Sei sulla pagina 1di 128

Notizie storiche

La Spagna inizialmente era una provincia spagnola, poi diventa il Regno dei Visigoti; la produzione letteraria in latino non si interrompe mai dallet classica alle invasioni barbariche il volgare neolatino diventa prima volgare spagnolo e poi castigliano. Estate del 710-711 panorama spagnolo viene sconvolto dallinvasione delle truppe musulmane nord-africane con capi arabi che varcando lo stretto di Gibilterra (710) giungono a Tarifa, nella Spagna del sud. La fase vera e propria risale allestate del 711; la Spagna attaccata con forze elevate a livello di tecnica militarebuona parte della penisola conquistata. La struttura monarchica dei Visigoti va in pezzi, i cristiani o vengono sottomessi o fuggono al nord (territori baschi che non vengono mai raggiunti dai musulmani, in quanto ostili) e nelle Asturie, nasce una sorta di resistenza fino ad arrivare poi alla Reconquista, che ha inizio con la battaglia di Covadonga e vede la vittoria dei cristiani dopo la presa della penisola da parte dei Mori. Periodo molto lungo che dura dal 711 al 2 gennaio 1492. Il 1492 un anno simbolo per molti eventi: -fine del regno musulmano, -scoperta dellAmerica, -espulsione degli ebrei di Spagna, i sefarditi (dall'ebraico Sefarad, "Spagna"), a opera di Isabella I di Castiglia e Ferdinando II di Aragona, e cominciano la loro diaspora dirigendosi nel nord-Africa, in Turchia e ex- Jugoslavia. Dal 710 la Spagna ha 3 religioni monoteistiche: esperimento di 3 civilt e 3 unit linguistiche; la cultura spagnola appare come manifestazione di pi conflittiinfluenze di civilt nemiche nel medioevo; la Spagna una nazione ponte delle culture orientali attraverso la quale entrano poi in Europa. Nel 711 crolla la solida monarchia visigota, crollo narrato tramite due visioni:

Visione leggendaria: Rodrigo (Roderico), re dei Visigoti, accoglie a corte la figlia di Don Julin e finisce per abusare di lei (delitto primigenio); Don Julin si
1

allea allora con i sovrani del nord-Africa e favorisce a tradimento la spedizione. (versione favolistica).

Visione storica: la monarchia visigota era divisa al suo interno e aveva visto re spossessati dai loro stessi famigliari ed era nettamente in contrasto con i nobili aristocrazia gotica ha poche relazioni con quella precedente. Con l arrivo dei Mori, gran parte della Spagna costretta a cedere.

Fino agli anni 50 del 700, il territorio della Spagna musulmana prende il nome di alAndalus (prima dipendenza formale dal califfato di Damasco); si ha poi una sorta di autonomia con il califfato cordovese (Cordova diventa la capitale del regno e una tra le citt pi sviluppate dEuropa) ci porta ad un periodo di sviluppo artistico, scientifico e commerciale. Si formano i primi esempi di convivenze ibride con i cristiani. Al califfato avviene poi ci che era successo alla monarchia; siamo nel 1031 nascono i Reinos de Taifas, regni autonomi dominati fino alla fine della Reconquista; erano circa 50 con a capo governi musulmani sorta di tregua armata; i musulmani pagano alla Spagna cristiana dei tributi per non essere attaccati. In questo periodo cristiani ed ebrei potevano continuare a vivere sotto un re musulmano professando la loro religione ma con limitazioni sorta di tolleranza ma che a volte viene meno. Nel 1090 giungono in Spagna nuovi conquistatori (almoravidi) nomadi con una straordinaria tecnica militare, fanatici integralisti che mettono in atto purghe di cristiani ed ebrei. Poi la volta degli almohadi che vengono sconfitti in una sorta di crociata in piccolo con la battaglia di Las Naves de Tolosa che vede riuniti non solo gli spagnoli cristiani bens anche eserciti europei. Popolazioni spagnole: Mudejares musulmani che vivono sotto il dominio cristiano. Mozarabes cristiani che vivono sotto il dominio musulmano. Parlano una lingua volgare precedente al castigliano. Muladies cristiani rinnegati che abbracciano lIslam. Conversos musulmani convertiti al Cristianesimo.

Avvengono inoltre conversioni forzate, imposte dallalto; il caso dei moriscos di Granada, ossia dei musulmani del regno di al-Andalus che furono costretti ad abbracciare la religione cristiana e a battezzarsi; culto che per viene continuato in clandestinit; un altro caso quello dei marranos, gli ebrei sefarditi che sono costretti a convertirsi al Cristianesimo, ma che in privato si mantengono fedeli al Giudaismo. Nel 1609 si ha lespulsione dei moriscos dalla Spagna, in seguito ad una politica pi drastica di quella del 1492; la popolazione viene cacciata sulla sfiducia; ci non ha niente a che fare con la religione, ma si pensa che i moriscos siano o finti musulmani
2

o che agiscano come spie per conto della Turchia. Per la prima volta viene utilizzata lespressione soluzione finale, in quanto la misura viene applicata su base etnica e non su base religiosa.

POESIA DUECENTESCA E TRECENTESCA


Letteratura in volgarepoche opere, molte sono andate perse; forma di letteratura a tutti gli effetti, ma orale e tradizionale. Letteratura anonima che circola nella societ, prevalentemente cantata, che nasce e vive di varianti, che continua a disfarsi e ricomporsi. La poesia lirica di tipo amoroso e la poesia epica di esaltazione nazionale, si manifestano in modo diverso. 1. Lirica: un fatto recente, si sviluppa intorno alla met del 900; si pensava che le prime poesie amorose fossero quelle provenzali; scoperta poi di composizioni chiamate moaxajas [poemi colti] (termine arabo che significa avvolto da una cintura che fa due giri) jarchas [poemi popolari] (coda, conclusione) sono delle composizioni costituite da una parte in arabo classico o ebraico e una seconda parte (jarcha) in lingua romanza. Questa composizione veniva chiamata mozarabe lirica amorosa con punti di contatto neolatino e germanico canto di una fanciulla che si lamenta delle proprie pene amorose, a causa dellassenza dellamato, confidandosi con la madre o le amiche. La prima parte arabo o ebraico e la seconda in lingua romanza. Sono di difficile datazione ma si pensa che siano precedenti di almeno 50 anni a quelle provenzali di Guglielmo IX. Il linguaggio di uso comune con parole appartenenti alla sfera amorosa. 2. Epica: materiali che ci danno una visione completa; lunico testo conservato completamente il poema del Cid, pi altre opere frammentate. La Reconquista e lidea perenne di un nemico garantiscono la sopravvivenza del genere. Incorporazione di ispirazioni diverse: dal latino, influenze di canti (o cantilene) germanici, canti elaborati in determinate circostanze (vittorie, sconfitte, presenza di grandi personaggi). Testi con 14/16 sillabe, versi divisi in emistichi, rima assonante. Poesia a trasmissione orale; la figura principale quella del giullare, del cantastorie, intrattenitore professionista. Importanza della mnemotecnica per conservare a memoria una decina di canti epici; giullari che sono spesso analfabeti ma che apprendono i canti facendoseli recitare prima da giullari pi esperti.

POESIA EPICA: Poema de mio Cid


3

Paragone tra le gesta di Carlo Magno dellOrlando francese e il poema del Cid. Canti incentrati sullidea di un eroe nazionale, figura legata ad un sovrano, ad una nazione. Nel Cid abbiamo un eroe castigliano. Caratteristiche generali: linearit del racconto, racconto legato ad una figura a cui vengono ricondotte tutte le vicende, opera a taglio biografico, leroe il motore dellazione da cui dipendono gli altri personaggi; paratassi narrativa: gli episodi sono coordinati, non c subordinazione, n flash-back, n anticipazioni. loralit che ne determina la linearit. Il rapporto tra storia e finzione un argomento pi volte dibattuto dalla critica. Versione storica: la versione pi conosciuta di Orlando quella di Oxford (10901100); tratta di un episodio storico: disfatta di Roncisvalle lesercito dei Franchi sta tornando in Francia e tenta di conquistare Saragozza, loperazione per non va a buon fine; quando arriva a Roncisvalle attaccato dai baschi cristianizzati e viene sconfitto. Versione fittizia: scontro tra i Franchi e i Saraceni; Carlo Magno viene tradito battaglie fantasiose. Epoca delle crociate; Carlo Magno oppone resistenza allo sviluppo dellIslam in Europa. Nei poemi epici spagnoli invece c unelevata attinenza alla storia e un rifiuto degli elementi fantastici. Nel poema del Cid non si parla di strofe, bens di lasse, ossia una sequenza di versi irregolariamesosillabismo versi di misura variabile( isosillabismo). Versi che hanno uno spazio doppio alla met che segna una cesura allinterno del verso stesso, dividendolo in emistichi. (poesie composte sommando gli emistichi). La rima assonante; rima poco frequente nella nostra tradizione, molto in quella spagnola: a partire dallultimo accento tonico non rima tutto il gruppo fonetico ma solo le vocali. Le lasse in genere espongono una vicenda o presentano un personaggio; tra una lassa e laltra per concatenarle, viene ripreso un verbo, o un sintagma o un emistichio. Lo stile utilizzato formulareformularipetizione di un certo numero di parole che forma una sorta di ritornello; serve a caratterizzare i personaggi, elemento che in questo modo mantiene la sequenzialit. Solitamente il verso coincide con la frase; lenjambement (encabalgamiento) relativamente raro. Volont di portare un messaggio etico; limmagine delleroe idealizzata, possiede tutte le virt possibili, e quasi nessun difetto. Il Cid una figura storica nata tra il 1040 e il 1043, che morir alla fine del secolo, nel 1098 o nel 1099. Si chiama Rodrigo Diaz de Bivr chiamato Rui in modo dispregiativo; un infanzn (gli infanzones sono una categoria intermedia, dei
4

signorotti con alcune terre e privilegi); la categoria sociale importante poich nel poema si insiste sul suo ruolo come rappresentante della sua classe sociale. Il poema una sorta di lotta di classeconcezione positiva degli infanzones (parte della societ capace di guidare un nuovo regno) rispetto alla classe dei conti. Anche la nobilt guerriera viene percepita in modo positivo, come portatrice anche di qualit economiche, mentre si ha una percezione negativa dei ricos hombres, la antica nobilt leonese (rivalit tra Castiglia e Len). Cid cresce a fianco di Sancho, figlio di Ferdinando I, monarca dellepoca, accompagnandolo nelle sue prime vicende militari. Ferdinando alla sua morte suddivide i territori tra i suoi figli, che cominciano poi a farsi la guerra; Sancho diventer re di Galizia(appartenente a Garca), di Castiglia (regno di Sancho II) e di Len (regno di Alfonso VI). In seguito Sancho viene ucciso e Alfonso sale al trono. Il Cid compie allora un gesto che previsto dallordinamento dellepoca: prende il giuramento di Alfonso che affermava che lui non era complice delluccisione del fratello fatto che viene visto come un segno di inimicizia, che viene poi utilizzata per spiegare le vicende con cui ha inizio il poema del Cid. Eroe che costretto allesilio, costretto a sopravvivere come un bandito ( discrepanza: si hanno due esili storici, legati ad inimicizie di corte, a manovre militari sgradite da re Alfonso e ad accuse di malversazione il Cid accusato di aver trattenuto dei fondi dei re musulmani). Manoscritto unico del poema, pervenuto incompleto, manca lintroduzione, lincipit dei cantari epici e la motivazione della scrittura dellopera. Idea delleroe bandito in perenne fuga. Il Cid inizia a vivere di ci che sa fare, dellarte di combattere discrepanza: nellopera combatte contro i Mori e i Cristiani, noi sappiamo per che fu un mercenario dei Mori, durante la conquista di Barcellona. Opera che pu essere suddivisa in:

Cantar del destierro prima parte, tratta dellesilio. Cantar de las bodas tratta dello sposalizio, e della presa di Valencia,
massima impresa storica, in quanto considerato un regno distante e ostico da conquistare. Dalla presa di Valencia, il poema che era essenzialmente narrativo cambia atmosfera; il tono si fa pi intimistico, Cid visto come un padre di famiglia (ci non avviene nellepica francese). In occasione della conquista di Valencia, il Cid cerca di riavvicinarsi ad Alfonso; si ha una riappacificazione (perdita dellonore e successiva riconquista dellonore). Episodio che d una svolta al poema Don Diego e Fernando chiedono in sposa le figlie del Cid, Elvira e Sol (nomi fittizi, in realt si chiamano Maria e Cristina); Alfonso decide di fare da intermediario per le nozze (Don Diego e Fernando sono infanti di Carin, e vengono presentati come figure subdole che
5

puntano le figlie del Cid per portarsi a casa una dote molto ricca); Cid acconsente per il sovrano e avviene lo sposalizio. Cantar del afrenta de Corpes affronto, oltraggio di Corpes. Vicende cha partono da due episodi: il primo domestico; un leone riesce a fuggire ed entra in casa proprio mentre il Cid sta dormendo, infanti si nascondono. Il secondo narra che mentre i Mori tentano di conquistare Valencia, gli infanti scappano. Infanti si sentono feriti nellorgoglio e decidono di vendicarsi; con le figlie del Cid raggiungono Corpes, le fanno spogliare e le picchiano quasi a morte in questo bosco e successivamente tornano da soli a Carin. Le ragazze vengono poi riportate a Valencia, Cid chiede giustizia ad Alfonso. Cid qui rappresentato come la figura della misura; non si vendica privatamente. Punizione che prevede che gli infanti restituiscano la dote; viene inoltre organizzato un duello in cui i due vengono sconfitti e vengono ridotti ad infalzones; conclusione positiva per ci che riguarda le due femmine: appaiono due uomini appartenenti a due casate reali che decidono di risposarle. Pagina 1,2,3: Poema de mio Cid Il poema si apre con una scena di dolore; scena conosciuta come Cantar del destierro, ossia la parte in cui il Cid si ritrova bandito dai confini del regno e deve recuperare il favore del monarca. Connotazione temporale: 1245 in realt non corrisponde alla nostra data in quanto lanno 0 per gli spagnolo era il 38 a.C; siamo quindi nel 1207. v. 3732 ruolo semantico di escribi compose il poema o lo trascrisse. Ed inoltre Per Abbat, lautore? Nome fatto risalire a Pietro Abbate, dubbio se siano nome e cognome o se si tratti di un abate chiamato Pietro. Colin Smith attesta lesistenza di Pietro Abbate, che vive dal 1180 al 1200 e qualcosa, notaio che ha falsificato documenti relativi ad un monastero attribuendone la fondazione alla figura del Cid. Notai che allepoca ricevevano una formazione non solo giuridica ma anche umanistica, formazione che solitamente avveniva a Bologna o in Francia. Nel poema del Cid si hanno per riferimenti al codice romano recente e ai poemi epici francesi. Cid un appellativo onorifico che significa signore, padrone e derivava dallarabo said (signore) o secondo unaltra interpretazione da saidi (mio signore) titolo che viene conquistato dalleroe sul campo di battaglia (vi infatti la testimonianza di un conflitto). Questo fa notare come si creasse unosmosi culturale tra i due mondi. La misura la principale caratteristica delleroe in tutto il poema; eroe che non si distingue come lOrlando francese di Ariosto per il coraggio durante i combattimenti, per lo sprezzo del pericolo estremo : il Cid leroe della misura e della retorica. Il poema insiste molto sulle sue capacit di retore e di uomo di civilt, uomo politico oltre che militare. Questo corrisponde ai dati storici che sappiamo sulleroe. Fu un
6

grande condottiero militare ma alla corte di Alfonso VI sembra che avesse anche delle funzioni giudiziarie. Taglio nettamente spagnolo sulleroe epico. Cid visto come una figura collettiva, la dimensione familiare si affianca a quella collettiva, al contrario del solitario Orlando. Il poema una sorta di manuale del buon condottiero, del buon capo che conquista una citt, in questo caso Valencia e ripartisce il bottino cercando di stare attento a non creare scontento tra le file dei suoi soldati, tra le schiere del suo seguito. Il poema addolcisce la figura del Cid in quanto il Cid storico fu un personaggio molto pi violento, mentre nel poema un eroe quasi sempre compassionevole, che prova empatia e carit nei confronti dei musulmani, che si dimostra caritatevole contro la popolazione soggiogata, permettendole di continuare a vivere nella citt. Non abbiamo deportazione nel poema che invece nella realt avvenivano, non abbiamo esecuzioni di massa che invece nella canzone di Orlando erano presenti. stato detto che lepica bisogna che si leghi a una cultura che la sa recepire. Nella Spagna degli anni 30 del Novecento abbiamo tracce di una rilettura ideologica del Cid da parte degli estremisti della Guerra Civile. Pagina 4: pagina di un periodico conservatore (ABC) sequestrato dai repubblicani durante la Guerra Civile; datato marted 10 novembre 1935. L articolo scritto fu da Antonio Machado, un grandissimo poeta del Novecento spagnolo che si schiera immediatamente con la Repubblica e diventa una delle voci ufficiali della Spagna repubblicana. Articolo che viene pubblicato prima nellagosto del 1936, un mese dopo lo scoppio della guerra e poi a novembre, mese cruciale dellassedio a Madrid. Articolo scritto in supporto ai miliziani, armi che vengono distribuite al popolo. Vengono riproposte in breve anche le vicende principali del poema come la conquista di Valencia e loltraggio subito dalle figlie del Cid a Corpes. Pagina 5: Cancin del Cidinno che nasce quando i franchisti vincono lultima resistenza repubblicana. Il canto non solo di celebrazione di una vittoria, ma anche un invito ad una ulteriore lotta, canto che nasce quando gli spagnoli si arruolano nelle SS, nella divisin azl (dal colore delle camicie della falange spagnola). Idea di Spagna che traspare dal canto quella di una Spagna vista come eterna, che passa attraverso il riscatto di un eroe nazionale. Poema del Cid come una sorta di propaganda; nellopera per non si parla della lotta musulmana in quanto i franchisti avevano ottenuto lappoggio delle truppe nord-africane.

Siglo XIII: POESIA SCRITTA MESTER DE CLERECIA


7

La figura del chierico (con una formazione universitaria non pi monastica, con la negazione di appartenenza ad un ordine religioso), si distingue da quella del monaco; i monasteri erano gli unici luoghi che avevano preservato la cultura durante linvasione musulmana. A partire dal 200 la situazione cambia; il chierico battezza la nuova letteratura (molto varia); nasce cos il Mester de Clereca. Ci si oppone alla figura giullaresca, si rivolge ad un pubblico diverso che va dallalta nobilt alle classi pi basse. una poesia irregolare dal punto di vista stilistico. una corrente poetica che rivendica la sua specificit e i suoi contenuti molto diversi da quelli precedenti. In opposizione allarte orale e popolare dei giullari, nasce quindi nel XIII secolo una corrente colta di poesia, chiamata appunto Mester de Clerecia. unattivit propria di intellettuali tra i quali c un elevato numero di chierici. Le composizioni si ispirano a fonti scritte: Bibbia, opere latine medievali, testi francesi, poemi castigliani. Il corpus di opere pi rilevanti costituito dallopera di Gonzalo de Berceo, specialmente di argomento religioso, mariano e agiografico. Pagina 6: Cuaderna va, Libro de Alexandre Libro che narra con abbondanti elementi favolistici la vita di Alessandro Magno. Protasi del libro di Alejandro; il primo poema attribuibile al Mester de Clereca, composto secondo alcuni allinizio del 200. Cuaderna va il nome utilizzato per riferire il metro del Mester de Clereca: si tratta di una quartina di versi chiamati alessandrini (derivazione dalla tradizione poetica francese), il cui nome deriva dal romanzo di Alessandro; consiste in due emistichi che hanno un numero regolare di sillabe (versi sono di 14 sillabe con quindi due settenari). Secondo il Mester de Clereca il sapere un concetto che deve essere trasmesso; la poesia ha un ruolo educativo. Pagina 6: Cuaderna va, Libro de Alexandre 1. Signori se vorrete prendere il mio servizio, vi vorrei servire di grado con la mia capacit, luomo deve essere generoso con quello che sa (idea che il sapere debba essere trasmesso), senn potrebbe cadere nella colpa e nella derisione. 2. Sono portatore di un mestiere splendido, non di giullaria, un mestiere senza peccato (due interpretazioni: peccato riferito ai contenuti pi o meno profani dellarte giullaresca, o peccato x lirregolarit della poesia giullaresca), che quello di clereca, parlare in rima attraverso la cuaderna va, a sillabe contate, un grande maestria. 3. A chi vuole sentire, tutto il mio credere,
8

avr del mio conforto, un grande piacere, apprender le grandi gesta (riferimento ai poemi epici precedenti) che sappia riportare, molti per questo lo conosceranno. 4. Non vi voglio dire un gran prologo (brevitas tradizione classica) n grandi divagazioni poich alla materia mi voglio avvicinare rispetto agli eccessi della

5. Voglio leggervi un libro di un nobile re pagano (re visto come un guerriero), che ebbe un grande coraggio, dal cuore orgoglioso: conquist tutto il mondo, e lo mise sotto la sua mano. Mi considerer, se ci riuscir, uno scrittore non malvagio.

Pagina 7: Gonzalo de Berceo nasce alla fine del XII secolo; il 1196 viene indicato come anno della sua nascita, mentre la morte avviene nella quinta decade del 1200. La sua figura legata a quella di un monastero benedettino (San Milln de la Cogolla, nella Castiglia) per le sue abilit di notaio, per le sue competenze giuridiche e la conoscenza del latino. Berceo scrive un poema sul santo (Vida de San Milln= vita di SantEmiliano); viene visto come un poeta medievale primitivo, semplice, ingenuo, che inizia a comporre per un affanno catechistico nei confronti dei suoi fedeli. Questopera viene scritta come propaganda per il monastero stesso, monastero non fondato ma appoggiato dai finanziamenti di Fernand Gonzalo. Berceo scrive sfruttando le sue capacit con un fine ben preciso e consapevole delle implicazioni politiche ed economiche che pu avere la sua arte. Compone opere agiografiche (scritti di materia sacra e biografie di santi) e altre opere sui santi, opere liturgiche e i Milagros de Nuestra Seora. Per comporre le sue opere Berceo trae spunto dagli scritti in latino, la novit sta proprio in questo: nel fatto che Berceo dia vita e popolarizzi il registro ecclesiastico che aveva il testo latino. Per far ci si aiuta con figure retoriche proprie dei giullari, con un uso abbondante del discorso diretto, di umorismo e facendo referenza al mondo naturale o rurale. Los Milagros de Nuestra Seora opera dalla struttura semplice; si tratta di 25 poemetti narrativi- devoti (numero significativo in quanto il 25 il numero mariano per eccellenza; 5 significativo per le lettere del nome Maria ed inoltre il 25 marzo la festa dellAnnunciazione) che rispecchiano la devozione mariana europea, soprattutto francese (circa 900 opere). Si tratta di 25 miracoli realizzati dalla Vergine a favore di persone a Lei devote. Il prologo presenta gli intenti dellopera: composizione da cui emerge lio dellautore, anche se in forma simbolica e non realistica e che pu
9

servirci come definizione perfetta dello schema mentale della visione del mondo medievale. Il poeta stesso diventa unimmagine allegorica di tutta lumanit, un esempio per tutti gli uomini, mentre nelle altre storie sono altri uomini che assumono questo ruolo racconti con un fondo storico. Figure di peccatori devoti alla Madonna, fanno una brutta fine ma la Vergine interviene garantendogli una salvezza finale, o comunque un esito positivo. Poesia non colta ma rivolta ad un pubblico vastissimo, Berceo adatta le sue storie in modo che possano essere immediatamente applicate. La poesia curata dal punto di vista formale, ma che sia comprensibile da tutti; molti latinismi, tecniche stilistiche, uso della rima, assonanze, iperbati che elevano il tono della poesia. Uso della strofa di cuaderna via.

Pagina 6,7,8:Gonzalo de Berceo, I miracoli di Nostra Signora- Introduzione

1.Amici e vassalli di Dio onnipotente, se voi mi ascolterete per vostra scelta, vi vorrei raccontare un felice avvenimento: e alla fine lo considererete buono veramente. 2.Io nominato maestro (titolo dei laureati) Gonzalo de Berceo, facendo un pellegrinaggio caddi in un prato, verde e ben integro popolato di fiori, luogo desiderabile ad ogni uomo stanco.

3.Emanavano un odore straordinario i fiori ben profumati, rinfrescavano in ciascuno i visi e le menti; da ogni angolo sgorgavano fonti chiare correnti, in estate molto fresche, in inverno bollenti. 4.Cerano l (y= ibi) una grande abbondanza di alberi, melograni e fichi, peri e meli, e molti altri frutti di diverso valore, ma non ve nera nessuno marcio o aspro. 5.La verzura del prato, il colore dei fiori, le ombre degli alberi dai temperati piaceri mi rinfrescarono tutto e persi i sudori: luomo sarebbe potuto vivere con quegli odori.
10

6.Non trovai mai al mondo un luogo cos delizioso, n un ombra tanto temperata, n un odore cos delizioso; mi tolsi il vestito per riposarmi in modo pi piacevole, e mi misi allombra di un albero bellissimo. 7.Giacendo allombra persi tutte le pene, ud il suono di uccelli, dolci e modulati; mai gli uomini sentirono organi tanto accordati, n che potessero formare suoni pi accordati. 11. Il prato di cui vi parlo aveva unaltra qualit: a causa del caldo o del freddo non perdeva la sua bellezza, rimaneva sempre verde nella sua integrit non perdeva la sua verzura per nessun accidente. 13. Gli uomini e gli uccelli, quando capitavano l, raccoglievano i fiori, quanti ne volessero raccogliere, non facevano mancanza alcuna nel prato, per uno che raccoglievano tre o quattro ne crescevano. 14. Somiglia questo prato a quello del Paradiso, nel quale Dio mise tanta grazia e tanta benedizione; chi cre una cosa tale fu un saggio maestro, se luomo abitasse l non perderebbe mai la vista (= cecit intesa come morale e spirituale). 15. Il frutto degli alberi era dolce e saporito, se Adamo avesse mangiato quel frutto, non sarebbe stato ingannato di tale malo modo, n ne avrebbero tratto danno Eva n suo marito.

16. Signori e amici, quello che dico una storia oscura, e vogliamo raccontarla: togliamo la corteccia e concentriamoci sul midollo (invito a cogliere una lettura allegorica), prendiamo ci che c dentro e lasciamo ci che c fuori.
11

17. Tutti quanti viviamo, poich stiamo in piedi, sebbene giacciamo in prigione o in un letto; tutti siamo pellegrini che andiamo verso il cammino San Pietro (attenzione per le fonti, autore dice dove ha preso quello che espone) disse questo, e attraverso di lui lo proviamo.

18. Per il periodo che viviamo qui, viviamo in terra altrui, la dimora eterna la aspettiamo; il nostro peregrinare in questo terminiamo (idea delluomo viator, pellegrino), quando a Dio inviamo le anime. 19. In questo pellegrinaggio, abbiamo un buon prato, in cui trova rifugio ogni pellegrino stanco: la Vergine Gloriosa, madre del buon fanciullo, del quale nessun altro uguale fu trovato. 20. Questo prato in verit sempre stato verde, poich nessun uovo macchia la sua verginit; dopo il parto e prima del parto fu vergine in verit, illesa, incorrotta nella sua integrit. 21. Le quattro fonti chiare che uscivano dal prato, i quattro evangelisti esse significavano, poich i quattro evangelisti quello che componevano, quando lo scrivevano con lei si consultavano. (idea che i quattro Evangelisti prima di comporre si consultassero con la Madonna) 23. Lombra degli alberi, buona dolce e sana, nella quale si ripararono tutti i pellegrini, sono le preghiere che fa santa Maria che per i peccatori prega giorno e notte. 24. Quanti sono nel mondo, giusti e peccatori, monaci e laici, re e imperatori, l andiamo tutti, vassalli e signori, tutti allombra andiamo a raccogliere i fiori. invito a essere tutti devoti alla Madonna.

12

31. Prendiamo questi fiori che compongono il prato, che lo rendono bello, a posto e temperato; i fiori sono i nomi che gli ha dettato alla Vergine Maria, madre del buon Creatore. 32. La benedetta Vergine chiamata stella, stella dei mari, signora desiderata, dei mariana la guida per la salvezza, che quando essi la vedono la nave guidata.

Pagina 9: Il piccolo Giudeo (el judienzo) Maria lesempio massimo di misericordia, la figura che salva il peccatore e protegge il fedele. Abbiamo poi la parte negativa dei miracoli di Nostra Signora, ossia quella parte riservata ai castighi del peccato, parte che si concentra narrativamente su un settore isolato della societ, in quanto il singolo cristiano viene sempre salvato dalla fede (concezione tipica del Medioevo). Miracolo piuttosto anomalo nella raccolta; si tratta del racconto di un castigo. Viene individuato un nemico collettivo, mentre il singolo peccatore viene salvato dalla Vergine. Il peccato in questopera porta al castigo e alla morte. Gli Ebrei rappresentano lalterit assoluta rispetto ai Cristiani; rappresentazione come incarnazione del maligno non una cosa nuova si tratta di una rappresentazione folkloristica di grandissima presa Ebrei visti come una comunit organizzata, non come personaggi singoli, che rapiva i bambini cristiani in occasione di determinati periodi dellanno (ad esempio qui si tratta della Pasqua), che praticava riti occulti nelle sinagoghe (ad esempio lestrazione del sangue che veniva usato per riti magici o come cura medicinale per le feriteanticipazione della cultura vampiristica) e sacrificassero i fanciulli per vari motivi tra cui come forma di sacrificio blasfemo ( sacrificando dei bambini innocenti, l Ebreo riattualizzava la Crocifissione di Cristo). Lidea del sacrificio rituale ha avuto una notevole diffusione nel corso dei secoli. Idea che questi riti venissero perpetuati dalle alte autorit e non da persone comuni. Linteresse per questa credenza sta nel fatto che, gran parte della storia del 900, abbia avuto dei riscontri veri e propri, politici e sociali, ben determinanti: nazismo, processo di Norimberga, il Judenoffer (sacrificio giudaico). Quella che ritroviamo in Berceo una visione domestica di questo omicidio rituale, perpetuato ai danni dei cristiani. Abbiamo due episodi miracolosi: 1 miracolo si ha lapparizione della Madonna che converte il bambino giudeo, poi avviene il compimento dellomicidio rituale sullebreo indemoniato ad opera del padre. . significativo che questo ebreo sia una figura paterna. Lebreo diventa in termini freudiani la figura del padre cattivo che invece di proteggerlo, punisce e
13

castiga il figlio. La religione ebraica la religione del padre rispetto a quella cristiana che del figlio. La figura della donna invece positiva, per un motivo religioso abbastanza evidente; difficilmente le donne ebree venivano collegate allesercizio della religione, che era prettamente maschile e associato alla figura del rabbino; alla donna verranno associate in futuro altre caratteristiche, come lidea della lussuria e della sensualit. 2 miracolo il bimbo viene gettato nelle fiamme, ma non brucia (episodio tratto dalla Bibbia; capitolo 3 del libro di Daniele, in cui tre ragazzi giudei nel periodo dellesilio babilonese sotto Nabucodonosor, si rifiutano di adorare la statua doro da lui fatta costruire. Vengono allora gettati nella fornace ma tuttavia non bruciano, bens danzano archetipo dellepisodio). Lo stesso Berceo non ci presenta la materia come una novit; possiamo a buon diritto annoverarla tra i miracoli di cui abbiamo gi parlato. Parallelo pi evidente nellepisodio dei Giudei quello degli Ebrei di Toledo che ci presenta un miracolo avvenuto il 15 agosto, festa dellAssunzione della Vergine. I fedeli sono raccolti in assemblea, si celebra la messa, stanno pregando e sentono una voce misteriosa, proveniente da una dimensione non umana; si tratta della voce della Vergine. Da qualche parte a Toledo si sta celebrando un rito blasfemo: gli Ebrei stanno rinnovando gli antichi dolori della Vergine e il delitto primordiale della Crocifissione di Cristo. Poi si ha lo sviluppo dellepisodio; lassemblea esce dalla chiesa, si reca al quartiere ebraico e trova nella casa del rabbino un gran corpo umano di cera, inchiodato con dei chiodi (idea della riproduzione della crocifissione di Cristo). Tutti quelli colti nel posto furono mal ripagati; capiscono poi di aver fatto una follia morale finale: verranno ripagati con la stessa moneta. In sintesi: 1. 2. 3. 4. Apparizione della Vergine e conversione del bambino giudeo 1 miracolo Omicidio rituale ad opera del padre del bambino Bambino viene gettato nella fornace ma non riporta ustioni 2 miracolo Punizione del padre che viene ripagato con la stessa moneta.

I testi di Berceo ci presentano lidea di una letteratura didattica nella sua forma pi pura, un prologo allegorico le cui chiavi interpretative ci sono date dallo stesso poeta. Non ci sono zone grigie; anche nella presentazione del peccato c una situazione chiara: il peccatore pu essere compreso umanamente, ma viene compreso a pieno, nel momento in cui, pu arrivare alla vita eterna. Abbiamo lemergere della personalit del poeta che si firma e si presenta, diventando cos egli stesso un personaggio allegorico e immagine allegorica di tutta lumanit: questo con un rapporto di assoluta verit, ovvero rappresenta le reali caratteristiche che gli
14

corrispondono. Nellopera del Libro de Buen Amor queste premesse vengono rovesciate.

352. Nella villa di Bourges, una citt straniera avvenne in questo tempo una buona impresa; celebre in Francia lo stesso in Germania, fa ben parte dei miracoli di cui stiamo trattando.

372. Nel tempo che si impiega a contare qualche spicciolo, intanto fu trasformato in cenere e carboni, non dissero per la sua anima salmi n orazioni, ma dissero insulti e grandi maledizioni.

373. Gli riservarono un cattivo ufficio, gli fecero una cattiva offerta, dissero al posto del <<Padre Nostro>>, <<sia ripagato con la stessa moneta>>. Dalla comunione (riservata a quellebreo), Signore Iddio ci difenda, e che al diavolo sia riservata quellorrenda ricompensa.

SIGLO XIV-Juan Ruiz


Pagina 12: Juan Ruiz, Arciprete de Hita, Libro de Buen Amor opera composta alla met del 300; rappresenta una fase avanzata e pi libera del Mester de Clereca da cui riprende la scelta metrica, il gusto per lesaltazione del piacere della formazione personale del poeta, il tono didattico, lidea che lopera darte debba educare e trasmettere dei contenuti; ci viene reso in modo nuovo, ossia eliminando la chiarezza cristallina di Berceo. Con Berseo non abbiamo particolari problemi poich il suo messaggio chiaro, nel Libro del Buen Amor abbiamo invece unambiguit sistematica sia a livello contenutistico sia sul piano della ricostruzione dellopera. Esso viene attribuito a un personaggio chiamato Juan Ruiz e nellopera ci viene detto da lui stesso che questa figura larciprete di Hita, persona storica con una carica ecclesiastica di un certo prestigio; a partire da questo le cose si fanno complicate poich di questo arciprete sappiamo pochissimo: che nasce intorno agli anni 80 del 200 e che Il libro del Buen Amor viene composto tra il 30 e il 40 del 200. Vi sono 3 manoscritti principali dei quali abbiamo due date, uno del 1230 e uno 1243 (date
15

contrastanti). Solo negli anni 80 sono stati trovati dei documenti che hanno attestato lesistenza di questo arciprete, ma il libro ha creato una rappresentazione fittizia di questo Juan Ruiz che potrebbe essere identificato con un chierico libertino amorale che si faceva beffe della Chiesa dellepoca, un personaggio che stato addirittura incarcerato da suoi superiori e che avrebbe composto il Libro del Buen Amor in carcere (pura costruzione fantastica). sconcertante se sia pensa questopera che sia stata scritta da un chierico in quanto a livello morale si pu dividere in 2 parti: da una parte una raccolta di composizioni devote e spirituali che dovrebbero orientare il cristiano a quello che il buon amore, lamore puro e disinteressato, non carnale e quindi lamore per Dio; mentre la seconda parte rappresenta un manuale pratico per ottenere il buon amore secolare, ovvero per trovare unamante e mantenersela. Abbiamo da una parte una tradizione devota che presenta dei canti mariani e dallaltra un filone ovidiano o pseudo-ovidiano che riprende lArs amandi o lArs amatoria in cui Ovidio d delle nozioni su come trovare amante, come mantenerla e successivamente come scaricarla idea dellamore fisico. Abbiamo pochissima materia lirica nel Libro del bueno amor, abbiamo diverse composizioni invece che puntano allaspetto sessuale delle relazioni. un opera molto complessa e disordinata a livello dei materiali in cui rientrano materie, argomenti, stili molto diversi. Si apre con un prologo in prosa che seguito da una serie di strofe rivolte a Dio affinch lo indirizzi sulla retta via; ci sono poi una serie di strofe mariane e poi abbiamo delle storie non lineari che rappresentano le avventure amorose e carnali dellio poetico che diventano alla fine lunico filo conduttore del poema. Ci sono vari tentativi da parte sua di trovarsi un amante (la gamma delle amanti molto varia: una dama, una panetteria, una mora, 4 montanare e alla fine una donna qualsiasi). Si tratta di avventure in buona parte frustrate perch la donna si nega allultimo minuto e la vecchia che fa da intermediaria secondo la tradizione ovidiana, a un certo punto muore; in un altro caso muore lamante, in un altro caso lintermediario maschile gli ruba lamante: amore tragicomico, comicit grottesca e carnevalesca. Lidea di amore un capovolgimento della tradizione erotica francese dei trovatori: le amanti sono delle montanare a differenza della tradizione francese provenzale in cui un nobile, in campagna, trova una giovane pastora con cui inizia un dialogo pi o meno arguto che porta a un successo o un insuccesso amoroso; la figura qui per idealizzata e abbiamo un genere che si svolge in primavera. Le avventure dellarciprete capovolgono questo schema: inverno, deve sorpassare un varco di montagna e trova questa figura femminile completamente deforme, ha una forza bruta, sono delle gigantesse e portano larciprete in degli antri dove lo sfamano (senso dellabbondanza carnevalesca) e poi con degli eufemismi si consumano degli
16

atti sessuali tra larciprete e queste belve montanare. Questo senza che si ponga lidea di una censura morale, quello che prevale lidea del riso questa idea critica stata data dal russo Bachtin soprattutto in relazione allautore di Gargantoi e Pantagruelle e le conclusioni a cui giunge si possono applicare anche al Libro del Buen Amor. Tradizione folkloristica collegata allelemento carnevalesco, tradizione popolare che vede nel riso, nella deformazione grottesca del corpo un forma di esorcismo nei confronti della paura; sorta di controcultura medievale che serve alluomo per sopravvivere allidea della morte (idea costantemente presente) e che vuole credere a un rinnovamento continuo delluniverso che offusca il pensiero della morte, come qualcosa di terrificante. Anche la morte nel libro descritta con toni comici (quando muore la vecchia c un epitaffio che descrive questa morte in termini comici). Rispetto a Berceo c unidea di ambiguit che coinvolge lidea stessa di letteratura e la stessa idea tra autore, opera e lettore (caratteristica moderna che accompagna alcune opere eterodosse della letteratura spagnola e che ritroveremo anche nel Chisciotte di Cervantes,che la continua parodia dei romanzi cavallereschi). Il lettore non pi il ricettore passivo di un racconto, ma lo interpreta e ne rid una lettura finale. Gi dal prologo larciprete di Hita rimette linterpretazione della sua opera nelle mani del lettore : Se il mio libro finir nelle mani di un fedele con unimpostazione corretta e una corretta capacit di lettura, lo legger come unopera devota; se capiter nelle mani di un giovane pazzerello lo user per trovarsi unamante.

