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SLIDE 1 – INTRODUZIONE

La chimica studia le proprietà e le trasformazioni della materia.


Esistono 2 tipi di trasformazioni: trasformazioni fisiche e chimiche. Nelle
trasformazioni fisiche la natura chimica della sostanza non cambia, invece nelle
trasformazioni chimiche, alcuni legami tra gli atomi si rompono e formano nuovi
legami (la natura chimica dei reagenti è diversa da quella dei prodotti della reazione).
Le proprietà della materia si suddividono in chimiche e fisiche. Le proprietà
chimiche, la loro verifica implica una modifica dei legami tra gli atomi. Le proprietà
fisiche invece possono essere osservate senza modificare i legami tra gli atomi.
Grandezze fisiche misurabili: si dividono in intensive ed estensive. Le grandezze
intensive dipendono dalla natura del campione: temperatura, pressione, densità,
intensità di corrente, concentrazione. Le grandezze estensive invece dipendono dalla
quantità di campione preso in esame: volume, massa, carica elettrica e calore.
Le caratteristiche delle sostanze sono: composizione, stato di aggregazione e
struttura.
Gli stati di aggregazione di una sostanza possono essere: gas (particelle disposte in
modo disordinato), liquido (ordine a corto raggio) e solido (ordine a lungo raggio).
Densità: massa / volume. Gli intervalli di valori di densità sono: solidi (0,2-20 g/ml),
liquidi (0,5-4 g/ml) e gas (pochi g/l).
La composizione si divide in elementi e composti. Gli elementi sono il tipo di atomo
e i composti sono i diversi tipi di atomi formati con il loro rapporto numerico.
La struttura indica il modo in cui gli atomi sono legati fra di loro.
La materia si divide in sostanze (composti ed elementi) e miscele (omogenee come le
soluzioni ed eterogenee).
La fase è una porzione del sistema le cui proprietà intensive non variano nello spazio:
elemento (sistema omogeneo, 1 fase), composto (sistema omogeneo, 1 fase),
soluzione (miscela di gas, soluzione liquida o solida, 1 fase) e miscuglio (liquido o
solido, 2 o + fasi).
SLIDE 2 – STRUTTURA ATOMICA PARTE 1
Leggi fondamentali delle combinazioni chimiche:
1) Legge di Lavoisier – Legge di conservazione delle masse
La massa di un sistema materiale chiuso che subisce una trasformazione chimica è
costante (in una reazione chimica la somma delle masse dei reagenti è uguale a quella
dei prodotti).
2) Legge di Proust – Legge delle proporzioni definite
In un certo composto, gli elementi sono sempre presenti in rapporti costanti,
indipendentemente dall’origine o dal modo di preparazione del composto.
3) Legge di Dalton – Legge delle proporzioni multiple
Se due elementi si combinano a formare diversi composti, le diverse quantità di peso
con cui uno dei due elementi si combina con una quantità dell’altro stanno tra loro in
rapporti semplici, definiti da numeri interi piccoli.
4) Legge di Gay-Lussac
I volumi delle sostanze gassose coinvolte in una reazione stanno sempre tra di loro in
rapporti semplici. Esempio: 1 volume di cloro + 1 volume di idrogeno = 2 volumi di
cloruro di idrogeno.
5) Legge di Avogadro
Volumi uguali di gas chimicamente diversi contengono lo stesso numero di molecole
purché misurati a pari condizioni di temperatura e pressione. Esempio: n. molecole di
cloro + n. molecole di idrogeno = 2n molecole di cloruro di idrogeno.
6) Legge di Cannizzaro
Le diverse quantità di peso con cui un elemento si trova nei pesi molecolari dei suoi
diversi composti sono uguali o multipli interi del suo peso atomico.
Scoperta degli elettroni con Faraday, Thomson e Millikan.
Faraday: dimostrò che esiste una relazione quantitativa tra atomi ed elettricità.
Thomson: i raggi catodici sono particelle cariche negativamente (elettroni).
Determinò anche il rapporto carica/massa degli elettroni.
Millikan: determinò la carica elettrica (e) dell’elettrone.
Modelli struttura atomica: Thomson e Rutherford.
Il modello di Thomson prevedeva un modello a goccia, dove gli elettroni carichi
negativamente sono dispersi all’interno dell’atomo carico positivamente.
Il modello di Rutherford invece prevedeva una struttura vuota dove la massa era
concentrata nel nucleo.
Le particelle subatomiche sono l’elettrone, il protone e il neutrone. Il nucleo è
costituito da protoni e neutroni, gli elettroni nuotano attorno al nucleo su orbite
(orbitali atomici) e l’atomo è costituito dal nucleo e dalla nuvola elettronica degli
elettroni in movimento.
Numero protoni = numero atomico Z (in alto)
Numero protoni + Numeri neutroni = massa atomica A (in basso).
Isotopi: atomi con lo stesso numero atomico Z ma con diversa massa atomica A.
L’abbondanza isotopica è la percentuale di quell’isotopo nel campione dell’elemento
mentre la massa atomica è la media pesata delle masse isotopiche.
Massa atomica relativa = rapporto tra la massa dell’atomo, mediata tra i suoi diversi
isotopi e 1/12 della massa di 1 atomo di 12C.
Massa molecolare relativa = rapporto tra la massa di un’unità di formula mediata tra i
diversi isotopi degli elementi che la costituiscono ed 1/12 della massa di 1 atomo di
12C.
Mole: ammontare di sostanza di un sistema che contiene tante unità elementari quanti
sono gli atomi di carbonio contenuti in 12g di 12C.
Numero di AVOGADRO: 6,022 X 10^23
Mole: ammontare di sostanza di un sistema che contiene Na unità elementari.
Massa molare (g/mole) è data dalla massa del campione (g) / numero di moli.
Numero di moli invece è dato dalla massa del campione (g) / massa molare.

