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Nonostante ci siano studiosi che sostengano che si possano considerare filologi germanici
Tacito (con La Germania), Carlo Magno (grazie al suo biografo Eginardo), Saxo
Grammaticus (1200~ primi nove libri Gesta Danorum), Snorri Sturluson (Edda in prosa o
Edda di Snorri e Heimskringla)
non possiamo far altro che considerarli come dei precursori. La disciplina, come scienza,
denominata Filologia Germanica sarebbe nata solo successivamente con l'introduzione del
Metodo Comparativo nella linguistica, e con la Recensio nella critica testuale.
Possiamo parlare propriamente di Filologia Germanica solo a partire dagli inizi del 1800 in
epoca romantica. I padri della disciplina furono:
Karl Lachmann con la metodologia di analisi e ricostruzione storica dei testi antichi, che
coincise per tempistiche con l'uscita della Grammatica Comparata di Schlegel (1808). Con il
confronto sistematico dei sistemi fonologici, morfologici e lessicali di lingue diverse, si
evidenziarono i punti di contatto tra le lingue, si formulò il concetto di Parentela
Linguistica, e si ricostruì la lingua madre originaria: L'Indoeuropeo (dal quale nacque il
Protogermanico ed in seguito il Germanico Comune).
Inizialmente le lingue germaniche vengono studiate dagli Indoeuropeisti come uno dei rami
del grande tronco indoeuropeo, così come la Teoria Dell'Albero Genalogico di Schleicher
suggerisce. Teoria ad oggi superata da un modello di diffusione delle evoluzioni linguistiche
detto "Teoria delle Onde" di Schmidt.
Bopp e Rask pubblicano pressochè contemporaneamente le loro grammatiche comparate
intorno al 1814/1816. Il Rask con uno studio sistematico della lingua riesce ad individuare i
mutamenti fonetici tipici delle lingue germaniche, che verranno designate "Mutazioni
Consonantiche".
Con i fratelli Grimm (prima Jacob e poi Wilhelm) abbiamo la prima esposizione scientifica
dei fenomeni linguistici comuni a tutte le tradizioni germaniche. L'opera chiamata
"Deutsche Grammatik" (1819-1820) espone le geniali scoperte di Bopp e Rask e provvede
un volume dedicato alla fonetica dove troviamo esposti principi fondamentali come la
"Legge di Grimm". A J.Grimm dobbiamo anche un'estensivo studio sulla Mitologia
Germanica (1835), ed al lavoro congiunto dei due fratelli dobbiamo la pubblicazione del
Dizionario Tedesco in 16 Volumi (una delle più grandi opere grammaticali della storia, dal
1854 al completamento postumo tramite collaboratori nel 1960).
Con i nomi Grimm e Rask possiamo indicare la nascita dell'aspetto moderno della Filologia
Germanica come disciplina regolata da metodologie scientifiche.
La seconda metà del 1800 è dominata dall'opera linguistica dei Neogrammatici. Da
ricordare: Herman Paul con il "Compendio della Filologia Germanica" (1891-93 e poi 1913
ad ora) e con la fondazione della rivista "Contributi alla Storia della Lingua e Letteratura
Tedesca = Germanica" (1874), promosse inoltre la "Biblioteca di Testi in Tedesco Antico"
con una collana di edizioni critiche di testi tedeschi medievali che ad oggi consta più di 100
volumi. C.W.M. Grein fonda quasi contemporaneamente la "Biblioteca di Prosa
Anglosassone" a Kassel, e la "Early English Text Society" a Oxford.
In Italia las Filologia Germanica nasce ufficialmente nel 1935, ed è inizialmente legata
all'attività dei glottologi italiani. Grafdualmente si è configurata come una disciplina
autonoma di studio e valutazione delle testimonianze linguistiche, e letterarie delle
popolazioni Germaniche antiche.
LE LINGUE GERMANICHE:
1. Gotico, lingua oggi estinta, testimoniata dal IV al VI sec. d.C. E unica rappresentante
delle lingue germaniche Orientali.
2. Inglese, Tedesco, Nederlandese (Olandese e Fiammingo), Frisone che costituiscono il
gruppo delle lingue germaniche Occidentali.
3. Islandese, Norvegese, Svedese, Danese, Faroese che formano il gruppo delle lingue
germaniche Settentrionali.
I GERMANI:
Per chiarire chi fossero gli Antichi Germani dobbiamo dividere le informazioni in tre fasi:
Storia, Protostoria, Preistoria.
La Storia è la fase in cui ci sono documenti scritti nella lingua parlata dallo stesso gruppo
etnico che li produce.
