2) I NUMERI QUANTICI
• Numero quantico principale
Il numero quantico principale n indica il livello energetico e
la dimensione degli orbitali.
Il numero quantico principale può assumere soltanto i
valori interi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7. Quando il valore del numero
quantico principale cresce, gli orbitali diventano più grandi,
la loro energia aumenta e gli elettroni sono più lontani dal
nucleo.
Tutti gli orbitali che sono caratterizzati dallo stesso valore di
n appartengono allo stesso livello di energia.
Il numero massimo di elettroni presenti nel livello n è pari a
2·n2.
In realtà questo è valido per i primi 4 livelli. Quindi:
1. nel primo livello di energia (n = 1) ci potranno essere al
massimo 2·12 = 2 elettroni
2. nel secondo livello di energia (n = 2) ci potranno essere al massimo 2·22 = 8 elettroni
3. nel terzo livello di energia (n = 3) ci potranno essere al massimo 2·32 = 18 elettroni
4. nel quarto livello di energia (n = 4) ci potranno essere al massimo 2·42 = 32 elettroni
3) NUMERO QUANTICO SECONDARIO
• Orbitale di tipo s
Nel 1915 Sommerfeld ampliò il modello di Bohr aggiungendo
altre orbite quantizzate ellittiche. Ciò rese necessario introdurre
un altro numero quantico che determina la forma descritta
dall’elettrone.
Il numero quantico secondario (detto anche angolare) l indica la
forma di un orbitale.
A seconda del valore assunto dal numero quantico secondario
l, l'orbitale assume una determinata forma. Per l = 0 l'orbitale è
sferico (orbitale s). Al centro della sfera c'è il nucleo.
9) MAPPA CONCETTUALE
10) L’EQUAZIONE DI SCHROEDINGER
• parte chimica-fisica teorica
(x,y,z) = funzione d’onda o funzione orbitale che descrive lo stato dell’elettrone (sostituisce il concetto di
traiettoria della fisica classica)
E= valore di energia dell’elettrone il cui comportamento è descritto dalla funzione (x,y,z)
V= energia potenziale dell’elettrone
L’equazione di Schroendinger ammette infinite soluzioni ma non sono tutte fisicamente accettabili.
Le soluzioni fisicamente accettabili sono quelle che:
➢ Sono finite e continue in tutto lo spazio
➢ Hanno un solo valore in ogni punto dello spazio
➢ L’integrale del loro quadrato esteso a tutto lo spazio deve avere un valore finito
Le funzioni d’onda che soddisfano queste condizioni sono chiamati autofunzioni e le corrispondenti energie
autovalori. La forma di queste funzioni e le corrispondenti energie dipendono da tre parametri detti numeri
quantici.
Significato di
La più importante proprietà di è che il suo quadrato è proporzionale alla probabilità di trovare l’elettrone
in una data regione. 2 rappresenta una densità di probabilità, cioè la probabilità di trovare l’elettrone
entro una piccola regione di spazio, diviso il volume di quella regione.
n,l,ml (x,y,z)
elettrone
(r,,) = Rn,l(r) Yl, (,)
Ciascun orbitale è caratterizzato da tre numeri quantici:
Coordinate polari
(r,,) = R (r) Y (,)
n,l l,m
La funzione d’onda in quanto tale descrive, tramite 2(r,,)V, la probabilità di trovare l’elettrone in un
piccolo volume V in una certa posizione specificata da r,,
elettrone
nucleo
V = r2sin dr d d
2(r,,) V = Rn,l(r) Yl,m(,) r2sin dr d d
La funzione di distribuzione radiale descrive, tramite r2 R2n,l(r) la probabilità di trovare l’elettrone nel
campo V in corrispondenza di un certo raggio r a prescindere dai valori e .
La meccanica quantistica è il regno dell'indeterminazione, cioè dell'impossibilità di determinare
contemporaneamente sia la posizione (Δs) che la velocità (v) di una particella (ad esempio un elettrone --).
Benché essa una disciplina fisica, rivolta cioè allo studio della realtà, seppur microscopica, che ci circonda, la
meccanica quantistica è dominata dalla matematica, in una maniera estremamente differente da qualsiasi
altro ambito della fisica. L'equazione d'onda di Schröedinger, un'equazione differenziale alle derivate
parziali, ne è l'esempio più ecclatante. Essa permette di calcolare, in un qualunque campo di energia
potenziale U(x,y,z,t), quella che è chiamata la funzione d'onda Ψ(x,y,z,t). Che cos'è la funzione d'onda di
una particella? Non è proprio nulla, non ha alcun significato fisico, si tratta solo di un oggetto puramente
matematico avente le stesse caratteristiche di un'onda (frequenza e numero d'onda) per mezzo del quale
è possibile identificare la particella. L'unica cosa che è possibile dimostrare è che il suo modulo elevato al
quadrato ||2 è proporzionale alla probabilità di trovare la particella in un determinato punto ed in un
certo istante di tempo. Non essendo possibile determinare esattamente la posizione di una particella,
l'equazione di Schroedinger dice invece dove è più probabile trovarla e dove è meno probabile: abbiamo
cioè una distribuzione di probabilità. Il principio di indeterminazione di Heisenberg "peggiora"
ulteriormente le cose, affermando che tanto più è precisa l'informazione sulla velocità (cioè sulla
quantità di moto) di una particella, tanto meno è precisa quella sulla localizzazione. Non c'è dunque
nessuna speranza di sapere tutto su di una particella elementare, ci scapperà sempre qualcosa! Un'ultima
curiosità: si parla di "equazione d'onda" perchè la struttura dell'operatore differenziale è quella tipica dei
fenomeni ondulatori che si studiano in fisica. Ma allora le particelle fondamentali, come ad esempio gli
elettroni, sono particelle, come si suole chiamarle, oppure onde? Neppure per questa semplice domanda
c'è una risposta univoca, in quanto in un certo senso le particelle sono entrambe le cose! Esistono noti
esperimenti in cui esse si dimostrano essere entità materiali, dotate di massa, e dunque "numerabili", ma
anche tanti altri (come la diffrazione e l'interferenza) che possono essere spiegati solo ipotizzando che la
loro natura sia ondulatoria. Questa stranezza, che governa tutto il mondo dell'infinitamente piccolo, è la
base della meccanica quantistica, ed è tutt'altro che un vagheggiamento teorico dei fisici, dato che solo
grazie a queste conoscenze è stato possibile il grande boom di apparecchi tecnologici di piccole dimensioni
che hanno invaso il nostro mondo. Praticamente tutti i dispositivi elettronici a semiconduttore funzionano
in accordo con le regole dettate dall'indeterminatezza la meccanica quantistica! E certi fenomeni fisici...
