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L’elica navale

Cap. 3: Superfici e profili portanti

1. INTRODUZIONE
2. CARATTERISTCHE FLUIDODIMANICHE DI UN’ALA
3. CARATTERISTCHE FLUIDODINAMICHE DI SEZIONE
1. INTRODUZIONE

Particolare importanza hanno in campo navale le ali o superfici portanti. La pala di


un’elica, un timone, una pinna di stabilizzazione, le ali di un aliscafo sono superfici
portanti.
In generale, l’ala è una lastra più o meno sottile, avente di norma un piano di simmetria.
La distanza tra i due piani tangenti o radenti l’ala e paralleli a quello di simmetria viene
detta apertura alare, indicata con 2b in figura.
Le sezioni dell’ala con piani paralleli a quello di simmetria sono profili alari o portanti.
Il profilo principale dell’ala è quello che giace nel piano di simmetria.

Di un’ala si definiscono inoltre:


− Rastremazione: è il rapporto tra la corda del profilo di estremità e quella della
sezione principale;

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− Svergolamento dell’ala: è l’angolo tra la corda della sezione principale e quella di
estremità;
− Superficie alare o portante S: è la superficie che si compone delle infinite corde
delle sezioni;
− Allungamento dell’ala AR (aspect ratio): è il rapporto tra il quadrato dell’apertura
alare e la superficie alare.
Si dirà piana un’ala avente svergolamento nullo lungo tutta la sua apertura; se l’ala è
anche a sezione costante, la superficie alare è il prodotto della corda c per l’apertura 2b;
ne segue un allungamento pari al rapporto 2 b c .

2. CARATTERISTICHE FLUIDODINAMICHE DI UN’ALA

Si consideri un’ala avanzante di moto traslatorio uniforme di velocità V appartenente al


piano di simmetria, in un fluido indefinito, incomprimibile, di densità ρ e viscosità
µ, inizialmente ovunque in quiete.
La risultante W delle azioni dinamiche esercitate dal fluido sul corpo è una forza
contenuta nel piano di simmetria dell’ala. Indicato con {l i } l’insieme dei parametri
geometrici e di forma dell’ala, quale ad esempio l’allungamento AR, , può ritenersi:

W = f ({l i }, V, ρ, µ, α )

dove α è l’angolo, detto di incidenza o di attacco, che la direzione di V forma con la


corda c della sezione alare principale. La stessa relazione in forma adimensionale si
scrive:

W
CW = = f ' ({λ i }, R N , α )
1 2 ρS V2

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Vc
dove R N = è il numero di Reynolds
µ ρ

Le componenti di W nelle direzioni parallela e normale alla velocità sono la resistenza


D e la portanza L.

Le corrispondenti funzioni adimensionali sono dette rispettivamente coefficienti di


resistenza e di portanza dell’ala:

D
C D = f1 ({λ i }, R N , α ) =
1 2ρSV2

L
C L = f 2 ({λ i }, R N , α ) =
1 2ρSV2

Il punto di intersezione tra la retta di azione di W e la direzione della corda è detto


centro di pressione C. Per una completa individuazione di W è necessario darne il
momento M rispetto ad un fissato punto di riferimento.

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Ne segue il coefficiente di momento:

M
C M = f 3 ({λ i }, R N , α ) =
1 2ρS c V2

Fissato un valore del numero di R N e per ali geometricamente simili, i coefficienti

C D , C L , C M dipendono unicamente dall’incidenza α. Nelle figure4 che seguono si

riportano gli andamenti tipici di queste funzioni al variare di α. Convenzionalmente le


incidenze positive si contano in senso orario rispetto alla corda.

4
Le figure sono tratte da quelle riportate in W. F. Durand, “Aerodynamic Theory”, Vol. II, Division E, Berlin, Jiulius Sprinter,
1935

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La prima figura riporta C D , C L , e C L C D = L D in funzione dell’incidenza α .

Il coefficiente di portanza è crescente con α fino ad un massimo, detto incidenza critica,


oltre il quale C L decresce in genere molto rapidamente. In queste condizioni, l’ala è
detta in stallo.
Per un buon tratto della curva, il coefficiente C L è, con soddisfacente

approssimazione, una funzione lineare di α; si annulla alla così detta incidenza di


portanza nulla α0 , può assumere valori negativi ad incidenza minori.
Il coefficiente di resistenza C D è sempre positivo, generalmente più piccolo di C L di

un ordine di grandezza; il suo andamento è approssimativamente di tipo parabolico, ha


un valore minimo in genere per piccole incidenze, nell’ordine di alcuni gradi.
La funzione C L C D è l’efficienza dell’ala; il suo andamento è crescente con

l’incidenza, raggiunge un massimo per valori piccoli di α, dopo decresce rapidamente.