La Protostoria è la fase in cui la documentazione riguardo una certa cultura o etnia è
esistente, ma scarsa e prodotta in altre lingue.
La Preistoria è la fase in cui non disponiamo di nessuna documentazione scritta e possiamo
ottenere informazioni solo facendo affidamento ad altre discipline (archeologia,
paleobotanica tra le tante).
Le prime notizie di Protostoria che abbiamo su popolazioni denominate "Germaniche"
risalgono al I secolo a.C., parlano di popolazioni del Nord, affini ai Galli, e spesso confuse
con essi. Con l'intensificarsi dei contatti con tali popolazioni tramite le campagne militari di
Giulio Cesare in Gallia e con il "De Bello Gallicum" otteniamo una prima descrizione di
valore etnografico delle varie popolazioni del "Nord". Questo gruppo etnico viene isolato da
Celti e Galli a Ovest e dagli Sciti ad Oriente, e classificato come abitanti della zona
compresa tra la sponda destra del Reno e ed il Nord del Danubio.
LA "GERMANIA" IN EPOCA ROMANA:
Il "Limes" Nord si stabilisce sulla linea Reno-Danubio e si sposta ulteriormente verso Nord
con l'annessione degli Agri Decumates intorno al 90 d.C.
A quell'epoca inizia anche la costruzione del limes Germanico-Retico che distingue la
provincia denominata Germania Superior dalla Rezia.
Sotto Domiziano si istituiscono le due provincie di Germania Superior (nel Sud montuoso a
sinistra del Reno) e Germania Inferior (nel Nord pianeggiante a sinistra del Reno fino al
Mare del Nord).
Tolomeo nel II secolo d.C. parla di "Megale Germania" (Germania Magna, o Germania
Libera) indicando il territorio abitato da popolazioni germaniche a destra del Reno e a Nord
del Danubio oltre il Limes romano.
Le informazioni riportate ne "La Germania" di Tacito provengono in gran parte dai racconti
di Plinio il Vecchio che invece era stato ufficiale in Germania e scrisse il "De Bello
Germaniae".
I GERMANI ORIENTALI:
VANDALI: i Vandali si stanziano prima lungo le coste Meridionali del Mar Baltico. Nel III
sec. si stabiliscono nella Pannonia dalla quale vengono scacciati dagli Unni. Fuggono verso
Occidente e si disperdono verso Gallia e poi Penisola Iberica. Nel 429 sotto Re Genserico
attraversano lo stretto di Gibilterra e si stabiliscono in Africa. Nel 439 conquistano
Cartagine ed estendono il loro dominio alle isole Italiane. Nel 455 mettono al sacco Roma.
GEPIDI: Partono dalla foce della Vistola nel II sec. e vanno verso Sud-Est. Si stabiliscono
in Pannonia verso la fine del V sec. dove vengono sopraffatti dagli Avari nel 570.
I GERMANI OCCIDENTALI:
La tripartizione dei popoli Germani tramandata da Plinio e Tacito forse si riferisce solo alle
popolazioni che denominiamo Germani Occidentali, stanziati tra Reno ed Elba.
Abbiamo Ingevoni (Ingaevones), Erminoni (Herminones), ed Istevoni (Istaevones); le
denominazioni dei quali si rifanno ai nomi dei figli di Mannus (mitico progenitore dei
Germani), chiamati Ingwi, Irmin e Istwi.
Ingaevones: Germani del Mar del Nord. Herminones: Germani dell'Elba.
Istaevones: Germani del Reno-Weser.
GERMANI SETTENTRIONALI:
I Germani Settentrionali iniziano a spostarsi dalle sedi originarie solo verso la fine dell'VIII
sec. quando inizia la cosiddetta Età Vichinga.
Vichinghi è una parola di origine Norvegese forse derivata da "vik" (insenatura, baia) ed
indicherebbe coloro che vanno "di baia in baia, alla ricerca di fortuna, pirati"
Possiamo suddividere l'espansione Vichinga in tre principali direttrici:
1. Vichinghi Norvegesi: verso Ovest in cerca di terre da colonizzare.
2. Vichinghi Danesi: verso Sud-Ovest in cerca di conquiste.
3. Vichinghi Svedesi (Variaghi o Vareghi): verso Est per aprire nuove rotte commerciali.
[Prima incursione dei Vichinghi Norvegesi - Distruzione del Monastero di Lindisfarne, 793]
Nel 799 le incursioni sulla costa Friso-Sassone sono così frequenti che Carlo Magno
istituisce una sorveglianza costiera. Nell'840 con la morte di Ludovico il Pio le imprese
Vichinghe vedono come protagonisti grandi eserciti che fondano accampamenti stabili
presso le foci dei fiumi in terre straniere.
