Scuola Politecnica
Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle
Telecomunicazioni
Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica e delle Tecnologie
dellInformazione
Note Introduttive
Il corso di Campi Elettromagnetici richiede le conoscenze di matematica
acquisite negli insegnamenti previsti dal piano degli studi. Semplificando un
poco, lo studente deve almeno conoscere i vettori (e le loro rappresentazioni
in coordinate rettangolari, cilindriche e sferiche), i numeri complessi (e le
relative operazioni di base), il calcolo degli integrali di linea, di superficie e di
volume, il calcolo delle derivate parziali, gli operatori di gradiente, divergenza
e rotore (almeno in coordinate cartesiane). Questi strumenti matematici sono
(brevemente) richiamati all'inizio del corso, ma si rimanda alle bibliografie
degli insegnamenti di matematica per una trattazione pi approfondita.
Inoltre, alla teoria classica dei campi elettromagnetici sono dedicati moltissimi
libri, completi ed anche di facile comprensione. Viceversa, queste dispense
(peraltro in fase di aggiornamento) devono intendersi come traccia e guida,
ma in nessun modo lo studio universitario (almeno per questa materia) pu
prescindere dalla consultazione dei testi.
Alcuni riferimenti bibliografici (ma ve ne sono diversi altri) sono riportati nel
seguito (disponibili presso la Biblioteca "Alessandro Chiabrera" - II Polo):
G. Franceschetti, Campi elettromagnetici, Boringhieri, 1983
(CSB di Ingegneria, Secondo Polo, Collocazione: 530.141)
S. Ramo, J. R. Whinnery, T. Van Duzer, Campi e onde nellelettronica per le
comunicazioni, Franco Angeli, 2002.
(CSB di Ingegneria, Secondo Polo, Collocazione: 537.1 RAM CAM 2002)
J. A. Stratton, Electromagnetic theory, McGraw-Hill, 1941.
(CSB di Ingegneria, Secondo Polo, Collocazione: 530.141 STR; disponibile anche al
Primo Polo)
C. A. Balanis, Advanced engineering electromagnetics, Wiley, 1989.
(CSB di Ingegneria, Secondo Polo, Collocazione: 537 BAL)
EQUAZIONI DI MAXWELL
distanze.
Gli esperimenti legati ai nomi di Coulomb, Ampre, Faraday,
Oersted, ecc... hanno via via consentito di definire le
quantit matematiche che descrivono questo fenomeno,
nonch le relazioni che sussistono tra queste.
In particolare l'opera di Maxwell ha avuto come momento
essenziale la "sistematizzazione" delle relazioni ottenute.
Le cosiddette "equazioni di Maxwell" costituiscono, infatti, le
relazioni che legano le grandezze che descrivono il campo
elettromagnetico (i vettori di campo) e le sue sorgenti
(nell'ambito della fisica classica).
A livello macroscopico, il campo elettromagnetico risulta
definito tramite quattro quantit vettoriali (con le relative
unit di misura del Sistema Internazionale):
E
H
D
B
Campo Elettrico
Campo Magnetico
Induzione Elettrica (*1)
Induzione Magnetica
Volt/metro
V/m
Ampre/metro
A/m
Coulomb/metro2 C/m2
Tesla Weber/metro2 T(*2)
Figura 1
Analogamente, se in una regione di spazio esiste un flusso
J e r , t ndS it
Figura 2
Forma globale
D r , t n dS e r , t dV
S
(1)
B r , t ndS 0
(2)
E r , t dl
C
H r , t dl
C
d
B r , t ndS
dt S
d
D r , t ndS J e r , t ndS
dt S
S
(3)
(4)
Si noti:
1) la dualit delle relazioni (si pu ipotizzare una totale
simmetria in caso fossero presenti anche cariche e correnti
magnetiche; queste non esistono in natura, ma sono talora
considerate in modo fittizio per risolvere alcuni problemi di
elettromagnetismo).
2) Gli integrali del tipo:
A r , t ndS
A r , t dl
d
D r , t
D
r
t
n
dS
n dS J sp r , t n dS isp t
,
dt S
t
S
S
ha le dimensioni di una corrente [A] e prende il nome
"storico" di corrente di spostamento.
6) Sono leggi sperimentali .... non si dimostrano!
Dalle equazioni in forma globale si ricava facilmente la loro:
Forma locale
D r ,t e r ,t
(5)
B r ,t 0
(6)
E r ,t
H r ,t
B r ,t
t
D r ,t
J e r ,t
t
(7)
(8)
D r , t n dS D r , t dV e r , t dV
S
E r , t dl E r , t ndS
C
B r , t
n dS
t
S
d
B r , t ndS
dt S
Forma globale
Forma locale
D r n dS e r dV
D r e r
B r ndS 0
S
E r dl 0
H r dl J e r n dS
C
B r 0
E r 0
H r J e r
J e r n dS i
S
significato matematico).
Nel presente caso, r 0 0 . La carica totale si ottiene
integrando su un qualsiasi volume contenente l'origine:
e r ,t dV Qr dV Q r dV Q
V
[C]
da cui si ricava: D r
Q
r .
2
4r
Q
R
4R 2
D r
Q
4 r r0
r r0 Q r r0
r r0 4 r r0 3
Figura 3
In questo caso si pu convenzionalmente assumere:
J e r i z .
Si consideri un cerchio di raggio con centro sull'asse z e
giacente su un piano ad esso perpendicolare. Per simmetria
si ha: H r H r .
Considerando l'equazione di Ampre, applicata a tale
cerchio, si ottiene:
2
H r dl H d H d 2H
C
J r ndS i z zdS i
da cui segue:
i
H r H
Forma globale
Forma locale
D r n dS e r dV
D r e r
B r ndS 0
S
E r dl 0
H r dl 0
B r 0
E r 0
H r 0
H r ,t
D r ,t
D r ,t
J e r ,t
J e r ,t
t
t
r ,t
0
t
(9)
J e r 0
(10)
J e r , t dV J e r , t ndS
V
d
e r , t dV
dt V
dq t
dt
(11)
i0
(12)
in 0
n 1
(13)
Figura 4
Nota: le equazioni (10), (12) e (13) sono valide,
rigorosamente solo nel caso stazionario. Tuttavia esse sono
applicabili, quali approssimazioni, anche nel caso tempovariabile in cui la variazione nel tempo sia molto lenta (come
si vedr in seguito, per esempio a basse frequenze). In
questo caso, infatti, la derivata nel tempo che compare
nellequazione (9) assume un valore molto basso che talora
pu essere trascurato. Non valgono certamente per campi e
sorgenti fortemente variabili (alte frequenze).
EQUAZIONE DELLA DENSITA' DI FORZA
I campi elettromagnetici, come visto, sono generati da
cariche. A loro volta, per, essi "muovono" le cariche che
incontrano, cio esercitano su di esse delle forze. Questa
unaltra fondamentale propriet dei campi elettromagnetici,
cui fondamentalmente legato lo sviluppo delle tecnologie
dellinformazione, in primis le telecomunicazioni (come si
vedr nel seguito).
