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Corso di Laurea in Ingegneria Informatica

ultima cifra del numero di matricola da 5 a 9

Teoria dei Circuiti (B)


(prof. D. Desideri)

Lezione 22

Serie RLC e parallelo RLC in regime


sinusoidale

22.1 Serie RLC in regime sinusoidale

Serie RLC in regime sinusoidale


In regime sinusoidale, si considera la 𝐼 ̅ 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇
serie dei seguenti tre bipoli ideali
passivi: un resistore ideale passivo, un +
induttore ideale e un condensatore 𝑉
ideale. L’analisi viene fatta per valori –
finiti e positivi di R, L, C.
L’analisi viene fatta al variare di ω, per valori finiti e positivi di ω.
L’impedenza equivalente della serie è: 1
Ż = Ż + Ż + Ż = R + j ωL −
ωC
Modulo e argomento sono rispettivamente:
1
1 ωL −
ωC
Z ω = R + ωL − ; φ ω = arctg
ωC R
dove l’argomento, dato che Re(Ż)>0, ha valori in ]-π/2, π/2[. 2
22.2 Serie RLC: comportamento in frequenza

Serie RLC: comportamento in frequenza


Si tracciano i grafici del modulo Z(ω) e dell’argomento φ(ω)
dell’impedenza equivalente della serie in funzione di ω.
Per Z ω = R + ωL − , si calcolano i limiti per ω0+ e
per ω+. Z(ω)
lim Z ω = +∞

lim Z ω = +∞

Si tratta di una funzione con un minimo
R
per ω avente un valore (ω0) intermedio
fra 0+ e +. ω0 ω
Nota. Z ω = R +ω L −2 + e per ω+ si ha che la
funzione tende all’asintoto obliquo ωL e vi può tendere dall’alto o
dal basso. 3

22.2 Serie RLC: comportamento in frequenza

Serie RLC: comportamento in frequenza


Il minimo si identifica nel modo seguente. Si osserva che Z ω è la
radice quadrata della somma di due quadrati, uno dei quali non
dipende da ω e l’altro, essendo non negativo, è minimo sicuramente
quando è pari a zero. Pertanto la condizione di minimo si ha
all’annullarsi della parte immaginaria dell’impedenza, cioè quando:
1 1 1
ωL − =0 ⇒ ω = ⇒ ω =
ωC LC LC
Il valore ω0 prende il nome di pulsazione di risonanza. Alla pulsazione
di risonanza (cioè per ω = ω0), l’impedenza equivalente Ż ω = R.
Alla pulsazione di risonanza si ha quindi che Z(ω0)=R e φ(ω0)=0.
Alla pulsazione di risonanza, induttore e condensatore sono nella
condizione di risonanza serie e la reattanza induttiva XL è opposta alla
reattanza capacitiva XC: XL + XC = 0. 4
22.2 Serie RLC: comportamento in frequenza

Serie RLC: comportamento in frequenza

Per φ ω = arctg , si calcolano i limiti per ω0+ e per


ω+. φ(ω)
π
lim φ ω = − 𝜋
⟶ 2
π 2
lim φ ω =
⟶ 2
ω0 ω
Inoltre, si è visto che φ(ω0) = 0.
𝜋

2

22.2 Serie RLC: comportamento in frequenza

Serie RLC: comportamento in frequenza


-) Per ω = ω0, si è visto che XL = −XC. Il Z(ω)
comportamento della serie RLC è ohmico:
Ż ω = R.
-) Per 0 < ω < ω0, 𝑋 > 𝑋 . L’impedenza R
equivalente della serie fra l’induttore ideale
e il condensatore ideale è 𝑗 𝑋 + 𝑋 : fra ω0 ω
le due reattanze prevale quella più grande φ(ω)
in modulo. Il comportamento della serie 𝜋
RLC è ohmico-capacitivo. 2
-) Per ω > ω0, 𝑋 < 𝑋 . Come prima, da
𝑗 𝑋 + 𝑋 si ha che fra le due reattanze ω
ω0
prevale quella più grande in modulo. Il 𝜋
comportamento della serie RLC è ohmico- −
2
induttivo. 6
22.2 Serie RLC: comportamento in frequenza

