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ELEMENTI E COMPOSTI

ELEMENTO
sostanza semplice non ulteriormente decomponibile
COMPOSTO
specie chimica a composizione definita e costante formata dall’unione di due o più ELEMENTI
ATOMI E MOLECOLE
ATOMO
Particella infinitesima unitaria di dimensioni 2 - 5 Å (2 - 5 10^-10 m) costituita prevalentemente da:
PROTONI (Z) massa 1 carica +1
NEUTRONI (N) massa 1 carica 0
ELETTRONI (Z) massa 1/1837 carica -1
MOLECOLA
Aggregato di atomi capace di esistenza fisica autonoma
IONE
Atomo o molecola dotato di carica elettrica positiva (catione) o negativa (anione)
ISOTOPO
Nuclide caratterizzato da un determinato valore di NUMERO ATOMICO (Z) e di MASSA ATOMICA (A) (con A = Z + N)
PESO ATOMICO
Rapporto tra la massa media di un atomo e la dodicesima parte della massa del nuclide 12 del carbonio
PESO MOLECOLARE
Rapporto tra la massa di una molecola e la dodicesima parte della massa del nuclide 12 del carbonio
P.M. = somma dei P.A. degli atomi della molecola
PESO FORMULA
Somma dei P.A. degli atomi costituenti l’ UNITA’ FORMULA (solidi ionici)
GRAMMO ATOMO
Quantità in grammi di un elemento pari al suo P.A.
GRAMMO MOLE (o mole)
Quantità in grammi di un elemento e/o composto pari al suo P.M. (1 g atomo e/o 1 g mole di qualsiasi sostanza contiene sempre
6,023 . 1023 atomi e/o molecole di quella sostanza)
6,023 . 1023 = NA = NUMERO DI AVOGADRO
Una MOLE di elettroni o di fotoni corrisponde ad un NA di elettroni o di fotoni
g / PM = numero di moli di un elemento o di un composto
g / PA = numero di grammiatomi di un elemento
REAZIONI CHIMICHE
LEGGE DI CONSERVAZIONE DELLA MASSA
A. Lavoisier (1775) “La somma delle masse delle sostanze reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti di reazione”
REAZIONE CHIMICA
un’equazione in grado di soddisfare il principio di conservazione della massa e della carica
CLASSIFICAZIONE DELLE REAZIONI CHIMICHE
Reazioni che non avvengono con trasferimento di elettroni tra le sostanze coinvolte:
1) ASSOCIAZIONE (sintesi)
2) DISSOCIAZIONE (decomposizione)
3) SCAMBIO
Reazioni che avvengono con trasferimento di elettroni tra le sostanza coinvolte
REAZIONI REDOX
STRUTTURA DELL’ ATOMO
TEORIA ATOMICA ANTICA
ATOMI = particelle unitarie indivisibili Democrito (400 a.C.)
TEORIA ATOMICA MODERNA
J. Dalton (1808) - atomi = particelle definite e indivisibili - atomi di un determinato elemento tutti identici tra loro
A. Avogadro (1811) - concetto di molecola
S. Cannizzaro (1858) - teoria atomico - molecolare
STUDI SULLE SCARICHE ELETTRICHE NEI GAS RAREFATTI (1880-1895)
SCOPERTA DELLE PARTICELLE SUBATOMICHE
RAGGI CATODICI (ELETTRONI NEGATIVI) J. Thomson (1897) E RAGGI CANALE (IONI POSITIVI)
IPOTESI ATOMICA DI THOMSON (1897)
MODELLO “A COCOMERO” n+ = n-STUDI SULLE PARTICELLE (nuclei di He)
SCOPERTA DEL NUCLEO ATOMICO
E. Rutherford (1910), IPOTESI ATOMICA DI RUTHERFORD (1911): MODELLO PLANETARIO ,NUMERO ATOMICO = Z
(l’elettrone in moto emetterebbe energia e collasserebbe quasi istantaneamente sul nucleo, modello inaccettabile!!!!)
SCOPERTA DELL’ EFFETTO FOTOELETTRICO H. Hertz (1888)
QUANTIZZAZIONE DELL’ ENERGIA M. Planck (1900) (L’energia non viene emessa o assorbita in modo continuo,
ma attraverso piccolissime quantità finite dette quanti.)
E = h v ,E = Energia associata a un quanto di frequenza v , h = 6,625 10-34J s costante di Planck
SPIEGAZIONE DELL'EFFETTO FOTOELETTRICO A. Einstein (1905) , FOTONE = un quanto di luce
SPETTRO DI EMISSIONE DELL’ IDROGENO “ECCITATO” (1880-1890) , Radiazioni emesse raggruppabili in serie
Serie : gruppi di radiazioni le cui sono correlate tra loro lambda da semplici relazioni numeriche contenenti un coefficiente
intero n : {Serie di Balmer (UV-VIS), Lyman (UV), Paschen (IR),Brackett (IR)}
IPOTESI ATOMICA DI BOHR (1913(Sistemi “idrogenoidi” : H, He+, Li++...):
Energia degli elettroni quantizzata , Orbite circolari stazionarie: le sole orbite sulle quali èpossibile il moto degli elettroni senza
emissione di energia, Livello energetico: energia associata ad un’orbita stazionaria ( K, L, M, N, O, P, Q…),Stato fondamentale
(stato di minima energia con l’ealla minima distanza dal nucleo), Stato eccitato (stato di maggiore energia).
Regola quantica di Bohr
m v r = n (h/2), (m e v = massa e velocità dell’elettrone), n numero intero = numero quantico principale
IPOTESI ATOMICA DI SOMMERFELD (1919)
Orbite quantizzate anche ellittiche ( per n>1 ) in cui il nucleo occupa uno dei fuochi ,Ogni livello energetico caratterizzato da un
valore di n si divide in più sottolivelli, Ad ogni sottolivello corrisponde un numero quantico l secondario, l determina l’eccentricità
dell’orbita e può assumere tutti i valori interi compresi tra 0 ed n-1, Per un’orbita esistono solo alcune possibilità di orientazione,
determinate da un terzo numero quantico m( m = numero quantico magnetico, può assumere tutti i valori interi compresi tra -l e +l)
ms = numero quantico di spin (W. Pauli, 1924) , descrive il moto rotatorio dell’elettrone attorno al proprio asse e può assumere
solo valore + ½ () e - ½ ()
NATURA CORPUSCOLARE E ONDULATORIA DELL’ELETTRONE
MECCANICA ONDULATORIA
(L. De Broglie 1923) Ad un elettrone in movimento è associata un’onda (onda di fase) di lunghezza d’onda = h / (m v)
PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE
(W. Heisenberg 1925)“E’ impossibile definire con la necessaria precisione, attraverso una determinazione sperimentale, due
grandezze fisiche coniugate quali, ad esempio, posizione e velocità di una particella”
VELOCITA’ e POSIZIONE di un elettrone non sono simultaneamente determinabili
Conferma della INESISTENZA delle orbite di Bohr: ELETTRONE: particella il cui moto è definibile unicamentein termini
probabilistici>Superamento della meccanica classica
MECCANICA QUANTISTICA
Il moto ondulatorio degli elettroni è governato da EQUAZIONI d’ ONDA (E. Schrödinger 1926)
Se l’energia totale assume valori quantizzati l’ equazione di Schrödinger ammette soluzioni accettabili dette AUTOFUNZIONI
Tali AUTOFUNZIONI contengono 3 coefficienti numerici che corrispondono ai tre numeri quantici del modello di
Bohr - Sommerfeld (n, l, m)
ORBITALE : autofunzione definita da una determinata terna di numeri quantici
SIGNIFICATO DEI NUMERI QUANTICI
n : energia dell’orbitale e sue dimensioni, l : forma ed energia dell’orbitale, m : orientazione dell’orbitale nello spazio, ms : senso
orario - antiorario di rotazione dell’elettrone intorno al proprio asse.
L’ ORBITALE definisce lo “stato quantico” dell’elettrone attraverso un dato valore di ENERGIA e di PROBABILITÀ DI
DISTRIBUZIONE dell’elettrone attorno al nucleo In un atomo isolato.