Libro de Buen Amor in sintesi: Prologo in prosa dove lautore spiega il senso e linterpretazione del libro. Abbiamo poi strofe rivolte a Dio e alla Vergine. Autobiografia fittizia dellautore nella quale vengono raccontate le vicende amorose e carnali dellio poetico (filo conduttore dellopera) Esempi che servono come insegnamento morale E inoltre opere di satira, composizioni liriche religiose, profane, disputa dellautore con Don Amor.

Pagina 12: Juan Ruiz, Arciprete di Hita, Libro del buon amore Capisci bene quello che ti dico, e bada al significato della massima (di ci che leggi), non mi succeda con te quello che avvenne al dottore greco
17

con il furfante romano e con la sua poca dottrina, quando Roma domand alla Grecia la scienza. Accadde cos che i romani non avevano le leggi, e andarono a domandarle ai greci che invece le avevano; i greci risposero, che non le meritavano, ne le avrebbero potute capire, dato che sapevano tanto poco. Ma se le volevano per poi poterle applicare, allora prima toccava loro disputare con i loro saggi, per vedere se le capivano, e meritavano di ottenerle: davano questa bella risposta per sottrarsi allincombenza. Risposero i romani, che accettarono di buon grado la disputa; sancirono un contratto preciso: ma dato che non intendevano il linguaggio a loro sconosciuto, propongono di disputarla tramite segni, tramite segni dei giuristi. Fissarono un giorno per disputare, i romani se ne andarono via preoccupati, non sapevano cosa fare, perch non erano giuristi, n potevano capire i saggi greci, n il loro grande sapere. Mentre erano preoccupati un cittadino propose, di prendere un furfante, un furfante romano, e cos come Dio lo espiasse e gli suggerisse di far segni con le mani, che questi facesse: e questo fu per loro un consiglio fortunato. Andarono da un furfante molto esperto e molto spavaldo: gli dissero: << abbiamo fissato un incontro con i greci per disputare a gesti: chiedici pure quello che vuoi, e noi te lo daremo, e facci vincere questa contesa>>. Lo vestirono in modo elegante con panni di gran valore, come se fosse dottore in filosofia; sal in unalta cattedra, disse con spavalderia; <<da oggi in poi vengano i greci con tutta la loro arroganza>>. Venne li un greco, dottore molto esperto, scelto dai greci, da tutti lodato, sal nellaltra cattedra, tutto il popolo riunito, e cominci i suoi segni, come era stato convenuto.
18

Si alzo il greco, tranquillo, lentamente, e mostr solo un dito, che sta vicino al pollice (indice); subito torn a sedere; si alz il furfante, sfrontato, con lo sguardo torvo. Mostr subito tre dita tese verso il greco, il pollice con altre due, che sono a lui vicine disposte come un gancio, le altre due ricurve, si sedette quellidiota, guardando i suoi vestiti. Si alz il greco, tese il palmo aperto, e si sedette subito con la mente serena si alz il furfante con fantasia vana, mostr il pugno chiuso; aveva voglia di rissa. A tutti i greci disse il saggio greco: << i romani meritano le leggi, io non gliele nego>>. Si alzarono tutti con pace e tranquillit; grande onore ebbe Roma grazie a un povero villano. Chiesero al greco, cosa aveva detto con i gesti al romano, e cosa gli aveva risposto disse: << Io dissi, che c un solo Dio: il romano disse, che era uno e tre persone, e ha fatto il gesto corrispondente. Io dissi, che era tutto sotto la sua volont; rispose, che in suo potere ha il mondo, e disse la verit, da qui vidi che capivano e credevano nella Trinit, cap che meritavano la certezza delle leggi>>. Chiesero al furfante, qualera la sua opinione. Disse: << Mi disse che con il suo dito mi avrebbe tolto un occhio, questo mi infastid molto, e mi provoc grande ira, e gli risposi con ferocia, con ira e risentimento: che io gli avrei spezzato davanti a tutta la gente con due dita gli occhi, con il pollice i denti. Dopo questo mi disse, che gli prestassi attenzione, che mi avrebbe dato un grande schiaffo da far fischiare le orecchie. Io gli risposi, che gli avrei dato un tale pugno,
19

che in tutta la sua vita non avrebbe avuto il tempo di vendicarsi; da qui vide che lo scontro finiva male, smise di minacciare>>. Per questo recita il detto della vecchia scaltra, non c parola cattiva, se non viene male intesa; vedrai, che se detta bene, bene verr compresa. Intendi bene le mie parole, e avrai unamante deliziosa. La burla che leggerai/ascolterai, non disprezzare, le tecniche del libro cerca di capirle in modo arguto che distinguere il bene dal male,e saper poetare in modo occulto ed elegante tu non troverai uno su mille trovatori. Troverai molti aironi, ma faticherai a trovare un uovo, non tutti i sarti novelli sanno cucire bene, non credere che io mi stia apprestando a poetare in modo folle quello che il buen amor significa, te lo provo con un ragionamento. Lopera in generale parla a tutti, coloro che hanno buon senso, recepiranno la saggezza dellopera, i giovinetti leggeri si guardino dalla pazzia, chi ha buoni propositi sappia trarre dal poema ci che meglio. Quelli del buen amor , sono ragionamenti velati, applicati fino a ritrovare le sue tracce evidenti, se capisci il ragionamento, o ne cogli il senso, non dirai male del libro, che ora invece critichi. Dove penserai che menta, li dice la verit pi grande. Nelle strofe imbellettate si trova la falsit, un discorso buono o cattivo giudicatelo a seconda della giusta scansione le strofe con i punti, lodate o criticate. Io sono apparentato con qualsiasi tipo di strumento, a seconda di come tu lo accordi, cos inevitabilmente ti suoner come tu vorrai dire (o suonare) l soffermati, l mantieni la melodia, se mi saprai accordare, mi avrai sempre nella memoria.

20

Le prime strofe del poema (dalla 46 alla 63) sono incentrate sulle trasmissione del sapere che era lo scopo principale e unossessione dei poeti del Mester de Clereca; in questo caso abbiamo un apologo (favola allegorica) che ci mette in scena il passaggio della civilt da un popolo (Greci) a un altro (Romani); civilt incorporata dalle norme giuridiche in quanto nel Medioevo la cultura giuridica assolutamente basilare, se non superiore, a quella letteraria. Larciprete si identificherebbe con il saggio greco, e il furfante romano verrebbe ad identificarsi con il lettore. 1 problema: il romano non sa interpretare i gesti del greco, e a quanto pare nemmeno il greco, ma il romano alla fine ne ottiene un vantaggio, ossia la trasmissione del saperenel caso di una lettura erronea e non approfondita da parte del lettore quale sarebbe il vantaggio che otterrebbe? Il Libro del Bueno Amor dipartito tra una parte divina e una parte incentrata sullamore umano nella sua dimensione carnale. Prosegue poi questa parte introduttiva per ritornare ad un livello didatticoargomentativo: lambiguit non viene mai risolta in nessun caso,larciprete di Hita continua a giocare con il destinatario e con i vari livelli dellopera. Pagina 13: Qui dice di come secondo natura gli uomini e gli altri animali desiderano avere compagnia con le femmine. Come disse Aristotele, e la cosa vera, il mondo si affanna per due cose: la prima, per avere sostentamento; laltra per unirsi con una femmina piacevole. Se lo dicessi da parte mia, sarei da criticare; lo disse un grande filosofo, non sono io da accusare; di quello che disse il saggio non dobbiamo dubitare, perch di fatto il saggio e quello che afferma si possono provare. Che il saggio dice la verit si prova chiaramente uomini, uccelli, animali, tutte le bestie da tana vogliono, secondo natura, una compagna sempre nuova; e tanto pi ( dimostrato che) luomo agitato da ogni desiderio. Dico molto pi luomo, che ogni altra creatura: che quando necessario si accoppiano tutte secondo natura, mentre luomo sconsiderato tutto il tempo senza misura ogni volta che pu, vuole fare questa follia. Il fuoco sempre solito nascondersi tra la cenere, non appena arde, quanto pi si attizza,
21

luomo quando pecca, vede bene che cade, ma non si allontana, perch la natura lo istiga. E io siccome sono uomo come altri peccatori, a volte ebbi un grande amore delle donne; provare le cose non rende luomo peggiore e saper discriminare tra bene, e il male, e saper poi usare ci che meglio.

Il suo pubblico ideale di chierici probabilmente sapeva accogliere la citazione di San Paolo, I lettera ai Tessalonicesi (capitolo V, versetto 21); questo uno dei passi pi sovversivi del Libro del Buen Amor. Citazione a sproposito, gioco doppio: da una parte si ha lestrazione di una singola frase dal suo contesto e dall'altra vi unambiguit etimologica che riguarda la parola probar. San Paolo dice esattamente il contrario di ci che afferma larciprete di Hita, in quanto condanna latto carnale; abbiamo un capovolgimento stesso di quelle che sono le radici stesse dellarciprete. Una scelta stilistica di questo tipo, come la quartina, era vincolante. Il presupposto era quello di comporre una poesia didattica che trasmettesse una certa etica. Alla fine delle 1700 strofe del Libro del Buen Amor, noi restiamo senza unidea chiara di quello che fosse il vero messaggio dellautore o meglio, lo stesso messaggio vuole restare volutamente ambiguo. Lindicazione finale quanto di pi dirompente nella letteratura dellepoca: si veniva dallo schema chiarissimo di Berceo e abbiamo poi questopera in cui lautore si autoassolve da qualsiasi responsabilit morale e tutto viene demandato alla libert del lettore, concetto non assolutamente scontato nel 300. Mester de Clereca continua fino alla fine del Trecento, inizi del Quattrocento (dove irrompe la poesia lirica di corte); non una scuola bens una modalit con configurazioni diverse, partendo con il Libro di Alexandre, poi con il li libro di Apollonio, poi lopera di Berceo (religiosa-spirituale; testi miracolistici), poema di Fernando Gonzales (tardo poema epico, pi colto e attento alle forme). Si ha poi una notevole evoluzione, anzi la nascita della prosa narrativa, sviluppo che si ha con i 30 anni del regno di Alfonso X, detto il savio (saggio),una figura di fondamentale importanza per lo sviluppo della cultura spagnola. un periodo in cui i trovatori provenzali vanno e vengono dalla Castiglia. Con Alfonso X il castigliano diventa la lingua ufficiale del Paese; il primo monarca a capire che lunit linguistica influisce anche sullunit del regno. Luso del castigliano viene promosso ad ogni livello; vengono redatte le prime opere storiche (General Historia e Cronaca General de Espaa) storia che viene vista come il modo per leggere attraverso il genere
22

umano i disegni divini. Alfonso X inoltre fa redigere una serie di trattati per lastronomia e lastrologia (in quanto leggono i disegni divini), allora considerate scienze.

LIRICA GALLEGO-PORTOGHESE
Impulso notevole alla poesia in gallego portoghese, una lingua minoritaria, un volgare colto che diventa la lingua unica per la composizione poetica. Vengono composte le cantigas: Cantiga de amigo componimento amoroso in cui una voce femminile parla di un amico lontano, che lamante. Cantiga de amor uguale al precedente, con una voce per maschile. Escarnho, maldizer produzione satirica (scherno e maldicenze). Cantigas mariane poesie religiose dedicate alla Vergine, scritte e cantate, che nascono come testi di componimenti musicali. Si tratta di testi convenzionali attribuiti al re stesso ma risulta impossibile che abbia composto tutto ci da solo; queste opere vengono riconosciute come quelle di Alfonso X per indicare tutto lo staff che compone, del quale Alfonso X il committente. Anche la narrativa breve ha uno sviluppo notevole; la Spagna la nazione, attraverso la quale entrano opere della tradizione indiana (narrativa breve, recepita da arabi ed ebrei, tradotte tra il 200 e il 300 attraverso le emigrazioni semitiche).

PROSA- Regno di Alfonso X, El Sabio (1252-1284)


La promozione della lingua attuata costantemente da questo monarca: idea di legare il sapere e una cultura comune a un popolo, idea di cercare di legare un popolo dandogli un retroterra condiviso. Si passa da esempi letterari isolati ad unidea di cultura che deve diventare un patrimonio comune. Operazione culturale molto rilevante in quanto marcano il regno di Alfonso X, pratiche culturali poi continuate nel tempo. Ci importante per parlare della figura di Juan Manuel nato nel 1282 e che morir nel 1348 che si pone come continuatore esplicito di Alfonso X, suo nipote, Juan figlio di un infante, fratello minore di Alfonso X. un nobile guerriero, gi dal 1284 erede di un regno (Murcia) e ne diventa adelantado (governatore). un personaggio educato nel regno di corte, ci ha un immediato riflesso nelle sue opere, e si nota una continuit notevole. Regno delle traduzioni, che erano unattivit fondamentale per il sovrano; si traduceva per anche prima. Fond la Scuola di traduttori di Toledo in cui saggi
23

musulmani ed ebrei traducevano al castigliano le opere antiche arabe ed ebraiche; di grande importanza fu la traduzione dall'ebraico di molte versioni ebraiche delle opere arabe. Prima linterprete era tendenzialmente ebreo, conosceva larabo e i neologismi, le opere erano tradotte oralmente in volgare, e si tornava a un testo in latino, mentre con Alfonso torna in castigliano. Questo comporta limportazione di termini che in spagnolo non esistevano: arabismi, neologismi su base latina e provenzalismi. Pedro Alfonso (Mosh Sefardit) un ebreo spagnolo che si convert al cristianesimo. Scrisse la Disciplina Clericalis insegnamento dei dotti; opera che in latino e risale ai primi del XII secolo; contiene: Massime della tradizione araba (sentenze brevi con proverbi) Racconti brevi di origine indiana, trasmessi e culturalmente metabolizzati dalla letteratura araba.

Diffusione e fortuna: viene assemblato nel periodo di sviluppo degli ordini mendicanti che si esprimevano attraverso sermoni (prima met del 200). Sono un preludio dellattivit di Alfonso X. Traduzioni in castigliano:

Calila y Dimna (1251) : libro di origine araba, di racconti esemplari (o exempla), tradotto quando ancora Alfonso non incoronato re, essendo un infante; uno dei primi esempi di adattamento della narrativa araba alla letteratura in castigliano. Testo che traduce fedelmente lopera araba che a sua volta una traduzione di quella indiana del Panchatantra (300-400 d.C.), che conteneva favole in sanscrito. Ci vengono presentati domande e risposte tra il re e un sapiente di corte, che narra racconti esemplari i cui protagonisti sono degli animali: un bue, un leone e due sciacalli umanizzati (gli stessi Calila e Dimna), che raccontano il maggior numero di storie. Sono dei racconti brevi in cornice.

Sendebar o Libro de los ingaos: (sottotitolo: libro degli inganni e delle astuzie delle donne) la sua traduzione fu commissionata dal fratello di Alfonso, Fadrique, nel 1253. Cornice dinamica di 23 racconti. Si narra del dramma di corte del re ebreo Alcos, che ormai anziano e senza figli, pensava ostinatamente a quanto sarebbe potuto accadere del suo regno, dopo la sua morte. Si confid con la moglie che amava di pi, e lei gli sugger di pregare Dio affinch gli donasse la possibilit di divenire padre. Cos accadde; quando il figlio ebbe nove anni,il padre decise di educarlo, affidandolo ai suoi saggi; allet di quindici anni il giovane per non aveva appreso ancora nulla, e ci dest molta preoccupazione nellanziano padre. Un
24

saggio, endubete, si fece avanti per prendersi cura dellistruzione del ragazzo. Dopo linsegnamento, prima di far ritornare il suo allievo alla corte, presso il re, endubete interrog gli astri. Brutti presagi emersero dalla consultazione delle stelle, onde fu necessario per evitare la morte precoce del principe, per mano del padre, che lui (il giovane) tacesse per ben sette giorni. endubete con poche spiegazioni ordin allinfante di rispettare il silenzio; e cos accade che presso il re e presso lintera corte, esso tacque. Il re infuriatosi per quella situazione, ordin di far chiamare al suo cospetto endubete, il quale era fuggito lontano dalla corte. Una delle concubine del re si offerse per poter risolvere la questione e capire latteggiamento incomprensibile del figlio. Si appart con lui in una stanza, dicendogli che avrebbe dovuto uccidere il padre affinch poi lui stesso divenisse re. Il ragazzo preso da un sentimento di profonda rabbia, perse il controllo di s, non riusc a tacere e inve contro la matrigna. La donna cap che il fanciullo doveva tacere per sette giorni, onde evitare che il negativo presagio si realizzasse; di fatto essa volle, prima che fossero terminati i sette giorni (assicurandosi il silenzio dellInfante), presentarsi dinnanzi al re. Al cospetto del sovrano raccont di essere stata violentata dal giovane e il re credendo alle parole della donna, ordin che fosse condannato a morte. A questo punto i consiglieri cercarono di dissuadere il sovrano e di farlo ragionare, poich sapevano che stava prendendo decisioni in preda allira. Fecero in modo che questi fatidici sette giorni terminassero, affinch lerede avesse potuto parlare e dunque mostrare la verit dellaccaduto. Passati i sette giorni, finalmente esso riusc a spiegare la situazione reale in cui si era venuto a trovare, e a spiegare la macchinazione ordita dalla donna malvagia. Il re, convinto di quanto il figlio avesse raccontato, decise di condannare a morte la donna, che fu bruciata. Due temi principali: 1) misoginia dei savi di corte (avversione nei confronti della donna) che parlano della malizia delle donne. 2) discorso della matrigna che presenta al re sette episodi che parlano invece dellinettitudine e insipienza degli uomini.

Barlaam y Josafat: storia greca tratta da una leggenda buddhista abbiamo una cornice e i racconti. Opera di grande fortuna europea, basti pensare che fino al Settecento abbiamo 150 versioni. La prima versione castigliana di met secolo parziale; diventa poi integrale.

La storia comincia con la nascita del principe Josafat, unico erede al trono del padre. Un oracolo predisse che il bambino avrebbe avuto un regno cristiano superiore a quello del padre, fede alla quale lo avrebbe convertito. Per evitare ci il padre lo rinchiude in un palazzo, isolandolo da ogni contatto con il mondo esterno, dalla bruttezza, dalla vecchiaia o dalla malattia, che lo avrebbero potuto condurre verso i
25

principi del cristianesimo. Tuttavia una volta uscito dal palazzo incontra un paziente, un lebbroso e un che vecchio che lo faranno riflettere sulla caducit della gloria mondana. Alla fine incontra leremita Barlaam che lo istruisce sulla fede cristiana e lo porta alla conversione mediante il battesimo cristianizzazione delle storia del Buddha, che coglie il male del mondo. Pagina 13: Cantigas de Santa Maria, 470 composizioni, sono in gallego portoghese e sono lunica produzione letteraria alfonsina non scritta in castigliano, di ispirazione mariana e di carattere lirico, per la quale viene utilizzata la lingua galizianoportoghese. Molte delle cantigas di questo libro furono composte da Alfonso X di sua propria mano; in alcune narrazioni appaiono come protagonisti il monarca stesso o suoi familiari. La maggior parte raccontano un evento miracoloso o di santit, alla maniera di episodi leggendari, e altri sono inni in lode alla Vergine. Cantiche che si basano sulle leggende e sulle tradizioni religiose spagnole. Prologo A: cantica che riflette la realt storica dei molteplici domini di Alfonso X: Don Alfonso di Castiglia/ di Toledo/ di Leon/ e anzi re da Compostela al regno di Aragona/ di Cordoba e Jahen/ di Siviglia e anche/ di Murcia dove di lui/ Dio fece un gran bene come lo appresi/ di Algarve, che vinse/ dai mori e vi stabil/ la fede e popol/ Badallouz che un regno/ molto antico e prese/ dai mori Niebla e Jerez/ Veler, Medina sequestr/ e Alcal in unaltra occasione/ e che re dei Romani/ per diritto e signore/ di questo libro, come lho trovato/ fece a onore e lode/ della Santa Vergine Maria/ che madre di Dio/ di cui lui si fida/ Infine dei suoi miracoli/ fece canti e canzoni/ dolci da cantare/ tutte con il proprio tema/ come si pu scoprire. Opere Alfonsine hanno una cornice che pu variare, ma i personaggi sono sempre gli stessi, un filosofo e un consigliere, idea che questi racconti di novelle servissero a formare non un insieme astratto di lettori (non servivano a formare il popolo, non c unidea di un sapere democratico) ; i racconti sono una forma di mediazione culturale, ma lambito a cui si rivolgono ristretto e ben preciso, ed quello della nobilt di corte. Racconti dai quali si pu estrarre una tradizione.

Prosa didattica e dottrinale


Juan Manuel compone una serie di opere in prosa; il primo autore che manifesta una consapevolezza filologica, ci d le copie definitive che devono servire come archetipo per le composizioni successive e le lascia in un monastero domenicano, da lui stesso fondato. Opere rivolte ai laici, che le usano come esempi, sfortuna vuole che a causa di un incendio vadano perse. Nelle sue opere abbiamo un sunto Cronaca Abreviada che racconta la storia ispanica di Alfonso X, dove viene
26

presentata lidea della necessit di fondare una storiografia nazionale in volgare; abbiamo un arte del poetare, che il primo trattato di poetica spagnola; la maggior parte delle raccolte sono racconti inseriti in una cornice, libro del Cavallero et del escudero, incentrato sulleducazione del cavaliere da parte di un anziano, Libro de los Estados (sulla suddivisione della societ: laici,chierici e contadini, chi prega, chi difende e chi lavora), Libro Infinido, opera che Juan Manuel dedica al figlio. Lopera pi celebre El Conde Lucanor (1330-1335?) con un prologo generale suddiviso in due parti, mentre il contenuto vero e proprio del libro viene suddiviso in 3 blocchi di materiale diverso: 5 parti in 3 blocchi. Libro de los ejemplos (prima parte con 50/51 racconti brevi, esempi definiti da Juan stesso, molto semplici e chiaramente comprensibili muy llanos y muy declarados). Libro de los proverbios (seconda,terza e quarta parte): si tratta di 3 parti dove si riprende lo schema dei consigli presenti nei racconti (dialogo del Conde Lucanor con Patronio), disposti in ordine gerarchico e con un ordine di difficolt crescente (la prima parte accessibile a tutti, poi a meno persone). Lopera si chiude poi con un Tratado de doctrina, trattato dottrinale su diversi aspetti che riguardano luomo, il rapporto tra luomo e la natura e come luomo pu raggiungere la salvezza ultraterrena. Esempi proposti in quanto deve dare una serie di indicazioni di base in modo che luomo di potere possa avere anche una felicit terrena, evitando i rischi di una vita mondana, saggezza che poi va ad applicarsi a temi pi seri, culminando nel trattato finale che la parte pi spirituale dellopera. Juan Manuel si rivolge ai nobili che non conoscevano il latino e che potevano attingere ad una raccolta di questo tipo in volgare; lingua che diventa una scelta strategica per far giungere gli insegnamenti ad una classe pi ampia possibile. Idea di unire lutile (vantaggi morali) al dilettevole (al dolce, alla presentazione esteticamente gradevole); idea che il libro sia utile anche senza riuscire a capire tutto il contenuto (secondo critici recenti c una totale passivit del lettore, al contrario del Libro del Buen Amor). 50/51 racconti che si ripetono con la stessa struttura. Conte di Lucanor ha un problema, il consigliere gli espone un consiglio tramite lesempio di un racconto, nella cornice non c una storia bens un dialogo che si ripete, due personaggi che sono costanti, che non variano mai; abbiamo una cornice priva di elementi descrittivi, tanto nellordine dei personaggi, quanto in quello degli ambienti e queste caratteristiche si possono estendere anche alla parte narrativa; estrema genericit che facciamo fatica ad accettare esteticamente perch il racconto breve per noi ha caratteristiche diverse, mentre la genericit in Juan Manuel mira allastrazione e ci serve a non creare filtri tra il lettore e lo scopo finale dellopera.

27

Il conte una sorta di doppio di Juan Manuel in quanto incarna la nobilt alla quale lautore si rivolge; il consigliere anche lui un doppio di Juan Manuel in quanto con la sua esperienza si fa portatore della sua saggezza che si deve estendere alla nobilt. Dai critici stato considerato come anti esemplare, non possiamo prendere lesempio indipendentemente dalla cornice; vi un problema ulteriore, cio in base a quale criterio si interpretano gli artefici retorici: Juan Manuel non parte da un esempio del singolo per arrivare alla collettivit, bens usa unallegoria: abbiamo un racconto al quale dobbiamo far corrispondere poi tramite uno sdoppiamento, un'altra realt che quella cristiana, del sacrificio di Cristo al peccatore. Assurdit finale, Dio sacrifica suo figlio per i peccatori, per salvare gli altri uomini; frasi al finale sono aride e sintetiche, racconto del Golgota sintetizzato con una cadenza della prosa manuelina. Juan Manuel scrive una narrativa spesso definita realista, la questione capire cosa significasse questo realismo del 200; non si pu pensare a quello di Boccaccio o a quello del 500. Salvatore Battaglia ci dice che si pu parlare di realismo in senso lato negli exempla ma non in termini moderni; la forma letteraria degli exempla percepita come non fantastica, Juan Manuel vuole dominare la realt del suo tempo,il fine ultimo del sapere esercitare un controllo sulla realt, sulla storia, la visione ultima per una sorta di distacco dalla realt, manca laprirsi al contradditorio della realt, manca lironia del Boccaccio e la diversa selezione dei materiali.

IL PRERINASCIMENTO
Evoluzione della poetica tra la fine del 300 e il 400 (secolo dellesplosione poetica spagnola sia per la quantit di opere prodotte sia in termini qualitativi). Poesia tendenzialmente anonima e che vive di varianti, che si pu spiegare solo in termini di poesia in continua evoluzione e in continuo aggiornamento. Nel 400 si ha lemergere del Romance, tradotto in italiano come romanza, antica ballata tradizionale del popolo spagnolo. Nel corso del 300 lepica tradizionale decade perch sono cambiati i tempi e il gusto poetico, insieme alla figura del giullare, ma in qualche modo continua quella che era la loro arte cambiando la forma. Ad esempio del poema del Cid il pubblico gradiva determinati episodi, e da queste riduzioni di poemi epici nasce la struttura di base del Romance. Si ha un problema di datazione: il primo romance attestato nel 1421; tra le carte di Juan Manuel stato riportato questo componimento; la datazione abbastanza alta a cui precede un periodo di lacuna; problema avviene quando ci ritroviamo il romance come una forma ben determinata, ben formata, senza evoluzione, bens regolare.

28

Caratteristiche tipiche a livello contenutistico e stilistico viene definito come forma lirico- narrativa. Ci racconta un episodio che va dalla cronaca al racconto fantastico e lirica perch buona parte del romances esprime i sentimenti dellio poetico. Estrema variet a livello contenutistico; ciclo molto ampio di romances di provenienza epica ma questi romances sembrano piuttosto tardi; romances epici e storici che si pensa potessero servire come cronache cantate di diversi periodi della storia, ipotesi che i romances siano nati in un periodo di guerre civili, per commentare e informare sulle diverse fasi della lotta militare e politica, mentre le endechas sono i componimenti di tipo elegiaco.

ROMANCERO:

genere letterario che si configura come raccolta popolare e

anonima di romances, che erano di carattere epico, storico o avventuroso, e avevano una struttura tra la lirica e la narrativa.

Pagina 18: Romance del rey moro que perdi Alhama fatto storico, Reconquista del 1482, colpo finale della dominazione musulmana in Spagna. Abbiamo i primi 4 versi che sono lincipit con assonanza aa, e un ritornello Ay de mi Alhama; caso raro nei romances antichi; luso di romance con ritornello sar molto frequente a partire dal 500. Passeggiava il re moro per la citt di Granada, dalla porta di Elvira fino a quella di Vivarrambla. Lettere gli furono portate per comunicargli che Alhambra era stata conquistata; le missive lasci nel fuoco e uccise il messaggero. Scende da una mula e cavalca il suo cavallo, su per il Zacatn arriva fino ad Alhambra. Non appena si ritrovo ad Alhambra, li sul momento ordin che si suonassero le sue lunghe trombe dargento.
29

E che i tamburi di guerra velocemente suonino lallarme, perch lo possano sentire i suoi mori, quelli di La Vega e di Granada. I mori, che sentirono quel suono, che invoca al sanguinoso Marte, uno ad uno e due a due, si convocata una grande battaglia. Li parl un moro anziano, in questo modo parlava: a che pro ci chiami, re, perch questa chiamata? Dovete sapere, amici, una notizia sventurata, che i valorosi cristiani ci hanno ormai conquistato Alhambra. E dunque gli rispose un alfaqu dalla barba lunga e bianca: -ben ti sta, buon re, buon re, ben ti sta . -Perch tu hai ucciso gli abencerrajes, che erano il fior fiore di Granada; e invece ai accolto i disertori di Cordoba la famosa. -E per questo ti meriti, o re, una pena doppia: che vada in rovina tu e il regno, e che qui, a partire da questo episodio si perda Granada .

Pagina 18: Romance del rey moro se perdi Espaa Romance storico-leggendario; episodio assolutamente leggendario ma sentito dalla Spagna di quellepoca come vero; parla di come i musulmani riescono a conquistare la penisola spagnola (colpa data allultimo re dei goti, Roderico).
30

I venti erano contrari, la luna era crescente, i pesci gemevano per il brutto tempo che cera, quando il re Rodrigo dormiva di fianco a la Cava, in una ricca tenda ben adorna doro. Trecento corde dargento sostenevano la tenda; allinterno cerano cento fanciulle meravigliosamente vestite; di queste cinquanta stanno suonando con una splendida armonia; e le altre cinquanta stanno cantando con una dolcissima melodia. Li parl una fanciulla che si faceva chiamare Fortuna: -Se dormi, o re don Rodrigo, svegliati per cortesia, e vedrai il tuo destino infelice, e la tua fine ancora peggiore, e vedrai il tuo popolo morto e la tua battaglia perduta e i tuoi centri e le tue citt tutte distrutte in un solo giorno. I tuoi castelli fortificati un altro padrone li regger. Se mi chiedi chi lo ha fatto, io molto bene te lo direi: quel conte Don Julin,
31

per amore di sua figlia, perch tu glielhai disonorata, e altre non ne aveva; e ora va giurando che questa azione ti coster la vita. Si svegli assai angosciato da quella voce che udiva; con volto triste e addolorato rispondeva in questo tono: -Grazie a te, o Fortuna, di questo tuo messaggio. Mentre gli stava accadendo questo arriv, una persona che gli portava delle nuove notizie: raccontandogli di come don Julin stava distruggendo le sue terre. Si fa portare il cavallo e gli va incontro; i nemici sono tanti, che nessun impegno guerriero gli valeva; perch ormai tanto i capitani quanto la popolazione e tutti quelli che potevano fuggivano via.

Sintesi estrema nel racconto: i fatti narrati avvengo realmente in qualche anno; mancanza di ornamentazione a livello retorico, frammentismo un determinato episodio ci viene presentato non narrandone linearmente tutti gli episodi ma attraverso dei flash, spesso con lacune che in qualche modo il lettore deve completare con la sua fantasia; ci pu provenire dal fatto che nelle opere trasmesse oralmente si possono perdere delle parti.

Poi abbiamo dei testi che pi che raccontarci una storia ci trasmettono un episodio o uno stato danimo e che solo in modo generico hanno un che di narrativo, tra questi El prisonero.

32

Pagina 18: El prisonero Versi ottonari. Rima assonante in o; nellaltra impaginazione consonantica in or, mentre i versi 4,5,7 rimano in on. Nel primo poema abbiamo una e non etimologica che pu essere aggiunta in una parola di un verso.

Era in maggio, era in maggio, lepoca del grande caldo, quando gli innamorati vanno a servire i loro amori, tranne me, triste e sventurato, che giaccio in questa prigione, e non so quando giorno, tanto meno quando notte, se non fosse per un uccellino che cantava allalba; me l ha ucciso un balestriere; che Dio possa castigarlo!

Testo che inizia in medias res: non sappiamo per cosa sia prigioniero ne cosa avvenga dopo, varie versioni per vedere come si conclude il romance ci raccontano che il prigioniero scappa limando le sbarre della cella con una lima che gli viene portata allinterno di una focaccia. La versione breve quella pi suggestiva a livello poetico. Canto mattutino che forse fa parte del folklore ma il fascino di poesie come questa, ci che il lettore pu creare con la sua fantasia. La prigione pu essere una prigione damore, allegoria molto frequente in quel periodo. Quando canta lallodola e risponde lusignolo (uccelli di sfera amorosa allodola legata alla donna e al mattino, lusignolo alluomo e alla sera, ci avviene anche in Shakespeare, in Romeo e Giulietta). Un altro testo apparentemente narrativo, meglio interpretabile a livello simbolico il

romance de Moraima.
Pagina 19: Romance de MoraimaRima assonante ae; nei versi 12-13 appare infatti madre e alcalde, negli altri versi la e si pu aggiungere e paragogica. Composizione in 8 sillabe, rima assonante in sede pari, lestensione del romance variabile, in genere ha dei testi abbastanza lunghi. (Romance aveva un verso esadecasillabico, cio di 16 sillabe con una cesura in mezzo). Romance ambientato
33

durante la Reconquista. Tratta di una mora alla cui porta bussa un moro chiedendole di farlo entrare altrimenti lo avrebbero ucciso. Alla fine la mora viene convinta e lo lascia entrare per proteggersi. Serie di composizioni che rappresentano il contatto continuo tra cristiani e musulmani, contatti di conflitti e guerre ma che spesso lasciano intendere una possibile osmosi allinterno della societ, qui avviene dal punto di vista della seduzione, avviene in senso erotico.

Io era una mora chiamata Moraima, moretta da un bello sguardo, un cristiano venne alla mia porta, o povera me, per ingannarmi. Mi parl in arabo come una persona che ben lo conosce: -Aprimi le porte, o mora, e Allah ti protegga dal male. -Come posso aprirti, se non so neanche chi sei? -Io sono il moro Mazote, fratello di tua madre, che lasci morto un cristiano, dietro di me veniva il giudice; se non mi aprirai tu, o vita mia, proprio qui sulla porta vedrai come mi uccideranno. Quando questo ho udito, mi alzai, indossai una tunica non trovando il mio bral, andai subito alla porta e la spalancai.

Pagina 19: Romance del enamorado y la muerte romance fantastico con delle tinte fiabesche. Morte vista come un disegno divino in quanto inviata da Dio: frettolosa, non concede un giorno di pi allamante per vedere la sua amata, ma solo unora.
34

Io mi stavo riposando la notte scorsa, come sono solito; sognavo il mio amore che dormiva tra le mie braccia. Vidi entrare una signora cos bianca molto pi bianca della neve fredda. -Da dove sei entrata, amore, da dove sei entrata, vita mia? Le porte sono chiuse, e sono chiuse anche le finestre e le gelosie. -Non sono lamore, o amante; sono la morte che Dio ti manda. -Oh morte cos crudele! Lasciami vivere un giorno. -Un giorno non posso concederti, unora hai di vita. Subito si alza, ancora pi velocemente si veste, e subito si dirige alla strada dove viveva il suo amore. -Aprimi la porta,o bianca, aprimi la porta, o bimba. -La porta come potrei mai aprirti se lora non quella convenuta? Mio padre non se ne andato ancora al palazzo, e mia madre non dorme ancora. -Se non mi apri questa notte ormai mai pi potrai aprirmi. La morte mi va cercando; al tuo lato vita diventerebbe! -Vai sotto la finestra dove io ricamavo e cucivo.
35

Ti getter un cordone di seta perch tu possa salire fino da me; e se la seta non bastasse aggiungerei le mie trecce. La fine seta si rompe; la morte che fin l lo seguiva: -Andiamo, innamorato; lora ormai compiuta!

Pagina 19: Romance de la luna,luna (Federico Garca Lorca) La luna venne alla forgia con il suo gonnellino di nardi. Il bimbo la guarda guarda. Il bimbo la sta guardando. Nella brezza turbata muove la luna le sue braccia e mostra, indecente e pura, i suoi seni di duro stagno. Fuggi luna, luna, luna. Se venissero i gitani, farebbero con il tuo cuore collanine e anelli bianchi. Bimbo, lasciami ballare. Quando verranno i gitani, ti troveranno sopra lincudine con gli occhietti chiusi. Fuggi luna, luna, luna, che sento gi i loro cavalli. Bimbo, lasciami, non calpestare il mio candore inamidato. Il cavaliere si avvicinava suonando il tamburo della pianura.
36

Nella forgia il bimbo, ha gli occhi chiusi. Per luliveto venivano, bronzo e sogno, i gitani. Le teste alzate e gli occhi socchiusi. Come canta lallocco, ah come canta sullalbero! Per il cielo va la luna tenendo il bimbo per mano. Nella fucina piangano, lanciando urla, i gitani. La brezza la veglia, veglia. La brezza sta vegliando.