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La figura successiva riporta la curva polare dell’ala; in essa le ascisse sono i valori di
C D e le ordinate quelli di C L ; le incidenze sono i parametri dei punti della curva.
Spesso sullo stesso piano della polare, si riporta il coefficiente C M in funzione di C L .

I coefficienti di portanza e di resistenza dipendono anche dall’allungamento dell’ala e


dal numero di Reynolds. Riguardo a quest’ultimo, l’esperienza rivela una sua
significativa influenza sui valori massimi del coefficiente di portanza. L’allungamento
ha invece una notevole influenza sulle prestazioni di un’ala. Di seguito si riportano
alcune figure5 con gli andamenti di C D e C L per diversi valori di AR .

I dati si riferiscono alle esperienze eseguite su ali piane rettangolari, tutte aventi sezione
coincidente con il profilo Gottingen 389; con corda di 20 cm e allungamenti variabili da
1 (ala quadrata) a 7. I coefficienti di portanza e resistenza sono indicati con
C a e C vr rispettivamente, i valori sono moltiplicati per cento.

Profilo alare Gottingen 389

5
C. Wieselsberger, A. Betz, L. Prandtl, ″Ergebnisse der Aerodynamischen Versuchsanstalt zu Gottingen“, Munchen und Berlin,
1925

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Dall’esame delle figure, si nota:
Le curve dei C L hanno andamento sostanzialmente lineare su un ampio intervallo

dell’incidenza, con pendenze decrescenti con l’allungamento; l’incidenza di portanza


nulla è sostanzialmente uguale per tutti gli allungamenti; lo stesso può dirsi per l valori
dei C D all’annullarsi di C L . Inoltre:

1. Fissata l’incidenza α:
− Il coefficiente di portanza C L cresce con l’allungamento dell’ala;

− Le differenze dei C L sono grandi ai bassi valori di AR, si riducono sensibilmente ai

valori più alti;


− Per valori di AR superiori a 7, si può ritenere il coefficiente di portanza non più
dipendente dall’allungamento dell’ala;

2. Fissato il coefficiente di portanza C L :

− L’incidenza cresce sensibilmente al diminuire di AR; bassi valori dell’allungamento


(ali tozze) richiedono elevati valori di α;
− Le differenze tra le incidenze si riducono sensibilmente agli alti valori di AR ;
− Per valori di AR superiori a 7, si può ritenere l’incidenza non più dipendente
dall’allungamento;

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− Il coefficiente di resistenza cresce sensibilmente al diminuire diAR ;
− La diminuzione dell’allungamento induce nel funzionamento dell’ala un incremento
del coefficiente di resistenza;
− Le differenze tra i valori di C D si riducono sensibilmente agli alti valori di AR ;

− Per valori di AR superiori a 7 si può ritenere il coefficiente C D non più dipendente

dall’allungamento dell’ala.

Pertanto, assegnata la forza di portanza L, la forma della sezione e la superficie


dell’ala, è conveniente adottare elevati allungamenti (AR>7), in quanto ne risulterà una
resistenza più bassa. Il passaggio da un allungamento più alto ad uno più basso richiede
un aumento dell’incidenza e comporta una maggiore resistenza.
Ne segue ancora che la resistenza totale incontrata dall’ala si può ritenere scomponibile
in due parti, una legata alla viscosità, l’altra dipendente dall’allungamento.
Se è lecito supporre anche la loro indipendenza, nelle ipotesi di fluido perfetto l’azione
dinamica totale W si scomporrà nella portanza L normale alla velocità V e in una
componente secondo V che si dirà resistenza di induzione o indotta Di , strettamente
legata all’esistenza di una forza di portanza.

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Se l’allungamento è tanto elevato da non influenzare, nel modo detto, il fenomeno
fluido, si avrà W = W∞ = L = L∞, Di = 0 con incidenza che si indicherà con α ∞ .