La densit di forza [N/m3] che agisce su una distribuzione di
cariche (anche in moto), dovuta al campo data da:
f (r , t ) e (r , t ) E (r , t ) J e (r , t ) B (r , t )
F Qr E r dV QE 0 .
V
f (r , t ) Q (r v t ) E (r , t ) Q (r v t )v B (r , t )
D r ,t 0 E r ,t
B r ,t 0 H r ,t
dove
0 8.85 10 12 F / m
0 1.26 10 6 H / m
F / m
H / m
B r ,t r H r ,t
In questi casi:
m D r ,t
m 1 D r ,t
d m r
d m 1 r
d 0 r D r ,t
m
m 1
t
t
n E r ,t
n 1 E r ,t
e0 r E r ,t
en r
en 1 r
n
n 1
t
t
D r ,t
e0 r
E r ,t r E r ,t
d 0 r
valida
approssimativamente anche nel caso in cui i campi variano
molto lentamente (per esempio, per segnali sinusoidali, a
bassa frequenza) e quindi tutte le derivate nel tempo hanno
valori molto piccoli.
EQUAZIONE COSTITUTIVA DEI MATERIALI
CONDUTTORI (LEGGE DI OHM)
Se un mezzo ha anche cariche libere in grado di muoversi
J Ohm r ,t r E r ,t
Figura 5
Si consideri la Figura 5. I due mezzi sono caratterizzati da:
Mezzo 1 1 , 1
Mezzo 2 2 , 2
Consideriamo l'equazione di Gauss in forma integrale:
D r , t ndS e r , t dV
S
Figura 6
ed applichiamola al volume V (piccolo) in figura 6. Risulta:
D r , t ndS D1 r , t n1ds D2 r , t n 2 ds
S1
S 2
D r , t nlat ds
Sup . Lat .
D2 r , t D1 r , t n ds e r , t dV qt
V2
dove
V1
V
2
V2
V
2
D2 r , t D1 r , t n ds s r , t dS
D2 r , t D1 r , t n s
Significato:
D n rappresenta la componente di D normale
superficie di interfaccia.
alla
B2 r , t B1 r , t n 0
ossia che la componente normale di B all'interfaccia tra due
mezzi sempre continua.
Condizioni sulle componenti tangenziali alla superficie
Consideriamo l'equazione di Ampre in forma integrale:
H r , t dl
C
d
D r , t ndS J e r , t ndS
dt S
S
H r , t dl H 2 r , t dl2 H 1 r , t dl1
Figura 7
Il secondo e il quarto integrale sono nulli se l 0.
Inoltre: AB CD w e dl2 dl1 dlw
Per la legge di Ampre, risulta:
H 2 r , t H1 r , t w dl
w
d
D r , t kdS J e r , t kdS
dt S
S
d
D r , t kdS 0
dt S
S 2
S
S
(parte di S nel mezzo 1) e S 2
(parte
2
2
di S nel mezzo 2), J e1 r , t e J e 2 r , t sono le densit di
corrente [A/m2] nei mezzi 1 e 2 (relative al movimento di
cariche volumetriche nei due mezzi), mentre J s r , t una
eventuale densit di corrente superficiale [A/m] che scorre
solo sulla superficie di interfaccia ed quindi relativa al
movimento delle cariche superficiali.
dove S1
H 2 r , t H 1 r , t w dl J S r , t kdl
w
poich vale:
si ha:
w k n
H 2 r , t H1 r , t w k n H 2 r , t H1 r , t
inoltre: k n H 2 r , t H 1 r , t k n H 2 r , t H 1 r , t
da cui
n H 2 r , t H 1 r , t kdl J S r , t kdl
w
n H 2 r , t H 1 r , t J S r , t
Significato:
n H
rappresenta la componente di H tangente alla
superficie di interfaccia.
n E2 r , t E1 r , t 0
ossia che la componente tangenziale di E all'interfaccia tra
due mezzi sempre continua.
Nota: poich si verifica che il campo elettromagnetico
n E2 r , t E1 r , t 0
risulta n E2 r , t 0 allinterfaccia tra i due mezzi. Pertanto
il vettore di campo elettrico, nelle vicinanze di un conduttore
perfetto ha sempre la componente tangenziale nulla.
Conseguentemente, ha solo componente normale non
nulla. In altre parole, il vettore campo elettrico sempre
perpendicolare alle superfici esterne dei conduttori perfetti.
CAMPI ELETTROMAGNETICI IN REGIME SINUSOIDALE
Spesso i segnali utilizzati nelle applicazioni sono di tipo
sinusoidale, oppure scomponibili secondo Fourier. Da cui
l'importanza del regime sinusoidale.
Se un generico vettore di campo (uno dei quattro) ha
dipendenza temporale di tipo sinusoidale, si ha:
F r ,t f x r ,t x f y r ,t y f z r ,t z
con f p r ,t f p0 r cos t p r ,
(11)
p x, y, z .
F r f x r x f y r y f z r z
con (quantit complessa) f p r f p0 r e
(12)
j p r
p x, y, z .
F r ,t Re F r e jt
(13)
H r jD r J r
D r r
B r 0
(14)
B r r H r
(15)
m 1
en r j E r en 1 r j
n
n 1
D r d 0 r D r
E r e0 r E r
da cui:
D r
e quindi
en r jn en 1 r jn 1 e0 r
d m r j d m 1 r j
m
m 1
d 0 r
E r
D r r ,E r .
Analogamente si ottiene: B r r ,H r
Come si vede, in regime sinusoidale, le equazioni costitutive
assumono una forma semplice anche per i mezzi lineari,
isotropi, tempo-invarianti e non dispersivi nello spazio
(condizioni spesso assai ragionevoli in pratica), ma
dispersivi nel tempo. Tuttavia in questi casi, la permettivit
dielettrica e la permeabilit magnetica sono ora quantit
complesse e dipendenti dalla frequenza.
Lequazione costitutiva valida per unampia categoria di
materiali conduttori e detta legge di Ohm, diviene, in regime
sinusoidale:
J Ohm r r E r
con J Ohm r ed E r complessi e r reale.
La densit di corrente indotta deve essere considerata alla
stregua di quelle impresse (che "impongono" il campo e si
considerano fissate, un po' come i generatori indipendenti di
tensione o corrente nella teoria dei circuiti) e quindi inserita
nelle equazioni di Maxwell. Ossia:
J e r J 0 r J Ohm r
H r jD r J 0 r J Ohm r
Se il mezzo ha permettivit dielettrica complessa, si ottiene:
H r j r E r J 0 r r E r
j r r E r J 0 r j r j
E r J 0 r
j * r E r J 0 r
Il risultato importante, perch, in regime sinusoidale, se il
mezzo dispersivo nel tempo e ha anche conducibilit, si
pu affrontare il problema di calcolo dei campi trattando, di
fatto, questo mezzo come se fosse un semplice dielettrico
(senza preoccuparsi di corrente di Ohm e altro), pur di usare
lopportuna * (complessa).
Si noti che, in pratica, di un certo materiale si sa spesso che
possiede una * complessa, senza necessariamente sapere
se ci dovuto alla conducibilit o alla dispersivit. Di solito
uno dei due effetti predominante sull'altro.
