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Corso di Laurea in Ingegneria Informatica

ultima cifra del numero di matricola da 5 a 9

Teoria dei Circuiti (B)


(prof. Daniele Desideri)
e-mail: daniele.desideri@unipd.it
tel. (ufficio): +39 0498277566

Lezione 1

Presentazione dell’insegnamento -
Cariche elettriche e correnti elettriche
1

1.1 Presentazione dell’insegnamento

Programma
1) Componenti (tipologie fondamentali): generatori di tensione e
corrente, resistori, diodi, condensatori, induttori, trasformatori,
generatori pilotati (o controllati).
2) Collegamenti fra componenti (topologia delle reti elettriche):
leggi e sistemi di equazioni topologiche.
3) Principi e teoremi generali delle reti elettriche.
4) Reti elettriche in regime stazionario: proprietà, teoremi e metodi
di analisi.
5) Reti elettriche in regime sinusoidale: grandezze elettriche
sinusoidali, fasori, impedenze ed ammettenze, risonanza serie e
parallelo, reti simboliche, teoremi e metodi di analisi.
6) Reti elettriche in regime variabile: reti elementari del primo e del
secondo ordine (generatore di tensione costante e carico ohmico-
capacitivo, ohmico-induttivo, ohmico-induttivo-capacitivo). 2

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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Conoscenze ed abilità da acquisire


Il corso ha l’obiettivo di fare apprendere le seguenti conoscenze:
1) le principali proprietà delle reti elettriche di n-poli;
2) i principali metodi di analisi delle reti lineari in regime stazionario
contenenti resistori ideali passivi, generatori ideali indipendenti di
tensione e di corrente e, con riferimento al solo teorema di Thévenin,
anche generatori pilotati (o controllati) lineari;
3) i principali metodi di analisi delle reti in regime sinusoidale
contenenti bipoli ideali passivi (resistori, condensatori ed induttori) e
generatori ideali indipendenti di tensione e di corrente, mediante uso
dei fasori e della rete simbolica;
4) alcuni casi di reti in regime variabile con deviatore che commuta ad
un istante: generatore di tensione costante con carico ohmico-
capacitivo, ohmico-induttivo, ohmico-induttivo-capacitivo.
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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Conoscenze ed abilità da acquisire


Le abilità attese sono le seguenti:
i) capacità di risolvere reti elettriche lineari in regime stazionario
contenenti resistori ideali passivi, generatori ideali indipendenti di
tensione e di corrente;
ii) capacità di risolvere reti elettriche in regime sinusoidale contenenti
bipoli ideali passivi (resistori, condensatori ed induttori) e generatori
ideali indipendenti di tensione e di corrente.

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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Modalità d’esame
La prova d’esame ha una parte di esercizi e una parte di domande di
teoria. L’iscrizione all’esame deve avvenire utilizzando le liste
apposite aperte su Uniweb.
L’esame si terrà in presenza in aula, fatte salve disposizioni
dell’Università di Padova che portino in alcuni casi allo svolgimento
dell’esame in modalità telematica.
L’esame in presenza, in aula, si terrà in forma scritta sia per la parte
di esercizi che per la parte delle domande di teoria.
L’esame in modalità telematica, si terrà in forma scritta per la parte
di esercizi e in forma orale per la parte delle domande di teoria (con
formule/relazioni/ecc. che saranno scritti dalla/dal candidata/o su
fogli). Le prove d’esame in modalità telematica si terranno nella
stessa data delle prove d’esame in presenza (orario delle prove
d’esame in modalità telematica: da definire). 5

1.1 Presentazione dell’insegnamento

Prove d’esame (compiti / compitini)


La prova d’esame comprende: due esercizi (uno sulle reti elettriche
in regime stazionario e uno sulle reti elettriche in regime sinusoidale)
e due domande (articolate) a risposta aperta (sulla parte di teoria).
L’esercizio di stazionario vale otto punti; quello di sinusoidale vale
sette punti. Ciascuna domanda (articolata) aperta vale otto punti. Il
totale dei punti acquisiti dagli esercizi e dalla teoria è il voto espresso
in trentesimi (31 punti è il voto di 30/30 e lode)
Sono previsti quattro appelli: due nella sessione estiva, uno nella
sessione di recupero e uno nella sessione invernale.
Sono previsti due compitini, il primo verso la metà
dell’insegnamento e il secondo alla fine dell’insegnamento. I due
compitini, messi assieme, equivalgono alla (e quindi sostituiscono la)
prova d’esame. La partecipazione ai compitini non comporta
limitazioni di partecipazione ai quattro appelli. 6