Per allungamento finito (AR<7) e α = α ∞ la forza W avrà componenti L e Di

con L < L∞ . Se si vuole una portanza pari a quella dell’ala caratterizzata da AR = ∞, si


dovrà dare all’ala un incidenza α > α ∞ . La differenza α − α ∞ = α i è detta

incidenza indotta, l’incidenza α è detta apparente e si indica con

α a , α a − α i = α e è l'incidenza effettiva.
I termini “indotta/o” e “induzione” sono legati all’interpretazione del fenomeno che,
sulla base anche di osservazioni del fenomeno fisico, dà alle estremità dell’ala una
particolare funzione.
Si supponga l’ala finita investita da una corrente uniforme di velocità asintotica V e
incidenza α . Le estremità generano un moto fluido che induce nei pressi dell’ala stessa

una velocità wi , detta indotta, di direzione normale a V e verso tale da deflettere il


flusso, riducendone l’incidenza. Ne segue che l’ala si vede investita da una corrente
avente velocità V ' = V + w i e incidenza α − αi .

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Le componenti della forza risultante W , normale e parallela alla velocità sono L e D.
Quest’ultima avrà una componente indotta D i, funzione essenzialmente
dell’allungamento, e una viscosa, che si dirà resistenza propria o di profilo Dp .In
termini adimensionali si scriverà:

C D = C Di + C Dp

Da queste ed altre osservazioni, traggono origine la Teoria di Lanchester-Prandtl per


l’ala di allungamento finito e le relative formule che legano incidenze, coefficienti di
portanza e resistenza di ali aventi geometrie differenti solo per gli allungamenti:

1 ⎛ 1 1 ⎞
α1 = α 2 + ⎜⎜ − ⎟ CL
π ⎝ AR 2 AR1 ⎟⎠

1 ⎛ 1 1 ⎞ 2
C D 2 = C D1 + ⎜⎜ − ⎟⎟ C L
π ⎝ AR 2 AR 1⎠

Fissato il coefficiente di portanza, le precedenti formule consentono di valutare gli


effetti del passaggio da un allungamento ad un altro.
La loro applicazione ai risultati delle esperienze su ali rettangolari di allungamento
variabile, già visti, dà come risultato le figure6 che seguono.
In esse, i dati di portanza e resistenza ai vari allungamenti, riportati mediante le su
menzionate formule all’allungamento AR = 5, cadono sostanzialmente tutti su uniche
curve, coincidenti praticamente con quelle di AR = 5. Questo nonostante le teoria di
Lanchester-Prandtl sia applicabile nell’ambito di ipotesi ben definite e non soddisfatte
nei casi esaminati. Tuttavia i relativi risultati, pur non applicabili in generale, si
estendono per approssimazione a tutti i casi della pratica.

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Fissato il numero di Reynolds, per elevati valori dell’allungamento (AR >7), i
coefficienti C D e C L dipendono unicamente dall’incidenza. In questi condizioni il
flusso intorno all’ala si ritiene dipendente soltanto dalla forma della sezione e le
caratteristiche del moto fluido sono assimilabili a quelle dei moti piani, come
certamente è nel caso di allungamento AR = ∞.
In tali casi i coefficienti di resistenza, portanza e momento si diranno di sezione o di
profilo e si indicano in genere con caratteri minuscoli c D , c L , e c M .

In questo caso, preso come riferimento AR = ∞, le precedenti formule si scrivono:

1 1
α AR = α ∞ + cL
π AR

1 1
C D AR = c D + c 2L
π AR

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3. CARATTERISTICHE FLUIDODINAMICHE DI SEZIONE
3.1 INTRODUZIONE

Le caratteristiche fluidodinamiche di una sezione, di fissata geometria, dipendono


dall’angolo di incidenza e dal numero di Reynolds.
Il flusso è quello bidimensionale e stazionario generato dalla corrente traslatoria
uniforme di un fluido incomprimibile che investe il profilo nel suo piano, in processo
termodinamico isotermico.
Siano V0 , p 0 i valori asintotici della velocità; V , p quelli del generico punto P,

appartenente alla sezione.

Dall’equazione di Bernoulli si ottiene la seguente espressione della pressione dinamica:

1 ⎡ ⎛ V ⎞
2

p = p 0 + ρ V02 ⎢ 1 − ⎜⎜ ⎟⎟ ⎥
2 ⎢⎣ ⎝ V0 ⎠ ⎥⎦

Nei punti dove:


− V < V0 risulterà p > p 0 ;
− V = V0 risulterà p = p 0 ;
− V > V0 risulterà p < p 0 ;

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1
− V = 0 risulterà p = p 0 + ρ V02 (punti di ristagno);
2
Per assegnati valori di V0 , p 0 , esiste il valore limite del rapporto:

2
⎛V⎞ p 0 + 1 2 ρ V02
⎜⎜ ⎟⎟ =
⎝ V0 ⎠ 1 2 ρ V02

in corrispondenza del quale la pressione si annulla.