Permettivit dielettrica complessa relativa:
*
' j"
0
In estrema sintesi:
- se reale, mezzo dielettrico ideale (lineare, isotropo,
ecc...)
- se complesso, mezzo dielettrico con conducibilit
elettrica non nulla e/o dispersivo nel tempo.
che
Figura 8
J e r ,t
r ,t
0
t
segue direttamente:
J e r j r 0
(16)
J Ohm r r E r
(17)
B r ,t H r ,t
t
t
E r , t
E
r
t
J
r
t
,
,
e
t t
J r , t
2
2 E r , t e
t
t
Infine:
2
J r , t
E r , t 2 E r , t e
t
t
2
H r ,t 2 H r ,t J e r ,t
t
Le equazioni delle onde contengono un solo vettore di
campo e quindi potenzialmente sono "risolvibili".
Si possono anche riscrivere in modo leggermente diverso.
Per la legge di Gauss per il campo elettrico si ha:
D r , t e r , t E r , t
e r , t
Inoltre vale: E r , t E r , t 2 E r , t
dove 2 E 2 E x x 2 E y y 2 E z z
Sostituendo si ottiene:
e r ,t
J r ,t
2
E r ,t 2 E r ,t
e
t
t
2
2
H r ,t 2 H r ,t J e r ,t
t
2
e r
2 H r J e r
2 E r
e r
2 H r 0
2 E r
2 E r 2E r
e r
J r
j e
2 E r k 2 E r
e r
J r
j e
2 H r k 2 H r J e r
Nota: ovviamente qui le quantit relative ai campi e alle
sorgenti sono complesse!
ESERCIZIO 11 Ricavare le equazioni di Helmholtz per i
campi elettrico e magnetico partendo dalle equazioni di
Maxwell in regime sinusoidale.
Perch si chiamano equazioni delle onde?
d 2 Ex z
2
k
E x z x 0
2
dz
d 2 E x z 2
da cui:
k Ex z 0
2
dz
La soluzione :
E r ,t Re E r e jt Re E x z e jt x Re E1e jkz e jt x
E1 cost kz x
Se si fissa t
Se si fissa z
k
k
z 2 t1 z1
t 2 t1
k
1
3 108 m / s
00
v0
1
acqua acqua
1
0 r acqua 0
v
1
0
9
0 80 0
r ' j "
Anche la costante di propagazione
conseguentemente complessa:
risulta
essere
k j
E (r ) E x ( z ) x E1e jkz x
Calcoliamo ora il modulo della componente x del vettore
campo elettrico (lunica esistente in questo esempio).
Siccome e z R e e jz C si ha:
E x z E1e z e jz E1 e z e jz E1 e z
Durante la propagazione, quindi, londa si attenua secondo
un fattore e z (Figura 9).
Figura 9
La costante (risulta sempre 0 ) chiamata costante di
attenuazione, mentre chiamata costante di fase.
Pi grande , pi grande lattenuazione. Ovviamente,
E (r ) 0 per z quando 0 .
Poich k j , si ha
2 2 0 ( ' j " ) ( j ) 2 2 2 2 j
eguagliando le parti reali e le parti immaginarie, si ottiene:
2 2 2 0 '
(parte reale)
2 2 0 "
(parte immaginaria)
"
0 ' 1 1
'
1/ 2
"
0 ' 1 1
'
[1/m]
[rad/m]
buon conduttore.
Se un mezzo ha conducibilit non nulla, come detto, esso
caratterizzato da una permettivit dielettrica complessa:
~ j
~ j
k ~ j j
Poich
1
1 j , si ottiene:
2
k j
1
1 j j
2
2
E r E1e
jkz
x E1e
1 j z
x E1e
z j
z j z
x E1e
z j
dove:
coefficiente di attenuazione
coefficiente di fase
E x z E1e z e jz E1 e z e jz E1 e z
Ovviamente, anche nel caso di buon conduttore, il modulo
del campo elettrico un esponenziale decrescente (),
PROFONDITA DI PENETRAZIONE
Chiediamoci ora quale sia la lunghezza [m] che deve
essere percorsa dallonda piana (per semplicit sempre la
stessa) affinch lampiezza di questultima si riduca,
propapagandosi in un dato mezzo, di un fattore 1/e.
Si ha evidentemente, dalla definizione di , che:
Ex ( z )
1
E x ( z 0)
e
Ex ( z )
1
E x ( z 0)
e
E1 e
1
E1 e 0
e
e, conseguentemente,
e
1
e
B) Poich "
come atteso.
e , risulta e 0
0
r j
.
0
/ ' 100
0
Come gi visto, risulta in questo caso:
RISPOSTA:
Pertanto:
0 '
0 '
"
k 0 '1 j
'
"
0 '1 j
.
2
'
"
coefficiente di attenuazione
2 '
coefficiente di fase
2 '
" 0 '
Passo 2
Potenziali
Vettori di
campo
A r
A r jV r
A r
E r jA r j
A r
2 A r k 2 A r J e r
ESERCIZIO 18 Ricavare questa espressione.
Nota: i passaggi sono del tutto simili a quelli usati per
derivare lequazione delle onde per il vettore campo
elettrico.
ESERCIZIO 19 Scrivere tutte le precedenti equazioni nel
dominio del tempo (trasformando direttamente le equazioni).
ESERCIZIO 20 Scrivere le stesse equazioni nel dominio
del tempo partendo per dalla formulazione del problema
direttamente nel dominio del tempo.
A r
dr '
J e r '
r r'
4 D
Figura 10
Questa relazione (che completa il passo 1 dello schema
iniziale) sufficiente per poter considerare lintero problema
del calcolo dei campi elettromagnetici date le sorgenti (di
V r
A r
j
2d 2
2)
r 10
3)
r 10d
r' 2 r'
r 1 2 cos
r
r
r'
r 1 cos
r
1
1
r r' r
jk r r '
e jk ( r r 'cos ) e jk ( r rr ')
e jkr
A r
J e r ' e jkrr ' dr '
4r D
Il primo termine (quello che moltiplica lintegrale)
rappresenta unonda che si propaga nella direzione radiale
r. Il luogo dei punti per i quali la fase di questo termine
e jkr
Per cui, in far field, risulta: A r
N ( , )
4r
dove
Figura 11
Sulla base di queste assunzioni, il vettore di radiazione pu
essere calcolato come segue:
N , N J e r ' e
jkrr '
dr '
h/2
h / 2
h/2
I dz z Ihz
h / 2
h
h
1 .
2
kIh jkr
e
sin
4r
H j
kIh jkr
e
sin
4r
k 2 I h2
E (r ) H * (r )
2
S (r )
r
S ( r ) r
sin
2 2
2
32 r
2
I h 2
2 sin 2 r
8r
Pirr
S ( r ) ndS
Sfera
I h 2
2
8r 2 sin dS
0
dove si tenuto conto del fatto che, per una sfera centrata
nellorigine, vale n r , pertanto S n S r Sr r S .
Poich dS r 2 sin d d , si ottiene:
Pirr
I h 2
I h 2
3
2 2
sin
sin
sin
d
r
d
d
8r 2
8 0
0
I h 2 4
I h 2
2
8 3
3
Questa espressione conferma come la potenza totale
irradiata da un dipolo elementare sia piccola.