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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Prove d’esame (compiti / compitini)


Il primo compitino comprende un esercizio di stazionario. Il punteggio
massimo conseguibile con il primo compitino è pari a 8 punti.
Per poter fare il secondo compitino si deve conseguire al primo
compitino un punteggio minimo di 3 punti (sugli 8 punti disponibili).
Il secondo compitino comprende un esercizio di sinusoidale e due
domande (articolate) a risposta aperta sulla parte di teoria (le domande
vertono su tutto il programma). Il punteggio massimo conseguibile
con il secondo compitino è pari a ventitrè punti.
Il voto complessivo dei due compitini sarà pari alla somma dei punti
conseguiti nei due compitini: tale punteggio è il voto espresso in
trentesimi (31 punti è il voto di 30/30 e lode).
Al secondo compitino il voto che sarà riportato su Uniweb sarà quello
finale registrabile, pari quindi alla somma dei due voti conseguiti nei
due compitini. 7

1.1 Presentazione dell’insegnamento

Regole di svolgimento dei compiti (in aula)


- Il tempo a disposizione per il compito è di 1 ora e 35 minuti. Dopo
35 minuti dall’inizio della prova, la parte delle domande di teoria
deve essere consegnata (il tempo rimanente della prova è quindi
esclusivamente per la parte di esercizi).
- Il posto è indicato nella lista affissa alla porta dell’aula. È necessario
esibire badge universitario con foto (o un documento di
riconoscimento). È consentito l’uso della calcolatrice scientifica non
programmabile. È richiesto di avere con sé penne blu o nere (è
consentito l’uso di strumenti per disegnare, quali matita, gomma,
righello, cancellina, temperamatite e di un astuccio per contenerli).
- È vietato l’uso di libri e/o appunti di ogni tipo e/o strumenti diversi
da quanto indicato; è vietato ogni suggerimento; è vietata ogni forma
di copiatura.
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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Regole di svolgimento dei compitini (in aula)


- Il tempo a disposizione per il primo compitino è di 30 minuti. Il
tempo a disposizione per il secondo compitino è di 1 ora e 5 minuti.
Al secondo compitino, dopo 35 minuti dall’inizio della prova, la parte
delle domande di teoria deve essere consegnata.
- Il posto è indicato nella lista affissa alla porta dell’aula. È necessario
esibire badge universitario con foto (o un documento di
riconoscimento). È consentito l’uso della calcolatrice scientifica non
programmabile. È richiesto di avere con sé penne blu o nere (è
consentito l’uso di strumenti per disegnare, quali matita, gomma,
righello, cancellina, temperamatite e di un astuccio per contenerli).
- È vietato l’uso di libri e/o appunti di ogni tipo e/o strumenti diversi
da quanto indicato; è vietato ogni suggerimento; è vietata ogni forma
di copiatura.
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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Prove d’esame (compiti / compitini)


Appelli Data/orario esame in presenza
I compitino 28/04/2023 ore 12.30 I turno
28/04/2023 ore 13.30 II turno
II compitino 19/06/2023 ore 14:30
I appello 06/07/2023 ore 9:30
II appello 21/07/2023 ore 9:30
III appello 29/08/2023 ore 9:30
IV appello Data/orario da definire

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1.1 Presentazione dell’insegnamento

Testi di riferimento
1. G. Chitarin, F. Gnesotto, M. Guarnieri, A. Maschio, A. Stella,
Elettrotecnica 1 - Principi. Bologna: Società Editrice Esculapio,
2020 (seconda edizione).
2. D. Desideri, Dispensa_parte_teoria_A.A.2022_23. Dispensa
disponibile su Moodle.
3. D. Desideri, Dispensa_parte_esercizi_A.A.2022_23. Dispensa
disponibile su Moodle.
4. Compitini/compiti di Teoria dei Circuiti di appelli passati (IBM
e/o IF e/o IL), disponibili su Moodle.
Su bacheche Moodle (in caso di iscrizione spontanea, chiave
di iscrizione: iscrizione) ci sono anche:
• Programma_A.A.2022_23
• Notizie_A.A.2022_23
• Dispensa_parte_misure_A.A.2022_23 11

1.1 Presentazione dell’insegnamento

Esercitazione di misura
• Facoltativa. Si tratta di un’esercitazione pratica di misura, che
viene fatte in aula.
• Durata prevista: 45 minuti. Sono previsti più turni. L’esercitazione
di misura è prevista fuori dell’orario di lezione.
• Sono previsti due turni da 32 studenti per turno.
• Venerdì 31/03/2023 aula Ae, due turni (inizio turni: 12.30,
13.30).
• Iscrizione al turno: su Moodle dal 07/03/2023 (intorno alle 9.00).