Serie RLC: comportamento in frequenza


Si fa ora l’ipotesi di alimentare la 𝐼̅ 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇
serie RLC con un generatore ideale di
tensione sinusoidale e di applicare una +
tensione di cui si fa variare la 𝑉
pulsazione, mantenendo costante –
l’ampiezza.
In questa situazione si considera
come varia corrispondentemente la
corrente della serie RLC.
Vale, con la convenzione degli utilizzatori: I̅ = ̇ .
In merito alla relazione di fase fra la tensione e la corrente,
l’anticipo di fase della tensione sulla corrente, cioè φ(ω), è già stato
riportato. 7

22.2 Serie RLC: comportamento in frequenza

Serie RLC: comportamento in frequenza


In merito alla relazione fra le ampiezze della tensione e della corrente,
prendendo il modulo della relazione I̅ = e moltiplicando per radice
̇
di due, si ha: V V
I ω = 2I ω = 2 =
Z(ω) Z(ω)
Il grafico di I ω , che è funzione di ω, è quindi ottenibile dal grafico
di Z(ω), moltiplicando il reciproco di Z(ω) per la costante positiva VM.
IM(ω)
Z(ω)
𝑉
I (ω) = V /Z(ω) 𝑅

ω0 ω ω0 ω
8
22.3 Serie RLC: funzionamento in risonanza

Serie RLC: funzionamento in risonanza


Le potenze reattive entranti nell’induttore ideale e nel condensatore
ideale sono rispettivamente: Q =X I eQ =X I .
Alla pulsazione di risonanza vale che XL + XC = 0 e quindi le due
potenze reattive entranti sono opposte: Q +Q = 0.
Osservazione. Si considera solamente la serie dell’induttore ideale e
del condensatore ideale alla pulsazione di risonanza. Si è detto che alla
pulsazione di risonanza vale che XL + XC = 0 e quindi che ŻL + ŻC = 0.
Pertanto la serie
dell’induttore ideale e del 𝐼̅ 𝐼̅
condensatore ideale alla
+ 𝑍̇ 𝑍̇ +
pulsazione di risonanza 𝑉
𝑉
equivale ad un cortocircuito: – –
𝑉 = ŻL + ŻC 𝐼 =
̅ 0, ∀𝐼 .̅
9

22.4 Esercizio (risonanza serie)

Esercizio (risonanza serie)


Dati della rete a regime sinusoidale. L1 R
L1 = 5 mH, L2 = 10 mH, R = 5 , A
C=100 μF, ω = 1000 rad/s, E = 100 V, + L2
J = 20 A, j(t) = 2 J sen(ωt) A, – e(t) j(t)
C
𝑒 𝑡 = 2𝐸𝑠𝑒𝑛 𝜔𝑡 + 𝑉.
Determinare: il valore IA misurato dall’amperometro ideale a valore
efficace e la potenza reattiva 𝑄 entrante nel condensatore ideale.
Soluzione. Rete simbolica.
𝐸 = 𝐸𝑒 = 𝑗100 , J̅ = J𝑒 = 20 ,
𝑍̇ = 𝑅 = 5 , 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇
𝑍̇ = 𝑗𝑋 = −𝑗 = −𝑗10 , + J̅
– 𝐸 𝑍̇
𝑍̇ = 𝑗𝑋 = 𝑗𝜔𝐿 = 𝑗5 ,
𝑍̇ = 𝑗𝑋 = 𝑗𝜔𝐿 = 𝑗10 . 10
22.4 Esercizio (risonanza serie)

Esercizio (risonanza serie)


L’induttore ideale di induttanza L2 e
il condensatore ideale sono in serie 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇
+ J̅
e vale la condizione di risonanza – 𝐸 𝑍̇
serie: XL2 = − XC.
Pertanto la serie di tali due bipoli
equivale ad un cortocircuito. 𝑍̇ 𝐼 ̅ 𝑍̇
+ J̅
– 𝐸
Si ha: 𝑍̇ + 𝑍̇ 𝐼 ̅ − 𝐸 = 0
𝐸 𝑗100 𝑗20 (1 − 𝑗)
𝐼̅ = = = = 10 1 + j
𝑍̇ + 𝑍̇ 5 + 𝑗5 (1 + 𝑗) (1 − 𝑗)

11

22.4 Esercizio (risonanza serie)

Esercizio (risonanza serie)


Soluzione alternativa. Metodo delle correnti di anello.