INTENSITA DI RADIAZIONE
Torniamo al caso generale (ossia valido per ogni tipo di
sorgente). Si definisce intensit di radiazione la quantit
[W]:
K ( , ) r 2 S ( r, , )
dove, ovviamente, S sempre lampiezza del vettore di
Pointing (che rappresenta la densit di potenza irradiata). Si
noti come lintensit di radiazione non dipenda da r, ma vari
solo direzione per direzione. Questa considerazione vale
per ogni sorgente, ma possiamo verificarla per il dipolo
elementare. Infatti, lintensit di radiazione per questo dipolo
data da:
2
I h
2
K , K r 2 S
sin
8
D ( , )
K ( , )
K max
K max max K ( , )
( , )
Figura 12
APERTURA DEL LOBO PRINCIPALE
E' l'angolo relativo alle direzioni lungo le quali l'antenna invia
una densit di potenza che met (-3 dB) rispetto alla
direzione lungo la quale l'antenna invia la massima potenza
(Figura 12), che detta direzione di puntamento
dellantenna.
Nel caso del dipolo elementare, il diagramma di radiazione
risulta dato da (Figura 13):
D ( , ) sin 2
Figura 13
EFFICIENZA DI RADIAZIONE
E' un parametro che tiene conto delle perdite reali
dell'antenna. Della potenza in ingresso, una parte irradiata
e una parte persa per varie cause (dissipazione,
scattering, bloccaggio da parte di supporti, ecc...).
Pirr
Pinput
Per un elemento ideale vale 1. In genere < 1.
Efficienza di radiazione: K r
g ( , )
K ( , ) K ( , )
Pinput
Kisotropico
4
g max ( , ) g ( , )
K max
Pinput
4
K ( , )
Pirr
4
dalla relazione K r
K max
Pirr
4
Pirr
, si ricava immediatamente che:
Pinput
1
d ( , )
g ( , )
Kr
D ( , )
si ha
d ( , )
Analogamente si ha
K ( , )
K max
K ( , )
1
D ( , ) K max
dD ( , )
Pirr
Pirr
4
4
g ( , ) gD ( , )
h 2 2 2
( ) I sin
K ( , ) K ( , ) 8
3
sin 2
go ( , )
Pinput
Pirr
h 2 2
2
( ) I
4
3
4
4
Il valore massimo si ha per 90 o . Per cui: g o 3 / 2 , che
un valore molto basso.
Il guadagno, come la direttivit, spesso si misurano in
decibel:
g odB 10 lg10 g o
RESISTENZA DI RADIAZIONE
E' la resistenza equivalente che, percorsa dalla stessa
corrente dell'antenna, dissipa una potenza uguale alla
potenza totale irradiata dall'antenna:
1
2
Pdiss Rirr I Pirr
2
da cui
Rirr 2
Pirr
I
Rirr 2
Pirr
I
h
( )2
3
2
I
h
2
( ) 2
3
In spazio libero:
h
h
h
2
2
Rirr 377( ) 2 (120 )( ) 2 80 2 ( ) 2
3
3
che una resistenza di valore molto basso (ad esempio, se
h / 0.1 , Rirr 7.9 ).
IMPEDENZA DI INGRESSO
E' l'impedenza vista ai morsetti di ingresso dell'antenna. Se
la resistenza di radiazione definita sulla base della
corrente di ingresso, allora la parte reale dell'impedenza di
ingresso sar uguale a tale resistenza. Si scrive:
Z in Rin jX in Rirr jX in
Figura 14
Figura 15
Figure 16
Figura 17
Il paraboloide unantenna direttiva con un alto guadagno.
Il suo massimo di radiazione coincide con lasse del
riflettore parabolico.
AREA EQUIVALENTE
E un altro parametro delle antenne, che le caratterizza in
fase di ricezione. Larea equivalente Aeff infatti definita
come il rapporto tra la potenza disponibile in uscita ai
terminali dellantenna ( Pric [W]) e la densit di potenza ( pinc
[W/m2]) dellonda piana incidente in prossimit dellapertura
(quando adattata in termini di polarizzazione, ossia quando
la polarizzazione dellonda incidente coincide con la
polarizzazione dellonda che lantenna trasmetterebbe se
fosse usata in trasmissione):
Aeff
Pric
pinc
g 4
Aeff
A0
10000
g dB 10 lg10 104 40 dB
3 102
[rad ] 1.7o
1
(comparare con langolo di apertura del lobo principale del
dipolo elementare!).
Figura 18
D e
B m
E j B J m
H j D J e
Esiste una dualit tra le grandezze presenti.
Per la linearit si possono considerare separatamente i due
casi:
A) e 0, J e 0 e m 0, J m 0
B) e 0, J e 0 e m 0, J m 0
Nel caso B) si potrebbe ripetere tutto quanto visto per il
caso A. In particolare, definire un potenziale vettore F ,
analogo ad A .
Dualit
2 A k 2 A J e
2 F k 2 F J m
jk r r '
e
A
dr '
Je
4 D
r r'
jk r r '
e
F
dr '
Jm
4 D
r r'
1
E F
E j A j
A H jF j
(A)
EA
HA
Je
A
(B)
HF
EF
Jm
F
k
1
Figura 19
TEOREMA DI POINTING
(ENERGETICA DEL CAMPO ELETTROMAGNETICO)
Al campo elettromagnetico sono associati fenomeni
energetici. Se accendete una radio, si sente musica e
programmi vari: ci significa che il campo elettromagnetico
sta "spostando" (vero spostamento di materia) le cariche
sull'antenna dellapparecchio (inducendo una corrente).
Quindi (il campo) sta facendo un lavoro a spese della
propria energia. Pertanto, il campo trasporta energia
(energia elettromagnetica).
Figura 20
Si consideri una regione di spazio V nella quale siano
contenute delle sorgenti "impresse" J 0 (Figura 20). La
regione sia assunta omogenea e con conducibilit elettrica
finita.
Si consideri lidentit vettoriale:
A B B A A B
Se applicata ai vettori di campo, diviene:
E H H E E H
Utilizzando le equazioni di Maxwell di rotore, si ottiene
subito
E H H (
H
E
Je )
) E (
t
t
J e J 0 J Ohm J 0 E
e risulta
2
1 H
1 E
E H
E J Ohm E J 0
2
t
2 t
E H dv 2 t 2 t E J Ohm E J 0 dv
V
V
1 E
dv
t
2
V
esso riscrivibile (se il volume stazionario) come
d 1
2
E dv
dt V 2
dWe d
d 1
2
we dv E dv
dt
dt V
dt V 2
dWm d
d 1
2
wm dv H dv
dt
dt V
dt V 2
1
1
2
wm H B H
2
2
W Wm We
Consideriamo ora il termine
E J Ohm dv
V
Figura 21
Si ha (utilizzando ancora la legge di Ohm):
E J Ohm dv
J Ohm
J Ohm dv
J Ohm
dsdl
di J Ohm n ds J Ohm ds
da cui
J Ohm
di
ds
Sostituendo si ottiene
di 2
E J Ohm dv
dl di 2 dR
ds
dove
dR
dl
1 dl
ds
ds
PJ E J Ohm dv
V
p J E J Ohm
la densit di potenza [W/m3] dissipata per effetto Joule dal
campo elettromagnetico (potenza dissipata per unit di
E J 0 dv ,
V
P0 E J Ohm dv
V
p0 E J Ohm
densit di potenza [W/m3] fornita dalle sorgenti (potenza
fornita per unit di volume). Si noti che, se J 0 0 (regione
priva di sorgenti), non vi banalmente alcun apporto di
potenza dalle sorgenti, anche se ci non significa che la
potenza non possa "entrare" in V attraverso S, come
vedremo tra breve.
