RELAZIONE ELABORATO
Relazione di elaborato – Pietro Favalesi – 5°A
Problema
Un atomo di idrogeno subisce un urto anelastico con un elettrone. A seguito dell’urto, l’atomo
effettua una transizione dallo stato fondamentale n =1 allo stato n = 3.
Prima richiesta
Determina la minima energia cinetica che doveva avere l’elettrone per provocare la
transizione.
Svolgimento
Per svolgere questo problema avremo bisogno di conoscere il modello atomico di Bohr, le sue
implicazioni e il significato di urto anelastico.
Escludendo ulteriori dispersioni di energia e pertanto considerando 𝐾𝑒2 = ∆𝐸𝑒1 , per calcolare
l’energia cinetica minima necessaria ad e2 per far avvenire la transizione, ci basterà
conoscere la differenza di energia meccanica totale E associata ad e1 nel passaggio
dall’orbita n=1 all’orbita n=3.
Data l’equazione
Z2
En = −(13,6eV)
n2
1
K e2 = ∆𝐸𝑒1 = (13,6eV) (1 − ) = 12,1eV
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Seconda richiesta
Calcola le lunghezze d’onda dei fotoni emessi e stabilisci a quale parte dello spettro
elettromagnetico appartengono.
Svolgimento
Per svolgere la richiesta abbiamo a disposizione due percorsi analoghi. Il primo, ottenere la
differenza di energia dei salti tra orbite, e poi calcolare la lunghezza d’onda dei fotoni emessi
𝑐
tramite le relazioni 𝐸 = ℎ𝑓 e 𝜆 = 𝑓. Il secondo è calcolare direttamente la frequenza dei fotoni
emessi tramite la formula
1 1 2n + 1
fn+1→n = Rc ( 2
− 2
) = Rc 2 con R = 1,097 ⋅ 107m−1
n (n + 1) n (n + 1)2
Questo fotone appartiene alla parte visibile dello spettro elettromagnetico che
contraddistingue il colore rosso arancione
Quest’ultimo, più energetico, appartiene alla parte dello spettro dei raggi ultravioletti.
Terza richiesta
2x + 1
f(x) =
x 2 (x +
1)2
Svolgimento
Per ottenere il grafico della funzione andranno studiati il suo dominio, eventuali simmetrie, il
comportamento della funzione ai limiti del dominio, il segno della funzione, eventuali
intersezioni con gli assi, la derivata prima e la derivata seconda per comprenderne
l’andamento generale e identificare gli eventuali punti di flesso o di non derivabilità.
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Quarta richiesta
1
𝑔(𝑥) =
𝑓(𝑥)
Svolgimento
approssimato
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Primo quesito
Data la funzione
In seguito verifica che essa soddisfi le ipotesi del teorema di Rolle nell’intervallo [−5, 𝜋] e
calcola le ascisse dei punti di cui il teorema stesso assicura l’esistenza.
Svolgimento
• f(a)=f(b)
• f(x) continua in [a,b]
• f(x) è derivabile in (a,b)
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Essendo le due funzioni una sinusoide e una parabola le ultime due ipotesi saranno
sicuramente verificate (avendo anche imposto queste condizioni al limite comune). Basterà
quindi sostituire 5 e π nelle rispettive equazioni e verificare che siano uguali. E infatti
risulteranno entrambe uguali a 0.
A questo punto il teorema di Rolle è verificato e andranno cercati i punti di derivata prima
uguale a zero di cui esso assicura l’esistenza. Questi risulteranno essere
5 π 3π 5π 7π
P1 (− ; −5) P2 ( ; 1) P3 ( ; −1) P4 ( ; 1) P5 ( ; −1)
2 8 8 8 8
Secondo quesito
Una barretta conduttrice scorre su due guide metalliche parallele appoggiate sopra un piano
orizzontale. Esse distano tra loro L=20,0 cm e sono collegate da un conduttore di resistenza
R=2,00Ω. Sapendo che la barretta si muove con velocità costante v=20,0 cm/s in un campo
magnetico B di intensità B=0,500 T, perpendicolare al piano ed orientato uscente dal piano,
calcola la d.d.p. agli estremi della barretta, l’intensità della corrente e la forza di attrito.
Svolgimento
Per trovare la fem indotta dalla variazione di flusso del campo magnetico utilizzeremo la
legge di Faraday-Lenz
∆Φ(𝐵)
𝜀=− 𝑐𝑜𝑛 Φ(𝐵) = 𝐵𝐴
Δ𝑡
che, applicata alla situazione descritta nel testo, essendo ∆Φ(𝐵) = 𝐵𝑙𝑣∆𝑡, equivale a
𝑉
𝐼= = 1,00 ⋅ 10−2 𝐴
𝑅
e, utilizzando la legge che regola la forza di Laplace, otterremo la forza elettromotrice che per
la legge di Lenz si opporrà alla forza che genera la variazione di campo magnetico, risultando
in una forza di attrito elettromagnetico indotto
𝐹 = 𝐼𝐿𝐵𝑠𝑖𝑛Θ = 1,00𝑚𝑁
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