-VICHINGHI NORVEGESI: hanno rapida espansione a partire dall'VIII sec. unificano la
Norvegia nell'872 sotto il regno di Aroldo I, e appena due anni dopo un folto gruppo si
sposta verso l'Islanda dove fonda una Repubblica. Tra la fine del X e l'inizio dell' XI sec.
scoprono la Groenlandia ed approdano sulle coste del Nord America (Saga di Erik il Rosso,
Saga dei Groenlandesi).
-VICHINGHI DANESI: (Il Grande Esercito) si dirigono soprattutto verso il Regno Franco
Occidentale e l'Inghilterra, ma intraprendono anche scorrerie nelle Asturie ed in Portogallo,
nelle Baleari ed in Toscana.
Invadono ripetutamente l'odierna Provenza obbligando Carlo il Calvo a far costruire una
speciale marca militare per proteggiere e difendere il bacino della Senna.
865 si dirigono in Inghilterra, assoggettando Northumbria e Anglia. Nel IX sec. un grande
gruppo di guerrieri Danesi inizia a spostarsi verso il continente e nel X sec. i Vichinghi
rimasti in Inghilterra fondano un regno con capitale York (sotto Canuto il Grande 1016-1035
l'Inghilterra viene annessa alla Danimarca).
896 i Danesi si stabiliscono presso la foce della Senna. 911 Accordo di Saint-Clair-sur-Epte
tra Rollone a capo dei Vichinghi Danesi e il Re Franco Carlo il Semplice. Rollone ottiene il
Feudo di Normandia e diviene Duca. Proprio dalla Normandia riparte la conquista
dell'Inghilterra nel 1066 con Guglielmo il Conquistatore (William the Conqueror) Duca di
Normandia. Nell'XI sec. i Normanni partono alla conquista di nuove terre nell'Italia
Meridionale.
-VICHINGHI SVEDESI (VARIAGHI o VAREGHI): intraprendono spedizioni nell'Europa
Orientale dove fondano una serie di importanti snodi commerciali (tra cui Kiev e Novgorod)
IX e X sec. cresce progressivamente il loro influsso sulle rotte mercantili lungo i fiumi ed i
mari Orientali per poi iniziare un lento declino a partire dall' XI sec.
Alla fine dell'XI sec. si chiude il periodo dell'espansione Vichinga. In questo periodo in
Scandinavia si erano consolidati i tre Regni: Norvegia, Danimarca e Svezia. L'Islanda
rimase indipendente fino al 1262.
GIURAMENTI DI STRASBURGO:
Nithart, nipote di Carlo Magno, uomo di stato al servizio del Re del Regno Occidentale
Franco, ovvero Carlo il Calvo, fu l'autore di questo documento nel quale sono attestate due
lingue: Galloromanzo e Francone.
Carlo e Ludovico sconfissero nell'841 il fratello maggiore Lotario, erede della corona e
nell'anno seguente 842 rinnovarono la loro alleanza incontrandosi a Strasburgo per sancire il
giuramento. Ludovico giurò nella lingua del popolo di Carlo (Galloromanzo) e viceversa
(Carlo giurò in Francone Renano). Gli eserciti poi giurarono ognuno rispettivamente nella
propria lingua. I Giuramenti di Strasburgo sono la prima attestazione scritta del
Galloromanzo.
L'epoca Vichinga inizia simbolicamente nel 793 con il saccheggio del Monastero di
Lindisfarne in Northumbria. Questo episodio terrorizza particolarmente la popolazione
Inglese poiché fu molto improvviso, feroce e perché ebbe come obiettivo un monastero.
Luogo simbolo della cristianità che fino ad allora era considerato inviolabile. I monasteri
erano invece obiettivi perfetti in quanto custodivano enormi ricchezze ed erano sprovvisti di
protezione militare.
L'instabilità politico-militare dei Regni Inglesi rese più facile l'infiltrazione dei Vichinghi,
che dopo secoli di buon vicinato e rapporti commerciali pacifici, iniziano a muoversi in
gruppi sempre più nutriti verso l'isola.
865 i Vichinghi Danesi, capitanati da Halfdan e Ivarr Senza Ossa, attaccano le coste
dell'East Anglia con una flotta che passa alla storia con il nome di Grande Esercito. Questo
momento segna la fine delle invasioni sporadiche per lasciare spazio ad un'epoca in cui gli
attacchi diventano sistematici ed organizzati in un programma di conquista territoriale. In
East Anglia l'esercito apprende a cavalcare e combattere a dorso di cavallo per poi dirigersi
in Northumbria e conquistare York. Il Wessex riesce a resistere facendo ritirare i Danesi
verso l'East Anglia che viene sottomessa facilmente. Il Regno del Wessex riesce ad
infliggere un'importante sconfitta militare ai Vichinghi che però si riorganizzano e passano
alla controffensiva sconfiggendo gli Inglesi a Basingstoke. Alla morte del Re dei Sassoni
Occidentali succede il fratello Alfredo detto "il Grande". Alfredo compra una tregua e nei
cinque anni successivi l'esercito Danese occupa la Mercia ritirandosi invece dal Wessex.
