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Circuiti in corrente alternata 2

Per rendere trattabili problemi che coinvolgono segnali alternati si possono usare i numeri
complessi.
Ricordo che in matematica fu introdotta l’unità immaginaria i = − 1 per risolvere le equazioni di
III grado verso la metà del ‘500 (casus irreducibilis). Dal punto di vista geometrico il prodotto di un
vettore per l’unità immaginaria comporta la rotazione di quel vettore di un angolo retto (in senso
antiorario… ma questa è una convenzione). Infatti, consideriamo il numero 3 e lo associamo ad un
vettore lungo una retta orientata di modulo 3:

Moltiplicando il segmento per (-1), secondo le regole del prodotto di segmenti, si ottiene:

Quindi il prodotto per (-1) equivale ad una simmetria assiale.


Introducendo l’unità immaginaria, poiché − 1 = − 1 ⋅ − 1 = i ⋅ i , il prodotto i⋅i equivale ad una
simmetria assiale; allora il prodotto per i equivale a “mezza” simmetria assiale cioè ad una
rotazione di 90°.

Questa caratteristica dei numeri immaginari li rende particolarmente utili per rappresentare le
grandezze elettriche in corrente alternata in regime sinusoidale.
Poiché non interessano i valori istantanei ma solo le relazioni di fase e di ampiezza fra le grandezze
elettriche, esse si rappresentano ad un determinato istante, poiché gli istanti successivi equivalgono
ad una rotazione del sistema (con velocità angolare ω). La situazione è equivalente alla
rappresentazione della volta celeste nella quale le mutue posizioni fra le stelle fisse non mutano nel
il corso della notte.
Riassunto dei risultati per reistenze, solenoidi e condensatori

Resistenze: V = Ri tensione e corrente sono in fase fra loro.

di π
Solenoidi: V =L = i0ωL cos(ωt ) = i0ωL sin(ωt + ) la tensione è in anticipo sulla corrente.
dt 2

1 1 π
Condensatori: V =
C ∫ idt =
ωC
i0 sin(ωt − )
2
la tensione è in ritardo sulla corrente.

In un circuito formato da un condensatore in serie


ad una bobina e ad una resistenza la tensione
istantanea è la somma delle tensioni istantanee sui
singoli componenti. Queste tensioni si possono
rappresentare come vettori nel piano.

Nella rappresentazione vettoriale a fianco la


proiezione su un asse verticale dà i valori istantanei
dei tre segnali; la somma vettoriale dei tre vettori dà
la tensione di ingresso. La freccia circolare indica
che il sistema di vettori ruota rigidamente con
ω velocità angolare ω.

Usando i numeri complessi possiamo rappresentare


attraverso l’algebra questa situazione.

Rappresentiamo la tensione sulla resistenza sull’asse


reale; tale tensione sarà rappresentata dal numero
reale Ri0.
La tensione sul solenoide è in anticipo su quella
della resistenza e sarà rappresentata dal numero
immaginario: i(ωLi0).
La tensione sul condensatore è in ritardo su quella ai
 1 
capi della resistenza e sarà rappresentata da: − i i0  .
 ωC 
In elettrotecnica per evitare ambiguità nell’uso della lettera i, unità immaginaria o corrente, si usa
tradizionalmente la lettera j come unità immaginaria.
 1 
Allora la situazione del grafico è rappresentata dal numero complesso: Ri0 + jωLi0 − j  i0 
 ωC 
 1 
O anche da:  R + jωL − j i0 .
 ωC 
1
La grandezza in parentesi è l’impedenza del circuito: Z = R + jωL − j
ωC
In tal modo la tensione ai capi del circuito è V = Zi0.
Al fine di calcolare l’ampiezza della corrente nel circuito nota che sia l’ampiezza della tensione,
basta calcolare l’impedenza Z del circuito ed usare la legge di Ohm generalizzata ai circuiti a
corrente alternata.
Nell’equazione V = Zi0 compaiono numeri complessi, pertanto valgono tutte le proprietà dei numeri
complessi. L’ampiezza della tensione è il modulo del numero complesso V e sarà dato dal prodotto
dei moduli dei numeri complessi Z e i0.

