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CAP. 6 - CONDUZIONE ELETTRONICA NEI SOLIDI.

Teoria di Drude per la conduzione nei metalli.


Tre anni dopo la scoperta dell'elettrone, Drude costru la sua teoria della
conduzione elettrica e termica dei metalli, considerando l'insieme degli elettroni
come un gas al quale applic le leggi della teoria cinetica dei gas perfetti. Un
metallo deve essere considerato come costituito da un gas di particelle cariche
negativamente e uno di particelle cariche positivamente; Drude assunse che
queste ultime particelle fossero praticamente ferme e che il gas di particelle
negative fosse costituito dai soli elettroni di conduzione e non da quelli di core.
Tipicamente la densit di elettroni 1022 cm-3, una densit molto maggiore di
quella dei gas ai quali si applica la teoria cinetica. Inoltre, vi sono le seguenti
assunzioni fondamentali:
1) tra un urto e il successivo, l'interazione e-e ed e-ione trascurabile, per cui
senza campi esterni gli elettroni si muovono in linea retta tra un urto e il
successivo e se vi sono campi esterni il loro moto governato dalla II legge della
dinamica. L'ipotesi di interazione trascurabile e-e nota come 'approssimazione
di elettrone indipendente' e quella riguardante l'elettrone - ione di
'approssimazione di elettrone libero'.
2) Gli urti che cambiano le velocit degli elettroni sono quelli con gli ioni (quelli
tra elettroni non sono importanti).
3) La probabilit che un elettrone subisca un urto nell'intervallo di tempo dt
dt/, essendo il tempo di rilassamento ovvero il tempo medio che intercorre tra
un urto e il successivo.
4) La velocit con cui un elettrone emerge da una collisione dipende dalla
temperatura locale e nonr dipende dalla velocit prima dell'urto.
La densit di corrente

r
j = en v

dove

r
v

la velocit elettronica media che

r
r
nulla in assenza di campi esterni. In presenza di un campo elettrico E , sia v o la

velocit

di

un

elettrone

subito
dopo
un
urto:
all'istante
t,
r
eE
r
r
r r
v = v o + at = v o +
t . Essendo la direzione di emergenza, casuale
m r
r
r
eE
r
eE
, v o = 0 per cui v =
e quindi
t =
m
m
r e 2 n r
r
j=
E = E
m

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essendo la conducibilit elettrica. Tipicamente, a R.T.,

10 14 10 15

s.

1
3
mv o 2 = kT si trova v o 10 7 cm/s, e quindi il libero cammino
2
2
medio l = v o = 1 10 .
Assumendo

Vogliamo ora calcolare l'impulso medio per elettrone all'istante t+dt, noto quello
all'istante t. La probabilit che un elettrone non collida rdopo un tempo dt 1dt/ e se vi sono forze esterne l'impulso aumenter di f (t )dt ; il contributo di
tutti gli elettroni che non urtano nell'intervallo dt all'impulso per elettrone sar
il prodotto della frazione (1 - dt / ) per il loro impulso medio per elettrone:

r
r
r
p ( t + dt ) = (1 - dt / ) p ( t ) + f ( t ) dt =
r
r
dt r
= p (t )
p (t ) + f ( t)dt + O(dt) 2

Il contributo all'impulso per elettrone


degli elettroni che urtano (con probabilit
r

dt/ ) del II ordine (dt/ f (t )dt ) e quindi possiamo scrivere considerando il


contributo di tutti gli elettroni:

r
r
r
dt r
p (t + dt) - p (t ) = p (t ) + f ( t)dt + O(dt) 2

e passando al limite:

r
r
d p(t )
p ( t) r
=
+ f (t )
dt

L'effetto degli urti , pertanto, quello di introdurre un termine di smorzamento


nell'equazione del moto dell'elettrone.
Il modello di Drude pu rendere conto, anche se solo in parte, del valore del
coefficiente Hall e della magnetoresistenza. Applichiamolo al calcolo del
coefficiente Hall.
z

v
x

-e v x B
B
+++++++++++++++++++++++++++++

E
x

E
y
-----------------------------

j
x

La forza agente su ciascun elettrone : f = -e( E + v B ) ; essendo la velocit


degli elettroni diversa, tale forza deve essere intesa come forza media.
L'equazione del moto :
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r
r
r
r p r p
d p(t )
= e E + B