Arrivati a questo punto, possiamo scrivere:
E H dv
V
dW
PJ P0
dt
E H dv E H n ds S n ds
V
n
ds
PJ P0
dt
S
S nds
S
S r , t S r , t p
si pu assumere che la potenza del campo, nel punto r si
n
ds
PJ P0
dt
S
E (r , t ) E0 (r ) cos(t E ) ReE (r )e jt
H (r , t ) H 0 (r ) cos(t H ) ReH (r )e jt
si ha: S (r , t ) E0 (r ) H 0 (r ) cos(t E ) cos(t H )
risulta che il valor medio nel periodo T del vettore di Pointing
(corrispondente alla densit di potenza media trasportata
dal campo) vale:
S medio (r )
1
1
(
,
)
S
r
t
dt
E0 (r ) H 0 (r ) cos(E H )
TT
2
1
S ( r ) E ( r ) H *( r )
2
1
Infatti, poich
per un qualsiasi vettore complesso A si ha
A A*
e quindi:
ReA
2
E ( r ) e jt E * ( r ) e jt
jt
E (r , t ) Re E ( r )e
2
H ( r ) e j t H * ( r ) e j t
j t
H (r , t ) Re H (r )e
risulta:
S (r , t ) E (r , t ) H (r , t )
E (r )e jt E * (r )e jt H (r )e jt H * (r )e jt
2
2
E (r ) H * (r ) E * (r ) H (r )
4
E (r ) H (r )e j 2t E * (r ) H * (r )e j 2t
4
E (r ) H (r )e j 2t
E (r ) H * (r )
Re
Re
2
2
1
E (r ) H * (r )
S
(
r
,
t
)
dt
Re[
] Re[ S (r )]
2
T T
per cui:
E0
e jkz y
E0
E0
1
S ( r ) E ( r ) H *( r )
x y
z
2
2
2
che ci dice come la densit di potenza media (che dipende
dal quadrato del modulo dellampiezza del campo elettrico)
si propaghi effettivamente lungo z (come peraltro ci si
poteva attendere).
Si verifichi per esercizio la congruenza delle unit di misura
nellultima espressione.
TEOREMA DI UNICITA'
Quando si risolve in problema, fondamentale chiedersi se
la soluzione trovata sia unica o no.
Trattandosi in definitiva della soluzione di equazioni
differenziali (equazioni di Maxwell o delle onde) evidente
che, date le sorgenti (i termini noti), devono essere fissate
alcune condizioni, come ben noto nella soluzione di
equazioni differenziali, per avere una soluzione unica.
Si consideri una regione di spazio V, racchiusa da una
superficie (chiusa) S e contenete sorgenti di campo J e , J m
(per generalit si assumono anche sorgenti magnetiche
fittizie; se, per semplicit, non si vogliono considerare, si
ponga J m 0 in quanto segue).
Il mezzo sia caratterizzato da , , con complessa.
Supponiamo che possano esistere due distinte soluzioni di
campo, denominate E a , H a e E b , H b . Ci si chiede
E a jH a J m
E b jH b J m
H a jE a J e
H b jE b J e
E a E b j H a H b
H a H b j E a E b
posto E E a E b , H H a H b
La condizione per l'unicit che
E a E b E 0
H a H b H 0
E H * j H ( j ) * E
2
E H * n dS j H dv ( j ) * E dv
S
E H * n dS 0
Se si pu dimostrare che
S
2
j H dv ( j ) * E dv 0
ne segue che
ossia:
2
2
Re j H dv ( j ) * E dv 0
V
2
2
Im j H dv ( j ) * E dv 0
V
V
poich 0 ( ' j " ) , con " 0 (si ricorda che ha una
parte immaginaria se il mezzo dispersivo e/o ha una
conducibilit finita, il cui contributo ad "
equazioni sono riscrivibili come
2
" E dv 0
V
2
H dv ' E dv 0
V
), le due
0
E 0 E a E b
Ne segue che la seconda riscrivibile come:
2
H dv 0
V
H 0 H a H b
cio la soluzione unica.
Ma cosa garantisce che E H * n dS 0 ?
S
E H * n dS (n E ) H * dS (H * n ) E dS 0
S
di
unicit
dei
campi
Problema reale
(sorgente reale + piano)
Problema equivalente
Figura 22
Le sorgenti reali+immagine generano lo stesso campo, ma
solo nella regione delle sorgenti reali.
Come devono essere scelte? Tali che le sorgenti immagine
generino lo stesso campo riflesso dal piano.
Problema reale
Problema equivalente
Figura 23
Il problema reale ed il problema equivalente hanno le stesse
condizioni di razione sulla parte di S che si richiude
all'infinito ( S ). Inoltre, nel problema reale, sul piano PEC
( S ) vale n E 0 .
E' evidente che, se le sorgenti virtuali sono tali che, nel
problema equivalente, valga n E 0 sul piano dove si
trovava (nel problema reale) il piano PEC ( S ), risulta che,
dentro V (semipiano superiore) i due problemi, reale ed
equivalente hanno le stesse condizioni al contorno. Per il
teorema di unicit le due soluzioni coincidono (in tutto V).
Ci si verifica se le sorgenti immagine sono posizionate e
dirette come in Figura 24.
Figura 24
La figura tiene conto anche di possibili sorgenti magnetiche
J m . Inoltre, in modo analogo, si pu considerare anche la
presenza di un piano PMC (perfect magnetic conductor). In
questo caso la condizione al contorno su tale che n H 0 .
ESERCIZIO 24. Calcolare il campo elettromagnetico
generato in far field da un dipolo elementare verticale, di
corrente I e lunghezza l, posto ad una altezza h dal piano
metallico (laltezza h riferita al centro del dipolo) (Figura
25).
Figura 25
La componente diretta del campo data da:
kIl e jkr1
sin 1
E j
4 r1
d
kIl e jkr2
sin 2
E j
4 r2
r
con
risulta:
x 1
l'espansione
binomiale
h
h2
r1 r (1 2 2 cos )1/ 2 r h cos
r
r
h2
h
r2 r (1 2 2 cos )1/ 2 r h cos
r
r
Questo per quanto riguarda lapprossimazione sulle fasi.
Le ampiezze sono, come noto, meno critiche e si pu
assumere:
r1 r2 r
kIl e jkr
sin (e jkh cos e jkh cos )
E E E j
4 r
d
da cui:
kIl e jkr
sin [2 cos(kh cos )]
E E E j
4 r
per z 0
d
E 0
per z 0
Figura 26
Figura 27
Figura 28
Figura 28
Si dimostra che il segnale si propaga lungo la linea. Il
campo elettromagnetico, in particolare, di tipo TEM
( E H direzione propagazione )
Il campo E perpendicolare ai conduttori. H tangente ai
conduttori e, siccome sono perfetti (quindi H = 0 all'interno),
sulla superficie scorre una J e .