PRINCIPIO DI ESCLUSIONE (W. Pauli 1925) “In uno stesso atomo non possono coesistere due elettroni con tutti e quattro i
numeri quantici uguali”
UN ORBITALE PUO’ CONTENERE AL MASSIMO DUE ELETTRONI (CON SPIN OPPOSTO)
ORBITALE SATURO : orbitale contenente due elettroni accoppiati ()
ORBITALE INSATURO : orbitale contenente un solo
elettrone disaccoppiato ()
PRINCIPIO DELLA MASSIMA MOLTEPLICITA’ (F. Hund 1925) “Gli elettroni tendono ad occupare il maggior numero possibile di
orbitali isoenergetici (degeneri)”
TRA LE CONFIGURAZIONI ELETTRONICHE POSSIBILI LA PIU’ STABILE (con energia minore) E’ QUELLA CON LA MASSIMA
“MOLTEPLICITA’ DI SPIN” (elettroni disaccoppiati con spin paralleli)
ORDINE DI RIEMPIMENTO DEGLI ORBITALI
(successione crescente dei livelli energetici)
7s
6s 6p 6d
5s 5p 5d 5f
4s 4p 4d 4f
3s 3p 3d
2s 2p
1s

SISTEMA PERIODICO DEGLI ELEMENTI


1800 25 Elementi chimici noti; 1830 55 Elementi chimici noti ;1830-1870:vari tentativi di ordinare gli elementi chimici in funzione
della periodicità delle loro proprietà chimiche e fisiche. Nel 1869 D. Mendeléev propose un primo SISTEMA PERIODICO di 63
elementi chimici, costituito da otto colonne raggruppanti elementi con la stessa “valenza” ordinati in sequenza crescente di P.A.
REGOLA DI MENDELÉEV
"Le proprietà chimico-fisiche degli elementi chimici sono una funzione periodica del loro P.A."
Utilizzando la spettroscopia a raggi X, G. J. Moseley (1913) evidenziò invece che le proprietà chimico-fisiche degli lementi sono
una funzione periodica del loro numero atomico Z
SISTEMA PERIODICO MODERNO (N. Bohr)
In tale sistema periodico, detto a “periodo lungo”, ordinato econdo il numero atomico Z, l’ ordine di P.A. crescente coincide con
quello di Z per tutti gli elementi, ad eccezione delle coppie: Ar / K ,Co / Ni ,Te / I ,Th / Pa.
STRUTTURA DEL SISTEMA PERIODICO
GRUPPI: Colonne verticali di elementi con proprietà chimico-fisiche simili numerate da 1 a 18.
PERIODI: Righe orizzontali di elementi con Z crescente numerate da 1 a 7.
Il quarto periodo corrisponde alla prima serie di transizione (sottolivello 3d)
Il quinto periodo corrisponde alla seconda serie di transizione (sottolivello 4d)
Il sesto periodo corrisponde alla terza serie di transizione (sottolivello 5d) e contiene i 14 elementi della famiglia dei LANTANIDI o
TERRE RARE (sottolivello 4f)
Il settimo periodo corrisponde alla quarta serie di transizione (sottolivello 6d) e contiene 14 elementi della famiglia degli ATTINIDI
(sottolivello 5f)
Il settimo periodo risulta attualmente incompleto (elementi fino al 105 con simbolo chimico tradizionale, dal 106 al 108 notazione
provvisoria IUPAC.....)
Blocco s: primo e secondo gruppo
Blocco d: dal terzo al dodicesimo gruppo
Blocco p: dal tredicesimo al diciottesimo gruppo
Blocco f: famiglie dei LANTANIDI e degli ATTINIDI
CONCETTO EMPIRICO DI "VALENZA"
Grandezza variabile corrispondente al numero di atomi di idrogeno (sempre monovalente) capaci di legarsi all’atomo considerato.
GRUPPO 1 ns1 METALLI "ALCALINI" IONI Me+ (I)
GRUPPO 2 ns2 METALLI "ALCALINO-TERROSI" IONI Me2+(II)
GRUPPO 3 nd1(n+1)s2 METALLI DI TRANSIZIONE IONI Me3+(III)
GRUPPO 4….. nd2 (n+1)s2 METALLI DI TRANSIZIONE (IV)
GRUPPO 5 METALLI DI TRANSIZIONE (III) (V)
GRUPPO 6 METALLI DI TRANSIZIONE (III) (VI)
GRUPPO 7 METALLI DI TRANSIZIONE (II) (IV) (VI) (VII)
GRUPPO 8 METALLI DI TRANSIZIONE (II) (III)
GRUPPO 9 METALLI DI TRANSIZIONE (II) (III)
GRUPPO 10 METALLI DI TRANSIZIONE (II) (IV)
GRUPPO 11 nd10 (n+1)s1 METALLI DI TRANSIZIONE (I) (II)
GRUPPO 12 nd10 (n+1)s2 METALLI DI TRANSIZIONE (II)
GRUPPO 13 ns2np1 Boro NON METALLO (III) Alluminio, Gallio "SEMIMETALLI" IONI Me3+ (III)
GRUPPO 14 ns2 np2 Carbonio,Silicio NON METALLI (IV) Germanio,Stagno,Piombo "SEMIMETALLI" IONI Me2+ (II); IONI
Me4+(IV)
