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Chimica

Corso di Laurea in Ingegneria

• Modello atomico di Thomson


• Radioattività (raggi alfa, beta e gamma)
• Il nucleo atomico (esperienza di Rutherford)
• Modello atomico di Rutherford
• Radiazioni elettromagnetiche. Spettro delle radiazioni elettromagnetiche.
Fenomeni di interferenza e diffrazione
• Interazione tra luce e materia (spettri atomici)
• Modello atomico di Bohr. Numeri quantici
Modello atomico di J. J. Thomson (1897)

J. J. Thomson
(1856-1940)
Nobel 1906
Thomson aveva calcolato:

e/m= 1,76 1011 C/Kg

da cui si dedusse: m= 9,1110-31 Kg= 9,1110-28 g

Un valore circa 1800 volte più piccolo della massa dell'idrogeno. Quasi tutta la
massa atomica è, quindi, associata alla carica positiva (cioè, come vedremo, è
concentrata nel nucleo)

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Modello atomico di Thomson (1897)

✓ tutta la carica positiva e quasi tutta la massa sono distribuite


uniformemente in una sfera di raggio ~1Å (10-10 m)

✓ gli elettroni sono distribuiti in questa sfera agendo da “collante”


per le cariche positive, e sono in numero tale da rendere neutro
l’atomo

+- +-
-
+ -+ +
-+ - + -
Radioattività
Raggi alfa, beta e gamma.

• “Raggi” α: particelle con caricha positiva (nuclei di elio con 2 protoni e 2 neutroni)
• “Raggi β”: elettroni
• “ Raggi γ”: radiazioni elettromagnetiche ad alta energia
Modello atomico di Rutherford (1911)

Un fascio di particelle  viene fatto


passare attraverso una lamina di oro. Le
particelle che attraversano la lamina
colpiscono uno schermo fluorescente
illuminandolo.

Rutherford osservò che:


• la maggior parte delle particelle attraversa la lamina senza subire deviazioni;
• alcune subiscono deviazioni di varia ampiezza;
• una certa porzione di particelle viene respinta.
Modello atomico di Rutherford (1911)
Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908
(Modello dinamico basato sulla meccanica newtoniana)
✓ tutta la carica positiva e quasi tutta la massa sono concentrate in un
“nucleo” di raggio ~10-4Å. Atomo «vuoto»
✓ gli elettroni, in numero uguale alla carica nucleare, ruotano intorno
al nucleo

+ +
+ +
+ +
Rappresentazione del modello di atomo che spiega + +
l’esperimento di Rutherford + +
+ +
+ +
+ +
Limiti del modello atomico di Rutherford
L’elettrone movendosi di moto
circolare perderebbe energia

-
cinetica avvicinandosi
progressivamente
al nucleo (in circa 10-11s)

+ -

Le leggi dell’elettromagnetismo
stabiliscono che quando una carica
elettrica subisce una qualsiasi
accelerazione perde energia
Radiazioni elettromagnetiche
Una radiazione elettromagnetica è una radiazione caratterizzata da un campo
elettrico E e uno magnetico H perpendicolari tra loro e perpendicolari alla direzione
di propagazione. La sua velocità nel vuoto è c = 2,9979·108 m/sec.

Vettore
elettrico
Sorgente Rappresentazione di un onda elettromagnetica.

Vettore
magnetico
Direzione di
propagazione

Grandezze caratteristiche di un onda elettromagnetica.


 Lunghezza d’onda: rappresenta la distanza tra due
A
minimi o due massimi (unità di lunghezza: m, cm,
nm, A, …)
 Frequenza: =c/, rappresenta nell’unità di tempo

il numero di vibrazioni di un onda di lunghezza
d’onda  (unità di tempo-1: sec-1, Hz)
E = h· A Ampiezza: rappresenta l’altezza di una cresta ed è
indicativa dell’intensità dell’onda
h = 6.626·10-34 J ·s (cost. di Planck)
Spettro delle radiazioni elettromagnetiche
Le onde elettromagnetiche sono classificabili in base alla loro lunghezza d’onda:

La luce viaggia in pacchetti di energia chiamati fotoni o quanti. L’energia quindi


non varia in maniera continua ma viene trasportata in quantità discrete e E=h
dipende dalla frequenza della radiazione. h = 6,62·10-34 J·s
Il fotone associato ad un’onda di frequenza  trasporta un’energia pari a E = h .
L’intensità della radiazione è proporzionale al numero di fotoni.
1 nm = 10-9 m
1 Å = 10-10 m = 0,1 nm
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Interazioni tra luce e materia
Un prisma è un oggetto in
grado di disperdere la luce
bianca nelle sue componenti
monocromatiche

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Interazioni tra luce e materia

Spettro (continuo) della luce bianca

Spettro: insieme delle frequenze che compongono la radiazione


analizzata dallo spettrometro
Interazioni tra luce e materia
Spettri atomici
Interazioni tra luce e materia
Spettro dell’idrogeno: eq. di Balmer-Ritz