Luna una personificazione, sembra quasi una figura materna che va per il cielo, figura femminile in Lorca, cosi come lamore stesso e la vita stessa, qualcosa di perturbante. Luso del colore bianco in tutta la poesia un colore di morte. Luna che mostra indecente e pura i suoi seni, seni che non allattano perch sono di metallo freddo, sessualit inclassificabile, aliena alluomo. Elementi retorici ricorrenti, ci sono ripetizioni: Lorca spesso parte dalle canzoni raccontate ai bambini per farli addormentare, evocazione della sfera infantile. Frammentismo abbiamo dei flash ma non comprendiamo in realt ci che succede al bambino, perch arrivano i gitani, tutto ha una dimensione onirica; sappiamo solo che alla fine dellopera il bambino morto. Alternanza tra narrazione e dialogo, dialogo che non introdotto da verbi. La figura dei gitani di per se non ha nulla di realistico, aspetto cruciale del romancero gitano. Pagina 20: La Reconquista de Granada versi ottonari, assonanza aa. Testo pubblicato nel Mano Azul, del 24 settembre 1936. Si intrecciano in esso vari piani storici e morali. Da una parte il concetto di Reconquista allude al combattimento tra i Re cattolici e il regno musulmano nel 1482, trasmutato ora nelloffensiva repubblicana per recuperare la citt. Dallaltre parte si fa nel testo una valorizzazione morale che distingue la presenza araba a Granada dalla sanguinosa occupazione fascista della citt.
37

POESIA QUATTROCENTESCA:

Cancioneros:

raccolte di vari poeti; poesia di corte per essere cantata, letta o

recitata nel raffinato ambiente di corte. Primo cancionero conosciuto: Cancionero de Baena (1430-1445?), di Juan Alfonso de Baena, ebreo convertito. 576 composizioni di circa 70 autori: ultimi scrivono in gallego-portoghese. Da un lato abbiamo la lirica in castigliano: poeti pi antichi, influenza provenzale, metro dellarte menor (versi ottonari); dallaltro i poemi in arte mayor: versi di dodici sillabe, influenza dantesca, poemi di tipo allegorico, poesia morale- filosofica. Il pi rappresentativo Cancionero General (Valencia, 1511) di Hernando del Castillo. Poema cancionero stampato, opere suddivise in maniera gerarchica: o Devocin y moralidad o Obras de poetas diversos o Canciones o Romances con glosas y sin ellas o Invenciones y letras de justadores o Villancicos o Preguntas y respuestas o Obras de burlas (poesia satirica sullambiente di corte) Cancionero corrispettivo della lirica provenzale le cui tematiche principali possono essere: Servizio damore Uomo sottomesso da una dama irraggiungibile Amore impossibile e travagliato Amore che non mai un sentimento condiviso Poesia intellettuale che mira alla perfezione formale No poesia romantica Figure retoriche: ripetizione/antitesi/ paradossi Contrasto tra ragione e volont Ripetitivit No descrizioni, no dettagli ambientali

38

Poesia quattrocentesca villancico


Juan del Encina, Ay triste, que vengo Versione breve, la poesia contiene in realt pi strofe cantate; in questa stato possibile ricostruire anche la musica. Come funziona un villancico quattrocentesco: prima strofa estribillo o cabezaritornello con parole che vengono riprese serie di strofe successive definite glossas (= glosse) una serie di commenti. mudanzatermine generico per definire una variazione rispetto al tema presentato dal ritornello; la vuelta ritorno o ripresa; la parte in cui si riprende con minime variazioni quello che il tema principale e anche la rima.

Verso enlace un verso di raccordo, riprende lultima rima della strofe precedente come una sorta di ponte e viene poi ripreso lestribillo.
Quadro culturale: uno dei fenomeni pi significati della poesia quattrocentesca la ripresa del folklore, delle tradizioni popolari; un caso quello dei romances e laltro quello dei villancicos, canti di tradizione contadina. Viene ripresa una forma popolareggiante introducendola in un contesto di corte. Juan del Encina un compositore, fu un poeta importantissimo che si muove allinterno della corte del duca di Alba (Salamanca); il primo autore spagnolo a far teatro in modo continuo e la prima forma di drammaturgia riconoscibile. il primo compositore che stabilisce le caratteristiche del villancico. Il nome viene da coloro che erano soliti cantare questo tipo di composizione, ossia gli abitanti dei villaggi rurali. Gli autori colti si fingono pastori o che creano figure di pastori per comporre poesie damore; Juan del Encina anche il primo traduttore delle bucoliche. Ay, triste, que vengo vencido de amor maguera pastor. Ms sano me fuera no ir al mercado que no que viniera tan aquerenciado: que vengo, cuitado, vencido de amor maguera pastor. Di jueves en villa
39

viera una doata, quise requerilla y aball la pata. Aquella me mata, vencido de amor maguera pastor.

Vengo vinto damore nonostante sia un pastore pastori e contadini non sono uomini come i nobili, che hanno la stessa dimensione antropologica; amore una sensazione cos forte da nobilitare anche i contadini, anche una classe cos rozza. Sarebbe stato meglio non andarmene al mercato che non ritrovarmi ora cos afflitto: perch ora provo pena, vinto dallamore nonostante sia un pastore Di gioved in citt vidi una donna; mi venne voglia di corteggiarla, e mi volata via. aball la pata ha fatto andare la gamba si allontanata. Espressione rustica riferita ad una dama, ma che rientra nel tema trattato. Quella mi uccide, vinto damore nonostante sia un pastore. Stessa concezione dellamore che ritroviamo anche nelle canzoni serie. Pagina 20: si tratta di esempi piuttosto noti; Quattrocento che si distingue anche per la prosperosa produzione; poesia amorosa del 400 che si distingue anche per la ripetitivit dei temi; intera produzione dei poeti provenzali che ci pu sembrare quella di uno stesso autore ma che prova emozioni diverse. Questo pu essere riferito anche agli autori spagnoli.

Poesia cancioneril:
Pagina 21: Suero de Ribera, Corazn, Qu aprovecha..? versi ottonari; la prima strofa una quartina il cui schema metrico ABBA, rima incrociata; strofa di grandissima fortuna nella tradizione spagnola che si chiama redondilla. Nei versi dal 9 al 12 abbiamo la vuelta, ossia la ripresa della prima strofa. Abbiamo unapostrofe al cuore; situazione tipica di questo tipo di poesia; manifestazione di uno stato quasi di schizofrenia, dell amante che non controlla pi il lato emotivo; scisso tra ragione e cuore. O mio cuore, che vantaggi porta, il tuo pensiero turbato se di te non si preoccupa quella che ti rifiuta? O mio cuore, se quel pensiero
40

portasse un vantaggio, allora sarebbe un bene, ma vedo che ogni giorno i tuoi mali accrescono; se non perdi mai linquietudine del pensiero che piacere ne trai, o misero,

se di te non si cura quella che ti rifiuta?


O mio cuore, che non ti curi affatto della tua rovina, seguendo contro ragione una volont perturbata corri diritto verso una fine disperata,

se di te non si cura quella che ti rifiuta.


O mio cuore, chi bene lo considera; se pu evitarlo, non deve mai dare spazio al pensiero che uccide perch finisce per trascorrere infelice una vita cos breve,

se di te non si cura quella che ti rifiuta.


O mio cuore, che per amore patisci una tale tribolazione, povero me! che finisco per soffrire per buona parte dei tuoi dolori: questa canzone come lamento funebre canter triste, afflitto,

perch di te non si cura quella che ti rifiuta.

41

Poesia quattrocentesca che ha un lessico estremamente ridotto e usa termini quasi con precisione scientifica, tecnica; il pensare fa riferimento allamore, ad un pensiero ossessivo. Altra situazione tipica che la dama una donna che rifiuta il poeta. Poesia cerebrale che si arrovella sulle cose. Poesia che usa anafore e antitesi; parla dellirrazionalit del pensiero amoroso; le cui caratteristiche si ritrovano nel testo successivo:

Pagina 21: Alonso Prez de Vivero, Con dos cuydados guerreo (combatto con due pene) intera composizione basata sulla ripetizione, sul poliptoto. Combatto con due pene, che mi provocano sofferenza e sospiri: la prima quando non vi vedo e laltra quando vi guardo. Guardandovi muoio damore, senza poter ritrovare una guarigione; quando invece non posso mirarvi, muoio dalla voglia di potervi ancora guardare. Uno dei due sentimenti cresce tra i sospiri, laltro provoca desiderio, di cui soffro quando vi guardo, e muoio quando non vi vedo.

Poesia formale, il contenuto un aspetto secondario; tutto si gioca sullabilit del poeta di introdurre minime variazioni in uno schema gi prestabilito. Uso del chiasmo in tutto il componimento; cabeza ha rima alternata abab, nella vuelta invece stessa rima baba. Pagina 21: Comendador Escriv, Ven, muerte, tan escondida (Vieni, morte, cos nascosta) identit dellautore incerta; questo un fenomeno frequente; i poeti sono intercambiabili. Gusto per il paradosso: Vieni, morte, cos nascosta, che io non avverta la tua presenza al mio fianco, perch il piacere di averti finalmente qui non arrivi a rianimarmi.
42

Vieni come fulmine che colpisce, che finch non ha colpito non si sente il suo rumore, perch possa meglio colpire dove vuole. Cos sia la tua venuta; altrimenti proprio in questa occasione affermo solennemente che il piacere che prover quando sarai con me mi dar ancora una volta vita.

Lieve variazione rispetto alla testa in cui vi un timore, mentre qui diventa una certezza vera e propria. Immagine del fulmine che colpisce forse deriva dai raggi damore della tradizione stilnovista che partano dagli occhi dellamata; autori che gi leggevano Petrarca ma che non arrivavano a imitarlo completamentesituazione in cui questi autori hanno gi una conoscenza diretta della poesia provenzale, stilnovista e del Petrarca, ma che non sentono ancora lesigenza di confrontarsi con questo modello. Presenza di doppi sensi erotici allinterno della poesia; critici che puntano a questa visione canzone che pu essere un esempio poich la morte sta ad indicare in altre tradizioni liriche lorgasmo; elementi scarsi per affermalo.

Poemi intellettuali
Dezir: tipo di composizione che non deve essere cantata o suonata ma raccontata a voce; Francisco Imperial poeta italo- spagnolo che introduce Dante nel panorama spagnolo introduzione dellallegoria e di una visione problematica della storia spagnola che continuer successivamente. Poemi che adottano uno stile elevato e il verso del arte mayor (12 sillabe); strofe pesanti alla lettura e alla recitazione; uso di lessico elevato con latinismi molto frequenti e di un immaginario allegorico complesso, con riferimenti mitologici interpretabili solo da un pubblico colto. Opere che culminano con Jorge Manrique, Coplas por la muerte de su padrescelte stilistiche diverse, stile pi sobrio e pi semplice, versi ottosillabi o pi corti, strofe pi agili, predilezione della brevitas rispetto allamplificazione, semplicit e allo stesso tempo pregnanza ed efficacia di versi e immagini utilizzate. Poema composto per la morte del padre di Jorge, che era un alto nobile chiamato Rodrigo, era un conte che negli ultimi anni della sua vita entra nellordine di Santiago, (ordine di nobili guerrieri ma con fini religiosi), e dal punto di vista politico per tutta la sua vita appogger la fazione dei re cattolici: Isabella I di Castiglia e Fernando I di Aragona. unelegia; ritratto che incarna lidea del perfetto nobile cristiano, guerriero
43

che partecipa alla battaglia con i Mori, alla Reconquista; nella visione idealizzata di Manrique il padre lotta sempre contro i cattivi. Opera che riprende tutti gli esempi di lamenti per la morte di un personaggio illustre, che viene ripresa dalle opere tradizionali; allo stesso tempo unopera filosofica che parte con una sessione generica ma che presenta 3 momenti ben distinguibili collocati secondo un ordine gerarchico che quello delle 3 vite corrispondenti allo schema medievale: 1)MEDITAZIONE FILOSOFICA SULLA MORTE: la vita effimera e la morte arriva per tutti a pareggiare i conti, non risparmia nessuno; a questa prima parte corrisponde nello schema medievale quella che la prima vita cio quella mondana e dei piaceri, che viene cancellata dal passare del tempo e dal sopraggiungere della morte; 2)ESALTAZIONE DELLA FIGURA DEL PADRE: ritratto vero e proprio del padre del poeta, parte storico-biografica. Ritratto idealizzato che ci ricorda le imprese di Rodrigo che ne hanno tramandato la fama anche ai posteri; questa la seconda vita, quella della fama, anche questa destinata ad estinguersi ma che dura di pi in quanto la memoria viene tramandata dai posteri ed pi degna a livello morale; 3) INCONTRO FINALE TRA LEROE E LA MORTE: arrivo della morte; morte personificata che arriva al capezzale di Rodrigo (che muore per morte naturale, non in combattimento): abbiamo un dialogo tra la morte e il cavaliere, in cui Rodrigo accetta serenamente, senza dolore o rimpianto il compiersi di una volont superiore; questo terzo movimento viene ad inquadrare la via privilegiata allaccesso della vita ultraterrena che lultima vita. Manrique si trova a cavallo tra due visioni della morte, tra due tradizioni: da una parte quella consolidata della danza della morte, rafforzata anche a livello iconografico, famosissima in tutta Europa e ripresa appunto dalle Coplas di Manrique, che insiste sugli aspetti terrificanti della morte stessa (scheletri, decomposizione del corpo, vermi) ed la visione di maggiore impatto a livello europeo, meno in Spagna. Abbiamo una danza della morte tra la fine del 300 e il 400, testo poetico che prevede una performance pubblica tra la morte e le varie categorie sociali, con una danza vera e propria. Laltra tradizione che quella prevalente, quella stoica, dellaccettazione della morte; idea che ai mali della morte bisogna prepararsi in visione della vera vita, che quella ultraterrena; patrimonio filosofico che rimane invariato per almeno un paio di secoli.
44

Pagina 22: Strofa che una doppia sestina di ottosillabi, con un piede tronco (pi quebrado verso pi corto; un quadrisillabo); versi disposti in modo che quelli pi brevi marchino il ritmo e semanticamente invece dei termini. I. Riacquisti i sensi lanima addormentata, si ridesti il senno e si risvegli contemplando come trascorre la vita, come viene la morte cos silenziosa, come se ne va rapidamente il piacere, come, una volta ricordato, provochi dolore, come a nostro avviso, qualsiasi tempo passato sia stato migliore del presente. Poich se consideriamo dunque come il presente se ne sia andato e sia terminato improvvisamente, se giudichiamo saggiamente, considereremo ci che non ancora avvenuto come gi passato (il futuro ci sembrer gi passato). Non si inganni nessuno,no, sperando che ci che lo attende durer pi di quanto sia durato ci che ha gi vissuto, perch tutto trascorrer con la stessa velocit. III. Strofa celeberrima che parte da unimmagine biblica, da uno dei libri che parla della caducit della vita terrena. Le nostre vite sono i fiumi che vanno a sfociare nel mare, che la morte; l vanno i potentati diretti a estinguersi e a consumarsi; l i fiumi pi copiosi, l anche gli altri, quelli mediani e i pi piccoli, una volta pervenuti sono uguali quelli che vivono del proprio lavoro e i ricchi. Invocazione in cui Manrique manifesta il taglio ideologico che vuol dare al poema: Lascio perdere le invocazioni dei famosi poeti dorati (dellet classica non ai suoi precedenti della tradizione spagnola); non mi interessano le loro invenzioni, perch i loro piaceri (estetici, che derivano dalla lettura delle opere) portano erbe segrete (hanno in se dei veleni nascosti). A quello solo mi raccomando, quello solo invoco io in verit, che vivendo in questo mondo, il mondo non riconobbe la sua divinit ( si riferisce al Cristo). Manrique non invoca le muse, non invoca Apollo ma lunica figura che deve garantire la bellezza del poema Cristo. Ripresa dellidea dellhomo viator, delluomo pellegrino di Berceo Questo mondo il cammino per laltro, che una dimora senza dolore, ma necessario dimostrare buon senno per compiere questo viaggio (jornada: tratto di viaggio che possibile far da soli durante il giorno) senza perderci; partiamo quando nasciamo, viaggiamo finch siamo in vita, e arriviamo quando moriamo; cos che quando moriamo riposiamo.

II.

IV.

V.

45

VI.

Questo mondo sarebbe buono se ne facessimo un buon uso come siamo tenuti a fare, perch, secondo la nostra fede serve per guadarci a quellaltro mondo che ci attendiamo. Persino quel figlio di Dio per innalzarci fino al cielo scese a nascere qui tra noi, e a vivere su questa terra dove poi morto.

VII.

Strofa anomala anche come tipo di costruzione allinterno del poema; ogni strofa precedente suddivisibile in due parti; qui invece abbiamo lo sviluppo di un periodo ipotetico; Manrique sta riprendendo un brano di San Giovanni Crisostomo che parla della relazione tra la bellezza del corpo e la bellezza dellanima. Se fosse in nostro potere (Manrique usa un iperbato) rendere bello il nostro aspetto fisico come possiamo rendere effettivamente cos gloriosa lanima angelica, che attenzione cos viva avremmo in ogni occasione, e cos premurosa, nelladornare la schiava, lasciando invece senza cura la nostra signora!. La bellezza corporea non in nostro potere perch invecchiamo, quella dellanima in nostro potere ma luomo cosi stolto che se potesse mantenere la bellezza esteriore si concentrerebbe su quella invece che di quella dellanima.

VIII.

Vedete quanto poco valore abbiano le cose che seguiamo e dietro le quali corriamo, che, in questo mondo traditore, ancora prima di morie le perdiamo. Alcune le distrugge let, altre cadute che derivano da una posizione negativa delle stelle, altre ancora, per la loro stessa essenza, una volta che sono giunte agli stati pi alti, si dissolvono. Ditemi: la bellezza, la graziosa freschezza, la levigatezza della pelle del volto, il colore e il candore del volto, quando arriva la vecchiaia, che ne ? La destrezza e la scioltezza e la forza fisica della giovent, tutto diventa pesantezza quanto giunge alla periferia della vecchiaia. (Vecchiaia come periferia della vita comune; secondo punto che sviluppa son le cadute della vita).

IX.

X. E dunque neanche il sangue dei Goti (sintagma per indicare le famiglie di origine pi antica), e la nobilt cos esaltata, in quante vie e modi sprofonda la loro grande altezza in questa vita! Alcuni, avendo poco potere politico, sono mantenuti in condizioni basse e degradate (sono vessati da nobili pi potenti di loro dettaglio biografico riproposto nelle strofe successive); altri invece che, per la loro mancanza di beni economici, si mantengono con mestieri illegittimi . XI. Gli stati e la ricchezza, che ci abbandonino nel momento meno opportuno, chi pu evitarlo? (interrogative retoriche) Non chiediamo stabilit (agli stati e alla
46

ricchezza), perch appartengono a una signora che cambia costantemente: perch sono beni della Fortuna, che travolge con la sua ruota veloce, la quale non pu mai stare ferma, n rimanere stabile n ferma in ununica situazione. XII.

Digo que non indica un ordine ma con Ammettiamo pure che accompagnino
e arrivino fino alla tomba con il loro padrone: non per questo ci ingannino, perch la vita se ne va veloce come un sogno (frase che Caldern de la Barca riprender nel suo poema); e i piaceri di questa vita (iperbato),che ci deliziano (figura etimologica), sono effimeri, mentre i tormenti dellaldil, che ci attendono a causa di questi, sono invece eterni.

XIII.

I piaceri e le dolcezze di questa nostra vita tribolata non sono altro che corsieri (cavalli veloci,da corsa), e la morte, limboscata in cui cadiamo (morte spesso rappresentata come cacciatrice che si nasconde). Non considerando il nostro danno, cadiamo a briglia sciolta senza fermarci; e poi alla fine quando vediamo linganno e vogliamo girarci, non ci pi possibile farlo.

XIV.

Strofa in cui pi evidente la danza della morte. Questi re potenti di cui leggiamo nelle storie ormai antiche, con cadute tristi, dolorose, le loro buone fortune furono rovesciate; cosicch non c cosa stabile, perch papi e imperatori e prelati, la Morte li tratta come i poveri pastori del bestiame. Strofa meta letteraria in cui Manrique espone la sua poetica personale rifiutando il luogo comune degli exempla della tradizione classica. Non curiamoci dei Troiani, perch non abbiamo visto n i loro mali, n le loro sventure n le loro glorie; non curiamoci dei Romani, anche se abbiamo ascoltato e letto le loro storie; non curiamoci di sapere cosa sia avvenuto in quel secolo passato; veniamo ai fatti pi recenti, che pure sono anchessi dimenticati come il passato pi remoto( idea delloblio che tocca anche i fatti pi recenti). Strofe pi celebri del poema di Manrique e che evocano il regno di Giovanni II di Castiglia, uno dei regni pi lunghi; regno di un re debole, che non si distingue in quanto capacit di governare ma piuttosto per la sfarzosit della sua corte, una corte di poeti, di nobili occupati col poetare; anche il padre di Manrique fu poeta e lo zio uno dei poeti pi importanti . Che ne stato del re Don Juan? Gli infanti di Aragona, che ne stato di loro? Che ne stato di tanti giovani (concetto della cortesia)? Che ne stato di tante imprese che sfoggiavano (come ornamento durante i tornei; erano simboli della nobilt)? Le equitane e i tornei, ricami e cimieri (ornamenti degli elmi) che cosaltro sono stati se non dei vaneggiamenti?
47

XV.

XVI.

Che cosa sono stati se non fili derba sulle zolle?. (Citazione biblica: immagine XVII. del filo derba che marca la caducit della vita). Che ne stato delle dame, le loro acconciature, le loro vesti, i loro profumi? Che ne stato delle fiamme dei fuochi accesi degli amanti (amore cortese, amore come simbolo della nobilt di corte)? Che ne stato di quel poetare, delle musiche armoniose che eseguivano? Che ne stato di quelle danze, di quelle vesti laminate (vesti dellalta nobilt spesso intessute con fili doro e dargento) che indossavano?. Come si concedeva blando, e lusinghiero il mondo con i suoi piaceri! Ma poi vedrai come gli si mostr avversario contrario, e crudele: pur essendogli stato amico, quanto poco dur quello che gli era stato concesso!. XIX. I favori smisurati, gli edifici reali pieni doro, le stoviglie dai bordi preziosi, le monete del tesoro, i finimenti, i cavalli del suo seguito, gli ornamenti cos eccelsi, dove andremo a cercarli? Che cosa sono stati se non rugiada dei prati?.

XVIII.

Compare il principe Alfonso che regna 3 anni, dal 1465 al 1468, ma che essendo alla fine mortale come tutti gli altri, la morte lo gett nella fucina; muore di peste o per avvelenamento. XXI. Manrique regola i conti con il nemico della sua famiglia, don Juan un re debole che si affida a Alvaro de Luna che fa buona e cattiva sorte del regno e rovina la famiglia di Manrique; Quel gran Connestabile, Maestro che abbiamo conosciuto tanto onorato, non il caso di parlare di lui, basti solo considerare che labbiamo visto decapitato (Alvaro de Luna, a un anno prima della morte del sovrano viene arrestato per congiura e decapitato pubblicamente diviene lemblema del capovolgimento della fortuna). I suoi infiniti tesori, le sue citt e i suoi possedimenti, che cosa sono stati per lui se non dolori? Che cosa sono stati per lui se non lamenti, quando gli ha dovuti abbandonare?. XXII. E gli altri due fratelli, Maestri potenti quasi quanto re, che sottomisero alle loro leggi sia i grandi sia i mediani (alta e media nobilt); quella prosperit che fu cos in alto apprezzata e lodata, che cosa stata se non una vampata (del fuoco) che proprio quando si trovava pi accesa fu spenta?. XXIII. Tanti duchi eccellenti, tanti marchesi e conti e baroni, che noi abbiamo visto cos potenti, dimmi, Morte, dove li nascondi e occulti? le loro gesta famose compiute tanto in guerra come in pace, quando tu, crudele, infierisci, con la tua forza le abbatti e le cancelli.
48

XXIV. Le schiere innumerevoli, i pennoni e gli stendardi e le bandiere, i castelli inespugnabili, le mura, i baluardi e le barriere, la fossa profonda rinforzata o qualsiasi altra difesa, a cosa possono servire? Quando tu arrivi adirata, tutto lo trapassi da parte a parte con la tua freccia. XXV. Quello, difesa dei buoni, amato dalla gente in quanto glorioso, il Maestro don Rodrigo Manrique, cos famoso e valoroso, le sue gesta grandi e famose non il caso che io mi metta a lodarle, perch si sono viste, ne le voglio esagerare, perch tutti sanno come si sono svolte. XXVI. Amico dei suoi amici, che signore per i suoi pi intimi e parenti! Che maestro degli intrepidi e dei coraggiosi! Che servo per i savi! Che grazia per i garbati! Che ragione! Che benevolenza per i suoi devoti! Che leone invece contro gli spavaldi e i dannosi!. Due strofe successive che non leggiamo con degli exempla con forza e capacit militare e virt etiche e religiose. XXIX. Non lasci grandi tesori, n accumul grandi ricchezze o oggetti preziosi; ma fece guerra ai Mori, espugnando le loro fortezze e le loro citt. E nelle battaglie che vinse, quanti Mori e quanti cavalli andarono perduti; e con questa opera guadagn i tributi e i vassalli che gli diedero. XXX. riferimento alla crisi che colpisce la famiglia di Manrique. E dunque con il suo onore, in tempi ormai remoti cosa gli avvenne? Restando rovinato, con i fratelli e i pi intimi si sostenne. E dopo aver realizzato imprese degne di fama nella guerra che portava avanti, fece degli accordi cos onorevoli che gli portarono pi terra di quella che aveva. XXXI. Queste sue vecchie imprese che in giovent affresc con il suo braccio, con altre nuove vittorie le rinnovo ora nella sua vecchiaia. Per la sua grande abilit, per unesperienza ben impiegata, raggiunse lonore della Cavalleria della Spada. XXXII. E le sue citt le ritrovo occupate dai tiranni; ma le riscatto con assedi e con battaglie e con la forza delle sue mani. E se il nostro re naturale (legittimo futuro re cattolico Fernando dAragona) sia stato servito dalle sue opere, lo dica il re di Portogallo (Alfonso V), e chi in Castiglia ha seguito la sua fazione. XXXIII. Dopo aver messo in gioco tante volte la sua vita per la sua fede (ley= non come legge ma come sinonimo di fede cristiana); dopo aver servito cos bene la corona del suo re legittimo; dopo aver compiuto tante imprese per le quali non pu bastare un racconto preciso, nel suo possedimento di Ocaa venne la morte a bussare alla sua porta.
49

XXXIV: Dicendo:<< Buon cavaliere lasciate il mondo ingannevole e le sue lusinghe, il vostro cuore dacciaio mostri il suo famoso coraggio in questa circostanza; e dato che di vita e salute avete fatto cosi poco conto per conquistare la fama, si impegni la virt nel portare a termine questa impresa che vi sta chiamando>>. XXXV: <<Non vi sia troppo amara la battaglia temibile che vi attende, perch unaltra vita pi durevole, di fama cos gloriosa state lasciando sulla terra. Anche se questa vita donore neppure lei eterna n reale (la seconda vita); ma,nonostante tutto, assai migliore di quella temporale, che peritura>>. XXXVI: <<La vita eterna non si conquista con dei beni mondani, n con una vita piacevole nella quale si nascondono i peccati mortali; ma i buoni religiosi la conquistano con orazioni e lamenti; i cavalieri famosi con lavoro e con lotte contro i Mori>>. XXXVII: << E dato che voi, o nobile famoso, avete sparso tanto sangue di pagani (= termine che non deve sorprenderci, e che indica i musulmani; non si capivano i dogmi di questa religione e la si vedeva come una sorta di setta, come uneresia cristiana, idea che si ritrova anche in Dante), attendetevi la ricompensa che in questo mondo avete conquistato con la vostra stessa forza; e con questa fiducia e con la fede cos incrollabile che avete, partite con buona speranza, che questaltra terza vita guadagnerete>>. RISPONDE IL MAESTRO XXXVIII: <<Non perdiamo altro tempo in questa vita meschina, perch la mia volont si piega completamente a quella divina; e acconsento alla mia morte con volont ben disposta, chiara e pura, perch che luomo debba vivere quando Dio ha deciso che debba morire, follia>>. Ges invocato come garante e protezione del poema viene rinominato dal padre. DAL MAESTRO A GESU XXXIX: <<Tu che,per la nostra malvagit, hai assunto una forma umile e una condizione ignobile; tu, che alla tua natura divina hai unito una cosa cos spregevole come luomo; tu, che hai sopportato tormenti cos grandi sulla tua carne senza opporre resistenza, non per i miei meriti, ma per la tua sola clemenza, perdonami>>. FINE XXXLX Cos, con tale convinzione, conservati tutti i sensi umani, attorniato dalla moglie, dai figli e dai fratelli e dagli intimi del suo seguito, rese lanima a chi glielaveva data, il quale possa innalzarla al cielo, perch anche se ha perduto la vita, ci ha lasciato una grande consolazione la sua memoria. Poema di Manrique che si chiude con questo quadro che di ars moriendi, morte naturale nel proprio letto circondato dai famigliari, quadro tipico che ritroviamo nel
50

Don Chisciotte. Coerenza tra le parti del poema spesso ribadita ma anche messa in
discussione.

IL CINQUECENTO
Celestina Testo che marca un prima e un dopo ma che non crea una scuola, un modello, che viene ripreso da autori successivi. il primo dramma spagnolo; non che non si facesse teatro in Spagna, ma si trattava di opere rappresentate sporadicamente e di opere di occasione di diverso tipo. Innanzitutto abbiamo esempi di teatro religioso, che riprende i misteri medievali; abbiamo opere brevi rappresentate per determinate occasioni liturgiche; abbiamo opere di carattere encomiastico, per esaltare determinate figure nobiliari, e tra il 500-600 i primi tentativi di creare un teatro maggiore. Il primo autore importante Juan del Encina, che non essendo un nobile vive di rendite ecclesiastiche e del suo mestiere di musicista; ha formazione artistica a tutto campo; autore che si ritrova ad un certo punto a lavorare nella corte dei duchi di Alba, per i quali inizia ad elaborare testi teatrali. La sua produzione teatrale prosegue per circa 20 anni anche quando si trasferisce a Roma, nella corte papale dei Borgia, una famigli di Valencia. La sua una produzione che parte in modo sperimentale e primitivo; si hanno opere brevi in versi nelle quali partecipa lui stesso, che vengono chiamate in modo diverso; spesso dette autos (adattamento della parola atto, in quanto sono composte di un atto unico), farsas (quando il contenuto comico) e eclogas ( termine usato per riferirsi al tipo di personaggio unico che usa Juan del Encina nelle sue opere). La finzione pascolare comincia ad entrare nelle opere spagnole: Juan del Encina inserisce spesso dialoghi tra pastori. Il pastore viene visto come una personalizzazione del poeta stesso, un finto rustico che in realt colto. Posso avere figure di pastori che incarnano figure degli evangelisti; pastori innamorati che incorporano la visione dellamore cortese. Il teatro episodico, ma successivamente cerca di renderlo autonomo dalle feste e dalle occasioni. Il problema fondamentale che un teatro senza luoghi appositi per la rappresentazione (rappresentazioni che si svolgono nella corte, oppure in chiesa, o nei saloni dove i nobili sono soliti mangiare), spazi non precisi, mancanza di compagnie teatrali vere e proprie, erano gli stessi drammaturghi a partecipare e a volte anche gli stessi nobili. Il caso della Celestina un caso anomalo. uno dei primi esperimenti di Juan del Encina. Inizia a rappresentare intorno al 1492, le sue opere appaiono nel 1496, la Celestina del 1499. un opera isolata dalle caratteristiche tutte sue, un opera di successo che entra nellimmaginario collettivo spagnolo. Celestina il titolo che
51

usiamo per chiamare lopera, opera che in realt viene pubblicata per la prima volta a Burgos ed esce con il titolo di Comedia de Calisto y Melibea; gi dal titolo, dalla parola commedia, ci si aspetta unopera che inizia bene e finisce bene. Viene nominata inoltre la coppia di innamorati: Calisto, di classe media, un giovane 23enne e poi Melibea, splendida giovane 20enne, proveniente da una famiglia ricchissima, ed emblema di tutte le possibili virt femminili, a partire dalla bellezza. Abbiamo le prime 4 edizioni della Celestina pervenute come esemplari unici. 1 VERSIONE: Quella del 1499 incompleta in quanto mutila della prima carta. Libro che esce in versione anonima; opera con 16 atti in prosa, interamente dialogata, eccetto gli argumentos che sono delle rubriche, dei riassunti in prosa che preparano il lettore a ci che trover poi sviluppato nel dialogo. Questa la prima versione della Celestina, che poi cambier sensibilmente anche nel corso degli anni. Insieme di personaggi abbastanza ridotto; abbiamo un dramma molto concentrato a partire dai personaggi: abbiamo Calisto, Melibea, i genitori di Melibea, Pleberio ed Alisa (nomi non spagnoli). INCIPIT: Calisto perde il suo falcone da caccia che vola nel giardino della casa di Melibea, Calisto irrompe nel giardino per recuperarlo, vede Melibea e immediatamente se ne innamora, partendo subito con uno dei tanti deliri amorosi, con delle iperboli di tipo religioso, esaltando la figura di Melibea come quella di una divinit. Melibea conquista subito il cuore di Calisto, ma lei lo rifiuta sdegnosamente in quanto lui ha violato una serie di comportamenti codificati che doveva osservare; lo liquida in modo quasi crudele, gli d del folle. Calisto in preda ad una sorta di depressione torna a casa e si rivolge a quello che il suo servus fallax Sempronio (servo infedele). Vi una coppia di servi Sempronio e Prmeno (servus fidus, che cerca di riportare Calisto sulla retta via e di farlo ragionare). Sempronio comprende che ormai Calisto in preda alla passione e alla follia, si preoccupa della sua salute mentale e fisica ma capisce anche che da ci pu trarre dei vantaggi; gli consiglia quindi di rivolgersi a Celestina. Celestina una vecchia dallaspetto ripugnante, decrepita, sfigurata nel volto, una sorta di incarnazione di tutte le arti negative che si possono esercitare nel mondo, una ruffiana che gestisce una sorta di bordello dove vive Elicia,una giovane prostituta, e una casa dove passa molto spesso anche Aresa, unaltra prostituta. Celestina una curatrice, esperta nelluso delle erbe, procura aborti, abile nel simulare una serie di operazione chirurgiche che riproducevano limene per dissimulare la perdita della verginit delle fanciulle, una maga (magia nera). Calisto non ascolta i consigli di Prmeno, che lo avverte che si sta immettendo in una strada pericolosa, e cos si rivolge a Celestina affinch faccia da intermediaria tra lui e Melibea.
52

IV atto: prima visita di Celestina a Melibea, si presenta allinizio come una mercante, fingendo di vendere del filo di cui deve sbarazzarsi in quanto ha bisogno di soldi; riesce ad allontare Alisa, madre di Celestina (lasciando la casa senza protezione). Dopo giri di parole riesce a perorare la causa di Calisto; Melibea reagisce con sdegno, ma Celestina sta gi usando le sue arti magiche gi alla fine del III atto in cui evoca un demonio, ne conquista i servigi, e compie una fattura proprio sul gomitolo di filo che porter a casa di Melibea. Ci che ci viene rappresentato in questo atto un dialogo tra Celestina e Melibea, in cui Celestina progressivamente forza la volont di Melibea, forse con la magia, o forse con le sue abilit retoriche (capacit di persuadere il prossimo, una grande oratrice). Celestina inganna Melibea dicendole che Calisto ha intenzioni nobili, che ha un mal di denti, e chiede a Melibea di rivolgere delle preghiere verso Sant Apollonia ed inoltre le chiede, come aiuto devoto, di cederle il suo cordone, ossia la cintura che Melibea indossa, che ha toccato tante reliquie. Melibea inizia a cedere e quindi Celestina pu tornare vittoriosa da questa prima ambasciata; torna da Calisto e lui festeggia questo primo successo esaltando Celestina e dandole una prima somma di denaro. Nel frattempo si sviluppa la corruzione dellunica figura positiva, quella di Prmeno che viene piegato da Celestina, rendendolo uno schiavo sessuale di Aresa. Dramma si sviluppa perch Melibea progressivamente cede; ad una seconda visita confesser a Celestina il suo sentimento travolgente per Calisto, e acconsentir ad un primo incontro notturno che avverr nel giardino: i due si parleranno attraverso il cancello. Abbiamo cos la seconda vittoria di Celestina; Calisto la ricompensa con una catena doro che sviluppa il rancore di Sempronio e Prmeno. Calisto se ne va a dormire e i due schiavi decidono che ora che Celestina divida con loro il bottino; si recano da lei, cercano di strapparle la loro parte, Celestina si nega a qualsiasi divisione e i due lammazzano a coltellate. Celestina muore sotto le coltellate dei due servi, Elicia chiama la polizia e i due servi, per sfuggire alla giustizia, si gettano dalla finestra, vengono catturati e decapitati. Calisto nel frattempo dorme, quando si risveglia viene aggiornato delle vicende notturne da altri due servi Tristn e Sosia, e comprende che ormai la sua fama compromessa, perch si sa perch i due servi erano l, si sa che ha usato Celestina per avvicinarsi a Melibea disonore di questa coppia di cittadini. Calisto ci pensa un po su ma decide di tirare avanti: abbiamo lincontro erotico vero e proprio tra Calisto e Melibea che avviene in questo giardino (Melibea dir poi di aver perso la verginit), mentre Tristn e Sosia lo aspettano fuori dalle mura e vigilano affinch non venga scoperto. Calisto sente un rumore e decide di capire cosa stia succedendo in strada, nel fare ci appoggia male il piede nella scala, si sfracella e muore morte del giovane eroe. Arriva la mattina e Melibea
53

che ha assistito alla morte del suo amante, ormai in preda alla disperazione congeda la serva Lucrecia, le chiede di chiamare il padre Pleberio, si reca sulla torre del palazzo di famiglia, pronuncia il suo ultimo monologo (informando il padre di tutto ci che successo) e si getta nel vuoto. Opera che si chiude con un ultimo atto interamente occupato dal monologo di Pleberio, padre distrutto dal dolore, che insulta il mondo crudele che le ha tolto il bene pi grande, ovvero la sua unica figlia. Testo della Celestina singolare in quanto a vicende editoriali. Parliamo di vicende editoriali in quanto siamo nel momento di sviluppo della stampa: per la prima volta abbiamo la dimostrazione di come un pubblico nuovo di lettori potesse influire sul cambiamento dellopera stessa. Abbiamo una seconda edizione che probabilmente va perduta, ed collocata tra il 1499 e il 1500. Per circa 150 rimane il sogno di ogni editore, abbiamo circa 100 edizioni, il che allepoca era un numero spropositato. Opera che se ci fermiamo al Seicento avr pi successo del Don Chisciotte e verr tradotta a livello europeo. 2 EDIZIONE: Nel 1500 esce a Toledo unaltra edizione con lo stesso titolo e lo stesso numero di atti, ma che aggiunge quello che chiamiamo paratesto, ossia quella serie di testi che incorniciano lopera, che ci fanno capire come nata la Celestina e chi siano i suoi autori. Aggiunge una lettera dellautore ad un suo amico, lautore non si menziona, non si firma, per spiega a questo amico, che rimane anche lui anonimo, come nasce la commedia. E racconta questo:

