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• I Radionuclidi;
- Nella ricetta Bianca NON è mai riportata la diagnosi e la patologia, c'è solo la prescrizione del
medicinale con i requisiti formali da rispettare per completare la prescrizione medica.
Il farmacista deve essere in grado, anche senza conoscere la patologia, di elaborare un pensiero rispetto
alla ragionevolezza della prescrizione e non soltanto controllare i formalismi della ricetta.
Dopo aver considerato il principio attivo, una valutazione importante che deve fare il farmacista
riguarda le sostanze che può utilizzare come eccipienti:
1. Per le formulazioni orali può utilizzare eccipienti tradizionali, detti GRAS -Generally
Recognized As Safe, come lattosio ecc. ma anche qualunque sostanza utilizzata a scopo
alimentare.
2. Per le formulazioni topiche, può essere utilizzata qualunque sostanza presente e già autorizzata
in ambito cosmetico.
All’Istituto Superiore di Sanità è affidato il coordinamento dei centri che effettuano la sperimentazione
perché si decise, a quel tempo, di tentare una sorta di verifica dell’efficacia su un campione ridotto, ma
i risultati furono sempre piuttosto negativi. L’Istituto Chimico Farmaceutico militare di Firenze
provvede alla preparazione dei medicinali inclusi quelli che non corrispondono, per formulazioni, a
specialità medicinali regolarmente in commercio. È importante sottolineare che esiste uno Stabilimento
Chimico Farmaceutico militare a Firenze autorizzato alla preparazione della cannabis.
Articolo 3: il medico nel prescrivere una specialità medicinale, dopo la legge viene inteso medicinale,
o altro prodotto industrialmente si attiene alle indicazioni terapeutiche, alle vie e alle modalità di
somministrazione previste dall'autorizzazione all’immissione in commercio rilasciata dal Ministero
della Sanità perché a quel tempo non c’era l’AIFA. Quindi bisogna sempre ricordare principio attivo,
le vie di somministrazione, le indicazioni terapeutiche e le modalità di somministrazione dove per
modalità si intende la posologia.
Leggendo una slide il prof dice che “In singoli casi, il medico può, sotto la sua diretta responsabilità e
previa informazione del paziente con acquisizione del consenso dello stesso, impiegare un medicinale
prodotto industrialmente per un'indicazione o una via di somministrazione o una modalità di
somministrazione e di utilizzazione diversa da quella autorizzata, qualora il medico stesso ritenga, in
base ai dati documentabili, che il paziente non possa essere utilmente trattato con medicinali per i quali
sia già approvata quell’indicazione terapeutica o quella via o modalità di somministrazione e purché
tale impiego sia noto e conforme a lavori apparsi su pubblicazioni scientifiche accreditate in campo
internazionale.”
Art. 5 Prescrizione di preparazione magistrali
“Fatto salvo il discorso del comma 2, i
medici possono prescrivere
preparazioni magistrali esclusivamente
a base di principi attivi descritti nelle
Farmacopee dei paesi dell'Unione
Europea o contenuti in medicinali
prodotti industrialmente di cui è
autorizzato il commercio in Italia o in un
altro paese dell'Unione Europea.”
Perché effettivamente ci può essere un medicinale il cui principio attivo non è ancora presente all'interno
delle farmacopee oppure il principio attivo c'è, ma il medicinale non c’è, comunque, allo stesso modo,
il medicinale è stato approvato e quindi è commercializzato ed in questo caso il medico può prescriverlo.
Continuando la lettura dell’Art. 5: “La prescrizione di preparazioni magistrali per uso orale può
includere principi attivi diversi da quelli previsti dal primo periodo, qualora questi siano contenuti in
prodotti non farmaceutici per uso orale regolarmente in commercio nei Paesi dell’Unione Europea;
parimenti, la prescrizione di preparazioni magistrali per uso esterno può includere principi attivi
diversi da quelli previsti dal primo periodo del presente comma, qualora questi siano contenuti in
prodotti cosmetici regolarmente in commercio in detti Paesi. È consentita la prescrizione di
preparazioni magistrali a base di principi attivi già contenuti in specialità medicinali la cui
autorizzazione all’immissione in commercio sia stata revocata o non confermata per motivi non
attinenti ai rischi d’impiego del principio attivo. Le ricette devono essere poi trasmesse mensilmente.”
Il Decreto Legislativo del 17 febbraio
1998, n. 23 è un decreto estremamente
importante perché delinea il campo
delle preparazioni magistrali
attraverso le indicazioni al medico e,
quindi, di conseguenza anche al
farmacista.
Il medico che prescrive può anche
sbagliare a stilare la ricetta, per cui il
farmacista ha il compito di controllare
che tutti gli elementi presenti nella
ricetta siano conformi alle prescrizioni
di legge.