Nell'875 ricominciano gli scontri e dopo alcune pesanti sconfitte, Alfredo, nel 886 marcia su
Londra e si proclama Re degli Inglesi. Inizia la riconquista dell'isola e la fortificazione di
trenta città costiere contro la minaccia Vichinga. Alfredo vuole ridonare una cultura unitaria
al popolo Inglese e scolarizzarlo, questa lungimiranza in ambito culturale fu la ragione che
fece avvicinare Carlo Magno al monarca Inglese.
Ad Alfredo succede il figlio Edward (899) che riesce a riestendere il proprio controllo sui
territori occupati dai Danesi in precedenza. Nell'918 dei Vichinghi Norvegesi discendono
dall'Irlanda e riescono ad espugnare York. Edward è obbligato a riconoscerne l'autorità e
nomina il capo Norvegese suo vassallo.
Il figlio di Edward, riesce a mantenere un clima relativamente pacifico e di prosperità con
un'intelligente politica matrimoniale e poi a riconquistare York e la Northumbria. Dopo anni
di vittorie e sconfitte in cui York passa dal controllo degli uni agli altri si giunge ad una
definitiva sconfitta dei Vichinghi. La casata reale del Wessex esce trionfante dalle lotte di
potere con a capo Re Edgar che riesce a mantenere la pace ed a ridare un assetto
amministritativo ed economico ordinato al paese, fino all'anno della sua morte (975). Il
secolo successivo è un susseguirsi di scontri e fughe dei vari Re, eserciti e condottieri
Inglesi e Vichinghi. Nel 1066 il risultato fu il Regno di Harold, destinato ad essere l'ultimo
Re Anglosassone a causa dell'invasione da parte dei Normanni di William the Conqueror,
che nel Dicembre dello stesso anno viene consacrato Re d'Inghilterra.
BEOWULF:
DATAZIONE:
I ipotesi: se la data più frequentemente accettata è quella che vede il poema nascere
all’inizio dell’VIII sec., l’unico contesto culturale in cui il Beowulf può essere stato
composto è quello della Northumbria dell’epoca di Beda.
II ipotesi: Se si accetta una datazione intorno all’ultima parte dell’VIII sec., il luogo più
probabile di produzione sarebbe la corte di Offa re della Mercia .
NOME:
I ipotesi: Beowulf nome composto da due sostantivi: “ape” e “lupo” (Grimm)
II ipotesi: Beowulf composto esocentrico, ossia costituito da un verbo unito ad un
sostantivo: in tale caso si potrebbe interpretare wulf, “lupo”, come metafora per designare i
fuorilegge: interpretando il primo elemento come elemento verbale, collegato con la radice
verbale germ. *beug- “sottomettere”, si potrebbe sostenere che Beowulf significa “colui che
sottomette i fuorilegge”, un’interpretazione che si connetterebbe bene con l’interpretazione
della figura di Grendel come umano (bandito) e non mostro.
TRAMA:
Il poema si apre con la costruzione di un'immensa dimora per ordine del re
danese Hrothgar a Heorot, il "Cervo". La splendida reggia attira l'attenzione di Grendel, un
"vagabondo delle marche", un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto
sempre indirettamente e a tratti, probabilmente un troll della mitologia nordica. Dopo aver
studiato la vita nella reggia dall'esterno per qualche tempo, Grendel prende a far visita al
Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio. In soccorso al disperato re
danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati, che abitano in Svezia meridionale. Anche
dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane,
fisicamente "eccessivo" (dotato di una statura e di una forza sovraumane, che lo fanno
spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e
pericolosi). Saputo che la bestia non può essere scalfita dalle armi forgiate da umani,
Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude. In un terribile combattimento, grazie
all'intervento di tutti gli uomini che aiutano Beowulf ad immobilizzarne e a strapparne un
braccio, Grendel, privo dell'arto, fugge alla sua tana nella palude marittima a morire. Il suo
braccio viene attaccato ad una parete di Heorot come trofeo. Passata tutta la giornata a
festeggiare al Cervo, la notte successiva il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto
sanguinaria, la madre di Grendel; rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca,
che abita col figlio in un antro subacqueo nascosto negli acquitrini marittimi di una marca
remota e inquietante. Beowulf offre ancora il suo sostegno al re e si reca, in una sorta di
simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'Orchessa, riuscendone ancora vittorioso.
