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Normativa Farmaceutica – Prof. Matricardi – Lezione del 03.10.

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I medicinali interessano circa il 40% del fatturato totale di una farmacia, il restante 60% è dato dai dispositivi medici
e dagli integratori.
Ad oggi, il farmacista è diventata una figura professionale più complessa perché, con la nuova “farmacia dei servizi”,
deve essere pronto ad interfacciarsi con tante situazioni diverse.

Farmacopea Ufficiale Italiana ed Europea, Sito dell’AIFA, Sito del Ministero della Salute  contengono ogni tipo di
informazione sui medicinali (es. normativa tecnica, normativa cogente). Sono sempre aggiornati in tempo reale.

Testi obbligatori in farmacia: Farmacopea Ufficiale, Lista di trasparenza, Tariffa Nazionale, Registro degli
Stupefacenti, ecc.

Domanda: Differenza tra Normativa e Legislazione?

Normativa  è una norma tecnica decisa al livello internazionale da dei consessi internazionali (es. ICH =
International Conference on Harmonization) attraverso dei consessi internazionali. All’interno di questi consessi si
creano delle regole volontarie (regole create consensualmente tra Paesi, produttori, ecc.).

Norma di Legge  è una norma cogente, in poche parole obbliga a fare le cose in un certo modo.

Esempio: lo Stato decide che nessuna azienda può immettere sul territorio italiano un medicinale se non ha ottenuto
una preventiva autorizzazione di immissione in commercio da parte di AIFA. A questo punto è l’AIFA che per poter
dare l’autorizzazione di immissione in commercio ha bisogno di valutare tutta la documentazione necessaria; quindi,
è l’AIFA che crea delle norme tecniche legate alle norme internazionali.
- La norma cogente indica il soggetto responsabile dell’immissione in commercio.
- Il soggetto responsabile è colui che, grazie alle valutazioni tecniche, individua le norme tecniche che devono
essere seguite.
Questo meccanismo viene attuato poiché le norme tecniche variano molto velocemente, e solo un’agenzia
regolatoria così “snella”, che non necessita di passare attraverso un vaglio parlamentare, è in grado di modificare le
norme tecniche in tempi ragionevoli.

Fondamentalmente la differenza è:
 Norma tecnica  norma non obbligatoria;
 Norma cogente  norma obbligatoria.

Esiste una norma “intermedia”, ossia il Decreto Ministeriale (es. Farmacopea Ufficiale deriva da un D.M.).
Questa è una norma tecnica che passa attraverso una promulgazione tramite decreto ministeriale.
Non a caso, ogni volta che la F.U. viene modificata, la modifica viene comunicata attraverso un decreto ministeriale.
Quando una norma (tipo decreto ministeriale) descrive apparati tecnici viene definita codice (Codice Farmaceutico).

In caso, ad esempio, di variazione sui dispositivi medici, arriverà una semplice indicazione generale che deriva da una
norma tecnica.

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Le sostanze che hanno azione terapeutica per poter essere usate in terapia vanno trasformate in preparati aventi
forma e dose di medicamento.

Forma Farmaceutica: è una particolare elaborazione del principio attivo al fine di dare ad esso aspetto e
caratteristiche adatte alla somministrazione nella maniera più semplice, pratica ed efficace.

Domanda: la soluzione è una forma farmaceutica?


In questo caso, questo termine indica solamente che il principio attivo è solubilizzato all’interno di un solvente (es.
acqua).
La soluzione in generale (es. soluzione per somministrazione orale) non è una forma farmaceutica, mentre una
soluzione oftalmica è sicuramente una forma farmaceutica perché deve avere delle caratteristiche particolari, ad
esempio, deve essere sterile ed isotonica.

N.B. Attenzione alla differenza tra forma farmaceutica e aspetto chimico-fisico.


Esempio: Una supposta può essere usata sia per via anale, sia per via vaginale. In questo caso, la supposta dovrà
avere caratteristiche diverse in base al suo utilizzo perché si parla di due ambienti diversi tra loro.

Dose: rappresenta la quantità di farmaco/principio attivo che somministrata una sola volta porta ad una risposta
terapeutica.

L’unità posologica può coincidere con la dose ma si porta dietro anche tutto il resto della formulazione.
La dose contenuta in una capsula è colei che si occupa della risposta terapeutica, mentre la capsula, che equivale alla
forma farmaceutica, in questo caso coincide con l’unità posologica.

La classificazione delle forme farmaceutiche è sempre un mix tra vari fattori, ad esempio:
- Forma farmaceutica;
- Via di somministrazione;
- Eccipienti;
- Aspetto fisico;
- Destinazione;
- Ecc.

Ovviamente, per realizzare una forma farmaceutica, il farmacista deve seguire le direttive indicate in F.U.

Esempi di forme farmaceutiche sono:


-Polveri -Compresse
-Capsule -Granulati
-Pastiglie -Confetti
-Soluzioni -Sospensioni
-Emulsioni -Ecc.