SLIDE 3 – STRUTTURA ATOMICA PARTE 2


Modelli atomici: Thomson e Rutherford.
Thomson: modello a goccia, dove gli elettroni carichi negativamente sono distribuiti
in una sfera carica positivamente.
Rutherford: modello planetario: la massa dell’atomo è concentrata nel nucleo (+)
dove attorno ruotano gli elettroni (-).
Ipotesi di PLANK: L’energia E, di un oscillatore (particella ce si muove attorno ad
una posizione di equilibrio) può assumere valori discreti: E= n x h x v.
N è il numero intero
H è la costante di Plank che è 6,626x10^-34 J s
H x V = quanto di energia
V = frequenza.
Ipotesi di BOHR: gli elettroni si possono muovere solo su orbite circolari senza
emettere energia e quindi senza cadere nel nucleo. L’elettrone può percorrere solo
certe orbite a cui corrispondono valori discreti di energia (le orbite sono quantizzate).
Esempio livelli energetici dell’atomo di idrogeno = i livelli energetici dell’atomo di
idrogeno sono definiti dal numero quantico principale n = 1, 2 ecc. All’aumentare del
valore di n diminuisce la differenza di energia tra un livello e il successivo.
Cosa succede con gli atomi con + elettroni?
Principio di indeterminazione di HEISEMBERG = non è possibile conoscere a ogni
istante la posizione e la velocità di un elettrone. Le orbite definite da Bohr non hanno
più senso perché non è possibile sapere la posizione di ogni elettrone all’istante.
Principio di DE BROGLIE: dualismo onda-particella: a qualsiasi particella di massa
m e velocità v può essere associata una lunghezza d’onda GAMMA.
Formula: E = h x v = h x v / GAMMA = mc^2.
Principio di SHRODINGER: meccanica ondulatoria. L’orbita descritta da un
elettrone può essere descritta da una funzione matematica, l’equazione d’onda di
Shrodinger, che fornisce informazioni sulla probabilità di trovare un elettrone in un
punto particolare attorno al nucleo.
Numeri quantici:
N: è il numero quantico principale, indica l’energia di un elettrone in un atomo. Tutti
gli orbitali con lo stesso valore di n costituiscono un guscio o livello energetico.
L: è il numero quantico azimutale: determina la forma della distribuzione di
probabilità dell’elettrone. Tutti gli orbitali con lo stesso valore di L costituiscono un
sottolivello.
L: 0 1 2 3
Orbitale: S P D F
M: numero quantico magnetico: determina la direzione di orientamento degli orbitali.
Gli elettroni di un atomo che si differenziano solo per un diverso valore di m hanno la
stessa energia (si trovano su orbitali degeneri).
Ms: numero quantico magnetico di spin: associato alla rotazione dell’elettrone
attorno al proprio asse. Può avere valore +1/2 oppure -1/2.
Un orbitale esiste solamente se è occupato da un elettrone.
Principio di AUFBAU: consente di determinare la configurazione con energia totale
minima dell’atomo in base all’energia cinetica degli elettroni. Gli orbitali si
riempiono a partire da quelli a più bassa energia.
Principio di esclusione di PAULI: in un atomo non può esistere più di un elettrone in
uno stato definito da una data quaterna di numeri quantici.
Regola di HUND: All’interno di un gruppo di orbitali aventi gli stessi valori di n ed
L, gli elettroni tendono a distribuirsi in orbitali diversi, occupandone il maggior
numero.
SLIDE 4 – PROPRIETA’ PERIODICHE (ELEMENTI E COMPOSTI)
La tavola periodica è formata da tutti gli elementi che sono raggruppati in colonne
(GRUPPI) e allineati in righe (PERIODI).
Elementi composti da molecole diatomiche: Idrogeno, Azoto, Ossigeno, Fluoro,
Cloro, Iodio, Bromo.
Gli elementi appartenenti allo stesso gruppo hanno configurazione elettronica esterna
simile. Le proprietà chimiche degli elementi dipendono dalla configurazione
elettronica esterna.
Raggio atomico: Nella tavola periodica aumenta dall’alto verso il basso (aumenta il
numero di elettroni dell’atomo ed i livelli energetici) e aumenta da destra verso
sinistra (all’aumentare del numero atomico aumenta il numero di protoni che li attrae
verso il nucleo).
Energia di ionizzazione: L’energia di ionizzazione di un elemento è l’energia minima
necessaria per allontanare un elettrone da un atomo gassoso. Nella tavola periodica
aumenta dal basso verso l’alto e da sinistra verso destra.
Affinità elettronica: L’affinità elettronica di un elemento è una misura della tendenza
di un atomo gassoso a formare ioni negativi. AE positiva = l’atomo cede energia
all’ambiente quando acquista un elettrone. AE negativa = bisogna fornire energia
all’atomo per fargli acquistare un elettrone. Nella tavola periodica aumenta dal basso
verso l’alto e da sinistra verso destra a causa della sua definizione (più alta è l’AE di
un atomo, più gli è facile acquistare un elettrone).
Il carattere metallico degli elementi aumenta lungo i gruppi dall’alto verso il basso e
lungo i periodi da destra verso sinistra.
Composti ionici: formati da catione e anione. Il catione è uno ione positivo (atomo
metallo) che ha perso uno o più elettroni (raggio del catione < raggio atomo neutro).
L’anione è invece uno ione negativo (atomo non metallo) che ha acquistato uno o più
elettroni (raggio dell’anione > raggio atomo neutro).
Composto ionico: è costituito da cationi ed anioni legati da forza elettrostatiche. Il
numero di cationi e di anioni che formano il composto deve essere tale da dare una
carica totale nulla.
Ioni poliatomici: NH4+, SO4 -2, PO4 -3. In uno ione poliatomico la carica è
distribuita su tutto lo ione. Gli atomi che compongono lo ione sono legati tra loro da
legami covalenti.
Composti molecolari: è costituito da singole molecole in cui gli atomi vengono tenuti
insieme da legami covalenti. In uno ione poliatomico gli atomi sono tenuti insieme da
legami covalenti.
Formula minima: indica il tipo di atomi presenti e la loro quantità relativa nel
composto.
Formula molecolare: indica come è composta la molecola.
Formula di struttura: indica l’ordine in cui sono legati gli atomi ed il loro tipo di
legame presente.