Tuttavia, è da evidenziare una escalation drammatica nel fatto che, per affrontare l'Orchessa,
Beowulf, diversamente da quanto accaduto con Grendel, affronta da solo il nemico e non
rinuncia ad armi ed armature, anzi si affida esplicitamente alla cotta e alla sua spada che
peraltro si rivelerà incapace di scalfire la pelle del mostro. Alla fine riesce ad avere la
meglio solo in virtù di una spada prodigiosa, forgiata non da mano umana, trovata in una
circostanza fortuita nell'antro del mostro durante la lotta, senza la quale sarebbe certamente
perito nello scontro. Ad esaltare le doti fisiche di Beowulf, la spada, forgiata per dei giganti,
viene descritta di dimensioni eccessive per essere manovrata da un normale essere umano, e
andrà distrutta corrosa dal sangue delle due bestie, la madre e Grendel, il cui corpo giace
nella tana e a cui Beowulf mozza la testa come trofeo. In una subitanea accelerazione della
narrazione, Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Geati e regna per 50 anni. Il suo regno
viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un lindworm volante (quest'ultimo
definito anche come drago e serpente di fuoco) risvegliato dal suo torpore dopo essersi
accorto dell'assenza di una coppa dal mucchio del tesoro nella sua tana. La figura del drago
di Beowulf rappresenta un esempio canonico a cui si è certamente ispirata molta letteratura
successiva, anche contemporanea (si pensi ai draghi di Tolkien): il drago di Beowulf è una
serpe alata e volante; sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Già anziano, Beowulf
affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli
nello scontro (come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpente d'acqua).
GRENDEL: Uno dei punti più controversi all’interno del Beowulf riguarda la figura del
nemico del protagonista.
I ipotesi: Grendel come un essere maligno, demoniaco, che commette azioni malefiche
senza alcuna motivazione che le scateni.
II ipotesi: Grendel come figura di natura umana (un bandito).
L’armonia dei Vangeli in antico sassone o Heliand, alla sua prima edizione, pubblicata nel
1830, costituisce, accanto alla Genesi in antico sassone, una delle più mature composizioni
poetiche di argomento biblico che ci siano pervenute dai primordi della letteratura in lingua
tedesca.
Il poema, che racconta la vita del Salvatore - è proprio questo il significato di “Heliand” -
consta di circa 6000 versi allitteranti e non ci è pervenuto per intero: infatti anche nel
manoscritto più completo, detto codice Cottonianus, redatto nella seconda metà del X sec., la
fine del componimento risulta lacunosa. Dell’autore non abbiamo nessuna notizia precisa e
ignoriamo dove e quando lo Heliand sia stato scritto.
Nel Catalogus testium veritatis il teologo Matthias Illyricus ha inserito una Praefatio
in librum antiquum lingua Saxonica, «prefazione ad un antico libro in lingua sassone», in
prosa, e i così detti Versus de poeta, «versi sull’autore», che originariamente erano premessi
ad un codice miscellaneo. Questo codice, oggi perduto, conteneva, oltre allo Heliand, altri
componimenti in antico sassone, fra cui molto probabilmente anche una versione della
Genesi in antico sassone. In questa Praefatio si loda un Ludovicus piissimus Augustus che
avrebbe dato ad un noto poeta della terra dei Sassoni l’incarico di comporre in Germanicam
linguam poetice «in versi, in lingua tedesca» un poema sul Vecchio e Nuovo Testamento,
per diffondere il messaggio cristiano e le leggi divine non più soltanto tra i litterati, ma
anche tra gli illitterati. Dall’identificazione di questo promotore dell’opera dipende tra
l’altro anche la datazione dello Heliand: se il menzionato Ludovicus fosse Ludovico il Pio,
allora il poema dovrebbe essere stato composto nel periodo compreso tra l’822 e l’840, anno
della morte di Ludovico il Pio. Se invece si trattasse di Ludovico il Germanico, lo Heliand
non potrebbe essere stato scritto prima dell’843, anno in cui fu spartito il Regno dei Franchi
e Ludovico il Germanico divenne re della parte orientale del Regno.
