Formulazione Somministrazione
farmaceutica
Disintegrazione della
} Fase Biofarmaceutica
forma farmaceutica,
dissoluzione del farmaco Farmaco disponibile per l’assorbimento
(disponibilità farmaceutica)
}
Assorbimento
Distribuzione Fase Farmacocinetica
Metabolismo
Escrezione Farmaco disponibile per l’effetto
(disponibilità farmacologica)
Effetto
Farmacocinetica
Assorbimento
Processo attraverso il quale il farmaco arriva nel circolo sistemico.
Passaggio del farmaco dalla sede di applicazione al sangue attraverso
le membrane biologiche
Distribuzione
Processo di diffusione del farmaco dal sangue ai vari compartimenti
dell’organismo
Metabolismo o Biotrasformazione
Processo di trasformazione del farmaco. Modificazioni chimiche che il
farmaco subisce nell’organismo, principalmente ad opera del fegato
Eliminazione o Escrezione
Processo di rimozione del farmaco dall’organismo, principalmente ad
opera dell’emuntorio renale
percorso del farmaco nell’organismo
secondo i principi della farmacocinetica
ITER DEL FARMACO NELL’ORGANISMO
SYSTEMIC
CIRCULATION
ABSORPTION Free Drug EXCRETION
BIOTRANSFORMATION
Assorbimento
passaggio attraverso le membrane
Un qualsiasi farmaco, per distribuirsi nell'organismo deve attraversare gli interstizi tra le cellule e le membrane cellulari.
In particolare, l'assorbimento, il trasporto attraverso i capillari, la penetrazione nelle cellule, l'escrezione, sono tutti
esempi di un passaggio attraverso le membrane. Dalla capacità di diffusione di un farmaco dipende la sua attitudine a
raggiungere il sito di azione.
La membrana cellulare costituisce l'involucro della cellula. E' formata da un doppio strato di fosfolipidi, attraversata
parzialmente o completamente da numerose proteine. I fosfolipidi sono dei lipidi formati da una parte idrofila (la
"testa"), costituita da glicerina e da una parte idrofoba (la "coda"), formata dall'acido grasso. Lo spessore della membrana
è circa 8 nm. Per la sua natura lipidica, la membrana è fortemente permeabile alle sostanze liposolubili; comunque, il
fatto che la cellula venga facilmente penetrata anche dall'acqua e da piccole molecole insolubili nei lipidi (p. e., urea),
porta ad ammettere che la membrana lipidica sia attraversata da pori o canali che permettono il passaggio delle molecole
di piccole dimensioni non liposolubili
I farmaci devono attraversare cellule e tessuti
- Nel caso di una somministrazione enterale (os, rettale..) dovrà superare anche
le barriere epiteliali
Flusso molare: (C1 – C2) x D x A/d
fenomeni che sono alla base del trasferimento dei farmaci dal sangue ai vari
compartimenti dell’organismo
Inoltre il farmaco può mostrare una grande affinità per un dato tessuto e quindi al
raggiungimento dell’equilibrio la sua concentrazione nei diversi compartimenti
dell’organismo può essere diversa da quella ematica
Consiste in un processo di ripartizione in tre fasi liquide:
- Plasma
- Fluidi extracellulari
- Fluidi intracellulari
Il valore medio della gittata cardiaca media è di 5-5,5 litri al minuto
Perfusione e concentrazione del farmaco:
in una situazione ischemica il farmaco si distribuisce più efficacemente nelle aree
perfuse e progressivamente meno nelle aree più compromesse dall’evento ischemico
La velocità e l’entità con cui un farmaco si distribuisce tra il sangue e i vari
compartimenti tissutali dipendono da vari fattori:
L’insieme di questi fattori porta a stabilire concentrazioni nel sangue e nei tessuti che
possono essere diverse tra loro anche una volta raggiunto l’equilibrio di distribuzione
LEGAME DEI FARMACI ALLE PROTEINE PLASMATICHE
- la quota libera è quella che attraversa la parete capillare e si distribuisce ai tessuti e che
viene metabolizzata ed eliminata
- il legame alle proteine plasmatiche è saturabile
Il grado di legame di un farmaco alle proteine plasmatiche è espresso dal rapporto tra
concentrazione di farmaco legato e concentrazione totale di farmaco nel plasma
[FP]/[Ftot]
Bound: 10 Bound: 2
1 5
Free: 1 Free: 5
Tot: 11 Tot: 7
I FARMACI COMPETONO TRA LORO PER IL LEGAME CON LE PROTEINE PLASMATICHE
Il legame dei farmaci alle proteine plasmatiche non è selettivo ed è quindi facile che, nel
caso in cui vengano somministrati due o più farmaci, si verifichino fenomeni di competizione
tra le varie molecole per il legame ad uno stesso sito
Questo può determinare variazioni importanti nei livelli di farmaco libero che possono
raggiungere la concentrazione tossica
(es. warfarin spiazzato da salicilati e sulfamidici può produrre gravi episodi emorragici)
Ogni modificazione del tasso di proteine plasmatiche modifica il legame farmaco-proteico
– Insufficienza epatica
– Insufficienza renale
– Enteropatie
– Parassitosi
– Ustioni
– Età, sesso, gravidanza, specie
La frazione totale del farmaco che si lega nel plasma dipende dalla concentrazione del
farmaco, dalla sua affinità per i siti di legame e dal numero dei siti di legame presenti.