<<Mi capitato in mano questo manoscritto anonimo (nel libro corrisponde al I atto): lo leggo e la storia talmente bella, nuova e perfetta stilisticamente, ma incompiuta, e allora mi viene voglia di completarlo e cos faccio. Decido di non firmarlo perch linvidia di chi legge non possa toccarmi con le sue critiche>>. Testo che scotta per diversi motivi, perch una novit e crea
problemi morali dal punto di vista del contenuto. Autore che pubblica poi un componimento poetico in ottave, sono versi che ci spiegano qual il fine morale della commedia; importanza delle ottave segnalata da un altro personaggio alla fine del libro: Alonso de Proaza, che il correttore, il professionista che corregge le bozze della stampa: lui ci dice che nelle ottave allinizio del libro c un acrostico; firma dellautore ovviamente nascosta: El

Bachiller Fernando de Rojas acab la Comedia de Calysto y Melybea y fue nascido en La Puebla de Montalbn. Fernando de Rojas un giurista, giuristi
che in tempo antico hanno una formazione anche umanistica; nato nella zona di Toledo probabilmente nel 1473, manoscritto che forse gli capitato in mano quando era a Salamanca e sappiamo altre cose: muore nel 1541 da ricco in quanto arriva ad essere un giudice cattolico. Rojas un converso di 4
54

generazione, i suoi antenati erano ebrei convertiti, sappiamo che nel suo ambiente famigliare il suocero sub due processi dallinquisizione. Lorigine ebraica di Rojas stata tirata in ballo per spiegare il pessimismo filosofico, esistenziale e sociale della Celestina: opera che vede il destino delluomo come costellato di errori, pieno di trappole, con la morte imminente, con cadute nel peccato e allo stesso tempo questo pessimismo stato ricollegato a quello che secondo alcune culture tipico di quello ebraico, che ha una visione pi negativa rispetto a quella cristiana. Nella Celestina vi una critica sociale inedita, inattesa e inconcepibile per quel periodo; siamo negli anni a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, in un epoca umanistica, ma nella Celestina non troviamo quella concezione positiva tipica del Rinascimento. Critica sociale in quanto abbiamo in scena una coppia di nobili che si rivelano indegni della loro condizione; c un ammonimento ai giovani contro i servi infedeli e le mezzane come Celestina. Il problema di fondo che la nobilt un ribaltamento dellaristocrazia quattrocentesca, che usava lidea della passione amorosa per trasmettere unidea della cultura; qui invece i nobili si caratterizzano come folli, affidano il proprio destino nelle mani dei servi, e per realizzare ci che vogliono si affidano alle arti di una ruffiana. Ma non sono solo i giovani ad essere caratterizzati negativamente; le figure dei genitori posso suscitare compassione in un lettore dei giorni nostri, in quanto perdono la figlia, ma per la cultura dellepoca sono genitori privi di autorevolezza (nel passato avere una figlia di 20 anni e non preoccuparsi di chi avrebbe sposato significava non avere alcun controllo della famiglia Melibea si perde per questo motivo). Inoltre la dimora di Melibea appare pi un interno borghese che una casa aristocratica; laristocrazia viene rappresentata in modo degradato; significativo poi che un nobile si chiami Pleberio, che richiama la parola plebe. Ulteriore critica alla nobilt in quanto i servi si lamentano che Calisto sia tirchioviene negata la caratteristica di generosit tipica della credenza medievale. I atto quantitativamente rappresenta il 18% del volume complessivo dellopera. Rojas riprende e sviluppa un atto consistente. 1502: 2 VERSIONI: Abbiamo altre ristampe dellopera, ma le cose si complicano nel primo decennio del Cinquecento, soprattutto quando lopera cambia titolo diventando Tragicomedia de Calisto y Melibea ; gli atti passano da 16 a 21 , abbiamo poi aggiunte e modifiche sporadiche. La materia drammatica nuova viene inserita in 5 atti in maniera semplice: abbiamo il XIV atto che inizia come quello delledizione precedente e poi a met vi viene

55

inserito il materiale nuovo e viene poi ripreso il resto dellopera che continua uguale fino alla fine. Cambiamenti apportati sono spiegati da Rojas stesso nellopera: nella versione di 16 atti Calisto e Melibea consumano la prima notte damore e Calisto automaticamente muore; nella nuova versione invece la relazione va avanti, abbiamo nuovi incontri che proseguono per circa un mese. Si viene incontro ai desideri del pubblico, in quanto i lettori della prima versione hanno chiesto di picambiamento del rapporto tra autore e pubblico. Nella versione pi lunga abbiamo inoltre un tentativo di vendetta delle due prostitute nei confronti di Calisto e Melibea in quanto li ritengono responsabili della morte di Celestina e dei due servi; contattano cos un personaggio nuovo, Centurio, il soldato fanfarone della commedia latina, personaggio di grande efficacia comica in quanto viene assoldato da queste due giovani,ma tutto ci che riesce a fare promettere senza realizzare nulla: ingaggia due figure per fare baccano, baccano che nella versione nuova causa la caduta di Calisto. Nella prima versione lidea della morte di Calisto vista come punizione. La prima edizione di questa versione pi lunga sivigliana, possibile che esca nel 1502, edizione che andata perduta; abbiamo delle edizioni con data falsa, stampate tra il 1510 e il 1520, che portano quella data. Prima edizione in castigliano conservata del 1507, stampata a Saragoza ma prima abbiamo traccia di una traduzione italiana stampata a Roma che esce nel gennaio del 1506. Prima battuta di Calisto uno degli incipit pi famosi della tradizione spagnola. Lessico blasfemo: Calisto per tutta lopera pronuncia una serie di frasi che gli potrebbero valere il rogo; nella scena serie di simboli e topoi che ritorneranno: falcone che segno di nobilt ma che nella lirica erotica simboleggia il desiderio tenuto a freno; falcone che quando volava via significava invece che ormai la libido andava per conto suo; il giardino protetto da mura che significa castit, verginit. Lessico di Calisto che attinge da quella che veniva chiamata religio amoris, ossia la sublimazione in senso religioso dellamore, cio tramite il paragone dellamata con una divinit. Incipit marcato da un punto di vista culturale; capiamo qual la dimensione culturale con cui fa i conti la Celestina. Nel film viene cambiato lordine delle battute presenti nel testo della Celestina; Calisto afferma di non essere pi cristiano ma Melibeo, ossia devoto a Melibea; ci viene pronunciato nel testo nel I atto dopo lincontro tra i due, quando con Sempronio inizia a parlare della sua follia. Qui non pi un colpo di fulmine; quello su cui gioca il I atto della Celestina il fatto che non ci spiega cosa avvenga prima, se abbia gi visto Melibea, se la conosceva gi eccNel film qualcosa di diverso anche a livello dei due personaggi dove c un gioco di sguardi; sembra che a Melibea ci non
56

dispiace; cambia la presentazione di quello che sia lamore tra i due; nel film Melibea gi disposta a cedere. Cambia lambiente scompare il giardino e anche il suo significato simbolico; viene usata una chiesa (secondo la versione pi o meno storica Dante incontra Beatrice allinterno di una chiesa fiorentina; qui lo sceneggiatore non sta pensando a Dante: abbiamo il riflesso di una tradizione teatrale spagnola, quella seicentesca, amorosa, di ambientazione urbana. Nel Seicento era frequente che i giovani innamorati in mancanza di altre possibilit di incontro si vedessero in chiesa). Nelloriginale sarebbe impossibile il dialogo in una piazza, con presenti i genitori di lei. Scompare il falcone che vola libero, e appare un pappagallo chiuso in gabbia che simboleggia la frustrazione sessuale. Abbiamo una cavalcata iniziale, ampi spazi, una grande citt ma in realt la Celestina unopera claustrofobica, dove si ha un movimento continuo e vorticoso allinterno di una cornice ristretta, abbiamo un ossessione per sesso e denaro che si sviluppa in uno spazio limitato. Alla fine non sappiamo di che citt si stia parlando, molti pensano che sia Salamanca: abbiamo una zona franca, dove vive la Celestina; abbiamo una dimensione urbana che si configura come realista ma manca il senso di determinazione urbana vera e propria. Non era importante definire la citt vera e propria; ci viene ripreso da Rojas, dalla commedia latina. Nel film inoltre manca la scena in cui Sempronio e Prmeno si gettano dalla finestra (p. 275 Sempronio: <<Saltemos destas ventanas; no muramos en poder de justicia>>. Prmeno: Salta, que yo tras ti voy.) manca la prima caduta, che da poi origine nel testo a tutte le altre. Abbiamo la figura di Celestina che nellopera sfigurata in volto, vestita di stracci, ecc..nel film invece abbiamo la rinuncia al particolare; sfregio in volto era ricollegato alle streghe, quando durante il rito sabba, il demonio le marchiava con la sua zampa in segno di possesso; questo era una caratteristica significativa per il lettore. Calisto muore cadendo ma sia della sua morte che di quella di Melibea abbiamo una versione light; nella Celestina, e ci molto medievale come caratteristica, si insiste sugli effetti devastanti della morte: ci vengono ricordate le cervella sparse di Calisto che sono un simbolo di ci che era avvenuto dallinizio dellopera, in quanto aveva perduto il senno. Ci avviene anche per Melibea: innanzitutto Pleberio non cerca di salvarla, come avviene nel film, mostra alla moglie il corpo della figlia ridotto in brandelli. Testo che doveva essere anche educativo e per questo si insiste sui dettagli della morte; film che invece unopera troppo fiabesca, impressione che abbiano cercato di riprodurre Romeo e Giulietta, anche se i testi sono differenzi. La Celestina il testo pi erotico del 400 spagnolo, erotico tanto in senso alto, cio come sviluppo dellamor cortese, ma anche erotico in senso carnale, con riferimenti alla pornografia, ai favori sessuali, alle prostitute.

57

Il testo in prosa dialogata e di una estensione notevole; anche quello di 16 atti di circa 200 pagine, il che diventa un problema quando si pensa alla realizzazione teatrale. Si riprende la commedia latina, principalmente Terenzio, influenza che si spiega in quanto i suoi testi erano utilizzati per imparare il latino; vengono ripresi alcuni nomi delle sue opere, nomi che non sono realisti, ma classicheggianti. Si riprende la commedia latina in quanto si ha unambientazione urbana, una citt indeterminata; a livello di argomenti presentava spesso modelli di seduzione e di servi e serve non fedeli; tutti i personaggi inoltre si danno del tu, estensione delluso del tu latino ( in realt si davano del vos). Vengono usate coppie di personaggi contrapposti: abbiamo una coppia di servi e una coppia di prostitute entrambe le coppie cambiano e si uniformano al male ( Prmeno e Eulicia). La rappresentazione teatrale avveniva tramite un unico oratore che cercava di variare la voce per dar conto delle varie battute che si scambiavano i personaggi. (Nel video: interprete unico che era Celestina, entrava in scena con una maschera di commedia originale e originale in proprio dei azioni). dellarte, presentava il suo personaggio con parole tratte dallopera aveva dei burattini con cui rappresentava gli altri personaggi; ci quanto se pensiamo ai comportamenti dei personaggi nel testo, sono burattini che si muovono a casaccio, e non sono responsabili delle loro

Estensione notevole del testo,il I atto occupa da solo un quinto dellopera; abbiamo anche atti relativamente brevi manca la concezione della divisione in atti di una lunghezza pi o meno regolare. Opera che pi sulla narrazione fa capo ad una tecnica drammatica: se abbiamo delle descrizioni perch sono pronunciate dai personaggi, in quanto lopera interamente dialogata, e vive di scambi attraverso i vari personaggi o di commenti dei vari personaggi. Uso di una tecnica drammatica conosciuta come a parte: ci sono due persone che possiamo immaginare in scena, che pronunciano delle battute che gli altri personaggi in scena non possono sentire, ma che il pubblico recepisce; viene usata per fare commenti spiacevoli che gli altri non devono conoscere. A parte viene utilizzato dai servi e da Celestina stessa; nella Celestina come se avessimo una sorta di brusio continuo da parte dei servi, da parte di Calisto quando parla di Melibea ecc.. Abbiamo i giovani nobili che parlano di se stessi o che parlano tra di loro, e questo potrebbe essere un piano alto, ma che viene progressivamente distrutto da quelli che sono i commenti degli altri personaggi (i servi, Celestina, le due prostitute ecc..) : personaggi che costantemente parlano tra i denti, parlano sottovoce. Si hanno cos due mondi che vengono presentati come in conflitto; la vita stessa conflitto, una lotta continua. Influenza della commedia latina, della commedia elegiaca, genere medievale che si sviluppa tra il XII e il XIII secolo, cos chiamata non perch sia un lamento funebre ma per luso del distico; da
58

essa Rojas riprende la figura della mezzana, del soddisfacimento carnale, e dei servi traditori. Abbiamo poi come possibile terzo precedente, la commedia umanistica italiana scritta in prosa latina , che era un genere estremamente colto, erudito, particolarmente interessato alle vicende amorose tra giovani e che presenta anche degli spunti anticlericali. Il quarto precedente importante invece spagnolo, una novit del periodo, ed quella che si definisce novella sentimental romanzo pi importante il Carcel de Amor (carcere di amore) di Diego De San Pedro, un intellettuale della corte di Isabella di Castiglia, legato alle figure femminili, alle dame; si pensa che molte delle lettrici dellopera fossero donne. Carcel de Amor del 1492, opera prossima alla Celestina si ha la visione dellamore cortese, incentrata su una coppia di amanti, amori infelici, spesso tragici che possono finire con il suicidio, amanti in conflitto con il loro ambiente sociale e con quello esterno. Rojas riprende la novella sentimentale poi la ribalta. Stile e dialoghi della Celestina In che termini possiamo definirla unopera realistica? Non unopera mimetica, non vuole darci una sorta di cronistoria di come gli uomini del 400 vivevano la realt. Dialoghi sono infarciti di citazioni colte, di Petrarca, Seneca, di filosofi classici. Queste citazioni fanno riferimento alluso didattico, come se fossero un indice di massime da riutilizzare. Nella Celestina tutto retorica, tutto analizzabile studiando le fonti, studiando lordine stesso dei discorsi, le conclusioni finali ecc, una cosa molto artificiosa, ma nonostante ci realistica per lapproccio con la realt, in quanto non ci fornisce una visione idealizzata, bens le fratture della societ, quindi non importa se i personaggi abbiano nomi poco credibili, quale sia la citt ecc, ci che importante che anticipa il genere picaresco. Celestina un personaggio negativo a cui per viene data voce, viene dato spazio, un personaggio a tutto tondo mentre prima avevamo personaggi monodimensionali, mentre lei pu parlare della propria vita nonostante sia un personaggio negativo. Abbiamo lassenza di una voce narrativa esterna omnisciente, manca la voce narrativa dellautore, tecnica che la narrativa del Novecento ha cercato di riprodurre. Oscillare brusco tra i livelli pi bassi, pi volgari e osceni del linguaggio, con tratti dialettali e della malavita, cos come abbiamo delle citazioni che fanno riferimento alla prosa filosofica, al livello pi alto della tradizione linguistica. Conflitto tra quello che i personaggi dicono di s e quello che in realt compiono nellopera; figure che tendono a parlare di s, tratto che Rojas riprende dal romanzo sentimentale, proiettano una vera e propria ideologia ( il caso dellamore cortese di Melibea e Calisto) e tradiscono se stessi con le loro azioni. Trama che solo a raccontarla ha un effetto ridicolo per le cadute; le azioni sono limitate ma vengono costantemente amplificate grazie alluso di monologhi e
59

soliloqui. Non riesce ad emergere nellopera una verit utile che sappia aiutare luomo, una verit didattica e pedagogica. Pagina 32: da mejorParla Celestina che cita una serie di luoghi comuni su quanto la ricchezza porti pi svantaggi che benefici, un tipico discorso che esce dallaristocrazia: la ricchezza non qualcosa di positivo per lumanit. Discorso che ritroviamo anche in Manrique. una di quelle massime che potremmo trarre dalla Celestina e inserirla in quelle opere di massime che circolavano nel Cinquecento. Il problema che la Celestina una commedia drammatica e queste parole vengono messe in bocca ad un personaggio avido. Nella Celestina abbiamo questo immenso repertorio filosofico, ma alla fine questa saggezza non serve a nulla; i personaggi muoiono lo stesso, a volte per caso. Libro con una straordinaria assenza di Dio, dove regna il peccato; manca la parte di misericordia, di salvezza possibile: tutti sono peccatori, non abbiamo un personaggio innocente. Manca inoltre il riferimento stesso ad una figura trascendente; tutti gli errori che si commettono in vita vengono pagati sul momento: non si parla di un Inferno. Distruzione iniziale della carne e successivamente della fama. Abbassamento comico, lapsus involontari di chi parla e tradisce quello che dice. Pagina 37: Celestina sta parlando con Melibea facendole credere che Calisto ha un mal di denti: le chiede di pregare SantApollonia per lui e le domanda il cordone (che, se benedetto, rappresenta secondo la simbologia la castit). Anche qui si presentano due questioni: 1) parodico tutto ci che ci racconta Celestina: innanzitutto Calisto non un nobile, poi ci sta parlando di una persona con il mal di denti, paragonandolo ad eroi pieni di forza. 2) luso dei presagi: tira in ballo Narciso perch il mito delle bellezza che va incontro a un destino tragico, morendo di amore per s stesso esempio di ironia tragica. Serie di lapsus che si spiegano poi come premonizioni e anticipazioni di ci che vedremo accadere. Presagi: Celestina nel IV atto, p. 156: <<Le ricchezze possiedono pi di quanto siano possedute>> a tutti le ricchezze hanno tolto il piacere dei buoni comportamenti e a molti le ricchezze portano alla morte (caso di Celestina). p.157: <<nessuno cosi vecchio da non poter vive un anno, ne tanto giovane da poter vivere per sempre>> Celestina muore di l a poco. p. 167: Celestina esalta lidea della caduta: <<Chi si innalza in modo turpe, vergognoso, cade ancora pi velocemente di quanto sia salito>> idea di caduta che toccher a Sempronio.
60

Prmeno constatando la follia damore di Calisto, VI atto, p.177: <<Ormai non mi manca molto da vivere; e noi ne ricaveremo un lutto.>> Sempronio a Calisto:<<Perch con tutto questo tuo parlare uccidi te stesso (ti tradisci) e quelli che ti ascoltano e cos perderai la vita e il senno>>. Gioco di parole tra seso= senno e sesos= le cervella che perde nella caduta. Celestina parlando di Calisto a Sempronio: <<lascialo pure parlare perch alla fine cadr dal suo asino (= imparer dai suoi errori) e la finir/ finir lui (morendo)>>. Prmeno a Sempronio nel XII atto parlando di Melibea e Calisto, p. 212: <<Perch sono certo che questa fanciulla per lui sar come unesca o carne di avvoltoi>> (buitrerabuitres= carne per prendere gli avvoltoi). Abbiamo un altro riferimento ad una morte cruenta, allidea di trappola o di esca allamo. Luomo allettato costantemente da queste esche che lo fanno peccare. Si pu pensare al romanzo dei Malavoglia, dove il vecchio parla continuamente per massime mentre la sua famiglia continua a perdersi. Ci si vede anche nel monologo di Pleberio, definito un monologo nichilista, contro il mondo stesso, mondo in cui luomo appare solo di fronte al suo destino, senza guida, perennemente ingannato e condannato a cadere. Come viene presentato il problema dellamore terreno nella Celestina: una parodia dellamore cortese, ma ci sono passi specifici che parlano dellamore carnale. Lo stesso personaggio di Celestina ci trasmette lidea dellamore carnale, che ritroviamo anche nel Libro del Buen Amor. Lamore carnale, la passione sessuale uno dei principali untori di quella che sar la tragedia allinterno dellopera. P. 170: battuta di Celestina verso la met: <<Perch ogni giorno, alla fine ci sono uomini che soffrono per le donne e donne che soffrono per gli uomini, e questo opera della natura e la natura lha ordinato, lha ordinato Dio e non fece una cosa cattiva.>> I atto: <<E sappi se ancora non lo sai che due conclusioni sono vere: la prima che luomo deve inevitabilmente amare la donna e la donna inevitabilmente amare luomo; la seconda che chi ama davvero necessario che sia turbato dalla dolcezza del piacere, perch, fu disposto dal creatore che la stirpe degli uomini si perpetuasse e senza questo aspetto sarebbe morta. Non solo tra gli uomini, ma tra i pesci tra le bestie e tra gli uccelli e i rettili, e spesso anche tra le piante>>. personaggi che per quanto negativi possono parlare con la loro voce e trasmettere il loro punto di vista sul mondo. Celestina apparentemente un personaggio secondario ma nella ricezione del pubblico diventa un personaggio importantissimo: sappiamo che gi nel 500 lopera
61

veniva chiamata la Celestina. La simpatia della Celestina si spiega per laccuratezza con cui modellata la figura. un personaggio negativo ma anche una figura ( e non solo lei a dirlo, ma anche Prmeno) che non potrebbe vivere senza fare quello che fa, essendo una donna vedova, sola, di classe non ricca. (Nel Seicento donne cos hanno due destini: o si risposano/prendono i voti, ritirandosi nella religione, oppure ricorrono alla prostituzione). Celestina anche una strega, una maga della magia nera e si hanno testimonianze secondo cui, spesso, le figure delle streghe erano associate alle prostitute. Celestina una curatrice, idea ricollegabile al folklore, allidea di una saggezza femminile che spiega tutti i processi di stregoneria, come unesponente di una saggezza popolare repressa dalla societ dellepoca prevalentemente maschile. Emerge come il personaggio con pi forza, come quello pi accattivante mente Calisto e Melibea risultano monodimensionali, pi piatti come personaggi.

SECOLO DORO (500)- RINASCIMENTO


La Celestina una sorta di opera ponte tra il Medioevo e il Rinascimento; si colloca nel periodo dei re cattolici, significativo per molti aspetti. La dinastia austriaca nasce con Carlo di Asburgo, che diventa re di Spagna nel 1517, eredita il titolo imperiale in quanto muore suo nonno, salendo al trono con il nome di Carlo V. E un re che allinizio non conosce lo spagnolo e si distingue per il disprezzo che prova nei confronti dellaristocrazia spagnola, ma diventa poi il propulsore della cultura nazionale. Il regno di Carlo V, almeno in una prima fase, un regno di grande apertura cosmopolita, di ottimismo politico; regna fino al 1556, anno in cui abdica ritirandosi in un monastero in favore del figlio Filippo II, che regna fino al 1598. Il suo regno rispetto a quello del padre il regno della chiusura della cultura spagnola, dove si applicano i risultati della Controriforma. Il primo termine di riferimento culturale per la Spagna, sar lItalia: scambi frequentissimi, soprattutto militari, in quanto buona parte della penisola italiana finisce in quegli anni sotto il dominio spagnolo. Il Cinquecento un secolo importante per la Spagna tanto da esser chiamato secolo doro, definizione che nasce nel 700, e viene applicata al solo XVI secole perch nel riferimento spagnolo e in Garcilaso si vede quanto di positivo possa offrire la cultura spagnola: classicismo che implica il concetto di armonia, di misura, di buon gusto nellespressione. Applicare il termine al XV secolo significava toglierlo al XVI, secolo del barocco, delleccesso. Nel periodo romantico tutto ci che tradizione viene recuperato in senso polemico. Caratteristiche principali:
62

Recupero della tradizione greco- latina. Riscoperta dei testi, nascita della filologia; il latino si usava anche in precedenza ma in questi anni si teorizza che dovesse essere depurato dalle barbarizzazioni subite nei secoli precedenti, in periodo medievale. Lo studio del greco va rintrodotto da zero. Antonio de Nebrija la figura di latinista per eccellenza: pubblica le Introduciones Latine, manuale per lapprendimento del latino ma soprattutto pubblica la Gramatica Castillana; la prima grammatica di una lingua volgare che si pubblica in Europa, e che inoltre contiene una sezione dellapprendimento del castigliano come seconda lingua. Uso del principio dellimitazione come guida costante per chiunque cominciasse unopera letteraria: i modelli vanno recuperati e studiati in modo approfondito e devono costituire un ipotesto, una traccia sotterranea, per tutte le opere. Principio che sottolinea limportanza delle autoritates, dei modelli che ne hanno innalzato il genere, le caratteristiche: non una ripresa banale dei modelli precedenti. Imitazione che serve soprattutto nel Seicento a superare questi modelli, ad andare oltre. Il Cinquecento il secolo in cui nasce il concetto del borgo ignorante e si diffonde lidea che lartista debba comporre opere destinate ad un pubblico ristretto, non a tutta la popolazione; Il Cinquecento il secolo dellindividualismo in cui lidentit della persona umana diventa il centro dellinteresse, dove lio viene manifestato nelle opere. Secolo in cui nasce lidea di genio e il concetto di pubblico passa dallopera allautore. Manifestazioni principali del 500 spagnolo: Petrarchismo spagnolo, che diventa la manifestazione culturale pi importante dellaristocrazia rinascimentale. Allo stesso tempo e poco successivo allattecchire della poesia italiana in Spagna abbiamo lo sviluppo della picaresca, che in questa vita rinascimentale ci trasmette un immagine meno idealizzata, pi cruda. PICARESCA: da picaro= furfante. Narrazione apparentemente autobiografica, in 1 persona in cui il protagonista descrive le proprie avventure dalla nascita alla maturit. Personaggio che deve compiere azioni riprovevoli per sopravvivere ma alla fine ripagato con il successo. Limpatto fortissimo della Controriforma e del Concilio di Trento che diventano sotto Filippo II, vere e proprie leggi di Stato. Abbiamo nei primi decenni del secolo un periodo di fortuna dellerasmismo, lidea di una riforma del cattolicesimo dallinterno, senza la visione di una
63

controriforma, con un cattolicesimo pi autentico e una condanna dei vizi e dei problemi principali che minacciavano la Chiesa dallinterno. Abbiamo un nuovo approccio ai testi sacri. Il Cinquecento il secolo dello sviluppo della filologia biblica. Lo sviluppo, nella seconda met del Cinquecento, della mistica spagnola, importante per la cristianit, fenomeno che porter ad alcune opere letterarie di qualit e risonanza eccezionale. Mistica: contemplazione della dimensione del sacro esperienza diretta, difficilmente comunicabile. Il Petrarchismo apre lepoca rinascimentale con una data che il 1526, anno in cui abbiamo lo sposalizio dell imperatore Carlo V con una nobildonna portoghese (Isabella di Portogallo); i due si trovano a Granada, il re si porta dietro tutta la corte. Durante questa occasione si incontrano un italianoAndrea Navagero (lambasciatore della Galizia), Baldassar Castiglione, e Juan Boscn (poeta di provenienza catalana), intellettuali che iniziano a parlare di letteratura. Navagero invita Boscn a sperimentare una poesia diversa, non pi basata sullottosillabo, incitandolo invece ad imitare lendecasillabo (verso colto italiano per eccellenza) e delle strofe della tradizione italiana. Boscn raccoglie linvito e si confronta con Garcilaso de La Vega, suo amico: i due si mettono a sperimentare, a confrontarsi con queste nuove forme di poesia, finch Garcilaso non diventer la guida certa per questa nuova tradizione spagnola. Tradizione nuova fino a un certo punto perch in Spagna gi si usava lendecasillabo ed erano stati gi composti una serie di sonetti, chiamati sonetti fatti alla maniera italiana in cui Santillan aveva tentato di produrre un sonetto petrarchesco, usando il castigliano. Esperimento che fallisce, in quanto non funziona il verso, lendecasillabo suonava duro in molte occasioni, era una sorta di endecasillabo che si inceppava quando si leggeva, che presentava problemi a livello di accenti e sembra unimitazione venuta male dellendecasillabo italiano. Questo forse perch nel 400 abbiamo un verso lungo che si chiama verso dellarte mayor, a 12 sillabe: questo ritmo suonava nella memoria di Santillan, e ci ha creato problemi di prosodia nel verso. Inoltre si ha la mancanza di armonia, in quanto il sonetto una forma chiusa il cui equilibrio si basa sul rapporto tra quartine e terzine. Non possiamo pensare per che gli autori spagnoli non conoscessero Petrarca. Abbiamo la certezza assoluta che lo conoscano, ma soprattutto conoscevano le opere filosofiche e le prime poetiche (ad esempio I Trionfi) ossia quella parte pi medievale, vicina a Dante, in quanto vedevano le opere come Il Canzoniere una sorta di raccolta di topoi. Per parlare del Petrarchismo spagnolo dobbiamo partire dal 1526, con lincontro a Granada tra uno degli iniziatori della corrente, Boscn, litaliano Navagero, e Castiglione che con la sua opera Il Cortigiano delinea la figura dellaristocratico di corte. Petrarchismo si
64

spiega con la genialit di Boscn e De La Vega; autori tramandati in quello che uno dei best seller della storia spagnola. Abbiamo un libro che ci consegna una prima tradizione di questi due autori, libro che anche solo osservandone le strutture ci fa vedere come si sviluppa il petrarchismo: Las Obras de Boscn y algunas de Garcilaso; un canzoniere, opera stampata a Barcellona nel 1543, libro con successo immediato, che ha subito uninfluenza palpabile sugli autori spagnoli. Garcilaso diventa lautore ottimo, in quanto gli spagnoli non dovranno pi rifarsi a Petrarca ma a Garcilaso stesso, perch ne ha ripreso perfettamente la poesia con tutto ci che implica (topoi, musicalit ecc), calandola nella lingua nazionale. Libro che esce postumo per entrambi gli autori: libro preparato da Boscn dando un ordine alla propria produzione poetica (primi tre libri); nel 1542 si sposta per un viaggio, e alla fine dellanno muore. Lascia cos questo libro terminato che verr pubblicato grazie alla moglie Ana Girn de Rebolledo. Libro che associa Boscn e Garcilaso allinterno di un unico tomo, Garcilaso poi se ne distacca e avr una vicenda editoriale indipendente nel 1569, mentre nel 1554 erano gi cominciate ad uscire delle edizioni commentate, e ne uscir un altro nel 1580. Garcilaso un autore classico, per cui se ne fanno delle versioni commentate, un figura canonica, e questo ci spiega perch non possiamo considerare nessun autore del barocco spagnolo, senza vederci il magistero di Garcilaso stesso. Libro significativo anche nella sua struttura in quanto ci fa vedere un percorso, unevoluzione. Nel 1526 non possiamo vedere il Petrarchismo, senza un epifania, senza uno sviluppo precedente.

Strutturato in quattro libri: 1-3 Boscn: I. II. coplas espaolas (28 testi) canciones y sonetos a la manera de los italianos (102 testi) Canzoni e sonetti canzone non allo stile quattrocentesco ma a quello petrarchesco; i sonetti non sono una novit assoluta ma sono la novit culturale che colpisce di pi i lettori. Sono la parte pi consistente con 102 testi. epstolas y captulos (epistole amorose) y otras obras tambin a la italiana (6 testi). Poesia italianeggiante e innotiva ma con opere pi lunghe, pi estese e pi impegnative. Sono sei testi ma che spesso hanno un centinaio di versi.

III.

4 Garcilaso: parte che ci arriva ordinata da altri, non curata da lui; ci arriva con una forma suddivisa per sezioni in base al tipo di metro usato e in un ordine che non sembra definitivo, opera incompleta: 28 sonetti (su 40), 5 canzoni, 2 elegie e 3 egloghe (due interpretazioni sulle egloghe: 1. poesie bucoliche, umili rispetto ad altre
65

espressioni, pubblicate in ultima posizione perch inferiori a ci che le precede; 2. opere alla fine come apice, perch pi innovativo, pi sperimentale di quelle precedenti).

Garcilaso de la Vega (1498-1503? -1536)


Garci (Garca) Lasso de la Vega, nasce da una nobile famiglia toledana. Carriera militare; 1523: cavaliere dellOrdine di Santiago. 1525: sposa la nobildonna Elena de Ziga 1526: incontro Boscn-Navagero a Granada (la presenza di Garcilaso discussa) 1526-1529: a Toledo segue la corte imperiale, la citt diventata capitale; conosce Isabel Freire una delle dame della regina, la corteggia biograficamente e poeticamente, ma lei sposa un nobiluomo portoghese Antonio de Fonseca e nel 33-34 muore di parto. Ci avvicina Garcilaso ai testi poetici: opere in vita e opere in morte (come avviene in Petrarca) 1529-1530: Garcilaso va in Italia per accompagnare Carlo V a farsi incoronare imperatore a Bologna. 1531: un nipote di Garcilaso, che si chiama come lui, si sposa segretamente con una dama, in quanto se il re e la regina erano contrari al matrimonio i due non potevano sposarsi. Garcilaso il testimone dello sposo e appena i sovrani se ne rendono conto, lo mandano in esilio. 1532: confinato su unisola del Danubio Dal novembre del 1532, sconta lesilio a Napoli, protetto dal vicer Pedro de Toledo, a cui dedicata la prima egloga. Data significativa perch Napoli una corte di straordinario fervore culturale, conosce Bernardo Tasso (padre di Tasso), e il meglio del petrarchismo napoletano che importante perch introduce innovazioni sulloriginale: pi sensuale e pi classicheggiante; allepoca altamente sperimentale. Garcilaso arriva a Napoli quando rifiorisce la poesia in volgare (mentre prima si scriveva in latino) e si ritrova in un clima culturale effervescente che lo accoglie come uno dei loro. 1533: prima missione in Spagna; rivede con Boscn la traduzione del Cortegiano di Castiglione (1528) considerata una delle traduzioni meglio realizzate in Spagna. Vari viaggi tra Napoli, Spagna e Francia (visita la tomba di Laura ad Avignone, segno di quanto gli interessasse la vita di Petrarca). 1535: partecipa con lArmata Napoletana alla spedizione contro i turchi. 1536: partecipa alla campagna antifrancese. Garcilaso varca il confine,si ritrova in Provenza, durante lassedio, sta scalando un muro, la scala viene colpita e lui, ferito, muore in ottobre.
66

Quattro quinti dellopera di Garcilaso risalgono agli anni tra il 1532-1536, grazie a ci che trova nellambiente napoletano. Comera prima? Garcilaso parte come poeta di tipo cancioneril, non tralascia la tradizione precedente. Pagina 73: Sonetto I Quando mi fermo a contemplare la mia condizione, e a vedere dove mi hanno portato i miei passi, trovo, guardando come mi sono perso, che sarei anche potuto giungere ad un male ancora peggiore;

ma quando nella mia memoria non si riaffaccia il percorso, non riesco a capire come ho fatto; so che mi spengo, e ancor di pi mi addolora vedere che insieme a me si spegne la mia pena.

Io mi spegner, perch mi sono consegnato senza astuzia a chi sapr distruggermi e spegnermi se lei vorr, e certo sapr volerlo;

che poich la mia volont pu uccidermi, la sua, che poi non dalla mia parte, potendo, che cosa far se non farlo?

Sonetto significativo, ma che non pu essere considerato proemiale come avviene per Boscn e Petrarca, in quanto di solito getta uno sguardo sul passato, sa qual il prima e qual la sua condizione attuale, preannunciando che ci che seguir unevoluzione. Ci qui non c in quanto parla di un sentimento in progres, ancora in circolo, che non si esaurisce e non si esaurir nei testi giunti. Si pu pensare che sia il primo, o uno dei primi sonetti composti. Anche solo leggendolo e traducendolo ci son dei giochi stilistici che non fanno pensare a una poesia petrarchesca, ad

67

esempio le figure retoriche, tra le quali domina il poliptoto (versi ripresi con tempi e coniugazioni diverse). Sonetto XIII: sonetto considerato da molti critici stravagante, perch un sonetto apparentemente di tipo culturista, intellettuale, che parte dallosservazione di unopera darte e si sviluppa e parte da una figura retorica chiamata ekphrasis, ampiamente conosciuta nella tradizione classica, che nellepica, davanti a uno scudo, fa raccontare ad un poeta tutte le storie presenti nello scudo, mentre altre dallosservazione di un oggetto portano a delle riflessioni morali e sentimentali. Sonetto riconducibile alla terza egloga. Mito trasmesso dalle Metamorfosi di Ovidio, ma anche un tema che ha una fortuna iconografica notevole. Garcilaso nel comporre il sonetto pu avere in mente un oggetto concreto (Apollo e Dafne del Bernini). Nella terza egloga delle ninfee escono dalle acque del fiume Tago e si mettono a tessere delle tele in cui raccontano storie di amanti infelici, una quella di Apollo e Dafne. In teoria nascerebbe prima la egloga e poi il sonetto, anche se non abbiamo dati per affermalo e potrebbe essere il contrario. Sonetto XIII: A Dafne gi crescevano le braccia e si mostravano trasformate in lunghi rami; in verdi foglie vidi che si trasformavano i capelli che oscuravano loro;

di ruvida corteccia si coprivano le tenere membra che ancora stavano palpitando; i bianchi piedi si conficcavano in terra e si tramutavano in radici contorte.

