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DOMANDE DI RIPASSO CHIMICA

1. Spiegare la Teoria dei Quanti di Planck


Planck ipotizzò che l'energia assorbita o emessa da un atomo non è una grandezza
continua ma è sempre un multiplo di un certo valore di energia elementare ossia hv,
h=costante di Planck (6,626*10^-34), il quale prende il nome di QUANTO e per
questo motivo si dice che l'energia è quantizzata la quale si può calcolare grazie
all'equazione di Planck E=nhv

2. Spiegare l'effetto fotoelettrico di Einstein


L'effetto fotoelettrico è l'emissione di elettroni dalla superficie di un metallo
illuminata da luce monocromatica di energia sufficiente con generazione di corrente
fotoelettrica che si arresta quando si arresta l'irradiazione. L'elemento
caratterizzante della scoperta di Einstein fu la presenza di una soglia sulla
frequenza della radiazione, al di sotto della quale non si ha fotoemissione ossia
l'elettrone non può assorbire l'energia di più fotoni aventi frequenza minore della
frequenza di soglia. Einstein considerò la radiazione incidente come un fascio di
particelle di energia pari a un quanto (quantità elementare secondo Planck)
chiamate FOTONI. Quando un fotone urta il metallo cede la sua energia ad un
elettrone e se l'energia è maggiore del lavoro necessario a strappare l'elettrone si
ha effetto fotoelettrico e l'elettrone ha energia cinetica Ek=1\2mv^2

3. Descrivere il modello atomico di Bhor e spiegare lo spettro atomico


dell'atomo di Idrogeno.
Bhor elaborò un modello atomico, basandosi sulla teoria dei quanti di Planck e il
modello atomico di Rutherford, che si adattava molto bene all'atomo di idrogeno e
agli idrogenoidi. Bhor ipotizzò che l'elettrone in un atomo, per spiegare le righe dello
spettro atomico, ha solo alcuni livelli energetici permessi corrispondenti a delle
orbite circolari che l'elettrone descrive attorno al nucleo. Le varie orbite
corrispondono ad un valore definito di energia che dipende dal raggio dell'orbita ed
entrambi sono associati al numero quantico (n), minore è n, minore è il raggio
dell'orbita e minore sarà l'energia infatti quest'ultima aumenta con l'aumentare della
distanza dal nucleo. Bhor riuscì a calcolare tutti i raggi e le energie delle orbite
permesse, l'orbita con l'energia più bassa ossia con il numero quantico uguale a 1 è
chiamata stato fondamentale e ha raggio pari a 53pm = 0,53A (RAGGIO DI BHOR)
e se l'elettrone è situato in un'orbita al di sopra della prima è in uno stato eccitato.
Inoltre l'elettrone se è in un orbita permessa non irradia energia ma ciò accade solo
se passa da un'orbita più esterna ad una più interna ossia passa da un'energia
maggiore ad una minore. I principali limiti della teoria di Bhor sono: è adatto solo ad
atomi con un solo elettrone e all'idrogeno e idrogenoidi e concretamente non
esistono delle orbite fisse.
Lo spettro atomico dell'atomo di idrogeno forma 6 serie di righe (4 sono nel
visibile) e le tre con le lunghezze d'onda minori sono: una dell'UV, una dell'VIS e
l'ultima nell'IR.

4. Descrivi il principio di indeterminazione di Heisenberg e l'equazione di


Schrodinger spiegando che cosa sono i numeri quantici:
Il principio di indeterminazione di Heisenberg si basa sull'impossibilità di
determinare precisamente contemporaneamente la velocità e la posizione di una
particella.
L'equazione di Schrodinger si può risolvere solo per l'atomo di idrogeno e gli
idrogenoidi ed ad ogni soluzione ossia ad ogni stato energetico è associata una
funzione d'onda che prende il nome di orbitale atomico (diverso dalle orbite di
Bhor). Heisenberg enunciò che è impossibile sapere con precisione la posizione di
un elettrone in un determinato istante ma si può calcolare dove si trova
probabilmente infatti la funzione d'onda al quadrato descrive proprio la probabilità di
trovare l'elettrone in un punto dello spazio.
Ogni soluzione dell'equazione (orbitale) è la combinazione di tre numeri quantici:
▪ NUMERO QUANTICO PRINCIPALE (n): caratterizza il livello energetico di
un atomo e può assumere valori interi positivi da 1 a infinito ma in realtà
assume valori compresi da 1 a 7, descrive l'energia e la dimensione di un
orbitale . Orbitali con lo stesso numero quantico principale costituiscono un
livello energetico mentre orbitali con la stessa energia sono detti orbitali
degeneri
▪ NUMERO QUANTICO DEL MOMENTO ANGOLARE (l):può assumere
valori compresi tra 0 e n-1 ma nella tavola periodica assume valori da 0 a 3 e
definisce la forma dell'orbitale. In particolare se l=0 → orbitale s, l=1 →
orbitale p, l=2 → orbitale d, l=3 orbitale f i quali rappresentano i sotto-livelli
energetici di ogni livello energetico (n)
▪ NUMERO QUANTICO MAGNETICO (ml):può assumere valori compresi tra
-l e +l e descrive l'orientamento dell'orbitale nello spazio

5. Descrivi la configurazione elettronica degli atomi plurielettronici e le tre


regole da rispettare nella loro costruzione:
L'equazione di Shrodinger non fornisce soluzioni esatte per gli atomi plurielettronici
ma fornisce ottime soluzione approssimate. La presenza di più di un elettrone
fornisce la presenza di 3 nuove caratteristiche:
1. A differenza dell'atomo di H, l'energia dell'orbitale non dipende solo da n ma
anche da l infatti ci sono 2 fattori che influenzano le energie degli orbitali
atomici e sono: 1) l'effetto della carica nucleare efficace Zeff=Z(numero
atomico)-S (costante di schermo) ossia una carica nucleare elevata abbassa
l'energia dell'orbitale aumentando le attrazioni nucleo-elettrone: 2) l'effetto
delle repulsioni interelettroniche → Schermatura la quale può essere causata
da un elettrone in più nello stesso orbitale che alza l'energia dell'orbitale ed
elettroni aggiuntivi negli orbitali interni i quali schermano quelli esterni dalla
carica nucleare. Questi fattori influenzanti determinano la separazione dei
livelli degeneri → l'ordine di riempimento degli elettroni deve rispettare il
principio della costruzione progressiva o Aufbau mediante la regola della
diagonale
2. Un quarto numero quantico → NUMERO QUANTICO DI SPIN (ms) il quale
definisce una proprietà dell'elettrone e non dell'orbitale ossia la rotazione
oraria o antiorario attorno al proprio asse e può assumere il valore di +1\2 0
-1\2. Quindi gli atomi plurielettronici saranno caratterizzati da 4 numeri
quantici ma grazie al principio di esclusione di Pauli sappiamo che è
impossibile che è impossibile che in un atomo ci siano 2 elettroni con gli
stessi numeri quantici infatti se 2 elettroni hanno n,l e ml uguale per forza
ms sarà diverso ossia spin antiparallelo infatti ogni orbitale può avere
massimo due elettroni i quali devono avere quest'ultima caratteristica
3. La configurazione elettronica di un elemento quindi può essere costruita
inserendo glie elettroni uno ad uno negli orbitali a energia crescente (tenere
a mente crossover rispettando il principio dell'esclusione di Pauli e il principio
di massima molteplicità di Hund ossia dopo l'elemento B quando gli elettroni
occupano livelli di energia degeneri si dispongono in modo da occupare il
massimo numeri di orbitali disponibile in modo da minimizzare le repulsioni
elettrone-elettrone.

6. Proprietà periodiche degli elementi: definizioni e tendenze nella tavola


periodica:
◦ CARATTERE METALLICO: Il carattere metallico definisce l'insieme
proprietà che caratterizzano gli elementi definiti come metalli nella tavola
periodica e aumenta da destra verso sinistra lungo un periodo e dall'alto
verso il basso lungo un gruppo (Fr elemento con carattere metallico
maggiore) → elementi con bassa elettronegatività perché gli elementi
metallici formano facilmente cationi
◦ RAGGIO ATOMICO: il raggio atomico è uguale alla metà della distanza tra i
nuclei di due atomi contigui per i metalli e i gas perfetti mentre per i non
metalli viene chiamato raggio covalente ed è uguale alla metà della distanza
tra i nuclei di due atomi uniti da un legame covalente in una molecola
omonucleare biatomica. Lungo la tavola periodica, ad eccezione dei metalli
di transizione, il raggio atomico aumenta da destra verso sinistra lungo un
periodo e dall'alto verso il basso lungo un gruppo (l'elemento con raggio
atomico maggiore è il Cs)
Oltre al raggio atomico esiste anche il raggio ionico che misura la distanza
che separa due ioni contigui in un solido ionico → i cationi sono più piccoli
dei rispettivi atomi mentre gli anioni sono più grandi
◦ ENERGIA DI IONIZZAZIONE: l'energia di ionizzazione è l'energia
necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo in fase gassosa →
formazione di un catione, riferita ad 1 mole di elettroni e atomi → è sempre
positiva infatti bisogna fornire energia al sistema. La variazione lungo la
tavola periodica è inversa rispetto ai raggi atomici infatti aumenta da sinistra
verso destra lungo un periodo e dal basso verso l'alto lungo un gruppo
◦ AFFINITA ELETTRONICA: l'affinità elettronica è l'energia liberata quando un
elettrone si lega ad un atomo in fase gassosa → formazione di un anione,
riferita sempre ad 1 mole di elettroni e atomi. La prima affinità elettronica
nella maggior parte dei casi è negativa (eccezione i gas nobili e altri
elementi), viene rilasciata energia, mentre la seconda affinità elettronica è
positiva perché è necessario fornire energia per vincere le repulsione
elettrostatiche e aggiungere un elettrone ad un'anione già carico
negativamente.
Lungo la tavola periodica l'affinità elettronica in valore assoluto è massima
negli alogeni infatti aumenta da sinistra verso destra lungo un periodo e dal
basso verso l'alto lungo un gruppo.
◦ ELETTRONEGATIVITA': l'elettronegatività è la capacità di un atomo legato
di attirare verso di se gli elettroni di legame (legame covalente). Dipende
dalla configurazione e dalla dimensione dell'elemento, maggiore è la densità
elettronica (nuvola elettronica) dell'elemento maggiore sarà la sua
elettronegatività. L'elemento più elettronegativo è il F, seguito da O mentre
quello più elettropositivo è il Fr seguito dal Cs infatti l'elettronegatività
aumenta da sinistra verso destra lungo un periodo e dal basso verso l'alto
lungo un gruppo. E' una grandezza che non può essere misurata
sperimentalmente infatti esistono due modi per calcolarla:
• Mulliken → XA è proporzionale a 1/2(E.I.+A.E.)
• Pauling → costruì una scala relativa di elettronegatività attribuendo il
valore massimo di 4 al F, inoltre secondo Pauling, se un legame A-B è
apolare, l’energia di legame (E AB) è la media tra le energie dei legami
A-A (EAA) e B-B (EBB). Se invece il legame è polare, l’energia di
legame è maggiore della media a causa di un contributo elettrostatico
dovuto alla disposizione asimmetrica degli elettroni di legame.
L’eccesso di energia del legame A-B è una misura della differenza di
elettronegatività tra A e B secondo l’equazione:

7. Regola dell'ottetto di Lewis:


Gli atomi si legano tra loro in modo da raggiungere la configurazione elettronica di
un gas nobile (8 elettroni d valenza ossia gli elettroni del livello più esterno e sono
quelli che partecipano alla formazione del legame → gaso nobili = atomi più stabili
e Energia di Ionizzazione elevata) tramite trasferimento (legame ionico) o
condivisione di elettroni (legame covalente)
La regola dell'ottetto di Lewis enuncia che quando gli atomi si legano essi cedono o
acquisiscono elettroni per raggiungere un livello esterno con 8 elettroni di valenza.
8. Legame ionico ed energia che lo caratterizza:
Il LEGAME IONICO si forma per trasferimento di elettroni da un elemento con
bassa energia di ionizzazione (metallo ossia che forma facilmente cationi) ad un
altro con elevata affinità elettronica (non-metallo ossia accetta facilmente elettroni)
formando un solido ionico in cui gli ioni di carica opposta si attraggono (attrazione
tra cationi ed anioni ad es. i sali). L'energia caratterizzante il legame ionico è
L'ENERGIA RETICOLARE ossia l'energia che viene liberata (negativa) nella
formazione di un solido ionico partendo dagli ioni isolati in fase gassosa. L'energia
reticolare si può calcolare considerando le variazioni di entalpia (∆H) associate ai
vari step in cui può essere suddivisa la reazione di formazione del solido ionico,
l'entalpia dei vari step è misurabile oppure è tabulata → Ciclo di Born-Haber
L' Energia reticolare è calcolabile inoltre mediante
questa formula con Na= numero di avogadro
M = costante di Medelung → il suo valore è
sempre >1 e dipende dal tipo di struttura cristallina e dal numero di coordinazione
dei singoli ioni (numero di ioni con segno opposto che circondano uno ione)
I solidi ionici sono duri ma fragili e hanno temperature di fusione da medio-alte a
molto alte mentre riguardo la conducibilità, nel solido ionico non fluisce corrente
elettrica ma nel composto ionico fuso gli ioni mobili fluiscono verso gli elettrodi
carichi di segno opposto e conducono corrente → stesso comportamento se un
soldi ionico è sciolto in una soluzione acquosa
9. Il legame covalente (tra elementi non metallici):
Il LEGAME COVALENTE è dovuto alla condivisione di una o più coppie di elettroni
tra due atomi per raggiungere una configurazione più stabile a minor energia
(configurazione dei gas nobili con ottetto completo). I composti tra elementi non
metallici sono costituiti da atomi uniti da legami covalenti (molecole biatomiche
omonucleari: H2, O2, N2, F2, ecc.. molecole poliatomiche omonucleari: P 4, S8, ecc..
molecole poliatomiche eteronucleari: NH3, HCL, H2SO4, ecc...
I doppietti sono coppie di elettroni che non sono impegnati nel legame covalente e
tali doppietti si respingono a vicenda (forte repulsione se l'atomo è piccolo es. F 2) e
queste repulsioni in alcuni casi sono quasi in grado di vincere l'attrazione della
coppia/e impegnata nel legame → H2O è l'unica molecola biatomica a non
possedere doppietti o coppie solitarie. Ogni legame covalente è caratterizzato da:
◦ ORDINE DI LEGAME ossia il numero di doppietti elettronici condivisi tra
2 atomi legati e definisce anche il tipo di legame → singolo, doppio ,
triplo...
◦ ENERGIA (o FORZA) di LEGAME → energia sempre positiva (processo
endotermico) necessaria per vincere le forze attrattive tra i nuclei legati e
elettroni condivisi (definita anche come variazione di entalpia → entalpia
di legame) definita per una mole di molecole i fase gassosa (KJ mol -1). La
forza di legame aumenta con la molteplicità (ordine di legame) mentre
diminuisce con il numero di doppietti su atomi contigui e diminuisce
all'aumentare del raggio atomico. La formazione di un legame al contrario
è un processo esotermico infatti A(g)+ B(g) → A – B(g) libera energia
◦ LUNGHEZZA DI LEGAME: è la distanza tra i nuclei dei due atomi legati
(pm) → se il legame è più forte è anche più corto e viceversa
◦ POLARITA' DEL LEGAME: il legame covalente nelle molecole
eteronucleari presenta un carattere polare (molocole omonucleari sono
apolari) il quale dipende dalla differenza di elettronegatività tra i due
atomi coinvolti nel legame → la conoscenza dei valori di elettronegatività
permette di prevedere la natura del legame tra due atomi tramite la
differenza dei due valori di elettronegatività

Il legame covalente polare è un legame con un'elevata densità elettronica


attorno all'atomo più elettronegativo (il baricentro delle cariche negative è
spostato verso l'atomo più elettronegativo). La polarità di un legame è
diverso dalla polarità di una molecola perchè essa è in funzione della
struttura tridimensionale infatti non sempre la presenza di legami polari
implica la polarità della molecola

10. Il legame metallico


Il legame metallico è rappresentato dal modello del mare di elettroni in cui a
differenza di un cristallo ionico gli ioni metallici non sono mantenuti nelle loro
posizioni in modo molto rigido e a differenza di un legame covalente gli elettroni non
sono condivisi tra una coppia di atomi metallici ma tra tutti gli atomi metallici infatti
un metallo è tenuto insieme dalle attrazioni tra gli ioni metallici e gli elettroni
delocalizzati i quali sono mobili intorno alla struttura ordinata dei cationi. Le
caratteristiche dei metalli sono una T di fusione che varia da molto basse ad alte
mentre le T di ebollizione sono sempre molto alte (>1300°C).
Le proprietà dei metalli:
• DUTTILITA': possono essere trasformati in fili
• MALLEABILITA': possono essere ad esempio laminati in fogli sottili (Al)
• CONDUCIBILITA': sono conduttori di calore ed elettricità allo stato solido e
liquido e questa proprietà dei metalli è spiegata dalla teoria delle bande
11.La teoria delle bande e la conducibilità dei materiali:
Secondo la teoria molecolare, quando due atomi si uniscono per formare una
molecola biatomica i loro orbitali atomici si combinano per formare un numero
equivalente di orbitali molecolari. Gli orbitali molecolare di energia inferiore sono
occupati dagli elettrone di valenza (BANDA DI VALENZA) mentre gli orbitali con
energia più elevata restano vuoti (BANDA DI CONDUZIONE). Dalla
sovrapposizione di orbitali s,p,d o di orbitali ibridi si formano bande s,p,d e poiché le
bande hanno un'estensione finita tra le varie bande vi possono essere delle zone di
separazione in cui non cade nessun orbitale → lacune di energia (band gap) che
determinano le proprietà conduttive dei materiali. Nei metalli alcalini allo zero
assoluto il più alto livello energetico occupato si trova a metà della manda s e si
chiama livello di Fermi. La teoria delle bande si può applicare anche a solidi
covalenti es diamante, silicio.. e anche a composti con carattere ionico, quindi un
materiale può essere:
▪ CONDUTTORE: le bande interne sono sature mentre la banda di valenza è
solo parzialmente riempita ossia non è satura (es Li) oppure la banda di
valenza è satura ma sovrapposta ad una banda vuota (es Be)
▪ SEMICONDUTTORE: la banda di valenza è satura ma è separata dalla
banda di conduzione da un dislivello (gap) energetico molto elevato (es Si,
Ge). Esistono 2 tipi di semiconduttori:
◦ Semiconduttori intrinseci: a T ambiente alcuni elettroni sono nella
band di conduzione lasciando delle “buche di elettroni” (cariche
positive) nella banda di valenza
◦ Semiconduttori estrinseci: per aumentare l'efficienza della conduzione
si può effettuare un “drogaggio” del simiconduttore con elementi che
abbiano un elettrone in più → drogaggio di tipo s oppure in meno →
drogaggio di tipo p
▪ ISOLANTE: le bande interne e quella di valenza sono entrambe sature

Il moto degli elettroni è ostacolato dalle collisioni con i nuclei atomici che vibrano
intorno alle loro posizioni di equilibrio con un'ampiezza che aumenta con la
temperatura infatti se aumenta la temperatura le collisioni aumentano creando una
diminuzione della conducibilità elettrica ma al contrario per i semi conduttori la
conducibilità aumenta all'aumentare della T.

12. Strutture di Lewis (molecole e ioni), risonanza ed espansione dell'ottetto


4 regole fondamentali:
1. H da un solo legame: sempre in posizione terminale
2. gli altri elementi danno tanti legami quanti elettroni servono per completare
l'ottetto
3. negli acidi il non metallo si trova in posizione centrale, circondato dagli atomi
di ossigeno a cui sono legati gli atomi di H
4. nelle molecole poliatomiche al centro è posizionato l'elemento meno
elettronegativo.
Fasi per costruire le strutture di Lewis:
1. calcolare il numero di elettroni necessario perchè ogni atomo raggiunga
l'ottetto completo (NOTT)
2. Sommare tutti gli elettroni di valenza degli elementi, per gli ioni
aggiungere o togliere gli elettroni in corrispondenza della carica (N VAL)
3. Numero di elettroni di legame → N OTT - NVAL = NLEG quindi se si fa diviso
2 si ottiene il numero di legami
4. Unire i vari atomi con legami semplici e se il numero di doppietti è
maggiore del numero di legami semplici aggiungere legami doppi o tripli
5. Disporre gli elettroni restanti come coppie solitarie (doppietti) in modo da
soddisfare la regola dell'ottetto (NVAL - NLEG ) /2 → numero di doppietti
presenti
6. Individuare le possibili strutture di risonanza e calcolare le CARICHE
FORMALI (C.F.) = n° elettroni di valenza – n° di elettroni dei doppietti – ½
n° elettroni di legame → in ogni molecola neutra somma CF = 0 mentre
uno ione ha la somma delle CF = carica ione

La RISONANZA si verifica quando si può scrivere più di una struttura di Lewis


per una molecola o uno ione con legami doppi adiacenti a legami singoli, la
molecola è rappresentata da più strutture di Lewis che prendono il nome di
strutture di risonanza. Le STRUTTURE DI RISONANZA hanno la stessa
posizione relativa agli atomi ma differenti posizioni delle coppie di elettroni di
legame e di elettroni solitarie e quindi gli atomi hanno cariche formali diverse da
una struttura all'altra. Le strutture di risonanza non sono reali rappresentazioni
di legame della molecola considerata perchè quest'ultima è un IBRIDO DI
RISONANZA ossia una media delle due forme di risonanza e sono necessarie
più strutture di Lewis per rappresentarlo, ad esempio O 3 è dovuta alla
delocalizzazione di coppie di elettroni. L'ordine di legame in questo caso non è
più un numero intero ma un numero frazionario = n°coppie elettroni / n° legami.
Le strutture di risonanza non sempre hanno lo stesso peso infatti in alcuni casi
una delle strutture limite può avvicinarsi di più alla molecola reale rispetto alle
altre e per determinarla occorre calcolare la C.F. Dei vari atomi e verificare che i
valori siano coerenti con il contesto ad esempio: le cariche formali più piccole
sono meglio (le strutture più probabili sono quelle con cariche formali più vicine
allo zero) , no cariche formali simili su atomi adiacenti, una carica formale più
negativa deve essere su un atomo più elettronegativo.
*Attenzione → la carica formale NON è uguale al numero di ossidazione infatti
quest'ultimo si calcola con: n°el. di valenza – n° el. dei doppietti – n° el. di
legame (solo per l'elemento più elettronegativo e se due atomi sono uguali ne
sottraggo uno ciascuno)
L'ESPANSIONE DELL'OTTETTO è possibile solo dagli elementi dal 3° periodo
in poi e consiste nel trasformare un doppietto in un legame con l'obbiettivo di
ottenere la carica formale dell'atomo centrale pari a 0.
Eccezioni alla regola dell'ottetto:
1. Molecole con atomi circondati da più di 8 elettroni → l'atomo centrale è
legato a più di 4 atomi es SF6
2. Molecole gassose elettrodeficienti: es BeCl2 e BF
3. Molecole con numero dispari di elettroni: i radicali→ specie molto
reattive es NO, NO2,

13. Limiti delle strutture di Lewis e Teoria VSEPR:


Le strutture di Lewis permettono di sapere il numero di legami e doppietti non
condivisi in una molecola ma non permette di sapere la forma tridimensionale della
molecola. La teoria VSEPR permette di prevedere la forma di una molecola
basandosi sulle repulsioni elettrostatiche tra gruppi di elettroni (leganti e non
leganti). Quando più gruppi di elettroni circondano un atomo centrale in base a qual
è il numero dei gruppi si possono avere 5 geometrie possibili:
1. LINEARE: due gruppi di elettroni con angoli di 180°
2. TRIGONALE PLANARE: tre gruppi di elettroni → triangolo equilatero con
angoli di 120°
3. TETRAEDRICA: quattro gruppi di elettroni → tetraedro regolare con angoli
di 109.5°
4. TRIGONALE BIPIRAMIDALE: cinque gruppi di elettroni → bipiramide
trigonale con angoli di 90°, 120° e 180°
5. OTTAEDRICA: sei gruppi di elettroni → ottaedro con angoli di 90° e 180°

In realtà gli angoli di legame sperimentali sono un po' diversi da quelli teorici perché
si considerano i gruppi attorno all'atomo tutti equivalenti mentre spesso non è così.
I doppietti non condivisi danno repulsioni maggiori rispetto agli elettroni di legame
infatti maggiore è il numero di doppietti maggiore è la deviazione dell'angolo ideale.
Il metano (CH4) è un tetraedro perfetto con angoli di legami pari a 109.5
Per definire la geometria della molecola occorre differenziare tra il numero di gruppi
leganti (Bx) e il numero di doppietti (Ey) che circondano l'atomo centrale (A) → ogni
molecola avrà classe di appartenenza AbxEy:

N° ATOMI N° COPPIE
IBRIDAZIONE DISPOSIZIONE
LEGATI SOLITARIE GEOMETRIA
CLASSE ALL'ATOMO SULL'ATOMO
ATOMO GRUPPI DI
MOLECOLARE
CENTRALE ELETTRONI
CENTRALE CENTRALE

AB2 2 0 sp

AB3 3 0 sp2

AB2E 2 1 sp2

AB4 4 0 sp3

AB3E 3 1 sp3

AB2E2 2 2 sp3
AB5 5 0 sp3d

AB4E 4 1 tetraedro
distorto
trigonale
AB3E2 3 2 sp3d forma a T
bipiramidale
AB2E3 2 3 lineare

AB6 6 0 sp3d2

AB5E 4 1 Sp3d2 quadrato


bipiramidale

quadrato
AB4E2 4 2 sp3d2 planare

14. Spiegare la Teoria del legame di valenza ( teoria VB):


Il principio fondamentale della teoria del legame di valenza è la formazione di un
legame covalente quando gli orbitali atomici di due atomi si sovrappongono e sono
occupati da una coppia di elettroni e per il principio dell'esclusione di Pauli i due
elettroni della coppia di legame avranno spin antiparallelo quindi nella zona di
massima sovrapposizione degli orbitali atomici ci sono al max due elettroni con spin
antiparallelo. Inoltre secondo questa teoria più la sovrapposizione degli orbitali è
maggiore, maggiore sarà la forza di legame e la sovrapposizione è massima
quando gli orbitali coinvolti sono nella stessa direzione es. 2 orbitali 1s (sferici), un
orbitale 1s e l'orbitale 2pX che è nella direzione giusta oppure 2 orbitali 2p X.
In generale due orbitali si uniscono, anche di differenti tipologie, in 2 modi:
▪ in modo buono quando i due orbitali si sovrappongono in modo perfetto
(sovrapposizione coassiale) ossia sono nella direzione giusta creano
una deformazione minima e una grande forza di legame (es 2 orbitali
2pX) generando una massima densità degli elettroni che stabilizzano il
legame che prende il nome di legame sigma (σ) quindi una maggiore
probabilità di trovare gli elettroni in quella porzione di spazio.
▪ In modo pessimo quando i due orbitali coinvolti sono paralleli
(sovrapposizione laterale) quindi non si trovano lungo lo stesso asse
(es 2 orbitali 2pY), in questo caso il legame prende il nome di legame pi-
greco (π) → la deformazione è massima e la forza di legame è minore

Quando un legame è semplice è sempre di tipo sigma mentre se ci sono dei legami
multipli uno sarà sigma mentre gli altri pi-greco.

FORMAZIONE DI ORBITALI IBRIDI (IBRIDIZZAZIONE):


Prendendo come esempio la tetravalenza del Carbonio (a parte poche eccezioni in
C forma sempre in tutti i suoi composti 4 legami) la sovrapposizione di orbitali s,p,d
non basta per dare una spiegazione. Nel caso del metano CH 4 il C ha config.
Elettronica 1s22s22p2 e in secondo la regola di Hund i due elettroni negli orbitali 2p
sono spaiati in due orbitali quindi teoricamente si dovrebbero formare molecole CX 2
con 2 legami. In realtà non accade perché un elettrone viene promosso da un
orbitale 2s ad un orbitale 2p e si forma una specie C* (stato eccitato) con conf.
elettronica 1s22s12p3 ma non è ancora abbastanza perché saremmo in una
situazione di energia maggiore e sfavorevole e ci sarebbero 3 legami C-H
equivalenti e uno diverso ma si sa che il metano ha 4 legami C-H equivalenti con
angoli di legami di 109.5°. Per giustificare questo fattore bisogna considerare il C in
modo che sia portato ad uno stato energetico in cui abbia 4 orbitali equivalenti →
IBRIDAZIONE ORBITALICA → si formano 4 orbitali ibridi sp3 con stessa forma e
energia grazie alla combinazione lineare delle funzioni d'onda degli orbitali atomici
di partenza. In questo caso gli orbitali ibridi prendono il nome di sp 3 perché sono la
combinazione di 1 orbitale s e 3 orbitali p
Regole generali per la formazione di orbitali ibridi:
1. Si formano tanti orbitali ibridi quanti sono gli orbitali atomici di partenza
2. E' possibile l'ibridazione di orbitali con energia simile es 2s e 2p
3. Gli orbitali ibridi si sovrappongono ad altri orbitali ibridi o a orbitali atomici per
formare legami covalenti
4. Il tipo di orbitali ibridi ottenuti dipende dagli orbitali di partenza
5. La geometria degli orbitali ibridi corrisponde alla geometria della disposizione
dei gruppi di elettroni nella VSEPR
15. Quali sono le ibridazioni possibili del Carbonio?
Il C può dare solo 3 tipi di ibridazione:
1. sp → forma due legami sigma utilizzando i due orbitali sp e 2 legami pi-
greco con i 2 orbitali 2p non ibridati (ETINO C 2H2 , CO2, CO)
2. sp2 → forma 3 legami sigma con i tre orbitali sp 2 e un legame pi-greco con
l'orbitale 2p non ibridato (es. ETENE C 2H4 o il BENZENE C6H6, IONE
CARBONATO CO32-)
3. sp3 → forma 4 legami sigma utilizzando i 4 orbitali sp 3 (es. ETANO C2H6)

16. La teoria degli orbitali molecolari (teoria MO):


Per spiegare le proprietà magnetiche delle molecole (es il paramagnetismo di O 2) e
la delocalizzazione elettronica (legame metallico) si definisce la formazione di
orbitali molecolari delocalizzati sull'intera molecola.
Formazione degli orbitali molecolari:
1. gli elettroni di una molecola sono rappresentati da funzioni d'onda dette
ORBITALI MOLECOLARI le quali sono caratterizzate da propri numeri
quantici che ne determinano forma ed energia → il numero degli orbitali
molecolari che si formano è uguale al numero di orbitali atomici di partenza
2. il quadrato della funzione d'onda → probabilità di trovare un elettrone in un
determinato spazio
3. l'energia dell'orbitale che si ottiene risolvendo l'equazione di Schrondiger in
modo approssimato per una certa funzione d'onda corrisponde all'energia
che serve per allontanare l'elettrone dalla molecola
4. i vari orbitali molecolari hanno forme rappresentabili con delle superfici limite
che si estendono su tutta la molecola e delimitano le regioni di spazio in cui è
compresa la maggior parte della nuvola elettronica
5. la distribuzione degli elettroni in una molecola è effettuata con il principio di
AUFBAU rispettando il principio di Pauli e Hund

Le funzioni d'onda si ottengono con il principio di LCAO (Linear Combination of


Atomic Orbitals) dove gli orbitali molecolari sono calcolati facendo la combinazione
lineare delle funzioni d'onda degli orbitali atomici corrispondenti, le funzioni d'onda
possono fare due cose quando si combinano:
• Sommarsi → ORBITALE MOLECOLARE LEGANTE → i 2 elettroni sono
distribuiti su un volume maggiore ed a energia più bassa rispetto agli orbitali
atomici di partenza

• Sottrarsi → ORBITALE MOLECOLARE ANTILEGANTE (si indica con * ad


esempio l'orbitale di antilegame σ*1s)→ ha un nodo tra i due nuclei ed è a
energia più alta rispetto all'orbitale atomico di partenza e quando questo
orbitale molecolare è occupato la molecola è meno stabile

Affinché due orbitali atomici possano combinarsi è necessario che le nuvole di


carica elettronica si sovrappongano il più possibile e abbiano la stessa simmetria
(es un orbitale s si può combinare solo con un altro orbitale s oppure un orbitale p x,
gli orbitali pY e pZ si possono combinare solo con orbitali dello stesso tipo.
• Orbitali molecolari di tipo sigma (σ) → la densità elettronica è distribuita in
modo simmetrico lungo all'asse di legame (orbitali atomici s e px)
• Orbitali molecolari di tipo pi-greco (π) → la densità elettronica è
concentrataa sopra e sotto l'asse internucleare (orbitali atomici e pY e pZ)
Gli orbitali molecolari sono indicati sia dalla simmetria (σ, π) sia dal tipo di orbitale
atomico da cui hanno avuto origine, gli orbitali molecolari antileganti si indicano con
un asterisco (*) → σ1s σ*1s, π2pZ π*2pZ
L'ordine di legame nella teoria molecolare è diverso rispetto a quello definito nella
teoria di Lewis (OdL = numero coppie di legame) infatti in questo caso si calcola
così:
Se O.L. >0 la specie molecolare è più stabile rispetto agli atomi isolati (più è alto
O.L. Più è forte il legame) se è = 0 la specie molecolare non si forma

17. La polarità delle molecole:


Una molecola polare possiede un momento di dipolo (u) → u (Debye) = Q * d [C*m]
dove Q = eccesso di carica e d = distanza tra due cariche uguali e di segno
contrario ( 1D= 3.33*10-30 C). Il momento dipolare può essere rappresentato da un
vettore il cui verso è diretto verso il polo negativo del dipolo infatti in molecole
poliatomiche i dipolo di ogni singolo legame covalente possono essere
rappresentati con dei vettori. La somma dei vettori determina il dipolo associato alla
molecola e se quest'ultima possiede dei legami covalenti polari non significa che la
molecola è polare perché la polarità dipende dalla geometria della molecola (se
nella molecola sono presenti solo legami covalenti apolari la molecola non sarà
sicuramente polare). Perciò se la somma vettoriale dei momenti di dipolo è a sua
volta un vettore la molecola è polare se invece è un vettore nullo la molecola è
apolare.

