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Le Radiazioni Ionizzanti

Modulo 1
Radiazione e radioattività
Con il termine radiazione si intende il trasferimento di energia da un punto
all’altro dello spazio senza movimento di corpi macroscopici e senza supporto di
un mezzo di propagazione materiale.

La radioattività è un fenomeno fisico coinvolgente singoli nuclei che subiscono


una trasformazione strutturale. E’ un processo naturale o artificiale attraverso il
quale i nuclei degli atomi instabili emettono energia, sotto forma di radiazione
corpuscolare e/o elettromagnetica, trasformandosi in atomi di un diverso elemento
o in stati energetici di minor energia dello stesso elemento. Il ritorno alla stabilità
avviene con emissione corpuscolare (α,β), spesso accompagnata da radiazione
elettromagnetica (raggi γ).
Le radiazioni
Le radiazioni ionizzanti
Trasferimento di energia in forma di particelle o onde elettromagnetiche con lunghezza di
onda non superiore a 100 nm o con frequenza non inferiore a 3x1015 Hz in grado di
produrre ioni direttamente o indirettamente.
Le radiazioni ionizzanti
Si parla di radiazioni ionizzandi quando l’intensità dell’interazione è sufficiente da separare
l’elettrone «colpito» dall’atomo. La ionizzazione si verifica solo quando l’energia associata
alla radiazione è elevata,cioè superiore all’energia di legame dell’elettrone dell’atomo.

RADIAZIONE
INCIDENTE x x
L’energia trasportata dalla
radiazione si misura solitamente
in elettron-volt (eV)
1 eV = 1.6 10-12 ergs

e-
Tipi di radiazioni
Le radiazioni si distinguono in corpuscolari e elettromagnatiche sulla base del loro
comportamento prevalente:
 Le radiazioni corpuscolari sono costituite da particelle sub-atomiche che si spostano
con velocità assai elevate, spesso prossime alla velocità della luce.
A seconda della massa e della carica possono essere classificate in tre gruppi:
 1) particelle leggere elettricamente cariche: le più importanti sono elettroni e
positroni
 2) particelle pesanti elettricamente cariche: nuclei di atomi di basso numero
atomico (protoni, deutoni, nuclei di elio, etc.)
 3) particelle elettricamente neutre: neutroni

 Le radiazioni elettromagnetiche si propagano con la velocità della luce e sono


classificate in base alla loro energia e lunghezza d’onda
Energia associata alla radiazione
Ogni radiazione elettromagnetica può essere rappresentata come un'onda di lunghezza d'onda λ e
frequenza ν legate tra loro dalla seguente equazione:
λ ν = c = 300.000 km/s
Le onde elettromagnetiche di più ampio impiego in medicina hanno una lunghezza d'onda talmente
piccola che è conveniente esprimerla in una unità speciale, l'Angstrom (indicato con A), 1 A = 10-10 m.

Anche se per molti scopi la radiazione elettromagnetica può essere rappresentata come un'onda,
dobbiamo, invece, a volte considerarla come composta da particelle dotate di una certa quantità di
energia. Questi pacchetti di energia, denominati fotoni o quanti, viaggiano alla velocità della luce.
La quantità di energia portata da un fotone dipende dalla frequenza (proprio la stessa della
rappresentazione ondulatoria), secondo la relazione:
E=hxν
dove h è la costante di Planck, h = 6.61x10-34 joule x s.
Il nucleo atomico
Il nucleo di un atomo è composto di protoni e neutroni

𝐴
𝑍𝑋𝑁

Z = numero atomico dell’atomo = numero di protoni = numero di


elettroni nell’atomo
N = numero di neutroni nel nucleo
A = numero di massa A= Z + N
X = elemento chimico
Caratteristiche di elettroni e nucleoni
Isotopi
 Hanno stesso numero atomico Z, ma differente numero di massa A
 Hanno stesse proprietà chimiche , ma differenti proprietà fisiche
 Alcuni isotopi di un elemento sono radioattivi
 In natura si possono trovare elementi differenti come miscele di isotopi stabili

Idrogeno Deuterio Trizio


1H 2H 3H

Z=1 A=1 Z=1 A=2 Z=1 A=3


La tavola periodica
Decadimento radioattivo

X Y + particella (e/o fotoni)


X= nuclide «genitore»
Y= nuclide «figlio» meno instabile o nucleo stabile
Legge del decadimento radioattivo

T1/2 = t Ln(2)
Il tempo di dimezzamento
La trasformazione di un atomo radioattivo produce un altro atomo, che può a sua
volta essere radioattivo o al contrario stabile.
Il tempo di dimezzamento di un isotopo radioattivo è una grandezza fisica e
rappresenta il tempo necessario a far sì che la metà degli atomi radioattivi
inizialmente presenti subisca una trasformazione spontanea è chiamato tempo di
dimezzamento (o emivita).

