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e la lingua scritta
La competenza metalinguistica e la conoscenza fonologica sono considerate da molti
studiosi come requisiti fondamentali per l’apprendimento della scrittura e della lettura.
Alcune attività metafonologiche, possono, sotto forma di gioco, favorire lo sviluppo del
processo cognitivo.
In ambito linguistico, e più precisamente nell’ambito della pedagogia della scrittura e della
lettura, si è passati da un momento storico contraddistinto dal rilievo assegnato
all’acquisizione di adeguate competenze percettivo-motorie, considerate necessarie per
realizzare l’atto di scrittura e di lettura, al momento attuale in cui, a partire dagli studi
pionieristici di Liberman e Schankweiler ed anche da quelli di Ferreiro e Teberosky negli
anni settanta, si attribuisce una maggior importanza agli aspetti cognitivi nel processo di
acquisizione della capacità di leggere e di scrivere. In particolare è emerso un notevole
ricorso alla fonologia, per cui numerosi studiosi oggi concordano nel ritenere che l’analisi
della parola scritta in segmenti fonetici, cioè in unità astratte prive di significato, rappresenti
il punto critico nei momenti iniziali dell’apprendimento della scrittura e della lettura
(Monighetti, 1994).
Olson ha affermato che, all’inizio dell’avvicinamento del bambino alla lingua scritta, si
verifica un importante cambiamento concettuale strettamente legato al modo nuovo dei
bambini di orientarsi nei confronti del linguaggio: tale orientamento è costituito
dall’attenzione prestata, più che ai contenuti, alle strutture della lingua in quanto tali (1979).
Si realizza, quindi, l’apprendimento di una nuova competenza linguistica nella quale la
forma viene distinta dal contenuto: essa consiste nel divenire consapevoli del fatto che la
lingua è un artefatto, è composta di unità sintattiche (suoni, parole e frasi) e di strutture
semantiche (Magri, in Cardarello, Chiantera, a cura di, 1989). Tale consapevolezza è quella
che viene definita “competenza metalinguistica”, che ritengo possa essere considerata
come un “ponte” tra lingua orale e lingua scritta (Vignola, 2000).
A sostegno della mia definizione della “competenza metalinguistica” come “ponte” tra la
lingua orale e la lingua scritta vi sono gli studi sul linguaggio verbale di Mattingly, Stella e
Nardocci che, come sostenuto da Gorrini, Ioghà e Brunati, hanno evidenziato la presenza di
diversi livelli di competenza, riconoscendo nelle competenze metalinguistiche i fattori
maggiormente coinvolti nell’apprendimento della scrittura e della lettura. Soprattutto le
prime osservazioni del bambino sulla correttezza grammaticale degli enunciati verbali, o più
in generale sulla struttura del parlato, rappresentano gli indizi dello sviluppo della
competenza metalinguistica consistente nell’attenzione prestata alla struttura del
messaggio prescindendo dal suo contenuto. Pare che questa capacità sia correlata ad un
più generale sviluppo metacognitivo, che si realizza tra i 2-3 ed i 7-8 anni e che consiste
nell’attivazione di processi di controllo necessari per verificare la struttura dell’enunciato.
Questa competenza non si sviluppa in modo spontaneo come la lingua orale, ma solo in
conseguenza dell’esposizione del bambino a stimoli adeguati (1999).
La competenza metalinguistica è, quindi, un processo cognitivo e si può favorire grazie a
specifici stimoli quali le scritte nell’ambiente circostante ed in quello scolastico, gli atti di
scrittura e di lettura degli adulti in presenza del bambino, i giochi di parole, ecc., che
possono condurre i bambini a riflettere in modo spontaneo sull’universo della letto-scrittura
(termine quest’ultimo attualmente utilizzato per indicare l’insegnamento-apprendimento
della scrittura e della lettura, considerato come un processo in cui scrivere e leggere sono
strettamente collegati).
Negli ultimi vent’anni molti studiosi (Liberman, Pontecorvo, Zucchermaglio ed altri) hanno
analizzato i rapporti tra competenza metalinguistica e processo di apprendimento della
scrittura e della lettura e sono giunti alla conclusione che il livello di competenza
metalinguistica raggiunto dai singoli bambini all’ingresso della scuola elementare è un
indice predittivo particolarmente significativo nei confronti dei futuri successi
nell’apprendimento in ambito linguistico.
Tutto ciò sottolinea la notevole importanza della scuola dell’infanzia e dell’ambiente
circostante nello stimolare il bambino in questo processo di avvicinamento al “mondo delle
scritte” facilitando in lui la riflessione metalinguistica.