SLIDE 5 – NUMERO DI OSSIDAZIONE E NOMENCLATURA


Il numero di ossidazione è un parametro che indica come sono ripartiti tra gli atomi
gli elettroni di legame. È un numero convenzionale che può essere negativo, positivo,
intero, non intero, zero. Esso corrisponde all’ipotetica carica che acquisterebbe ogni
atomo in una molecola se gli elettroni di legame fossero assegnati all’atomo più
elettronegativo.
Elettronegatività: capacità dell’atomo ad attirare a sé elettroni di legame.

Nomenclatura composti binari: sono composti contenenti due elementi, il primo con
numero ossidazione positivo e il secondo negativo. L’elemento con numero di
ossidazione negativo viene nominato per primo e prende il suffisso di uro (se è
ossigeno si chiama OSSIDO). L’elemento con numero di ossidazione positivo viene
nominato per secondo con il nome dell’elemento non modificato. Il numero di atomi
viene specificato con mono, di, tri, tetra, penta ecc.
Nomenclatura acidi binari: l’acido è una sostanza che sciolta in acqua produce ioni
H+ (H3O+). Gli acidi binari sono composti da H e un non metallo. Si legge prima
dicendo ACIDO + l’elemento con il suffisso -idrico. Esempio: HF = acido
fluoridrico.
Nomenclatura composti ternari:
OSSIACIDI
Sono formati da idrogeno + elemento + ossigeno. Il loro nome viene costruito
facendo seguire al termine ACIDO, il nome dell’elemento centrale, seguito dal
suffisso oso o ico e preceduto dal prefisso ipo o per, a seconda dello stato di
ossidazione dell’elemento stesso.
Ipo--oso (dall’alto verso il basso aumenta il numero di ossidazione).
--oso
--ico
Per---ico

Ioni poliatomici: formati da cationi e anioni.


