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Per rendere trattabili problemi che coinvolgono segnali alternati si possono usare i numeri
complessi.
Ricordo che in matematica fu introdotta l’unità immaginaria i = − 1 per risolvere le equazioni di
III grado verso la metà del ‘500 (casus irreducibilis). Dal punto di vista geometrico il prodotto di un
vettore per l’unità immaginaria comporta la rotazione di quel vettore di un angolo retto (in senso
antiorario… ma questa è una convenzione). Infatti, consideriamo il numero 3 e lo associamo ad un
vettore lungo una retta orientata di modulo 3:
Moltiplicando il segmento per (-1), secondo le regole del prodotto di segmenti, si ottiene:
Questa caratteristica dei numeri immaginari li rende particolarmente utili per rappresentare le
grandezze elettriche in corrente alternata in regime sinusoidale.
Poiché non interessano i valori istantanei ma solo le relazioni di fase e di ampiezza fra le grandezze
elettriche, esse si rappresentano ad un determinato istante, poiché gli istanti successivi equivalgono
ad una rotazione del sistema (con velocità angolare ω). La situazione è equivalente alla
rappresentazione della volta celeste nella quale le mutue posizioni fra le stelle fisse non mutano nel
il corso della notte.
Riassunto dei risultati per reistenze, solenoidi e condensatori
di π
Solenoidi: V =L = i0ωL cos(ωt ) = i0ωL sin(ωt + ) la tensione è in anticipo sulla corrente.
dt 2
1 1 π
Condensatori: V =
C ∫ idt =
ωC
i0 sin(ωt − )
2
la tensione è in ritardo sulla corrente.
Gli stessi prinicipi si possono applicare ad un generico circuito, ad es. quello in figura.
Nota che sia la tensione V(t) trovare la corrente in R1 e la
tensione al capi di R2.
R2 e C sono in parallelo; a sua volta il parallelo è in serie ad L
e ad R1.
Cominciamo a calcolare il parallelo di R2 e XC.
1
La reattanza capacitiva XC è data da X C = − j
ωC
1 1 jR2
R2 // C = = =
1 1 1 ωC j − ωR2 C
+ −
R2 X C R2 j
Moltiplicando numeratore e denominatore per –j-ωR2C si ottiene:
− j − ω R 2 C R 2 − jω R 2 C ωR2 C
2 2
jR2 R2
R2 // C = = = −j
j − ωR2 C − j − ωR2 C 1 + (ωR2 C ) 2
1 + (ωR2 C )
2
1 + (ωR2 C )
2
R2 ωR 2 2 C
è la parte reale, mentre è la parte immaginaria.
1 + (ωR2 C ) 1 + (ωR2 C )
2 2
Condizioni di risonanza:
Consideriamo un circuito formato da una resistenza in serie ad un solenoide e ad un condensatore
1
(fig. nella seconda pagina). L’impdensa è data da: Z = R + j ωL − .
ωC
2
1
Il modulo è: Z = R + ωL −2
. Esiste un valore particolare della frequenza per il quale il
ωC
modulo assume il valore minimo, tale valore si chiama frequenza di risonanza del circuito.
1 1 1
In questo caso è: ωL − = 0 , cioè: ω = eν = .
ωC LC 2π LC
A questa frequenza la corrente assume il valore massimo e lo sfasamento fra tensione e corrente è
nullo poiché la reattanza induttiva è uguale a quella capacitiva ma i segnali, essendo contrari, si
annullano.
Nel caso del grafico i valori sono:
R = 20 Ω, L = 8.65 mH, C = 0.15 µF.
La frequenza di risonanza è:
1
ν= = 4418Hz
2π LC