Isotopo Emivita
F-18 110 min
Tc-99m 6 ore
I-131 8,02 giorni
Co-60 5,3 anni
Cs-137 30 anni
Decadimento alfa
 La particella α è uno ione di elio formato da due protoni e due neutroni che si
legano nel nucleo
 Nel decadimento α il numero atomico del nuclide genitore è ridotto di 2 e il
numero di massa di 4
 Interessa solitamente gli elementi pesanti (Z > 83)
 Una transizione α può essere seguita da emissione di raggi γ. Le particelle α sono
monoenergetiche
Decadimento beta
Ogni reazione nucleare nella quale variail numero atomico Z ma non il numero di
massa A, si classifica come decadimento β e può essere di tre tipi:

 Decadimento β –
 Decadimento β +
 Cattura elettronica (CE)
Decadimento β-
Avviene quando un nucleo è ricco di neutroni (il rapporto N/Z è superiore a quello del
nucleo stabile), decade attraverso l’emissione di particelle β– insieme ad un neutrino ν. Il
neutrino è un’entità praticamente priva di massa e carica necessaria per conservare
l’energia nel decadimento.
La particella β– è emessa con un energia variabile da 0 fino all’energia di decadimento (che
è la differenza in energia tra il nuclide genitore e quello figlio).

A
Z X  A
Z 1 X    
Decadimento β-
Il decadimento β– può essere seguito da emissione di raggi γ se il radionuclide figlio si
trova in uno stato eccitato. Dopo il decadimento β– il numero atomico del radionuclide
figlio è maggiore di 1 rispetto al radionuclide genitore.
Spettro di emissione β-
Le particelle beta sono emesse ad energia variabile in modo continuo con spettri
caratteristici. L’energia media dello spettro è solitamente 1/3 di quella massima. L’energia
massima può andare da alcuni keV ad alcuni MeV.
Decadimento β+
Il decadimento β+ consiste nella trasformazione di un protone in un neutrone ed è utilizzato da
nuclidi con difetto neutronico; la trasformazione avviene con emissione di una carica positiva,
il positrone β+ e di un neutrino ν.
L’elemento prodotto da un decadimento beta positivo, rispetto all’elemento genitore presenta
numero di massa A uguale, numero atomico Z diminuito di un’unità, numero di neutroni N
aumentato di un’unità e il numero di protoni diminuito di un’unità.

A
Z X  A
Z 1 X   

La particella β+ è emessa con energia variabile da 0 all’energia di decadimento. Il neutrino


possiede la differenza tra l’energia della β+ e quella del decadimento.
Decadimento β+
Cattura elettronica
 Un nuclide con difetto neutronico trasforma un protone in un neutrone. La trasformazione
avviene mediante la cattura di un elettrone
 Il numero atomico del nuclide genitore è ridotto di una unità. La vacanza lasciata dalla
cattura elettronica viene compensata con una transizione di un elettrone da un livello
energetico superiore
 La probabilità di cattura elettronica aumenta con l’aumentare del numero atomico poiché
gli elettroni sono più vicini ai nuclei
Transazione isomerica
 Spesso i decadimenti β+, β- e CE portano alla produzione di nuclidi in uno stato eccitato:
tali nucledi raggiungono successivamente lo stato fondamentale emettendo l’energia sotto
forma di radiazione γ
Trasferimento lineare di energia (LET)
 Esprime la quantità di energia ceduta dalla radiazione lungo il suo percorso

 Determina il potere di penetrazione delle particelle nei tessuti biologici

 Il LET dipende dalla radiazione:


 Radiazioni a basso LET (raggi X, γ, elettroni)
 Radiazioni ad alto LET (protoni, neutroni, particelle α)
Misura dell’attività
 L’attività si misura in Becquerel (Bq)

1Bq = 1 disintegrazione/secondo

 Ancora usata la vecchia unità di misura: il Curie (Ci)