Cationi: H3O+ (ossonio), NH4+ (ammonio) e PH4+ (fosfonio)
Anioni: OH- (idrossido), CN- (cianuro), O2^2- (perossido), O2- (superossido), NH2-
(amminuro)

Nomenclatura anioni ossigenati (ossianioni).


Sono composti da un elemento X in genere non metallo e ossigeno, prendono il nome
dall’elemento X, seguito dal suffisso ito o ato e preceduto dal prefisso ipo o per, a
seconda dello stato di ossidazione dell’elemento stesso.
SLIDE 6 – STECHIOMETRIA
La reazione chimica è un processo in cui alcune specie chimiche (reagenti)
interagiscono e si trasformano in specie chimiche diverse (prodotti).
Coefficienti di reazione/stechiometrici: numero di moli con cui i vari reagenti e
prodotti compaiono nell’equazione stechiometrica.
Stato fisico dei reagenti: si indica con i seguenti simboli che vanno posti al pedice
della formula del composto (solido S, gas G, liquido L, in soluzione acquosa AQ).
Bilanciare una reazione: aggiustare i coefficienti stechiometrici affinchè tutti gli
atomi delle specie chimiche che compaiono al primo membro, compaiano anche nelle
specie chimiche del secondo.
Reazioni in soluzioni composte da: soluzione, solvente e soluto.
La soluzione è una miscela omogenea di due o più componenti, il solvente è il
componente presente in maggior quantità e il soluto è il componente/componenti
presenti in minor quantità. Il solvente più comune è l’acqua.
SLIDE 7 – IL LEGAME CHIMICO PARTE 1
Definizione legame chimico: tra due atomi A e B si forma un legame chimico quando
essi tendono a formare un aggregato stabile AB tale che sia necessario spendere una
certa quantità di energia per separare nuovamente gli atomi A e B.
Ci sono 3 tipi di legami: il legame ionico (interazioni elettrostatiche), il legame
covalente (elettroni condivisi) e il legame metallico (legame ad elettroni
delocalizzati).
Il legame ionico si verifica tra un atomo a bassa energia di ionizzazione (metallo) e
ad un atomo ad elevata affinità elettronica (non metallo): si formano uno ione
positivo ed uno negativo tra cui si instaura un legame di natura elettrostatica.
Le energie in gioco nella formazione di un solido ionico sono l’energia di
ionizzazione, affinità elettronica ed energia potenziale.

Nel legame covalente, gli elettroni responsabile del legame sono condivisi tra i due
atomi legati: essi si muovono nel tempo e nello spazio intorno ad entrambi gli atomi.
Il legame covalente si instaura tra elementi non metalli.
Gli elettroni coinvolti nel legame sono solo quelli del livello più esterno di ogni
atomo (elettroni di valenza). A differenza del legame ionico, il legame covalente è un
legame direzionale. Man mano che i due atomi si avvicinano la loro energia
diminuisce fino a raggiungere un valore minimo (energia di legame).
Il legame chimico singolo coinvolge due elettroni che possono provenire da ciascuno
dei due atomi legati, ma anche da uno stesso atomo. Tra due atomi può instaurarsi più
di un singolo legame, infatti si parla di legame multiplo: doppio se nel legame
complessivo tra i due atomi sono coinvolte 2 coppie di elettroni; triplo se sono
coinvolte 3 coppie di elettroni.
Ordine di legame = numero di coppie elettroniche di legame condivise tra i due
atomi.
Regola dell’ottetto: quando si legano tra loro per formare molecole di atomi tendono
ad assumere la configurazione elettronica del gas nobile più vicino (cioè ad essere
circondati da 8 e-). E’ seguita rigorosamente da C, N, O, F.
Fanno eccezione:
- il BORO e gli elementi che lo seguono lungo il gruppo possono dare molecole
deficienti di elettroni.
- Fosforo, Zolfo, Cloro e gli elementi che li seguono possono espandere l’ottetto
perché hanno orbitali vuoti abbastanza vicini di energia.
SLIDE 8 – IL LEGAME CHIMICO PARTE 2
Orbitali Ibridi: gli orbitali ibridi spiegano come un elemento può formare più legami
identici utilizzando orbitali atomici di tipo diverso. Un orbitale ibrido è una
combinazione matematica di due o più orbitali atomici.
Elettronegatività: l’elettronegatività è una misura della capacità di un atomo di
attrarre verso di sé la coppia elettronica condivisa nella formazione di un legame
covalente con un altro atomo. Nella scala di Mulliken l’elettronegatività è data dal
potenziale ionizzazione + affinità elettronica / 2.
Scala di Pauling: si basa sulla misura sperimentale dell’energia di legame di molecole
biatomiche, da cui ottiene contributo ionico al legame. Le elettronegatività sono
calcolate prendendo come riferimento il fluoro, alla cui elettronegatività fu assegnato
il valore 4.

