il matraccio dell’incognita, prelevare un'aliquota esatta di 25 mL e porla
nella beuta a smeriglio.
Diluire con 25 mL di acqua distillata, aggiungere 5 mL di soluzione 2N di HCl e poi 10 mL
della soluzione di KI al 10%.
Lasciare la beuta tappata al buio per 3 minuti. Aprire la beuta lavando il tappo, riempire
la buretta con Na2S2O3. Titolare fino a che la soluzione da bruna diventa giallina, a questo
punto aggiungere alcune gocce di salda d'amido e portare a termine la titolazione fino a
scomparsa della colorazione azzurra.
Calcolare la quantità incognita di Cloramina-T in grammi e relativo errore sperimentale.
NB: Nella relazione riportare le reazioni di ossido-riduzione che sono alla base delle
titolazioni effettuate.
20
21
In corrispondenza del punto di flesso,
la curva della derivata seconda (d2pH/dV2) in
funzione del volume di titolante (V)
passa per lo zero
22
Titolazione Potenziometrica
(Analisi Volumetrica di tipo Potenziometrico)
Attrezzatura:
1- Potenziometro (pHmetro e/o millivoltmetro)
2 a- Elettrodo di riferimento
b- Elettrodo di misura } (elettrodo combinato)
3- Termometro (opzionale)
4- Buretta
5- Ancoretta magnetica
6- Agitatore magnetico
23
Titolazione Potenziometrica
In Pratica:
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
4,00
2,00
0,00
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 40,00 45,00 50,00
mL Titolante
26
A) Determinazione del punto equivalente con il metodo grafico
dei prolungamenti
1- Tracciare le rette tangenti ai tratti quasi rettilinei della curva di titolazione.
2- Individuare i punti A e B situati sui tratti quasi rettilinei, e da parti opposte rispetto
al flesso. Tracciare per essi due rette parallele.
3- Individuare i punti medi sui segmenti AP e BQ e congiungerli tra loro.
4- L’intersezione di questo segmento con la curva di titolazione dà il punto di flesso
e consente, quindi, di stabilire il valore del volume di titolante al PE (cioè VE).
27
A) Determinazione del punto equivalente con il metodo grafico
dei prolungamenti
11
10
pH
9
4
0 5 10 15 20 25 30
mL di NaOH (circa 0.1 M)
28
B) Determinazione del punto equivalente con il metodo
matematico della derivata prima
29
9° Esperienza di Laboratorio: Determinazione della concentrazione di una
soluzione incognita di H3PO4 per via potenziometrica e mediante una
soluzione di NaOH a titolo noto
Materiale occorrente:
• NaOH a titolo noto
• H2O distillata
Vetreria occorrente:
• Beuta da 250 mL
• Buretta da 50 mL
• Spruzzetta
• Potenziometro ed elettrodo a vetro
• Carta millimetrata
Procedura
- Portare a volume il matraccio con la soluzione da titolare, prelevare esattamente 25 mL quindi diluire
con H2O distillata (fino a circa 150 mL).
- Posizionare il becher (o la beuta) sull'agitatore magnetico, inserire un'ancoretta magnetica, e quindi
immergere l'elettrodo misuratore di pH.
ATTENZIONE: L'ELETTRODO NON DEVE TOCCARE LE PARETI DELLA BEUTA E L'ANCORETTA
MAGNETICA ! ! !
- Titolare aggiungendo, inizialmente, 1 mL (o 0.5 mL) di NaOH alla volta e annotare i valori di pH
corrispondenti.
- In prossimità del 1° PE si nota una brusca variazione di pH.
- Aggiungere NaOH goccia a goccia finché la variazione non diminuisce quindi ricominciare ad
aggiungere 1 mL e procedere come prima fino al 2° PE. NB: Non superare pH 12!!!