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1.2 Cariche elettriche

L’insegnamento fa uso di due grandezze scalari: corrente e tensione.


Cariche elettriche: introduzione
Sperimentalmente si osservano interazioni di natura elettrica
(fenomeni di attrazione e repulsione) fra materiali elettrizzati. Un
esempio di corpo elettrizzato è una bacchetta di ambra strofinata
mediante un panno di lana. Si dice che un corpo elettrizzato possiede
una ‟carica elettricaˮ (q). Il confronto quantitativo fra cariche
avviene mediante confronto fra le associate forze di interazione di
natura elettrica. Si considerano due tipi di cariche:
- cariche positive rappresentate da un numero positivo q+: q+>0;
- cariche negative rappresentate da un numero negativo q-: q-<0.
In un corpo, la totale carica q è pari alla somma algebrica delle
cariche positive e negative ivi presenti: q = q+ + q-
Nel Sistema Internazionale, l’unità di misura della carica è il
coulomb (simbolo C). Esempio: l’elettrone ha carica ≈ −1.6*10-19 C 13

1.2 Cariche elettriche

Carica puntiforme
Il modello di una carica concentrata in un punto P è
P q
una carica puntiforme q (unità di misura: C).
Densità di carica
Densità volumetrica (o volumica) di carica
Dato un generico punto P, si considera al generico istante t la carica
totale dq = dq+ + dq- contenuta nel volume infinitesimo dV intorno a
tale punto P. La densità volumetrica di carica ρc nel punto P all’istante
t è quindi data dal rapporto tra la carica dq contenuta nel volumetto
infinitesimo dV attorno al punto P e il volumetto stesso:
dq dq
ρ P, t = dV • P
dV
L’unità di misura della densità volumetrica di carica è il coulomb su
metro cubo (simbolo C/m3).
La carica dq presente nel volume infinitesimo dV è quindi dq = ρc 14dV.

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1.2 Cariche elettriche

Densità di carica
Densità volumetrica (o volumica) di carica
- Osservazione. Il volumetto infinitesimo dV centrato in P è
infinitesimo a livello “macroscopico”, cioè senza arrivare alla scala
atomica. La funzione densità volumetrica di carica così ottenuta è, in
generale, una funzione regolare: si intenderà che sia una funzione
limitata e continua (ci si riferisce alla modellizzazione di corpi che
occupano ciascuno un volume finito e ciascuno viene rappresentato
mediante la densità di carica volumetrica di valore limitato e
continua).
- Se si considerano separatamente le cariche positive e quelle
negative, procedendo come prima, si ottengono le definizioni di
densità volumetrica di carica per le cariche positive ρ e per quelle
negative ρ . Da dq = dq+ + dq- si ottiene:
𝜌 𝑃, 𝑡 = 𝜌 𝑃, 𝑡 + 𝜌 𝑃, 𝑡 15

1.2 Cariche elettriche

Densità di carica
Densità volumetrica (o volumica) di carica
Dato un volume V, la carica q presente su tale volume all’istante t è
data da somma fatta su tutti i volumetti dV che compongono il
volume V (cioè è l’integrale sul volume V) delle cariche presenti su
ciascun volumetto:
dV • P V
q(t) = ∫ 𝜌 (𝑃, 𝑡)𝑑𝑉
dq=ρcdV
Osservazione
In una regione di spazio si ha un campo scalare quando ad ogni
punto della regione si associa un valore di una grandezza scalare.
Quando ad ogni punto della regione si associa un vettore allora si ha
un campo vettoriale.
La densità volumetrica di carica è un esempio di campo scalare. 16

