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Circuiti in corrente alternata

Il comportamento di un circuto in corrente alternata differisce da quello in corrente continua per la


presenza dei fenomeni di induzione elettromagnetica. I componenti passivi interessati sono
resistenze, condensatorie e induttanze (solenoidi). Per ognuno di questi si ha un’equazione
caratteristica che mette in relazione le grandezze estensive ed intensive che interessano il
componente. Da queste relazoni si possono dedurre relazioni fra la tensione ai capi del componente
con la corrente che in esso circola.

Circuito puramente resistivo

Sopra: alcuni resistori usati nei circuiti e il simbolo di un


resistore. A destra resistore usato in un boiler

E’ un circuito nel quale sono presenti solo resistenze. L’equazione caratteristica è la legge di Ohm:
V = Ri. La resistenza rende conto dei fenomeni dissipativi, cioè della produzione di entropia per il
passaggio di corrente elettrica in un componente.
Nella resistenza ideale non sono presenti fenomeni di induzione elettromagnetica.
In alternata non cambia nulla rispetto al caso continuo. Se i = i(t), allora V(t) = R i(t), dove V(t) e
i(t) sono tensione e corrente funzioni variabili del tempo.
Ad esempio: se i(t) = i0 sin(ωt) (ω è la frequenza angolare: ω = 2π e  è la frequenza del
segnale) allora V(t) = R i0 sin(ωt); in questo caso Ri0 rappresenta l’ampiezza della tensione:

Nella figura sono riportate la tensione ai capi di duna resistenza e la corrente corcolante in essa.
Come si vede i due segnali sono in fase.
Circuito puramente induttivo

Esempi di solenoidi o bobine

E’ costituito da un solenoide ideale (la cui resistenza è nulla).


L’equazione caratteristica è  = L i dove  è il flusso magnetico ed L è l’induttanza del solenoide.
La corrente elettrica è la grandezza intensiva mentre il flusso magnetico quella intensiva.
La relazione fra tensione e corrente si ricava dalla legge di Faraday – Neumann – Lenz:

è la forza elettromotrice autoindotta nel circuito; partendo dal punto a


potenziale zero, l’equazione del circuito è: V + VL = 0 ; sostituendo la f.e.m. autoindotta nel
solenoide si ha: , cioè:

. Ai capi della bobina nasce una

forza elettromotrice che “copia” quella del


generatore (per la legge di Faraday-
Neumann-Lenz) e la corrente nel circuito
non ha effetti dissipativi (cioè non produce
entropia).

Supponendo che la corrente abbia un


andamento sinusoidale i(t) = i0 sin(ωt) (come nel caso resistivo), la tensione sulla bobina è:
; essa risulta sfasata di 90° in anticipo rispetto alla
corrente. “in anticipo” significa che quando la corrente è zero (al tempo t = 0 ), la tensione è già
arrivata al valore massimo; poi la corrente sale fino al valore massimo, mentre la tensione sta già
scendendo e in tal modo precede le variazione della corrente, come si vede dal grafico sotto.
Nel caso siano presenti una bobina ed una resistenza il circuito diventa:

e l’equazione del circuito è:


, ovvero:

Sostituendo i risultati precedenti


nel caso di corrente sinusoidale:

Tale espressione può essere interpretata facilmente facendo ricorso alla rappresentazione vettoriale
dei segnali di tensione e corrente.
La corrente è interpretabile come la proiezione verticale di un vettore di modulo i0 che
ruota con velocità angolare ω. Analogamente la tensione
sulla resistenza sarà la proiezione verticale di un vettore
di modulo Ri(t) che ruota con velocità angolare ωt.
La tensione sulla bobina invece sarà la proiezione
verticale di un vettore di modulo ωL i(t) che ruota con
velocità angolare ω ma che è sfasato di 90° in anticipo
rispetto al vettore precedente.
La tensione complessiva in ingresso è la somma delle due
proiezioni e si trova come proiezione verticale del vettore
risultante dei due precedenti.
Dalla figura osserviamo che il segmento FH = CJ = CB + BJ; ma FH = Zi0 sin(ωt + φ),
CB = Ri0 sin(ωt), BJ = ωLi0 sin(ωt + π/2).
Non interessano i valori istantanei di tensione e corrente, quanto le relazioni di ampiezza e fase fra
la tensione sui vari componenti. Si immagini che i vettori nella figura ruotino rigidamente con
velocità angolare ω, allora le proiezioni verticali danno i valori della tensione sulla resistenza (CB),
sulla bobina (BJ = GE) e in ingresso (FH).
Per quanto riguarda le relazioni di fase basta considerare la terna di vettori in un certo istante:
poiché i0 interviene in tutte e tre le tensioni, le stesse relazioni di fase intercorrono fra i vettori di
modulo: R (resistenza), ωL (reattanza induttiva) e Z (impedenza).

Valgono le relazioni:

Z= √ R 2 + ( ωL )
2

ωL
e tgϕ=
R

Osserviamo che la legge di Ohm


può intendersi in senso
generalizzato anche per il
solenoide e per l’intero circuito:

Componente resistiva R Resistenza (Ω) VR = Ri0


Componente induttiva XL = ωL Reattanza induttiva (Ω) VL = XL i0
Intero circuito Z= √ R 2 + ( ωL ) Impedenza (Ω) V = Z i0
2

La differenza sostanziale fra componente resistiva e induttiva è che la prima, al passaggio di


corrente produce entropia, la seconda no.
Se in un circuito si inserisce una resistenza la corrente cambia e si ha dissipazione di energia; se
invece si inserisce una bobina si ha diminuzione di corrente senza che si abbia dissipazione di
energia.