𝑍̇ +
𝐼 ̅ 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑉J
+ ̅ ̅
𝐼 A2
– 𝐸 𝐼 A1 𝑍̇ J̅ –

(𝑍̇ + 𝑍̇ + 𝑍̇ + 𝑍̇ )𝐼 ̅ − (𝑍̇ + 𝑍̇ )𝐼 ̅ = 𝐸
(𝑍̇ + 𝑍̇ )𝐼 ̅ − (𝑍̇ + 𝑍̇ )𝐼 ̅ = −𝑉J
𝐼 ̅ = −J̅
Mettendo i valori numerici: (5 + 𝑗5)𝐼 ̅ − 0𝐼 ̅ = 𝑗100
0𝐼 ̅ − 0𝐼 ̅ = −𝑉J
𝐼 ̅ = −20
Si ottiene: 𝐼 ̅ = = 10 1 + 𝑗 . Si ha: 𝐼 ̅ = 𝐼 ̅ = 10 1 + 𝑗 . 12
22.4 Esercizio (risonanza serie)

Esercizio (risonanza serie)


Il valore IA misurato dall’amperometro ideale a valore efficace è:
𝐼 = 𝐼 ̅ = 10 2 A
Con i riferimenti di figura:
𝐼 ̅ = J̅ + 𝐼 ̅ = 10(3 + 𝑗) 𝑍̇ 𝐼̅ 𝑍̇ 𝑍̇ J̅
𝐼 ̅ = 𝐼 = 10 10 +
– 𝐸 𝑍̇ 𝐼̅
𝑄 = 𝑋 𝐼 = −10 𝑘𝑉𝐴𝑅

13

22.5 Parallelo RLC in regime sinusoidale

Parallelo RLC in regime sinusoidale


In regime sinusoidale, si considera il 𝐼̅
parallelo dei seguenti tre bipoli ideali
passivi: un resistore ideale passivo, un +
induttore ideale e un condensatore 𝑉 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇
ideale. L’analisi viene fatta per valori –
finiti e positivi per R, L, C.
L’analisi viene fatta al variare di ω, per valori finiti e positivi di ω.
L’ammettenza equivalente del parallelo è:
1 1
Ẏ = Ẏ + Ẏ + Ẏ = G + jB + jB = + j ωC −
R ωL
L’impedenza equivalente del parallelo è:
1 1
1 1 R − j ωC − ωL
Ż = = =
Ẏ 1 + j ωC − 1 1 1
R ωL + ωC −
R ωL 14
22.5 Parallelo RLC in regime sinusoidale
22.6 Parallelo RLC: comportamento in frequenza

Parallelo RLC in regime sinusoidale


Modulo e argomento sono rispettivamente:
1 1
Z ω = ; φ ω = arctg R − ωC
ωL
1 1
R + ωC − ωL
dove l’argomento, dato che Re(Ż)>0, ha valori in ]-π/2, π/2[.
Parallelo RLC: comportamento in frequenza
Si tracciano i grafici del modulo Z(ω) e Z(ω)
dell’argomento φ(ω) in funzione di ω. R
Per Z(ω), si calcolano i limiti per ω0+
e per ω+.
lim 𝑍 𝜔 = 0 ; lim 𝑍 𝜔 = 0
⟶ ⟶
Si tratta di una funzione, con un massimo ω0 ω
per ω avente un valore (ω0) intermedio fra 0+ e +. 15