Il legame covalente puro è un legame tra due atomi identici.


Il legame covalente polare è un legame tra due atomi caratterizzato da una carica
parziale derivante dalla loro differenza in elettronegatività.
Il legame metallico: caratteristiche.
Caratteristiche dei metalli sono: la conducibilità elettrica, effetto fotoelettrico e
termoionico, conducibilità termica, duttilità e malleabilità e basse energie di
ionizzazione.
Forze intermolecolari: forze di van der Waals.
Le forze che tengono unite tra loro le molecole nei liquidi e nei solidi sono di tipo
molecolare e son chiamate forze di van der Waals: sono interazioni deboli e sono
forze a “corto raggio”.
Interazioni dipolo-dipolo: tra molecole con momento dipolare permanente.
Interazioni dipolo-dipolo indotto: tra una molecola polare e una apolare.
Interazioni dipolo istantaneo-dipolo istantaneo indotto: il moto degli elettroni induce
uno sbilanciamento istantaneo delle cariche negative rispetto al nucleo positivo.
Legame a IDROGENO: è un interazione secondaria debole tra un atomo di H legato
ad un elemento elettronegativo X ed un altro atomi di un elemento anch’esso
elettronegativo Y di un’altra molecola.
SLIDE 9 – I GAS
I gas sono un insieme di particelle a notevole distanza le une dalle altre in continuo
movimento caotico.
I parametri che definiscono lo stato gassoso sono: quantità di gas, pressione, volume
e temperatura.
La pressione misura la forza applicata sull’unità di superficie: nei gas la pressione è
legata agli urti delle particelle contro le pareti del recipiente.
Il volume misura una determinata porzione di spazio 1 L= 1000 mL.
La temperatura è una misura dell’energia cinetica media delle particelle che
costituiscono un corpo.
Temperatura Kelvin = temperatura Celsius + 273,15.
Temperatura Fahrenheit = 32 + 1,8 x temperatura Celsius.
Legge di Boyle (1770): legge isoterma, a temperatura costante, il volume di una data
quantità di gas è inversamente proporzionale alla pressione = (PV)t = cost.
Legge di Charles e Gay-Lussac: legge isocora = la pressione di un gas, a volume
costante, varia in modo direttamente proporzionale alla temperatura assoluta del gas
= (P/T)v = cost.
Legge di Gay-Lussac: legge isobara: il volume di un gas, a pressione costante, varia
in modo direttamente proporzionale alla temperatura assoluta del gas = (V/T)p = cost.
Principio di Avogadro: nelle stesse condizioni di P e T, volumi uguali di gas diversi
contengono lo stesso numero di molecole. 1 mole di qualsiasi gas occupa in
condizione standard (0°C e 1 atm) il volume di 22.414 L.
Legge di DALTON: la pressione totale P esercitata da una miscela gassosa ideale
sulle pareti di un recipiente è la somma delle pressioni parziali dei gas. La pressione
parziale di ciascun gas che fa parte di una miscela di gas ideali è uguale alla pressione
che quel gas eserciterebbe se occupasse da solo il volume occupato dalla miscela
gassosa.

Modello di gas ideale:


- Il gas è costituito da un insieme di particelle sferiche indeformabili di massa m
e di volume del tutto trascurabile (puntiformi).
- Tra le particelle non esistono forze di attrazione o di repulsione
- Le particelle sono in continuo movimento caotico e gli urti che subiscono tra
loro o contro le pareti sono elastici (l’energia cinetica rimane invariata)
Modello di gas reale:
- Nei gas reali il volume occupato dalle singole particelle non è trascurabile, il
volume disponibile per il moto delle particelle è V-nb dove b = covolume.

Dove A e B sono le costanti di Van der Waals.


