Sei sulla pagina 1di 10

Corso di Laurea in Ingegneria Informatica

ultima cifra del numero di matricola da 5 a 9

Teoria dei Circuiti (B)


(prof. D. Desideri)

Lezione 11

Metodo delle correnti di anello −


Metodo dei potenziali ai nodi

11.1 Correnti di anello

Correnti di anello: introduzione A


Si considera, come caso introduttivo, la rete I2 I3
piana di figura. Si considerano le correnti. Si 1 2 3
passa al grafo e si identificano i due anelli.
I1
Si introducono le correnti di anello IA1 e IA2, B
una per ciascun anello. Per corrente di anello A a3
si intende una corrente (grandezza ausiliaria)
che passa per tutti gli elementi di un anello e IA2
I I3
solo per quelli, richiudendosi su se stessa. 1
IA1 I2
Per il grafo di figura: IA1 passa per i lati a1 e a2
a1 B
a2, IA2 passa per i lati a2 e a3.
Il grafo della rete piana viene assimilato ad una associazione di anelli,
ciascuno percorso da una sua corrente di anello. Prendendo tutte
assieme le correnti di anello si hanno le correnti della rete.
2

1
11.1 Correnti di anello

Correnti di anello: introduzione


Per le correnti dei lati della rete si ha che la corrente del generico
lato della rete è data dalla somma algebrica delle correnti di anello
che percorrono tale lato: è presa col suo segno la corrente di anello
che ha riferimento concorde con quello della corrente del generico
lato, è cambiata di segno in caso contrario.
Quindi, per il caso introduttivo presentato, A a3
si esprimono le correnti dei lati in funzione IA2
delle correnti di anello, con la regola I1 I3
indicata. Si ha: I1=IA1 ; I3=IA2 ; I2=IA1-IA2 . IA1 I2
a2
a1 B

11.1 Correnti di anello

Correnti di anello: introduzione


Ciascuna corrente di anello, richiudendosi su se stessa, è solenoidale
e quindi soddisfa le LKC. Anche prendendo le correnti di anello
tutte insieme sono soddisfatte le LKC e quindi le correnti della rete,
espresse come indicato, soddisfano le LKC. A
Infatti: si calcola, con riferimento al nodo A, I2 I3
quanto vale I1 – I2 – I3 . 1 2 3
Per il calcolo, si utilizzano le relazioni sopra I1
scritte che esprimono le correnti dei lati in B
funzione delle correnti di anello: A a3
I1 = IA1 ; I3 = IA2 ; I2 = IA1 – IA2. IA2
Si ottiene: I1 – I2 – I3 = IA1 – (IA1 – IA2) – IA2 I1 I3
e il totale è pari a zero, cioè è soddisfatta la IA1 I2
a2
LKC al nodo A. a1 B
Le correnti di anello sono dette anche “correnti cicliche”. 4

2
11.1 Correnti di anello

Correnti di anello
Quanto presentato nel caso introduttivo, viene ora presentato in
forma generale per una rete di bipoli.
Si prenda una rete di bipoli, avente grafo piano connesso. Gli anelli
del grafo sono m = ℓ-n+1. Si prendano le m correnti di anello, una
per ciascun anello:
IA1 , IA2 , … , IAm .
Per semplicità, siano tali correnti orientate in modo concorde, cioè
tutte in senso orario o tutte in senso antiorario.
Come già introdotto, ciascuna corrente di anello è solenoidale e
quindi soddisfa le LKC.

11.1 Correnti di anello

Correnti di anello
Avendo orientato le correnti di anello in modo concorde, allora, per
ciascuna corrente (Ih ) vale che:
-) nel caso di lato in comune fra due anelli adiacenti, Ih è la differenza
delle due correnti di anello (IAr e IAs) che passano su quel lato:
Ih = ± (IAr - IAs)
(il segno + se la corrente Ih ha riferimento concorde con la corrente di
anello IAr; il segno – in caso contrario);
-) nel caso di lato non in comune fra due anelli adiacenti, Ih è, a meno
del segno, la corrente di anello (IAr) che passa su quel lato:
Ih = ± IAr
(il segno + se la corrente Ih ha riferimento concorde con la corrente di
anello IAr; il segno – in caso contrario).
Osservazione. Esprimendo le correnti dei lati con le correnti di anello
(come sopra indicato), le LKC sono automaticamente soddisfatte. 6

3
11.2 Metodo delle correnti di anello

Metodo delle correnti di anello


Si prenda una rete di GLT (o loro casi particolari, cioè resistori ideali
e/o GIT), avente grafo piano connesso. Se nella rete ci sono GLC, per
ciascuno di essi si calcola l’equivalente GLT. Si esclude per il momento
che ci sia un lato con un GIC (con J0) senza avere in parallelo un
resistore (altrimenti è un GLC trasformabile in un equivalente GLT). E’
una rete lineare, per la quale il sistema di equazioni da scrivere è:

±𝑉 = 0 LKT: m=ℓ-n+1

±𝐼 = 0 LKC: n-1
equazioni dei GLT, inclusi
𝑉 = E − 𝑅𝐼 loro casi particolari (con gli
opportuni riferimenti): ℓ 7