Nei Versus de poeta, probabilmente più tardi della Praefatio, si racconta come sia
nato questo poema, con una storia che richiama la leggenda di Cædmon, raccontata da Beda
nella sua Historia ecclesiastica gentis anglorum: viene presentato un quadro idilliaco; un
contadino che vive semplicemente si sente chiamare nel sonno da una voce soprannaturale,
che lo invita a trasporre nella sua lingua le leggi e gli insegnamenti di Dio e - nella
Praefatio B - ad adattarle, nel metro e nella struttura ritmica, all’arte poetica nativa. Come
per miracolo il contadino diventa un poeta, che canta la creazione e le sei età del mondo - la
sesta segnata dall’incarnazione e dal sacrificio redentore di Cristo. Risulta subito chiaro il
riferimento alla Genesi in antico sassone e allo Heliand.
Lo Heliand è stato tramandato in due manoscritti quasi completi e in due frammenti;
inoltre possediamo un estratto contenente anche passi dalla Genesi in antico sassone. A
parte il già menzionato codice Cottonianus, tutte le testimonianze sono state redatte intorno
all’850, oppure nella seconda metà del IX sec., la qual cosa prova il notevole interesse
suscitato dal poema negli anni immediatamente seguenti la sua composizione. Una
testimonianza della ricezione dello Heliand al di fuori dell’area linguistica tedesca è
costituita proprio dal codice Cottonianus, copia, redatta nella seconda metà del X sec. in
Inghilterra, di un manoscritto continentale in possesso della famiglia degli Ottoni.
Sul piano della grafia e della fonetica, in tutti i manoscritti dello Heliand, accanto a
tratti sudoccidentali dell’antico sassone, è evidente un netto influsso del francone, il che fa
supporre una presenza di tratti franconi già nell’archetipo. Considerando il numero esiguo di
testi in antico sassone che possano servire da materiale di confronto, su base linguistica non
è possibile ipotizzare il luogo di redazione dell’originale.
Il poeta suddivide l’opera in così dette vittea «lezioni», cioè in capitoli più o meno
della stessa lunghezza predisposti per la recitazione a voce alta, una strutturazione questa
molto usata nei poemi della letteratura anglosassone e alla quale viene fatto riferimento
anche nella Praefatio. Per quanto riguarda la forma e lo stile, il poeta si inserisce nella
tradizione poetica germanica.Lo stile dello Heliand è caratterizzato inoltre da numerosi
enjambements, il che comporta anche una sintassi piuttosto complessa. Un ulteriore
strumento stilistico tipico dello Heliand sono i numerosi discorsi diretti, che contribuiscono
a creare un certo senso di movimento e immediatezza in modo tale da ravvivare la
recitazione e assicurarsi l’attenzione dell’uditorio anche nei passi più lunghi. Il fascino di
questa trattazione poetica del Vangelo dipende però non solo da questi elementi stilistici;
sono anche i tratti e i concetti del mondo germanico, che conferiscono al poema una veste
quasi arcaica, ad attrarre l’attenzione di un pubblico spesso ancora estraneo alle più
profonde idee del cristianesimo. Si ritiene infatti che lo Heliand sia stato composto
soprattutto con lo scopo di consolidare la parola di Dio nella terra dei Sassoni, convertiti
solo da poco al cristianesimo, e non ovunque con successi duraturi. Riallacciandosi a ideali
del mondo germanico quali il concetto di Gefolgschaft - gli apostoli sono infatti
rappresentati come Gefolgsleute «seguaci; guerrieri» di Gesù - il poeta creava per il suo
pubblico la possibilità di identificarsi più facilmente con i contenuti del Vangelo. Parti dello
Heliand potevano ben adattarsi a ospiti del refettorio dei monaci, per esempio in occasione
di solenni festività liturgiche, quando potevano venir recitate nella lettura effettuata durante
il pasto. Il manoscritto di Monaco dello Heliand con notazione musicale in neumi fa ritenere
che almeno alcune sezioni del poema fossero destinate ad un’esecuzione di tipo musicale,
forse in utilizzazioni paraliturgiche.
Come lo Heliand, anche l’elaborazione poetica della materia della Genesi in lingua
sassone, risalente al IX sec., è di autore ignoto. La versione originale è contenuta soltanto in
tre frammenti, per un totale di 337 versi lunghi, rinvenuti nel 1894 in un codice miscellaneo
della Biblioteca vaticana comprendenti anche passi dello Heliand.
I frammenti della Genesi in antico sassone segnano la fine, in area tedesca, della
poesia biblica allitterante. La poesia cristiana in volgare si orienterà per molto tempo verso
la nuova forma poetica dei versi a rima finale, una forma poetica estranea alla tradizione
germanica.
Accento ie.: prevalente musicale e libero, con funzione morfologica o semantica, cfr. ad es.
(in funzione morfologica) in greco: patếr (nom.) e patrós (gen.), [ossitono], ma páter (voc.)