In totale, su un conduttore scorre una corrente i. Nell'altro,
deve scorrere -i per non avere accumulo di cariche da
qualche parte.
La trasmissione di tipo TEM non in generale l'unica
possibile, ma la fondamentale.
E dl 0
ABCD
E dl E dl v z , t
Figura 29
H dl i z , t
M
Figura 30
E dl
EFGH
B ndS
t S
E dl v( z z , t ) v( z , t )
EFGH
B n dS
t S
si ha:
v( z z , t ) v( z , t )
( z, t )
z
t
B n dS
S
il flusso concatenato
t
z
Sostituendo:
v( z , t )
i ( z , t )
L*
z
t
J e (r , t )
e ( z , t )
t
Figura 31
J e (r , t ) dV J e (r , t ) n dS i ( z z , t ) i ( z , t )
S
e ( z , t )dV
t V
si ha:
i ( z z , t ) i ( z , t )
Q( z, t )
z
t
e ( z , t )dV
contenuta in V.
i ( z , t )
Q( z , t )
z
t
la carica totale
Sostituendo:
v( z , t )
i ( z , t )
C *
t
z
2 v( z , t )
* i ( z , t )
L
z t
z 2
Cambiando l'ordine di derivazione e sostituendo la seconda:
2
2 v( z , t )
* * v( z , t )
LC
2
z
t 2
v( z ) c1e jz
c1e jz
i ( z )
Zc
dove:
c2 e jz
c2 e jz
Zc
Zc
LC
L
C
l'impedenza caratteristica
la costante di propagazione
LINEA INFINITA
Figura 32
La linea infinita e "comincia" in z 0 (Figura 32).
Determinare Z in
Essendo la linea infinita, non c' riflessione, per cui c2 0
Per definizione: Z in
c
v ( z 0)
1 Zc
i ( z 0) c1
Zc
Figura 33
v( z l ) c1e jl c2 e jl
Z in
j
l
j
l
i ( z l ) c1e
c1e
Zc
Zc
Sappiamo che:
(1)
e j cos j sin
c1 c2
v( z 0) c1 c2
Zc
ZL
i ( z 0) c1 c1
c1 c2
Zc Zc
Con semplicissimi passaggi (lasciati per esercizio), dalla (1)
si ricava:
Z in Z c
Z L cos l jZ c sin l
Z c cos l jZ L sin l
LC
essendo la velocit
1
LC
vT v
1
2
v 2
v
2
f
COEFFICIENTE DI RIFLESSIONE
In una linea, come abbiamo visto, tensioni e correnti sono
date da:
v( z ) c1e jz
c1e jz
i ( z )
Zc
c2 e jz
c2 e jz
Zc
Al rapporto
c2
c1
| c2 || c1 |
da cui risulta
0 | | 1
ROS
1 | |
1 | |
Figura 34
v ( z 0)
0
i ( z 0)
c1 c2 0 c2 c1
c2
1
c1
Poich
| c2 || c1 | (| | 1) , l'ampiezza dell'onda
riflessa uguale a quella dell'onda incidente, cio tutta la
potenza torna inviata dal generatore torna indientro.
Si parla di riflessione totale
LINEA "CHIUSA" SU CIRCUITO APERTO
Figura 35
Per questa linea (Figura 35), il carico Z L
v ( z 0)
i ( z 0)
c1 c2
c
0 c2 c1 2 1
Zc Zc
c1
Poich
| c2 || c1 | (| | 1) , anche in questo caso
l'ampiezza dell'onda riflessa uguale a quella dell'onda
incidente, e si nelle condizioni di riflessione totale.
LINEA CHIUSA SU CARICO "ADATTATO"
E' un caso molto importante (Figura 36).
Figura 36
Z L Zc
Per definizione quel carico per cui
(l'impedenza di carico uguale all'impedenza caratteristica
della linea).
Per z = 0 si ha
ZL
v( z 0) c1 c2
Z c Z c (c1 c2 ) Z c (c1 c2 )
c
c
i ( z 0)
1 2
Zc Zc
da cui, semplificando, si ha
c2 0 !
c2 0
c2
0
c1
c2
c1
v( z 0) c1 c2
1
ZL
Z L Zc
Zc
c2
i ( z 0) c1 c2
1
1
Zc Zc
c1
1
Z L Zc
Z L Zc
0 Zc
1
0 Zc
Zc
Z Zc
ZL
1
- Circuito aperto: Z L L
Z
Z L Zc
1 c
ZL
Z Zc
0
- Carico adattato: Z L Z c c
Zc Zc
1
100 50
0.333...
100 50
CIRCUITO
EQUIVALENTE
CONCENTRATI
PARAMETRI
Figura 37
Poich vi sono due conduttori paralleli con interposto un
dielettrico, ci si pu aspettare un effetto capacitivo. Inoltre,
poich nei conduttori scorre una corrente e questa produce
un campo magnetico, si generer un flusso concatenato con
i due conduttori, con conseguente effetto induttivo.
Non esiste viceversa effetto resistivo, perch non ci sono
dissipazioni di potenza, dato che i conduttori sono PEC ed il
dielettrico ideale. Il circuito equivalente risultante
mostrato in Figura 38.
Figura 38
In Figura 38, i valori di induttanza e capacit dellinduttore e
del condensatore sono dati da:
L L*dz
and C C *dz
v jLi
and i jCv
di (t )
dt
and i (t ) C
dv(t )
)
dt
v( z dz ) v( z ) jL * dzi ( z )
che pu essere riscritta come:
v( z dz ) v( z )
j L * i ( z )
dz
(A)
i ( z dz ) i ( z ) jC * dzv( z )
che pu essere riscritta come:
i ( z dz ) i ( z )
jC * v( z dz )
dz
(B)
d 2v ( z )
di ( z )
j
L
*
( jL*)( jC*)v( z )
2
dz
dz
subito riscrivibile come
d 2v ( z )
2
v( z ) 0
2
dz
(C)
dove LC la
Analogamente, si ricava
d 2i ( z )
2
i( z ) 0
2
dz
costante
di
propagazione.
(D)
v( z ) v1e jz
v2e jz
(E)
c1e jz
i( z )
Zc
c2e jz
Zc
L
dove Z c
limpedenza caratteristica di una linea di
C
trasmissione ideale ed uniforme (che, in questo caso,
reale).
Per cui, per una qualunque linea di trasmissione ideale ed
uniforme, correnti e tensioni lungo la linea hanno il seguente
andamento (si confronti con le espressioni dei vettori di
campo elettrico e magnetico di unonda piana in spazio
libero):
v( z ) c1e jz
c1e jz
i ( z )
Zc
c2 e jz
c2 e jz
Zc
L
assumono valori che
dellimpedenza caratteristica Z c
C
dipendono dalla specifica linea di trasmissione (dalla sua
geometria, dalle dimensioni, dal dielettrico impiegato). Per
linee ideali, in particolari, sia che Z c assumono valori
reali.
