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la materia si può presentare sottoforma di miscugli, omogenei o non omogenei, o sostanze pure, semplici e

composte.

Un elemento è una sostanza pura che attraverso metodi chimici non può essere decomposta in sostanze più
semplici.

Un composto è una sostanza pura che attraverso metodi chimici si decompone in due o più sostanze più
semplici.

Sì i legami di un elemento si rompono si ottengono sempre legami dello stesso tipo chiamati diatomi.

Le sostanze elementari possono essere in forma di diatomica.

la decomposizione dell’acqua si ottiene sottoponendola al passaggio di corrente elettrica nel voltometro


dove il processo si chiama elettrolisi.

Quando passa la corrente i legami chimici si spezzano.

Abbiamo separato i costituenti di una molecola di acqua attraverso una reazione chimica.

L’elettrodo è il conduttore per stabilire un contatto elettrico mentre il generatore di corrente elettrica fa
rompere i legami e provoca una reazione chimica.

La tavola periodica è composta da 118 elementi conosciuti di cui i primi 92 naturali, rocce e minerali, gli altri
creati in modo artificiale in laboratorio.

La tavola periodica è composta da linee orizzontali chiamate periodi e sono sette, e linee verticali chiamate
gruppi e sono 18.

Gli atomi provengono dall’esplosione di una supernova e sono le più piccole parti della materia, costituite
da particelle subatomiche cioè protoni neutroni ed elettroni dove neutroni e protoni formano il nucleo.

Le sostanze pure possono essere elementi, atomici o molecolari, o composti, molecolari, unione di atomi
neutri, o ionici , che hanno come unità costruttive gli ioni.

Le molecole composte contengono spesso un grande numero di atomi.

Una formula di struttura può essere minima, cioè indica quali elementi costituiscono il composto in quale
rapporto minimo i loro atomi o ioni sono combinati, o può essere formulare, cioè che indica quanti atomi di
ciascun elemento possono essere presenti nella molecola del composto: a volte sono differenti e a volte
coincidono.

La massa di un atomo è determinata da protoni e neutroni.

Nel nucleo dell’atomo sono presenti i neutroni e protoni fermi, dove tra di loro ci sono forti forze nucleari
che li tengono uniti; poi ci sono gli elettroni che invece si spostano attorno al nucleo e non hanno carica e
fanno da cuscinetto per ridurre la forza di repulsione .

Il numero di protoni si chiama numero atomico.

L’atomo a una struttura vuota perché tutta la massa è concentrata nel nucleo e gli elettroni hanno massa
trascurabile.

Non esistono elementi con lo stesso numero atomico Z .

Atomi con lo stesso numero atomico e con forme diverse che differiscono per numero di neutroni sono
atomi isotopi e non hanno la stessa abbondanza, ma hanno lo stesso comportamento chimico perché i
protagonisti in un legame chimico sono i protoni.
Un legame chimico tra atomi dipende dagli elettroni.

Ogni livello viene identificato con un numero intero N e contiene un numero massimo di elettroni pari a 2N
quadro.

Gli elettroni si muovono intorno al nucleo a grande velocità ma non formano orbite ellittiche bensì livelli
energetici il cui massimo è sette.

Gli elettroni hanno energia potenziale.

Un atomo con un elettrone sul primo gradino, dall’esterno si può intervenire sull’atomo facendone assorbire
l’energia; perciò fa un salto di livello energetico allontanandosi dal nucleo e questa situazione è detta di
stato eccitato momentanea e appena viene rimossa l’energia l’elettrone cede ed emette la stessa quantità di
energia che gli era stata precedentemente fornita e torna indietro.

Nel primo livello energetico ci può essere un massimo di due elettroni, mentre nel secondo otto.

La materia è formata da particelle piccolissime.

Nel seicento l’atomo ero immaginato come una biglia.

Fine metà settecento ci fu la prima teoria atomica della materia enunciata dal chimico dalton che affermava
che la materia è costituita da atomi invisibili.

A fine ottocento altri scienziati con il metodo scientifico sperimentale hanno dimostrato che l’atomo è
divisibile in particelle subatomiche: protoni neutroni ed elettroni e così nascono i primi modelli atomici.

Il primo modello atomico è il modello a panettone di Thoms (massa gialla con uvetta uniformemente
distribuita) che riteneva che le cariche positive negative sono uniformemente distribuite e in stretto
contatto tra di loro; per lui l’atomo è pieno.