GRUPPO 15 ns2np3Azoto NON METALLO (II) (III) (IV) (V)Fosforo, Arsenico NON METALLI (III) (V)Antimonio, Bismuto
“SEMIMETALLI” (V) IONI Me3+ (III)
GRUPPO 16 ns2np4 NON METALLI “CALCOGENI” IONI A2-(II) Ossigeno (I) (II) Zolfo, Selenio, Tellurio (II) (IV) (VI)
GRUPPO 17 ns2np5NON METALLI "ALOGENI" IONI A-(I)Fluoro (I)Cloro, Bromo, Iodio (I) (III) (V) (VII)
GRUPPO 18 ns2np6"GAS NOBILI"
Elementi a sinistra nella TAVOLA PERIODICA presentanoFORTE carattere METALLICO OSSIDI BASICI
Elementi a destra nella tavola periodica presentano FORTE carattere NON METALLICO OSSIDI ACIDI
Elementi al centro della tavola periodica presentano carattere ANFOTERO OSSIDI ANFOTERI
In ogni GRUPPO al crescere di Z aumenta il carattere METALLICO e diminuisce il carattere NON METALLICO
PROPRIETA’ PERIODICHE DEGLI ELEMENTI che variano in modo periodico al variare del numero atomico Z
1) DIMENSIONI ATOMICHE
2) ENERGIA DI IONIZZAZIONE
3) AFFINITA’ ELETTRONICA
4) ELETTRONEGATIVITA’

RAGGIO ATOMICO e RAGGIO IONICO


RAGGIO ATOMICO
metà della distanza minima tra i nuclei di DUE ATOMI UGUALI vicini tra loro
(blocchi s e p : il raggio atomico diminuisce LUNGO UN PERIODO ed aumenta LUNGO UN GRUPPO,blocco d : l’effetto
“schermante” sulla carica nucleare da parte degli elettroni d più interni nei confronti degli e- più esterni ha come conseguenza un
AUMENTO del RAGGIO ATOMICO alla fine del periodo(ad es. Cu, Zn, > Fe, Co, Ni...)
RAGGIO IONICO
Un CATIONE ha dimensioni MINORI dell’atomo da cui deriva. Un ANIONE ha dimensioni MAGGIORI dell’atomo da cui deriva.
LEGAME CHIMICO:
IONICO ETEROPOLARE
COVALENTE APOLARE
COVALENTE POLARE
COVALENTE DATIVO
METALLICO
“REGOLA DELL’ OTTETTO” (G. Lewis 1916) Nella formazione di un legame stabile ogni atomo tende al raggiungimento della
configurazione elettronica propria dei gas nobili con 8 enegli orbitali s e p dello strato più esterno
ELETTRONI DI LEGAME (o di VALENZA = VSE) si definiscono elettroni di legame quelli presenti sullo strato elettronico più
esterno di un atomo nel suo stato fondamentale.

ENERGIA (o POTENZIALE) di IONIZZAZIONE (Ei) (kJ/g at ) o (eV)


Energia richiesta per portare un elettrone di un atomo, isolato e nel suo stato energetico fondamentale, ad una distanza infinita dal
nucleo. è massima per i gas nobili e minima per i metalli alcalini, cresce lungo i periodi decresce lungo i gruppi dei blocchi s e p
cresce da I a III…
AFFINITA’ ELETTRONICA (Ea) (kJ/g at ) o (eV)
Energia che si libera quando un elettrone si unisce ad un atomo neutro, isolato e nel suo stato energetico fondamentale, partendo
da una distanza infinita dal nucleo, cresce lungo i periodi ed è massima per gli alogeni
LEGAME IONICO
legame di natura elettrostatica
ENERGIA RETICOLARE
(per un composto ionico)L’energia reticolare è l’energia che si libera quando ioni positivi e negativi, partendo da distanza infinita
gli uni dagli altri, si uniscono per formare una mole di composto ionico cristallino.
Condizioni necessarie per la formazione di un solido ionico:- bassa energia di atomizzazione sia per il metallo che per
il non metallo- bassa energia di ionizzazione per il metallo- elevata affinità elettronica per il non metallo- elevata energia reticolare
del solido cristallino che si forma.
RAGGIO IONICO (di uno ione in un reticolo cristallino)
Minima distanza dal nucleo alla quale si trova la "corteccia elettronica" dell’ altro ione, prima che le forze repulsive tra i due nuclei
superino quelle attrattive
NUMERO DI COORDINAZIONE
(di uno ione in un reticolo cristallino)Numero di ioni di carica opposta a diretto contatto con lo ione considerato
Le coordinazioni più comuni sono: lineare (2), trigonale (3), planare quadrata e tetraedrica (4), ottaedrica (6), cubica (8)
Il raggio ionico dipende dalla natura degli ioni adiacenti e dal numero di coordinazione dello ione stessoLEGAME COVALENTE