Fenomeni critici: gas reali sottoposti ad una pressione alta con temperatura bassa
condensano diventando liquidi e poi solidi.
SLIDE 10 – LO STATO SOLIDO
I solidi sono caratterizzati da forma e volume propri.
Si dividono in:
- Solidi vetrosi o amorfi
- Solidi cristallini
I solidi vetrosi o amorfi sono particelle distribuite in modo disordinato, isotropi e
hanno un punto di fusione indefinito.
I solidi cristallini hanno una distribuzione di particelle molto ordinata, sono
anisotropi e hanno un punto di fusione netto.
Ogni cristallo può essere generato per traslazione lungo tre assi di un’unità di base
detta cella elementare. La cella elementare deve presentare le stesse proprietà di
simmetria del cristallo e deve avere un volume minimo.
I solidi si classificano in: ionici, covalenti, molecolari e metallici.
I solidi ionici sono costituiti da ioni positivi e negativi che sono tenuti insieme da
un’interazione di tipo elettrostatico. Le caratteristiche sono: temperatura di fusione
molto alta, fragilità alla trazione, sfaldamento diagonale, allo stato fuso conduce
corrente elettrica, sono solubili in acqua e in soluzione acquosa conducono corrente.
I solidi covalenti sono costituiti da atomi che sono collegati tra loro da legami
covalenti. Le caratteristiche sono: temperatura di fusione molto alta, grande durezza,
isolanti o semiconduttori e insolubili in acqua (esempio diamante e cristobalite).
I solidi molecolari sono costituiti da molecole tenute insieme da forze
intermolecolari. Hanno una temperatura di fusione bassa, scarsa durezza e un’alta
tensione di vapore.
I solidi metallici sono costituiti da atomi tenuti insieme dal legame metallico. Hanno
una temperatura di fusione alta, elevata densità, buona conducibilità termica ed
elettrica e la lucentezza al taglio. L’elevata densità si deve all’impacchettamento
compatto, gli atomi si dispongono in modo da lasciare meno spazio vuoto possibile.
Allotropia: fenomeno per ci un elemento si presenta in diverse forme che differiscono
per il modo in cui gli atomi son legati tra loro (ad esempio il carbonio che forma il
diamante e la grafite).
Polimorfismo: fenomeno per cui una stessa sostanza si cristallizza in forme diverse
con diversa struttura (CaCO3 calcite trigonale e CaCO3 aragonite ortorombica).
Isomorfismo: fenomeno per cui sostanze diverse cristallizzano con la stessa struttura
dando cristalli simili (calcite e aragonite).
SLIDE 11 – TERMODINAMICA
Lo studio della termodinamica permette di determinare la spontaneità di una
reazione. Può essere utilizzata per calcolare la quantità di lavoro utile prodotto da una
reazione chimica.
Sistema: porzione di materia che viene esaminata.
Ambiente: tutto ciò che non fa parte del sistema (viene chiamato anche intorno).
Il sistema può essere aperto, chiuso, isolato.
Il sistema aperto può scambiare materia ed energia sottoforma di calore o di lavoro
con l’ambiente.
Il sistema chiuso può scambiare energia con l’ambiente.
Il sistema isolato non può scambiare materia né energia con l’ambiente.
Universo = sistema + ambiente.
Funzione di stato: proprietà del sistema che ha certi valori definiti per ogni stato
considerato e che è indipendente da come si raggiunge quel determinato stato.
Sistema in equilibrio: le sue funzioni di stato non variano nel tempo.
La termodinamica studia gli stati di equilibrio
- Energia: capacità di compiere lavoro
- Energia cinetica: energia di un oggetto in movimento
- Energia potenziale: energia immagazzinata (dovuta alla posizione)
L’energia può essere trasferita da un corpo all’altro cambiando anche forma. Le
variazioni di energia si hanno per causa di forze attraverso distanze (Lavoro) o
attraverso le modifiche di variazioni di temperatura (Calore).
Calore e lavoro sono forme di energia, 1 cal = 4.184 J
L’energia interna E di un sistema è la somma di tutte le forme di energia posseduta da
ogni singolo componente del sistema: è una funzione di stato.
1° Principio della Termodinamica (principio di conservazione dell’energia): l’energia
di un sistema isolato è costante.
In un sistema chiuso la variazione di energia = Q + L.
Quindi in un sistema chiuso delta E = Q – P x delta V.
Se c’è anche lavoro diverso da quello di volume (esempio lavoro elettrico L) si tiene
conto anche di quello (delta E = Q – P x delta V + L.
Se L = 0 e V = cost (delta V = 0) diventa delta E = Q v
Il calore scambiato a volume costante è uguale alla variazione di energia interna.
Delta H < 0 = processo esotermico.
Delta H > 0 = processo endotermico.
Legge di Hess: il calore sviluppato o assorbito in una trasformazione chimica a P
costante è indipendente dal cammino percorso.
Un gas è nel suo stato standard quando la sua P = 1 atm.
Un composto in soluzione è standard quando c = 1 M.
Un liquido puro è nello stato standard quando P = 1 atm.
Un solido puro è nello stato standard quando si trova nella sua modificazione stabile
ad 1 atm e alla T considerata.
Trasformazione reversibile: avviene in un modo estremamente lento, per cui in ogni
istante i valori delle funzioni di stato del sistema differiscono in una quantità
infinitesima.
Trasformazione irreversibile (spontanea): i valori delle funzioni di stato del sistema
differiscono di una quantità finita dai valori delle funzioni di stato dell’ambiente.
SLIDE 12 – DIAGRAMMI DI FASE E SOLUZIONI
Proprietà dei liquidi:
1) Tensione superficiale: energia richiesta per aumentare l’area superficiale di un
liquido. Ha origine dalle forze di attrazione tra le molecole di liquido.
2) Forze di coesione: forze intermolecolari tra molecole simili.
3) Forze di adesione: forze intermolecolari tra molecole diverse.