Classificandole in base allo stato fisico, esistono forme farmaceutiche di tipo:


-Solide -Liquide
-Semi-solide -Iniettabili
-Sterili -Gassose

Le forme farmaceutiche si dividono in due grandi categorie:


1. Forme farmaceutiche convenzionali: sono quelle che portano ad un rilascio immediato del principio attivo.
Dove i diluenti o gli eccipienti hanno una funzione tecnologica e non sono completamente relazionati con la
biodisponibilità del medicinale.
2. Forme farmaceutiche innovative/non convenzionali: sono quelle in cui la forma farmaceutica è lavorata in
modo tale da permettere il rilascio del principio attivo secondo un programma predefinito (es. i rilasci
controllati  formula retard). Queste forme farmaceutiche hanno il vantaggio di migliorare la compliance
terapeutica (il grado con cui il paziente esegue la prescrizione medica).
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Spesso il problema non è il medicinale, ma è l’aderenza del paziente alla terapia.
Esempio: Se il medico chiede al paziente di prendere 5 compresse a giorno per una terapia cronica, è probabile che il
paziente non rispetti la terapia a dovere.
Se si riesce ad elaborare una nuova forma farmaceutica che consente la riduzione da 5 compresse al dì a 1
compressa al dì, sicuramente ci sarà da parte del paziente più aderenza al piano terapeutico.

Tra le forme farmaceutiche non convenzionali ci sono:


- Forme farmaceutiche a rilascio modificato: preparazioni dove i parametri di velocità del rilascio del principio
attivo sono diversi rispetto alla forma farmaceutica convenzionale;
- Forme farmaceutiche a rilascio prolungato: preparazioni che liberano il farmaco lentamente nel tempo
permettendo di prolungare la durata del suo effetto rispetto ad una forma farmaceutica convenzionale (es.
capsule gastroresistenti ricoperte di Eudragit);
- Forme farmaceutiche a rilascio ripetuto: preparazioni a rilascio sequenziale del farmaco nel tempo.

Parenterali a grande volume  sono delle preparazioni iniettabili che hanno un volume superiore ai 100 ml.
Parenterali a piccolo volume  preparazioni iniettabili che hanno un volume inferiore ai 100 ml.

Le forme farmaceutiche di suddividono anche in:


- Forme farmaceutiche a singola dose: all’interno della singola unità (es. capsula, compressa, ecc.) è presente la
quantità di principio attivo sufficiente a dare luogo ad una risposta terapeutica. Per questo motivo è una forma
farmaceutica facile da gestire per il paziente;
- Forme farmaceutiche a dose multipla: è una forma farmaceutica (es. sciroppo, polvere, sospensione) dove la
realizzazione dell’unità posologica è compito del paziente. In questo caso, è importate valutare tante piccole
cose:
1. Nei farmaci multidose si possono utilizzare solo principi attivi che non richiedono particolari attenzioni in
termini di sicurezza (questo perché il paziente non riuscirà sempre a prelevare la quantità di farmaco
precisa);
2. Il medicinale deve essere sempre accompagnato da un idoneo sistema di misurazione (es. siringa, misurino).

Ad oggi, il linguaggio tecnico sta cambiando, quello che comunemente veniva chiamato principio attivo, ora sta
diventando API (active pharmaceutical ingredient)  ingrediente farmaceutico attivo.
Ovviamente l’API è diverso dagli eccipienti, i quali sono inattivi dal punto di vista farmaceutico ma sono in grado di
influenzare la biodisponibilità.
La combinazione di questi due elementi porta a quello che tecnicamente viene definito come medicinale.
I medicinali possono essere prodotti industrialmente o in farmacia ma in entrambi i casi si deve fare attenzione a
qualità, efficacia e sicurezza. Per quanto riguarda i medicinali di origine industriale sono fondamentali anche altri due
elementi:
- Autorizzazione alla produzione: è un’autorizzazione degli impianti perché, ad esempio, per produrre un collirio è
importante avere degli impianti che rispondono a determinate norme tecniche (es. pratico: la norma tecnica
sostiene che quando inflacono uno sterile iniettabile devo avere una camera sterile con certe caratteristiche,
mentre nel caso di un collirio è sufficiente garantire sterilità nell’area di caricamento della soluzione). Questa
autorizzazione è molto importante quando si devono produrre forme farmaceutiche come soluzioni iniettabili o
soluzioni oftalmiche (colliri). A rilasciare l’autorizzazione alla produzione è l’AIFA e questo avviene solo dopo
un’attenta ispezione degli impianti.
- Autorizzazione all’immissione in commercio: con l’autorizzazione alla produzione, l’industria può produrre una
determinata forma farmaceutica, ad esempio il collirio, ma solo dopo aver ottenuto anche l’autorizzazione
all’immissione in commercio può produrre un determinato tipo di collirio.