LEGAME COVALENTE SEMPLICE = una coppia di e-


LEGAME COVALENTE MULTIPLO (doppio e triplo)
= due o tre coppie di e-

ENERGIA DI LEGAME (kJ per mole di legami)


Energia che si libera nella formazione o che si consuma nella rottura di un legame chimico.
TEORIA DEL LEGAME DI VALENZA (G. Lewis 1916, L. Pauling 1940)
La teoria del legame di valenza VBT (Valence Bond Theory) afferma che….."un legame chimico si forma spontaneamente
tra due atomi che presentino orbitali esterni incompleti al fine di conseguirne la saturazione"
Il legame si origina per ricoprimento di orbitali atomici di atomi contigui, con formazione di orbitali di legame e simultaneo
accoppiamento degli spin elettronici
ORDINE DI LEGAME (L)
L = numero di coppie di elettroni in comune tra i due atomi
ORBITALE DI LEGAME a ricoprimento assiale = I legami semplici sono sempre legami sigma (forti)
ORBITALE DI LEGAME a ricoprimento laterale = I legami multipli sono sempre costituiti da un legame sigma e da uno o due
legami pi (deboli)
ORBITALI IBRIDI :
orbitali ottenuti dalla combinazione di orbitali atomici (s,p,d...) durante la formazione di un legame
ELETTRONEGATIVITA’ (L. Pauling 1932)
L’elettronegatività è la tendenza dell’atomo ad attrarre su di sè gli elettroni di un legame covalente
I valori di elettronegatività - crescono generalmente lungo un periodo da sinistra a destra - decrescono lungo un gruppo al
crescere di Z
LEGAME COVALENTE APOLARE
Legame covalente a distribuzione elettronica simmetrica tra atomi uguali o di uguale elettronegatività
LEGAME COVALENTE POLARE
Legame covalente a distribuzione elettronica asimmetrica tra atomi di diversa elettronegatività
Tale distribuzione elettronica asimmetrica produce una componente ionica nel legame covalente con formazione di un dipolo
RISONANZA (o MESOMERIA)(W.Heisenberg 1926)
La risonanza è una combinazione di strutture di Lewis nelle quali la posizione reciproca degli atomi resta invariata, mentre cambia
quella dei soli elettroni .Tali strutture in equilibrio tra loro, dette forme limiti, concorrono alla formazione dell’IBRIDO DI
RISONANZA.Tale forma mesomera è più stabile rispetto alle forme limiti di una quantità di energia detta ENERGIA DI
RISONANZA.

LEGAMI DEBOLI
Forze di Van der Waals
Interazioni debolissime di natura elettrostatica tra molecole sia polari che apolari, fortemente influenzate dall’aumento della
distanza intermolecolare e della temperatura
LEGAMI DI VAN der WAALS 1) legami tra dipoli permanenti (molecole polari) . 2) legami dipolo-dipolo indotto (molecola apolare
polarizzata)
Forze di London
Mutua attrazione tra atomi o molecole anche uguali tra loro ed elettricamente simmetrici (non polari), causata da spostamenti
temporanei di carica all’ interno degli atomi e delle molecole (dipoli temporanei indotti)
LEGAMI DI LONDON: 1) legami dipolo indotto - dipolo indotto

TEORIA VSEPR (“valence shell electron pair repulsion”)


Metodo empirico di previsione delle geometrie molecolari basato sulla repulsione delle coppie elettroniche del guscio di valenza.
Tale metodo è applicabile, con buona approssimazione, solo a molecole che non presentino contemporaneamente legami multipli
e l’espansione della sfera di valenza (superamento della regola dell’ottetto). La teoria VSEPR si basa sul calcolo del numero
totale di coppie elettroniche X, di legame o solitarie che circondano l’atomo centrale A della molecola in esame I legami multipli
sono da considerarsi equivalenti ad una coppia di elettroni
MOLECULAR ORBITAL THEORY (MOT) (circa 1930)
Un orbitale molecolare è una combinazione lineare degli orbitali atomici (LCAO) con contenuti di energia prossimi, appartenenti
agli atomi che costituiscono la molecola.

ALCUNE PROPRIETÀ TIPICHE DEI METALLI


- basse energie di ionizzazione- bassa elettronegatività- elevato numero di coordinazione- elevata conducibilità termica ed
elettrica- elevata malleabilità e duttilità.I legami chimici “tradizionali” non sono in grado di spiegare tali proprietà; è quindi
necessario introdurre un nuovo tipo di legame chimico: il legame metallico.Esso può essere definito come la forza di attrazione tra
una nuvola mobile carica negativamente (modello a “gas di elettroni”) e i nuclei atomici carichi positivamente. Un metallo è quindi
costituito da una struttura cristallina compatta di ioni immersi in un “mare” di elettroni (elettroni di valenza) liberi di muoversi
liberamente in tutto il reticolo cristallino.
STATO DI OSSIDAZIONE
Si definisce stato di ossidazione (o numero di ossidazione) di un atomo in un composto la carica che l’atomo assumerebbe se gli
elettroni di legame fossero assegnati all’atomo più elettronegativo.
REGOLE PER L’ATTRIBUZIONE DEL NUMERO DI OSSIDAZIONE
n.o. degli atomi nello stato elementare = 0
La somma dei n.o. degli atomi in un composto = 0
n.o. degli ioni monoatomici = carica dello ione
La somma dei n.o. degli atomi in ioni poliatomici =carica dello ione
n.o. Idrogeno = sempre +1 (-1 solo negli idruri)
n.o. Metalli del gruppo 1 = +1 (sempre)
n.o. Metalli del gruppo 2 = +2 (sempre)
n.o. Ossigeno = sempre -2 (-1 solo nei perossidi)
n.o. Fluoro = sempre -1
L’ossigeno è più elettronegativo di tutti gli altri elementi ad eccezione del il fluoro.L’idrogeno è più elettronegativo dei metalli e
meno dei non-metalli.