18. Quali sono le forze intermolecolari e quelle intramolecolari e per cosa


differiscono?
Entrambe si originano dalle attrazioni elettrostatiche tra cariche di segno opposto
ma differiscono per l'intensità infatti le forze intramolecolari (o forze di legame) sono
molto più forti di quelle intermolecolari (o forze di Van der Waals).

Le forze di legame sono:


1. LEGAME IONICO: attrazione tra cationi e anioni
2. LEGAME COVALENTE: attrazione tra nucleo e coppie di elettroni condivisi
3. LEGAME METALLICO: attrazione tra cationi metallici ed elettroni di valenza
delocalizzati
Le forze intermolecolari sono dovute all'attrazione tra particelle (molecole, atomi o
ioni), agiscono in tutti gli stadi di aggregazione influenzando anche le proprietà
fisiche delle sostanze (Tfusione, Tevaporazione) e ne esistono di diversi tipi:
1. FORZE IONE-DIPOLO (40-600 KJ/mol): attrazione tra uno ione e una
molecola polare ad esempio un composto ionico in acqua → gli ioni si
separano perché la forza ione-dipolo > forza di legame ionico
2. FORZE CARICA-DIPOLO INDOTTO: gli elettroni sono in continuo
movimento e in presenza di un campo elettrico la nuvola elettronica viene
attratta verso la carica positiva e allontanata da quella negativa, il campo
elettrico induce una distorsione della nuvola elettronica ( la facilità con cui la
nuvola elettronica di una molecola si distorge indica la polarizzabilità) e se
la molecola è apolare si origina un dipolo indotto temporaneo se invece la
molecola è polare il momento di dipolo aumenta. L'origine del campo
elettrico che da origine alla distorsione può essere:
• una carica di uno ione vicino alla molecola → FORZE IONE-DIPOLO
INDOTTO (3-15 KJ/mol) → es trasporto di ossigeno nel sangue
• cariche parziali di una molecola vicina → FORZE DIPOLO-DIPOLO
INDOTTO o forze di induzione (2-10 KJ/mol) → si instaurano solo
tra specie diverse, una polare e una apolare

3. FORZE DIPOLO-DIPOLO o forze di orientazione (5-25 KJ/mol): forze


attrattive tra molecole polari, interazione tra dipoli permanenti → il polo
positivo di una molecola attrae quello negativo di un'altra molecola. Queste
forze sono tanto maggiori quanto maggiore è il momento dipolare e quanto
più bassa è la temperatura

4. FORZE DI DISPERSIONE o forze di London (0,05-40 KJ/mol): sono le


forze responsabili alla solidificazione e condensazione delle molecole polari
infatti tra le particelle deve agire una forza attrattiva (debole) la quale agisce
tra qualsiasi tipo di particelle, tra molecole identiche è la forza dominante.
Questa forza attrattiva è causata dalle oscillazioni momentanee della carica
elettrica che induce un momento di dipolo istantaneo il quale influenza gli
atomi vicini, il dipolo istantaneo presente in ciascun atomo/molecola induce
un dipolo nell'atomo/molecola, in questo modo i due momenti dipolari
interagiscono per dare origine ad una forza attrattiva, forza di dispersione. Le
forze di dispersione aumentano con la massa molare (aumentano gli
elettroni)

5. IL LEGAME IDROGENO (10-40 KJ/mol): Il legame idrogeno è una forza


dipolo-dipolo ma si differenzia da essa perché è più forte ed è fortemente
direzionale. Questo tipo di forza si origina tra molecole con un atomo di H
legato ad un atomo piccolo ed elettronegativo (N,O e F) con coppie di
elettroni solitarie. Le piccole dimensioni di N,O o F sono essenziali perché
rendono questi atomi molto elettronegativi in modo che il loro atomo H legato
covalentemente ha un'elevata carica parziale positiva e permettono al
doppietto sull'altro atomo di N,O o F di avvicinarsi all'atomo di H, in sostanza
H parzialmente positivo è attratto verso la coppia solitaria di elettroni
parzialmente negativa sull'atomo di N,O o F. Inoltre l'idrogeno tende a
disporsi sulla linea congiungente i due atomi elettronegativi e tanto più gli
atomi sono allineati e tanto più il legame è forte. Ad esempio nel ghiaggio
entrambi i doppietti sull'ossigeno partecipano alla formazione di legami H e
l'angolo di legame diventa uguale a 109.5° ossia l'angolo di un tetraedro
regolare.

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