Esempio: nel circuito della pagina precedente calcolare il modulo dell’impedenza.


1  1 
L’impdenza è Z = R + jωL − j cioè: Z = R + j  ωL −  ; la parte reale è R mentre la parte
ωC  ωC 
2
1  1 
immaginaria è ωL − ; usando il teorema di Pitagora si ha: Z = R 2 +  ωL −  .
ωC  ωC 

Ora è possibile calcolare il modulo della


tensione come V = Z i .
Per brevità, quando non ci siano
ambiguità si può evitare di scrivere il
segno di modulo.

Se invece interessa la tensione con le


relazioni di fase corrette occorre usare i
numeri complessi:
 1   1 
V = Zi =  R + jωL − j  i = R i + j  ωL − i
 ωC   ωC 
1
ωL −
Lo sfasamento fra tensione e corrente è dato da: tgϕ = ωC .
R

Gli stessi prinicipi si possono applicare ad un generico circuito, ad es. quello in figura.
Nota che sia la tensione V(t) trovare la corrente in R1 e la
tensione al capi di R2.
R2 e C sono in parallelo; a sua volta il parallelo è in serie ad L
e ad R1.
Cominciamo a calcolare il parallelo di R2 e XC.
1
La reattanza capacitiva XC è data da X C = − j
ωC

1 1 jR2
R2 // C = = =
1 1 1 ωC j − ωR2 C
+ −
R2 X C R2 j
Moltiplicando numeratore e denominatore per –j-ωR2C si ottiene:

− j − ω R 2 C R 2 − jω R 2 C ωR2 C
2 2
jR2 R2
R2 // C = = = −j
j − ωR2 C − j − ωR2 C 1 + (ωR2 C ) 2
1 + (ωR2 C )
2
1 + (ωR2 C )
2
R2 ωR 2 2 C
è la parte reale, mentre è la parte immaginaria.
1 + (ωR2 C ) 1 + (ωR2 C )
2 2

Ora occorre sommare questo risultato alla serie di R1 con XL:


R2 ωR2 2 C  R2   ωR 2 2 C 
Z = R1 + X L + R2 // X C = R1 + jωL + −j =  R1 + + 
j  ωL − 
1 + (ωR2 C )
2
1 + (ωR2 C )
2  1 + (ω R C ) 2 
1 + (ωR2 C )
2 
 2   
che è l’impedenza del circuito.
Come si vede è formata da una parte reale e da una parte immaginaria. Il modulo è la radice
quadrata della somma dei quadrati della parte reale e di quella immaginaria.
La fase è l’arco la cui tangente è il rapporto fra parte immaginaria e quella reale.
I conti sono più lunghi che nel caso continuo ma la differenza principale è che il valore
dell’impedenza dipende dalla frequenza del segnale di ingresso.

Condizioni di risonanza:
Consideriamo un circuito formato da una resistenza in serie ad un solenoide e ad un condensatore
 1 
(fig. nella seconda pagina). L’impdensa è data da: Z = R + j  ωL − .
 ωC 
2
 1 
Il modulo è: Z = R +  ωL −2
 . Esiste un valore particolare della frequenza per il quale il
 ωC 
modulo assume il valore minimo, tale valore si chiama frequenza di risonanza del circuito.
1 1 1
In questo caso è: ωL − = 0 , cioè: ω = eν = .
ωC LC 2π LC
A questa frequenza la corrente assume il valore massimo e lo sfasamento fra tensione e corrente è
nullo poiché la reattanza induttiva è uguale a quella capacitiva ma i segnali, essendo contrari, si
annullano.
Nel caso del grafico i valori sono:
R = 20 Ω, L = 8.65 mH, C = 0.15 µF.

La frequenza di risonanza è:
1
ν= = 4418Hz
2π LC

A questa frequenza il valore di


corrente è massimo ed è dato dal
rapporto fra la tensione e la resistenza
come se il circuito fosse puramente
resistivo.

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