Assorbimento
Distribuzione
Eliminazione
Effetto
Legame ai tessuti
Siti di accumulo dei farmaci
• SNC:
Farmaci lipofili: giungono nel SNC per diffusione passiva dove possono accumularsi
Ormoni peptidici: diffondono nel SNC tramite meccanismi di endocitosi mediata da recettore
Farmaci idrofili e/o ionizzati: difficilmente giungono dal torrente circolatorio (vasi cerebrali)
al tessuto cerebrale, a meno che non usufruiscano di sistemi di trasporto specifici
Siti di accumulo di xenobiotici (es. diossina di Seveso e Pb)
Spesso il tessuto di deposito non è il tessuto bersaglio e questo può avere un effetto
protettivo, poiché riduce la concentrazione nel plasma e nell’organo bersaglio.
Tuttavia, viene reimmesso nel sangue man mano che la quota in circolazione viene
eliminata. Ciò determina la permanenza di basse concentrazioni per lungo tempo!!
BARRIERA EMATOENCEFALICA
Tranne che nel cervello, le pareti dei capillari sono formate da cellule endoteliali fenestrate, cioè
dotate di piccoli fori. I composti chimici solubili (idrofili) sono in grado di passare, attraverso questi
pori, dal sangue ai tessuti o dai tessuti al sangue
2) legame farmaco-proteico
3) età del paziente: la BEE non è infatti completamente sviluppata alla nascita, per cui
il rischio di effetti tossici sul SNC è elevato, in caso di somministrazione di farmaci
Quando farmaci molto lipofili, attivi a livello cardiaco o cerebrale vengono somministrati
velocemente per via ev o inalatoria si ha una rapida distribuzione nei tessuti più
vascolarizzati ed in seguito l’accumulo in altri tessuti (tessuto adiposo o muscolare) da
dove i farmaci possono tornare in circolo per essere di nuovo ridistribuiti ai tessuti
dell’organismo
Fase I (di funzionalizzazione) durante la quale vengono introdotti o “smascherati” nella molecola
gruppi polari (–OH, –NH2, –SH, – COOH), utilizzabili per la successiva coniugazione
Fase II (di coniugazione) con agenti coniuganti endogeni quali ad esempio l’acido glucuronico, il
glutatione, i solfati, alcuni aminoacidi. Le reazioni di coniugazione accrescono sia la polarità che il PM
dei farmaci rendendoli più suscettibili all’escrezione mediante sistemi di trasporto attivo
(glicoproteina-P) sia a livello biliare che renale
*microsomi: sono artefatti cellulari vescicolari derivati dalla frammentazione in laboratorio,
per centrifugazione, del reticolo endoplasmatico (derivano da strutture realmente presenti
nella cellula, ovvero i ribosomi e le vescicole lisce e ruvide del reticolo endoplasmatico)
contenenti enzimi – in particolare le monossigenasi CYP-dipendenti
OSSIDAZIONI MICROSOMIALI
CITOCROMO P450
The system consists of two enzymes:
* Cytochrome P450
* NADPH-dependent cytochrome P450 reductase
delle 74 famiglie sono presenti nei mammiferi solo 14 e di queste solo tre sono
coinvolte nel metabolismo degli xenobiotici (CYP1, CYP2 e CYP3)
La reazione ciclica catalizzata dal citocromo P450 (I)
Per catalizzare le reazioni farmacometaboliche di ossidazione è necessaria la presenza
dell’emoproteina CYP450, della NADPH-citocromo P450 reduttasi, di NADPH e di ossigeno
molecolare.
Fasi della reazione ciclica (A)
1) Il substrato esogeno (DRUG) reagisce con la forma ossidata del citocromo P450 (Fe3+)
2) Il citocromo viene ridotto allo stato di Fe2+ accettando un elettrone messo a
disposizione dalla flavoproteina NADPH citocromo P450 reduttasi.
Fasi della reazione ciclica (B)
1) Il complesso substrato-citocromo ridotto incorpora una molecola di ossigeno (O2),
cui fa seguito l’acquisizione di un altro elettrone proveniente ancora da NADPH
tramite la NADPH citocromo P450 reduttasi.