Se il medico dimentica, ad esempio, di mettere la firma o la data, il farmacista non può allestire o
dispensare il medicinale perché mancano degli elementi che rendono quella ricetta valida.
Stanno aumentando sempre di più le prescrizioni di medicinali magistrali per cercare di andare incontro
alle esigenze specifiche dei pazienti.
Il Decreto Legislativo n. 219 del 2006 regola ogni singolo aspetto della vita del medicinale.
In particolare, il titolo VI di tale decreto definisce quali sono i regimi di dispensazione dei medicinali:
per un medicinale nel momento in cui viene richiesta l’autorizzazione all’immissione in commercio,
sono previsti alcuni mesi di tempo a disposizione per l’ente del paese per il quale si chiede
l’autorizzazione. La direttiva, che vale per tutti i paesi, divide i medicinali in due grandi classi:
1. Farmaci con ricetta
• Ricetta ripetibile RR
• Ricetta non ripetibile RNR
• Medicinali con ricetta ripetibile o non ripetibile che hanno delle limitazioni
perché devono essere prescritti soltanto in determinate condizioni particolari
Caso borderline: il medico sulla ricetta prescrive un medicinale chiedendo al farmacista, per esempio,
la ripartizione in un pilloliere. Ciò viene fatto per pazienti multi-terapeutici, con tante patologie,
soprattutto gli anziani, per i quali si può verificare un problema: il paziente deve prendere la medicina
la mattina alle 8, a mezzogiorno e alle 8 di sera, però prende anche un’altra compressa a metà mattinata,
un’altra a metà pomeriggio a giorni alterni perché è una formula retard e così via. Allora i parenti del
paziente possono prende un pilloliere, che è un oggetto con dei buchetti che si aprono ad un orario
prestabilito scritto sopra, si apre e si inserisce dentro la compressa per quella determinata
somministrazione a quella determinata ora. In assenza di familiari che possano fare ciò, questo può
essere fatto dal farmacista il quale però deve aprire le confezioni e quindi dovrà fare l'equivalente di
una preparazione magistrale andando contro i diritti brevettuali. Può utilizzare l’eccezione galenica,
ma questo non è il caso e quindi ci vorrebbe la prescrizione medica per farlo con tutte le condizioni che
ne fanno da contorno. Allora il trucco utilizzato dai farmacisti, assolutamente lecito, prevede che nel
momento in cui vengono dispensati i medicinali questi diventano proprietà del paziente, il quale può
farne quello che vuole e quindi può chiedere al farmacista di separarglieli nelle pilloliere. Questo
costituisce l’aspetto logico, ma quello che succede di solito è che il farmacista li prepara, li dà e fa lo
scontrino. Non è legittimo farlo prima del pagamento difatti è solo una scansione temporale diversa
degli eventi perché nel momento in cui il farmacista dispensa il medicinale al paziente/cliente, quindi,
passa dalle mani del farmacista a quello del paziente diventa di sua proprietà; quindi, il medicinale esce
dalla responsabilità del farmacista ed il paziente potrà farci quello che vuole.
Per i medicinali allestiti in farmacia
l'autorizzazione di produzione ed
immissione al commercio non c’è,
essendo implicita nelle autorizzazioni
che vengono date quando viene aperta
la farmacia, perché è obbligatorio
avere il laboratorio galenico attrezzato
secondo uno degli allegati della F.U.
La dispensazione del medicinale
magistrale è autorizzata dalla presenza
della ricetta medica ed il prezzo di
vendita da applicare viene calcolato in
base alla tariffa dei medicamenti.
L’etichetta ed il foglio illustrativo
sono di accompagnamento dei
medicinali allestiti in farmacia. Per
quanto riguarda la responsabilità
totalmente attribuita al farmacista è
inerente ai requisiti formali e
sostanziali del prodotto mentre le responsabilità del medico riguardano l’irrazionalità e pericolosità
della prescrizione, sottolineando il fatto che il farmacista ha sempre l'obbligo di controllare i formalismi
della ricetta e se sono presenti iperdosaggi consultando la tabella 8 della F.U. Il farmacista, inoltre,
essendo un professionista iscritto all'albo se nota una irrazionalità nella prescrizione di quel medicinale
se ne deve accorgere e decidere se può allestire o meno la preparazione. Un’irrazionalità potrebbe
essere, per esempio, utilizzare principi attivi tra loro incompatibili.
Il farmacista può allestire in farmacia, oltre
ai preparati magistrali, anche i preparati
officinali per i quali non è necessaria
l'autorizzazione all’immissione in
commercio perché insita nella Farmacopea
Ufficiale ed il prezzo di vendita di un
Medicinale officinale è libero ma non
può essere superiore a quello della
tariffa nazionale dei medicamenti,
quindi, c’è un tetto massimo. La
responsabilità del farmacista riguarda i
requisiti formali e sostanziali del prodotto
cioè l'aderenza alla ricetta ed il regime di
dispensazione.