22.6 Parallelo RLC: comportamento in frequenza

Parallelo RLC: comportamento in frequenza


Il massimo si identifica nel modo seguente. Si osserva che Z ω è il
reciproco della radice quadrata della somma di due quadrati, uno dei
quali non dipende da ω e l’altro, essendo non negativo, è minimo
sicuramente quando è pari a zero (e quindi in corrispondenza è
massima la funzione Z(ω)). Pertanto la condizione di massimo si ha
quando: 1 1 1
ωC − =0 ⇒ ω = ⇒ ω =
ωL LC LC
Il valore ω0 prende ancora il nome di pulsazione di risonanza.
Alla pulsazione di risonanza (cioè per ω = ω0), la suscettanza
capacitiva BC è opposta alla suscettanza induttiva BL: BL + BC = 0.
Alla pulsazione di risonanza, la reattanza induttiva XL è opposta alla
reattanza capacitiva XC: XL + XC = 0.
Alla pulsazione di risonanza, induttore e condensatore sono nella
condizione di risonanza parallelo o condizione di antirisonanza. 16
22.6 Parallelo RLC: comportamento in frequenza

Parallelo RLC: comportamento in frequenza


Alla pulsazione di risonanza, l’impedenza equivalente Ż ω = R. Si
ha quindi: Z(ω0) = R ; φ(ω0) = 0.
Per φ ω = arctg R − ωC , si calcolano i limiti per ω0+ e
per ω+. φ(ω)
π 𝜋
lim φ ω =
⟶ 2 2
π
lim φ ω = −
⟶ 2
ω0 ω
Inoltre, si è visto che φ(ω0) = 0. 𝜋

2

17

22.6 Parallelo RLC: comportamento in frequenza

Parallelo RLC: comportamento in frequenza


-) Per ω = ω0, si è visto che XC = −XL. Il Z(ω)
comportamento del parallelo RLC è ohmico: R
Ż ω = R.
-) Per 0 < ω < ω0, 𝑋 > 𝑋 . L’impedenza
equivalente del parallelo fra l’induttore ideale
̇ ̇ ω0 ω
e il condensatore ideale è ̇ ̇ = 𝑗 : fra
le due reattanze prevale quella più piccola in 𝜋 φ(ω)
modulo. Il comportamento del parallelo RLC è
ohmico-induttivo. 2
-) Per ω > ω0, 𝑋 < 𝑋 . Come prima, da
𝑗 si ha che fra le due reattanze prevale ω0 ω
𝜋
quella più piccola in modulo. Il comportamento −
del parallelo RLC è ohmico-capacitivo. 2 18
22.6 Parallelo RLC: comportamento in frequenza

Parallelo RLC: comportamento in frequenza


Si fa ora l’ipotesi di alimentare il 𝐼̅
parallelo RLC con un generatore ideale
di tensione sinusoidale e di applicare +
una tensione di cui si fa variare la 𝑉 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇
pulsazione, mantenendo costante –
l’ampiezza.
In questa situazione si considera
come varia corrispondentemente la
corrente del parallelo RLC.
Vale, con la convenzione degli utilizzatori: 𝐼 ̅ = ̇ .
In merito alla relazione di fase fra la tensione e la corrente,
l’anticipo di fase della tensione sulla corrente, cioè φ(ω), è già stato
riportato. 19

22.6 Parallelo RLC: comportamento in frequenza

Parallelo RLC: comportamento in frequenza


In merito alla relazione fra le ampiezze della tensione e della corrente,
prendendo il modulo della relazione 𝐼 ̅ = ̇ e moltiplicando per 2, si
ha: 𝑉 𝑉
𝐼 𝜔 = 2𝐼 𝜔 = 2 =
𝑍(𝜔) 𝑍(𝜔)
Il grafico di 𝐼 𝜔 , che è funzione di ω, è quindi ottenibile dal grafico
di Z(ω), moltiplicando il reciproco di Z(ω) per la costante positiva VM.
Z(ω)
IM(ω)
R
I (ω) = V /Z(ω)
𝑉
𝑅
ω0 ω ω0 ω
L’ampiezza I ω tende a + per ω  0+ e per ω  +. 20
22.7 Parallelo RLC: funzionamento in antirisonanza