Luso di un circuito equivalente semplifica il calcolo nel caso
in cui si vogliano tenere in conto condizioni non-ideali (che
renderebbero la trattazione rigorosa in termini delle
equazioni dei campi assai complessa). Infatti, se i conduttori
non sono perfetti ed il dielettrico non ideale, le
corrispondenti dissipazioni di potenza devono essere
considerate.
r ' j "
se la parte immaginaria dovuta alla conducibilit elettrica
del dielettrico reale, d (ovviamente molto pi bassa di
quella del conduttore), si ha che:
d
.
0
Figura 39
Il circuito di Figura 39 pu subito essere ridisegnato come in
Figura 40.
Figura 40
dove evidentemente risulta:
Z R jL
Y G j C
v( z ) c1e z
c1e z
i ( z ) ~
Zc
c2e z
~
c2e z
~
Zc
~ Z Y ( jL R )( jC G ) e
Z
~
Zc
jL R
.
j C G
~ j
e z e ( j ) z e z e jz
e z e ( j ) z e z e jz
Figura 41
Figura 42
Figura 43
E evidente che la linea originaria vede ora come carico
limpedenza di ingresso della linea aggiunta. Utilizzando la
formula che fornisce limpedenza di ingresso di una linea
dato il carico, si ottiene che tale impedenza di ingresso (del
tratto / 4 ) vale:
Z 'in ( Z 'c ) 2 Z L
Per ripristinare ladattamento occorre che Z 'in Z c da cui si
ricava subito che:
Z 'c Z ' c Z L
Si supponga ad esempio di voler connettere una linea con
Z c 50 , operante ad f = 10 GHz ed in aria, ad un carico
Z L 100 . Il carico risulta disadattato alla linea. Per
ripristinare ladattamento si pu interporre un tratto di linea
di lunghezza l = / 4 =(v/f)/4 = 0.75 cm.
La sua impedenza caratteristica deve essere:
Z 'c 50 100 73
Se limpedenza di carico complessa, si pu procedere in
questo modo. Sapendo che limpedenza di ingresso di un
tratto di linea chiusa su un circuito aperto oppure su un
corto-circuito puramente immaginaria, si pu aggiungere
porre in parallelo al carico un tale tratto di linea (detto stub),
scelto in modo tale da annullare la parte immaginaria
dellimpedenza di carico. In particolare, limpedenza di
carico si trova ad essere in parallelo con limpedenza di
ingresso dello stub (conviene pertanto lavorare con le
ammettenze, ricordando che le ammettenze di bipoli in
parallelo si sommano). A questo punto, avendo eliminato
la parte immaginaria, il nuovo carico risulta reale e pu
essere adattato come visto precedentemente.
Il limite di utilizzo di tratti in / 4 per ladattamento di
impedenza legato al fatto che la lunghezza del tratto di
linea aggiunto esattamente lungo / 4 solo a una
specifica frequenza di lavoro. Cos il tratto aggiunto adatta
solo a quella frequenza (e, approssimativamente, per
frequenze molto vicine). Si ha pertanto un adattamento a
banda stretta (idealmente a singola frequenza). Esistono
Figura 44: 1) Guida d'onda rettangolare; 2) guida d'onda circolare (si tratta in particolare di
un dispositivo che collega due guide d'onda rettangolari, tramite transizioni, ad una guida
circolare); 3) Transizione cavo coassiale/guida d'onda rettangolare (esterno); 4)
Transizione cavo coassiale/guida d'onda rettangolare (interno). Si noti il prolungamento
del conduttore interno del cavo coassiale, usato per eccitare il campo elettromagnetico
nella guida.
E (r ) E ' ( x, y )V1e jz
(la costante V1 ora inessenziale). Dalle equazioni di
Maxwell
E (r ) jH (r )
H (r ) jE ( r )
(ed
analoga
1
H z '
E z '
(
j
)
x
y
k2 2
2 E k 2 E [ 2 k 2 ]E [ 2 k 2 ]( E x x E y y E z z )
[ 2 k 2 ]E x x [ 2 k 2 ]E y y [ 2 k 2 ]E z z 0
ciascuna componente del vettore [ 2 k 2 ]E deve essere
quindi essere nulla. Tra queste, quella di nostro interesse,
cio:
[ 2 k 2 ]E z 0
Poich abbiamo assunto che E (r ) E ' ( x, y )V1e jz , si ha
E z (r ) E ' z ( x, y )V1e jz
sostituendo nellequazione scalare di Helmholtz e ponendo,
per semplicit, ( x, y ) E ' z ( x, y ) , si ricava immediatamente
che
2
dove
t2
[ k
[ t2
]E z [ t2
2
2 k 2 ]E z 0
z
2
2
2 2 . Inoltre risulta:
x
y
2
2
2
2
2 k ]E z [ t 2 k 2 ]V1e jz
z
z
t2 (k 2 2 ) 0
t2 ( x, y ) kc2 ( x, y ) 0
Si dimostra che linsieme dei coefficienti kc2 che soddisfano
lequazione un sottoinsieme numerabile dei numeri reali.
Inoltre kc2 dipende dal tipo di guida donda, dalle sue
dimensioni e dal dielettrico (tutto ci sar verificato in
seguito nel caso della guida donda rettangolare).
E importante notare che dalla relazione kc2 k 2 2 si
ricava subito che
j kc2 k 2
(si ricorda che j compare nellesponenziale e jz che il
termine di propagazione del campo lungo z).
Si evince quindi una fondamentale propriet delle guide donda:
A)
Se k kc j
B)
C)
Se k kc 0
Se k kc immaginario j
immaginario
2f
c 2f c
Sostituendo si ottiene:
f
j kc2 k 2 j k 2 kc2 jk 1 c
f
Risulta che c propagazione se
Invece
attenuazione
f f c j reale .
f f c j immaginario .
(onda
evanescente)
se
f c frequenza di taglio.
f c dipende da kc , cio dal tipo di guida donda.
Potendo assumere kc solo un insieme discreto di valori, evidente
che, per ogni valore di kc esiste una particolare distribuzione di
campo (soluzione delle equazioni di Maxwell) in grado di propagarsi
nella guida. Questa distribuzione chiamata modo TM.
Analogamente, partendo da [ k ]H z 0 possono essere
ricavate tutte le relazioni per i modi TE.
2
E z ( x, y ) ( z )
( z ) V1e jz V2e jz
Lequazione per ( x, y ) :
t2 ( x, y ) kc2 ( x, y ) 0
2 2
2
Coordinate rettangolari:
k
0
c
2
2
x
y
Usiamo nuovamente la tecnica della separazione delle variabili
( x, y ) X ( x)Y ( y )
Condizioni al contorno: E z 0 sui lati, cio
0 xa
y0
y b (lati lunghi)
x a (lati corti)
0 yb
x0
Sostituendo ( x, y ) X ( x)Y ( y ) nellequazione e dividendo per :
1 2 X 1 2Y
2
k
0
c
2
2
X x
Y y
Deve valere per ( x, y ) interno alla guida. I due termini non
possono che essere costanti. Chiamiamo queste costanti cos:
1 2 X
2
k
x
X x 2
1 2Y
2
k
y
Y y 2
kc2 k x2 k y2
2 X
k x2 X 0
2
x
2Y
k y2Y 0
2
y
X ( x ) A cos k x x B sin k x x
Y ( y ) C cos k y y D sin k y y
con A, B, C, D costanti da determinare.