Colui che era stato la forza di tale danno, a forza di piangere, faceva crescere quellalbero, che irrigava con le sue lacrime.

Oh infelice stato, oh male cos grande


68

che piangendola cresca ogni giorno la causa e la ragione per la quale piangeva.

Passo dellegloga pi narrativo, pi legato ad Ovidio: ripresa di un mito classico per significare limpossibilit di amore, che ci rende questo strazio. Alloro considerato lalbero perenne, che non lascia mai le foglie nemmeno in inverno; limmutabilit dellanima dellamante il cardine della poesia damore quattrocentesca e cinquecentesca. Altro riferimento quello a Petrarca, RVF 23 (nel dolce tempo de la prima etade et che precede linnamoramento), nei versi 38-40. La mutazione in se viene risolta tra la prima e la seconda quartina. Nella prima terzina con aquel que viene presentato laltro personaggio, apollo, in cui c il paradosso delle sue lacrime che fanno crescere lalbero. Paradossi che sono parte fondamentale anche durante il petrarchismo, abbiamo poi una chiusa, unesplosione sentimentale. Tema: amore come causa di male per Dafne la trasformazione, per Apollo la sofferenza. Sonetto XXIII letto in parallelo con quello di Gngora di pagina 89. Sonetto XXIII: Finch di rosa e di giglio si mostra il colore sul vostro volto, e finch il vostro sguardo ardente, onesto, con chiara luce placa la tempesta;

e finch i capelli, che furono tratti dalla vena delloro, con un volo improvviso, lungo lo splendido collo bianco, eretto, il vento muove, sparge e disordina;

cogliete della vostra allegra primavera il dolce frutto, prima che il tempo adirato copra di neve la splendida vetta.

69

Il vento gelido far appassire la rosa, tutto lo muter let veloce, per non dover introdurre un cambiamento nelle sue abitudini.

Gngora il classico esempio di rifacimento di unopera che ci mostra lo scarto tra le poetiche di Gngora e Garcilaso, due epoche diverse, due modi diversi di intendere la realt. Il petrarchismo resta il codice dominante, anche se viene rivisto e sovvertito come nel caso di Gngora. La descrizione di tutti e due i sonetti un codice; non si tratta di donne reali. Queste dame sono solitamente bionde, con denti perfetti come perle, le labbra che sono i garofani, o i coralli, il viso niveo o bianco, il bagliore del seno, il pi breve, il colorito delle guance descriptio puellae. Descrizione che non a figura intera ma di solito arriva al busto; si sviluppa lungo una gerarchia verticale ed una metafora continua di quelle che sono le caratteristiche della dama, topoi costantemente ripresi. Il punto di partenza la descrizione della perfezione di bellezza di una fanciulla, bellezza che svetta su ogni elemento, su ogni possibile comparato. In Garcilaso c il tema del carpe diem, modello previo per lui un sonetto di Torquato Tasso. Il suo sonetto ha un tono nostalgico che si risolve nellammonimento, nellultima terzina, in cui lo scorrere del tempo tutto cambia e proprio per non cambiare se stesso, e per questo non risparmier nemmeno la sua straordinaria bellezza. Le subordinate in entrambi si sviluppano nelle due quartine; in Gngora il senso del trascorrere del tempo raddoppia e viene scandito ogni due versi mentre in Garcilaso era pi lento; in Garcilaso c un rapporto di supremazia mentre in Gngora c un concetto di competizione, di frustrazione, la bellezza della sua dama non solo superiore ma disprezza ci che le sta intorno. In Garcilaso manca il desiderio, la sua una bellezza quasi stilnovista, uno sguardo ardente, ma onesto e quindi spegne il desiderio; mentre in Gngora c un concetto di libidine che in Garcilaso non cera e difficilmente poteva esserci, c gi lidea del disprezzo della giovent per la vecchiaia, per lo scorrere del tempo. Gli elementi utilizzati sono gli stessi, la struttura la stessa. Il barocco riprende il sonetto che la forma chiusa per eccellenza, una delle pi difficili da comporre; cambia per qualcosa, la struttura esterna resta la stessa mentre allinterno cambia, c qualcosa in pi: Garcilaso si rivolge alla dama con il vos (coged) mentre Gngora si rivolge a lei direttamente (goza); il barocco lo stile che rifiuta larmonia, la simmetria, lordine degli elementi. Caos e disordine che viene imbrigliato per dalla razionalit. Correlacin diseminativo-recolectiva:
70

correlazione disseminativa-ricollettiva si ha un primo spostamento degli elementi poi viene ripreso per lordine nella chiusa. Nel verso 10 di tutti e due i sonetti c antes que , ma Gngora lo mette come incipit del verso, per ribadire lo scorrere del tempo, mentre in Garcilaso in mezzo al verso. In Gngora c una perdita progressiva del colore. In Garcilaso la rosa si limita ad appassire mentre in Gngora il fiore viene reciso. In Gngora la chiusa uno dei versi pi celebri, in cui si ha la perdita totale della consistenza e del colore. Quello che da un certo punto di vista un omaggio di Gngora a Garcilaso, diventa qualcosa di estremamente personale; quello di Gngora non un testo del carpe diem in quanto non c pi nulla da conservare, prevale lo sfascio e ci si vede nellultima terzina. Passiamo dalla nostalgia ad un sentimento di disperazione e disinganno delluomo barocco. Pagina 70: Garcilaso si impone come autore fondamentale perch diventa allaltezza di Petrarca e per molti aspetti a quella di Virgilio. La poesia quattrocentesca era inferiore, non aveva una diffusione europea, mentre quella di Garcilaso ha un impatto nel panorama europeo. gloga I: 1. Introduzione (1-6) 2. Dedica a Pedro de Toledo (7-42), diventa vicer di Napoli, ed una sorte di mecenate per il poeta; esalta la nobilt e le grandi capacit intellettuali, limpegno militare (tomando la espada y la pluma), dedica in cui chiede lappoggio al nobile (verdi dal 35 in poi siamo nel codice poetico della poesia bucolica, Garcilaso si trasforma in edera, pianta umile che ha bisogno di un appoggio per crescere, punto di appoggio che lalloro, tanto come simbolo di gloria militare che di gloria poetica Pedro de Toledo raffigurato incorato dalloro). 3. Versi di transizione (43-56) 4. Canto di Silicio (57-224): Galatea lha rifiutato (168 vv) 5. Versi di transizione (225-238) 6. Canto di Nemoroso (239-407): Elisa morta (169 vv). I due canti sono indipendendenti, canto elegiaco di Nemoroso che celebra la ninfa Elisa. 7. Conclusione narrativa (408-421): riavendosi entrambi da un sogno miglior definizione per le bucoliche dove vi un ritratto che di s vuole dare il poeta stesso. Abbiamo una sorta di doppio dellautore,come avveniva in Virgilio (che nelle bucoliche diventa Titilo, un pastore). Cantiche iniziano allalba e terminano con il
71

crepuscolo che la dimensione pi tipica nelle bucoliche, che ci da la dimensione pi tipica di questa letteratura, cio la nostalgia. Abbiamo sempre un senso incombente, della notte che sta per calare, e che allude al momento della morte in Garcilaso. Modello principale Virgilio, Ecloga VIII 1. 2. 3. 4. Introduzione (vv. 1-5) Dedica a Asinio Pollione (vv. 6-13) Versi narrativi di raccordo (14-16) Canto di Damone (17-61) : si lamenta del tradimento di Nisa, che ha sposato Mopso (45 vv)

5. Versi di raccordo (62-63) 6. Canto di Alfesibeo (64-109): canta di un incantesimo riservato al pastore Dafni (non un canto personale) (46 vv); Alfesibeo non sta parlando di se stesso; differenza notevole con Garcilaso. Riprese virgiliane anche nella dedica: tu mio principio e mia fine: accogli i canti iniziati per la tua volont, e lascia che intorno alle tue tempie serpeggi questedere tra i lauri di vittoria (vv. 11-13). Donna amata che poi sceglie un altro uomo Lagnello che sta pascolando finir per accoppiarsi con il lupo affamato e con gli ingenui uccellini, senza rumore le serpi feroci faranno ormai il loro nido, perch io vedo una differenza ancora maggiore tra te e colui che tu hai scelto. si sposa con un uomo inferiore a lei; ulteriore elemento autobiografico trasposto, che per ritroviamo anche in Virgilio e nella Bibbia. Nei versi di chiusa legloga si presenta come una sorta di sogno, sogno calato in un luogo isolato e immaginario che diventa una sorta di Paradiso terrestre, un luogo dominato dallarmonia. Dal punto di vista culturale, tutta la bucolica, tutto il genere un fenomeno interessantissimo, quasi del tutto alieno oggi, sotterrato nella memoria collettiva, ma che godr di grandissima fama dal Quattrocento al Settecento. un immaginario culturale piuttosto compositivo che riprende il modello classico (Teocrito e Virgilio), e per quanto riguarda il modello volgare italiano lArcadia di Jacopo Sanazaro, pubblicata nel 1504, un prosimetro, opera in prosa ma con liriche che la rendono una sorta di canzoniere, lennesimo bestseller ormai rimosso. La bucolica diventa un canale di proiezione per la mentalit aristocratica dellepoca e incorpora una serie di correnti che possiamo definire topiche, nella bucolica rinascimentale entra il sogno dellArcadia, sogno calato in un luogo isolato e immaginario, diventando una sorta di Paradiso terrestre, luogo raccolto e dominato dallarmonia,
72

con il ricordo dellet delloro, di un et ormai trascorsa che forse pu ripresentarsi o forse no, in cui la guerra era un fenomeno sconosciuto, epoca dove non esiste la propriet privata dove tutti vivono in concordia, luomo non deve lavorare perch la natura gli offre i suoi frutti, non uccide, regna lamore che perennemente felice perch non viziato dalle leggi sociali, un amore casto che non ossessionato dal concetto di onore.

LAZARILLO DE TORMES:
Novit evidente a livello di contenuti, storia di un reietto, un povero diavolo che diventa loggetto privilegiato del racconto, a differenza di quello che succede nella Celestina dove abbiamo personaggi che convivono ancora con la coppia di giovani nobili che sono loggetto principale del racconto; nel Lazarillo si focalizza tutto ci solo su un personaggio. Importanza della forma autobiografica fittizia, il lettore non scambia il Lazarillo per un documento vero e proprio ma lo scambia per unopera di finzione; lettore che deve essere attivo e cogliere i giochi narrativi. significativo che il modello sia unepistola autobiografica due modelli: le Relaciones (complesso di documenti che vengono dallAmerica, dalle Indie che vivono unintensa fase di scoperta; racconti in forma autobiografica che invadono il panorama spagnolo destando interesse, uomo comune si manifesta attraverso queste relazioni) parte positiva del Lazarillo. Abbiamo poi laspetto pi negativo e inquietante. Il cinquecento un secolo ossessionato dalla presenza dellInquisizione, secolo della riforma protestante e della controriforma, secolo di tensione. Laltro modello questa serie di Confessioni inquisitoriali, sorta di memoriale in cui raccontava una serie di cose, occultandone invece altre; si parlava per tacere. Struttura: Prologo: problematico, non ci da le chiavi per capire la struttura dellopera Sette capitoli (tratados) che coprono dalla nascita del personaggio allet adulta che con i dati che possiamo dedurre dalla cronologia del libro di 25anni. Narratore omodiegetico, ossia che anche personaggio, coinvolto nelle vicende che narra: ricostruisce la storia dalla nascita fino al momento in cui prende la penna e inizia a raccontarsi. Prologo: manifestazione di intenti io ritengo giusto che cose cosi notevoli e forse mai udite ne viste, vengano notizie di molti e non vengano sepolte nelloblio della
73

dimenticanza; riprende un topico di Plinio che si ritrova anche in altre opere secondo cui non ci sono opere cattive, in quanto non tutti i gusti coincidono. Incipit di tipo umanistico che ci ricorda le riflessioni della Celestina e ci manifesta uno scrittore colto. Honra: onore individuale nella sua proiezione sociale, onore pubblicamente riconosciuto. Stile basso in cui per troviamo citazioni molto colte di unumanista esperto; idea che lopera verr diffusa perch ci ricompenser le fatiche per comporla. Supplico vostra signoria (entit nobile) di accettare il povero omaggio dalle mani di chi ve ne avrebbe presentato uno, se le sue necessit e il suo desiderio vadano di pari passo parte dellappetitio, rivolta a un nobile a un mecenate ecc. e dato che vostra signoria mi scrive che le si scriva e racconti il caso (= lepisodio) che lo racconti con ricchezza di particolare, mi sembrato bene non iniziare da met ma dallinizio perch della mia persona si abbia un ritratto completo. Io che si presenta come personaggio della narrazione sembra che voglia dare un ritratto il pi completo possibile di se stesso; la prima di tutta una serie di menzogne che il lettore deve decodificare in quanto lopera scritta in realt in modo da non dare una visione completa del personaggio. Contrapposizione tra virtus e fortunae, dibattito che spende spazio ed energia per dimostrare che la nobilt reale quella che costruisce la ricchezza con le sue forze e non quella che si eredita. Dovrebbe essere lodato chi utilizzando la propria virtus riesce ad opporsi alla fortunae ossia ci che gli arriva dal fato o dalla provvidenza. Salto logico evidente in quanto partiamo dallidea di una giustificazione teorica della lettura dellopera che dovrebbe essere estesa al maggior numero di persone poi invece ci ritroviamo un personaggio unico, Vuestra Merced. Autore fittizio che non scrive perch si sveglia un giorno e crede che la sua storia sia interessante, ma scrive perch qualcuno gli dice di parlare di quel caso, di cui adesso non ci viene detto nulla ma la chiave interpretativa dellopera. Prologo nel quale il lettore avvisato che non deve chiedere realismo; il lettore lo sa leggere in modo culturalmente corretto e non rimane esaltato dal passare da una citazione di Cicerone allultimo paragrafo. Altra interpretazione di Rosa Navarro, che spende buona parte degli ultimi 10 anni a studiare le questioni di formazione del testo del Lazarillo e di apportate argomentazioni sulleventuale autore reale; la ricerca ancora in corso: tesi che lopera sia di unumanista, Alfonso de Valds, che fino al momento della morte il segretario dellimperatore Carlo V; uno dei massimi esponenti dellerasmismo spagnolo, divulgatore di queste teorie in Spagna. Ipotesi di un guasto nel manoscritto da cui dipendono le stampe, idea che sia perso un foglio, prima parte scritta da Alfonso de Valds mentre si presuppone la perdita di una parte
74

pi narrativa in cui forse si presentavano i personaggi e continuava la narrazione ( da <<Suplico a Vuestra Merced..>>). Tratado primero: Lazzaro racconta la sua vita e di chi figlio, parola chiave. Capitolo di morte e rinascita del personaggio stesso; il nome stesso pu suggerire unidea di resurrezione. Prima parodia allinterno del Lazarillo parodia di un genere narrativo gi di successo, ossia il romanzo cavalleresco(narrativa idealizzata delle vicende delleroe, che ha un nome esotico, che proviene dal luogo di nascita) qui c per un abbassamento; Lazzaro nasce dentro il fiume Tormes. Il padre viene accusato di alcuni salassi mal fatti. ( y confes y no neg ripresa dalla Bibbia) padeci persecucion por justicia: parodia del discorso di Ges della montagna, delle beatitudini beato chi soffre di persecuzioni per la giustizia. Por justicia pu essere sia causale, ma anche complemento dagente; prima parodia evidente che verr ripresa dopo. Anacoluto voluto per dare un senso di abilit contro i mori, tra i quali si ritrova mio padre tra quelli della spedizione oppure inteso tra i mori in quanto rinnegato, per salvare la pelle passa allIslam. Hombre moreno= un nero, vinieron en conocimiento si conoscono anche carnalmente. Schiavo nero che per una brava persona. e cosi continuando lospitalit e la conversazione, mia madre venne a regalarmi (senso dellautocoscienza di Lazzaro che racconta di ununione non legittima, unione tra la madre e uno schiavo nero) un negretto molto carino, che io facevo saltare sulle mie ginocchia e aiutavo a riscaldare. Una delle sequenze pi note che ne incarna la filosofia. Finezza anche nella presentazione del punto di vista. Bambino mulatto che non si rende conto di aver la pelle pi scura della madre e del fratello. Schiavo poi viene trovato a rubare e viene condannato. Figlio che viene interrogato; allinizio Lazzaro un personaggio sincero situazione che va cambiando nel corso del racconto. Madre va a lavorare nella locanda, e incontra il primo padrone di Lazzaro, il suo nuovo padre: un cieco. Lazarillo de Tormes spesso letto come unopera comica, di intrattenimento ma che durante lumanismo era di tipo sadico, a Lazzaro succederanno burle che intaccheranno il loro fisico. Tratado segundo: Lazzaro arriva a Maqueda, trova un chierico e diventa chierichetto al suo servizio, chierico che lo riduce quasi alla morte per fame. Resta con lui circa 6 mesi; capitolo di una paginetta scarsa. Importanza data ai primi capitoli in quanto il personaggio si va formando, lestensione poi varia in quanto Lazzaro impara a raccontare, in quanto ci racconta quello che vuole, liquidando in poche righe unesperienza della sua vita. Vengono fustigate le caratteristiche dei chierici di quel
75

tempo. Bisogna ragionare su come leggono una determinata vicenda i lettori del cinquecento: Maqueda una localit nota in quanto buona parte della popolazione ebraica e il clero ha origine conversa, il lettore ne trae una critica di tipo antisemitica, al quale viene attribuita lavarizia attribuita agli ebrei e per questo resta nel libro senza essere censurate. Il prete lo congeda poi come se fosse indemoniato, dicendogli di cercare un altro padrone. Lazzaro si sposta verso Toledo, una delle citt pi importanti alla quale deve corrispondere una certa compassione per i mendicanti. Quadro storico piuttosto affidabile e significativo: secolo in cui sta cambiando la concezione del povero. Nel medioevo secondo la percezione comune il povero era un essere da trattare con riguardo perch secondo il vangelo era lintermediario tra il fedele e la nobilt; nobile che pratica la carit per perdonarsi la sua ricchezza. Mentre qui abbiamo la spia di un sospetto nei confronti dei poveri e dei mendicanti, che si tratti di categorie che non hanno voglia di lavorare, di malfattori, di agenti delle classi sovversive della citt. Tratado tercero: Lazzaro arriva a Toledo, viene apparentemente aiutato dal cielo, imbattendosi in uno scudiero che va in giro per la strada, personaggio che sembra avere tutte le qualit necessarie. Capitolo pi studiato dal punto di vista della tecnica narrativa, dove vediamo il principio di focalizzazione interna: non abbiamo un narratore omnisciente che ci racconta tutto, ma un narratore in prima persona che ci racconta la realt man mano che la va scoprendo. Personaggio dello scudiero costruito sullapparenza esterna, si scoprir poi che in realt spiantato, non ricco, vive in una casa lugubre e oscura, una sorta di grotta, senza nobili e provvigioni, visto come lallegoria della Spagna cinquecentesca; nazione apparentemente nobile e ricca, Spagna che dovrebbe arricchirsi con le ricchezze dellAmerica ma ci non succede. Spiegazione antropologica: brutale ma con basi storiche, Spagna non sviluppa unetica del lavoro, il lavoro manuale viene disprezzato a meno che non sia quello tradizionale dei contadini, ma il commercio viene visto come qualcosa di sospetto, da ebrei ( nobili non si mettono a commerciare) e lo scudiero proprio una rappresentazione di ci, non riesce ad abbassarsi a chiedere cibo a Lazzaro, non cerca un lavoro che non sia della sua altezza, va tutti i giorni a messa e subito dopo cerca di accordarsi con delle prostitute, e ossessionato dallidea di un onore personale. Lettore scopre progressivamente con Lazzaro che la casa dello scudiero un guscio vuoto, come in una sorta di thriller. Strutturalmente con questo terzo capitolo c un ribaltamento addirittura in negativo delle condizioni precedenti in quanto lui stesso costretto a chiedere la carit per mantenere il suo padrone, e prova misericordia per lui. p. 92 Dios es testigo.. dio testimone che oggi giorno (scarto tra Lazzaro personaggio giovane e personaggio adulto, riflessione retrospettiva, l legge la realt
76

in modo diverso) quando incontro per caso qualcuno delle sue condizioni con quel passo e larroganza, provo per lui pena pensando che forse sta soffrendo quello che ho gi visto soffrire al mio terzo padrone, nonostante la sua povert mi avrebbe fatto piacere servirlo pi che agli altri. Mi lamenterei solo di una cosa, che io avrei voluto che non avesse cosi tanta presunzione ma diminuisse le sue pretese, quando progressivamente cresceva il suo bisogno. Ma se non hanno neanche gli spicci il berretto deve essere bene ritto in testa (riferimento al berretto rosso dei magistratiricchezze di nobilt, che devono essere bene mostrate,). Terzo capitolo segna il punto pi basso di Lazzaro servitore, in quanto lo scudiero viene ricercato dagli sbirri poich non ha pagato laffitto della sua casa, trovano solo Lazzaro e cos lui si accorge di esser stato abbandonato dandosi alla latitanza. Ricomincia cos la ricerca di padroni. Trattato cuarto : anomalo rispetto al resto del libro. Di come Lazzaro si sistem con un frate della Mercede e di ci che gli accadde con lui. P. 110 grande nemico del coro e dei pasti consumati nel convento, che adorava uscire dal convento, molto amico di affari secolari e di far visite: tanto, che penso che consumava pi scarpe lui che tutto il convento messo insieme (romper zapatos= anche un eufemismo sessuale). Lui mi diede le prime scarpe che consumai nella mia vita; ma non mi durarono nemmeno 8 giorni, ne io riuscii a sopportare di pi il suo trotterellare. E per questa ragione e per altre cosucce che qui non indico, lo abbandonai. Autocensura di Lazzaro;non possiamo pensare che un autore cosi abile si sia trovato in una crisi di ispirazione, e che non sapeva cosa scrivere. Trattato quinto: buldero= ufficiale che vende le cedole emesse dallautorit religiosa, che servono a rimettere alcuni tipi di peccati il meccanismo che in Europa prende il nome di vendita delle indulgenze; un pezzo di carta non pu rimettere i peccati. Secondo capitolo che viene spunto, il capitolo pi boccaccesco, incentrato sulle burle. Passa circa 4 mesi con questo venditore di bolle, poi inizia lascesa socialedi Lazzaro. Tratado sexto: p. 125 un nuovo padrone, un pittore viene liquidato in una riga. un artigiano che dipinge i tamburelli e Lazzaro gli macina le sostanze per pitturare. Non si capisce se questo maestro ha un ruolo simbolico per i lettori dellepoca; idea forse associata ad una serie di inganni al resto della popolazione. Essendo in quel periodo un bravo ragazzo, entrai nel duomo, il cappellano mi accolse al suo servizio, mi affid un asino, 4 contenitori per lacqua e una frusta, e iniziai a vendere lacqua per la citt. E questo fu il primo scalino che riusc a salire per ottenere delle condizioni superiori, perch la mia bocca era esperta (sapeva vender lacqua); poi ci informa di quanto guadagnava. Questo mestiere mi and tanto bene che alla fine di
77

4 anni (cambia il rapporto tra lo spazio cronologico, 4 anni in poche righe, prima lungo capitolo per 4 mesi) amministrando in modo coscienzioso quello che guadagnavo (..) E non appena mi vidi vestito come un buon uomo dissi al mio padrone di riprendersi il suo asino perch non potevo continuare pi con quel mestiere. Tratado sptimo: p. 127 altra breve esperienza presso un alguacil, sbirro dellepoca. Salutato il cappellano, mi sistemai con un uomo della giustizia, uno sbitto; ma passai con lui poco tempo, perch mi pareva un lavoro pericoloso: maggiormente che una notte dei ladri prendono me e il padrone a pietrate. (..) Ed il mestiere che conservo tuttora (..) e ho lincarico di bandire vini (banditore anche colui che accompagna il re quando si deve condannare a morte qualcuno, per un mestiere socialmente mal visto in quanto viene associato alla giustizia criminale Lazzaro si sta vantando di una professione che per il contemporaneo non il massimo). cosi bravo che stabilisce quasi un monopolio della professione, in quanto ogni venditore se non passa da Lazzaro de Tormes non ricava alcun guadagno. Lazzaro si sistema e trova il suo padrone definitivo, vedendo la sua abilit e la sua vita onesta questo arciprete di San Salvador, che conosce Vuestra Merced, lo sposa con una sua serva, lui acconsente. (..) ..e finora non me ne sono ancora pentito. Arciprete gli fa dei regali in occasione di ricorrenze liturgiche. Ma le male lingue che mai mancarono e mai mancheranno, non ci lasciano vivere. Lo stesso arciprete gli fa un discorso sulle malelingue: gli dice di non preoccuparsi delle malelingue perch il suo vantaggio sta altrove. Lapsus finale di Lazzaro: Signore io ho deciso di frequentare le brave persone (frase che segna linizio della degradazione del personaggio, anche la madre laveva usata). (..) Si mettono il marito e larciprete a cercare di far calmare la moglie, e invitandola a fare il suo lavoro con onest: tutti e tre si trovano soddisfatti.(..) Cortes= assemblea collettiva prevista dalla monarchia antica; ce ne furono per due prima del 1554, quella del 1525 o 1538-39 e ci cambierebbe la prospettiva storica per lo sviluppo della riforma protestante.

El caso finale che doveva essere spiegato in realtuna questione di corna, tra la
serva, larciprete e il marito cornuto e consenziente, ma ci viene mostrato come un uomo con la sua virt possa imporsi sul fato. Lazzaro alla fine del racconto invece ha migliorato solo la sua condizione economica. Comportamento di Lazzaro pu essere diviso tra morale,animo e corpo. Critica anticlericale del romanzo, di cui Lazzaro se ne fa portavoce tanto pi lautore ne era partigiano. Alla luce dellultimo capitolo impossibile pensare che il personaggio di Lazzaro sia portavoce di un autore reale. Lazzaro dal primo capitolo
78

usa una tecnica parodica, parodia che doppia in quanto Lazzaro parodizza i discorsi altrui ma allo stesso tempo c una parodia implicita su ci che afferma, una parodia fatta ai suoi danni. Si tradisce continuamente, usa le frasi pronunciate dalla madre. Autore che poteva essere un erasmista, un protestante, un alumbrado (setta della Spagna che era partigiana di una forma di religiosit vissuta pi individualmente, non collettivamente), un conversos (non pu essere quando si parla del clerico di Maqueda). Idea di un erasmista non funziona perch anche di esso viene fatta una parodia. Tre possibili autori. Lipotesi pi giustificata che si tratti di un nobile, di un libero pensatore anticlericale, e allo stesso tempo conservatore dal punto di vista della gerarchia sociale. Opera di assoluto pessimismo sociale che critica la societ in quanto non offre nessun appiglio a Lazzaro per migliore, una societ che rifiuta le categorie pi deboli, gli emarginati e ci riflette la chiusura europea verso i popoli. Critica sociale alla quale non viene contrapposta unimmagine positiva o idealizzante, Lazzaro soccombe in quanto non ha le capacit di ribellarsi. Romanzo picaresco = romanzo urbano che ci mostra la grande citt del Cinquecento, secolo in cui in Spagna si verifica lo spopolamento delle campagne e lespansione dei grandi centri urbani. Lazarillo ci fa cogliere questo processo in quanto ci fa cogliere un inurbamento dovuto alla povert, in quanto nelle campagne non c possibilit di sopravvivere, i contadini sono ridotti alla schiavit. Cinquecento un secolo di emigrazione aggressiva, disperata in quanto a condizioni. Il polo dalla campagna diventa la citt, dove ci si sposta perch consente una condizione di anonimato in mezzo ad una massa che non ha pi identit singolare, si passa da un mondo tradizionale alla dimensione di massa della citt, in quanto a met strada tra la vecchia societ agricola e quella nuova industriale. Citt scelta in quanto offre possibilit in pi ma soprattutto ci si pu nascondere praticando anche attivit illegali per sopravvivere. Non si pu dire che un romanzo non crei in genere fino a quando non ci sono opere successive che lo riprendono. Il Lazarillo de Tormes unopera proto-picaresca; quando successivamente esce il di Guzmn de Alfarache di Mateo Alemn, fu detto che il primo romanzo che riprende le caratteristiche formanti del Lazarillo de Tormes; racconto episodico, autobiografico e orientato ad un fine. Fine che per cambia, il Guzmn de Alfarache molto pi complesso a livello di tecnica narrativa, ma cambia la visione ultima del racconto in quando cambia anche lideologia dellautore che era un riformista, un funzionario della Corona, che cerca di andare incontro ai problemi dei poveri in modo politico, un autore cristiano. Abbiamo un personaggio adulto che racconta le malefatte di buona parte della propria vita ma
79

con lottica della contrizione, della confessione vera e propria per arrivare ad una confessione finale. Applicazione del principio di educazione al contrario. Successivamente abbiamo un romanzo picaresco anomalo, il Buscn di Quevedo; Francisco Rico scrive unopera criticale alla novella picaresca, e insiste particolarmente sulle questioni strutturali e narratologiche in quanto il punto di vista deve avere credibilit e coerenza interna, mentre nel Buscn non c un punto di vista affidabile, non credibile, la realt storica come se si sgretolasse. Tra la pubblicazione del Lazarillo e il Seicento abbiamo tre grandi modelli picareschi. Rico distingue tra romanzo picaresco propriamente detto e quella che una materia picaresca diffusa.

Juan Boscan (1487/1492?-1542)


Discendente di un illustre casato barcellonese 1526 incontro con Navagero e Castiglione (traduzione del Cortegiano) 1522 partecipa alla spedizione di Rodi e alla campagna con i turchi 1539 sposa Ana Girn de Robelledo, donna valenciana, saggia, gentile e cortese Muore durante un viaggio. Petrarchista ortodosso no appello al religioso, ma cristallizzazione del ricordo. Ripensamento di ci che lindividuo: ha un ruolo importante nella letteratura.

RESPUESTA DE BOSCN A DON DIEGO DE MENDOZA Epistola in terzine con cui il poeta risponde a un altro letterato di prestigio, Diego Hurtado de Mendoza. Epistola conosciuta specialmente per il tono amichevole e la riflessione personale sulla propria vita privata dopo essersi ritirato dal mondo della corte. SONETTO XXXV: il poeta vede la sua vita come un cammino doloroso che preferisce nascondere agli altri.a ver no vea = paronomasia; alguien v.4 presenza indesiderata che potrebbe vedere le sofferenze del poeta. vienen/van= antitesi. Nella seconda strofa abbiamo una descrizione del dolore che il poeta sta provando. Boscn si descrive nel sonetto attraverso termini fisici: gli smarrimenti possono essere visti, i tormenti diventano precisi e i sentimenti sono caricati. Boscan prende inizialmente spunto dalla poetica di Petrarca, ma continua poi per una traiettoria propria.

Fray Luis de Len (1527-1591)


1527 nasce a Belmonte (Cuenca), famiglia conversa 1541 studi a Salamanca
80

1544 entra nellordine agostiniano 1556 studi ad Alcal (filologia biblica) 1560 versione castigliana del cantico (Egloga spiritual) 1561 cattedra di teologia a Salamanca 1567-68 polemica sulle traduzioni della Bibbia in volgare 1571 denunciato allInquisizione (accusato di essere eretico) 1572-76 arrestato e incarcerato a Valladolid 1583 prime opere in castigliano (la perfetta Casada, Los nombres de Cristo) 1588 gli viene affidata la cura delle opere di Teresa dAvila o Teresa de Jesus.

Produzione poetica: Traduzioni: o Cantico dei cantici o Giobbe o Salmi o Virgilio (passi delle Bucoliche e delle Georgiche)

Temi: o Beautus Ille otium vs negotium o Al Apartamiento vivere secum (ricerca della solitudine, vivere con unarmonia interna perfetta) o Natura come manifestazione della grandezza divina. Scrive un elevato numero di odi, i cui temi principali sono il desiderio della solitudine e il ritiro nella natura, la ricerca della pace spirituale e la conoscenza. Pagina 77: Oda III, a Francisco de Salinas Francisco Salinas un musicista,un compositore e unumanista. 10 strofe (liras) strofa tipica del Rinascimento, introdotta da Garcilaso, composta da 5 versi endecasillabi e settenari, schema metrico aBabB, con rima consonante. Poema che si pu suddividere in 3 parti: 1. Strofe 1-4: musica di Francisco de Salinas, descritta come grandiosa, duratura e magica, capace di risvegliare lanima addormentata. 2. Strofe 5-8: unione che esiste tra la composizione musicale delle sue opere e la risposta melodica e armoniosa che generano
81

3. Strofe 9-10: poeta che riflette sulla musica di Salinas e invita le persone a lui care ad ascoltare la sua musica. Pagina 78: Oda VIII- Noche serena. A Don Loarte Ode dedicata a un amico del poeta, Don Diego de Loarte. La contemplazione della bellezza e larmonia delluniverso (secondo la filosofia neoplatonica) e il desiderio di raggiungerle sono i temi principali dellode. Contemplando in una notte serena il firmamento, costellato di stelle, lanima sente il desiderio dellinfinito. Il ruotare dei pianeti nello spazio ci fa capire quanto il nostro pianeta sia piccolo comparato con la grandezza delluniverso.

Juan de la Cruz
N. Juan de Yepez lvarez 1559-1563: studia presso i gesuiti di Medina 1563: novizio nei Carmelitani 1567-1568: studia teologia a Salamanca 1567: ordinato sacerdote. Incontra per la prima volta Teresa de Jess 1568: fonda il primo convento maschile a Duruelo Nel 1572, Teresa lo chiamer come proprio direttore spirituale Tra il 1572 e il 1577 sar confessore del Convento della Incarnazione di vila (primo convento carmelitano fondato da Teresa, un convento femminile, dove Juan a contatto con circa 150 monache) 1576: si acuiscono i contrasti interni allOrdine, tra calzali ( o mitigati, carmelitani del 500) e scalzi (o riformati, che aderiscono allidea di Teresa, scalzi in quanto tornano alla povert), poi divisi da una breve papale nel 1581; gli scalzi verranno ufficialmente riconosciuti come Ordine nel 1558. Dic. 1577: imprigionato dai carmelitani ad vila, torturato e portato al Carmelo di Toledo, e in isolamento la tradizione vuole che inizi mentalmente a comporre i suoi poemi maggiori, fasi del primo abbozzo del suo poema pi lungo, a un certo punto decide di evadere nel cuore della notte dopo 8 mesi, riconquistando la libert 1582: muore Teresa di Ges. Juan diventa la figura di riferimento degli Scalzi. 1591: il Capitolo Generale dellOrdine lo esonera da ogni carica, e accetta la sua richiesta di viaggiare in Messico. Colpito da malattia, deve subire unultima, pesante indagine da parte dellOrdine. 1675: beato 1726: santo 1926: proclamato Dottore della Chiesa universale, viene riconosciuto il suo valore a livello teologico
82

1952: patrono dei poeti spagnoli

Questione di Giovanni della Croce tra poeta e teologo: critica riflette tra queste due identit. autore di unopera non particolarmente estesa; a ogni poesia corrisponde un trattato in prosa: Poesie maggiori : Cntico espiritual, Noche oscura del alma, Llama de amor viva Trattati: Cntico espiritual, Subida del Monte Carmelo, Noche oscura del alma (entrambi incompiuti), Llama de amor viva. Autore che nasce come poeta, poesie cantate soprattutto nei monasteri femminili, non rivolte a un pubblico esterno ma preparato dal punto di vista spirituale, sono poesie che a un certo punto per fanno sorgere delle domande. Monache chiedono a Giovanni della Croce di glossare la sua stessa poesia, in quanto alcuni passaggi non erano chiavi e necessitavano di un intervento notevole da parte del santo stesso. Poesie maggiori nascono autonomamente come traduzione poetica di unesperienza personale che lesperienza della contemplazione, dellilluminazione spirituale propria che porta poi allestasi della congiunzione con Dio. Si sviluppano come linguaggio autonomo che aderisce alle leggi dellespressione artistica. C poi una seconda fase, una rielaborazione del linguaggio simbolico che viene trasferito ad un campo filosofico, e raziocinante in cui il linguaggio va spostato su un piano allegorico, dove tutti i possibili legami e suggestioni che un testo poetico presenta vengono chiariti, messi su carta e secondo molti, banalizzati. Critica che vede questi trattati come una sorta di svendita delle proprie opere, mettendole a riparo da ogni accusa. La sua una poesia di tipo erotico; poesia diversa da Fray Luis de Len dove riappare il concetto dellataraxia, ci si deve separare dalle cose terrene, dallegoismo, e una volta purificati accedere alla dimensione eterna. Giovanni della Croce interessato a ci che viene dopo, momento a cui Fray Luis de Len non giunge mai. Lunico linguaggio che pu utilizzare appunto quello della poesia amorosa di tipo profano. Tre poemi maggiori sono poesia erotica che hanno riferimenti dellamore carnale tra uomo e donna. Insieme di simboli tradotto in prosa in termini teologici che in qualche modo smorzano leffetto di scandalo che le poesie potevano avere sia allinterno che allesterno dellordine stesso. Influenze: Bibbia (salmi in quanto inni allamore divino, cantico dei cantici) Poesia italianeggiante (v. Sebastin de Crdoba, Las obras de Boscn y Garcilaso trasladas en materias cristianas y religiosas, libro che esce a Granada nel 1575: Sebastin de Crdoba personaggio secondario che prende
83

tutti i testi di Boscn y Garcilaso scrivendone una versione spirituale, cristiana e religiosa, esempio chiaro di riscrittura, di contra factum a lo divino = espressione spesso tradotta male in italiano coplas a lo divino = strofe a lo divino,cio verso Dio, ma a lo divino significa di stile divino, passando da un ambito cristiano a uno spirituale. Importante come elemento intermedio in quanto tutta la materia profana viene ora trasposta in maniera spirituale. ) Poesia castigliana tradizionale (poesia cancioneril, romancero)

Cntico espiritual ecloga in cui la sposa (che rappresenta lanima delluomo) ricerca lo sposo (che rappresenta Cristo) ed angosciata per averlo perso. Entrambi sono pieni di gioia una volta che si sono ritrovati e riuniti. Opera che potrebbe essere vista come una libera versione del Cantico dei Cantici epoca in cui non si pu tradurre la Bibbia in volgare.