[parossitono]; in sanscrito véda “io so”, ma vidmás “noi sappiamo”; (in funzione semantica)
in sanscrito árdha- “lato” versus ardhá “metà”Passaggio da accento libero musicale ad
accento dinamico d'intensità a sede fissa: nel germanico e in altre lingue dell'Europa
occidentale (osco-umbro, irlandese, latino predocumentario, francese) > mutamento della
funzione dell'accento: da elemento significativo sul piano morfosemantico diventa elemento
demarcativo, segnale di inizio o fine di parola.
Solo in epoca più recente le lingue germaniche hanno parzialmente riacquistata all'accento
una funzione oppositiva per esprimere una differenza sul piano morfosemantico, cfr. ad es.
i.mod. the súbject “soggetto” versus to subjéct “assoggettare”; t.mod. übersétzen “tradurre”
versus ǘbersetzen “traghettare”.
-Nel verbo: l'accento cadeva sulla sillaba radicale anche se questa era preceduta da un
prefisso;
-Nel sostantivo: l'accento cadeva prevalentemente sul prefisso (cioè sulla sillaba iniziale)
VOCALI BREVI
/i/ /u/
/e/ /∂/ /o/
/a/
VOCALI LUNGHE
/i:/ /u:/
/e:/ /o:/
/a:/
DITTONGHI
/a/
/o/ > /a/
(schwa) /∂/
2) Le vocali lunghe ie. /ā/ e /ō/ coincidono in germ. /ō/, nasce una nuova /ē/:
/ā/
>/ō/
/ō/
Nel sistema delle vocali lunghe si verifica un'importante innovazione: nasce una nuova /ē/ che
convenzionalmente si indica con ē2 per distinguerla dalla ē1 di tradizione ie. L'origine di ē2 è
ancora soggetta a discussioni. L'ipotesi più plausibile è che essa nasca dal dittongo /ei/, come sua
variante posizionale davanti a vocale "bassa": ei > ee > ē2, così come ei > ii > ī davanti a vocale
"alta". La continuazione di ie. / ē/ (= ē1) è una vocale aperta [ε:], mentre la nuova vocale ē2 è chiusa
[e:].
4) Il gruppo delle nasali e liquide sillabiche, ovvero sonanti, viene eliminato nel germ.; i
fonemi /m/ /n/ /l/ /r/ passano ai gruppi bifonemtaici /u + m/ /u + n/ /u + l/ /u + r/
Vocali brevi:
/i/ /u/
/e/ /a/
Vocali Lunghe:
/i:/ /u:/
/e:/
/ε:/ /o:/
Dittonghi:
/eu/
/ai/ /au/
1. Mutamento qualitativo: il passaggio di ie. /e/ a germ. /i/ (restringimento). Mentre nel
got. ogni /e/ ie. passa a /i/, nel germ. occ. e sett. questo mutamento si verifica solo
sotto le seguenti condizioni:
2. Mutamento quantitativo:
a) Allungamento di compenso:
Le radici che presentano vocale breve seguita da nasale + spirante velare sorda /χ/
<h> subiscono l'allungamento della vocale in seguito alla caduta della nasale. A
questo mutamento si deve la nuova vocale lunga /a:/ in germ. (La vocale ie. /a:/ era
passato a germ. /o:/, vedi sopra.): Il passaggio avviene quanto segue: il nesso [aŋχ]
passa [aŋχ] con nasalizzazione della vocale, poi si passa al nesso [aχ] con scomparsa
della nasale e allungamento di compenso per la vocale, infine si ha un ulteriore
sviluppo al nesso [āχ] con denasalizzazione, quindi:
Analogamente ad [a:] si hanno anche [i:] ed [u:] da [iŋx] ed [uŋx] In questi casi non
si ha però la creazione di nuovi fonemi poiché i fonemi /i:/ ed /u:/ già esistevano in
germ.
Legge di Grimm:
La mutazione germanica interessa il sistema consonantico, e precisamente le occlusive ie.,
le quali subiscono dei mutamenti nel loro passaggio al germanico.
Il sistema consonantico ie. comprende 12 occlusive, distinte in quattro serie secondo il
luogo di articolazione:
LUOGO DI ARTICOLAZIONE
MODO DI ARTICOLAZIONE
tenui medie medie aspirate
labiali p b bh
dentali t d dh
velari k g gh
labiovelari k g gh
Nel sistema consonantico germanico le 12 occlusive ie., pur conservando inalterato il loro
luogo di articolazione, mutano radicalmente il modo di articolazione.
