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Fino a questo momento la trattazione ha riguardato atomi isolati nel vuoto. Ora si vuole
esaminare cosa succede quando un atomo fa parte di una struttura reticolare. In
particolare si fa riferimento al silicio.
“Leggendo” il grafico delle energie in funzione della distanza da destra verso sinistra, si
vede che ad un certo punto gli atomi saranno talmente vicini che i gusci energetici n=3
interagiranno. Se non succedesse niente, si avrebbero 8 orbitali a 2 a 2 uguali in termini
di forma e di orientazione, e in linea di principio 2 elettroni a stesso spin potrebbero
occupare (essere associati a) 2 orbitali uguali. Invece la natura impone una
degenerazione/differenziazione energetica, uno splitting per il quale 2 orbitali altrimenti
uguali si trasformano in 2 orbitali di forma/energia diversa.
La rappresentazione 2-D che evidenzia i legami covalenti tra gli atomi di silicio nel reticolo
cristallino prende il nome di modello a legame covalente.
A temperature T→0 K si ha che gli atomi sono fissi nelle loro posizioni reticolari, e gli
elettroni di valenza sono tutti impegnati nei legami covalenti: ognuno di essi è condiviso in
modo “robusto” tra i 2 atomi di silicio a cui risulta vincolato, e non può prendere parte al
fenomeno della conduzione anche in presenza di un campo elettrico locale E.
Il valore del bandgap EG dipende dal materiale e, per un particolare materiale, dipende
dalla temperatura T (per i semiconduttori di interesse decresce all’aumentare di T).
Esercizio
Determinare qual è la probabilità di liberazione di un elettrone impegnato in un legame
covalente nel silicio intrinseco a T=300 K all’equilibrio termodinamico.
Isolanti e conduttori
Si osservi che mentre i semiconduttori hanno tipicamente EG~1 eV, gli isolanti “soffrono”
di EG>3 eV, per cui a T=300 K gli elettroni in grado di liberarsi sono in numero
trascurabile, mentre i conduttori possono avere EG dell’ordine delle decine di meV o
anche nullo, per cui a T=300 K di fatto tutti gli elettroni appartenenti al guscio energetico
più esterno degli atomi sono liberi.
Il carbonio è un buon isolante; a T=300 K presenta EG=5.47 eV e n=10 cm-3.
Lo stagno è un buon conduttore; a T=300 K presenta EG=0.1 eV e n=1022 cm-3.
È peraltro presente anche un fenomeno di trasporto meno intuitivo, legato agli elettroni
impegnati nei legami covalenti, ovvero allocati in stati quantici associati a livelli energetici
“bassi” inclusi nella banda di valenza.
Può succedere che un elettrone che si trova in un legame covalente vicino scompaia
dalla sua posizione (lasciando così dietro di sé una lacuna) per andare a occupare il
“buco”, “soddisfacendo” il legame inizialmente non saturato.
L’energia richiesta per favorire tale meccanismo è molto più piccola di quella necessaria
per rompere un legame covalente (>EG), perché l’elettrone si sposta tra stati quantici
appartenenti a livelli energetici vicini in banda di valenza.
Tale meccanismo può essere orientato, ad esempio, da un campo elettrico locale E; in tal
caso gli elettroni occupano successivamente le posizioni libere (soddisfacendo i legami
covalenti non saturati) secondo la direzione e il verso di E. Si ha, pertanto, un flusso non
nullo di portatori di carica e quindi conduzione di corrente.
Muller e Kamins: «Se si osserva una bolla che si muove in una bottiglia piena d’acqua, in
realtà è l’acqua a muoversi, ma il fenomeno può essere più facilmente descritto facendo
riferimento al moto della bolla».
Le lacune sono pertanto da considerarsi cariche positive libere, e, al pari degli elettroni
liberi, possono prendere parte alla conduzione di corrente. La concentrazione di lacune si
indica con p [cm-3], che sta per positive.
In conclusione, esistono due fenomeni di trasporto, uno associato a elettroni liberi (a livelli
energetici elevati) e uno associato a elettroni impegnati nei legami covalenti (a livelli
energetici bassi), quest’ultimo descritto facendo riferimento a portatori fittizi di carica
positiva detti lacune. In ambo i casi, si può avere un flusso netto di portatori da un punto
all’altro del cristallo in presenza di un campo elettrico locale e/o di una disuniformità di
concentrazione (di elettroni liberi o elettroni impegnati nei legami covalenti).
Analogamente, se una lacuna si trova sul bordo superiore della banda di valenza, è
caratterizzata da energia cinetica nulla; se si trova ad energia inferiore Ep, possiede
energia cinetica EV-Ep.
Ancora sulla banda di valenza, si può citare Yang:«Non è possibile nuotare in una piscina
piena di persone».
Per l’elettrone libero nel vuoto vale la relazione di dispersione, che lega l’energia cinetica
alla quantità di moto
1 me v
2
1 1 p2
Ecin me v
2
2 2 me 2 me
Cercheremo di riadattare questa legge al caso di un elettrone libero all’interno del reticolo
cristallino del semiconduttore.
Si vede che i livelli energetici EC ed EV non sono costanti nel materiale, ma in realtà
variano al variare della direzione cristallografica, e, per una certa direzione
cristallografica, variano al variare di una quantità detta impulso del cristallo
p k
dato dal prodotto tra la costante di Planck ridotta e il numero d’onda k=2π/λ dell’elettrone-
onda (indicativo del numero di oscillazioni per unità di lunghezza). Secondo la legge di de
Broglie, l’impulso del cristallo deve in qualche modo rappresentare la quantità di moto
dell’elettrone-particella.
EG min EC p max EV p
Inoltre
EV ha un massimo per impulso nullo sia per l’arseniuro di gallio che per il silicio;
EC ha un minimo per impulso nullo per l’arseniuro di gallio e per impulso non nullo
nella direzione [1 0 0] per il silicio;
gli andamenti di EV ed EC sono parabolici nell’intorno del massimo e del minimo;
l’energia cinetica di un elettrone libero è nulla quando esso giace sul minimo di EC;
gli elettroni liberi si allocano in stati quantici in prossimità del minimo di EC, e non
distanti dal bordo.
Ecin Si E min EC p
2 mn Si
da cui si arguisce che un elettrone libero nel silicio ha energia cinetica nulla se p pc .
Si vuole peraltro ribadire che questa condizione non può essere raggiunta, perché non ci sono stati
quantici allocabili da elettroni sul minimo della banda di conduzione.
d 2E 1 1 1
mn
dp 2 mn d 2 E d 2 EC p
dp 2 dp 2
da cui si comprende che la massa efficace degli elettroni varia al variare della curvatura di
EC in funzione dell’impulso del cristallo. Se la curvatura è stretta (GaAs), allora la derivata
seconda è elevata e mn è piccola; se la curvatura è larga (Si), allora mn è grande.
mn Si mn GaAs
Nel silicio tipicamente si adotta mn=0.26ꞏme (in letteratura si possono trovare valori nel
range 0.19÷0.26 per il coefficiente) mentre nell’arseniuro di gallio la costante di
proporzionalità è nel range 0.05÷0.067.
È possibile dimostrare che le interazioni tra elettroni, lacune, e altre quasi-particelle (come
fotoni e fononi) prevedono che siano rispettate le conservazioni dell’energia (che però
può essere trasformata in energia diversa) e dell’impulso del cristallo.
Nel prosieguo si introdurrà una massa efficace diversa dalla cinematica per descrivere un altro aspetto
della fisica delle particelle. Da questo si arguisce che mn è una sorta di parametro di fitting che cambia
al variare del fenomeno da esaminare.