Tensione di vapore di un liquido: pressione esercitata dal vapore in equilibrio con il


liquido.
Diagramma di stato: riassume le regioni di pressione e temperatura alle quali
ciascuna fase presenta la massima stabilità. Le linee (linee di equilibrio) determinano
le aree del diagramma e rappresentano le condizioni in cui due fasi coesistono in
equilibrio. Il punto triplo è il punto in cui si intersecano le 3 curve di equilibrio,
quindi dove coesistono in equilibrio 3 fasi. Il punto critico invece è il punto al di
sopra del quale non è possibile liquefare il gas per la sola compressione.
Il diagramma di stato di una sostanza si ottiene sperimentalmente: registrano le curve
di riscaldamento o raffreddamento della sostanza a diversi valori di pressione. Da
ogni curva di riscaldamento si ricava il valore della Tfus e della Tev alla pressione a
cui è stata ottenuta la curva.
Entalpia di soluzione dipende da:
- Forze intermolecolari tra le molecole di solvente
- Forze intermolecolari tra le molecole di soluto
- Forze intermolecolari tra molecole di solvente e molecole di soluto
- Se sono tutte simili, la soluzione è ideale e deltaHsol = 0
Solubilità di una sostanza ad una certa temperatura: concentrazione massima che la
sostanza può raggiungere in quel solvente (concentrazione della soluzione satura).
La solubilità di un gas in un liquido aumenta con la pressione.
Legge di Henry: la massa di gas disciolta in un dato volume di solvente ad una certa
temperatura è proporzionale alla pressione parziale del gas in equilibrio con la
soluzione.
Proprietà colligative: dipendono dal numero di particelle di soluto presenti nella
soluzione e non dalla loro natura chimica.
Abbassamento crioscopico: abbassamento della temperatura di solidificazione
(fusione) di una soluzione rispetto a quella del solvente puro.
Osmosi: è il movimento di solvente attraverso una membrana semipermeabile che si
verifica da una soluzione più diluita ad una più concentrata. La pressione osmotica è
la pressione necessaria per arrestare il flusso di solvente.

La pressione osmotica di una soluzione diluita è numericamente uguale alla pressione


gassosa che avrebbe il soluto se fosse allo stato gassoso ed occupasse lo stesso
volume della soluzione, a parità di temperatura.
SLIDE 13 – EQUILIBRIO CHIMICO PARTE 1
Equilibrio fisico: passaggio di reagenti a prodotti da uno stato all’altro.
Equilibrio chimico: CaCo3 (s) che diventa CaO (s) + CO2 (g)
Le caratteristiche dell’equilibrio sono: dinamicità, i sistemi si muovono
spontaneamente verso uno stato di equilibrio, la natura e le proprietà dell’equilibrio
sono le stesse indipendentemente dalla direzione di approccio dell’equilibrio stesso e
lo stato d’equilibrio rappresenta un compromesso tra minima energia e massimo caos.
Legge di azione di massa: in una reazione chimica, ad equilibrio raggiunto, il
rapporto tra il prodotto delle concentrazioni dei prodotti e il prodotto delle
concentrazioni dei reagenti, ognuno elevato al suo coefficiente stechiometrico, è
costante e il suo valore dipende solo dalla temperatura.
KP e KC dipendono SOLO dalla temperatura.
Delta V = somma coefficienti stechiometrici dei prodotti – somma coefficienti
stechiometrici dei reagenti.
Principio di Le Chatelier (equilibrio mobile): se si alterano le condizioni in cui si
trova un sistema all’equilibrio variando uno qualunque dei fattori che ne determinano
la posizione, l’equilibrio si sposta nella direzione che tende a ristabilire le condizioni
iniziali.
Fattori che influenzano l’equilibrio:
1) CONCENTRAZIONE
L’aumento della concentrazione di uno dei prodotti fa spostare la reazione verso la
formazione dei reagenti.
L’aumento della concentrazione di uno dei reagenti fa spostare la reazione verso la
formazione dei prodotti.

