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CHIMICA GENERALE

Patrizia Cinelli
patrizia.cinelli@unipi.it
0502217869

Miriam Cappello
0502217830
miriam.cappello@ing.unipi.it
Ricevimento: Venerdì 10.30-11.30
TEORIA ATOMICA
Joseph John Thomson è stato un fisico britannico che nel 1896 dimostrò,
attraverso una serie di esperimenti, che i raggi catodici erano costituiti da
piccole particelle cariche negativamente che egli chiamava 'corpuscoli'.
Thomson ne definì la massa e la carica e solo successivamente questi
'corpuscoli' furono chiamati elettroni.

Subito dopo la scoperta dell'elettrone, Thomson, nel 1904, propose un modello


atomico che fu definito modello a panettone (plum pudding) in cui l'atomo
veniva rappresentato come una distribuzione di carica positiva diffusa,
contenente delle cariche negative disposte in maniera regolare, in anelli rotanti.
Se consideriamo un panettone, i canditi rappresentano gli elettroni immersi in
una pasta carica positivamente
ATOMO di RUTHERFORD

Detto anche modello planetario, prevedeva:

• Nucleo centrale nel quale risiede la quasi totalità della


massa. In esso sono presenti le cariche elementari positive
(protoni) in numero costante pari al numero atomico ed i
neutroni (particelle senza carica) (peso 1,67 x 10 -27 Kg)

• Elettroni ruotanti attorno al nucleo in numero uguale a


quello delle cariche positive.

• Una struttura essenzialmente vuota, visto che i raggi degli


atomi, supposti sferici, sono circa 10-8 cm, mentre i nuclei
misurano circa 10-12 ÷ 10-13 cm.
Esperimenti di Geiger e Marsden

Radiazioni α (atomi di elio privi di due elettroni), le utilizzarono per bombardare gli atomi d’oro di una
sottilissima lamina, dello spessore di 0,01 mm
Dopo l’urto con gli atomi di oro, le particelle α,
circa 10 000 volte più pesanti di un elettrone, ma del tutto
invisibili all’occhio umano, venivano raccolte da un
apposito schermo capace di evidenziare la loro presenza.
I risultati dell’esperimento furono i seguenti:

1.gran parte delle particelle α attraversava la lamina senza


subire alcuna deviazione;

2. alcune particelle venivano deviate di angoli più o meno


grandi rispetto alla direzione iniziale (angoli di diffusione);

3. pochissime rimbalzavano indietro, erano cioè riflesse


dalla lamina; quelle che rimbalzavano
indietro lo facevano con grande violenza.
L’esperimento di Rutherford (Geiger e Marsden).
Grazie alla misura degli angoli di deflessione e all’applicazione della legge di Coulomb,
Rutherford propose per l’atomo il seguente modello:
l’atomo è composto da un nucleo centrale in cui sono concentrate la carica positiva e la
massa dell’atomo; il diametro del nucleo (10-15m) è circa 100000 volte più piccolo del diametro dell’atomo
(10−10m);
i leggerissimi elettroni occupano lo spazio vuoto intorno al nucleo;
gli elettroni, carichi negativamente, ruotano intorno al nucleo come pianeti intorno al Sole;
il numero degli elettroni è tale da bilanciare la carica positiva del nucleo.
A differenza del modello proposto da Thomson, l’atomo di Rutherford è in grado di spiegare i dati raccolti
sperimentalmente
Infatti, le poche particelle α che arrivano molto vicino al nucleo sono respinte violentemente dalla sua
carica positiva, come se fosse un muro impenetrabile, e tornano indietro. Quasi tutte le altre sono invece
soltanto deflesse, o proseguono indisturbate, perché lontano dal nucleo la forza repulsiva è minore ed è
attenuata dalla presenza degli elettroni.
I due modelli di Thomson e Rutherford a confronto: se l’atomo non possedesse un nucleo, le particelle α
non sarebbero deviate rispetto alla direzione iniziale.
Anche se il modello atomico «planetario» è stato abbandonato poco tempo dopo, la struttura nucleare
dell’atomo è tutt’oggi valida. Il nucleo è la parte più significativa dell’atomo, perché atomi di elementi
diversi hanno diversa struttura del nucleo.
Secondo la teoria elettromagnetica classica l’elettrone in
movimento dovrebbe irradiare energia finendo rapidamente sul
nucleo.