1 Ci = 3.7 * 1010 disintegrazioni/secondo

Alcune conversioni:
1Ci = 37 GBq
1 mCi = 37 MBq
1 µCi = 37 kBq
Interazione della radiazione con la materia
Interazione di particelle α con la materia
 Sono particelle cariche che interagiscono mediante interazioni Coulombiane con gli atomi
del mezzo che attraversano
 Essendo particelle pesanti di grosse dimensioni, la loro traiettoria è pressocchè lineare nella
materia
 La ionizzazione (energia trasferita al mezzo) è costante nella fase iniziale e ha un aumento
verso la fine del percorso della particella per poi diminuire rapidamente (range finito)
 Particelle a da ~5 MeV hanno un range di ~3.5 cm in aria, equivalente a 35 µm di tessuto
(strato protettivo delle cellule morte della pelle è di ~70 µm)
Interazione di particelle β- con la materia

 Hanno massa ~ 1/7300 della particella α


 Interagiscono prevalentemente con gli elettroni dell’elemento assorbitore
 Hanno un percorso tortuoso all’interno del mezzo attraversato
 Quando un elettrone veloce si avvicina ad un nucleo è attratto dal campo
positivo del nucleo, la sua traiettoria viene deviata, con emissione di raggi X:
radiazione di frenamento o Bremsstrahlung
Interazione di particelle β+ con la materia
 Ogni positrone cede energia cinetica nelle interazioni con la materia, rallenta e
termina il proprio percorso catturando un elettrone (annichilazione)
 La massa della coppia e -/e+ viene completamente trasformata in energia
elettromagnetica
 Le particelle beta hanno uno spettro energetico continuo e il range dipende
dall’energia delle particelle

Prima dell’annichilazione Dopo l’annichilazione


Interazione dei fotoni con la materia

 Le radiazioni elettromagnetiche NON possiedono carica e massa,


interagiscono debolmente con la materie e quindi hanno elevato potere
penetrante
 Raggi X e γ interagiscono con la materia producendo ionizzazione
secondaria
 Gli elettroni secondari prodotti nell’interazione sono i maggiori
responsabili della ionizzazione
Interazione dei fotoni con la materia

Ci sono diverse modalità di interazione la cui probabilità dipende dal


numero atomico del mezzo assorbente e dall’energia del fotone incidente:

 Effetto fotoelettrico
 Effetto Compton
 Produzione di coppie
L’effetto fotoelettrico
L’effetto fotoelettrico avviene quando un fotone X o γ interagisce con un elettrone
legato, cede completamente la sua energia e l’elettrone viene espulso con energia
cinetica pari alla differenza tra l’energia del fotone incidente e la sua energia di
legame.
L’effetto fotoelettrico
L’effetto fotoelettrico è la rincipale interazione che si sfrutta nel range di energie
utilizzate in radiodiagnostica per produrre immagini

Il tessuto umano molle e quello osseo sono caratterizzati da rilevanti differenze in


termini di numero atomico tali da comportare differenze in assorbimento fotoelettrico
da parte dei fotoni incidenti. L’intensità della radiazione uscente sarà diversa a seconda
del tipo di tessuto.
L’effetto Compton
Il fenomeno si può schematizzare come un urto eleastico tra il fotone incidente e un
elettrone in cui:
 Il fotone incidente ha una energia molto più elevata dell’energia di legame
dell’elettrone dell’atomo
 Il fotone incidente nell’urto strappa un elettrone dell’atomo ma non viene assorbito
come accade nell’effetto fotoelettrico
 Il fotone incidente viene deviato, con energia inferiore a quella incidente, lungo una
direzione diversa: radiazione diffusa
L’effetto Compton

 L’effetto Compton ha effetti negativi sulla formazione delle immagini


radiologiche e sulla radioprotezione

 Risulta predominante per energie comprese tra 100 KeV e 2 MeV e nelle
sostanze con Z intermedio
Produzione di coppie
 Si verifica solo se l’energia dei fotoni incidenti è superiore a 1,02 Mev (energia a riposo
dell’elettrone)
 E’ predominante solo per raggi γ di elevata energia
 Il fotone scompare e al suo posto appare una coppia elettrone positrone
 Il positrone si annichila nel mezzo e al suo posto vengono prodotti due fotoni
Interazione di raggi x , γ
Radioisotopi più utilizzati in medicina

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