11.2 Metodo delle correnti di anello

Metodo delle correnti di anello


Gli anelli del grafo sono m = ℓ-n+1. Si prendono le m correnti di
anello, una per ciascun anello: IA1 , IA2 , … , IAm .
Tali correnti di anello siano orientate in modo concorde, cioè tutte in
senso orario o tutte in senso antiorario. Si esprimono le correnti dei lati
con le correnti di anello. Le LKC sono automaticamente soddisfatte e
quindi si tolgono dal sistema. Restano le LKT su m=ℓ-n+1 anelli,
dove, inserendo nella scrittura le equazioni dei bipoli, si ha:
±𝐸 = ±𝑅 ± 𝐼 −𝐼 LKT: m=ℓ-n+1

Si è trovato che si scrivono sugli m anelli della rete le LKT, mettendo


al posto delle tensioni le corrispondenti relazioni dei bipoli ed
esprimendo le correnti dei lati con le correnti di anello.
E’ un sistema di m equazioni in m incognite. 8

4
11.2 Metodo delle correnti di anello

Metodo delle correnti di anello


Riordinando la scrittura, si ha il metodo delle correnti di anello.
Orientate tutte le correnti di anello in modo concorde, per il generico
anello k, si scrive:
𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 =𝐸

-) RAkk è la somma delle resistenze dei lati dell’anello k (è detta:


autoresistenza di anello)
-) RAkh è la resistenza del lato comune agli anelli k e h (è detta: mutua
resistenza tra anelli)
-) EAk è la somma algebrica delle tensioni impresse dai GIT presenti
sull’anello k (è detta: f.e.m. di anello) (la tensione impressa di un GIT
è presa con il suo segno se, percorrendo l’anello con verso concorde
con l’orientazione della corrente di anello dell’anello k, si percorre il
GIT dal segno – al segno +; è cambiata di segno in caso contrario). 9

11.3 Metodo delle correnti di anello: esempio

Metodo delle correnti di anello: esempio


Scrivere le relazioni del R1 R2
N2 N4
metodo delle correnti di
anello per la rete di figura. IA1 E2 IA3
Rete piana. +
E1 − + R3 R4 − E
ℓ = 7, n = 4, m = ℓ-n+1=4 − + 4
IA2 IA4
Si prendano le 4 correnti
di anello di figura, tutte in −+
N1 R5 N3 R6
senso orario. Si ha: E3

𝑅 𝐼 =𝐸 −𝐸
𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =𝐸 −𝐸
𝑅 +𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =0
𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =𝐸 10

5
11.3 Metodo delle correnti di anello: esempio

Metodo delle correnti di anello: esempio

R1 N2 R2 I3 N4
Risolto il sistema di 4
equazioni in 4 incognite, I1
IA1 E2 IA3
si trovano le correnti sui I R4 − E
+
E1 − + 2
singoli lati, dalle correnti − R3 + 4
IA2 IA4
di anello.
−+
Ad esempio, con i N1 R5 N3 R6
riferimenti di figura: E3

I1 = IA1 ; I2 = − IA2 + IA3 ; I3 = − IA3 .

11

11.4 Lato anomalo nell’applicazione del


metodo delle correnti di anello

Lato anomalo nell’applicazione del metodo delle correnti di anello


Se nella rete è presente un lato costituito da un GIC (con J0)
senza avere in parallelo un resistore, tale lato è indicato come lato
“anomalo” nell’applicazione del metodo delle correnti di anello.
In questo caso, si agisce nel modo seguente. Si
Ih +
applica il metodo delle correnti di anello
considerando come incognita supplementare la Jh Vh
tensione Vh del lato anomalo, cioè del GIC. −
Il lato anomalo è trattato nella scrittura delle equazioni del metodo
come un GIT con tensione impressa Eh=Vh: si mette quindi la
tensione Vh nel termine EAk con la regola usata per i generatori ideali
di tensione per quanto riguarda il segno.

12

6
11.4 Lato anomalo nell’applicazione del
metodo delle correnti di anello

Lato anomalo nell’applicazione del metodo delle correnti di anello


Alla fine, si aggiunge un’equazione supplementare; la corrente Ih
del lato anomalo, cioè del GIC, con riferimento concorde a quello
del simbolo, è pari a Jh ed è esprimibile in funzione delle correnti di
anello che passano su quel lato:
Ih = Jh = ± (IAr - IAs)

Si ottiene così un sistema di m + 1 equazioni in m + 1 incognite,


con cui si calcolano le m correnti di anello e la tensione Vh sul
generatore del lato anomalo.
Se i lati anomali, cioè costituiti da un GIC (con J0) senza avere in
parallelo un resistore, sono più di uno, per ciascuno si agisce come
sopra indicato e quindi alla fine il sistema avrà un numero di
equazioni e di incognite pari ad m più il numero di lati anomali.
13