dt
m
r
r
p
eB
ed essendo j = en , si ottiene:
In condizioni stazionarie, posto c =
m
m
o E x = c jy + jx
o E y = c j x + j y
2
c
B
ne
. Posto j y =0, la tensione Hall : E y =
jx =
jx ;
con o =
o
ne
m
Ey
1
=
il coefficiente Hall : R =
e permette di calcolare n in un metallo.
Bj x
ne
In realt R dipende da B, T e da come preparato il campione. La teoria di Drude
non riesce a spiegare valori positivi di R, corrispondenti a cariche elettriche
positive.
Essendo c la frequenza di rivoluzione di un elettrone libero in un campo
magnetico,

piccolo significa che gli elettroni descrivono un piccolo arco di

circonferenza prima di urtare nuovamente, mentre c grande significa che gli


elettroni descrivono pi rivoluzioni prima di urtare nuovamente.
Calcolo della conducibilit a.c. col modello di Drude.
Calcoliamo
lar corrente indotta in un metallo da un campo elettrico variabile
r

:
E ( t ) = Re( E ( )e i t ) . L'equazione
r
r del moto
r
dp( t )
p( t )
=
eE
(1)
dt

r
r
=
Re
p
(t
)
p
( )e i t ].
[
Cerchiamo soluzioni stazionarie della forma:
r
eE ( )
r
Sostituendo nella (1) si ha: p ( ) =
e quindi:
1
i

r
r
ne r
j ( ) = p ( ) = ( )E( )
m
dove ( ) la conducibilit elettrica a.c., dipendente dalla frequenza:
dc
ne 2 / m
( ) =
=
.
1
1

Applichiamo questo risultato alla propagazione della radiazione e.m.r in un metallo.


Il risultato che abbiamo ottenuto non tiene conto del fatto che

E ha associato

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un campo
r

r
B per cui nell'equazione (1) dovremmo considerare un termine

r
ev B , ma essendo B=E/c, tale termine v/c pi piccolo di quellor dovuto ad E
e quindi trascurabile (v=j/ne 10-1 cm/s, v/c 10-9). Inoltre E funzione
r
anche di r per cui la forza, in realt dipende dal punto; per lunghezze d'onda
della radiazione molto maggiore del libero cammino medio, E si pu assumere
costante. Pertanto, usando le
di Maxwell e ricercando soluzioni
r equazioni
r

E = E o e i t , si
r ha:
r r

E =
t
r
r
r r
r
r

r r
E
2
( E) = E = B = ( o j + o o
)=

t
r
r 1 E
i r i r 2
i r

E =
1+
E
)=
= ( o E + 2
c oc
c c2
o
c t
t

dipendenti dal tempo del tipo

(2)

Definiamo la costante dielettrica complessa:

( ) = 1 +
Ad alte frequenze

> > 1 e quindi:


( ) =

i ( )

o
i
o
1 i

p2
i2 o
( ) = 1 + 2
= 1 2
o

o
ne 2
;
=
=
o o m

detta frequenza di plasma.

Le soluzioni dellequazione

r 2
r
E = 2 ( ) E
c
hanno, per reale e negativo ( p > ), un decadimento esponenziale per cui la
radiazione non si propaga; per positivo, la soluzione ha andamento oscillatorio
2

e si propaga nel metallo (naturalmente per alte frequenze). La frequenza di


soglia alla quale il metallo diventa trasparente

p =

. L'accordo con i dati

sperimentali molto buono per i metalli alcalini.


Se si assume che la densit di carica possa avere un comportamento oscillatorio

( t ) = ( )e i t ,

l'equazione
r di continuit :

r
j ( ) = i ( ) ;

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per la legge di Gauss:

r r
( )
E( ) =

e quindi

o
( )