si spiegano solo con la matematica, risolvendo l'equazione di Schroedinger ed accettando i risultati che
ne scaturiscono. In ultimo, una precisazione, il triangolino rovesciato elevato al quadrato presente
nell'equazione... Non è un simbolo alieno, ma solo una notazione abbreviata dell'operatore differenziale
chiamato "laplaciano", che per esteso si scrive:
L’equazione di Schrodinger rappresenta una delle più importanti conquiste della fisica ed in
particolare della meccanica quantistica. Quest'ultima, risalente alla metà degli anni venti, ha preso
due direzioni principali: una, battuta da Heisenberg, Bohr, Jordan, che si basa sull'approccio
matriciale, l'altra, sviluppata soprattutto da de Broglie e Schrödinger, si basa sull'approccio
ondulatorio. D'altronde proprio grazie a questa scoperta Erwin Rudolf Josef Alexander Schrödinger
vinse il Premio Nobel nel 1933.
11) L’ATOMO DI IDROGENO
L’equazione di Schröedinger può essere risolta esattamente solo per l’atomo di idrogeno.
Il numero quantico principale n definisce uno strato o livello, mentre il numero quantico secondario
caratterizza un sottostrato o sottolivello
Numero di orbitali in un livello (n) = n2
Numero di orbitali in un sottostrato = 2l+1
∑𝒏−𝟏
=𝟎 (𝟐𝐥 + 𝟏)=n
2
𝟏
𝐄=− . 𝟐, 𝟏𝟕𝟖 . 𝟏𝟎−𝟏𝟖 𝐉
𝒏𝟐
L’energia per gli orbitali dell’atomo di idrogeno dipende solo da n e cresce al crescere di n, tendendo a zero.
L’orbitale 1s caratterizzato dal più basso valore di energia è quello che descrive il sistema più stabile nucleo-
elettrone.
Grazie agli effetti di penetrazione e di schermaggio, negli atomi multielettronici l’ordine dell’energia degli
orbitali di un determinato strato risulta di norma s < p < d < f.
15) LA CONFIFURAZIONE ELETTRONICA
Il principio di Aufbau permette di determinare la configurazione elettronica di un elemento chimico nel suo
stato fondamentale. Ciò è di fondamentale importanza poichè la configurazione elettronica determina le
proprietà chimiche e proprietà fisiche di un elemento chimico e la capacità di formare legami chimici con gli
altri atomi. Il problema viene affrontato mediante il metodo della costruzione ideale dell'atomo (principio
di Aufbau): per costruire idealmente un atomo di numero atomico Z nel suo stato fondamentale, si
immagina di disporre di un nucleo atomico di carica +1 al quale viene aggiunto un elettrone venendo così a
formare l'atomo di numero atomico 1. Al nucleo di questo viene aggiunto un protone ottenendo lo ione
positivo (catione) di carica +1 dell'atomo di numero atomico 2.
La successiva aggiunta a questo di un elettrone genera l'atomo neutro di numero atomico 2.
Al nucleo di questo si aggiunge ancora un protone (ottenendo lo ione positivo dell'atomo di numero
atomico 3 e poi un elettrone, ottenendo l'atomo neutro di numero atomico 3.
E così via fino ad ottenere l'atomo neutro di numero atomico Z.
La configurazione che gli elettroni assumono attorno al nucleo viene determinata in base alle seguenti
regole:
Seguendo queste regole è pertanto possibile scrivere la configurazione elettronica di qualsiasi elemento
chimico.
16) COME TROVARE LA CONFIGURAZIONE ELETTRONICA
• Esempio: configurazione elettronica dell'ossigeno
Partendo dalle regole precedentemente esposte, scriviamo la configurazione elettronica dell'ossigeno.
Svolgimento
Applicando le tre regole appena viste, scriviamo, a titolo di esempio, la configurazione elettronica
dell'ossigeno, avete numero atomico Z = 8
La configurazione elettronica può essere rappresentata in modo sintetico, scrivendo gli elettroni ad
esponente della sigla che identifica l'orbitale. Per l'ossigeno avremo: 1s2 2s2 2p4
nella quale gli esponenti indicano il numero di elettroni che sono collocati in quel tipo di orbitale.