7. E tutti quanti vagano di te mi vanno riferendo mille grazie, E tutti mi feriscono (riferimento alla ferita amorosa e mistica, llagar rimanda alle
piaghe del Cristo sulla croce, uomo deve compiere la propria via crucis, ossia spossessamento della propria anima per arrivare allunione con Dio)

E mi lascia agonizzante un non so che, che mi lascia balbettando (non si pu pi


usare un linguaggio della vita quotidiana per parlare dellamato, o di unesperienza; non so che un sintagma ricorrente nella letteratura mistica, topos dellineffabilit, topos che viene ripreso dalla letteratura profana amorosa.) poesia profana aveva mutato un linguaggio dalla religione, vedendo la dama come donna di Dio, cos quella religiosa si riappropria di ci che era suo. 22. In quel solo capello ,

che hai guardato volare lungo il mio collo, lhai visto nel mio collo, e in esso sei rimasto prigioniero e in uno dei miei occhi ti sei ferito.

Ripresa del cantico dei cantici, IV, 9 (tu mi hai rapito il cuore/ sorella mia, sposa/ tu mi hai rapito il cuore/ con uno tuo sguardo/ con una perla sola della tua collana!): manca solo la parte del capello che riprende da Garcilaso. Pagina 80: NOCHE OSCURA DEL ALMA
84

1. In una notte oscura disarmata o felice occasione! usc senza essere notata mentre la mia casa era ormai tranquilla. 2. Nelle tenebre e sicura lungo la scala segreta, travestita, o felice ventura! di nascosto mentre la mia casa era ormai tranquilla. 3. Nella notte felice in segreto quando nessuno mi vedeva ne io guardavo alcunch senzaltra luce o guida ch quella che mi ardeva nel cuore.

Tutto ci nellambito mistico viene reso con il titolo. Giovanni ribalta la simbologia tradizionale,impiega la notte come simbolo in quanto qualcosa di spaventoso per il fedele perch nel suo processo di purificazione si ritrova con un senso totale di abbandono, luomo per arrivare allunione mistica deve morire, rinunciare a se stesso, lesperienza mistica si raggiunge attraverso la morte completa dellindividualit umana, subentra poi una seconda fase quella della purgazione spirituale, in cui lanima deve abbandonare tutte le sue facolt che ci caratterizzano come animali razionali, deve abbandonare lintelletto che ci preclude lesperienza religiosa, deve arrivare a non desiderare pi nulla (volont) e deve dare a Dio anche la memoria (poesia di Giovanni della Croce costellata dallimmagine delloblio). Lamore lunica guida reale nel sistema poetico di Giovanni della Croce. 4. Questa mi guidava pi che la luce di mezzogiorno dove mi aspettava chi io ben conoscevo In un luogo in cui non cera nessuno. 5. O notte, che hai guidato! o notte pi dolce dellalba!
85

o notte che hai unito amata nellamato, amata nellamato trasformata trasformazione degli amanti; esperienza amorosa che mi porta ad assimilarmi con loggetto dellamore, verso ripreso da Petrarca. 6. Sul mio petto fiorito che si conservava integro solo per lui, l resto addormentato e io lo accarezzavo e il ventaglio dei cedri si rinfrescava con la sua brezza. 7. Lalmena dai bastioni quando io scompigliavo i suoi capelli con la sua mano serena la brezza feriva (o colpiva) il mio collo e sospendeva ogni mio senso. 8. Restai ferma e mi dimenticai reclinai il volto sullamato; cess tutto, e mi abbandonai lasciando la mia pena dimenticato tra i gigli. Totale senso di pace, pace diversa in Fray Luis de Leon in cui la serenit di un individuo mentre qui si disintegrato in tutto che Dio. Pagina 81: Llama de amor viva: il poema pi breve e pi direttamente incentrato sul momento dellunione mistica. O fiamma di amor viva, che colpisci nel pi profondo centro della mia anima! dato che non sei pi schiva, finiscimi se vuoi: rompi la tela di questo dolce incontro. O cauterio dolce! ( da morte ma da vita, fa male ma dolce) o dolcissima piaga!
86

O mano leggera! O tocco delicato, che ha sapore di vita eterna e che paga ogni debito! Uccidendo, la morte in vita lha trasformata. O lampade di fuoco nei cui splendori le profonde caverne del senso che era oscuro e cieco con rara perfezione danno calore e luce presso lamato! Come ti ridesti mite ed amorevole sul mio grembo dove abiti segretamente solo tu e con il tuo dolce respiro pieno di bene e di gloria come mi fai innamorare soavemente!

Poesia paragonata per parlare della differenza tra testo poetico e prosa. Matrice dei due poemi precedenti rinascimentale e riconducibile a Boscn e Garcilaso. Abbiamo poi poesie minori, meno originali, meno personali e meno problematiche a livello di ortodossia. Possiamo parlare di un processo di riscrittura di Giovanni della Croce. Pagina 82: poesia ricalcata sul poema cancioneril. Di questa poesia riprende la metrica e limpiego del lessico, del tipo di retorica impiegata; gusto per la ripetizione, per lanafora, per il concettismo, elementi declinati in senso mistico. Verso settimo il ritornello della canzone. Pagina 83: strofe dellanima che anela la visione divina. Strofa che viene glossata non di Giovanni della Croce, ma sono presi di peso dalla tradizione profana. vivo senza vivere in me e spero in tal modo che muoio perch non muoio mi ritrovo ormai alienato e attendo, mi ritrovo in uno stato di tensione tanto che soffro pene mortali perch non arriva la morte ad alleviare le mie pene. Versi che vengono ripresi anche da Teresa dAvila, anche se la poesia unattivit minore per lei. In Teresa dAvila: Vivo ormai fuori di me dopo aver iniziato a morir damore; perch vivo nel Signore (senso di possesso e individualit nel rapporto mistico = iconografia del Bellini come unione con Cristo), quando io gli ho concesso il mio cuore, gli misi
87

questo cartello ( cavalieri che giravano con stendardi in cui riportavano dei motti damore per una determinata dama): che muoio perch non muoio. Ribaltamento del rapporto di prigionia amorosa, compie qualcosa che a livello dimmaginario estremo: questa prigione divina dellamore con cui io vivo ha reso Dio mio prigioniero,e libero il mio cuore: e causa in me tale passione vedere Dio mio prigioniero, che muoio perch non muoio. Visione nichilista: Quanto mi si fa lunga questa vita, come sono duri questi esili, anche solo attendere la fine di queste sofferenza, mi causa un gran dolore che muoio perch non muoio mortificazione estrema a livello fisico a cui la Santa si sottoponeva,idea da una parte di estremo attivismo anche mondano della Santa, di unagire nel mondo e dallaltra un lato che comporta pratiche che tendono ad annullare la stessa esistenza terrena, pratiche censurate dalla Chiesa stessa in quanto viste come forma di suicidio. Pagina 84: Monte Carmelo Monte in cui un gruppo di monaci cristiani vi si ritir iniziando una vita di contemplazione da questi monaci nasce lordine dei carmelitani. Secondo Giovanni della Croce, lanima deve avere un desiderio costante di imitare Cristo e per fare ci deve rinunciare a qualunque piacere sensibile. La cima del monte rappresenta lo stato di perfezione che il raggiungimento dellanimo con Dio.

IL BAROCCO SPAGNOLO
Periodizzazione: Premessa: Manierismo (parola ripresa dallarte) consiste in una fase di crisi di quelle che sono le premesse del Rinascimento soprattutto per quanto riguarda la lettura del classicismo; periodo dellultimo quarto del XVI secolo; segna una crisi della poetica classicista in termini formali: ci che armonia e ripresa comincia a complicarsi. Herrera esalta Garcilaso per lo critica come autore troppo abbordabile, e inizia a puntare ad una poetica pi complicata e che implichi un livello di erudizione e di impegno valutativo pi vasto da parte del lettore; idea che il sapere debba separare il volgo dal sapiente. Fase di gestazione sotto Filippo III (1598-1621) pone le premesse della poetica spagnola successiva in cui si affermano gli autori maggiore: Cervantes, Gongora, Quevedo. Fase di massima affermazione e splendore sotto Filippo IV, il re poeta (1621-1665) re pi laico e pi affezionato alle arti rispetto al suo predecessore, chiamato anche il re putero, regna a lungo e intorno alla met del secolo possiamo collocare il massimo affermarsi del Barocco in Spagna.

88

Fase di decadenza nei primi due decenni del regno di Carlo II, el Hechizado (1665-1700) il re stregato, ultimo monarca della casata austriaca. Decadenza che coincide con la fine del secolo, regno infelice. Coda settecentesca: barocchismoserie di ripetizioni ormai consunte, sorta di formalismo estremo del barocco, senza la vitalit e loriginalit seicentesca; tipo di poetica contro cui si batteranno gli illuministi spagnoli. Una cultura della crisi Apogeo culturale spagnolo in un momento di gravissima crisi politico-socialeeconomica (guerre, rincaro dei prezzi, bancarotta nazionale, 4 epidemie di peste (senso della morte presenta nella poesia barocca), tensioni periferiche (unit di quello che era lImpero su cui non tramonta mai il sole, comincia ad avere seri problemi: corona spagnola perde il Portogallo, a partire da Filippo II re di Spagna era anche re di Portogallo, ma nel 1640 ci non avviene pi; abbiamo poi una rivolta in Cataloa, rivolte in Andalusia ecc..quella che la compattezza spagnola, comincia a sgretolarsi) , debolezza della monarchia nelle mani dei validos: o privati; erano una sorta di ministri del re, figure che si sostituiscono alla personalit del monarca stesso e dettano la politica del regno) Follia del mondo, mondo alla rovescia, mondo come labirinto. Impressione di vivere in un caos generalizzato, in un mondo che ha perso coerenza; abbiamo atteggiamenti ambivalenti: il desengao, la disillusione, dove il reale sembra ingannevole e daltra parte una sorta di attivismo, il desiderio di intervenire sulla realt e quello di conoscere se stessi. Cultura barocca e modernit ricerca di un nuovo pathos ricerca di una nuova sensibilit che porti alla commozione del pubblico, passa in secondo piano la razionalit in quanto pi importante limpatto sul pubblico spaventose voragini dello stato danimo barocco [] concepito fin dallinizio come rovina, come frammento (W. Benjamin) intellettuale tedesco che riflette sul barocco spagnolo. Caratteristiche che legano il barocco a espressioni estetiche della modernit: Novecento che un secolo di crisi, caratterizzato da due Guerre Mondiali. Frammento privilegiato rispetto ad una visione globale e totale, tipica del Rinascimento J. A. Maravall, nellopera La cultura del Barocco, sintetizza come cambia lestetica barocca rispetto a quella rinascimentale: predomina il movimento, le linee di forza che attraversano lopera ci fanno compiere un viaggio. Barocco che larte del movimento, ad esempio il sonetto di Gongora
89

caotico, con una disposizioni scompattata elementi. J. A. Maravall, La cultura del Barocco Barocco come cultura:

e poi ricompattata degli

Urbana (vita amministrativa e anonima): barocco che il secolo delle capitali,della centralizzazione del potere monarchico. Maravall insiste sugli aspetti nuovi della vita: il Seicento il secolo dellaffermazione della burocrazia e lepoca in cui la societ diventa di massa e luomo che vive in citt ha un senso di anonimato e di poter scomparire nella folla e vivere in modo occulto. Di massa (espansione del mercato editoriale: nel cinquecento la lettura era ancora un privilegio di pochi e leditoria si adattava a questa condizione, mentre nel Seicento c un esplosione di essa; nascono il kitsch e le correnti dopinione: pubblico che pu esprimere la propria opinione e prendere una posizione sociale) [pubblicato nel 1661 il primo periodico, la Gaceta ordinaria de Madrid: sorta di bollettino, nasce la produzione a stampa] Ideologicamente conservatrice (patto monarchia-aristocrazia) ma spesso esteticamente rivoluzionaria. Cultura conservatrice, pensata per mantenere lo Status equo. Per Maravall il Seicento vede il patto dacciaio tra monarchia e aristocrazia, fatto per sopravvivere e per evitare che la borghesia occupi il potere. Cultura militante, che vuole essere portabandiera del cattolicesimo contro le varie forme protestanti che si erano affermate in altri stati europei. Cultura rivoluzionaria: secolo di sperimentazione dal punto di vista estetico e artistico; Maravall parla di una cultura guidata, orientata dallesterno, dal monarca, dagli aristocratici e dalla Chiesa; vede il pubblico come una sorta di gregge guidato da queste figure. Contraddizione del XVII secolo: seicento che non un secolo di stasi, ma tutte le innovazioni fatte vengono usate per puntellare il sistema della monarchia assoluta. Ripetitivit e seriale; concetto di serialit sviluppato dalla semiotica. Barocco e classicismo (Snyder, Lestetica del Barocco) Le premesse che troviamo nelle opere barocche sono gi contenute nella cultura rinascimentale e sembra riprendere il materiale culturale che circola gi da un secolo, premesse che vengono per svuotate e sovvertite, ribaltate. Larte e la conoscenza sono difficili Un precedente teorico : Fernando de Herrera

90

Gngora: rivendica limpossibilit di leggere le sue opere come qualcosa di personale per distaccarsi dal volgo Gracin: importanza della curiosit barocco un secolo curioso e affamato di nuove sorprese, arte che deve essere sorprendente, gli autori sono alla ricerca continua di effetti che riportino novit. Concetto Non nellidea di nozione, ma in termini retorici. Si riprende la definizione che ne da Gracin, Agudeza y arte de ingenio (1642 e 1648) [acutezza e arte dellingegno] ingegno la facolt privilegiata rispetto allintelletto, facolt creatrice, fantasiosa, mentre lacutezza da lidea di un qualcosa di inedito e che stimoli costantemente il cervello. Pagina 87-88: Ingegno non si accontenta della verit, ma aspira alla bellezza, nellarchitettura sarebbe troppo limitante garantire la stabilit delledificio, se non si tenesse presente anche lornato. Definizione del concetto: lartificio concettoso consiste in una speciale concordanza, in unarmonica correlazione fra due o tre dati conoscibili espressa da un atto dellintelletto che esprime la corrispondenza che si pu instaurare tra gli oggetti. Il concetto implica che i rapporti tra gli elementi del creato siano difficili da comprendere e ci sia bisogno di uno sforzo intellettuale per decodificarli e comprenderli. Ci porta a un cambiamento significativo nellestetica; lartista che detta ci che la natura. Visione barocca mediata, non importa di che oggetto si stia parlando, posso avere elementi semplici di cui non ci viene fatta una descrizione, ma che vengono trasposti, come in un caleidoscopio. CONCEPTISMO/ CULTERANISMO: DUE SCUOLE DEL BAROCCO CONCEPTISMO: Quevedo. Termine che nasce nel 700. CONCEPTO Intensificazione semantica, poetica della concisione espressiva, pi morale rispetto al culteranismo, complessa e raffinata, sfrutta il castigliano corrente del 600. CULTERANISMO: Gngora. Termine che nasce nel 600. Termine dispregiativo derivato dalla parola luteranesimo. Amplificazione, abbellimento del discorso, poetica pi pavoneggiante, piano lessicale ricerca ossessiva di ci che non fa parte della lingua, piano sintattico costruzioni inconsuete, ordine lineare degli elementi viene spezzato (iperbato/anastrofe), tendenze eretiche,immorali.

91

LUIS DE GNGORA
Autore culterano per eccellenza. 1561 nasce a Cordoba 1575 riceve gli ordini minori (ha 14 anni) 1576 studia a Salamanca, senza concludere luniversit Anni 80 inizia lattivit poetica (romances/ letrillas/ sonetti) 1585 Cervantes lo cita nella Galatea (poema pastorale) come poeta di valore. 1603 attriti con Quevedo, che incontra alla corte di Valladolid 1610-1620 ritiro bucolico, spesso in compagna 2 commedie: Las firmezas de Isabela- El doctor Carlino 1612 Fbula de Polifemo y Galatea (63 ottave) Soledades Gngora principe delle tenebre Fbula de Pramo y Tisbe: favola mitologica burlesca (1618) demistificazione della favola Si trasferisce a Madrid Perde la memoria e torna a Cordova 1627 muore il 29 maggio e circa un mese dopo esce Las obras de Homero espaol Principe de la luz vs Principe de las tiniebras Ricchezza di livelli e riferimenti Sonetti morali o funebri letteratura minore: percezione della caducit della vita terrena/ disfacimento storico.

Pagina 90: Sonetto VIII: il tema del sonetto lavvertenza che lamore sia ingannevole. Lio poetico avverte come le labbra, incitatrici e velenose, siano come le mele di Tantalo. Nella prima strofa abbiamo la presentazione dellorgano ingannevole che la bocca, bocca descritta con un epiteto, in quanto dolce. Nelle restanti tre strofe, abbiamo lavvertenza agli amanti di non cadere nella trappola delle labbra velenose. Il giovinetto dIda un ragazzo rapito da Zeus per servire come coppiere degli dei. Al verso 7, Amor una personificazione. V. 9: le labbra si sono trasformate in rose metamorfosi; ulteriore trasformazione al v. 12 quando diventano pomi di Tantalo. manzanas son de Tantalo (v.12) una metafora Tantalo era condannato a non poter bere ne mangiare tutto il cibo che vedeva. Pagina 92: Sonetto XXVI: lautore esprime la brevit della vita e il tempo che corre, rappresentato dallaggettivo veloz (v.1) e dal verbo corre (v.5). Corri pericolo Licio (destinatario del sonetto, considerato un personaggio reale, storico e rimanda a un ricordo classicheggiante, ad un destinatario stoico, e Licio in Gngora il poeta
92

stesso, un s a cui rimanda i propri ammonimenti) se ti ostini a seguire ombre e abbracciare inganni, difficilmente ti risparmieranno (latinismo) le ore, che limando stanno i giorni, i giorni che rodendo stanno gli anni. Due figure retoriche per rappresentare let che precipita, con un ritmo sempre pi veloce, dias dias anadiplosi (stessa parola) e climax sia nei sostantivi che nei verbi (ore, giorni, anni, limando e rodendo). Las horas que ai v. 13-14 sono un parallelismo. Arena al verso 3 una similitudine per le vicissitudini della vita. Sonetti felici nella produzione di Gngora, c una riflessione morale esplicita e cos viene meno laccusa di moralit spesso a lui rivolta. Sonetti affini sia dal punto di vista filosofico che dal punto di vista poetico a Quevedo. Gngora pi rivoluzionario e eretico quello delle poesie maggiori, poemi che fecero esplodere il caso Gngora come oggetto privilegiato della polemica letteraria di questepoca. Polifemo: un poema di grandissima originalit, originalit che non sta nel contenuto, in quanto la storia estremamente raccontata e conosciuta. Gngora scrive per un pubblico preparato. La materia non originale. Poema che mette in scena un mito, non quella di Omero di Polifemo come ciclope, come tremendo gigante, ma una versione lirica e spesso comica, in quanto viene trasformato in un gigantesco pastore innamorato che prova un grande amore per Galatea, una ninfa. Anelli precedenti: Teocrito, Idillio XI non esiste un farmaco per lamore che non sia poesia. Polifemo lamenta il suo destino in quanto figlio di divinit marine, Nettuno e Toosa, e lamenta di essere nato come creatura non marina e quindi non poter accedere al mondo di Galatea, ninfa marina e acquatica. Simpatia da parte del lettore nei confronti di Polifemo, ma non immedesimazione in quanto viene visto come uno zimbello in quanto viene rifiutatotrattazione comica e burlesca. Ovidio, Metamorfosi, XIIIepisodio di Polifemo e Galatea e un nuovo personaggio che si chiama in spagnolo Achis, occupa allincirca 150 versi. Ovidio incorpora nella sua versione dei miti locali di provenienza siciliana; la vicenda si svolge in Sicilia. Si ipotizza che ci fossero leggende locali su Aci. Ritroviamo lamore infelice e il canto disperato del ciclope, e poi troviamo Aci, che in qualche modo riesce a vincere il cuore di Galatea che fino a quel momento era stata una ninfa schiva, rifiutando tutti i suoi spasimanti. Abbiamo un abbozzo di relazione amorosa, ma i due vengono avvistati dal ciclope che infuriato stacca un pezzo di roccia da un fianco della montagna, lo scaglia verso Aci e
93

Galatea che stanno sfuggendo verso il mare, colpisce Aci e abbiamo cos la metamorfosi: muore in quanto uomo, ma levocazione di lui e Galatea alle divinit del mare, fanno si che venga trasformato in un corso dacqua. Anelli pi recenti: Tommaso Stigliani, Il Polifemo (1600, 1601, 1623). Autore italiano di Macerata, sorta di discepolo di Tasso; ricerche mostrano che Gngora conosce il poema di Stigliani e ne adotta alcune caratteristiche stilistiche per le prime due versioni, mentre successivamente lui ad imitare Gngora nella versione del 1623. Luis Carillo y Sotomayor, Fbula de Acis y Galatea (Obras, 1611) poeta andaluso contemporaneo a Gngora, esce questa sua opera in ottave, stesso metro di Gngora (poemi italiani di tipo epicocavalleresco sono in ottave). Testo che circola appena prima della redazione del Polifemo di Gngora. Luis Carillo y Sotomayor riprende Ovidio in maniera diversa e pi sperimentale. Originalit del Polifemo gongorino sta nellapplicazione di una poetica nuova e sperimentale che tende a forzare i limiti dellepoca. Poema pieno di allegorie di tipo cosmico e che ci mette in scena una lotta continua tra principio vitale e mortale, lotta incarnata dai personaggi principali, e rappresentata in modo non realistico. Tutto in Gngora viene trasfigurato. Nome stesso della ninfa rimanda al latte, al bianco, principio ambivalente che vertebra lintero poema. Prime tre ottave sono di dedica destinate al Conte di Niebla, nobile dellepoca, dove Gngora gli chiede di prendere una pausa da quelli che sono i suoi svaghi consueti e di dedicare un po di attenzione alle ottave che lui gli presenta. Gngora fa riferimento a una musa, definendola bucolica (= opere bucoliche che richiedono uno stile umile) mentre Gngora usa un linguaggio colto e elaborato. Poi ci viene presentato il setting della vicenda, abbiamo un accumulo di materiale mitologico ed erudito. Ad una prima lettura non si capisce pressoch nulla; bisogna capire i riferimenti, non una poesia di consumo e questo spiega il rifiuto che accompagna Gngora fino al 900. Constante inversione, si moltiplicano gli incisi, il discorso frammentario e non pi lineare, e va ricostruito. Pagina 93, ottava IV: Dove spumoso il mare siciliano, tinge dargento il piede al monte Lilibeo (=nella parte ovest della Sicilia, Gngora gioca con gli etimi diversi= plata argenta verbo colto che rimanda alletimo latino. Lilibeo si trova gi in Ovidio e in spagnolo rimanda a lilio, giglio, al campo semantico del bianco), o volta delle
94

fucine di Vulcano, ( si pensa che questa divinit abbia le sue fucine nelle viscere di questa terra siciliana, fucine nelle quali fabbrica i fulmini per Zeus, ma gli operai sono dei ciclopi) oppure tomba delle ossa di Tifeo, (o Tifone uno dei giganti che inizialmente si ribella allautorit di Zeus, cerca di scagliare un masso contro di lui ma Zeus lo fulmina e Tifeo resta schiacciato da questo sasso enorme, che la Sicilia. Idea che la Sicilia fosse un pezzo di crosta terrestre, appoggiata a questo gigante ancora vivo, e che i terremoti e i vulcani fossero causati dal suo movimento sotto il sasso). Una distesa, cinerea (colore della cenere), d pallidi segnali (presenta tracce pallide, grigiastre o biancastre) se non del sacrilego desiderio del duro mestiere (Gngora riprende i riferimenti mitologici dei primi quattro versi, con quel gusto per per la variazione, e non vengono ripresi con un parallelismo ma con un chiasmo. A Tifeo corrisponde il desiderio sacrilego, e del duro ufficio corrisponde a Vulcano. Pianura siciliana nel suo stesso colore, ci fa capire cosa si nasconde nelle sue viscere). L unalta rocca per una grotta morso della sua bocca. ( abbiamo una grotta e questo masso enorme fa da bavaglio che chiude la bocca metafora che abbassa il livello del discorso dopo una serie di riferimenti colti.) Ottava V: Ornamento rozzo di questo duro scoglio, tronchi robusti sono, al cui groviglio meno luce deve, meno aria pura, la caverna profonda che al masso (c della vegetazione che copre lapertura della grotta ancor pi di quello che fa il masso che la rinchiude). Che il seno oscuro sia letto caliginoso (oscuro e opaco come nebbia) della nera notte ce lo mostra uninfame moltitudine di uccelli notturni (forse pipistrelli) gemendo tristi e volando gravi (= espressione quasi ossimorica, uccelli notturni dal volo greve come loscurit che manifesta grotta in cui abita Polifemo e dove rinchiude secondo il mito omerico le sue greggi). Ottava VI: Di questo, dunque, formidabile sbadiglio della terra (metafora abbassante), la malinconica qualit (di questo sbadiglio della terra qualcosa a qualcuno) per Polifemo orrore di quella montagna, una barbara dimora (chiasmo) e un albergo ombroso, ed un amplio ovile dove rinchiude tutte le capre che nascondono le aspre cime dei monti: (Polifemo ha talmente tante capre che una volta lasciate pascolare, con il loro bianco nascondono lintera cima del monte: idea della sovrabbondanza fantastica, di ricchezza di Polifemo) splendida abbondanza (copia latinismo) che un fischio raduna (fischio del pastore) e che un masso sigilla (masso con cui Polifemo chiude la grotta, gi presente in Omero). Si passa da Lilibeo a una zona etnea, idea di punti cardinali per intendere lintera vastit dellisola; rappresentazione dellelemento ambientale e poi del primo personaggio: Polifemo. Trasfigurazione di elementi presenti gi in Ovidio, occhio unico e forza incredibile.
95

Ottava VII: un monte era di membra eminente, questo ciclope che figlio fiero di Nettuno, adorna con un occhio il cerchio ( o lorbita = in senso cosmologico, associato spesso al sole) della sua fronte,questo ciclope al quale il pino gli obbediva come bastone cos leggero e al grave peso un giunco cos sottile che un giorno era bastone e quello successivo era gi diventato un bastone da pastore ( parte superiore ricurva. Elementi che Gngora ritrova in Ovidio, che ci dice che Polifemo aveva un pino come bastone). Inizia la caratterizzazione cromatica del ciclope, cos come lambiente ottava VIII: Nero il capello, imitatore ondoso delle oscure acque del Lete (fiume dellaldil classico, delloblio: Polifemo associato ad unidea di morte) al vento che lo pettina tempestoso (cultismo) vola senza ordine e pende senza cura; (cura personale) la sua barba un torrente impetuoso che (figlio carbonizzato di questo pireneo), ( riferimento erudito che ci da elementi visivi aggiuntivi per capire il verso: pireneo riprende lidea di monte precedente. Nellantichit si credeva che i boschi dei Pirenei avessero preso fuoco e sciolto delle miniere dargento e quindi vi scorressero fiumi di argento fuso) inonda il suo petto, o tardi, o male, o invano pur essendo solcata dalle dita della sua mano. (barba ribelle che non si riesce a tenere in ordine anche se lui continua a solcarla con la sua mano barba sale e pepe, scura ma con peli bianchi). Ottava IX: La Sicilia non arm nessuna belva sulle sue montagne, non dot di crudelt, n calzo di vento ( non cera nessuna bestia o cos feroce o cos veloce) che preservi in quanto feroce, o che salvi in quanto veloce (ligera= latinismo) la sua pelliccia macchiata di mille colori: ormai ridotta a un pellicciotto (che indossano i pastori) quella che nei boschi era mortale orrore, a chi riportava con passo lento i buoi al loro recinto, calpestando la vacillante luce del giorno. (siamo al crepuscolo, i pastori stanno riconducendo le bestie ai recinti, luce vacillante in quanto siamo al crepuscolo e la luce viene meno: enallage vacillante attribuito a luce, mentre di solito riferito ad un pastore dai passi incerti). Mostruosit di Polifemo che diventa qualcosa di bello e di attraente, atteggiamento di Gngora nel ritrarlo non di disgusto, ma di fascino. Personaggio associato al colore nero, alloltre tomba (principio mortale) e al fuoco (riferimento ai Pirenei: principio vitale). Ottave che saltiamo, spiegano loggetto dellamore infelice del ciclope. Personaggio di Galatea, ottava XIII: ( Polifemo : soggetto sottinteso) Adora una ninfa figlia di Doride (o Dori), la pi bella che abbia mai visto il regno della schiuma. Galatea il suo nome, e dolce, in lei Venere assomma le sue grazie (splendore, gioia, prosperit; Galatea associata a Venere, alla dimensione dellamore). Luna e laltra luminosa stella ( metafora cristallizzata per gli occhi della dama) sono lucenti
96

occhi della sua bianca piuma: (Gngora trasforma Galatea in un pavone dalle piume bianche, e gli occhi sono come la terminazione delle piume del pavone) se non rocca del cristallo di Nettuno, pavone di Venere, cigno di Giunone. ( riprende e dissemina gli elementi appena presentati; opera un'altra versione: pavone associato a Giunone, dea della fecondit, Galatea la forza che rende ricca e produttiva la natura; cigno invece un animale associato a Venere abbiamo uninversione dei termini consueti. Topici petrarchisti: pelle nivea, e incarnato rosso) Ottava XIV: lalba tra gigli candidi sfoglia, fa precipitare petali rossi su Galatea: lamore dubita quale sia il colore effettivo, o porpora innevata o neve rossa (parallelismo e chiasmo). Della sua fronte la perla eritrea (di particolare pregio) un emula vana ( bellezza che supera qualsiasi ricchezza). Il cieco Dio si infastidisce e condannato al suo splendore la fa pendere in oro, alla madreperla del suo orecchio. Ottava XV: Era invidia delle ninfe e pena amorosa per quante divinit il mare onora, vanto del bimbo alato marinaio che senza fanale guida la sua conchiglia. (idea della conchiglia trasformata in unimbarcazione e guidata da Eros, senza fanale in quanto un Dio bendato). Manca il terzo personaggio, ottava XXIV, personaggio di Aci, introdotto da Ovidio, che conquister Galatea: nellottava precedente la fanciulla si appena addormentata in un locus amoenus, lungo un fiume. Perifrasi iniziale per indicare qualcosa di concreto e che tutti conoscono Salamandra del Sole, vestito di stelle (accusativo alla greca), il cane del cielo stava abbaiando (antichi pensavano che la salamandra fosse un animale che attraversasse il fuoco senza bruciarsi; il cane del cielo una costellazione c una canicola, costellazione del cane, momento pi caldo dellestate, in cui si allinea al sole) quando giunse Aci, (polvere i suoi capelli, sudando umide scintille se non ardenti perle) (ossimoro = gocce di sudore di Aci), arriva il giovinetto e vedendo il dolce cedere di entrambe le belle splendidi stelle verso il blando sonno (Galatea si sta addormentando) diede la sua bocca al sonoro cristallo (si addormentata vicino a un corso dacqua dal quale Aci sta bevendo, in quanto sudatometafora consueta del cristallo per fiume) e da i suoi occhi per quanto gli possibile al cristallo muto ( metafora elevata per il corpo di Galatea, in quanto presa dal sonno). Ottava XXV: Era Aci una saetta di Cupido (gioco etimologico = achis che significa freccia), concepito da un fauno, mezzo uomo, mezzo fiera, e concepito nel corpo di Simete, bella ninfa (o Simetide, figlia di un fiume di Sicilia), gloria del mare e della terra. La splendida calamita, lidolo addormentato, che Aci segue (come se fosse un pezzo di metallo) e venera idolatra, ricco di quanto lorto offre povero, forniscono le
97

vacche, e fomenta il rovere (quercia. Allude a mandorle, burro e miele, tipici doni della poesia bucolica che vengono per trasfigurati). Ottava XXVI: Il celestiale umore, appena cagliato, che la mandorla conserv tra verde e secca ( a met strada) glielo mise al fianco, su bianchi vimini, e un fiocco di burro su verdi giunchi (colorismo: alternanza tra verde e bianco); in una piccola arnia, piccola ma ben lavorata, un biondo figlio di una quercia vuota, dolcissimo favo alla cui cera la primavera ha unito il suo nettare. Ottava XXVII: Accaldato, da le mani al ruscello e con esse le onde alla sua fronte (si sciacqua) tra due mirti che, candidi di schiuma (bagnati), sono due verdi aironi della corrente (mirto e airone sono consacrati a Venere). Vaghi cortili di volanti vani ( di tessuti leggeri) fece scorrere il vento favonio, in modo piacevole al letto di fresche ombre (..). ( vento soffiando dolcemente fa scorrere queste cortine immaginarie). Abbiamo una voce poetica che racconta le vicende viste dallesterno mentre nelle fonti classiche un racconto in prima persona con un punto di vista del personaggio coinvolto nel racconto ci a Gngora non interessa, ci che mantiene il canto del ciclope; Polifemo si siede su una roccia e comincia a cantare la propria pena amorosa. Ci che esalta nel suo poema il narcisismo: Polifemo si lagna del fatto di essere figlio di due creature marine e di non avere branchie, da altra parte esalta le sue qualit abbiamo una creatura mostruosa che per esalta la sua bellezza; barocco secolo dello scherzo di natura, della mostruosit; ci che brutto e grottesco per il barocco diventa affascinante. Ottava LIII: gioco di specchi vero e proprio e di prospettive grazie al quale da una parte la creatura mostruosa assume una posizione cosmica e dallaltra diventa qualcosa di mostruoso vero e proprio. In Ovidio: parallelo tra lunico locchio del ciclope e il sole. Ottava inizia con una perifrasi erudita; Gngora non ci dice quando avviene un determinato fatto in termini realistici ma la riconduce al mito; il marittimo alcione (uccello marino) coronava una rocca sporgente sulle sue uova (uova che formano una sorta di corona; elementi naturali trasposti in una sorta di gioielli; dimensione artistica e di artificio) e questo avveniva nel giorno in cui specchio di zaffiro, lucente, della persona mia fu la spiaggia azzurra ( credenza antica: alcione depone le uova solo in momenti di assoluta calma piatta del mare <<mi sono specchiato nel mare quando era liscio>> e il mare che viene trasposto (diventando una spiaggia azzurra) serve da specchio) mi guardai e vidi risplendere un sole nella mia fronte, quando nel cielo si vedeva un occhio (trasposizione: sole nella fronte, occhio nel cielo) dubitava a chi prestava fede, o al cielo umano o al ciclope celeste (sole come emblema della monarchia, natura viene resa mostruosa come il ciclope). Sviluppo del poema vede un incidente: Polifemo scopre Aci e Galatea che
98

si stanno abbracciando, nascosti da una sorta di muro naturale ricoperto di edera, che viene abbattuto da una delle greggi di Polifemo; ne segue lurlo dello stesso e i due amanti cominciano a scappare verso il mare per trovare la salvezza. Ritmo lento fino al punto precedente poi nelle ultime tre ottave accelera. Ottava LXI: vedendo il feroce gigante correre con passo muto (perch li vede ma non ne sente il rumore) verso il mare, e vedendo poi il ragazzetto (Polifemo manifesta un disprezzo notevole; figura di Aci trattata in modo quasi comico, di grande splendore e bellezza ma fanno pensare che sia effeminato) (che a una tale vista il guerriero libico nudo, mostra (latinismo) la superficie del suo piccolo (latinismo) scudo) (dalla Sicilia Polifemo ha una vista cosi acuta che riesce a vedere fino in Libia, un guerriero che passa sulla costa) quante pot (aoristo cnomico= tempo passato privo di senso temporale; passato che ci parla di una legge fisica riproducibile anche nel futuro) muovere un violento tuono, il ciclope scuote antichi faggi : (violenza fa scuotere alberi di grandi dimensioni) cos nello stesso modo prima di fendere lopaca nube, la tromba fulminante (sinestesia: tromba = campo uditivo del tuono; fulminante = campo visivo) anticipa la caduta del fulmine. Ottava LXII: Con violenza infinita stacc la punta pi grande delleccelsa rocca, che per il giovane, sul quale il ciclope la scaglia, una grande urna e una non piccola (litote) piramide (entrambi i termini rimandano allidea di sepoltura). Con lacrime la ninfa chiama (latinismo) le divinit del mare che anche Aci invoca: si radunano tutte e il sangue che la dura roccia fece schizzare fu immediatamente trasformato in cristallo puro ( metamorfosi che il nucleo principale del racconto di Ovidio). Ottava LXIII: Non appena le sue membra furono penosamente schiacciate dallo scoglio fatale, la liquida madreperla delle sue vene calz i piedi degli alberi pi grossi (sangue di Aci trasformato in acqua che scorre, lambisce il tronco degli alberi). Le sue bianche ossa ormai argento che scorre, lambendo fiori e inargentando sabbie, (Aci diventa un corso dacqua che giunge fino alle sabbie del mare : simbologia: mare di solito morte (come in Manrique), mentre qui trasformazione) arriva fino a Doride (madre di Galatea, che per metonimia simboleggia lintero mare), che, con pianto pio, genero lo salut e lo acclam fiume.

Soledades: poema ermetico che comincia con limmagine di un naufragio, di un


pellegrino che trova ospitalit in una comunit di pastori. Vicenda trasposta con uno stile pi elevato utilizzando un metro coltissimo, quello della silva: sequenza di settenari e endecasillabi, con una metrica libera. Soledades tradotto come solitudini, del pellegrino, ma in realt lui non solo soledad che in spagnolo seicentesco indica un territorio campestre che sta fuori dal mondo urbano ma non deserto; se torniamo allidea di solitudine considerando che il pellegrino un naufrago, un esule,
99

si tratta di unallegoria del poeta stesso, che si sente isolato rispetto ai contemporanei si ritrova ad essere un esule e un pellegrino nellambiente poetico. Non sono collegate in alcun genere preciso; collegato al poema bucolico ma viene rifiuto per lo stile.