NOMENCLATURA E REAZIONI
Gli elementi chimici si dividono in:
METALLI e NON METALLI
I METALLI, perdendo elettroni, originano IONI POSITIVI (o CATIONI)
I NON METALLI, acquistando elettroni, originano IONI NEGATIVI (o ANIONI)

OSSIDI [XmOn]
a) OSSIDI BASICI ( X = METALLO )
b) OSSIDI ACIDI = ANIDRIDI ( X = non METALLO )
Esempi di ossidi basici
Na2O Ossido di Sodio (Na +1) BaO Ossido di Bario (Ba +2) Al2O3 Ossido di Alluminio (Al +3) TiO2 Ossido di Titanio (Ti +4) Cu2O Ossido Rameoso (Cu +1) CuO
Ossido Rameico (Cu +2) FeO Ossido Ferroso (Fe +2) Fe2O3 Ossido Ferrico (Fe +3) SnO Ossido Stannoso (Sn +2) SnO2 Ossido Stannico (Sn +4) MnO Ossido
Manganoso (Mn +2) MnO2 Ossido Manganico (Mn +4) Cr2O3 Ossido Cromico (Cr +3)
Esempi di ossidi acidi
CO2 Anidride Carbonica (C +4)B2O3 Anidride Borica (B +3)SO2 Anidride Solforosa (S +4)SO3 Anidride Solforica (S +6)N2O3 Anidride Nitrosa (N +3)N2O5
Anidride Nitrica (N +5)P2O3 Anidride Fosforosa (P +3)P2O5 Anidride Fosforica (P +5)Cl2O Anidride Ipoclorosa (Cl +1)Cl2O3 Anidride Clorosa (Cl +3)Cl2O5
Anidride Clorica (Cl +5)Cl2O7 Anidride Perclorica (Cl +7)CrO3 Anidride Cromica (Cr +6)MnO3 Anidride Manganica (Mn +6)Mn2O7 Anidride Permanganica (Mn+7)

PEROSSIDI [XmOn] ( - O - O - ) X = METALLO


Esempi di perossidi
H2O2 Perossido di Idrogeno (H +1)Na2O2 Perossido di Sodio (Na +1)BaO2 Perossido di Bario (Ba +2)

IDROSSIDI o BASI [ X(OH)m] , X = METALLO , OH = OSSIDRILE (n.o.-1)


OSSIDO BASICO + H2O > IDROSSIDO
Esempi di idrossidi
KOH Idrossido di Potassio (K +1) Ca(OH)2 Idrossido di Calcio (Ca +2) NH4OH Idrossido di Ammonio (NH4+)Al(OH)3 Idrossido di Alluminio (Al +3)Fe(OH)2
Idrossido Ferroso (Fe +2)Fe(OH)3 Idrossido Ferrico (Fe +3)Cr(OH)3 Idrossido Cromico (Cr +3)Mn(OH)2 Idrossido Manganoso (Mn +2)
ACIDI
a) IDRACIDI [HmXn]
b) OSSIACIDI [HmXnOz]
X = non metallo , m = 1 = acido monoprotico , se m > 1 = acido poliprotico ,tutti gli H sono sostituibili da metalli
ANIDRIDE + H2O > OSSIACIDO
Esempi di ossiacidi
CO2 H2CO3 (C +4) A. CarbonicoN2O3 HNO2 (N +3) A. NitrosoN2O5 HNO3 (N +5) A. NitricoSO2 H2SO3 (S +4) A. SolforosoSO3 H2SO4 (S +6) A.
SolforicoCl2O HClO (Cl +1) A. IpoclorosoCl2O3 HClO2 (Cl +3) A. ClorosoCl2O5 HClO3 (Cl +5) A. CloricoCl2O7 HClO4 (Cl +7) A. PercloricoB2O3 H3BO3 (B
+3) A. BoricoP2O5 H3PO4 (P +5) A. FosforicoCrO3 H2CrO4 (Cr +6) A. CromicoCrO3 H2Cr2O7 (Cr +6) A. DicromicoMnO3 H2MnO4 (Mn +6) A.
ManganicoMn2O7 HMnO4 (Mn +7) A. Permanganico
Esempi di idracidi
HF Acido Fluoridrico (F -1)HCl Acido Cloridrico (Cl -1)HBr Acido Bromidrico (Br -1)HI Acido Iodidrico (I -1)H2S Acido Solfidrico (S -2)HCN Acido Cianidrico (CN-
)
SALI [MemXn] [MemXnOz]
a) NEUTRIb) ACIDI (contenenti nella formula atomi di H acido)
c) BASICI (contenenti nella formula gruppi OH)
d) DOPPI (contenenti nella formula più di un Me)
e) IDRATI (contenenti nella formula molecole di H2O)
Suffisso ACIDO Suffisso SALE
-OSO = -ITO
-ICO = -ATO
-IDRICO = -URO
Esempi di sali neutri
KClO Ipoclorito di Potassio (Cl +1)CaSO3 Solfito di Calcio (S +4)Ba(ClO3)2 Clorato di Bario (Cl +5Na2SO4 Solfato di Sodio (S +6)Fe(NO3)3 Nitrato Ferrico (N +5,
Fe +3)AlPO4 Fosfato di Alluminio (P +5)Cu2CO3 Carbonato Rameoso (C +4, Cu +1)Li3BO3 Borato di Litio (B +3)Fe(ClO2)2 Clorito Ferroso (Cl +3, Fe +2)NaCl
Cloruro di Sodio (Cl -1)SnBr2 Bromuro Stannoso (Br –1, Sn +2)
Esempi di sali basici
Bi(OH)(NO3)2 Nitrato BASICO di Bismuto (N +5, Bi +3)Pb2(OH)2SO3 Solfito BIBASICO di Piombo (S +4, Pb +2)Cu2(OH)2CO3 Carbonato BIBASICO di Rame (C
+4, Cu +2)Zn2(OH)PO4 Fosfato BASICO di Zinco (P +5)Bi(OH)S Solfuro BASICO di Bismuto (S –2, Bi +3)
Esempi di sali doppi
K(NH4)SO4 Solfato di Potassio e Ammonio (S +6)Na2Ca(CO3)2 Carbonato di Sodio e Calcio (C +4)LiMgPO4 Fosfato di Litio e Magnesio (P +5)NaKS Solfuro di
Sodio e Potassio (S -2)
Esempi di sali idrati
AlPO4 2H2O Fosfato di Alluminio BIIDRATOMgCO3 3H2O Carbonato di Magnesio TRIIDRATOCa(NO3)2 4H2O Nitrato di Calcio TETRAIDRATOCuSO4 5H2O
Solfato Rameico PENTAIDRATO