Il medicinale è composto necessariamente da una forma farmaceutica e da un contenitore che può essere primario
o secondario.
Esiste un capitolo intero in F.U. dedicato ai contenitori primari, ovvero ai materiali che possono entrare in contatto
con le forme farmaceutiche. È importantissimo scegliere con cura i materiali dei contenitori perché, ad esempio,
esistono delle tipologie di vetro composte da metalli, i quali a contatto con la forma farmaceutica potrebbero
danneggiarla.
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La forma farmaceutica (principio attivo + eccipienti) si trova all’interno di un contenitore primario. È obbligatoria la
presenza del foglietto illustrativo. A contenere il tutto vi è un contenitore secondario, ovvero la scatola del
medicinale. Sulla scatola, è presente l’etichetta che, in caso di prodotti per la salute, è fortemente regolamentata da
norme tecniche e di legge.
Sull’etichetta troviamo:
- Nome del farmaco (utile anche per capire se si tratta di un originale o di un generico);
- Casa produttrice e stabilimento di produzione;
- Dose;
- Via di somministrazione;
- Data di scadenza (sempre indicata mese/anno);
- Lotto (importante per la tracciabilità);
- Numero della AIC  autorizzazione dell’immissione in commercio;
- Nome del principio attivo;
- Avvertenze e precauzioni;
- Forma farmaceutica;
- Regime di dispensazione;
- Simbolo dello ‘Smile’ (in caso di un OTC  farmaco da banco);
- Fustella: dove c’è un codice a barre per l’identificazione del farmaco;
- Prezzo;
- Composizione del farmaco (principio attivo ed eccipienti): è disciplinata da una norma, la quale sostiene che in
caso di prodotti oftalmici ed iniettabili è obbligatorio indicare tutti gli eccipienti. Invece, per quanto riguarda gli
altri prodotti, si possono indicare gli eccipienti più importanti;
- Modalità di conservazione.

N.B. Ultimamente le scatole dei medicinali non hanno più i lembi laterali che si aprono facilmente perché alcune
aziende hanno deciso di sigillarle. Questo è per evitare lo sconfezionamento e per garantire la qualità del medicinale;
solo l’utilizzatore può aprire il medicinale.

Preparati medicinali multipli  possono essere allestiti in farmacia su semplice decisione del farmacista. A poter
essere preparate sono solo le preparazioni descritte in Farmacopea Ufficiale.
I farmaci galenici possono essere officinali ma anche magistrali. La preparazione magistrale è quella che viene fatta
sulla base di una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente, per questo viene definita anche
preparazione personalizzata.
I preparati ospedalieri, invece, si basano su altre norme.

Un altro aspetto importante che riguarda i medicinali è senza dubbio il brevetto. Tutti i medicinali sono coperti da
una proprietà intellettuale. Secondo le norme, la proprietà intellettuale ha una durata di 20 anni, in alcuni casi è
possibile prolungare di altri 4/5 anni il periodo di privativa industriale (questo accade spesso nel mondo
farmaceutico). Al termine di questi 20/25 anni, il brevetto scade e altre aziende autorizzate potranno produrre e
commercializzare lo stesso prodotto ma come “equivalente”.

Il farmacista deve assicurare la qualità del medicinale, ciò significa che deve fare in modo che la sua preparazione
garantisca la presenza della stessa dose in ogni unità posologica.
Ad occuparsi, invece, della sicurezza e dell’efficacia di un principio attivo e della sua forma farmaceutica sono
rispettivamente gli studi pre-clinici e gli studi clinici.

In realtà, quando il farmacista (o l’azienda) allestisce una preparazione va incontro a problemi di sicurezza ed
efficacia legati alle materie prime o alle lavorazioni. In poche parole, durante l’allestimento di un preparato, il
farmacista può influenzare l’efficacia e la sicurezza del preparato stesso.
Perché succede questo?
Se viene adottato un processo produttivo che porta alla degradazione del principio attivo ed il farmacista non tiene
sotto controllo tale processo, il principio attivo potrebbe andare incontro a tossicità.

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Per questo motivo, tutto ciò che riguarda il laboratorio deve essere sempre sotto controllo, ad esempio:
- la scadenza e il mantenimento di una materia prima
- la possibilità di contaminazione tra due preparazioni diverse (dovuta magari ad una mancata pulizia dei
macchinari);
- ecc.

Il farmacista per non sbagliare e per garantire sicurezza, efficacia e qualità del medicinale deve seguire le Norme di
Buona Preparazione indicate in Farmacopea Ufficiale. Nelle NBP sono presenti anche una serie di prescrizioni
generali che derivano da delle norme tecniche che servono alle aziende per dimostrare la qualità del medicinale che
viene prodotto.

Nota Bene:
Il farmacista nelle preparazioni officinali deve semplicemente seguire una ricetta completa di tutte le indicazioni.
Nelle preparazioni magistrali, invece, la ricetta da seguire non è completa di tutti gli eccipienti e sta al farmacista
decidere quali usare.

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