( )
i ( )
i ( ) =
( )
i = 0 1 +
= 0.
o
o
o

= p;
2
infatti, se a ( ) sostituiamo o i / otteniamo = o / o = p .
Abbiamo trovato, quindi, che l'onda di densit di carica si propaga se p ;
Ma abbiamo trovato che condizione affinch l'onda si propaghi :
2

tale onda si chiama oscillazione di plasma ed una oscillazione collettiva


longitudinale di un gas elettronico. Il quanto di tale oscillazione il plasmone.
Conducibilit termica di un metallo.
La legge sperimentale di Wiedemann- Franz stabilisce che il rapporto tra
conducibilit termica ed elettrica k/ proporzionale alla temperatura T e il
numero di Lorentz k/ T circa lo stesso per un gran numero di metalli. Drude
assunse che la corrente termica fosse portata dagli elettroni di conduzione nei
metalli. Stabilite le condizioni stazionarie in una barra metallica in cui esiste un
gradienterdi temperatura e un flusso di calore, definiamo la densit di corrente
termica

jq

come un vettore parallelo al flusso di calore di modulo pari

all'energia
r termica per unit di tempor e di area normale al flusso. Per la legge di

jq

r
r
q
j
T :
=-k T . Sebbene la velocit media degli

proporzionale al
Fourier,
elettroni che arrivano in un punto pu essere nulla, per l'assunzione 4 fatta
all'inizio di questo capitolo, gli elettroni provenienti da una regione a
temperatura pi alta avranno una energia media maggiore di quelli provenienti da
regioni a pi bassa temperatura, per cui ci sar un flusso netto verso la regione a
temperatura pi bassa. Supponiamo che il moto degli elettroni sia lungo l'asse x e
che in un punto x met elettroni provengono da regioni a pi alta T e met da
regioni a pi bassa T. Sia E (T) l'energia media per elettrone in un metallo in
equilibrio alla temperatura T. Gli elettroni che giungono in x dalle regioni a pi
alta T hanno subto l'ultimo urto, in media, in x-v, per cui avranno energia media
E (T(x-v)) e la densit di corrente termica a loro dovuta sar : E (T(x-v)) n/2 v
, dove n il numero di elettroni per unit di volume; gli elettroni provenienti da
regioni a pi basse T porteranno una densit di corrente termica pari a E
(T(x+v)) n/2 (-v); pertanto:
r

j q =n/2 v[E (T(x-v)) - E (T(x+v))]

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T1>T2

T2
x-v

x+v

jt=E(T(x+v))(n/2)(-v)

jt=E(T(x-v))(n/2)v

Sviluppando in serie di Taylor per v piccolo:

E T
n
E T
E T
= nv 2
v E(T ( x)) v
E(T (x )) v

T x
2
T x
T x
v2
2
2
2
Nel caso tridimensionale: v x
= vy = vz =
3
r q 1 2 dE r
per cui:
j = nv
( T ) .
3
dT
dE
Essendo E l'energia termica per elettrone,
la capacit termica per
dT
jq =

elettrone e se N il numero di elettroni , NE=E l'energia termica totale per

dE N dE 1 d E
=
=
. Posto cv la capacit
dT V dT V dT
r
r
rq 1 2
j = v c v ( T ) = k ( T )
scrivere:
3
1 2
1
dove k = v c v = vlc v la conducibilit termica.
3
3
1 2
21
v c v
mv 2 c v
k 3
=
= 32 2
,
Il rapporto
2

ne
ne
m
1
3
3
2
assumendo mv = k B T e c v = nk B si ha:
2
2
2
2
k 3kB
=
T
2 e
cui: n

termica specifica, possiamo

che la legge di Wiedemann - Franz.


Il valore sperimentale di

k
T

circa il doppio del numero di Lorentz

2
3 kB
.
2 e

Nel modello che abbiamo sviluppato vi sono due errori che implicano un fattore
100 ciascuno, ma che si elidono: il primo che il calore specifico elettronico
circa 100 volte pi piccolo di

3
nk B
2

, il secondo che

v2

degli elettroni

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circa 100 volte pi grande. Infine, avendo assunto l'energia termica dipendente
dal punto dell'urto in relazione alla temperatura del posto, ci implicherebbe
velocit maggiori dove la T pi alta, cio avremmo dovuto assumere la velocit
dipendente dalla posizione, ma ci introduce un fattore dell'ordine dell'unit.

La teoria di Sommerfeld per la conduzione nei metalli.