REAZIONI DI OSSIDORIDUZIONE
Le REAZIONI DI OSSIDORIDUZIONE (reazioni redox) sono reazioni che avvengono tra elementi che variano il proprio
numero di ossidazione.
OSSIDAZIONE : aumento del n.o. perdita di elettroni
RIDUZIONE : diminuzione del n.o. acquisto di elettroni

GAS IDEALI (o “gas perfetti”)


TEORIA CINETICA DEI GAS (modello di “gas ideale”): molecole puntiformi, moto rettilineo ed urti elastici, forze attrattive -
repulsive intermolecolari nulle.
PARAMETRI DELLO STATO GASSOSO:- massa n (moli)- volume V (litri) - pressione P o p (atm) - temperatura T (K) (T = 273 + t)
Altre unità di misura [massa (g , Kg), volume V (m3),pressione P o p (mmHg = torr),temperatura t (°C)]
LEGGE di BOYLE(1664)
“A temperatura costante il volume di una data massa di gasè inversamente proporzionale alla sua pressione”
P V = k (T cost) P1V1 = P2V2
LEGGI di VOLTA/CHARLES/GAY-LUSSAC(1780-1802)
V = k T (P cost) V1/T1 = V2/T2
P = k T (V cost) P1/T1 = P2/T2EQUAZIONE di STATO dei GAS IDEALI
Combinando opportunamente le leggi precedenti si può scrivere:
P V = k T (P1 V1)/T1 = (P2 V2)/T2
dove, per n = 1 mole e per k = 0,082 litri atm/K mol = R la precedente espressione diventa:
PV=nRT
Equazione di Stato dei Gas Ideali
P V = (g/PM) R T PM = Peso Molecolare del gas
R (Costante Universale dei Gas) vale anche: 8,31 J /K mol (1 cal = 4,18 J)
CONDIZIONI NORMALI di un gas : 0 °C = 273 K e 1 atm = 760 mmHg
CONDIZIONI STANDARD di un gas : 25 °C = 298 K e 1 atm = 760 mmHg
LEGGE di AVOGADRO(1811)
“Volumi uguali di gas (uguali o diversi) nelle stesse condizioni di temperatura e pressione contengono lo stesso numero di
molecole”
Il volume di una mole di gas, in condizioni normali, occupa sempre 22,4 litri (VOLUME MOLARE)
LEGGE di DALTON (1795)
“La pressione totale P di un miscuglio gassoso, è uguale alla somma delle pressioni parziali p dei diversi gas costituenti il
miscuglio”
P = p1 + p2 +.....pn
La frazione molare x1 del gas1 è esprimibile come x1= n1 / ntot e le pressioni parziali dei singoli gas componenti il miscuglio
corrispondono a… p1 = P x1 p2 = P x2 .......... pn = P xn e sono le pressioni che ogni singolo gas avrebbe se fosse solo ad
occupare l’intero volume disponibile
Il PESO MOLECOLARE MEDIO di un miscuglio gassoso è inoltre calcolabile nel seguente modo:
P M medio = P M1 x1 + P M2 x2 +......P Mn xn
DENSITA’ (assoluta) di un gas
P V = n R T P V = ( g/P M ) R T
g/V = densità (d) d = (P P M) / (R T)
TEORIA CINETICA DEI GAS
Partendo dai postulati del modello di gas ideale...
EQUAZIONE DEI GAS PERFETTI
P V = 1/3 N m u2 dove N è il numero di molecole gassose di massa m e u2 è la “velocità quadratica media” cioè la media dei
quadrati delle velocità delle molecole. Tali velocità (diverse da molecola a molecola) e crescenti con la T
Per una mole di gas (supposto “perfetto”) vale: P V = 1/3 NA m u2 || 2/2 = 2/3 NA (1/2 m u2) = 2/3 NA Ec
dove 1/2 m u2 = Ec (energia cinetica media per molecola)
Essendo Ec NA = energia cinetica media per mole = Ec molare
P V = 2/3 Ec molare = R T (dall’equazione di stato dei gas ideali) da cui.....
Ec molare = 3/2 R T e, per una molecola.....Ec= (3/2 R T) / NA = 3/2 k T
dove k = R / NA = costante di Boltzmann (1,38 . 10-23 J/K)
da cui si nota che Ec è funzione della sola temperatura assoluta ed è indipendente dalla pressione, dal volume e dalla natura del
gas (mentre la sua “velocità quadratica media” è funzione, oltre che dalla T anche dalla sua natura, attraverso il PM)
GAS REALI
I gas REALI seguono le leggi dei gas IDEALI solo quando si trovano lontani dalle condizioni di liquefazione, cioèa P relativamente
basse e T sufficientemente alte. Le dimensioni non trascurabili delle particelle costituenti il gas reale e l’esistenza di forze
attrattive intermolecolari sono i fattori che determinano le deviazioni dei gas dal loro comportamento “ideale”.E’ quindi necessario
tenere conto della vera pressione esercitata dal gas e del volume da esso effettivamente occupato
PRESSIONE INTERNA (pressione gassosa prodotta dalle forze attrattive intermolecolari non nulle)
n b = COVOLUME (volume proprio delle molecole del gas reale)
Per un gas reale l’ EQUAZIONE di STATO (Van Der Waals 1873), in cui a e b assumono valori caratteristici per ogni specie
gassosa, presenta la seguente forma:
[ P + (a n2/V2) ] [ V - b n ] = n R T
LIQUEFAZIONE dei GAS REALI
Raffreddando e/o comprimendo un gas reale si fanno prevalere le forze attrattive intermolecolari provocandonela LIQUEFAZIONE
TEMPERATURA CRITICA (Tc)
La Temperatura Critica è la temperatura al di sotto della quale il gas può venir liquefatto per semplice compressione ed al di sopra
della quale non può mai venir liquefatto, qualunque sia la pressione impiegata
GAS: aeriforme al di sopra della sua Tc (con massimo grado di “idealità”)
VAPORE: aeriforme al di sotto della sua Tc (minimo gradodi “idealità”)
STATO LIQUIDO
PROPRIETÀ TIPICHE DEI LIQUIDI
- hanno volume ma non forma propria - hanno maggiore densità rispetto ai gas - sono incomprimibili - hanno capacità di fluire
EQUILIBRIO LIQUIDO-VAPORE
Tra fase liquida e fase vapore si instaura un equilibrio dinamico quando il numero di particelle che evaporano è uguale al numero
di particelle che condensano: in queste condizioni si dice che il vapore è saturo.
TENSIONE DI VAPORE (p)
La tensione di vapore è la pressione esercitata dal vapore saturo in equilibrio col suo liquido (o solido), ad una certa temperatura
(p T)
EQUAZIONE di CLAUSIUS - CLAPEYRON
lne p2 - lne p1 = Q / R (1 / T1 - 1 / T2) [Q = calore mol. di vaporizzazione (supposto costante/medio) R = costante universale dei
gas perfetti]
PUNTO DI EBOLLIZIONE o PUNTO DI LIQUEFAZIONE
Temperatura alla quale la tensione di vapore di un liquido uguaglia la pressione esterna P ( P)
PUNTO DI FUSIONE o PUNTO DI INIZIO CONGELAMENTO
Temperatura alla quale la tensione di vapore del solido uguaglia la tensione di vapore del liquido in equilibrio con esso
SOLUZIONI LIQUIDE
Miscele omogenee a composizione non unitaria costituite da un solvente liquido (presente in maggior quantità) e da uno o più
soluti (solidi o liquidi)
SOLUBILITA’
Concentrazione, ad una data temperatura, di una soluzione satura, cioè di una soluzione in equilibrio con il proprio soluto
CONCENTRAZIONE di una SOLUZIONE
Quantità di soluto presente in una determinata quantità di soluzione (o solvente)
MODI di ESPRIMERE la CONCENTRAZIONE
- Concentrazione % in peso > Numero di parti in peso di soluto disciolte in 100 parti in peso di soluzione
- Concentrazione % in volume> Numero di parti in volume di soluto disciolte in 100 partiin volume di soluzione
- Concentrazione molare o Molarità (M, [ ])> Numero di moli di soluto in un litro di soluzione
- Concentrazione molale o Molalità (m)> Numero di moli di soluto in un chilo di solvente
- Concentrazione normale o Normalità (N)> Numero di grammoequivalenti di soluto in un litro di soluzione
Con grammoequivalente si indica la quantità in grammi di un elemento e/o composto pari al suo PESO EQUIVALENTE (P.E.)
g / P.E. = NUMERO DI GRAMMOEQUIVALENTI di un elemento o composto
P.E. di un ELEMENTO = P.A./ “valenza” | P.E. di un ACIDO = P.M./ numero di H (acidi) | P.E. di una BASE = P.M./ numero di OH
P.E. di un SALE = P.M. / “valenze” metalliche