Francisco de Quevedo (1580-1645) Fu un grafomane, scrive una quantit enorme di opere ed la perfetta incarnazione dellintellettuale barocco; spazia in tutti i cambi possibili, eclettico, irregolare e discontinuo anche a livello qualitativo, fu lincarnazione di un intellettuale militante rispetto a Gngora che privilegi laspetto artistico della vita. Quevedo ricordato come grande prosista per due opere : Historia de la vide del Buscn (il mendicante/imbroglione/truffatore) opera di invenzione verbale e Sueos. Pagina 100, Francisco de Quevedo, La vida del Buscn: incipit del poema: Io, signora, sono di Segovia, (abbiamo un destinatario del racconto come per il Lazarillo de Tormes vuestra Merced, ma non ha una funzione reale nel racconto per Rico ci non funziona). Mio padre si chiama Clemente Pablo della stessa citt; che Dio possa accoglierlo nel cielo. Il suo mestiere, come tutti dicono, era di barbiere; ma i suoi pensieri erano cos alti, che si vergognava se lo chiamavano cos, dicendo di essere un tosatore di guance (tundidor de mejillas) e un sarto di barbe. Quevedo ossessionato dalluso improprio della lingua spagnola e da una societ che si sta corrompendo allinterno, perdita di potere reale e credibilit di quella che la nobilt antica; da un punto di vista storico ha ragione nel 600 la nobilt spagnola ed europea si trasforma notevolmente, secolo in cui quelli che non erano nobili di nascita possono comprarsi dei titoli per Quevedo ci una sorte di apocalisse spagnola. Linguaggio che in buona parte degenera e serve come strumento di mascheramento e non di rivelazione della societ. Gioco di parole continuo, ogni due righe, che alla base dellintera poetica barocca che ludica, e sfrutta il linguaggio in modo immaginativo. Nel Buscn non funziona la parte logico narrativa; manca la forza coesiva che regge lintera narrazione del Lazarillo de Tormes; presenta problemi relazionali, si pensa che sia unopera giovanile, e quando viene pubblicata nel 1626, non pubblicata da Quevedo.

Sueos: i principali sono quattro. Tappe di stesura che cominciano nel 1605 e terminano nel 1622; nel 1627 vengono pubblicate 3 edizione non supervisionate da Quevedo, unaltra nel 1628 poi viene censurata dallInquisizione fino alla versione
100

dellautore del 1631.

Episodi narrativi brevi fantastici, ambientate in dimensioni

ultraterrene o con personaggi soprannaturali come la morte personifica, e ci trasmettono unidea di mondo alla rovescia, carnevalesca e impazzita. Trattati:

La cuna y la sepolturala culla e il sepolcro; trattato religioso e morale.


Titolo indicativo in quanto non sono due estremi della vita, espressione barocca: culla se ribaltata diventa un sepolcro; momenti coincidenti della vita, uomo quando nasce comincia a morire. Poltica de Dios politica di Dio e il governo di Cristo; religione e politica che cercano di fondersi. Ci testimonia pi di altri il rapporto di Quevedo con la politica contemporanea; trattato dedicato al re spagnolo dellepoca e a quello che sar il ministro pi importante e ci testimonia anche i problemi di questa figura del governo dellepoca. Allinizio Quevedo lo vede come un messia,

Teatro: Cmo ha de ser el privado (1629): scrive teatro per fornire una sorta di teatro idealizzato, per presentare al pubblico quello che deve essere un perfetto primo ministro. Si cala nella dimensione drammaturgica con gli stessi motivi per cui scrive la parte in prosa. Poesia: Progetti:

Lgrimas de Hieremas Castellanas El Herclito cristiano (Quevedo con queste opere metteva laccento sulle opere
di tipo serio e religioso) Edizioni a stampa:

El Parnaso espaol (1648 e 1649); Las tres ultimas musas castellanas (1670).
Quevedo fu uno dei principali poeti lirici del 600, punto di partenza la poetica petrarchista; fu autore di un petrarchismo particolarmente depurato e metafisico. Poesia di tipo lirico amoroso di Quevedo procede in parallelo con la poesia di tipo satirico, di una satira cruda e spietata. Quevedo ha una serie di ossessioni, odia una serie di categorie sociali (le donne, gli ebrei, i musulmani, i neri, gli omosessuali)

Pagina 98,Francisco de Quevedo Contra D. Luis de Gngora y su poesa:


101

Questo ciclope, non siciliano, ma s orbita inferiore del microcosmo; questo lato agli antipodi, il cui emisfero una linea divisoria suddivide in una zona sotto il controllo italiano;

questo circolo vivo in tutto e per tutto piano; questo che, essendo uno zero assoluto, lo moltiplica e lo divide per intero ogni buon abachista veneziano; (ragioniere dellepoca, che usava labaco x tenere la contabilit)

il monocolo cos, (cieco da un occhio) ma cieco volto; il pertugio barbuto di chioma; questo punto massimo del vizio e dellinsulto;

questo in cui oggi i peti diventano sirene, questo il culo, in versione Gngora e in versione colta, che persino un buzzone farebbe fatica a riconoscerlo qualcosa di cos complicato che persino ch un diretto interessato farebbe fatica a riconoscerlo

Quevedo parte facendo il verso a Gngora, lorbita inferiore sarebbe lorbita posteriore del corpo umano, il microcosmo sarebbe il corpo umano, questo lato il cui emisfero diviso in due, la dieresi su siciliano italiano e veneziano viene usata per svelare il tema del sonetto, e tutte e tre le volte parla di italiani, che Quevedo (e in generale gli spagnoli dellepoca) considera come sodomiti la zona in cui gli italiano hanno il dominio. Zerorimanda allaspetto visivo, usato anche per definire la poesia di Gngora. Anche se zero un buon ragioniere veneziano lo sa moltiplicare e dividere per intero, ambiguit del termine partir, che significa anche rompere, che rimanda di nuovo alla sodomia.Progressivo svelarsi del sonetto. Si fa leva agli aspetti pi bassi e volgari dellesistenza eppure la critica di Quevedo coerente dal punto di vista culturale: sta associando Gngora al peccato nefando, al crimine contro natura cos grave per la mentalit dellepoca. Quevedo non sta accusando Gngora di
102

essere un omosessuale. Quevedo nei sonetti contro Gngora fa leva su due cose. Limmaginario dellomosessualit e accusa Gngora di essere un ebreo. In questo sonetto non viene accusato di essere un omosessuale ma di praticare una poesia che va contro natura, una poesia che pecca come peccano gli omosessuali, andando a violare i limiti di natura, e poi c una critica a livello estetico, gi dallinizio del sonetto c il fare il verso a quelli che sono i tic della poesia di Gngora.

MIGUEL DE CERVANTES
1547-1616 muore il 22 di aprile, il giorno prima della morte di Shakespeare. Per buona parte della sua giovinezza e maturit fu un soldato, per i canoni dellepoca Cervantes inizia a pubblicare quando gi piuttosto vecchio (intorno ai 35-40 anni). innanzitutto un soldato (in Italia). Nato nel 1547 ad Alcal de Henares da una famiglia modesta; costretta a viaggiare, a causa degli scarsi guadagni del padre. Cervantes come soldato: 1571 battaglia di Lepanto, in cui perde la mano sinistra. 5 anni di prigionia ad Algeri riscattato nel 1580. Esperienza della prigione che ritorna allinterno delle sue opere. Opere: 1581-1587: commedie Los tratos de Argel (la vita quotidiana ad algeri), El cerco de Numancia. 1585: debutta come narratore con un romanzo La Galatea prima parte di un romanzo pastorale che resta incompiuto, significativo perch Cervantes si cimenta con un genere ancora abbastanza in voga, ma in declino. Il romanzo pastorale ha come modello larcadia, un prosimetro, in cui ci sono vicende di pastori che si sviluppano nel locus amoenus che scandiscono nel corso dellopera quelli che sono i loro canti damore. La Galatea definito un romanzo antipastorale: Cervantes sovverte quelli che sono alcuni topos dei modelli che recupera. Il romanzo pastorale si sviluppa in unatmosfera estremamente pacifica, che non viene violata da fatti esterni, in particolare sanguinosi, mentre questopera si apre con un omicidio. una spia di quello che fa a livello narrativo nella Galatea: mantiene la cornice del modello ma continuamente la spinge verso un grado di narrazione molto pi evoluto, movimenta le vicende del narratore e inserisce una serie di novelle che col
103

genere di base hanno poco a che fare. La Galatea resta con un finale aperto, Cervantes prometter sempre una seconda parte del romanzo che per non comporr mai. Lopera non riscuote praticamente nessun successo, Cervantes scompare dalla scena narrativa e torna ad occuparsi del teatro.

El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha (1605), prima parte del Don
Quijote, romanzo di successo immediato. Il personaggio di Don Quijote diventa celeberrimo e viene immediatamente adottato come personaggio del folklore popolare. Le tracce del Don Quijote si ritrovano subito anche in America latina. Con il Don Quijote, Cervantes si impone come autore importante dellepoca, ma non gli arriva nessun guadagno dalla diffusione dellopera. La genesi del Quijote leggendaria: nel prologo dellopera Cervantes fa un riferimento sibillino a unopera concepita in carcere. Gli anni che separano le due parti del Quijote sono 10, e forse per un primo momento Cervantes non voleva dare un seguito.

Novelas ejemplares (1613) tra la prima e la seconda parte del Quijote, dimostrazione di prodezza dal punto di vista stilistico; nel prologo Cervantes si definisce il primo autore spagnolo ad aver composto novelle nello stile italiano. Dubbi sullaggettivo dato alle novelle nel titoloesemplari dal punto di vista morale, o perch sono le prime ispirate a quelle italiane? Settembre 1614: viene pubblicata una continuazione del Quijote da parte di Alonso Fernndez de Avellaneda Segundo tomo del ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, il nome dellautore uno pseudonimo, questa seconda parte contraddice quelle che erano le premesse delloriginale. Cervantes stesso si adira per questa seconda parte, pubblicata contro di lui, che sin dal prologo viene attaccato dal punto di vista letterario. La parte di Cervantes era vista potenzialmente sovversiva. marzo 1615, seconda parte del Quijote, esempio di meta romanzo. Cervantes da una parte sviluppa i suoi originali, i veri don Quijote e Sancho Panza e allo stesso tempo risponde al romanzo di Avellaneda: i personaggi diventano coscienti di essere personaggi di unopera di finzione. 1615: ocho commedias y ocho entremeses nuevos nunca representados (ritorno al teatro): rivendicazione polemica perch il teatro si componeva per il palcoscenico e non per la stampa, spesso la pubblicazione di unopera era un aspetto secondario dellattivit teatrale.
104

Entremeses: opere comiche brevi, in parte in versi e in parte in prosa. Gennaio 1617 los trabajos de Persiles y Sigismunda. Historia setentrional personaggi provenienti dalla Danimarca, terra lontana dalla Spagna e praticamente sconosciuta. Cervantes si rif al romanzo bizantino, incentrato sui travagli (trabajos) di due giovani che vengono separati da alcuni avvenimenti.

Pagina 103: EL LICENCIADO VIDRIERA (1604-1606??) Appartiene a Novelas ejemplares. Opera composta mentre stava terminando la prima parte del Quijote. Novella relazionata spesso col Quijote, perch i protagonisti principali presentano uno stato psicologico evidentemente turbato, una patologia che influisce sul loro modo di vedere la realt e di rapportarsi con il prossimo. Segre (critico italiano) parla di una struttura schizofrenica della novella, essenzialmente bipartita e che ha tuttavia tre sezioni abbastanza distinguibili: 1. prima parte di vita nel mondo, protagonista un bambino, che ci viene narrato fino alla giovinezza (occupa allincirca un decennio); la vicenda si svolge tra Spagna, Italia e Fiandre. Lincipit piuttosto emblematico: abbiamo questa figura di bambino al massimo undicenne, isolato, che dorme sotto un albero e che interpellato da due giovani nobili non rivela il suo nome e la sua origine. Punto di partenza fondamentale: personaggio che resta indefinito, il nome della sua terra se l dimenticato e non vuole rivelare il nome della sua famiglia, finch non sar in grado di ricoprirli di onore e gloria, affermazione che rimanda alluniverso dei romanzi cavallereschi (si vuole definire in base alla honra che riuscir a conquistare, nel caso di questo personaggio sar + lonore letterale che militare). Il narratore non ci dice che il personaggio si chiama Toms Rodaja (seconda pagina), ma un nome che il personaggio da a se stesso. Dare un nome alle cose significa indirizzare il racconto su un unico binario, in qualche modo proporre un racconto chiaro e decodificabile, Cervantes invece gioca da subito con una mancanza di dati certi. I cognomi in Cervantes indicano oggetti materiali, solitamente di basso livello (rodaja : disco, rotellina (dello sperone)). Ad un certo punto della novella il personaggio cambia cognome in Rueda (il nuovo cognome significa ruota, forse in riferimento alla ruota della fortuna, per indicare tutte le avventure del personaggio, o il serpente che si morde la coda, simbolo di eternit con un rimando alchemico).Il personaggio viene presentato come eccezionale dal punto di vista intellettivo (vengono sottolineati il suo intelletto e la sua memoria).
105

Dal punto di vista narrativo questa prima parte essenzialmente narrativa, diegetica, la voce principale quella del narratore esterno. Da un punto di vista simbolico stato commentato lambiente in cui avviene lincontro tra questi due studenti andalusi e il bambino: lalbero interpretato come simbolo della conoscenza, con tutto quello che implica come possibilit di peccato, ma questo personaggio si ritrova allombra, rappresentazione di ottenebramento della mente del personaggio. Il personaggio impazzisce per un accidente o gi pazzo dallinizio? 2. Segre continua con la seconda parte, il giovane segue un capitano di fanteria, che incontra per puro caso e gli racconta di com affascinante la vita dei soldati e Toms decide di seguirlo in un viaggio in Italia, viaggio significativo da un punto di vista di relazione con la vita di Cervantes. Idea di viaggio come forma di conoscenza, una sorta di alternativa ai libri. Il viaggio una pausa momentanea tra gli studi di Toms. Nelle sue esperienze in Italia Toms resta sempre appartato, rispetto a quella che la vita dei soldati veri e propria. La vita dei soldati lo affascina ma visualizzata come lavvicinarsi a unesperienza di vita cos vicina alla morte. C tutta una serie di riferimenti che assimilano Toms ad uno stile di vita degli ordini religiosi. In questa parte Toms assume la veste tipica dei soldati e si porta dietro un libro di devozione mariana e Garcilaso sin comento, ossia le opere di Garcilaso senza quelle di Boscn: due libri che segnano levoluzione successiva del personaggio, che quando trover una donna che lo desidera la rifiuter dama che gli far mangiare una melacotogna avvelenata, seguita da un crollo psicologico; al risveglio si ritrover pazzo. Pagina 110: parte che si differenzia dalla prima per motivi stilistici; la prima narrativa, poco spazio viene lasciato al protagonista,parole che pronuncia sono significative per tracciare levoluzione della sua personalit; con la follia del protagonista entriamo nella seconda parte dove proiettato allesterno del mondo reale, vive come personaggio marginale, parte in cui cambia il registro narrativo, pochi elementi che ci fanno capire come si muove nella citt e dello spostamento da Salamanca a Valladolid, parte narrativa limitata e viene dato per spazio alle parole del personaggio: parte definita come paremiologica cio che rimanda al campo dei proverbi, affidata alle parole di Vidriera, parte sentenziosa in cui il protagonista non ci parla di s, conquista la parola ma rinuncia ad unidentit; si trasformato nel personaggio che incarna e identificato nella vetrata da cui prende il nome. Seor Redoma ampolla un nome alternativo a Licenciado Vidriera; ma redomado in italiano significa scaltro, acuto.

106

Seconda parte quella pi estesa della novella; nonostante il cronotopo sia limitato: periodo di follia del personaggio dura due anni o poco pi mentre quello precedente un decennio. In questa seconda parte Cervantes tratteggia una serie di dettagli a volte espliciti e a volte simbolici.

p.110: nella prima parte tre abiti: vestito da contadino, uniforme da studenti e il vestito da soldato quando arriva in Italia sorti di uniformi che rimandano a suddivisione sociale, al patriarcato dellepoca. Qui abbiamo di nuovo un cambiamento di vestito: veste grigio scura e ampia in modo da non stringere questo corpo che ora vetro, e una camicia ugualmente ampia vestiti che rimandano a un chierico, a una persona che veste un saio come mortificazione. Gira scalzo come facevano gli appartenenti agli ordini mendicanti; utilizza una pertica con un cesto di vimini affinch gli possano dare del cibo senza toccarlo. Vidriera diventa un fruttariano, non mangia pi carne, n pesce n latticini, ma solo frutta e verdura di stagione, e ci coerente con il profilo di eremita e di asceta. Tra gli antichi filosofi i pitagorici non mangiavano carne, quindi forse c un richiamo allantica sapienza. Vidriera attua una sorta di quaresima perpetua; cerano ordini che attuavano questa pratica per mortificare la carne. Da questa nuova identit che Vidriera sviluppa parte poi la parte pi consistente della novella, che sono i discorsi e le sentenze. una sequenza quasi ininterrotta e stancante di parole su parole che vengono dette da questo personaggio; come un pazzo che pronuncia una serie di massime. A seconda di come leggiamo le sue parole ci facciamo unidea piuttosto che unaltra. Abbiamo un campionario vastissimo di persone contro cui si scaglia; contro gli attori, i poeti, i pittori quando si scaglia contro gli artisti dice che ce ne sono pochissimi che meritano e moltissimi che andrebbero puniti. Si scaglia contro i medici. La questione capire come veniva letto dai lettori contemporanei dellepoca e non come lo leggeremo noi oggi. Allepoca, nel 1613 viene pubblicato questo libro, e tutte le categorie erano perennemente oggetto di satira: Vidriera non sta dicendo nulla di sovversivo, utilizza una moneta comune. Discorso satirico misurato che non arriva a colpire determinate categorie, clero, nobilt e monarchia. Ci che dice non inedito: la satira dei mariti cornuti e delle prostitute non scandalizza il popolo. Vidriera diventa un personaggio: Carlos Castilla de Pino, Teora del personaje (adattabile a Vidriera): 1) richiede un pubblico, 2) pu avere dei comportamenti che in qualche modo sarebbero censurati in una persona normale, 3) il personaggio va bene, viene tollerato ma solo in quanto personaggio e ci implica che non ci sia un ulteriore trasformazione,ed incastrato in questa figura, 4) il personaggio viene usato socialmente, ci non si tratta di sovversione ma di una visione pi o meno acuta. Vidriera trasforma una visione collettiva in ci che diventa un discorso di intrattenimento: pubblico che si diverte con quello che dice. Nelle sue affermazioni troviamo discorsi misogini, non troviamo frasi che difendano le figure femminili;
107

troviamo una battuta antisemita (quando dice lascia passare il sabatosabato giorno sacro agli ebrei); troviamo discorsi contro i fanciulli e i bambini dove viene difeso il valore educativo delle frustate che i padri danno ai figli. La sua saggezza si scaglia contro determinate categorie. Aspetto patologico, di delirio che questi discorsi implicano. Passo di Erminia Macola, che analizza la novella di Cervantes, e la sindrome che manifesta Toms nel trasformarsi in Vidriera; visione sentenziosa e precaria che in qualche modo esclude il soggetto,unidentit umana con tutte le sue ombre, e il principio di contraddizione proprio delluomo. Pi che una vetrata si tratta di uno specchio che riflette la collettivit. Si riproduce la ruota, il circolo di folla che circonda il personaggio e ne limita la prospettiva, una sorta di folle saggio, ma il suo pulpito sempre in mezzo alla folla; non abbiamo liconografia di una persona che svetti sulla collettivit e che possa riflettere una verit superiore: Vidriera diventa la folla che lo circonda. Terza parte: parte irrisoria, di poche pagine. Due momenti principali: una volta che il personaggio rinsavisce perde lattrattiva narrativa; Don Chisciotte, quando rinsavisce muore. Lesaurirsi della follia significa che il racconto diventa impossibile; Cervantes non sa pi cosa inventarsi. Parte che torna ad essere narrativa. Pagina 123: non ci viene detto come venga curato Vidriera; sembra che il fatto sia secondario dal punto di vista narrativo; sembra che venga curato da un chierico di San Girolamo, riconducibile a un doppio del personaggio. un traduttore, un dotto, un santo che durante la sua vita difese con tenacia la castit (Toms un casto patologico); un santo asceta (si ritira nelleremo e nel deserto): personaggio colto e casto isolato dal corpo sociale; inoltre un santo che riproduce limmagine dellintellettuale e del melanconico. Vidriera viene curato e torna alla passivit riscontrata prima. Il frate lo cura e gli mette addosso dei vestiti da letrado (avvocato), da colto e lo integra di nuovo nel corpo sociale. Si ha un nuovo cambiamento di nome; diventa ora Doctor Rueda. Ultimo passo della novella che ci mostra la crisi del personaggio ormai rinsavito, in quanto la collettivit lo riconosce come persona sana, perdendo ogni attrattiva, non riesce ad esercitare come avvocato e a questo punto recupera lidentit della prima parte; si fa soldato, torna nelle Fiandre, dove muore. Non ci viene detto se muore in battaglia, ma cos sembra. Per Cervantes i valori fondamentali dopo la religione, sono le armi e le lettere. molto pi onorevole morire come soldato che non come letterato. Il problema interpretativo si pone anche per questa parte, ossia come interpretare queste ultime righe della novella, questa fine del protagonista. Da parte della critica abbiamo prese di posizione contrastanti. Jacques Joset lo vede come un fallimento del protagonista, tornato alla sanit
108

mentale, la sua sapienza diventa qualcosa di inammissibile lettura incorretta in quanto non viene rifiutato per questo motivo, ma perch non riesce pi a lavorare, a svolgere il suo mestiere. Secondo la sua lettura Vidriera sarebbe prima espulso e poi condannato ad una morte anonima e alienata. Problema capire se questa fosse la visione di Cervantes e probabilmente non lo era. Finale che spiazza perch un finale laconico, dove il personaggio viene liquidato in pochissime righe. Personaggio abbandona la sua identit patologica, si sempre posto come giudice e censore senza mai partecipare come persona, mentre nella parte finale recupera la dimensione e sembra realizzarsi come uomo. Altra questione che fa da ponte per parlare del Chisciotte capire come funzionino i narratori. Le idee non coincidono con quelle di Cervantes. La seconda parte eccessivamente lunga e ci crea una novella squilibrata sul piano della struttura. Narratore che non coincide con Cervantes, ma che riproduce una follia collettiva. Questione di chi narra una storia per Cervantes sempre problematica. Nel Quijote le applicazioni riguardano sia lidentit dei personaggi, sia la rappresentazione della voce narrante allinterno dellopera. I narratori si trasformano in personaggi del racconto. DON CHISCIOTTE Questione del personaggio: abbiamo un personaggio comune, un piccolo nobile della Mancha, spiantato a livello economico, che passa il proprio tempo nellozio dedicandosi alla caccia (nella seconda parte del libro ci viene detto che ha come passatempo quello di fabbricare stuzzicadenti e gabbie per grilli) e la passione per la lettura dei romanzi cavallereschi; questa passione di tipo artistico viene poi portata a dei livelli di follia che ricordano quelli di Vidriera. Don Chisciotte impazzisce perdendo ogni capacit di distinguere tra quella che la realt e quella che la proiezione di ci che legge; inizia a interpretare tutto in base alle sue letture. Il Chisciotte vuole essere una critica che vuole demolire il genere dei romanzi cavallereschi. Punto di partenza sembra essere meta-letterario, ossia come una sorta di critica letteraria applicata ad un genere. Sceglie i romanzi cavallereschi, perch vi erano tantissime opere in Spagna, e quando inizia a comporre il Chisciotte il genere dei romanzi cavallereschi si gi sta estinguendo, fa quindi una critica letteraria quasi inutile. Ci che sembra criticare nel romanzo non tanto il genere letterario, per quanto mediocre e dannoso, ma un atteggiamento mentale della sua epoca. Godini parla di oppio cavalleresco. Chisciotte una sorta di reazione ad un meccanismo artistico basato sulla finzione, sul mondo della fantasia. Idea di Cervantes che il lettore dovesse essere un complice, ma che lautore non dovesse ridurlo a una sorto di credulone di frottole.

109

Parodia che parte subito dallincipit del romanzo, dove troviamo il problema dei nomi, del cambiamento onomastico. no quiero acordarme non voglio nominare, oppure ricordare. Leroe del romanzo viene privato di unorigine precisa, prima parodia del romanzo cavalleresco, dove viene definito in termini precisi, da dove viene e discende un personaggio. Cervantes come tecnica ci rimanda sempre al momento in cui viene nominato un personaggio. Nel giro di qualche riga ci vengono dati tre possibili cognomi: Quijada (mandibolatratto della fisionomia associato nuovamente alla follia, matti hanno una mandibola pronunciata), Quesada (rimanda al queso, a qualcosa di umile) e Quijana. Racconto del Chisciotte sia il risultato di unibridazione di voci narrative diverse che ci permettono di dubitare di ci che ci viene raccontato. Verdad= viene messa in discussione dallincipit. Da un nome al proprio cavallo, al ronzino ridotto pelle e ossa diventando Ronzinante, e poi battezza se stesso come Don Quijote. Quijote= un nome realmente esistente, una parte dellarmatura che protegge la coscia; un oggetto comune e una parte dellarmatura non decisamente nobile; un nome parodistico in quanto Cervantes si rif a Lanzarote (Lancillotto): in spagnolo il suffisso -ote ha connotazione spregiativa. Comincia a chiamarsi Don Quijote de la Mancha per ricoprire di onori la sua patria, mentre la coprir di ridicolo. Nel capitolo 5 viene di nuovo usato il cognome Quijana; abbiamo poi il delirio di Don Chisciotte nella fase di costruzione della sua nuova identit: so chi sono e la mia identit data dalla mia collocazione sociale don il prefisso che identifica lalta nobilt cavalleresca; salto sociale. Idea che poi la nobilt possa arrivare ad equiparare i dodici Pari della Francia. Ultimo e significativo cambiamento di nome del personaggio nel capitolo 74, che ci mostra la sua morte. Torna al suo paese natale malconcio, presto si ammala, resta a letto per 6 giorni, rinviene poi guarito e curato dalla sua demenza. Diventa ora Alonso Quijano el Buenosono stato pazzo e ora sono saggio. Incertezza dei nomi che coinvolge i protagonisti. Il Chisciotte in parte un work in progress; Cervantes improvvisa moltissimo soprattutto nella prima parte e probabilmente non aveva idea di come sviluppare unopera e contiene errori, sviste e parti incoerenti. Gli autori: Cervantes chiede al suo lettore di aprirsi alla novit. Nel prologo afferma di non essere il padre ma il patrigno dellopera. Capitolo I: il Chisciotte sembra derivare da una serie di tradizioni locali della Mancha. Capitolo II: ci sono degli autori non meglio definiti, c un annuale della Mancha e un richiamo alla voce narrante stessa. Ci vale per i primi otto capitoli. Poi dal 9 c uninnovazione: Cervantes non solo si inventa un personaggio folle che idealizza la realt, ma inventa pure un alter ego, Cide Hamete Benengeli, che diventer lunica voce
110

narrativa, e quella che verr definita il primer autor dellopera e Cervantes si pone come secondo autore dellopera. Per inventarsi un narratore si inventa tutta una sequenza. Ottavo capitolo termina con una battaglia, don Chisciotte ha dato di matto e si sta scontrando con un basco che sta avendo la meglio, con la spada alzata pronta ad ucciderlo. Cervantes dice allora che le fonti trovate arrivavano fino a l e quindi non poteva continuare. Dal capitolo 9 c linnovazione.

I primi otto capitoli costituiscono una narrazione in progres, e parlano di una sorta di tradizione orale che avrebbe narrato le storie di questo cavaliere, fa riferimento a documenti darchivio. La voce di Cervantes personaggio che non coincide con quello biografico diventa una sorta di detective. Capitoli che si interrompono sul pi bello: il narratore ci sta raccontando come si sta svolgendo una delle battaglie contro un cocchiere che parla basco e fa anche fatica a comprendere le parole di Don Chisciotte. La voce del Cervantes personaggio si interrompe e cade nella disperazione perch il racconto lo stava appassionando e preannuncia quelli che saranno gli sviluppi nel capitolo successivo. Cervantes diventa un personaggio vero e proprio creando un suo alter ego; come se fosse il primo romanzo che riflette su ci che il proprio genere, sulle modalit di narrazione e quale sia la responsabilit di un racconto e le implicazioni poetiche ed estetiche. Don Chisciotte dopo essersi costruito una corazza con bricolage, trova un elmo creandoci una visiera di cartapesta; le armi che trova sono dei suoi bisnonni, armi quattrocentesche, ormai malmesse. Cervantes ha in mente una cavalleria del passato mai esistita ma lo stesso aspetto del cavaliere ridicolo. Capitolo I, 2 In questo capitolo Don Chisciotte si allontana allalba e riflette tra se e s (non ancora accompagnato da Sancho che compare nella seconda edizione). Gi dallinizio Don Chisciotte si pensa come personaggio letterario, vive nel mondo reale ma si proietta in una ulteriore dimensione letteraria: dalla carne alla carta e di nuovo alla carne. Ha bisogno di un narratore, un sabio che uno dei nomi definiti per narrare i romanzi cavallereschi (spesso narrati da maghi, personaggi straniere provenienti da luoghi esotici), che narrer le sue vicende. Poco dopo abbiamo unapostrofe in cui si riferisce proprio al sabio, al narratore: sabio encantador idea di un narratore che sia pi che umano, che sia un mago e quindi sappia essere un narratore perfetto poich sa ci che un narratore umano non conosce e che rimanda ad un ambito fantastico / sabio coronista cronista ossia uno storico che narrava ci che era avvenuto come era avvenuto. Idea da una parte della magia e dallaltra di una affidabilit storica. Gli chiede anche di non dimenticarsi di Rocinante (il suo cavallo). Abbiamo poi la presentazione
111

dellesercizio del cavaliere errante, e in secondo luogo il lato lirico ed erotico: il consacrarsi ad ununica dama ed imporre la propria fama e il proprio potere. I vari deliri di Don Chisciotte riguardo Dulcinea rappresentano una pazzia consapevole, un qualcosa di talmente lucido che gli fa capire che ci non un pensiero reale, ma immaginario, un fantasma. Anacronismo del personaggio infetta anche il campo linguistico: habedes fecho, afincamiento, fermosura (hermosura), cuitas (pene amorose) sono parole arcaiche che in quellepoca non si usavano pi, che lo spagnolo ha scartato gi nel secolo precedente. Questo da una parte un elemento in pi del delirio del personaggio, ma anche un elemento parodico. Don Chisciotte evoca il narratore che si realizzer solo nel 8-9 capitolo el autor desta historia, el segundo autor desta obra che sarebbe quel Cervantes patrigno del Chisciotte che abbiamo gi trovato nel prologo della prima parte. Cita ancora la possibilit di trovare dei documenti in archivio: imaginacin trovata gi nel Licenciado Vidriera, che esce dai canoni accettabili, in quanto quando termina limmaginazione e la pazzia termina lopera. Capitolo 9: ho compreso che Chisciotte era un personaggio contemporaneo e non dispero nel trovare un documento che testimoni le vicende. Giunge allAlcal di Toledo, e un giorno nota che un ragazzino avvicinandosi ad una bottega, cerca di vendere una pila di carta usata. Questo io parla della propria incredibile bulimia e interesse per tutto ci che carta scritta; si avvicina e vede che la carta scritta in caratteri arabi che lui non pu decifrare. Chiama allora un morisco, un moro bilingue, e gli chiede di dirgli cosa si trovasse in quella pila di carta. Il moro getta unocchiata e scoppia a ridere citando la prima frase Dulcinea del Toboso. Capisce allora che qualcosa si riferisce a Don Chisciotte, convince larabo per farsi tradurre il manoscritto, e il moro completa fedelmente la traduzione senza aggiungere o togliere nulla (principio di poetica = completezza e ricchezza dei dettagli, e ideale di brevitas) . escrito por Cide Hamete Benengeli = mio signore, Benengeli nome storpiato di Cervantes, che richiama a melanzana in quanto cibo gradito dai mori. Manoscritto scritto da uno storico arabo, elemento parodico in quanto gli incipit di romanzo cavalleresco avevano provenienza esotica. [Cide Hamete finto autore moro creato da Cervantes per raccontare le avventure di Chisciotte novella che diventerebbe quindi una traduzione di un testo pi antico scritto in arabo]. Il Cervantes personaggio inizia allora a fare una serie di osservazioni riguardo al manoscritto: idea che quello che ci propone sar una storia vera, ossia nel lessico di Cervantes una storia verosimile, un qualcosa che non andasse contro lintelligenza del lettore di Cervantes (che non come quello dei romanzi cavallereschi che passivo e non sa pi distinguere realt e finzione). in questa storia troverete tutto ci che ci si pu aspettare dalla storia pi gradevole, e se invece qualcosa mancasse non sar colpa della storia ma
112

dellautore autore definito perro, cane. Autore che sar uno storico, che diventer lalter ego di Cervantes, e che nella seconda parte sar la fonte unica del racconto. Cervantes si crea un filtro che gli permette di svelare il racconto con una sorta di patto con il racconto: la verit del racconto sempre questionabile e il criterio ultimo deve essere quello di un lettore sagace e non pi passivo. Questo narratore inaffidabile per razza, per tradizione e per religione. Cervantes non contro lIslam, fu un grande relativista e il Chisciotte ne una prova. Non troviamo mai una categoria completamente colpevole, n una innocente; sa essere esplicito sia con i cristiani che con i musulmani. La creazione di Cide Hamete viene sviluppata con una serie di commenti nel corso della seconda parte del libro. Cide Hamete cambia aspetto; tutti i commenti saranno positivi, ci viene ricordato che uno storico preciso e scettico nellelaborare un racconto verosimile. Alcuni passi non risultano chiari, ci sono una serie di disguidi ed errori. Esempio II parte, capitolo 44: commento riguardo alla prima parte del romanzo, in particolare sulle novelle. Si spiega perch siano cos presente; ci gi stato criticato dai contemporanei. Abbiamo una sorta di difesa di Cervantes per bocca di Cide Hamete. Problemi: non pu esserci un traduttore allinterno del libro di Cide Hamete, forse una svista, o voluto in modo che il traduttore venga inglobato. Dulcinea fondamentale per capire la natura della follia di Don Chisciotte che inizia a guarire quando comincia a venir meno limmagine chimerica di Dulcinea allorizzonte; il venir meno di questo innamoramento letterario portano don Chisciotte allo stato melanconico, poi al disinganno, al superamento della follia e poi alla morte. Parte I, Capitolo I: lunica cosa che manca ora dopo essersi posto larmatura e aver battezzato se stesso, una donna da amare. Dulcinea del Toboso (piccola localit della Mancha= nome che suonava parodico in quanto non un luogo esotico) viene descritta come una ragazza di campagna. Successivamente nel capitolo 13, don Chisciotte incontra un viandante. Personaggi che incontra sono meno pazzi di lui, e lo identificano come personaggio di burla, e gli reggono il gioco in quanto condividono la stessa pazzia per la lettura di opere cavalleresche e parlano un linguaggio comune. Ci sono episodi in cui questo non avviene, non c comunicazione e o non si parlano o iniziano a menarsi. Questo viandante ne sa, e parlano sul fatto pi o meno indispensabile che un cavaliere errante abbia una dama: se un cavaliere errante non avrebbe avuto una dama favorita sarebbe stato un cavaliere non legittimo ma bastardo, che entrato nella cavalleria come un malfattore. Fatto che ha una motivazione esistenziale, e fa riferimento a luoghi comuni. Capito 25: dialogo con Sancho che quasi sempre un principio di realt nellopera: chi crea dei
113

personaggi chiamandoli Amarilis, Filis, Silvias, Dianas, Galateas, non li nominano cos perch ne sono innamorati veramente ma perch richiamo lamore cortese. Discussione sulle origini: nobilt per nascita o per virt. Concetto che sta alla base del Lazarillo de Tormes, e viene negato, mentre qui la nobilt per virt personale ricorre spesso; mi basti pensare che Aldonza Lorenzo bella e onesta; e del lignaggio, poco importa; non si vanno a informarsi per darle un incarico, e io mi metto in mente che la pi alta principessa del mondo. []. Tanto per la bellezza fisica che per la nobilt un prodotto della mia immaginazione. Perpetuarsi della follia uno sforzo di volont e quando verr piegato dalla volont esterna si spegner la figura del don Chisciotte. Formalmente quindi don Chisciotte ha una dama e il lato amoroso del romanzo potrebbe essere garantito da questa presenza. In realt non cos e ci pu spiegare la sovrabbondanza delle novelle della prima parte: abbiamo racconti pastorali, di avventura, abbiamo una novella boccaccesca, abbiamo svariate vicende secondarie che da un lato rompono la monotonia dellopera (il solo racconto delle vicende di don Chisciotte e Sancho sembrava avido, secondo Cervantes stesso) per di fatto con questi racconti riempie un buco enorme. Dulcinea un fantasma; non ci sono sentimenti veri, e con i racconti secondari Cervantes introduce invece quelli che sono i sentimenti umani. La grotta di Montesinos, parte II, capitolo 22: Don Chisciotte e Sancho, decidono di compiere unavventura allinterno di questa grotta dove si pensava vivesse Montesinos (personaggio dei romanzi cavallereschi). Si fa calare nella grotta da solo (unica vicenda in cui non accompagnato da nessuno); Sancho e un altro uomo lo aspettano allimboccatura della grotta. Successivamente viene tirato su, dopo che sembrava morto. Quello che segue sono una serie di racconti di ci che ha visto. Sono anche i capitoli in cui tradisce di pi la sua lucidit e ci Cervantes lo anticipa nella parte diegetica quando viene issato con la corda. Capitolo 24: commento meta letterario di Cide Hamete: tutte le avventure erano misurabili sperimentalmente e verosimili, mentre questa una tipica avventura cavalleresca e per questo inverosimile. improbabile per che in cos poco tempo si potesse inventare tutte quelle cose, e per questo viene riportata, senza affermare se sia vera o falsa. Quindi affida il giudizio al lettore dato moderno ma poco frequente nella narrativa dellepoca; il lettore non poteva aver la responsabilit della veridicit del racconto. Reale e apocrifo Seconda parte del romanzo vertebrata intorno a un fatto: Sancho convince Don Chisciotte che tre contadine che hanno incontrato siano Dulcinea con il suo
114

seguito. Sancho lo convince che un mago labbia tramutata in una contadina e Sancho giunge ad autopunirsi per liberarla. Personaggi arrivano fino a Barcellona, arrivando in un mondo che nemmeno potevano immaginare. Trovano categorie sociali molto pi diversificate. Seconda parte per deve tener conto di due fatti: personaggi erano due mentecatti che inventavano le proprie vicende basandosi su un immaginario letterario cavalleresco, mentre ora i personaggi diventano consapevoli di essere personaggi. Protagonisti vengono a sapere che esiste una cronaca delle loro azioni; le cose poi si complicano ma ci diventa evidente alla fine della seconda parte. A partire dal 59 capitolo entra il terzo incomodo, ossia la seconda parte apocrifa di Fernando Avellaneda, parte che viene introdotta nel romanzo ma per farla a pezzi, con una serie di commenti letterari, sul fatto di quanto sia scadente e sul fatto che lautore non abbia colto niente della prima parte. Capitolo 59: don Chisciotte e Sancho si trovano in una locanda e don Chisciotte sente il suo nome. Un personaggio allora pronuncia: Perch leggere queste assurdit se chi ha letto la prima parte ora non ne ricava nessun piacere? Avellaneda trasforma il Don Chisciotte nel cavaliere del disonore. Don Chisciotte a questo punto vuole difendere la sua caratteristica di personaggio letterario di invenzione letteraria. Linvenzione pi geniale arriva nel capitolo 72 in cui Cervantes fa incrociare Alvaro Tarfe con Chisciotte e Sancho, personaggio di Avelleneda che inserisce nel proprio. Il rapporto di realt e finzione in questo capitolo vacilla: non si capisce dove termini la finzione letteraria e dove cominci il mondo reale. Nel romanzo di Avellaneda don Chisciotte un pazzo furioso, socialmente pericolo e va trattato come un pazzo, che allepoca voleva dire essere messo in manicomio e cercare di esser guarito tramite frustate. Capitolo finale sulla morte del protagonista interpretato in modo divergente, il capitolo della definitiva riconciliazione di don Chisciotte con il reale.