2) Si formano una molecola di H2O, il substrato idrossilato (OX-DRUG) e la forma
ossidata del citocromo P450
Cytochrome P450 enzyme tree
1 2 3 4 5 7 11 17 19 21 27
Può portare a:
Se associato a farmaco induttore, può portare alla somministrazione di dosi elevate del
farmaco che diventano tossiche alla sospensione del farmaco inducente
L’andamento normale è
riportato nel pannello
superiore, dove i livelli
plasmatici di farmaco si
Metabolizzatori lenti (PM)
mantengono entro un certo
intervallo quando viene
assunta una particolare dose
ripetuta
Un metabolismo
insolitamente lento (pannello
inferiore) porta ad un
Tempo
(le frecce indicano somministrazioni ripetute)
aumento dei livelli plasmatici
del farmaco
Principali meccanismi molecolari che possono
causare un alterato metabolismo dei farmaci
Geni duplicati
Singolo gene o moltiplicati
Delezione del gene
VIE SECONDARIE
❖ POLMONARE
❖ INTESTINALE
❖ CUTANEA
❖ SALIVARE
❖ LACRIMALE
❖ MAMMARIA
1) I farmaci liposolubili tendono ad essere escreti a concentrazioni
simili a quelle presenti nel plasma. La loro concentrazione dipende
soprattutto dal volume delle urine
I farmaci con emivita breve sono eliminati rapidamente; i farmaci con emivita
lunga sono eliminati lentamente
D= dose size
= dosing interval
Cmaxss= maximum
blood level at plateau
Cminss= minimum
blood level at plateau
Vd = Q/Cp
Se il Vd di un farmaco è uguale al volume plasmatico allora è sequestrato nel
plasma e non si distribuisce bene
• Condizioni cliniche:
– neonati/animali vecchi
– emoconcentrazione e disidratazione
– edema
– variazioni del tasso di proteine
– modificazioni dell’equilibrio acido-base
Clearance totale o sistemica (Clt)
La clearance totale rappresenta la quota di volume
di liquido totale dell’organismo liberata dal farmaco
nell’unità di tempo ad opera dell’organismo stesso
• Neonati
– liquidi corporei = Vd
– funzione renale ed epatica immature = Cl
e t 1/2
Aumentare la dose e gli intervalli tra le dosi
• Induzione enzimatica
– Cl et t 1/2
ridurre l’intervallo tra le dosi
Considerazioni farmacocinetiche in ambito veterinario
COS’E’ LA DOSE
è definita come quella QUANTITA’ DI SOSTANZA
ESPRESSA IN UNITA’ DI PESO O DI VOLUME PER
UNITA’ DI PESO CORPOREO
mg/kg o ml/kg
I siti di legame sono detti Bersagli farmacologici o più genericamente Recettori (in maniera
impropria poiché i recettori veri e propri sono le macromolecole a cui si legano sostanze endogene)
Molti di questi bersagli sono di natura proteica (fanno eccezione ad es. gli antimicrobici e gli
antitumorali che interagiscono con gli acidi nucleici)
La gran parte dei farmaci esplica la propria azione attraverso l’interazione con un RECETTORE
Recettori
definizione
Molecole complesse (localizzate nella membrana cellulare o all’interno delle cellule) in grado
di legare in modo specifico, definito e con affinità precisa sostanze endogene e/o farmaci. A
seguito di questo legame il recettore subisce una trasformazione conformazionale capace di
far scaturire l’effetto biologico
di membrana o transmembrana
RECETTORI
intracellulari (citoplasmatici e nucleari)
Esempio di enzimi
bersaglio di farmaci
Acido arachidonico
Pochi farmaci non hanno recettore/bersaglio
IRREVERSIBILE
quando il farmaco si lega mediante legame covalente al suo recettore
(es. aspirina acetilazione irreversibile COX-1)
l’effetto si esaurisce solo quando vengono ripristinate nuove molecole
recettoriali R + F RF
Antagonisti farmacologici!
ANTAGONISTI FARMACOLOGICI- bloccano un
recettore impedendo il legame di un agonista (sia
esso endogeno che esogeno)
ANTAGONISTI FUNZIONALI - farmaci che agendo
su un recettore diverso da quello dell’agonista hanno
effetti opposti rispetto a quest’ultimo
ANTAGONISTI CHIMICI - sostanze che reagiscono
chimicamente con un agonista bloccandone l’azione
o favorendone l’eliminazione
Agonista totale
Agonista parziale
Secondo messaggero
❖ La specificità del legame è funzione della forza e del numero dei contatti
❖ La specificità può non essere assoluta e il farmaco può riconoscere anche più
macromolecole differenti dal recettore principale
Agonista
Farmaco che si lega al recettore e lo attiva e che mima l’effetto del Ligando endogeno.