_  1 1 
 = RH  2 − 2 
n n 
 0 
RH costante di Rydberg (109678 cm-1)
n0 e n interi con n0<n
- = 1/ num. d’onda
Modello atomico di Bohr (1913)
(Atomi idrogenoidi H, He+, Li++, …)

Niels Bohr
(1885-1962)
Nobel 1922
1° postulato l’atomo si trova in uno stato stazionario che non irradia
energia
2° postulato le orbite permesse all’elettrone di massa m e di velocità v, in
ogni stato stazionario sono circolari e solo quelle aventi un
raggio r tale da rendere il suo momento angolare mvr pari a un
multiplo intero del quanto di momento angolare h/2p

h
mvr = n
2p
3° postulato l’atomo può assorbire o irradiare energia solo quando passa da uno
stato stazionario ad un altro

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Modello atomico di Bohr
(Atomi idrogenoidi H, He+, Li++, …)

✓ quantizzazione del raggio

 e2 v2  mv 2 r 2 m 2 v 2 r 2 h 2
 Fd 'attrazione = Fcentrifuga  2 = m   r = = = n 2

 r r  e 2
me 2
4p 2
me 2

h2
r=n 2 (n=1, 2, 3, … numero quantico principale)
4p 2 me 2
r = n2 r0
r0 = 0.53 Å
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Modello atomico di Bohr (1913)
(Atomi idrogenoidi H, He+, Li++, …)

✓ quantizzazione dell’energia

 e2 1 2 
 E = V + T = − + mv 
 r 2 e
E=− +
2
e 2
e 2
e 2
2p 2
me 4

=− =− =− 2 2
 e2 v 2
1 e 2
 r 2r 2r h 2
n h
 2 = m  mv 2 =  2n 2
r r 2 2r  4p 2 me 2

2p 2 me 4 1
En = − 2 2 = − 2 E0
nh n
E0 = 1312 KJ/mol

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Modello atomico di Bohr
(Atomi idrogenoidi H, He+, Li++, …)

E
16r1=r4
0 n=
E4= -1/16 0 n=4 9r1=r3
E4-1= E4 – E1
E3= -1/9 0 n=3
4r1=r2
E3-1= E3 – E1 r1
E2= -1/4 0 n=2
Serie di Balmer (n=1), E1
(UV-VIS) (n=2), E2
E2-1= E2 – E1

(n=3), E3
E1= - 0 n=1
Serie di Lyman

E = h 
(lontano UV)
(n=4), E4

E3- E3- E2-


1 1 1


Modello atomico di Bohr (1913)

n=5 =4 =3 =2 =1

E = hc/
Questa transizione
non è possibile

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Spettro di emissione
Interpretazione dell’equazione di
Balmer-Ritz secondo Bohr
2p 2 me 4 1
En = − 2 2 = − 2 E0
nh n
1 1 1 1
E = E2 − E1 = (− 2 + 2 ) E0 = ( 2 − 2 ) E0 = h
n2 n1 n1 n2

~ 1 v
v= c = v = ~ v = cv~
 v
~ 1 1 ~ 1 1 E0
hcv = ( 2 − 2 ) E0 v = ( 2 − 2 )
n1 n2 n1 n2 hc
~v = R  1 − 1 
H 2 2
 1 2
n n
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Limiti del modello atomico di Bohr

Il modello di Bohr, per quanto stimolante,


ha delle limitazioni:

✓ incapacità di interpretare i risultati spettroscopici di


atomi polielettronici

✓ incapacità di offrire qualsiasi base teorica per


interpretare le proprietà direzionali dei legami chimici

✓ intrinseca contraddizione (si postula che l’elettrone non


ubbidisce alle leggi della fisica classica e si usano
proprio queste leggi per definire il raggio delle orbite e
l’energia del sistema)

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Estensione del modello atomico di Bohr
(Atomi polielettronici) numeri quantici l ed m

Le orbite descritte dal moto dell’elettrone intorno al nucleo sono ellittiche, con
una eccentricità quantizzata (Sommerfeld: numero quantico l) e assumono
orientazioni nello spazio quantizzate (effetto Zeeman: numero quantico m)

n=1, 2, 3, … numero quantico principale


l=0, 1, … (n-1) numero quantico secondario
m=0, 1, …  l numero quantico magnetico

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Estensione del modello atomico di Bohr
(Atomi polielettronici) numeri quantici l ed m
n = 1, 2, 3, … numero quantico principale  determina l’energia dell’orbita
l = 0, 1, … (n-1) numero quantico secondario  determina l’energia e la forma dell’orbita
m = 0, 1, …  l numero quantico magnetico  determina l’orientazione dell’orbita

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PER CASA studiare dal libro di testo

Terza edizione
capitolo 3 (eccetto paragrafi 3.1.3 e 3.2) e
capitolo 4 (eccetto paragrafo 4.3) fino a
paragrafo 4.7

Seconda edizione
capitolo 3 (eccetto paragrafi 3.1.2, 3.1.3, 3.2 e
3.5) e capitolo 4 (eccetto paragrafo 4.3) fino a
paragrafo 4.6

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