TEATRO SEICENTESCO
Teatro la dimensione artistica pi rappresentativa del periodo barocco. Lintera societ si teatralizza: la vita delluomo una continua performance fino alla morte. La predicazione nel corso del seicento una performance parateatrale; sembrano dei manuali progettati per attori. C un travaso continuo tra quella che una dimensione teatrale circoscritta e quelle che sono le manifestazioni della vita umana seicentesca. A questo punto ci si arriva con un processo abbastanza lento dalla met del Cinquecento fino ad unaccelerazione nellultimo quarto del secolo. Cambia il rapporto tra drammaturgo e sistema teatrale. Fino allultimo quarto del 500 abbiamo una serie di opere teatrali,ma spesso il commediografo compone un po nel vuote, senza un riferimento preciso ad una struttura, ad un contenuto; il testo teatrale rischia di restare un esperimento poetico senza
115

lattaccamento alla rappresentazione resta pi letteratura che performance. Questo poi cambia: abbiamo centri di interesse; si professionalizza la vita teatrale. Si creano le prime compagnie regolari, gruppi stabili che devono garantire la propria presenza e quindi proporre e realizzare rappresentazioni. Lautore del 600 non il drammaturgo ma quello che compra il testo di partenza e poi a seconda delle proprie esigenze (teatro, pubblico ecc.) lo adatta. Lideatore dellopera perde cos ogni potere; questa una situazione largamente accettata, in quanto c interesse economico nel mantenere questa struttura. Nascono narratori professionisti, nascono compagnie professionali, e nascono luoghi specifici per rappresentare il teatro, cosa che non esisteva fino a met del 500. Prima le rappresentazioni erano estemporanee, avvenivano in occasioni particolari, non cera lidea che il teatro di corte potesse rappresentarsi nuovamente. Primo spazio specifico il teatro urbano e quello commerciale,rivolto ad un pubblico pagante; teatro serve a fare soldi, a mantenere in piedi strutture e compagnie e vivr di quello che il parere del pubblico. Nasce lo spazio del teatro urbano a pagamento con la struttura tipica del 600 spagnolo che il corral de comedia, o patio de comedia, o casa de comedia. Spazi che non nascono appositamente in spazi liberi, ma si ricicla una struttura urbana precedente. Si riutilizza la corte interna, uno spazio interno tra edifici precedenti, spazio libero e a cielo aperto, e si riutilizzano come basi quelle che sono le pareti degli spazi precedenti. Si strutturava per il pubblico lo spazio aperto del cortile, e le stanze che si aprivano nel cortile diventavano una sorta di palchi. Un telo a seconda della rappresentazione veniva steso e poi ritolto e serviva a coprire la parte presentata al pubblico per schermare la luce e creare un minimo di ombra, questo perch erano rappresentazioni diurne che si svolgevano nel pomeriggio con unilluminazione non artificiale. Normalmente si avevano uno o due corredores, praticabili nelle rappresentazioni con delle porte per lentrata dei personaggi. Abbiamo una parete a grate che delimita a sinistra e a destra il palcoscenico (struttura tipica del Corral de Almagro). Corral de Commedias: palcoscenico semplice, con assi di legno adattabili (si foravano per costruire botole per far apparire e sparire personaggi nelle rappresentazioni religiosi, personaggi come il demonio), sotto cera uno scantinato con spogliatoi, maschili e femminili, e sempre in questo spazio sotterraneo vi erano i musicisti e gli addetti agli effetti speciali, soprattutto sonori. Non sempre le caratteristi di Almagro si possono estendere agli altri corrales: non abbiamo un palcoscenico chiuso sui lati, ma era accessibile a sinistra e destra, dove vi erano dei palchetti, con panche per un pubblico altamente selezionato. Rispetto ad Almagro che aveva solo due livelli, vi erano strutture pi complesse, con parti di legno che circondavano la scena; vi sono dei pilastri che individuano 9
116

quadri principali per la scena in modo abbastanza codificato. Porte laterali rispetto ad Almagro che sono di fronte. Abbiamo due corredores; uno alto e uno basso, dove gli attori entravano in scena e rappresentavano e poi uno spazio superiore chiamato desvn de los tornos (soffitta degli arcani) spazio in cui venivano collocati tutti gli effetti speciali per la rappresentazione; questa facciata abbastanza spoglia, dobbiamo per immaginare tende dipinte, come piccoli sipari, che potevano occultarle. Tende spesso dipinte che rimediavano ai problemi di scenografia e prospettiva ( ad esempio con una tenda marina si dava unimmagine di profondit che il teatro di questo tipo non poteva garantire). Parte preesistente del corral adattata con grande senso commerciale alle esigenze diverse del pubblico. A teatro nel 600 vanno tutti, eccetto rappresentazioni dedicate ad un pubblico dalta corte, ma solitamente una dimensione per tutta la popolazione. Nel patio sono previsti dei posti a sedere nella parte pi avanzata del cortile su palchi o sgabelli, mentre i posti posteriori sono destinati al pubblico che resta in piedi. Il pubblico che paga meno sono i mosqueteros, una sorta di tifosi, ed erano la parte pi temuta in quanto se non gli piaceva la rappresentazione facevano in modo di interromperla. Pubblico seicentesco fortemente coinvolto ma anche critico; si fa tutto il possibile per non annoiarlo. Cera poi la parte separata riservata alle donne. Pubblico maschile e femminile entrava anche da porte diverse, si fa tutto il possibile affinch non si mischiassero. C poi una parte chiamata cazuela, piena di donne sedute, cera un addetto che pigiava le donne con gonne amplissime per farcene stare pi possibile. Cerano poi gli spazi dedicati ai nobili, ai sovrani, e agli intellettuali. Ambienti chiamati aposentos che potevano avere una galleria che fa da balcone, oppure potevano essere finestre; i nobili gli affittavano per godersi la rappresentazione, senza mischiarsi con il popolino, e anche per motivi di privacy per non essere spiati. Cera poi uno spazio sopra la cazuela, abbastanza ristretto che veniva chiamato tartulia, ed era lo spazio per autorit cittadine e esperti del teatro. Due implicazioni: 1. cosa scrivono i drammaturghi quando decidono di comporre: teatro in versi, alcune opere comiche in prosa. Teatro lirico. Il primo riferimento per capire il teatro barocco appunto quello della poesia, non della prosa. un teatro colto che deve giocare su livelli diversi, raffinato ma critico. Si costruivano opere che fossero accessibili da tutti, tutti ne capivano la trama e lo svolgimento,e allo stesso tempo cera poi un livello di fruizione molto pi

117

colto che doveva accontentare i gusti degli intellettuali, della nobilt e anche dello stesso monarca. 2. Tutti andavano a teatro e il teatro diventava cos, se non uno specchio della societ, a livello sociale e storico, uno specchio ideologico: era un potentissimo strumento di propaganda. Nel 600 larte di massa per eccellenza, il discorso ideologico ricostruibile dalle opere barocche fondamentale. condizionato dal concilio di Trento, si fa produttore di una certa immagine del cattolicesimo. Dal punto di vista sociale un teatro che in qualche modo appoggia il legame tra alta nobilt e monarchia, non un teatro borghese, democratico. un teatro che trasmette una ideologia gerarchica. un teatro che si fa promotore di determinati valori. C chi sostiene che il teatro barocco sia un semplice riflesso di questa ideologia di propaganda, e che altre opere riflettano lideologia cattolica e gerarchica. Ci sono per anche elementi di critica, in quanto non era un teatro rivoluzionario, ma che contiene spunti di critica politica. Come si svolgeva una festa teatrale tipica: si parla di festa teatrale in quanto il teatro era una serie di performance complessa, che implicava ore a livello di tempo e coinvolgeva livelli di spettacolo diverso. Schema della festa teatrale tipica:

Loa (lode) breve testo in cui si presenta un attore sul palcoscenico e


esponeva una lode per guadagnarsi il favore del pubblico e che introduceva il primo atto del dramma. Teatro seicentesco ha 3 atti, chiamati jornadas, allincirca mille versi per atto. I jornada del dramma Entrems o sainete pausa tra primo atto e secondo dove si svolge una scena comica. II jornada Baile ballo rappresentato III jornada Mojiganga farsa carnevalesca, mascherata con musica e ballo e poi cera il

fin de fiesta, con cui si concludeva lintera giornata.


Dramma che in genere durava 3 ore circa. Unopera teatrale durava allincirca due giorni poi veniva sostituita da un'altra, e ci spiega le quantit mostruose di produzione. Le ultime stime parlano di un numero globale tra le 7 mila e le 10 mila opere. Lope de Vega dice di essere stato autore di 1800 opere, a noi ne sono giunte 350 sue e un centinaio su cui ci sono dei dubbi. Scrive queste opere e nel frattempo poesie e novelle. Scrivere teatro era per il modo maggiore per guadagnare. Cerano
118

anche forme di collaborazione per produrre opere pi velocemente (di solito in 3 e ognuno scriveva un atto). Il capocomico diventava il padrone assoluto del testo che gli veniva consegnato e il testo diventava negoziabile allinterno della compagnia. I passaggi molto lunghi,i monologhi e i racconti in versi, se venivano visti come tempo morto dal punto di vista teatrale o se lattore non era disposti ad impararsi tutto quel numero di versi, la parte veniva tagliata. Il testo doveva funzionare sul palcoscenico. Il testo restava in possesso della compagnia per un certo periodo, e poi poteva essere venduto ad unaltra compagnia e poi riadattato. Refundiciones: alcune parti del testo venivano prese cos comerano mentre le altre venivano rimaneggiate e rimesse allinterno del circuito teatrale. Unopera teatrale concluso il suo circolo poteva essere venduta ad un tipografo che ne realizzava una versione a stampa. Il drammaturgo non aveva poi nessun controllo quando lopera andava a stampa. Non esisteva il concetto di copyright. In questo modo escono edizioni pi o meno piratesche, alcuni capolavori del teatro spagnolo ci arrivano con traduzioni insensate. Il drammaturgo non aveva nessun ricavo dalla produzione delle proprie opere. Il mercato editoriale era caotico in quanto funzionava con meccanismi diversi anche a seconda del paese. Spesso ci che ci perviene come testo teatrale seicentesco spesso incorpora varianti che non sono dellautore. Poetica drammatica del barocco che conta di un trattato fondamentale: testo che larte nueva de hacer comedias di La Vega, drammaturgo che vive di teatro. un manuale in versi. una sorta di apologia di un teatro di cui lui stesso non era particolarmente convinto fino in fondo. Lope de Vega lo pubblica nel 1609 quando ormai il suo teatro ha trionfato su qualsiasi modello precedente e lo pubblica come rivendicazione della propria poetica. Teatro dellesperienza che nasce per la rappresentazione e per accontentare un pubblico. Opera che si presenta come una riflessione di quello che era il teatro dellepoca, per in termini comici. Fa vedere che conosce tutto quello che c da conoscere sul teatro antico, ma che ci che dice non gli interessa. Un teatro fatto sulle opere classiche non piace secondo lui al pubblico, e quindi secondo lui bisogna parlargli in modo scemo per dargli piacere. Ci fondamentale per capire qualsiasi opera seicentesca. Ci sono una serie di caratteristiche che non vengono mai meno: presenza della comicit, di un personaggio comico specializzato. Natura barocca non pi armonia, limitazione non va pi a senso unico, non segue regole ma riproduce la variet del reale. Teatro barocco non n tragico n comico. La vita sogno potrebbe identificarsi come tragedia; personaggi sono quasi tutti figure dellalto nobilt e per questo dovrebbe essere una tragedia, ma anche una commedia in quanto abbiamo lintervento dei servi e di questa figura comica che usa un linguaggio comico per quanto raffinato e
119

complesso. La commedia barocca non pensa di concludersi in 24ore abbiamo salti di anni. Ci sono cambiamenti di luogo unit di luogo aristotelica non rispettata. Manca anche lunit dazione, abbiamo una vicenda principale e una secondaria che coinvolge i personaggi minori del dramma, che ha un contenuto pi leggero e meno complesso e che spesso di contenuto amoroso, per venire incontro ad una delle richiesti principali del pubblico dellepoca.

Lope de la Vega
Pagina 137: Arte nuevo de hacer comedias en este tiempo discussione teorica dalle tonalit umoristiche su quello che significa fare teatro; da una serie di consigli e principi di massima che possiamo ritrovare in drammi successivi come La vida es sueo. Nasce teoricamente come testo rivolto ad una fantomatica accademia madrilena; non chiaro se questa accademia fosse realmente esistita o se fosse solo un pretesto di Lope. che vi scriva unarte di comporre commedie che per si basi sullo stile del volgo (vulgo= termine importante in quanto dispettivo che viene usato impropriamente. Per Lope il suo vulgo non rozzo un pubblico nuovo, ampio e non elitario). sarebbe molto pi facile per ciascuno di voi, membri di questa commedia, scrivere ci che mi avete commissionato perch voi di commedie ne avete composte di meno, io invece ne ho composte, senza seguire alcun tipo di precetto. Ci viene raccontato che allet di 10 anni si fosse letto tutti i trattati teatrali. V. 22 gi prima di lui cerano stati dei barbari che avevano corrotto il teatro e istruirono il volgo nella sua stessa rozzezza. Ora chi prova a scrivere seguendo i precetti classici, muore senza fama e senza ricompensa. Perch tra chi privo del lume di ragione, pi della ragione e della forza pu labitudine. vero anche io a volte ho provato a scrivere commedie secondo le regole aristoteliche ma poi quando vedo uscire i mostri pieni di apparenza (mostri sono i drammi contemporanei, con effetti speciali e scenografici). chiudo i precetti classici a sei mandate, caccio Terenzio e Plauto dal mio studio perch non mi gridino contro e quelli che cercano il volgare applauso. E dato che alla fine il volgo a pagare le commedie giusto assecondarlo e abbassarsi al suo livello. Nei passi successivi riprende la distinzione tra commedia e tragedia. V. 58: la commedia ha azioni umili e plebee mentre la tragedia rappresenta azioni reali e alte e pensate se nelle nostre non ci sono pochi difetti. Poi v. 128: parte in cui Lope espone quello che tutti gli intellettuali dellepoca sapevano a menadito, ossia le conoscenze. V. 147: Giacch ormai inevitabile che il volgo con le sue leggi, fondi, la vile ( in quanto rivolto al volgo) chimera (animale mitologico ibrido, composto di vari parte, coda di serpente, testa di leone ecc... teatro composto di pi parti che per dovevano restare separate) di questo mostro comico, io devo obbedire a chi pu darmi ordini e darmi unidea di massima di come io le vorrei. si cerchi un argomento e non si stia pi a vedere se sia di tragedia o
120

commedia ( in quanto verranno mescolate) v. 171: i dotti tacciano perch i tempi sono cambiati, mischiando tragico comico e Terenzio (commedia) con Seneca (tragedia) e se ne risulti un altro minotauro, i commediografi renderanno grave una parte e laltra ridicola, perch questa parte piace molto, e un esempio ce lo fa la natura che per questa variet bella. Qui si parla della conservazione dellunica unit aristotelica che quella di azione. Lope consiglia di cercare di evitare di mettere troppa carne al fuoco, ma di creare episodi secondari che siano coerenti. Precetti seguiti fino a un certo punto in quanto abbiamo trame secondarie in cui il rapporto con quella principale labile. non ci interessa lunit di tempo (in quanto gi si mischiato tragedia e commedia) la dilatazione temporale tra un atto e laltro o anche allinterno dello stesso enorme, possono trascorrere anche anni (principalmente nelle commedie storiche). Lope vuole tenere presente il pubblico, pubblico che non sono gli intellettuali ma i mosqueteros, che possono fargli smontare il dramma. la collera di uno spagnolo seduto che non si placa se in due ore non gli rappresentano dalla genesi fino al giudizio finale ( se la storia non ricca di materia narrativa). V. 211: allinterno dei tre atti meglio osservare lunit del giorno solare. V. 231: la storia deve iniziare a svilupparsi gi dal principio del dramma, ci deve essere un intreccio, poi si rallenter il ritmo; quello che importante non arrivare alla soluzione fino alla fine della scena. Perch se il pubblico arriva a capire come finisce se ne va, perch non c niente di peggio che sapere come la storia vada a finire. V. 240: il palcoscenico deve essere sempre pieno da un punto di vista drammatico, ci deve essere uno che mantiene viva la tensione. V. 246: criterio del decoro scenico nelluso dei dialoghi: nel dialogo normale non si usino pensieri elevati n concetti perch si limita la pratica, quando invece il passo lo richiede perch il personaggio da consigli o persuade, allora li vanno messe massime e concetti si tratta quindi di imitare i diversi registri del discorso. V. 264: quando si limita il linguaggio corrente non lo si carichi di riferimenti eruditi. V.274: la differenza fondamentale tra i vari momenti del dramma: se di dialogo standard non deve essere greve; dialoghi scritti in modo che tutto il personaggio si trasformi e trasformi cos lo spettatore (oyente = chi vede e guarda); si faccia delle domande e delle risposte (monologo che serve a coinvolgere il pubblico). V. 280: le dame non vengano meno al loro nome, e se dovessero cambiare dabito (travestimento) questo avvenga in modo accettabile, perch il travestimento maschile suole essere molto gradito al pubblico questione profana: uomini portavano pantaloni attillati e diventa quindi lunico momento del dramma in cui la donna pu mostrare il suo corpo. il lacch (servo) non parli con un linguaggio troppo elevato. V. 294: riferimento ai tempi e alle reazioni tra scena e pubblico le scene si concludano con massime o battute di spirito, con versi eleganti in modo che alluscita e allentrata della scena (termini inversi nel teatro: salir = uscire in scena quindi entrare / entrar = uscire) lo
121

faccia in modo coinvolgente si distribuisca lo sviluppo narrativo della commedia in modo che fino alla met del terzo atto nessuno comprenda dove vada a parare il tema del dramma. Indicazioni di massima per la metrica le decime vanno bene per i lamenti, i sonetti per gli stati dattesa, i racconti lunghi e le parte narrative richiedono i romance ecc... v. 323: questione della difficolt linguistica del teatro barocco. le figure retoriche piacciono al volgo perch quando le comprende pensa di averle comprese solo lui. Ultimi tre versi: cerca di essere uno spettatore attento e non metterti a disputare dei precetti, perch la commedia fatta in modo che assistendo ad essa si possa comprendere tutto non ci sarebbe bisogno di dibattere su quello che sia la commedia, in quando si tratta di un canone. Arte nuevo de hacer comedias In questopera Lope cerca di difendere un teatro basato nel gusto dellepoca e di interpretare i gusti, i sentimenti, e i valori del pubblico. Si pu strutturare in 3 parti: 1. Vv. 1- 146: specie di prologo dove Lope oltre a giustificare la sua opera, realizza processi retorici classici come la captatio benevolentiae e la sua dimostrazione di erudizione. 2. Vv. 147- 261: costituisce la parte dottrinale. Composizione del dramma: concetto di tragicommedia (fusione di commedia e tragedia), tre unit reinterpretate e divisione della trama in 3 parti Linguaggio: problema del decoro, linguaggio devessere diverso a seconda delle situazioni e degli interlocutori Caratteristiche: tema dellonore, durata dellopera, uso della satira 3. Vv. 362-389: epilogo.

Calderon de la Barca, LA VITA SOGNO


Caldern si forma presso i Gesuiti e ci gli da una formazione teologica elevata e ci marca alcune scelte retoriche. Ha un rapporto pessimo con il padre che alla morte della madre manda i fratelli in parti diverse caratteristica usata per spiegare il dramma La vita sogno, e anche i casi di giovani ribelli, in conflitto con il padre e che lottano per evolversi socialmente. Caldern debutta negli anni 20 del 600 con lopera Amor, Onor y Poder. Muore a 81 e segue vari fasi: in alcuni periodi diventa un commediografo ufficiale: responsabile ufficiale del Corpus Domini a Madrid. Caldern diventa il commediografo preferito per il teatro di corte che si sviluppa dopo i comediales; diverse corti spagnole si dotano di strutture teatrali autonome: teatri aperti con illuminazione artificiale, che prevedeva uno scenario molto pi complesso, con un sipario e elementi architettonici che dessero una cornice al palcoscenico, un
122

teatro pi ricco per i macchinari disponibili. Caldern si specializza in quello che il teatro mitologico, per molto tempo trascurato dalla critica perch rappresentava storie fantastiche e idilliache e si pensava fosse un teatro frivolo e di evasione. Analizzando le sue opere invece ci si rende conto di quanto sia pi serio, in quanto presenta casi di conflitto tra la natura umana (che non una natura buona uomo nasce macchiata dal peccato originale e se abbandonato a se stesso da spazio ai suoi principi peggiori) alla nascita e quello che la cultura in termini generali, come segno di civilt. Per Caldern ci implica la dimensione trascendente. Parallelamente al teatro religioso e di corte Caldern ha una produzione abbondante per il teatro commerciale. La vida es sueo Incipit: Rosaura stata disarcionata dal cavallo e si presenta al pubblico con un monologo; ci mostra subito la differenza tra il teatro barocco e quello naturalistico ( primo punto di frattura, in quanto quelli del 700 lo vedono come qualcosa di impossibile, in quanto nessuno in 22 versi si lamenterebbe in endecasillabi e settenari). Commediografo che qui non vuole dare un senso della realt ma portare il pubblico in una dimensione al di fuori. Allinizio quindi abbiamo o un brano di particolare effetto retorico e un effetto speciale. Il monologo di Rosaura una sorta di apertura dellintero dramma, e contiene tensioni e simboli che si ritrovano dopo. Ippogrifo: cavallo non viene chiamato con il suo vero nome, ma rimanda a una realt simbolica, animale ibrido, composto: uninvenzione di Ariosto, cavallo, aquila e leone insieme. violento in quanto ha disarcionato il suo cavaliere e perch richiama tutto ci che va contro natura. Fetonte: il figlio del sole; si avvicina troppo alla terra con il carro, la terra inizia ad incenerirsi e interviene Giove che lo scaglia nel fiume. Polonia che lo scenario del dramma una Polonia fantastica, immaginaria. A un certo punto ci viene detto che nella corte di Polonia un personaggio piomba in mare e annega. In questo primo monologo Rosaura evoca quello che sar il secondo momento principale dellincipit e quello che sar una sorta di parallelo nel dramma. Sale Clarn momento comico. uno scudiero nella prima parte del dramma, un servo accompagnatore di Rosaura e rappresenta un prototipo del comico seicentesco e unanomalia. Prototipo in quanto un personaggio vuoto, comico, fa tutto quello che fa un gracioso tipico della commedia barocca, fa di tutto per lusingare i personaggi, interessato al proprio interesse personale. Clarn per alla fine del dramma con un elemento notevole, diventa un personaggio tragico. Elemento anomalo nella Vita sogno che il personaggio comico alla fine muore.

123

Morte non concepibile nelle commedie perch di solito riservata ai personaggi tragici. v. 50: momento del crepuscolo (medrosa luz que aun tiene el da): comincia a sfumare anche la certezza delluomo sulla terra, si entra in uno stato di caos e di paura. Rosaura e Clarn individuano una torre in cui prigioniero il personaggio principale del dramma e viene cos introdotto nella scena. Rosaura ci deve dire che il crepuscolo in quanto nel caso di una rappresentazione di corral tutto avviene durante il giorno. Torre che sembra una roccia che sia rotolata ai piedi della cima di questo monte: immagine di caduta e umiliazione di un orgoglio smisurato. V. 78: inizia il lamento di Segismundo, pubblico che vede un uomo imprigionato, al buio, illuminato solo da un lumicino (mito della caverna platonica: personaggio cieco e immobile in una caverna che ha solo un lumicino a fargli luce) lume della ragione. Anche il vestito da uomo selvaggio (traje de fiera) un elemento teatrale abbastanza frequente. Segismundo si presenta come un personaggio tormentato in quanto in una condizione di prigionia e non si sa perch sia in quello stato. A Rosaura mancava lonore (in quanto sedotta e poi abbandonata) mentre ci che manca a Segismundo la libert, qualit che gli stata negata dalla nascita. un uomo fiera. Il discorso Rosaura strutturato in termini cosmologici; ci mostra una natura in uno stato di caos, personaggio che involontariamente sta facendo un autoritratto di se stesso. V. 143: nasce il pesce, elemento dellacqua,viene ripreso nella decade successiva nasce il ruscello. Abbiamo visto in sequenza, laria, la terra e lacqua. Manca il fuoco che corrisponde alla natura stessa del protagonista. un personaggio titanico che immediatamente manifesta una violenza e allo stesso tempo una nobilt danimo smisurata. un personaggio che piacer notevolmente ai romantici, dare per una interpretazione come una sorta di prototipo di eroe romantico un errore di prospettiva. associato al fuoco, che nel momento iniziale una forza distruttiva. Elemento fuoco tradizionalmente associato al sole, alla natura monarchica. Sigismondo si vede scoperto e in quanto natura superiore, monarchica non pu accettare che le sue debolezze vengano percepite da altri; ha una reazione aggressiva nei confronti di Rosaura (travestita da uomo), inizialmente la vorrebbe uccidere, ma vinto da quella che lestrema bellezza del personaggio stesso. Bellezza che inizia a mutarne il carattere profondamente. Per la logica poetica non c nulla di ambiguo, nel fatto che un personaggio venga colpito dalla bellezza di un personaggio maschile; non c ambiguit in quanto il background non ha fini sessuali ma platonici, bellezza come bene supremo, che nobilita lanimo e lo porta a spingersi oltre i limiti terreni. A questo punto abbiamo lintervento di un nuovo personaggio: irrompe in scena Clotaldo, braccio destro del re di Polonia, che fa arrestare Rosaura e Clarn in quanto si sono ritrovate in un luogo che doveva essere inaccessibile a chiunque. Chiunque avesse conosciuto il segreto di quel prigioniero
124

doveva essere condannato a morte. La scena si sposta cosi dal monte al palazzo che in termini simbolici sono i due spazi principali dove si svolgono le vicende. lo que hay de ombre a fieras/ hay desde un monte a palacio la differenza tra uomo e bestia quella che passa tra un monte e un palazzo. Palazzo simbolo della politica e della religione, mentre il monte la contro parte totale, lo spazio delle passione incontrollate, della natura nel suo stato pi imperfetto (stato di natura visto in passato come stato di peccato). Primo atto che prosegue a palazzo e abbiamo svelato il retroterra della storia di Sigismondo. Interviene il padre, il monarca della Polonia, re che si auto presenta con un lungo monologo, e si presenta come re sapiente, scienziato, e versato nellarte dellastrologia, che il punto di partenza della vita sogno. ancora considerata una scienza, e gli uomini credono che la disposizione dei pianeti influisca sulle vicende umane. Basidio ci racconta quella che stata la nascita e la sorte di Sigismondo. suo figlio e una serie di presagi nefasti hanno accompagnato la sua nascita: molti segni coincidono con quelli che hanno accompagnato la morte di Cristo, sogni di Clorilene, la moglie, avevano predetto che il figlio le avrebbe lacerato il ventre portandola alla morte donna che poi muore realmente di parto, e allo stesso tempo il marito legge nelle stelle che questo figlio sar un sovrano ingiusto, tirannico, che porter solo disgrazie al regno di Polonia, con guerre civili, e che usurper il regno. Leggendo questi segni, Basilio dichiara al regno che il figlio morto al momento della nascita e lo fa rinchiudere in questa torre, nascosta a tutti, per salvaguardare le sorti del regno. Lo fa rinchiudere con un ripensamento successivo: Basilio offre gi la soluzione al suo errore privando il figlio della libert e del libero arbitrio compie un offesa contro lo stesso ordine della natura, contro il volere di Dio. Decide allora di liberare il figlio compiuta la maggiore et per realizzare una sorta di esperimento: lo far addormentare con narcotici potenti, lo far trasportare a palazzo (secondo atto), si risveglier e gli verr rivelata la sua vera origine acclamandolo principe, gli verranno illustrati i suoi diritti e doveri e si osserver il suo comportamento. Se si riveler un personaggio saggio succeder al padre stesso, mentre se si riveler un mostro, verr di nuovo narcotizzato e riportato in prigione. Basilio stesso dichiara che gli astri indirizzano larbitrio delluomo ma non arrivano a forzarlo fino in fondo: luomo orientato dal suo destino, ma un essere razionale che pu affermare il suo libero arbitrio. Luomo saggio sa imporsi sul movimento degli astri. Se dovesse rivelarsi un mostro il potere passera allora ai due nipoti: Astolfo, duca di Moscovia, personaggio che precedentemente ha sedotto e abbandonato Rosaura; ed Estrella. Viene fuori poi che Clotaldo il padre di Rosaura in quanto aveva lasciato una spada alla madre dopo averla abbandonata. Riconosce che il personaggio una donna e soprattutto e sua figlia e decider di proteggerla e appoggiare le sue richieste nei confronti di Astolfo.

125

Secondo atto si apre con larrivo di Sigismondo a palazzo; narcotico datogli che ci fa capire che Sigismondo non in pieno possesso delle sue facolt per tutto il secondo atto, e questo in quanto sembra realizzare tutte le profezie. Aggredisce Clotaldo in quanto non riconosce la sua figura di monarca; si rivela irrazionale coi personaggi femminili che si ritrova in scena, e minaccia il padre di calpestare i suoi capelli bianchi e di usurpare il regno. Si decide di narcotizzarlo e portarlo di nuovo nella torre. Al risveglio avevano deciso di fargli credere che tutto quello che aveva vissuto prima fosse un sogno esperienza che da anche il titolo allopera e poi inoltre perch una volta che un nobile apprende della propria natura ed inizia ad esercitare il legittimo potere, una volta privato di esso andrebbe incontro alla disperazione (cio spinto a suicidarsi). Secondo atto che termina con il risveglio del personaggio della cella. Terzo atto inizia con un nuovo monologo di Sigismondo (v.1097). Basilio osserva la scena di nascosto, Sigismondo di nuovo assistito da Clotaldo. Despetar: verbo chiave che ci fa dare varie interpretazioni a tutto il dramma. Per Sigismondo viene meno qualsiasi criterio per distinguere tra realt vissuta e sogno: racconta della sua esperienza a palazzo. Passo compatibile con una filosofia neoplatonica che individuava nel permanere del sentimento amoroso, lunico discrimine tra realt e sogno inizia a manifestare il suo sentimento di amore per Rosaura. Termini fondamentali della polemica teologica che sono alla base dellopera: astrologia, non per unopera per far polemica contro di essa, quanto contro la principale forza di opposizione al cristianesimo. Polemica che sta alla base anti-protestante. Vengono rivendicate nellopera il libero arbitrio: uomo nasce sotto il peccato originale ma pu migliorare la sua vita, e poi il rapporto con le opere. Protestantesimo che negava il libero arbitrio in quanto nato sotto il peccato originale, quindi servo del male (servo arbitrio). Questione della predestinazione: uomo pu concorrere alla salvezza o nasce predestinato? Secondo le chiese riformate nasce predestinato. Si nasce predestinati, luomo non pu conoscere quale sia il destino da Dio postulato, e se luomo con le buone azioni pu salvarsi, ci limita lonnipotenza di Dio. Dramma calderoniano unopera scritta in polemica contro i fantasmi del cattolicesimo. Caldern aveva gi dedicato un intero dramma allo scisma della chiesa inglese. Secondo la sua teoria, luomo nasce libero, le buone opere non si perdono anche se la vita terrena precaria e concorrono poi a quella che la salvezza. Alla fine la natura di nobile di Sigismondo prevale e decide di lanciarsi in una nuova impresa ma con una saggezza diversa. Nel secondo atto aveva esercitato il suo potere in modo crudele mentre nel terzo atto lo mostra con una progressiva saggezza avuta attraverso il disinganno. Si lancia in una battaglia decisiva. La saggezza che conquista Sigismondo peculiare, riservata a un uomo particolare, superiore, che si proietta nellambito sociale e che gli insegner come esercitare il potere nel mondo. (introduzione pag 12-13) Recupera la fama terrena che rende eterno luomo.
126

La vita sogno cita un passo: Ebbene io vi dico: procuratevi amici(sintagma di ganar amigos), con la disonesta ricchezza (ricchezza terrena che spinge al peccato), perch, quandessa verr a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne(ricollegabile a per quando ci risveglieremo. Vangelo di Luca 16, 9 parabola dellamministratore disonesto/scaltro. Interpretazione dellintero dramma diventa monodirezionale, ossia volto alla trascendenza. Nel corso del terzo atto Sigismondo si trasforma nel perfetto politico attraverso il disinganno e lesperienza onirica che gli fa perdere il baricentro della realt. Anche il terzo atto simbolico: parte con delle scene sul monte, scoppia la guerra civile, la scena passa a palazzo. Spazi che non erano opposti ma che potevano scambiarsi valori reciprocamente. Palazzo ormai luogo di ipocrisie di un esercizio scorretto e patologico del potere e abbiamo iniziato a capire che la prigione di Sigismondo che appariva come un sepolcro lo spazio in cui nasce lembrione di un potere nuovo, che sar un potere giusto e che porter pace nel regno. Abbiamo il terzo spazio dellultimo atto che uno spazio neutro, ancora ambientato nella montagna ma che quello del campo aperto. Bando di Sigismondo ha la meglio e pu esercitare il suo potere, ma fino alla fine sembra che le profezie stiano per compiersi in quanto si ritrova in campo con il padre. I suoi comportamenti per ci fanno capire che migliorato. Sigismondo che prima veniva definito come vulcano ora il sole di Polonia, emblema della monarchia. Sigismondo perdona il padre, si inginocchia al suo cospetto e chiede perdono per le sue azioni ( vittima di uningiustizia dalla nascita ed privato dalla libert, quindi secondo il lettore moderno non avrebbe niente di che scusarsi scusa spiegata in quanto si era messo a capo del popolo e si fosse rivoltato al potere monarchico nonostante fosse ingiusto). Sigismondo ha manifestato al pubblico di essere innamorato di Rosaura e sceglie di recuperare lonore perduto di Rosaura, ossia imponendo ad Astolfo il matrimonio con la ragazza mentre lui sposer Estrella, donna che non ama, sposata per garantire il potere monarchico. Conclusione lontana da un titano romantico. Verbo che Sigismondo utilizza alla fine del secondo atto: lauto repressione il valore fondamentale e non il libero arbitrio, in quanto la saggezza passa nel sacrificio per una volont superiore. Sigismondo confina il soldato che lo aveva liberato nello stesso luogo dove lui aveva vissuto. Opera che si chiude con una frase macchiavellica. Soldato ribelle colpevole in quanto a un precedente potere costituito e la sua punizione in quanto membro di volgo quella di finire nel posto in cui lui viveva come uomo-fiera. Clarin viene fatto morire in scena (caso anomalo), in una sequenza meta teatrale e filosofica. Clarin non aveva preso parte alla guerra civile ma la seguiva di nascosto. Basilio e Clotaldo hanno seguito entrambi la vita dallesterno e Clarin in questo modo pensa di aver trovato una soluzione al suo destino, mentre lha trovata per la sua morte. Clarin viene colpito da un proiettile e piomba in scena agonizzante. Morte anomala nella quale si riassume il senso del
127

dramma e limmagine che ha Caldern della vita stessa. Altra sua opera in cui viene presentato Dio come drammaturgo, Dio il creatore e chi scrive quella che lesistenza dellessere umano. Luomo per garantirsi la salvezza e la vita eterna deve incarnare, impersonare fino in fondo quello che il destino gli ha assegnato. La chiave per garantirsi la vita eterna da una parte il valore delle opere e dallaltra la consapevolezza di stare interpretando un ruolo, e lo slancio etico che serve per interpretarlo senza collocarsi al lato del dramma.

128

Potrebbero piacerti anche