L'articolo 37 del Regio Decreto del 1938
dice che i farmacisti hanno l'obbligo di
annotare sulla ricetta che spediscono la
data di spedizione ed il prezzo praticato.
(Leggere la slides a destra)
Che cosa scrive il farmacista sulla ricetta dematerializzata bianca o ricetta rossa?
Ricetta Elettronica/dematerializzata:
Sempre più spesso la ricetta elettronica o dematerializzata sostituisce la ricetta rossa cartacea.
- Si tratta di una vera e propria ricetta virtuale identificata da un numero univoco (NRE) che
il medico compila al computer usando uno specifico programma del Servizio Sanitario
della Regione, inserendo le stesse informazioni richieste dalla ricetta rossa cartacea.
- Attraverso il sistema informatico, il farmacista potrà accedere direttamente alla
prescrizione elettronica e ai dati dell’intestatario.
- Non c’è alcuna differenza sostanziale tra la ricetta elettronica e la vecchia ricetta rossa di
carta. La ricetta elettronica ha la stessa validità temporale ed esattamente come quella
rossa, serve a prescrivere i medicinali di Fascia A.
- Tuttavia, al contrario di quella cartacea, la ricetta elettronica permette di ritirare
i farmaci in qualunque regione senza pagare il prezzo completo del medicinale ma
soltanto il ticket previsto dalla propria regione di residenza e l’eventuale differenza
rispetto al prezzo di riferimento.
- Il farmacista, anche in questo caso, potrà dispensare al paziente il numero di confezioni
massimo riportato dal medico e dovrà apporre, sul promemoria cartaceo, le fustelle delle
confezioni erogate, il timbro della farmacia, la data di erogazione e l’eventuale ticket
pagato dal paziente.
- Nel marzo 2020 un primo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha
introdotto la possibilità di utilizzare la ricetta elettronica anche per farmaci che
richiedono un piano terapeutico e per i farmaci distribuiti attraverso modalità diverse
dal regime convenzionale. Con un successivo decreto è stato attivato il formato elettronico
anche per la ricetta bianca identificata con un numero univoco (NBRE). In questo caso
il medico inserisce codice fiscale e dati del cliente, nome del farmaco e numero della ricetta
bianca elettronica, e può lasciare un promemoria cartaceo al paziente oppure inviarglielo
via e-mail, o anche inviarlo direttamente alla farmacia.
Che cos'è il ticket? Fino a qualche decennio fa lo Stato era centralizzato e aveva deciso di distribuire
tutti i medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale ma tale sistema non era ottimale, motivo per
cui successivamente sono nate le “FASCE” in cui i medicinali sono stati suddivisi in rimborsabili e non
rimborsabili.
I medicinali vengono suddivisi in 3 fasce:
• FASCIA A: comprende i medicinali a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, in
particolare per ogni patologia sono inclusi almeno un paio di medicinali con AIC, sulla base
della scelta dell’AIFA.
• FASCIA B: comprende medicinali di notevole importanza che avevano un rimborso parziale.
Questa fascia è stata cancellata e ad oggi non c’è più.
• FASCIA C: comprende i medicinali a totale carico del cittadino.
I medicinali di fascia A sono a carico del SSN; quindi, il farmacista acquista il farmaco dalla ditta
Farmaceutica e nel momento in cui lo dispensa stacca la fustella dal confezionamento esterno del
medicinale applicandola sulla ricetta, per poi mandarla alla Asl che rimborserà il farmacista dei soldi
spesi per comprare quel medicinale.
I medicinali in fascia C, invece, vengono pagati per intero dal paziente.
Inoltre, per i medicinali che vengono dispensati dal SSN è stata prevista una quota di compartecipazione
da parte dei cittadini alle spese dei medicinali per il costo che hanno e anche per evitare che vengano
buttati e sprecati. Questa quota minima serve per finanziare il SSN per ogni dispensazione. Poi
contemporaneamente c'è stato uno spostamento dall’azione centrale alle regioni e quindi ogni regione
in base al proprio budget definisce il ticket di compartecipazione dei cittadini per l’acquisto dei
medicinali. Ogni regione stabilisce proprie regole perché, per esempio, ci sono cittadini che avendo
patologie croniche possono essere esentati rispetto al pagamento del ticket.
Il ticket è, quindi, una quota che serve per contribuire al SSN ma se il cittadino è affetto da una patologia
cronica allora la Asl, dopo un'attenta visita da parte di una commissione specifica, definirà la presenza
di un'eventuale esenzione del ticket per quella patologia. Quando il paziente si reca in farmacia per
ritirare il farmaco con la ricetta medica, questa presenterà un codice di esenzione per patologia che
permetterà al paziente di non pagare alcun ticket.
Tipologie di Esenzioni: