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Esercitazioni Dott.ssa Badiglio S.

Dato un numero n intero positivo, si chiama


radice aritmetica del numero non negativo a il
numero reale non negativo b che, elevato ad
n, dà per risultato a.

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Dalla relazione a=b n
segue
n
a b

 dove a si chiama radicando, n si chiama


indice del radicale e b si chiama radice.

 Possiamo quindi dire che l’operazione di


estrazione di radice è inversa a quella di
elevamento a potenza.

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0
Se n  0 il simbolo a è privo di significato.
Se n  1 1
a a perchè a1  a.
2
Se n  2 a si scrive omettendo l' indice , cioè a e si
legge radice quadrata di a.
3
Se n  3 a si legge radice cubica di a.
Se n  0 n
o  0 perchè 0 n  0.

n
In generale il simbolo a si legge radice ennesima di a.

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Il valore di un radicale aritmetico non
cambia se si moltiplicano l’indice e
l’esponente del radicando per uno
stesso numero intero positivo.

n m np mp
a  a
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3 9
a2  a6

4 20
a 2b 3  a10b15

3 6 6
2x4  22 x8  4 x8

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La proprietà invariantiva si può “invertire”,
cioè possiamo dire che :
 Il valore di un radicale aritmetico non
cambia se si dividono l’indice e l’esponente
del radicando per uno stesso numero intero
positivo.
 Quando ciò è possibile, diciamo che il
radicale è RIDUCIBILE e l’operazione si
chiama semplificazione.
 Se l’indice e l’esponente del radicando non
hanno fattori comuni, il radicale si dice
IRRIDUCIBILE.

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6 6 3
4 x 6  22 x 6  2 x3
8 8 4
16a b c  2 a b c  4a 2bc 3
4 2 6 4 4 2 6

3
a 2 è irriducibile
3
x 3  y 3 è irriducibile
4
x 2  4 x  4  4 ( x  2) 2  x2
6 6
8a 3b 6  23 a 3b 6  2ab 2

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La proprietà invariantiva che abbiamo già
studiato permette di ridurre più radicali
aritmetici allo stesso indice, senza alterarne il
valore, mediante la seguente regola:
 Si scrivono i radicali in forma irriducibile.
 L’indice comune dei radicali è il m.c.m. fra
TUTTI gli indici.
 Si divide tale indice comune per ogni indice dei
radicali dati ed il quoziente si moltiplica per il
corrispondente esponente del radicando.

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3 4
a2 a3 6
a Diventano :
12 12 12
a8 a9 a2

4 5
3a 2b 3 2a 3b a Diventano :
20 20 20
35 a10b15 2 4 a12b 4 a10

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 Il prodotto di due o più radicali ridotti allo
stesso indice, è un radicale che ha lo stesso
indice dei radicali dati e per radicando il
prodotto dei singoli radicandi.

Esempi.
3 23 3
4a 5a  20a 3
5 35 25 5
2a a 3a  6a 9
4

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 Il quoziente di due radicali ridotti allo
stesso indice, dei quali il secondo abbia il
radicando diverso da zero,è un radicale
che ha lo stesso indice dei radicali dati e
per radicando il rapporto dei singoli
radicandi
Esempi
3
a2 a2
3
 3
5 5
5
3x 4 3x 4 3 2
5
 5
2
 5 x
4x 2 4x 4

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 La potenza p-esima di un radicale, con p
intero non negativo, è un radicale che ha lo
stesso indice del radicale dato e per
radicando la potenza p-esima del
radicando.

Esempi
3 2 3 2
( a)  a
7 2 3 4 7 8 12
( 3a b )  81a b

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La radice m-esima di un radicale è un
radicale che ha per indice il prodotto degli
indici e per radicando lo stesso radicando
del radicale dato.
Esempio

3
2ab  2ab
6

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Abbiamo quindi visto che:
n
an b  n
ab
n
a a
n
 n
b b
n p n p
( a)  a
m n mn
a  a

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 Per trasportare un fattore all’interno di un
radicale, basta semplicemente elevarlo ad un
esponente pari all’indice del radicale dato.

Esempi
3 a  32 a  9a
3 3
x 2 3 5x  x6 5x  5x7
1 4 1 b
a 3b 5  4
4 4
a 3 5
b  4
ab a b a

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Dato un radicale di indice n, un fattore del
radicando con esponente p multiplo di n, può
essere trasportato fuori dal segno di radice
come potenza di uguale base e con un
esponente pari al quoziente tra p ed n.

Esempi
4 7 4 4 3 4 44 4
a b a ab a a b  a a 3b
3

3 3 3
27 a b c  3 a b c c  3a bc c 2
6 3 5 3 6 3 3 2 2

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Se l’esponente p di un fattore del radicando
è maggiore di n ma NON è multiplo di n, il
fattore può essere parzialmente trasportato
fuori dal segno di radice con la seguente
regola:
 La parte del fattore che esce fuori, è una
potenza con la stessa base che ha per
esponente il quoziente tra p ed n;
 La parte del fattore che rimane dentro, è
una potenza che ha la stessa base e per
esponente il resto del quoziente tra p ed n.

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3 3
a 5b 7 c 2  ab 2 a 2bc 2
a10b  a 5 b
4 4 4 4
a ba c  4
a (b  c)  a 4 b  c
a 2  2ab  b 2 ( a  b) 2 ab 1
 2

4a 2 a 2 a
3 3
a 8b16 c 9  a 2b 5c 3 a 2b
5
32( a  b) 9  2( a  b)5 (a  b) 4

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 Due o più radicali irriducibili si dicono simili
quando hanno lo stesso indice e lo stesso
radicando.
 Come per i monomi, la somma algebrica di

più radicali simili è un radicale simile a quelli


dati che ha per coefficiente la somma
algebrica dei coefficienti.

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 E’ importante sottolineare che la somma
algebrica di più radicali con lo stesso indice
NON è il radicale della somma. Cioè sono
ERRATE le seguenti scritture:

a  b  ab
3 2 3 3 2
2a  3b  2a  3b

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 Si chiama Espressione con i radicali una
espressione nella quale figurano
operazioni sui radicali. Vediamo qualche
esempio:
125  45  20  5 5  3 5  2 5  4 5
x  y  16 x  16 y  a 2 x  a 2 y  2 9 x  9 y 
 x  y  16( x  y )  a 2 ( x  y )  2 9( x  y ) 
 x y 4 x y a x y 6 x y 
 x  y (1  4  a  6)  (a  1) x  y

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84 a 3  33 a  24 a 3  3 a  94 a 3  23 a  4 a 3

9a 3  4ab 2  2a a  3b a  ab 2  3a a  2b a  2a a  3b a  b a 
 a (3a  2b  2a  3b  b)  a a

2 ( 6  2 )  3(2  3 )  12  2  2 3  3  2 3  1  2 3  1

a5  a5 x b5  b5 x 32  32 x a 5 (1  x) b 5 (1  x) 32(1  x)
5  5  5  5  5  5 
5
b b y5 5
a a y5
1  y 5
b (1  y ) 5
a (1  y ) 1  y
a 1 x b 1 x 1 x 1 x a b
 5  5  25 5 (   2) 
b 1 y a 1 y 1 y 1 y b a
1  x a 2  b 2  2ab ( a  b) 2 1 x
5 ( ) 5
1 y ab ab 1 y

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 Razionalizzare significa rendere razionale
il denominatore di una frazione.
 Per razionalizzare una frazione basta
moltiplicare sia il numeratore che il
denominatore per un opportuno fattore
diverso da zero.

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 Se il denominatore della frazione è un
radicale quadratico irriducibile, cioè se è del
tipo :
a
b
Il fattore razionalizzante è b e quindi si ha :
a a b a b
 
b b b b

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 Se il denominatore della frazione è un
radicale irriducibile di indice qualunque,
cioè se è del tipo :
a
n
bm
bnm
n
Il fattore razionalizzante è
e quindi si ha :
n n -m n
a a b a bn -m
 
n m n mn nm b
b b b
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3 3 2 3 2
 
2 2 2 2
3 3 5 15
 
2 5 2 5 5 10
6 6 2 6 2 3 2
  
5 2 5 2 2 10 5
5
3 3 22 35 4 35 4
5
 5
 
3 35 2 5 2
2 2 2 25
7 7 7 7
a2 a 2 a3 a 2 a3 a 2 a3 a a3
   
8 a47 7
8 a 47
a3 87 a 7 8a 8

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 Se il denominatore della frazione è la somma
algebrica di due radicali quadratici, cioè se è
del tipo :
a
b c
il fattore razionalizzante è b c
a a( b  c ) a( b  c )
 
b  c ( b  c )( b  c ) bc

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 Si applica un analogo procedimento se la
frazione è del tipo :

a a ( b c) a ( b c)
 
b  c ( b  c)( b c) b  c2
Oppure se :
a a (b  c ) a (b  c )
  2
b  c (b  c )(b  c ) b c

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3 3( 5  2 ) 3( 5  2 ) 3( 5  2 )
    5 2
5  2 ( 5  2 )( 5  2 ) 52 3

4 5 4 5 ( 6  3) 4 5 ( 6  3) 4 5 ( 6  3)
  
6  3 ( 6  3 )( 6  3 ) 63 3

6  2 ( 6  2 )( 3  1) 18  6  6  2 3 2  2 6  2
  
3 1 3 1 2 2
4 2  2 6 2( 2 2  6 )
  2 2 6
2 2

4 4(3  7 ) 4(3  7 ) 4(3  7 )


    2(3  7 )
3  7 (3  7 )(3  7 ) 97 2

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 Se il denominatore della frazione è la
somma di tre o quattro radicali quadratici,
cioè se è del tipo :
m n
oppure
a b c a b c d
nel primo caso si procede così :
m m( a  b  c ) m( a  b  c )
 
a  b  c ( a  b  c )( a  b  c ) ( a  b )2  c

nel secondo il fattore razionaliz zante è ( a  b )  ( c  d )


E' evidente che si ritorna nei casi precedenti .

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 Se, infine, il denominatore della frazione è la
somma algebrica di due radicali cubici, cioè
se è del tipo :
c
3
a 3 b
allora, ricordando i prodotti notevoli, il fattore razionalizzante è :
3 3
( a 2 3 ab  b 2 )

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 Si chiama radicale quadratico doppio ogni
espressione della forma :
a  a2  b a  a2  b
a b  
2 2
Esempio
5  25  21 5  25  21 5 2 52
5  21     
2 2 2 2
7 3 7 3 14 6 14  6
     Razionalizzando  
2 2 2 2 2 2 2

E' evidente che ha senso applicare queste formule SOLO se


a 2 - b risulta un quadrato perfetto.

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 Per concludere l’argomento dei radicali
trattato fin qui, possiamo ampliare il
concetto di potenza di un numero già
studiato, e dire che:
m m
n  1 m
m
an  a e a n  n (se  0)
am n
Esempi :
4 3
5
35  34 (a  b) 7  7 ( a  b) 3

1 3
 1 3  4 3
2 3  3 ( ) 5  5 ( )
8 4 3

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