Esempi di calcolo:
Una bobina ha una induttanza di 5 mH ed è collegata in serie ad una resistenza di 100Ω. Calcolare
l’impedenza del circuito alla frequenza di 0Hz, 1000Hz, 10000Hz e per frequenze molto grandi.
Calcolare l’ampiezza della corrente nel circuito alle frequenze richieste supponendo che il segnale
di ingresso sia di 10V

Z= √ R 2 + ( ωL ) = √ 1002 =100 Ω
2
i = V/Z = 10/100 = 0.1 A

Z= √ R 2 + ( ωL )2= 1002 + ( 2 π⋅1000⋅5⋅10−3 ) =104 . 8 Ω
2
i = V/Z = 95 mA
Z= √ R + ( ωL ) = √ 100 + ( 2 π⋅10000⋅5⋅10
2 2 2 −3 2
) =329 .7 Ω i = V/Z =10 /329,7 = 30 mA

Tensione sulla resistenza e sulla bobina:


frequenza  = 0 Hz, VR = Ri =100 0.1 =10 V; VL = XL i = 0 V
frequenza  = 1000 Hz, VR = Ri =100 0.095 =9.5 V VL = XL i =(31.4) 0.095 = 0.13 V
frequenza  = 10000 Hz, VR =R i =100 0.03 = 3 V VL = XL i =(314.2) 0.03 = 9.42 V

Non deve sorprendere il fatto che la somma aritmetica della tensione sulla bobina e sulla resistenza
non dia la tensione totale. In effetti la somma è da intendersi in senso vettoriale in quanto i due
segnali sono sfasati di 90°. Ad esempio nel terso caso:

√ V R +V L = √3 . 002+9 , 422 ≃ 10 V
2 2

Per frequenze molto grandi si ha che: Z ≃ ωL essendo la resistenza trascurabile.

Questo circuito inserito in serie ad un altro circuito costituisce un filtro passa basso, in quanto solo i
segnali a bassa frequenza corrispondono a correnti non trascurabili.
Circuito puramente capacitivo
E’ costituito da un condensatore ideale (la cui resistenza è nulla).
L’equazione caratteristica è Q = Cv dove Q è la carica elettrica e C la capacità del condensatore.
La tesione v è la grandezza intensiva mentre la carica elettrica è quella intensiva.
La relazione fra tensione e corrente si ricava dalla
definizione di corrente:

dQ dCv dv
i= = =C
dt dt dt

Anche in questo caso la corrente nel circuito non ha


effetti dissipativi (cioè non produce entropia).
Supponendo che la corrente abbia un andamento
sinusoidale i(t) = i0 sin(ωt) (come nel caso resistivo),
la tensione sul condensatore è:

1 1 1 1 π
V=
C
∫ idt= C ∫ i0 sin( ωt )dt=− ωC i0 cos (ωt )= ωC i0 sin ( ωt− 2 ) ;
essa risulta sfasata di 90° in ritardo rispetto alla corrente. “in ritardo” significa che quando la
corrente è zero (al tempo t = 0 ), la tensione è ancora al minimo negativo; poi la corrente sale fino
al valore massimo, mentre la tensione sale e raggiunge lo zero e in tal modo segue le variazioni
della corrente, come si vede dal grafico sotto.

Nel caso siano presenti una bobina ed una resistenza il circuito diventa:

e l’equazione del circuito è:


1 1
V − ∫ idt =Ri , ovvero: V= ∫ idt +Ri
C C

Sostituendo i risultati precedenti nel caso di corrente


sinusoidale:
1 π
V=i0 sin( ω t− )+Ri0 sin( ω t )
ωC 2
Tale espressione può essere interpretata facilmente
facendo ricorso alla rappresentazione vettoriale dei
segnali di tensione e corrente come per il caso induttivo.
L’unica differenza è che la tensione sul condensatore è sfasata in ritardo rispetto a quella sulla
resistenza.
Riguardo al calcolo dell’impedenza valgono le stesse considerazioni:
Componente resistiva R Resistenza (Ω) VR = Ri0
Componente capacitiva XC =1/ ωC Reattanza capaciiva (Ω) VL = XC i0


Intero circuito Impedenza (Ω) V = Z i0
( )
2
1
Z= R 2 +
ωC

Esempi di calcolo:
Un condensatore ha capacità di 0.2 μF ed è collegato in serie ad una resistenza di 100Ω. Calcolare
l’impedenza del circuito alla frequenza di 0Hz, 1000Hz, 10000Hz e per frequenze molto grandi.
Calcolare l’ampiezza della corrente nel circuito alle frequenze richieste supponendo che il segnale
di ingresso sia di 10V

√ ( )
R 2+
1 2
ωC
=∞ ¿ i =0 A (caso continuo)

√ ωC √ 2 π 1000⋅0 . 2⋅10 ) = 802 Ω i = V/Z = 12 mA


Z= R +( ) (
2 2
1 2 1 2
= 100 + −6

√ ωC √ 2 π 10000⋅0 . 2⋅10 ) =128 Ω i = V/Z =78 mA


Z= R +( ) (
2 2
1 2 1 2
= 100 + −6

Tensione sulla resistenza e sulla bobina:


frequenza  = 0 Hz, VR = 0 V; VC =10 V
frequenza  = 1000 Hz, VR = Ri =100 0.012 =1.2 V VC = XC i =9.55 V
frequenza  = 10000 Hz, VR =R i =100 0.078 = 7.8 V VC = XC i =6.21 V

Per frequenze molto grandi si ha che: Z ≃ R essendo la reattanza capacitiva trascurabile.


Questo circuito inserito in serie ad un altro circuito costituisce un filtro passa alto, in quanto solo i
segnali ad alta frequenza corrispondono a correnti non trascurabili.

Nella figura è riportato lo schema di una cassa acustica nella quale si utilizzano dei filtri cross-over

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