11.5 Lato anomalo nell’applicazione del metodo


delle correnti di anello: esempio

Esempio
Scrivere le relazioni del R1 N2 R2 N4
metodo delle correnti di
anello per la rete di figura. IA1 IA3
Rete piana. E’ presente un +
E1 − R4 − E
R3 + 4
lato anomalo. ℓ = 7, n = 4, IA2 IA4
J
m = ℓ-n+1=4
Si prendano le 4 correnti −+
N1 R5 N3 R6
di anello di figura, tutte E3
in senso orario.
Si prenda un riferimento per la tensione VJ ai capi del GIC J:
trattandosi di un generatore, si preferisce scegliere la convenzione
del generatore. Si ha un sistema di m+1=5 equazioni in 5
incognite.
14

7
11.5 Lato anomalo nell’applicazione del metodo
delle correnti di anello: esempio

Esempio
R1 N2 R2 N4

IA1 VJ IA3
+
+
E1 − R4 − E
R3 + 4
− IA2 IA4
J
−+
N1 R5 N3 R6
E3
𝑅 𝐼 = 𝐸 − 𝑉J
𝑅 + 𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 = 𝑉J − 𝐸
𝑅 +𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =0
𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =𝐸
−𝐼 + 𝐼 = J 15

11.6 Metodo dei potenziali ai nodi

Metodo dei potenziali ai nodi


Si prenda una rete di GLC (o loro casi particolari, cioè resistori ideali
e/o GIC). Se nella rete ci sono GLT, per ciascuno di essi si calcola
l’equivalente GLC. Si esclude per il momento che ci sia un lato con
un GIT (con E0) senza avere in serie un resistore (altrimenti è un
GLT trasformabile in un equivalente GLC). E’ una rete lineare, per la
quale il sistema di equazioni da scrivere è:

±𝑉 = 0 LKT: m=ℓ-n+1

±𝐼 = 0 LKC: n-1
equazioni dei GLC, inclusi loro casi
𝐼 = J − 𝐺𝑉 particolari (con gli opportuni
riferimenti): ℓ 16

8
11.6 Metodo dei potenziali ai nodi

Metodo dei potenziali ai nodi


Si è già visto che le tensioni si possono esprimere ricorrendo a n-1
potenziali ai nodi, preso un nodo come nodo di riferimento a
potenziale nullo (nodo di massa).
Il nodo di massa sia ad esempio il nodo n-esimo. Si assegna quindi
potenziale nullo ad esso: Vn = 0.
Si esprimano le tensioni dei lati come differenze di potenziale. La
generica tensione Vh del lato h-esimo che è fra i nodi Nr e Ns è:
Vh = ±(VNr − VNs): il segno + se la tensione Vh è pari a VNrNs; il
segno – in caso contrario.
Esprimendo le tensioni come differenze di potenziale, le LKT sono
automaticamente soddisfatte e quindi si tolgono dal sistema.
Restano le LKC su n-1 tagli indipendenti. Un insieme di tagli
indipendenti facilmente individuabile è quello di n-1 nodi.
17

11.6 Metodo dei potenziali ai nodi

Metodo dei potenziali ai nodi


Allora, scartando il nodo di massa, si scrivono le LKC sugli n-1
nodi a cui si sono associati i potenziali ai nodi incogniti. Inserendo
nella scrittura le equazioni dei bipoli, si ottiene:

±J = ±𝐺 𝑉 −𝑉 LKC: n-1

Si è trovato che si scrivono le LKC sugli n-1 nodi distinti dal nodo
di massa, mettendo al posto delle correnti le corrispondenti
relazioni dei bipoli ed esprimendo le tensioni dei lati con i
potenziali ai nodi.
E’ un sistema di n-1 equazioni in n-1 incognite.
18

9
11.6 Metodo dei potenziali ai nodi

Metodo dei potenziali ai nodi


Riordinando la scrittura, si ha il metodo dei potenziali ai nodi. Per il
generico nodo k, diverso dal nodo di massa, si scrive:

𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 =J

-) GNkk è la somma delle conduttanze dei lati che hanno un morsetto


collegato al nodo k (è detta: autoconduttanza di nodo)
-) GNkh è la conduttanza fra i nodi k e h (è detta: mutua conduttanza
tra nodi)
-) JNk è la somma algebrica delle correnti impresse dei GIC collegati
al nodo k (è detta: corrente impressa di nodo) (la corrente impressa di
un GIC è presa con il suo segno se il suo riferimento è entrante nel
nodo k; è cambiata di segno in caso contrario).
19

11.7 Metodo dei potenziali ai nodi: esempio

Metodo dei potenziali ai nodi: esempio


Analizzare la rete di figura con il metodo dei potenziali ai nodi.
Si prenda, ad esempio, il nodo D
come nodo di massa: VND= 0. Si ha: A B
𝐺 𝑉 =J +J J 2
J1 G1 G3
𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 = −J + J G2 J3
D C
𝐺 + 𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 = −J
Il sistema fornisce i potenziali ai nodi A, B, C (VND = 0).
Si possono calcolare le tensioni
sui lati. Ad esempio, con i A − + B
riferimenti di figura: J2
J1 G1 V1 V2 G3
V1 = VDA = VND− VNA = − VNA
+ G2 − C J3
V2= VBC = VNB− VNC . D
20

10

Potrebbero piacerti anche