Valori superiori di (V V0 )
2
comportano, da un punto di vista analitico, pressioni

negative, il che è ovviamente privo di significato fisico. Ne segue che in presenza di


velocità simili, il flusso dovrà subire profonde modificazioni. Si osserva, infatti, la
presenza di cavità nel fluido, che si distaccherà, ad esempio, dalla sezione, seguendo
linee di corrente con recupero di pressioni a valori fisicamente possibili (fenomeno della
cavitazione).
Le quantità:

⎡ ⎛ V ⎞2 ⎤
p − p0
CP = = ⎢1 − ⎜ ⎟ ⎥
1 2 ρ V02 ⎢ ⎜⎝ V0 ⎟⎠ ⎥
⎣ ⎦

p0 − p ⎡ ⎛ V ⎞2 ⎤
σ= = − ⎢1 − ⎜⎜ ⎟⎟ ⎥ = − C P
1 2 ρ V02 ⎢⎣ ⎝ V0 ⎠ ⎥⎦

si dicono rispettivamente coefficiente di pressione e indice (o numero) di cavitazione.


Nelle figure seguenti si riportano i risultati teorici e sperimentali ottenuti su alcuni
profili alari.

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Confronti delle distribuzioni teoriche e sperimentali delle pressioni per i profili NACA 44127 e NACA-66 (215)-2168

7 I. H. Abbott, A. E. Von doenhoff, “Theory of Wing Sections”, Dover Pubblications, Inc, New York1949
8 J. P. Breslin, P. Anderson, “Hydrodynamics of Ship Propeller”, Cambridge University Press, 1994

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3.2 CARATTERISTICHE FLUIDODINAMICHE DEL PROFILO SIMMETRICO

Di seguito si riportano6 le caratteristiche del profilo simmetrico della serie NACA 6


avente grossezza t/c = 0.09 e quindi spessore massimo pari al 9% della corda.
I dati sperimentali sono relativi a numeri di Reynolds pari a 3, 6 e 9 milioni per il
profilo liscio, per quello rugoso RN = 6 milioni; sono riportate anche le prestazioni del
profilo con un ipersostentatore (flap).

Le curve del coefficiente di portanza c L presentano ampi tratti lineari sostanzialmente

coincidenti per i diversi numeri di Reynolds; la loro la pendenza è molto prossima al


valore 2 π che consegue dalla teoria del profilo sottile. La simmetria geometrica e di

flusso determinano un valore zero dell’incidenza per portanza nulla ( α 0 = 0) , sicché si

può ritenere in prima approssimazione c L = 2 π α , con α in radianti (se l’incidenza è

in gradi sarà c L = 0.1097 α ).

6
I. H. Abbott, A. E. Von doenhoff, “Theory of Wing Sections”, Dover Pubblications, Inc, New York1949

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L’angolo di incidenza critica o di stallo è invece significativamente crescente con il
numero di Reynolds. Infatti, la maggiore energia cinetica del fluido consente di seguire
maggiormente il contorno della sezione, spostando lo stallo verso incidenze maggiori.
Effetto contrario ha l’aggiunta di rugosità artificiale che, determinando un aumento
della resistenza e, pertanto, una ulteriore perdita di energia cinetica, determina un
anticipo del fenomeno di distacco.
Il coefficiente di momento, rispetto al punto posto ad un quarto della corda dal bordo di
attacco, è praticamente costante alle incidenze di interesse. L’ipersostentatore inarca il
profilo, spostando sensibilmente le curve, con notevoli incrementi di c L , c M e della
resistenza.
I coefficienti di resistenza c D sono riportati in funzione di c L . Alle piccole incidenze

(nell’ordine dei gradi) le curve presentano una evidente “sacca” dove, le resistenze
specifiche sono sostanzialmente costanti, con valori dipendenti da Reynolds e
confrontabili con quelli del coefficiente di attrito della lastra piana. Al di fuori di questo
campo, il coefficiente c D cresce sensibilmente con l’incidenza e il numero di