Applichiamo le condizioni su ( x, y ) X ( x)Y ( y ) risulta:
( x, y ) BD sin k x x sin k y y
Inoltre:
sin k x a 0
sin k y b 0
n 1,2...
p 1,2...
k y b p k x a n
ky
p
b
kx
con p, n interi
n
a
da cui:
n p
b
2
kcTM
np
n p
x sin
y
a b
TM
np
M sin
M BD
kc c 2f c
fc
kc
MODI TE : f TE
c
MODI TM : f TM
c
np
np
n p
a
b
2
2
n p
b
2
2
n 0,1...
p 0,1...
tranne p n 0
n 1...
p 1...
f cTE
10
2 a
1
2a
v
1 2a
TE
2a
c10
1
fc
TE
c10 2a Notare il legame tra la lunghezza donda e le dimensioni
della guida.
APPENDICI
CLASSIFICAZIONE DELLE BANDE DI FREQUENZA
Banda
Frequenza
Lunghezza d'onda
Principali impieghi
< 3 Hz
> 100.000 km
ELF
(Extremely low
frequency)
330 Hz
100.000 km 10.000 km
SLF
(Super low
frequency)
30300 Hz
10.000 km 1.000 km
ULF
(Ultra low
frequency)
3003000 Hz
1.000 km 100 km
VLF
(Very low
frequency)
330 kHz
100 km 10 km
LF
(Low frequency)
30300 KHz
10 km 1 km
MF
(Medium
frequency)
3003000 KHz
1 km 100 m
Trasmissioni radio in AM
HF
(High frequency)
330 MHz
100 m 10 m
(Onde corte)
VHF
(Very high
frequency)
30300 MHz
10 m 1 m
UHF
(Ultra high
frequency)
3003000
MHz
1 m 100 mm
SHF
(Super high
frequency)
330 GHz
100 mm 10 mm
EHF
(Extremely high
frequency)
30300 GHz
10 mm 1 mm
Figura A.1
Risulta pertanto:
E2 (r ) Etransmitted ( r ) Et e jk z x
2
dove k1 11 e k2 2 2 .
Dalle equazioni di Maxwell si ottiene:
H1 (r ) H incident (r ) H reflected (r )
H 2 ( r ) H transmitted (r )
E0e jk z y
1
Er e jk z y
1
Et e jk z y
2
dove 1 1 / 1 and 2 2 / 2 .
Se si applicano le condizioni di interfaccia:
n ( E2 E1 ) 0
n ( H 2 H1 ) J s
valide ovviamente solo allinterfaccia (cio per z = 0) e
notando che n z e che J s 0 (in quanto nessuna delle due
regioni conduttore perfetto), immediato ricavare:
E 0 E r Et
1
E0
Er
Et
Er 2 1
E0 2 1
Et
2 2
E0 2 1
r i
t
k1
arcsin i
k2
sin t
k1
sin i
k2
Figura A.2
Supponiamo che le permeabilit magnetiche dei due
materiali siano uguali, allora risulta:
sin t
r1
sin i
r2
1
1 3
r1
sin i
sin 60
80
9 2
r2
Da cui t arcsin(
3
) 5,5 gradi
18
Figura A.3
Ci si verifica quando:
sin t sin 90 1
r1
sin iL
r2
ossia:
sin iL
r2
r1
Figura A.4
r1
sin i 1
r2
e jk2 z ''' e 2 z e j 2 x
In definitiva, nella regione 2 il campo continua ad esistere,
ma si tratta di unonda che si propaga nella direzione x e la
cui ampiezza, nella direzione z decresce velocemente con z
(cio allontanandosi dallinterfaccia).
Si parla di onda evanescente perch non si propaga per
nulla lungo z, cio non si stacca mai dallinterfaccia.
In pratica, ad una certa distanza dallinterfaccia il campo
diviene trascurabile, per cui, nella regione 2, esso risulta
solo confinato in una ristretta regione vicino allinterfaccia,
e, in questa regione, si propaga lungo x.
Nel caso delle fibre, quindi, nel mantello c unonda
evanescente che si propaga lungo la direzione della fibra,
ma non si allontana mai da questa e, in pratica, confinata
tutta nel mantello.
Figura A.5
v( z )
i( z )
( z)
Z ( z) Zc
Z ( z) Zc
0 ( z 0)
Z ( z 0) Z c Z L Z c
Z ( z 0) Z c Z L Z c
v ( z 0)
i ( z 0)
Normalizzando
tutte
le
impedenze
allimpedenza
caratteristica (cio definendo: z ( z ) Z ( z ) / Z c ), si ottiene
subito:
( z)
z( z) 1
z( z) 1
1 ( z)
1 ( z)
z ( z ) r ( z ) jx ( z )
( z ) u ( z ) jv( z )
1 u jv
1 u jv
1 u jv 1 u jv
1 u jv 1 u jv
si ottiene subito:
1 u 2 v 2 j 2v 1 u 2 v 2
2v
r jx
j
(1 u ) 2 v 2
(1 u ) 2 v 2
(1 u ) 2 v 2
a questo punto risulta:
1 u 2 v2
r
(1 u ) 2 v 2
2v
(1 u ) 2 v 2
da cui:
(u 1) 2 r u 2 1 v 2 r v 2 0
e poi
u 2 (r 1) 2ur r 1 v 2 ( r 1) 0
r
r 1 2
v 0
r 1 r 1
si pu completare il quadrato in u:
2
r r r 1 2
v 0
u
r
r
1
1
da cui risulta
2
r
1
r r 1
2
u
v
r 1
r 1 r 1 ( r 1) 2
Consideriamo il risultato finale:
r
1
2
u
v
r 1
(r 1) 2
( x x0 ) 2 ( y y0 ) 2 R 2
risulta che la precedente equazione una circonferenza di
r
r
centro
,0 e raggio
nel piano di coordinate (u , v) .
r 1
r 1
O meglio, per ogni valore di r esiste una diversa
circonferenza, in altri termini si tratta di una famiglia di
circonferenze.
Consideriamo ora laltra relazione:
2v
(1 u ) 2 v 2
completando il quadrato:
(u 1) 2 v 2
2v 1
1
2 2 0
x x
x
2v
2v
(u 1) 2 v 2
0
x
x
si ottiene infine:
1
1
(u 1) 2 (v ) 2 2
x
x
1
che risulta essere una circonferenza di centro 1, e
x
1
nel piano di coordinate (u , v) (il modulo
raggio
| x|
necessario, in quanto x, al contrario di r pu assumere sia
valori positivi che negativi.
R
1.0
2.0
5.0
100
0.5
Centro
(0.5,0)
(0.67,0)
(0.83,0)
(0.99,0)
(0.33,0)
Raggio
0.5
0.33
0.167
0.009
0.67
( z)
z( z) 1
.
z( z) 1