2) PRESSIONE
Per le reazioni in cui deltaV < 0 un aumento di P fa aumentare i prodotti della
reazione, mentre una riduzione di P causa un aumento dei reagenti.
Per le reazioni in cui deltaV > 0 un aumento di P fa aumentare i reagenti della
reazione, mentre una riduzione di P causa un aumento dei prodotti.
Equilibri omogenei: negli equilibri omogenei tutti i componenti si trovano allo stesso
stato di aggregazione.
Equilibri eterogenei: diverso stato di aggregazione degli elementi tra reagenti e
prodotti.
In un equilibrio eterogeneo la pressione parziale e la concentrazione dei componenti
che partecipano alla reazione come solidi o liquidi puri non compare nell’espressione
della KP e KC, perché la oro energia libera non cambia con la pressione o
concentrazione.

SLIDE 14 – EQUILIBRIO CHIMICO PARTE 2


pH = logaritmo decimale della concentrazione di ioni idrogeno, cambiata di segno.
pH = - log di H3O+
Il pH si dice acido se è minore di 7, si dice neutro se è uguale a 7 ed è basico se è
maggiore di 7.
Definizione di ARRHENIUS: una qualunque specie chimica che dissociandosi in
soluzione fornisce ioni idrogeno è un acido, mentre una qualunque specie chimica
che dissociandosi in soluzione fornisce ioni idrossido è una base.
Un acido è qualunque sostanza che in soluzione porta ad un aumento di ioni
idrogeno, la base invece è qualunque sostanza che in soluzione porta ad un aumento
di ioni idrossido.

Definizione di BRONSTED-LOWRY: ogni specie chimica capace di cedere un


protone è un acido ed ogni specie chimica capace di accettare un protone è una base.
Definizione di LEWIS: ogni sostanza che può accettare una coppia di elettroni è un
acido ed ogni sostanza che può cedere una coppia di elettroni è una base.
Secondo Bronsted-Lowry la forza di un acido è data dalla sua tendenza a cedere un
protone ad una base:
- Acidi più forti di H3O+ (in acqua sono completamente dissociati):

- Acidi più deboli di H3O+ (in acqua si dissociano solo parzialmente):


La forza dell’acido è indicata dal valore della Ka: maggiore è la Ka, più forte è
l’acido.

- Basi più forti di OH- (totalmente dissociate):

- Basi più deboli di OH- (parzialmente dissociate):

Maggiore è la Kb, più forte è la base.


Acidi binari: la forza acida aumenta scendendo lungo un gruppo
Acidi ossigenati: regola empirica per stabilire la forza di un acido ossigenato
SLIDE 15 – EQUILIBRIO CHIMICO PARTE 3
Acidi poliprotici: contengono più di un idrogeno acido, subiscono più dissociazioni
successive e la loro forza acida cala man mano che si dissociano.
Soluzioni acquose di Sali: equilibri di idrolisi.
Gli ioni possono esibire proprietà acide o basiche. I Sali sono elettroliti forti, pertanto
in soluzione sono completamente dissociati in ioni: le soluzioni saline possono essere
acide, basiche e neutre.
1. Sali provenienti da un acido forte e da una base forte, come:

Sono completamente dissociati in ioni e i relativi cationi e anioni non subiscono


idrolisi: il pH di queste soluzioni è neutro.
2. Sali provenienti da un acido debole e da una base forte, come:

Lo ione coniugato di un acido debole è una base e quindi in questo caso si ha un


idrolisi basica:
3. Sali provenienti da un acido forte e da una base debole, come:

4. Sali che derivano da una base debole e da un acido debole. Ad esempio


CH3COONH4, in questi casi entrambi gli ioni idrolizzano:
SLIDE 16 – EQUILIBRIO PARTE 4
Le soluzioni tampone sono delle soluzioni capaci di mantenere inalterato il valore del
loro pH in seguito ad un’aggiunta di acidi o basi, in quantità limitata. Sono
generalmente formate da un acido debole e la sua base coniugata (esempio HCN +
NaCN) o da una base debole e il suo acido coniugato (NH3 + NH4Cl)
La solubilità (s) = concentrazione della soluzione satura = concentrazione massima
che la sostanza può raggiungere in quel solvente ad una certa temperatura.
Prodotto di solubilità (Kps) di un composto ionico = valore massimo del prodotto
delle concentrazioni degli ioni in cui si dissocia, elevate ai propri coefficienti
stechiometrici.
Effetto dello ione comune: la solubilità di un composto ionico poco solubile (A) cala
se la sua soluzione viene aggiunto un composto ionico solubile (B) che ha uno ione in
comune con A. (principio di Le Chatelier).
SLIDE 17 – ELETTROCHIMICA
Una cella chimica reversibile è costituita da due semielementi accoppiati: in uno si
compie un processo di ossidazione che libera elettroni, nell’altro il processo di
riduzione che li utilizza.
SEMILEMENTO: elettrodo conduttore immerso in un sistema elettrolitico.
In una cella elettrochimica viene utilizzata energia chimica (quella generata da una
reazione di ossido-riduzione) per produrre energia elettrica.

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