PROPRIETA’ COLLIGATIVE DELLE SOLUZIONI


Proprietà che dipendono unicamente dal numero e non dalla natura delle particelle di soluto
1) Abbassamento della tensione di vapore 2) Abbassamento della temperatura di congelamento 3) Innalzamento della
temperatura di ebollizione 4) Pressione osmotica
1) LEGGE DI RAOULT (1885)
Tale legge si riferisce all’ abbassamento della tensione di vapore di una soluzione (P) rispetto a quella del solvente puro (P0)
N = numero moli di solvente n = numero moli di soluto (non volatile)
(P0 - P) / P0 = n / (n + N) = x soluto
Condizioni di validità:
Tensione di vapore del solvente >> di quella del soluto | Soluzione sufficientemente diluita |Interazioni nulle soluto-solvente |
Assenza di fenomeni associativi - dissociativi del soluto

CRIOSCOPIA ed EBULLIOSCOPIA
Tc = kc m Tc = kc (g / PM) | Te = ke m Te = ke (g / PM)
kc è la costante crioscopica del solvente (H2O = 1,86 °C/mol) | ke è la costante ebullioscopica del solvente (H2O=0,51°C/mol per
Patm = 1 atm)
Quando T = Tc tutto il liquido (solvente puro) solidifica e, raffreddando, la temperatura resta costante fino a solidificazione
completa del solvente. Quando T = T’c inizia a solidificare parte del solvente, cioè la soluzione si concentra. Raffreddando, la
temperatura diminuisce con separazione di altro solvente solido, fino alla temperatura alla quale si separano soluto e solvente
entrambi solidi
4) PRESSIONE OSMOTICA pi
Si definisce PRESSIONE OSMOTICA (pi) la pressione P che occorre esercitare sulla soluzione per impedire il fenomeno
dell’osmosi del solvente verso di essa. Se la pressione applicata P risulta maggiore di si verifica il fenomeno dell’ OSMOSI
INVERSA e si concentra ulteriormente la soluzione.Pi dipende dalla temperatura e, a temperatura costante, è funzione della
concentrazione della soluzione (moli di soluto n / volume V della soluzione)
Si può quindi esprimere nel seguente modo:
Pi V = n R T , pi V = ( g / PM ) R T | con R = 0,082 atm l / K mol

DISSOCIAZIONE ELETTROLITICA (S. Arrhenius 1887)