Sebbene il modello di Drude spieghi molti fatti sperimentali, esso fa predizioni
errate, per esempio, circa il calore specifico elettronico. La teoria di
Sommerfeld considera ancora un gas di elettroni liberi e indipendenti, ma ad
esso applica la statistica di Fermi-Dirac

r 1 m
f (v ) =
4 h

1
1

exp mv 2 kT + 1

invece di quella di Maxwell

r
m
f B (v ) = n

2kT

3/ 2

mv 2
exp
2kT

inoltre, l'equazione del moto quella di Schroedinger. Determiniamo le propriet


fondamentali di un gas di elettroni nello stato fondamentale, confinati in un
volume cubico V. Supponiamo che il potenziale all'interno del cubo sia nullo e
infinito all'esterno. Questa la situazione assunta da Sommerfeld per gli
elettroni liberi in un metallo.
z
L

V I
out
Vin =0
O

L
x

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Nell'approssimazione di elettroni indipendenti, determiniamo i livelli energetici


di un singolo elettrone e poi riempiamo questi livelli tenendo conto del principio
di Pauli. L'equazione di Schroedinger per un elettrone libero :

h2 2
2
2 r
r

(3)
2 + 2 + 2 ( r ) = E ( r )
2 m x
y
z
Se poniamo (x, y, z ) = X ( x)Y (y )Z (z ) la (3) pu essere separata in tre
d2X 2m
equazioni; per la X(x) si avr, per esempio:
+ 2 Ex X = 0 .
dx 2
h
1/2
n x
2
La soluzione :
(4)
X (x ) = sin x
L
L
h22 2
con autovalore E x =
n x , con n x intero.
2 mL 2
n y
n x
n z
, ky =
, kz =
kx =
L
L
L l'energia quindi data da:
Posto
2 2
h
h2 r 2
2
2
2
(4a)
En n n =
(n x + n y + n z ) = 2 m k ;
2 mL 2
3h 2 2
l'energia dello stato fondamentale E 111 =
. Gli stati 111 o 222 sono non
2mL 2
h2 2
9 volte degenere poich
degeneri, ma, per esempio, E n n n = 41
2mL 2
x

corrisponde alle seguenti terne: 126, 162, 216, 261, 621,612, 434, 443, 344.
Ciascuna terna corrisponde ad uno stato diverso, cio, ad una diversa
configurazione nello spazio della densit di probabilit, ma tutti hanno la stessa
energia e corrispondono ad un unico livello.
Una quantit di grande importanza nello studio delle propriet elettroniche dei
solidi la densit degli stati N(E). Definiamo
E

N(E)= 0 N (E )dE
il numero di stati con energia minore di E, per cui N(E)=
numero di stati con energia fra E e E+dE.

d
N(E);
dE

N(E)dE il

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Per valutare N(E), teniamo presente che:

2 mL 2
n + n + n = 2 2 En n n = R2
h
2
x

2
y

2
z

(5)

Tale equazione rappresenta una sfera di raggio R, nello spazio n. Il numero di


stati N(E) con energia minore di E dato dal numero di punti rappresentativi che
si trovano nel primo ottante per cui solo valori positivi di n hanno senso; poich
ogni punto si trova ad un vertice delle celle unitarie in figura, N(E) il volume
dell'ottante:
3/ 2
L 3 2 m 3/ 2 3/ 2
1 4 2mL 2
E
=
N(E) =

6 2 h2
8 3 h2 2

La densit di stati sar:

L 3 2 m 3/2 1/2
d
N(E)=
N(E)=

E
4 2 h2
dE

(6)

e tenendo conto dello spin , la densit di stati totale sar

L3 2m

2N(E)=Nt=
2 2 h 2

3/ 2

E 1/ 2 .

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N(E)

Densit totale degli stati in funzione dell'energia per il modello


dell'elettrone libero. A T=0 K tutti gli stati sono occupati fino
alla energia di Fermi.

La soluzione della (3) un'onda stazionaria soggetta alle condizioni al contorno


= 0 a x=0 e x=L. Il valore di aspettazione dell'impulso dell'elettrone che
oscilla tra le pareti della scatola di potenziale zero e quindi l'onda stazionaria
non idonea a descrivere una corrente in un metallo. Ar tale scopo conveniente
r
i k r

usare come soluzione della (3) un'onda piana, del tipo e , che per non soddisfa
le precedenti condizioni al contorno. Se avessimo una regione unidimensionale
piuttosto che una scatola, potremmo immaginare di chiudere su s stesso il filo
per permettere la circolazione di una corrente (l'analogo tridimensionale
difficile da immaginare). Con una tale operazione x=0 viene a coincidere con x=L
e la condizione al contorno diventa (0 ) = (L ) e

d
dx

x =0

d
dx

x =L

. In

generale, nel caso tridimensionale tali condizioni sono note come condizioni al
contorno di Born-von Karman e si scrivono come:

(x ,y ,z + L ) = (x , y , z)
(x ,y + L , z ) = (x, y, z)
(x + L , y , z ) = (x , y , z)

ikL

Considerando quindi che deve essere (0 ) = (L ) , si ha 1 = e

e quindi

kL = 2n con n=0, 1, 2, ........ (onde che si muovono in verso opposto hanno lo

r
1 ikrrr
e , gli autovalori dell'energia
stesso autovalore dell'energia). Se (r ) =
V

h2 2 h2 2
2
k =
saranno: E k =
2 (2n ) e, in generale,
2m
2 mL
2 2
h
2
2
2
Ek =
2 (2 nx ) + (2n y ) + (2 n z )
2mL

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10

Sebbene questa espressione sia diversa dalla (4a), la densit degli stati che si
ottiene la stessa. Possiamo verificare che

r
kr (r )

un autostato dellimpulso,

h hr
r
r=
i r i con autovalore hk :

r ikrrr
h ikrrr
r e = hk e
i r
per cui un elettrone nel livello

r
kr (r )

r
h
k
ha un impulso
e quindi una velocit

r
hk /m.
Passiamo a calcolare il numero totale di elettroni liberi in un metallo. Ogni stato
occupato da due elettroni con spin opposto (principio di Pauli). Gli elettroni
liberi nel metallo, N e , occuperanno i livelli fino ad una certa energia E F , per cui
risulter:

V 2 m 3/2 3/2
N e = 0 N t (E )dE =

EF
3 2 h2
h2
Posto n= N e / V, si ha E F =
(3 2 n) 2/ 3 . Possiamo esprimere
2m
cinetica degli elettroni in termini di E F :
E
V 2 m 3/2 5/2 3
E c = 0 N t (E )EdE =

E F = N e EF
5 2 h 2
5
3
L'energia cinetica media per elettrone quindi
EF.
5
EF

l'energia

La correlazione che esiste tra spazio n e spazio k si ottiene dalle relazioni che
legano k ad n. Il numero di stati possibili nello spazio k, ovvero il numero di punti
in una regione molto grande, praticamente il volume contenuto in quella regione
diviso il volume per punto che nel caso 3d

(2 / L )3 , cio: / (2 / L )3.

ky

kx
2/L

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Pertanto il numero di valori permessi di k per unit di volume nello spazio k :


V / 8 3 . Possiamo sistemare un elettrone in ciascuno stato e associare due
elettroni con spin opposti alla stessa onda piana. Il raggio della sfera dello spazio
k in cui sistemiamo tutti gli elettroni si indica con kF e il numero di k permessi :

V 4 3
k F ;
8 3 3

il numero di elettroni per unit di volume sar:

k 3F
N 1 k 3F V
n= = 2 2 =
3 2
V V 6

La sfera di Fermi la sfera che contiene i livelli occupati e la superficie della


sfera separa i livelli occupati da quelli vuoti.
L'impulso, la velocit e l'energia di Fermi sono definiti come:

h 2 k 2F
h2
p F = hk F , v F = p F / m , E( k F ) =
=
( 3 2 n) 2/ 3 = E F
2m
2m

Possiamo ricavare una espressione generale della densit degli stati, nel caso in
cui l'energia dipende solo dal modulo di k (superficie sferica di energia):
3
4 3 k V
N(E)= V / 8 k =
3
62
3

e quindi

d
d
dk Vk 2 dE 1
N(E)=
N(E)=
N(E)
=

dE 2 2 dk
dE
dk

Calcoliamo la densit degli stati nel caso di un metallo bidimensionale.


L'espressione (5) diventa:

2 mL 2
n + n = 2 2 E = R2 ,
h
2
x

2
y

che l'equazione di una

circonferenza. N(E) sar l'area del I quadrante:

2 mL 2
E
N(E)=
4 h22

e la densit degli stati sar indipendente dall'energia:

d
1 mL2
N(E)=
N(E)=
dE
2 h2

Nel caso unidimensionale, si ha:


N(E)=

l = ( 2 m ) 1/ 2

L 1/ 2
E
h
N(E)=

2 mL 2
n = 2 2 E = l2,
h
2

essendo l la lunghezza;

d
1/ 2 L
N(E)= (m / 2 )
E 1/ 2
h
dE

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In tutto quanto detto si assunto lo stato fondamentale alla temperatura T=0 K;


se T diverso da zero, dobbiamo considerare gli stati eccitati. Abbiamo visto
che a T=0 K solo gli stati con E<EF sono occupati, ci significa che la funzione
distribuzione di Fermi

r
f rks = 1, E k < E F
r
r
f ks = 0, E k > E F
1
f = (E )/kT
e
r +1
= 1 per E k < lim = E F .

