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CHIMICA

La massa dell’atomo è concentrata nel nucleo: la massa degli elettroni è trascurabile (circa 1/2000) in
confronto a quella di protoni e neutroni.

La massa calcolata di un atomo e la sua massa effettiva (cioè misurata direttamente) non coincidono: la
massa effettiva è minore di quella calcolata e la differenza tra le due è detta difetto di massa. (m)

Difetto di massa

Massa calcolata di un atomo: somma delle masse delle particelle che compongono il nucleo.

12C: 6 protoni = 6  (1.672  10-24) g + 6 neutroni = 6  (1.675  10-24) g = 20.082  10-24 g

Massa effettiva di un atomo: è quella ottenuta per misura diretta. Per 12C vale 19.925  10-24 g.

Difetto di massa (m) = massa calcolata – massa effettiva 12C: massa calcolata – massa effettiva = 20.082 
10-24 – 19.925  10-24 = 0.157  10-24 g = m

Il nuclide ha massa inferiore alla somma delle masse dei nucleoni che lo compongono; m varia per ciascun
nuclide.

 12C: massa calcolata – massa effettiva = 20.082  10-24 - 19.925  10-24 = 0.157  10-24 g = m
 4He: 6.6986  10-24 – 6.6460  10-24 = 0.0526  10-24 g = m

L’energia del nuclide è inferiore a quella dei nucleoni isolati, cioè nella sintesi del nucleo viene emessa
energia, sotto forma di perdita di massa: 6 n + 6 p  12C + E 2 n + 2 p  4He + E

Difetto di massa ed energia nucleare

L’energia emessa nella sintesi del nucleo è correlata al difetto di massa dall’equazione di Einstein:
E = m  c2 e corrisponde all’energia che tiene unito il nucleo.

Unità di massa atomica

Non è conveniente esprimere la massa di un atomo in grammi; d’altra parte non si può esprimere la massa
in funzione della massa di un nucleone, perché questa varia a seconda del nuclide considerato, a causa del
difetto di massa che varia da un nuclide a un altro.

Per convenzione si è definita l’unità di massa atomica (uma) come 1/12 della massa del 12C e a questa si
riferiscono le masse dei singoli nuclidi.

1 uma = 1.66043  10-24 g


La massa degli atomi può essere quindi valutata in due modi: massa assoluta e massa relativa

Massa atomica assoluta = massa del nuclide in grammi: 12C: 19.925  10-24 g

Massa atomica relativa (o peso atomico) = massa del nuclide in uma: 12C: 12.000 uma

NB: Le masse atomiche relative dei vari elementi riportate sulla tavola periodica esprimono il peso medio
della miscela di isotopi presente in natura. Ad esempio la massa di C riportata sulla tavola è 12.011

Sostanza: porzione omogenea di materia che presenta una composizione definita e costante, per la quale si
può scrivere una formula. Possono essere:

- Elementari: formate da un solo tipo di atomi (per esempio: O 2)


- Composte: formate dalla combinazione di più elementi in proporzione fissa (per esempio: H 2O)

La più piccola quantità di una sostanza che ne presenta composizione e proprietà chimiche è detta
molecola.

Ogni sostanza è descritta da una formula, che fornisce informazioni sul tipo e la proporzione tra i
componenti. E può essere:

 Minima: indica il rapporto minimo tra gli elementi che formano il composto; es. H2O per l’acqua;
CH per il benzene e l’acetilene.
 Molecolare: indica quali e quanti atomi dei vari elementi sono presenti nel composto; es. H2O per
l’acqua; C2H2 per l’acetilene e C6H6 per il benzene
 Di struttura: indica la disposizione degli atomi della molecola.

Massa molecolare (Peso molecolare)

Peso molecolare (PM): è dato dalla somma dei pesi atomici degli elementi che formano la molecola

Per le sostanze formate da ioni (es. NaCl, composto da ioni Na+ e Cl- ), in cui non si possono distinguere
singole molecole, si considera il peso formula (PF), dato dalla somma dei pesi atomici degli elementi
costituenti il composto.

Mole

Le quantità delle sostanze che partecipano a una reazione chimica vengono espresse in moli.