Legge di Grimm
(1) Le tenui ie. passano nel germanico a spiranti sorde
p t k k >f þ χ χ
Questo mutamento non avviene nei nessi ie. con la sibilante sorda /s/: /s+p/, /s+t/, /s+k/ e
/s+ k/
Nei nessi ie. /p+t/, e /k+t/ viene mutata solo la prima parte:
/p+t/ /k+t/ > /ft/ / χt/
(1 b) Il secondo atto della mutazione consonantica sarebbe dato poi dal processo di
lenizione da occlusiva a spirante:
ph > f
th > þ
kh > χ
kh > χ
(2) e nello stesso tempo dal passaggio delle medie aspirate ie. a spiranti sonore nel
germanico (vedi sopra):
bh dh gh gh > ð
(3) Poi sarebbe avvenuto il passaggio dalle medie ie. alle occlusive sorde germaniche
(vedi sopra) che concluderebbe la mutazione consonantica.
Legge di Verner:
“Le occlusive sorde ie., e la s, tra elementi sonori (vocali) passano in germanico a spiranti
sonore, e a z, quando l'accento originario non cadeva sulla sillaba immediatamente
precedente.”
-Le occlusive sorde (tenues) del germ. occ., per le quali si ipotizza una pronuncia aspirata
(tenues aspiratae), passano ad affricate (mutazione tenuis-affricata) [processo A].
-Queste si sviluppano in determinate posizioni a spiranti sorde lunghe ("geminate")
(mutazione tenuis-spirans) [processo B].
-Queste spiranti sorde lunghe, più tardi, in determinate posizioni perdono la lunghezza
(vengono "semplificate") [processo C]
Processo A :
La mutazione delle occlusive sorde del germ. (occ.) ad affricate avviene:
1. In inizio di parola.
2. All'interno e in fine di parola se la tenue è preceduta da consonante.
3. Nella geminazione (geminate prototedesche -pp-, -tt-, -kk-).
-La mutazione /t/ /ts/ si verifica nell'intera area linguistica alto tedesca (linea di
Benrath).
-La mutazione /p/ /pf/ si verifica nel tedesco superiore (alemanno, bavarese e
francone orientale).
-La mutazione /k/ /kx/ si verifica solo nell'alemanno e nel bavarese.
[Oggi la mutazione /k/ > /kx/ si limita al ted. superiore meridionale]
Processo B:
La mutazione delle occlusive sorde del germ. (occ.) a spiranti sorde lunghe avviene
Processo C:
La "semplificazione" delle spiranti sorde lunghe ("geminate") si verifica nel periodo ata.
I verbi il cui tema I.E. termina in /p/ /t/ /k/ /kʷ/ /s/ presentano alternanza grammaticale.
Germ: /f/ /ϸ/ /h/ /hʷ/ /s/. [/s/ diventa /z/ al participio]
CALCO LINGUISTICO:
Il calco è un procedimento di formazione delle parole che consiste nel coniare nuovi termini
riprendendo le strutture della lingua di provenienza. Si tratta di una forma particolare
di prestito, spesso utile per colmare lacune lessicali (soprattutto nel campo della scienza e
della tecnologia); altre volte si tratta di fenomeni spontanei, privi di una funzione vera e
propria, dato che il termine sarebbe già disponibile. Si distingue in genere il calco semantico
da quello morfologico.
Calco semantico: La creazione di una parola può semplicemente consistere nel dare
un significato nuovo ad un termine già esistente.
Calco morfologico: (o strutturale) una parola composta può essere creata a partire da una
combinazione di elementi sconosciuta nella lingua di arrivo. Ad esempio, la
parola grattacielo è un calco morfologico dall'inglese skyscraper.
APOFONIA E METAFONIA:
In linguistica, apofonia è l'alternanza di suoni vocalici e/o consonantici all'interno del tema
di una parola che dà informazioni di tipo grammaticale (spesso riguardo alla flessione della
parola), marcando le differenze tra casi, categorie o tempi verbali. (
La metafonia regressiva (modificazione di una vocale nella sillaba radicale per influsso di
una vocale nella sillaba che segue quella radicale) è tipica delle lingue germaniche, ma è
controversa in gotico. La metafonia più frequente nelle lingue germaniche comporta
l'innalzamento di /e/ ad /i/ per effetto di /i/, /ī/, /j/ nella sillaba seguente, per esempio in
*/meðjaz/, che produce l'inglese mid e il tedesco Mitte.
La metafonesi germanica è chiamata umlaut. La maggior parte delle lingue germaniche
moderne conosce plurali che si differenziano dal singolare esclusivamente per la mutazione
della vocale tonica. Per esempio in inglese man - men ("uomo" - "uomini"), in
tedesco Vogel - Vögel ("uccello" - "uccelli"), e in danese barn - børn ("bambino" -
"bambini").