()
()

Essendo

lim f krs
T0

()

T0

La densit di distribuzione degli stati di energia permessa data dalla densit


per unit di volume, mentre quella degli stati occupati data da:

N t ( E)
1 2m 3/ 2
E 1/2
n(E )dE =
f ( E)dE =
dE

V
2 2 h 2 e(E E )/ kT + 1
F

Calore specifico elettronico.


L'energia interna

U e sar l'energia

numero medio di elettroni nel livello:

r
E(k)

dell'elettrone nel livello per il

U e = 0 En(E )dE = 0 EN t (E )f (E )dE

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ce =

Ue
T

; si pu dimostrare che, con qualche approssimazione,

ce =

2
3

k Tg( E F ) =
2
B

2
3

k 2B T

3 n
2 EF

g( E F ) la densit degli stati al livello di Fermi; tale risultato da


3
confrontare con nk B della statistica classica che circa 100 volte pi grande.
2
dove

Effetto termoionico .
Affinch un elettrone in un metallo possa passare dalla superficie al livello di
vuoto, esso deve possedere una energia almeno pari alla funzione lavoro, , pi
l'energia di Fermi,

E F . Con riferimento alla figura poniamo: = E E


o
F
livello di vuoto

livello di Fermi

fondo della B.C.


Metallo

Vuoto
Superficie

Nell'approssimazione di elettrone libero, l'energia tutta cinetica, per cui la


densit di stati occupati nel metallo, data da:

8 m 3
v 2 dv
n(E )dE = N t ( E)f ( E)dE =
h 3 e (E E )/kT + 1
F

Per calcolare la densit di corrente termoionica consideriamo il prodotto della


densit di stati occupati per la carica per la componente x della velocit degli
elettroni. Consideriamo
la componente v x della velocit essendo questa
perpendicolare alla superficie del metallo. Per integrare su tutte le velocit degli
2
elettroni, sostituiamo l'integrazione su 4 v dv con una integrazione su
dv x dv y dv z tenendo conto che solo gli elettroni con energia maggiore di

+ EF

possono sfuggire dalla superficie:

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2em 3 +
j=
dv y dv z

h 3
2( + E

essendo

v x dv x
1/ 2

e (E E

) /kT

+1

E E F > > kT possiamo trascurare l'unit al denominatore e

riscrivere come:

2em 3 E
j=
e
h3

F / kT

x
1/2
2( + E F )

dv ydv z

m(v 2x + v 2y + v 2z )
dv x
exp
2 kT

da cui si ottiene la formula di Richardson:

4em
(kT) 2 e /kT = AT 2 e / kT
3
h
+

x
e
dx
=
). La costante A vale 120 A/cm2K2.

j=

(Si tenga conto che

Il grafico del logj/T2 in funzione di 1/kT permette di ricavare la funzione lavoro


del metallo (dell'ordine di qualche eV). La costante A non risulta la stessa per
tutti i metalli e ci pu essere dovuto al diverso stato della superficie, alla
dipendenza da T della funzione lavoro, alla riflessione degli elettroni alla
superficie del metallo.
La teoria di Sommerfeld trova anche il giusto valore del numero di Lorentz.
Tuttavia, nonostante i successi , la teoria dell'elettrone libero non spiega la
dipendenza della costante Hall dal campo magnetico e da T, il segno di RH, la
dipendenza della conducibilit dalla temperatura, ecc., per cui sar necessario
abbandonare questo modello.
Effetto termoionico in un metallo 1D

N (E) =

m / 2 1 / 2
E
h

j x = e ( m / 2)

1/ 2

E 1 / 2 =

E f / kT

1
m / 2v x

dE = mv x dv x

exp( mv x2 / 2kT )
)

2 + E f

m / 2v x

v x ( mv x dv x ) =

em E f / kT kT
2e
e
E
kT
=
kTe / kT
exp(
(
)
/
)

+
f

h
m
h

come si pu osservare la dipendenza complessiva dalla temperatura cambia


rispetto al caso 3D.

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