Bohr, ipotizzò che esistessero alcuni stati, tra gli infiniti possibili,
nei quali l’elettrone potesse muoversi senza emettere energia e
li definì stati stazionari.
Tali stati sono possibili se il momento angolare dell’elettrone è
multiplo intero della grandezza h/2π (con h costante di Planck).

Il valore del multiplo (indicato con n = 1, 2, 3,…. ) prende il


nome di numero quantico principale
Niels Bohr, From Bettmann Archive
Dal numero quantico principale dipende quindi il raggio
dell’orbita o stato stazionario
ATOMO di BOHR

elettroni orbitali:
n = numero
quantico principale
2 1
n=3

Nucleo: Z = # protoni(da 1 per Idrogeno fino a 94 per il plutonio)


N = # neutroni

Massa atomica A ≈ Z + N
Nel modello di Bohr ciascun elettrone
ruota attorno al nucleo su un’orbita
definita e con un determinato valore
dell’energia.
Introducendo la teoria ondulatoria,
l’elettrone viene a trovarsi attorno al
nucleo su un’onda stazionaria, che può
pensarsi come una nube di elettricità, in
ogni punto della quale esiste una densità
di carica elettronica proporzionale alla
probabilità di trovare l’elettrone in quel
punto.
Si è passati quindi ad un concetto di
probabilità di posizione e si parla di
orbitali e non più di orbite
I media = K B2max
Intensità media = energia dell’onda
per unità di volume
K = costante
Densità energia onda dipende da
ampiezza

Hertz, 1 ciclo/s
Frequenza, inverso del periodo
tempo impiegato da onda elettromagnetica
per compiere oscillazione completa
Intensità radiazioni emesse da un
corpo varia con la T

Elettromagnetismo classico
Elettrone muovendosi moto non rettilineo
emette irradia onde elettromagnetiche
Il fisico tedesco Kirchoff definì un modello ideale di corpo (detto CORPO NERO) capace di assorbire ed
emettere tutte frequenze della radiazione SENZA RIFLETTERE nessuna radiazione. In grado di emettere
radiazione cromatica qualora sia riscaldato a temperature diverse. Oscillatori elettronici elementari
contenuti nel corpo nero, vibrazione a tutte frequenza indotta da agitazione termica.

Energia media oscillatori

Regole classiche

Plank, energia Valori discreti

K= Costante Boltzman, c velocità della luce


Energia media oscillatori

Nasce la teoria dei quanti


Il valore del modulo del momento angolare dell'elettrone che ruota intorno al nucleo deve essere un multiplo
intero della costante di Planck ridotta (1,05459·10-34 J·s. equivale a h/2p) , e di conseguenza l'energia di un
elettrone dipende solo dal valore del numero quantico principale.

F= ma
mvr = n h/2p

e0= costante dielettrica del vuoto


Atomo emette o assorbe energia (radiazioni
elettromagnetiche) solo con transizioni tra stati quantici
diversi
Energia emessa o assorbita in forma di fotone

Se n= 1
Se n= 1
E = -13.6 eV
Per una completa descrizione degli elettroni di un atomo, non è sufficiente un
solo numero quantico. Si ha infatti:

1. Numero quantico principale n – rappresenta il livello principale di energia


dell’elettrone, cioè il guscio di massima probabilità

2. Numero quantico angolare l - per caratterizzare le orbite ellittiche è stato


introdotto questo secondo parametro, che specifica dei livelli energetici
secondari all’interno dei livelli principali. I livelli permessi vanno da 0 a n-1 e
sono spesso indicate con le lettere s, p, d, f.

3. Numero quantico magnetico m - specifica l’orientamento spaziale di un


singolo orbitale atomico. Assume valori compresi tra – l e + l incluso lo zero.

4. Numero quantico di spin ms - specifica le due direzioni di spin permesse per la


rotazione dell’elettrone intorno al suo asse (valori assunti ± ½)

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