- Con i dati ottenuti costruire la curva di titolazione e quelle delle derivate prima e seconda; qiondi,
ricavare la concentrazione della soluzione incognita (Risultato in g/100 mL di H3PO4). 30
SPETTROSCOPIA DI ASSORBIMENTO
UV-Vis
RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE
S + Energia → S*
st. fondamentale st. eccitato
Su questo principio si basa la SPETTROSCOPIA DI ASSORBIMENTO
S + hν → S*
APPLICAZIONI ANALITICHE
E’ stato ampiamente dimostrato che c’è una DIPENDENZA lineare fra l’assorbanza
(A) e la concentrazione (C) dell’analita da dosare; questa dipendenza però non
viene sempre rispettata.
A= x C x l
Il coefficiente ε:
✓ è detto ‘coefficiente di estinzione molare’
✓ rappresenta l’assorbività molare se la concentrazione C è espressa in moli/L
✓ è specifico per una data sostanza
Legge di Lambert-Beer: deviazioni dalla linearità
✓ Deviazioni reali
✓ Fattori chimici
✓ Fattori strumentali
Deviazioni reali:
✓ Elevata concentrazione (> 0.01 M). A concentrazioni moderatamente alte, le
interazioni soluto-soluto e soluto-solvente condizionano l’intorno dell’analita e di
fatto il processo di assorbimento.
✓ Alterazione dell’indice di rifrazione n della soluzione con la concentrazione (perché ε
dipende da n).
✓ Presenza dell’analita in forma sia ionizzata che non ionizzata: in questo caso si ha
una variazione di ε.
Deviazioni chimiche:
✓ Fenomeni di dissociazione o formazione di complessi producono nuove specie
chimiche che di fatto possiedono una diversa ε e danno luogo ad un diverso
assorbimento.
✓ Reazioni fra soluto e solvente.
Fattori operativi:
✓ Errore nella pesata e nella preparazione delle soluzioni
✓ Perdita di sensibilità dello strumento
✓ Pulizia inadeguata delle celle
✓ Errore nella scelta della lunghezza d’onda a cui operare
✓ Presenza di interferenti
VALUTAZIONE DELLO SPETTRO in analisi QUALITATIVA
Gli spettri di assorbimento nell’UV e visibile sono caratteristici e possono essere utili per
l'identificazione di ogni sostanza. Sono però spesso complessi o formati da piu’ bande
anche allargate. Difficilmente gli spettri elettronici caratterizzano con sicurezza una
sostanza. Comunque il loro esame di può consentire di escludere che ad un composto
incognito venga attributita una particolare struttura (es. consentono di differenziare
composti aromatici da quelli non aromatici).
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SCELTA DELLA LUNGHEZZA D'ONDA in analisi QUANTITATIVA
Nel caso di miscele di sostanze, la scelta, per la determinazione di una sostanza, cadrà
su una lunghezza d'onda non assorbita (o molto poco) dalle altre sostanze presenti
nella miscela
AZZERAMENTO CON IL BIANCO
Per aggirare questo problema, prima di misurare l'assorbanza del campione in esame, si
corregge l'assorbanza attraverso la PROCEDURA DI AZZERAMENTO:
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SPETTROFOTOMETRO A DOPPIO RAGGIO CON MONOCROMATORE
E SELETTORE DI LUNGHEZZA D’ONDA
Determinazione della concentrazione della sostanza in esame
Metodo diretto
Essendo l noto (dimensioni della cuvetta) si deve necessariamente disporre del valore
di ε relativo alla sostanza in esame.
Se ε è noto (da precedenti esperienze o perchè tabulato in letteratura) il calcolo è
immediato. In alternativa, è possibile ottenere il valore di ε misurando l'assorbanza
(A0) di una soluzione a concentrazione nota (C0):
ε = A0 / (l x C0)
✓ Determinare l’assorbanza delle quattro soluzioni diluite (p.to 3) alla lunghezza d’onda ()
di 260 nm, riempiendo una delle cuvette con la soluzione in esame e lasciando l’altra con
il bianco.
Y = a + bx
c
A
intercetta εxl
CONCENTRAZIONE (mg/L)