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L’atomo quantistico

Il modello di Rutherford non spiega l’interazione tra luce e materia.

Il quanto indica una quantità indivisibile che non può essere frazionata in parti più piccole.
Una grandezza fisica può essere:
● quantizzata, cioè distribuita per quantità discrete non divisibili (quanti). Ogni valore
che può assumere è sempre un multiplo intero della quantità più piccola
● continua, cioè ogni sua parte può essere suddivisa in frazioni sempre più piccole
Modello atomico di Bohr
È molto simile a quello di Rutherford, ma differisce per alcuni punti chiave:
● alcuni valori definiti il raggio dell’orbita degli elettroni può assumere solo energia.
● Se l’atomo non cede o acquista energia non a ogni specifica orbita è associato un
valore di emette radiazioni e gli elettroni si trovano in uno stato stazionario
● Più elettroni si portano in un'orbita più distante dal se l’atomo riceve un certa
quantità di energia uno o nucleo e a maggiore energia (stato eccitato). L’elettrone
deve ricevere esattamente tutta l’energia che corrisponde alla differenza tra le due
orbite.
● Solo se uno o più elettroni si portano verso orbite più l’atomo può emettere energia
sotto forma di luce vicine al nucleo. L’energia emessa corrisponde differenza
energetica tra l’orbita di arrivo e quella di partenza

Nel modello di Bohr la distanza dell’elettrone dal nucleo è quantizzata, poiché ogni orbita è
separata dalla successiva da distanze proibite.
Anche l’energia dell’elettrone è quantizzata, poiché caratteristica di ogni orbita.
Riscaldando il gas si portano gli elettroni in stati eccitati. Quando tornano ai livelli stazionari,
essi emettono l’energia che corrisponde alla differenza tra le due orbite. A ogni energia
corrisponde un preciso valore di lunghezza d’onda e quindi un preciso colore.
Il modello di Bohr non riusciva a prevedere gli spettri di atomi con più di un elettrone.
Heisenberg introdusse la legge che da allora è stata alla base dell’interpretazione dei
sistemi fisici e in particolare dei fenomeni submicroscopici: il principio di indeterminazione di
Heisenberg.
Principio di indeterminazione di Heisenberg
Quando si descrive una particella, posizione e quantità di moto non possono essere
determinate nello stesso momento senza incertezza.
È impossibile, quindi, determinare simultaneamente la posizione di un elettrone e la sua
velocità.
Di conseguenza, non si può descrivere l’atomo con gli stessi metodi impiegati per trattare gli
oggetti macroscopici: occorre un approccio probabilistico.
Per il principio di indeterminazione, per gli elettroni non si può parlare di traiettoria e orbita.
Si introduce il concetto di nube elettronica.
La nube elettronica è l’insieme delle posizioni nelle quali un elettrone può trovarsi nel suo
movimento velocissimo.
La nube si addensa dove è più probabile che ci sia un elettrone.
De Broglie considerò l’elettrone come un’onda con una propria lunghezza d’onda, frequenza
e velocità.
La sua teoria fu confermata dalla scoperta che fasci di elettroni danno luogo a fenomeni
tipici delle onde: l’interferenza e la diffrazione.
L’elettrone, come tutte le particelle subatomiche, si considera una particella dalla doppia
natura ondulatoria e corpuscolare.
Schrödinger applicò all’elettrone la matematica delle onde. Il risultato è la descrizione
dell’atomo derivante dalla meccanica quantistica.
Si è giunti in questo modo alla formulazione del modello quantistico dell’atomo.
Per ciascun atomo si sono ricavate la forma, le dimensioni e gli aspetti energetici della nube
elettronica.
La nube elettronica o densità elettronica è un diagramma tridimensionale nel quale la
densità dei punti rappresenta la probabilità che vi sia l’elettrone.
La nube si addensa dove la probabilità è maggiore, è diviene rarefatta quando è minore.
Numeri quantici e orbitali
La funzione d’onda ψ contiene tre numeri interi, chiamati numeri quantici, che possono
assumere valori diversi, ma non qualsiasi, e che sono indicati con le lettere n, l e m.
Un numero quantico è un numero che specifica il valore di una proprietà dell’elettrone e
contribuisce a definire lo stato quantico dell’elettrone stesso.
L’orbitale è una funzione d’onda elettronica caratterizzata da una particolare terna di valori
dei numeri quantici n, l e m; a ciascuna terna corrisponde un particolare stato quantico
dell’elettrone.
Un quarto numero quantico, che non deriva dall’equazione di Schrödinger, descrive una
proprietà tipica dell’elettrone: il numero quantico di spin, ms.
● Il numero quantico principale n (n = 1, 2, 3, ...) definisce l’energia dell’elettrone.
● Il numero quantico secondario l (l = 0, 1, 2, 3, ... n - 1) determina le caratteristiche
geometriche della funzione di distribuzione della probabilità, pertanto definisce il
sottolivello energetico a cui appartiene quel certo orbitale.
valori di l 0 1 2 3
sottolivello energetico s p d f
numero di orbitali 1 3 5 7
● Il numero quantico magnetico m (m = −l, 0, +l) definisce il numero di orbitali di
ciascun sottolivello energetico.
● Il quarto numero quantico è il numero quantico magnetico di spin, ms, o spin
dell’elettrone (ms = ± 1⁄2).
Lo spin è una proprietà intrinseca dell’elettrone che si manifesta quando l’elettrone,
sottoposto all’azione di un campo magnetico esterno disomogeneo, assume due diversi stati
energetici.
Gli orbitali dei primi quattro livelli di energia.

La scoperta dello spin dell’elettrone porta Wolfgang Pauli a enunciare, nel 1925, una legge
fondamentale nota con il nome di principio di esclusione di Pauli.
Un orbitale può descrivere lo stato quantico di due soli elettroni; essi devono avere spin
opposto, cioè antiparallelo.
Anche i nuclei atomici, come gli elettroni, sono dotati di spin: questa proprietà permette la
produzione di immagini per risonanza magnetica (MRI) a scopo diagnostico.
Dall’orbitale alla forma dell’atomo
La forma degli orbitali è determinata dal valore del numero quantico secondario l, mentre il
volume dipende anche dal numero quantico principale n.
La superficie di contorno (o superficie limite) di un orbitale riunisce tutti i punti caratterizzati
dalla stessa probabilità di presenza dell’elettrone
La forma degli orbitali s è sferica e al centro della sfera è situato il nucleo. Il volume della
sfera aumenta al crescere del numero quantico principale n.
Ai tre orbitali p, di uguale energia, px , py e pz , corrisponde una forma con un doppio lobo; il
nucleo si trova nel punto di congiunzione dei due lobi.Le tre superfici di contorno, del tutto
equivalenti, si distinguono solo perché si espandono lungo gli assi x, y e z di un sistema di
tre assi cartesiani ortogonali.
Agli orbitali d, che sono in tutto cinque, corrispondono forme a quattro lobi. Ancora più
complessa è la forma dei sette orbitali f.La distribuzione complessiva degli elettroni di
qualunque atomo isolato è sempre perfettamente sferica.
La configurazione elettronica
La configurazione elettronica di un atomo o di uno ione è l’insieme degli orbitali necessari a
descrivere tutti i suoi elettroni, riportato in ordine crescente di energia.
La configurazione elettronica dell’atomo di idrogeno nel suo stato fondamentale è:

La configurazione elettronica dei primi 18 elementi.

Per scrivere la configurazione elettronica di un atomo qualsiasi nel suo stato fondamentale si
segue
il principio di Aufbau, che si articola in quattro punti:
1. Determinare il numero di elettroni dell’atomo.
2. Distribuire gli elettroni negli orbitali in ordine di energia crescente:
3. Se necessario, riorganizzare la configurazione elettronica in base al valore di n crescente.
4. Controllare che la somma di tutti gli esponenti corrisponda al numero di elettroni.
La successione degli orbitali in ordine di energia crescente si ricava seguendo l’andamento
delle frecce.

Gli elettroni appartenenti a uno stesso sottolivello, tendono ad avere spin parallelo in orbitali
distinti, affinché si attenuino le forze repulsive; perciò la regola di Hund stabilisce che:
nella configurazione elettronica più stabile di un atomo, gli elettroni appartenenti a un
medesimo sottolivello tendono ad assumere lo stesso spin.
Verso il sistema periodico
Tabella costruita sulla base della tavola periodica di Mendeleev, pubblicata nel 1871.
Si può osservare che:
• gli elementi con proprietà chimiche simili si trovano nella stessa colonna;
• sono presenti due caselle vuote.
Nell’attuale tavola periodica, il criterio d’ordine non è più la massa atomica, ma il numero
atomico, Z, crescente.
La legge della periodicità è la seguente: le proprietà fisiche e chimiche degli elementi sono
una funzione periodica del loro numero atomico Z.
Le strutture elettroniche più esterne degli elementi si ripetono periodicamente, dopo aver
completato un livello.
Poiché gli elementi della stessa colonna presentano caratteristiche simili, ogni colonna è
detta gruppo.
In generale, il numero e la disposizione degli elettroni sul livello più esterno, simili per gli
elementi dello stesso gruppo, determinano la somiglianza delle proprietà chimiche e fisiche
degli elementi di un gruppo.
Gli elementi litio (Li), sodio (Na) e potassio (K) sono chiamati metalli alcalini e presentano
una struttura elettronica caratteristica.Ciascun elemento ha un solo elettrone sul sottolivello
più esterno s.
Gli elementi berillio (Be), magnesio (Mg) e calcio (Ca) sono detti metalli alcalino-terrosi e le
loro strutture elettroniche esterne sono simili. Hanno tutti due elettroni nel guscio di valenza,
cioè nel sottolivello più esterno s.
I punti più significativi della tavola periodica sono i seguenti:
● il posto che ciascun elemento occupa nel sistema periodico dipende dal suo numero
atomico Z;
● gli elementi presenti sono 118;
● le righe orizzontali formano 7 periodi;
● gli elementi che chiudono i periodi sono i gas nobili;
● le colonne verticali formano i gruppi;
● fra i gruppi II e III si trovano gli elementi di transizione;
● in fondo alla tavola periodica sono presenti le due serie dei lantanidi e degli attinidi.
La struttura a strati degli elettroni nell’atomo è la chiave che consente di fare piena luce sulla
tavola periodica.
Gli strati elettronici corrispondono esattamente ai periodi del sistema periodico.
Lo strato più esterno viene chiamato strato di valenza, poiché è quello che determina il
comportamento chimico dell’elemento.La configurazione elettronica di ciascun elemento
riportata nella tavola periodica, in corrispondenza del simbolo dell’elemento stesso, è
abbreviata: tra parentesi quadra compare il simbolo del gas nobile che precede l’elemento e,
a seguire, la disposizione degli elettroni nel livello energetico incompleto.
Le principali famiglie chimiche
Gli elementi che appartengono a uno stesso gruppo della tavola periodica presentano
proprietà simili, perciò vengono definiti famiglie.
L’idrogeno è isolato perché non è un metallo alcalino. La sua posizione è giustificata dalla
presenza di un solo elettrone di valenza, ma allo stato elementare è presente come
molecola diatomica.
La famiglia del I gruppo comprende i metalli alcalini (ns1):
• sono particolarmente reattivi;
• hanno un elettrone di valenza che perdono facilmente;
• a contatto con l’acqua liberano gas idrogeno.
La famiglia del II gruppo comprende i metalli alcalino-terrosi (ns2):
• sono molto reattivi;
• hanno due elettroni di valenza che perdono facilmente;
• reagiscono con l’acqua ma meno vivacemente degli alcalini.
Nel blocco d vi sono i metalli di transizione :
• hanno un diverso numero di elettroni nel sottolivello d, ma proprietà simili;
• sono utilizzati in leghe.
Anche gli elementi del blocco f sono metalli:
• i lantanidi sono chiamati terre rare, vengono usati in strumenti ad alta tecnologia;
• gli attinidi sono radioattivi. Gli elementi con Z > 92, sono chiamati transuranici.
La famiglia del gruppo VII comprende gli alogeni (ns2np5). • allo stato elementare sono
molecole diatomiche;
• sono tutti elementi altamente reattivi;
• prendono facilmente un elettrone.
La famiglia del gruppo VIII comprende i gas nobili (ns2np6):
• hanno una reattività quasi nulla;
• il loro livello esterno è completo poiché, a parte l’elio che ha due elettroni, tutti gli altri
hanno otto elettroni.

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