Il modello a panettone è stato breve poiché è stato smentito da un allievo di Thoms, Rutherford: per lui le
cariche positive non sono uniformemente distribuite e attorno al nucleo ci ruotano gli elettroni, quindi ci
parla di orbite circolari e così nasce il secondo modello detto planetario che ricorda il sistema solare; per lui
l’atomo è pieno.

Perché le particelle subatomiche non cadono nel nucleo? Rutherford rispose che ciò è grazie alla forza
centrifuga però questo viene contraddetto.

La fisica cambia da una fisica classica , che dice che la forza di attrazione maggiore e che quindi il nucleo
dovrebbe essere sovrastato da elettroni, ha una fisica moderna dove si parla di fotoni e meccanica
quantistica dove Bohr applica leggi di meccanica quantistica per spiegare il comportamento degli elettroni
ed è il primo a parlare di livelli energetici, una sorta di energia che controbilancia le forze: parla di orbite
quantizzate dove ogni orbita ha il suo pacchetto di energia.

Il terzo modello atomico di Bohr del modello precedente accetta il nucleo e il moto circolare, ma contesta
che ogni orbita alla propria energia poiché i parla di orbite quantizzate.

Il quarto modello è il modello quanto meccanico di Eisenberg dove nella prima metà del novecento mette in
discussione il concetto di orbita circolare perché per poter individuare la posizione precisa di un elettrone
dovremmo utilizzare delle radiazioni che hanno una piccola lunghezza d’onda con quindi alta energia ed
elevata frequenza , ma lui osserva che si usa queste radiazioni per trovare la posizione di un elettrone non
sarà preciso a scoprire la velocità di quest’ultimo; allora se non riesce a determinare sia la velocità che la
posizione non può parlare di moto circolare; quindi può solo dire in un certo istante in termini di probabilità
dove può trovare l’elettrone; scompare così il concetto di orbita e nasce un nuovo concetto orbitale dove si
può parlare solo dei tre numeri quantici, funzioni matematiche complesse.
Equazione di Schrodinger dice che nel modello quanto meccanico gli orbitali sono regioni dello spazio
attorno al nucleo atomico in cui è massima 90% la probabilità di trovare un elettrone.

Nella rappresentazione come nube elettronica i punti del disegno si addensano laddove la densità di
probabilità è più alta.

Nella rappresentazione solida il profilo tridimensionale dell’orbita evidenzia la geometria e simmetria della
distribuzione elettronica.

All’interno del volume della sfera vi è il 90% di probabilità di trovare l’elettrone.

L’orbitale atomico è descritto da tre numeri interi detti numeri quantici che definiscono le principali
caratteristiche dell’orbitale stesso: N, numero quantico principale, è correlato all’energia e alle dimensioni
dell’orbitale, L, numero quantico secondario, è correlato al tipo e alla forma dell’orbitale, M, numero
quantico magnetico, è correlato all’orientazione dell’orbitale nello spazio; esiste un quarto numero
quantico, il numero quantico magnetico di spin MS che non si riferisce direttamente all’orbitale, ma a una
proprietà dell’elettrone in esso contenuta lo spin.

nel modello di Bohr ci sono orbite ben definite che indicano la traiettoria percorsa da ieri e troni intorno al
nucleo.

Nel modello quanto meccanico ci sono orbitali ossia zone di spazio via via più distanti dal nucleo in cui è
probabile trovare un elettrone.

L uguale zero corrisponde ad S, L uguale uno corrisponde a P, L uguale due corrisponde di, L uguale tre
corrisponde F.

Il numero quantico magnetico di spin MS si riferisce a una proprietà dell’elettrone in esso contenuto lo spin
che è uguale a +-1/2.

Nel principio di esclusione di Paoli in ogni quadratino ci sono al massimo due elettroni che differiscono per
numero di spin MS quindi con spin opposti perché una ruota in senso orario e l’altro in senso antiorario.

Le frecce indicano l’ordine con cui sono riempite le orbitali: regola della diagonale.

La regola di Hund ci dice di riempire prima con una freccia ogni quadratino e poi aggiunge la seconda fino
ad arrivare al numero richiesto.

L’ultimo livello utilizzato è chiamato livello di valenza e la somma dei protoni utilizzati è detto di valenza.

Lo stato di valenza mi dice anche il gruppo di appartenenza di un elemento chimico.

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