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1.2 Cariche elettriche

Densità di carica
Densità superficiale di carica
In alcuni casi la carica si distribuisce su uno strato molto sottile di
materiale. Si utilizza il modello di una distribuzione di carica su una
superficie. Data una superficie S, la densità superficiale di carica σc
nel punto P all’istante t è pari al rapporto tra la carica dq contenuta
sull’area infinitesima dS attorno al punto P e l’area dS stessa, al
generico istante temporale t: 𝑑𝑞 dq=σcdS
σ 𝑃, 𝑡 = dS • P
𝑑𝑆
Unità di misura: coulomb su metro quadro (C/m ). 2 S
Considerando separatamente le cariche positive e quelle negative, si
ottengono le definizioni di densità superficiale di carica per le cariche
positive σ e negative σ . Vale: σ P, t = σ P, t + σ P, t
Densità lineare di carica. In alcuni casi si utilizza il modello di una
distribuzione di carica su di una linea. Si usa la densità lineare di carica.
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1.3 Correnti elettriche: introduzione

Correnti elettriche: introduzione


Le correnti elettriche possono essere dovute a differenti meccanismi.
Si forniscono alcuni cenni introduttivi sulle correnti di conduzione e
sulle correnti di convezione.
Correnti di conduzione sono ad esempio nei conduttori metallici, in
cui, accanto a elettroni strettamente legati ai rispettivi nuclei, ci sono
anche elettroni liberi. Gli elettroni liberi possono essere pensati in
movimento disordinato nel metallo, ma che sotto l’azione di un campo
elettrico al moto disordinato si sovrappone un moto ordinato nella
direzione del campo elettrico e quindi una corrente in tale direzione.
Correnti di convezione: il caso usuale è quello in cui il moto delle
cariche avviene per moto del mezzo in cui sono presenti le cariche.
Esempio: il movimento meccanico di un corpo rigido su cui sono
presenti cariche.
18

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1.4 Corrente elettrica

Corrente elettrica (o intensità di corrente elettrica)


Si consideri una regione contenente cariche in movimento positive e
negative (possono essere presenti anche diversi tipi di portatori di
carica sia positiva che negativa) ed una superficie S, aperta o chiusa,
orientata secondo il versore normale n, che ne individua uno dei due
possibili versi di attraversamento.
Sia Δq la totale carica ‟netta” che, nel tempo Δt, n
attraversa la superficie orientata S. q è pari alla
carica, presa con il suo segno, che attraversa S dS
in verso concorde ad n, a cui si sottrae la carica, S
presa con il suo segno, che attraversa S in verso i
discorde ad n. Vale cioè che:
Δq= Δ𝑞 + Δ𝑞 − Δ𝑞 + Δ𝑞 =
= Δ𝑞 − Δ𝑞 − Δ𝑞 − Δ𝑞
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1.4 Corrente elettrica

Corrente elettrica (o intensità di corrente elettrica)


Si definisce intensità di corrente elettrica, o corrente elettrica o
corrente, la grandezza scalare:
Δ𝑞 𝑑𝑞 n
𝑖 𝑡 = lim = dS
→ Δ𝑡 𝑑𝑡
Per indicare che la sezione S è interessata dalla
corrente i(t), che in generale sarà funzione del S
tempo, si disegna una freccia, concorde con il
versore n, che indica il verso di riferimento i
della corrente, come indicato in figura.
Invertendo l’orientazione della superficie S, cioè il verso di
riferimento della corrente, il valore della corrente cambia di segno.
L’unità di misura della corrente nel Sistema Internazionale è
l’ampere (simbolo A); dalla definizione della corrente vale la
relazione fra le unità di misura: A = C/s. 20

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1.4 Corrente elettrica

Densità di corrente elettrica


Si consideri ora il caso di due tipi di portatori di carica, uno con tutte
cariche uguali positive e uno con tutte cariche uguali negative, prese
le cariche positive con densità volumetrica 𝜌 e quelle negative con
densità volumetrica 𝜌 . Siano caratterizzate rispettivamente da
velocità medie vettoriali v e v . Con queste grandezze si definisce il
vettore densità di corrente elettrica J⃗(P,t):
J⃗(P,t) = ρ v + ρ v
L’unità di misura della densità di corrente elettrica è A/m2.
Il vettore J⃗(P,t) è un campo vettoriale denominato campo di corrente.
Si osservi che può essere J⃗ ≠ 0 anche se 𝜌 = 𝜌 + 𝜌 = 0, ossia può
esistere un campo di corrente non nullo anche in un mezzo
elettricamente neutro in tutti i suoi punti.
Nel caso di un solo tipo di portatori di carica, ad esempio portatori di
cariche negative, si ha: J⃗(P,t) = ρ v . 21