Mole: quantità di sostanza pari a quella contenuta in 12.000 g di 12C

1 mole = numero di atomi in 12.000 g di 12C = costante/numero di Avogadro (NA) = 6.022141  1023
particelle

1 mole di una sostanza ionica, p. es. NaCl, K2SO4 , Zn(NO3 ) 2 , contiene un numero di ioni corrispondente a
quello indicato nella formula.

La massa molare di una sostanza corrisponde alla massa in grammi di una mole della sostanza stessa.

Ne: massa molecolare = massa atomica: 20.18 uma;


massa di una mole (= NA atomi di Ne): 20.18 g/mol
H2: massa atomica 1.00794; massa molecolare 2.01588 uma
massa di una mole (= NA molecole di H2 ): 2.01588 g/mol

CH4 massa molecolare 16.043 uma (= 12.011 + 4  1.00794)


massa di una mole (= NA molecole di CH4 ): 16.043 g/mol

NaCl peso formula 58.44 uma (= 22.99 + 35.45)


massa di una mole (= NA ioni Na+ + NA ioni Cl- ): 58.44 g/mol

Interazioni tra gli atomi

I composti sono formati da atomi che interagiscono tra loro tramite legami, il legame può essere:

- IONICO: interazione di tipo elettrostatico tra ioni di carica opposta (positiva e negativa).
- COVALENTE: condivisione di elettroni tra più atomi

Legame ionico

- Ioni positivi (cationi): sono formati da elementi posti nella parte sinistra della tavola periodica, che
cedono facilmente elettroni (basso valore di I)
- Ioni negativi (anioni): sono formati da elementi posti nella parte destra della tavola periodica, che
acquistano facilmente elettroni (alto valore di A)

Per mantenere la neutralità elettrica del composto, cationi e anioni sono presenti in numero tale che le
corrispondenti cariche complessive siano uguali.

Cationi metallici: tendono ad avere la configurazione elettronica del gas nobile che li precede:

Na: [Ne]3s1  Na+ : [Ne] Mg: [Ne]3s2  Mg2+: [Ne] Al: [Ne]3s 2 3p1  Al3+: [Ne]

I metalli del blocco d formano gli ioni corrispondenti perdendo gli elettroni (n+1)s prima dei d:
Fe: [Ar]4s2 3d6  Fe2+: [Ar]3d6 perde i 4s  Fe3+: [Ar]3d5 perde un e- 3d

I metalli del blocco p formano gli ioni corrispondenti perdendo gli elettroni s e p; se presenti, gli elettroni (n-
1)d non vengono persi (il sottolivello è completo): Ga: [Ar] 3d 10 4s2 4p1  Ga3+ : [Ar]3d10

Anioni monoatomici: tendono ad avere configurazione elettronica del gas nobile che li segue

Nelle sostanze ioniche si trovano anche cationi e anioni poliatomici, cioè specie formate da più atomi uniti
da legami covalenti e dotate di carica elettrica (anioni e cationi molecolari)

Dimensioni di cationi e anioni

A causa della diversa interazione elettrostatica tra nucleo ed elettroni del guscio esterno, i cationi sono
sempre più piccoli degli atomi corrispondenti, mentre gli anioni sono più grandi. Le dimensioni di cationi e
anioni seguono l’andamento del raggio atomico:

- diminuiscono lungo i periodi


- aumentano scendendo nel gruppo
- variano in funzione della carica dello ione
Reticoli ionici

Gli ioni occupano posizioni ben definite di un reticolo tridimensionale, in cui si ripetono all’infinito unità
minime (celle) in cui uno ione centrale è circondato da un numero (n) di ioni di segno opposto a contatto
tra loro. Il numero di ioni periferici dipende dal rapporto tra i raggi di catione e anione e porta a tre
disposizioni fondamentali degli ioni nella cella, corrispondenti a diversi valori di n.