Parallelo RLC: funzionamento in antirisonanza


Le potenze reattive entranti nell’induttore ideale e nel condensatore
ideale sono rispettivamente: Q = eQ = .
Alla pulsazione di risonanza vale che XL + XC = 0 e quindi le due
potenze reattive entranti sono opposte: Q +Q = 0.
Osservazione. Si considera solamente il parallelo dell’induttore ideale
e del condensatore ideale alla pulsazione di risonanza. Si è detto che
alla pulsazione di risonanza vale che BL + BC = 0 e quindi ẎL + ẎC = 0.
Pertanto il parallelo
𝐼̅ 𝐼̅
dell’induttore ideale e del
condensatore ideale alla + +
pulsazione di risonanza 𝑉 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑉
equivale ad un circuito – –
̅ ẎL + ẎC 𝑉 =0, ∀𝑉.
aperto: 𝐼 = 21

22.8 Esercizio (risonanza parallelo)

Esercizio (risonanza parallelo)


Dati della rete a regime –+
sinusoidale.
e(t)
R1 = 10 , R2 = 5 , L1 R V C L2 R2
1
L1 = 10 mH, L2 = 20 mH, j(t)
C = 50 μF, ω = 1000 rad/s,
𝑒 𝑡 = 50 2𝑐𝑜𝑠 𝜔𝑡 𝑉 ; j 𝑡 = 10 2𝑠𝑒𝑛 𝜔𝑡 𝐴
Determinare: il valore misurato dal voltmetro ideale a valore efficace e
la potenza reattiva 𝑄 entrante nell’induttore ideale di induttanza L2.
Soluzione. Rete simbolica.
𝜋
𝑒 𝑡 = 50 2𝑐𝑜𝑠 𝜔𝑡 = 50 2𝑠𝑒𝑛 𝜔𝑡 + ; 𝐸 = 50𝑒 = 𝑗50
2
1
J̅ = 10𝑒 = 10; 𝑍̇ = 10; 𝑍̇ = 5; 𝑍̇ = 𝑗𝑋 = −𝑗 = −𝑗20;
𝜔𝐶
𝑍̇ = 𝑗𝑋 = 𝑗𝜔𝐿 = 𝑗10; 𝑍̇ = 𝑗𝑋 = 𝑗𝜔𝐿 = 𝑗20 22
22.8 Esercizio (risonanza parallelo)

Esercizio (risonanza parallelo)


–+
+
𝐸 𝑍̇ 𝑍̇ 𝑉 𝑍̇
𝑍̇ 𝑍̇ − J̅
L’induttore ideale di induttanza L2 ed il condensatore ideale di capacità
C sono in parallelo e vale la condizione di risonanza parallelo:
XL2+XC=0. Il parallelo di tali due bipoli equivale ad un circuito aperto.
–+
Si calcola il bipolo +
equivalente al parallelo di ̇ 𝐸 𝑉 𝑍̇
𝑍
𝑍̇ e 𝑍̇ : − J̅
𝑍̇ 𝑍̇ 10𝑗10 𝑗10 (1 − 𝑗)
𝑍̇ = = = = 5(1 + 𝑗)
𝑍̇ + 𝑍̇ 10 + 𝑗10 (1 + 𝑗) (1 − 𝑗) 23

22.8 Esercizio (risonanza parallelo)

Esercizio (risonanza parallelo)


–+
Si calcola 𝑉 con la +
𝐸 𝑍̇
sovrapposizione degli 𝑍̇ 𝑉
effetti. − J̅

𝑍̇ 𝑍̇ 𝑍̇ 5 5 1+𝑗 5
𝑉 =𝐸 − J̅ = 𝑗50 − 10 =
𝑍̇ + 𝑍̇ 𝑍̇ + 𝑍̇ 5(2 + 𝑗) 5(2 + 𝑗)
50 2−𝑗
=− = 10 −2 + 𝑗
2+𝑗 2−𝑗
Il valore VV misurato dal voltmetro ideale a valore efficace è:
𝑉 = 𝑉 = 10 5 V
Infine, si ha: 𝑄 = = 25 VAR 24

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