1.4 Corrente elettrica

Relazione fra densità di corrente elettrica e corrente


Si può dimostrare che, calcolando la corrente rispetto ad una
superficie S in quiete, vale la relazione:
n
P
i t = J⃗ n dS dS J
𝑺
cioè la corrente è pari al flusso del vettore S
J⃗ attraverso la superficie orientata S a cui i
la corrente i si riferisce.
Osservazione. I concetti di “fermo” o “in quiete” e di “moto” o
“movimento” richiedono di specificare il sistema di riferimento
(l’osservatore). Si prende come riferimento il sistema di riferimento
fisso, indicato comunemente come sistema di riferimento di
laboratorio (solidale alla Terra). Questa scelta si mantiene anche nel
seguito, tranne nei casi espressamente indicati. 22

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1.4 Corrente elettrica

Relazione fra densità di corrente elettrica e corrente


Dimostrazione della relazione
i t = J⃗ n dS
𝑺
Si consideri il caso di moto di cariche positive di una specie (tutte
con carica uguale), con velocità v .
Una carica che si muove con velocità v , con S
dV v
in quiete, nel tempo Δt passa per dS se è nel n
volumetto dV = v n Δt dS . Pertanto
considerando tutte le cariche, si moltiplica dV dS
per la densità volumetrica di carica ρ e si v Δt
ottiene la carica (ρ dV) che nel tempo Δt passa
per dS: ρ dV = ρ v n dS Δt .
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1.4 Corrente elettrica

Relazione fra densità di corrente elettrica e corrente


Nel caso di moto di cariche di più tipi di portatori di carica, si
sommano i contributi dovuti a ciascun tipo di portatore di carica e si
ottiene che la carica che nel tempo Δt passa per dS è:
J⃗ n dS Δt.
Sommando su S e dividendo per Δt, si ottiene il risultato:

i t = J⃗ n dS
𝑺

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1.5 Corrente nei conduttori filiformi

Corrente nei conduttori filiformi


Caso semplice è quello di un conduttore filiforme, cioè di un
conduttore avente dimensione trasversale molto minore della
lunghezza. Pertanto è caratterizzato da una dimensione, la lunghezza
ℓ che ne individua l’asse curvilineo.
Sia il conduttore in quiete. Si prenda il versore ⃗t tangente all’asse.

S ℓ
t

Si consideri un generico istante temporale. Per il calcolo della


corrente, il riferimento della corrente, dato dal versore n normale alla
sezione S (sezione trasversale del conduttore filiforme), o coincide
con quello indicato da ⃗t (n = ⃗t) oppure è opposto (n = −t⃗). 25

1.5 Corrente nei conduttori filiformi

Corrente nei conduttori filiformi


Si prenda come riferimento per la corrente (dato da n) quello
indicato da ⃗t , cioè si prenda n = ⃗t .
Per un conduttore filiforme, si considerano trascurabili le variazioni
del termine J⃗ n che si hanno spostandosi sulla sezione trasversale
S; inoltre, prendendo n = ⃗t , si ottiene:
i ℓ
i= J⃗ n dS = J⃗ n 𝑆 = J⃗ ⃗t 𝑆 t =n
𝑺
S
La carica fluisce lungo il conduttore, cioè lungo la direzione
dell’asse. Pertanto J⃗ è tangente all’asse ℓ del conduttore filiforme e,
indicando con J il modulo di J⃗, si ha:
i = ±J S .
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1.6 Amperometro

Amperometro
L’intensità della corrente elettrica nei conduttori filiformi viene
misurata con uno strumento detto amperometro.
Il modello idealizzato di tale strumento è l’amperometro ideale.
Il simbolo che sarà utilizzato per l’amperometro ideale è mostrato in
figura.
+ A -

Sono presenti un segno + e un segno –. La corrente viene misurata


con il riferimento che va dal segno + al segno –.

+ A -
i
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1.6 Amperometro

Amperometro

+ A -
S i
In figura a sinistra, il conduttore filiforme è indicato mediante il suo
asse curvilineo ed è indicata la sezione S trasversale dove si intende
effettuare la misura di corrente. A destra, è rappresentato
l’amperometro ideale: misura la corrente, che deve intendersi
relativa alla sezione S del conduttore filiforme, con il riferimento
che va dal segno + al segno –.
L’amperometro ideale è l’amperometro che, con la sua presenza,
non modifica le condizioni preesistenti, cioè non perturba. Inoltre
indica istante per istante il valore (che può essere positivo, nullo o
negativo) della corrente, per quanto rapidamente essa vari. 28

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