Antagonista
L’antagonista è un farmaco che si lega ad un recettore ed è incapace di attivarlo ma
inibisce, parzialmente o totalmente, l’effetto dell’agonista (o del Ligando endogeno) che
agisce sullo stesso recettore.
Agonista parziale
Farmaci che presentano efficacia (attività intrinseca) superiore a zero ma inferiore a
quella dell’agonista pieno. In determinate condizioni un agonista parziale può agire da
antagonista nei confronti dell’agonista pieno
ANTAGONISMO COMPETITIVO E NON COMPETITIVO
Antagonismo competitivo (o sormontabile)
E’ la forma più comune di antagonismo recettoriale. L’antagonista si
lega allo stesso sito recettoiriale dell’agonista. Ha due caratteristiche:
in presenza dell’antagonista, la curva concentrazione-effetto
dell’agonista è spostata verso destra senza modifiche della pendenza
e dell’effetto massimo;
il rapporto concentrazione-effetto aumenta linearmente con la
concentrazione dell’antagonista (la pendenza della curva è la misura
dell’affinità dell’antagonista al recettore).
Adrenalina
Alfa agonista (es. clonidina)
Adrenalina
Adrenalina
eroina
Sollievo dal dolore
FANS
(Aspirina, ibuprofene,
celecoxib, ecc.)
Dose farmaco
Interazione farmaco-recettore: metodi di studio
Studio in vivo della curva dose-risposta e/o studio in vitro delle curva
concentrazione-effetto
informazioni utili sul tipo di comportamento del farmaco verso un determinato
recettore (agonista o antagonista), sulla sua specificità e sulla sua potenza
Dove [F] = concentrazione di farmaco libero; [FR] = concentrazione di farmaco legato; [RT] = concentrazione
totale dei recettori (uguale alla somma delle concentrazioni dei recettori liberi e di quelli legati); Kd = [F] [R] /
[FR] è la costante di dissociazione del farmaco al recettore.
L’equazione definisce una curva che ha la forma di una iperbole rettangolare (vedi figura).
Quando la quantità di recettore legato [FR] e non legato [R] sono, all’equilibrio, uguali Kd assume un valore
numerico identico alla concentrazione di farmaco [F] necessaria per legare il 50% dei siti recettoriali presenti.
In altre parole Kd è quella concentrazione di farmaco che lega il 50% dei recettori presenti ed è presa
come misura di affinità.
RISPOSTE FARMACOLOGICHE
Graduali
Risposte misurabili in continuo, cioè aumentano all’aumentare della concentrazione
(o della dose) di farmaco. Sono rappresentate dalle: curve concentrazione (o dose)-
effetto graduali
Teoria dell’occupazione
“L’effetto di un farmaco è proporzionale al grado di occupazione del recettore“. La risposta è
quindi un effetto graduale.
Nel caso di curve quantali dose-risposta la dose del farmaco è correlata con il numero di
individui di una popolazione che rispondono al farmaco.
Le risposte quantali sono rappresentate con istogramma di frequenza o con curva cumulativa
ottenuta dall’istogramma di frequenza calcolando per ciascuna dose la percentuale di individui
che rispondono al farmaco rispetto al numero totale, e sommando tale percentuale alla
percentuale relativa a tutte le dosi inferiori a quella considerata.
Dalla curva cumulativa si può agevolmente calcolare la Dose Efficace 50 (ED50) definita
come la dose di farmaco in grado di determinare l’effetto desiderato nel 50% della
popolazione considerata.
RELAZIONE STRUTTURA – ATTIVITA’ (STUDI QSAR)
Uno degli obiettivi principali degli studi farmacologici è la definizione dei parametri
farmacodinamici che caratterizzano l’interazione dei farmaci con i diversi recettori
esistenti classificando quindi i farmaci sulla base del loro spettro differenziale di attività
su tali recettori (CE50, Emax ecc)
Efficacia
L’entità dell’effetto generato.
Potenza
La dose (o la concentrazione) necessaria per produrre un effetto di
entità prestabilita (es. il 50% dell’effetto massimo).
Selettività
Capacità del farmaco di interagire con un numero ristretto di
macromolecole.
Sensibilizzazione
Aumento graduale nel tempo della risposta ad una dose costante di
farmaco.
Tolleranza
Riduzione della capacità di un organismo di rispondere alla
somministrazione ripetuta di un farmaco
L’attività di un farmaco può essere incrementata o ridotta in
seguito all’esposizione contemporanea o consecutiva ad un altro
farmaco, tale fenomeno è definito interazione farmacologica.
Idiosincrasia, anafilassi
A.I.C. e Dossier del Farmaco veterinario