Energia di reticolo

L’interazione tra gli ioni nel reticolo è di tipo elettrostatico e varia a seconda del composto:

Dall’energia di reticolo (U) dipende il punto di fusione del cristallo: quanto più grande è il valore di U, tanto
più alto è il punto di fusione. In soluzione le interazioni tra gli ioni diminuiscono fino ad annullarsi e il
cristallo si scioglie. La solubilità è tanto maggiore quanto più bassa è l’energia di reticolo. L’energia di
reticolo (U) cresce andando dallo Ioduro al Fluoruro (diminuisce la somma dei raggi ionici). Il punto di
fusione cresce con U, mentre la solubilità diminuisce.

Legame covalente

Elementi e composti inorganici: H2 , P4 , H2O, HBr;


Composti organici: CH4 , C6H12O6 ;
Ioni poliatomici: NH4 + PO4 3-
sono costituiti da molecole, aggregati di atomi tenuti insieme da legami covalenti. Questi legami sono
formati per condivisione (compartecipazione) di coppie di elettroni di valenza tra due atomi. Gli elettroni
condivisi sono situati tra i due nuclei: si riducono le repulsioni tra questi e si stabilizza il sistema in quanto
ogni elettrone interagisce con entrambi i nuclei.

Nella formula di struttura di una molecola il legame covalente è indicato da un trattino (o da due punti, uno
per ciascun elettrone) posto tra i simboli degli atomi uniti dal legame (notazione di Lewis):

H2 H-H H:H
Gli elettroni che formano il legame covalente si trovano in orbitali che derivano dalla somma degli
orbitali impiegati dagli atomi per formare il legame.
Coppie di legame e non legame
In una molecola si distinguono due tipi di coppie di elettroni (o doppietti):
- di legame, cioè quelle condivise che formano il legame tra gli atomi;
- di non-legame (o solitarie), cioè quelle situate su un solo atomo che non partecipano al
legame.
Con la formazione del legame covalente, su ciascun atomo si vengono a trovare 4 coppie di
elettroni, come in un gas nobile in cui sia stato completato il riempimento dei sottolivelli s (1
coppia) e p (3 coppie). Si ha il cosiddetto “completamento dell’ottetto”.
Molecole omonucleari: sono formate da atomi di un solo tipo, p. es. H2 , Cl2 , I 2 , cioè si trovano
solo per sostanze elementari. Molecole eteronucleari: sono formate da atomi diversi, p. es. HCl,
H2O.
Legami semplici e legami multipli
Il legame tra due atomi si può ottenere condividendo anche più di una coppia di elettroni; si hanno
cioè legami semplici (una sola coppia) o multipli (più coppie condivise). In quest’ultimo caso si
distinguono due tipi di legame:
- Legame : è sempre presente, sia nei legami semplici che in quelli multipli.
- Legame : si trova solo nei legami multipli, cioè quando vengono condivise più coppie di
elettroni.
Un legame semplice è formato da un unico legame ; un legame multiplo comprende sempre un
legame  e almeno un legame .
I legami  e  differiscono per la posizione degli elettroni di legame rispetto ai nuclei.

- Legame : la coppia di elettroni è situata sulla linea che unisce i nuclei (asse internucleare), come in
H2 o HCl.
- Legame : la coppia di elettroni di questo legame non può trovare posto tra i nuclei (c’è già la
coppia del legame ) e va a disporsi al di fuori dell’ asse internucleare, come in N2 o CO.

Determinazione della struttura della molecola (VSEPR)

1. Contare gli elettroni di valenza di tutti gli atomi;


2. Disporre gli atomi, distinguendo atomo centrale e atomi periferici;
3. Disporre i doppietti: prima quelli di legame, poi quelli attorno agli atomi periferici fino a
raggiungere l’ ottetto; i doppietti che avanzano vanno sull’atomo centrale.
4. n, il numero di doppietti sull’atomo centrale (sia di legame che di non-legame), decide la geometria
della molecola. (2: lineare; 3: triangolare; 4 tetraedrica; 5: trigonale; 6: ottaedrica)
5. Rispettare l’ottetto attorno all’atomo centrale

Orbitali ibridi

Gli orbitali atomici solo in pochi casi hanno caratteristiche (numero e geometria) corrispondenti alla
disposizione delle coppie elettroniche nello spazio prevista dalla struttura delle molecole. Il rispetto della
geometria della molecola si ottiene disponendo gli elettroni (sia di legame che di non-legame) in appositi
orbitali derivati dalla combinazione di orbitali atomici, detti orbitali ibridi.
Si hanno vari tipi di orbitali ibridi, a seconda di quanti e quali orbitali atomici vengono combinati per
formarli; ciascun tipo dà luogo a una specifica geometria attorno all’atomo interessato. Anche gli elettroni
degli atomi periferici sono situati in orbitali ibridi.