Si definisce elettrolita una sostanza che, disciolta in acqua, si dissocia in ioni (positivi = cationi, negativi = anioni)
Gli acidi, le basi e i sali sono ELETTROLITI, Mentre i metalli sono conduttori elettrici di prima specie (migrazioni di elettroni), le
soluzioni di elettroliti sono conduttori elettrici di seconda specie (migrazioni di ioni). Poiché la ionizzazione aumenta il numero di
particelle in soluzione proporzionalmente con l’aumento della temperatura e della diluizione,delta p,delta Tc, delta Te e pi di
soluzioni di elettroliti assumono valori superiori rispetto a quelli in analoghe soluzioni di non elettroliti.
ACIDI e BASI
Gli ACIDI secondo Arrhenius sono sostanze (HA) che, disciolte in H2O, liberano ioni H+ (protoni)
Le BASI secondo Arrhenius sono sostanze (BOH) che, disciolte in H2O, liberano ioni OH- (ossidrili)
Gli ACIDI secondo Brönsted-Lowry sono sostanze in grado di cedere protoni alle basi
Gli ACIDI secondo Lewis sono sostanze elettrofile, in grado cioè di accettare una coppia di elettroni, come le molecole con ottetto
elettronico incompleto; ad esempio BF3 e AlCl3
Le BASI secondo Lewis sono sostanze nucleofile, in grado cioè di donare una coppia di elettroni non impegnata in un legame,
come, ad esempio H2O e NH3
REAZIONI DI DISSOCIAZIONE DI ACIDI E BASI
La dissociazione in ioni di un elettrolita debole è una reazione omogenea di EQUILIBRIO la cui Kc è la costante di ionizzazione Ki

Quanto più alto è il valore della Ka o della Kb, tanto piùl’equilibrio dissociativo risulta spostato verso destra con aumento della
ionizzazione e, di conseguenza, della forza dell’elettrolita.
Si considerano, convenzionalmente elettroliti deboli quelli la cui Ki è minore di 10-4 ed elettroliti forti quelli la cui Ki è maggiore di
10-1.
GRADO DI IONIZZAZIONE
Si definisce grado di ionizzazione il rapporto tra il numero di molecole di soluto ionizzate e il numero di molecole presenti prima
della ionizzazione. E’ un numero adimensionato variabile tre 0 e 1 aumenta all’aumentare della ionizzazione e l’equilibrio
dissociativo risulta spostato verso destra (prodotti) , diminuisce al diminuire della ionizzazione e l’equilibrio ,dissociativo risulta
spostato verso sinistra (reagenti)
Espressione del coefficiente di Van’t Hoff
N = molecole iniziali, z = numero di ioni prodotti dalla ionizzazione di una molecola
N = molecole ionizzate , z N = ioni totali prodotti dalla ionizzazione
N - N = molecole non ionizzate, N - N + z N = N [1 + ( z - 1 )] = N i = particelle totali (ioni e molecole non ionizzate) a
ionizzazione avvenuta
i = [1 + ( z - 1 )] = coefficiente di Van’t Hoff (o “binomio dissociativo”)

PROPRIETA’ COLLIGATIVE DI SOLUZIONI ELETTROLITICHE


1) ( P0 - P ) / P0 = ( n i ) / ( n i + N )
2) deltaTc = kc m i
3) deltaTe = ke m i
4) pi V = n i RT

LEGGE DELLA DILUIZIONE (W. Ostwald 1887)


Indicando con il numero di ioni di una data specie presente nell’unità formula di un elettrolita, si ha che la [ione] espressa
in g ioni/litro vale…
Per acidi e basi la concentrazione molare degli ioni H+e OH viene espressa come:
[H+] = M = N [OH-] = M = N
essendo M = N Per un acido debole (1) [ H+] = N
Per una base debole (1) [ OH-] = N
PRODOTTO IONICO DELL’ H2O
Il prodotto ionico dell’acqua, costante per tutte le soluzioni acquose, a 25°C vale 1,0 * 10^-14 g ioni^2/ litro^2
DEFINIZIONE DI pH
Nell’acqua pura, a 25°C, si verifica che
[H+] = [OH-] = 1,0 10^-7g ioni/litro (condizione di neutralità)
Si definiscono soluzioni...
neutre quelle in cui [H+] = [OH-] = 1,0 10-7 g ioni/litro
acide quelle in cui [H+]>[OH-] cioè [H+]>1,010-7 g ioni/litro
basiche quelle in cui [H+]<[OH-] cioè [H+]<1,010-7 g ioni/litro
L’acidità/basicità di una soluzione viene abitualmente espressa con il suo pH che corrisponde all’espressione
pH = -log10 [H+]Soluzione neutra
[H+] = 1,0 10-7 g ioni/litro pH = 7
Soluzione basica[H+] < 1,0 10-7 g ioni/litro pH > 7
Soluzione acida[H+] > 1,0 10-7 g ioni/litro pH< 7
Dipendenza del pH dalla temperatura
Relazione tra pH e pOH
pOH = -log10[OH-]
pH = -log10 [H+] Kw = [H+] [OH-] = 1,0 10-14
[H+] = 1,0 10-14 / [OH-]
pH = -log10 (1,0 10-14/ [OH-]) = 14 + log10 [OH-]
pH = 14 - pOH
pH + pOH = 14
IDROLISI
Interazione tra l’acqua ed un sale in essa disciolto che talvolta produce una variazione del pH della soluzione
I sali possono formalmente derivare da:
1) Acido forte + Base forte (NaCl)
2) Acido forte + Base debole (NH4Cl)
3) Acido debole + Base forte (NaCN)
4) Acido debole + Base debole
L’idrolisi provoca l’aumento o della base debole BOH o dell’acido debole HA, per sottrazione, rispettivamente, di ioni OH o H+
all’equilibrio dissociativo dell’acqua
in funzione della forza relativa dei due elettroliti deboli, espressa dalle rispettive Ki
Se Ka < Kb la soluzione risulta BASICA pH > 7
Se Ka > Kb la soluzione risulta ACIDA pH < 7
Se Ka = Kb la soluzione risulta NEUTRA pH = 7

ELETTROLITI ANFOTERI
Specie chimiche che si comportano da basi deboli in presenza di acidi, o da acidi deboli in presenza di basi .Il più comune
elettrolita anfotero è l’acqua
I principali elementi che presentano comportamento anfotero sono: Zn, Al, Sn, Pb

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