Reynolds. Alle piccole incidenze, non vi è apprezzabile separazione di flusso e la


resistenza, sostanzialmente dovuta all’attrito superficiale, dipende dall’estensione dello
strato laminare sul profilo.
L’influenza dello spessore del profilo è rilevabile dalle figure che seguono, relative a
profili della stessa serie, ma con valori t/c = 0.6, 0.12, 0.18 e 0.21. La pendenza delle
curve di portanza è praticamente uguale per tutti i profili. Il valore massimo del
coefficiente di portanza risente sensibilmente l’influenza di t/c. Si può in generale
affermare che, fissato il numero di Reynolds, l’andamento dei valori massimi di c L in

funzione della grossezza presenta un massimo assoluto, a suo volta crescente con
Reynolds (vedi figura).
Per quanto riguarda la resistenza, incrementi della grossezza del profilo determinano in
generale aumenti di c D ; si rileva, inoltre, un incremento dell’ampiezza della sacca dei

valori minimi delle resistenza specifiche.

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1,6
SERIE NACA 63

1,4
profilo liscio
CLmax

1,2

profilo rugoso
0,8

t/c
0,6
0 5 10 15 20 25

Influenza della grossezza sul coefficiente massimo di portanza

Influenza della grossezza sui valori minimi del coefficiente di resistenza

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3.3 CARATTERISTICHE FLUIDODINAMICHE DEL PROFILO INARCATO

I profili simmetrici sono detti anche distribuzioni di spessori; infatti, associando ad essi
una linea media si perviene al profilo inarcato, caratterizzato dalla grossezza t c degli

spessori assunti e dall’inarcamento f c della linea media scelta.

La linea media è un profilo sottile per eccellenza con prestazioni fluidodinamiche simili
a quelle già viste. In particolare, il suo funzionamento si considera ideale quando gli
estremi sono punti di ristagno della corrente fluida. In tali condizioni sia il coefficiente
di portanza che l’incidenza sono dette ideali e indicate rispettivamente con c Li e α i .

I loro valori sono ovviamente funzione della geometria della linea, in particolare,
dell’inarcamento. Con approssimazione lineare si ritiene c Li = k f c , con k costante

reale.
Le figure di seguito riportate evidenziano le prestazioni del profilo della serie NACA 63
avente t c = 0.15 , inarcato con una linea media con f c = 0.0309 .

Sugli andamenti delle curve valgono le considerazioni di carattere generale già fatte per
il profilo simmetrico; è da rilevare:
− La curva del coefficiente di portanza trasla verso l’alto e presenta valore non nullo
all’incidenza zero. Ne segue che a pari valori dell’incidenza il profilo inarcato
presenta valori di c L sensibilmente superiori;

− Detta α 0 l’incidenza per portanza nulla, si può scrivere c L = 2 π (α + α 0 ) ;

− La curva di c M trasla verso il basso, con valori sostanzialmente costanti,


soprattutto nel campo delle basse incidenze;
− La curva dei coefficienti c D si sposta verso incidenze maggiori e, in maniera non
eccessiva, ma apprezzabile, verso l’alto; ne seguono incrementi dei valori minimi
entro la sacca laminare e, in generale, resistenze superiori a pari incidenza.
Le prestazioni del profilo dipendono dalla distribuzione di spessori e dalla geometria
della linea media.
Le successive figure riportano α 0 , la pendenza in α 0 della curva di portanza e il

c L max in funzione di t c per vari valori di c Li , cioè di f c .

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Prestazioni fluidodinamiche del profilo simmetrico e di quello inarcato

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Angolo di portanza nulla in funzione di t/c per RN = 106

Variazione della pendenza della curva di portanza in funzione di t/c edi f/c

Variazione del coefficiente massimo di portanza in funzione t/c e di f/c per RN = 106

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L’influenza del numero di Reynolds sul valore massimo del coefficiente di portanza è
evidenziato nella figura che segue, sempre per la serie NACA 63. I dati del profilo
simmetrico sono quelli relativi a c Li = 0

Per quanto riguarda la resistenza, le figure riportate mostrano come i valori minimi di
c D si possano ritenere indipendenti dall’inarcamento del profilo, ma crescenti
all’aumentare della grossezza, sicché si possa scrivere in generale:

c D MIN = a + b (t c )2

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con valori di a e b diversi per le varie serie sistematiche NACA.

Variazione del coefficiente minimo di resistenza con f/c per i profili delle serie NACA aventi
t/c = 0.18

Variazione del coefficiente minimo di resistenza con t/c e f/c

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