Cariche formali

La struttura della molecola ricavata con la procedura VSEPR può dare una distribuzione degli elettroni che
presenta addensamenti di carica (carica formale) su alcuni atomi. La somma delle cariche formali di una
molecola neutra (p. es. SO3 ) deve essere pari a zero; per uno ione molecolare (p. es. SO4 2- ) la somma
corrisponde alla carica dello ione. Le strutture più probabili per una molecola sono quelle dove le cariche
formali sono ridotte al minimo e, se presenti, si trovano sull’ atomo più elettronegativo.

Elettronegatività: è la tendenza di un atomo in un composto ad attrarre gli elettroni del legame. Varia con il
numero atomico dell’ elemento: aumenta lungo i periodi e diminuisce scendendo nei gruppi.

Carica formale: è la carica (positiva o negativa) che risulta su un atomo in una molecola, quando si siano
divisi “equamente” gli elettroni dei legami. E’ data dalla differenza tra gli elettroni che competono
all’elemento (in base al gruppo di appartenenza) e gli elettroni assegnati a quell’atomo nella struttura
della molecola.

Riduzione delle cariche formali

Per ridurre al minimo le cariche formali si fanno passare coppie di non legame a coppie di legame,
formando doppi legami. Si sfruttano, se necessario, gli orbitali d dell’ atomo centrale (purché disponibili).

Superamento dell’ottetto: Per gli atomi dal 3° periodo in poi, che hanno il sottolivello d accessibile, la
riduzione delle cariche formali può portare ad avere atomi con intorno più di 8 elettroni:

Non è possibile il superamento dell’ottetto per gli elementi del 2° periodo: in questo caso la riduzione delle
cariche formali può non essere completa.

Stato di ossidazione

Indica il numero di elettroni acquistati o perduti da un elemento nel formare un composto. Si determina
per ciascun atomo in base alla formula di struttura: assegnando entrambi gli elettroni di ciascun legame
all’atomo più elettronegativo, la carica “virtuale” che resta su ogni atomo è il numero di ossidazione.
Per una molecola neutra (es.: NH3 , H2O), la somma dei numeri di ossidazione di tutti gli atomi deve essere
nulla; per gli ioni molecolari (es.: NH4 + , CO3 2- ) deve corrispondere alla carica dello ione.
Determinazione dello stato di ossidazione:

Si assegnano gli elettroni di ciascun legame all’ossigeno, che viene così ad avere 8 elettroni invece di 6 (2 in
più di quanti gliene competono), mentre sull’idrogeno non ne resta nessuno (invece di 1). Pertanto,
l’ossigeno ha numero di ossidazione -2, l’idrogeno ha numero di ossidazione +1.

Somma dei numeri di ossidazione: -2 + (2  1) = 0

CALCOLO DELLO STATO DI OSSIDAZIONE

Stato di ossidazione massimo e minimo


Per ogni elemento si hanno uno stato di ossidazione massimo e uno minimo: lo stato di
ossidazione massimo di un elemento eguaglia il numero degli elettroni di valenza, quindi coincide
col numero del gruppo. Lo stato di ossidazione minimo è il complemento a 8 degli elettroni di
valenza, con segno meno:
es.: N, V gruppo: max +5, min -3; S, VI gruppo: max +6, min -2; Br, VII gruppo: max +7, min -1
Per alcuni elementi sono possibili stati di ossidazione intermedi: p.es. S in SO2 ha stato di
ossidazione +4; gli elementi del VII gruppo presentano anche stati di ossidazione +1, +3 e +5.
Gli stati di ossidazione massimo e minimo hanno configurazioni elettroniche tipo gas nobile.

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