All’interno della competenza metalinguistica, gli specialisti hanno poi individuato un’abilità
che viene indicata con termini diversi come “coscienza fonemica”, o “consapevolezza
fonica”, o “conoscenza fonologica” ed è consensualmente ritenuta come un insieme di
abilità di natura metalinguistica.
A parte le varie disquisizioni terminologiche, un numero sempre maggiore di studiosi ritiene
che la conoscenza fonologica sia un fattore determinante per l’apprendimento dello scrivere
e del leggere (Monighetti, 1994).
Se, infatti, si tiene presente il fatto che le parole scritte devono essere apprese dal bambino
comprendendo il rapporto esistente tra la veste sonora e quella grafica delle lettere, è
necessario che i bambini orientino il loro interesse innanzitutto alla veste sonora
analizzandola: di conseguenza è facile intuire come la capacità di effettuare una buona
analisi dei suoni della parola diventi una condizione fondamentale per scrivere e leggere.
Questa abilità, definita “metafonologica”, viene considerata, fra le competenze
metalinguistiche, come la più attinente all’acquisizione della scrittura e della lettura partendo
dalla constatazione che, essendo la nostra lingua scritta un sistema su base fonetica, esso
richiede una elaborazione del linguaggio parlato in modo da consentirne un confronto con il
codice scritto (Gorrini, Ioghà, Brunati, 1999).
In sintesi occorre ricordare che:
- per competenza metalinguistica si intende la capacità di riflettere sulla struttura del
linguaggio e di usarlo per spiegare la lingua orale stessa (da meta che significa: “che va
oltre, che è al di là” e linguaggio, quindi, per metalinguaggio si intende l’uso del linguaggio
per spiegare il suo funzionamento andando al di là della sua funzione comunicativa);
- per conoscenza fonologica si intende la capacità di analizzare la struttura sonora della
parola, cioè di considerare separatamente i suoni che compongono ciascun termine.
Tra le varie attività metafonologiche, volte allo sviluppo della conoscenza fonologica, si
possono ricordare: il riconoscimento del suono iniziale delle singole parole, il
riconoscimento di analogie tra le lettere iniziali di parole diverse, la suddivisione della
sequenza costitutiva delle parole in fonemi isolati, il riconoscimento e la produzione di rime,
ecc. Tali attività possono già essere svolte in forma di gioco nella scuola dell’infanzia per poi
continuare nel primo ciclo della scuola elementare. A titolo esemplificativo vengono qui di
seguito proposte tre di queste situazioni ludiche volte allo sviluppo della conoscenza
fonologica (Poli, 1994).
Occorre precisare, infine, che le attività qui presentate, come tutti i giochi metafonologici,
vanno proposti con sistematicità ai bambini durante tutto l’anno scolastico per favorire in
loro lo sviluppo della competenza metalinguistica; inoltre, per permettere a tutti di
partecipare ai giochi, è necessario che essi vengano proposti a gruppi di 10-15 bambini al
massimo, favorendo così anche il realizzarsi dell’interazione tra pari, che è particolarmente
utile al fine dello sviluppo della conoscenza fonologica in tutti i partecipanti al gioco.
Teresina Vignola
Insegnante di scuola materna nella sede di Santa Vittoria d’Alba (CN).
Laureata in Pedagogia all’Università degli Studi di Torino.
Docente incaricata di Funzione Obiettivo con ruolo di sostegno al lavoro dei docenti
nell’Istituto Comprensivo di Santa Vittoria d’Alba-Cinzano (CN).
Relatrice in Corsi di Formazione-Aggiornamento sulla “Costruzione della lingua scritta nel bambino”.
Bibliografia e sitografia
CARDARELLO R., CHIANTERA A. (a cura di), (1989), Leggere prima di leggere. Infanzia e cultura scritta, La
Nuova Italia, Firenze.
GORRINI C., IOGHA’ D., BRUNATI E., (1999), Prerequisiti cognitivi e metalinguistici nell’accesso alla lingua
scritta, in http://digilander.iol.it/dioghà/index.html.
MONIGHETTI I., (1994), La lettera e il senso. Un approccio interattivo all’apprendimento della lettura e della
scrittura, La Nuova Italia, Firenze.
OLSON D. R., (1979), Linguaggi, media e processi cognitivi, Loescher, Torino.
POLI L., (1994), Alletterando, Nicola Milano Editore, Bologna.
VIGNOLA T., (2000), Il percorso di costruzione della lingua scritta nel bambino (aspetti teorici, diagnostici e
didattico-operativi), tesi di Laurea non pubblicata, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Scienze della
Formazione.