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Numero Atomico
Il numero di protoni di un atomo corrisponde al numero atomico, mentre
la somma tra numero di protoni e numero di neutroni corrisponde al
numero di massa.
La tavola periodica
Fu un chimico russo della fine dell’800 Mendeleev a classificare gli
elementi in funzione delle somiglianza delle caratteristiche chimiche in
una tabella nota come il sistema periodico degli elementi.
Nella tavola periodica gli elementi chimici sono ordinati secondo i
rispettivi numeri atomici: 1 per H idrogeno, 2 per He elio, 3 per Li litio, 4
per Be berillio, 5 per B boro, 6 per C carbonio, 7 per N azoto, 8 per O
ossigeno, 9 per F fluoro, 10 per Ne neon e così via.
La massa atomica e gli isotopi
La massa atomica. La massa di una particella subatomica è troppo piccola
per essere espressa con le unità di misura che utilizziamo normalmente
come i grammi o milligrammi. Per questo motivo è stata definita una
nuova unità di massa da utilizzare nel mondo «atomico» l’ Unita di Massa
Atomica (UMA). In particolare l’uma è stata definita come la dodicesima
parte della massa dell’atomo di carbonio 12.
Gli isotopi. La maggior parte degli elementi chimici è costituita da una
miscela di atomi che hanno un numero uguale di protoni ed elettroni ma
un numero diverso di neutroni e perciò una massa differente. Questi
atomi sono detti isotopi.
La massa (o peso) di un elemento viene espressa come la media delle
masse dei suoi isotopi pesata sulla loro abbondanza relativa.
Orbitali e molecole
Diverse teorie hanno cercato di descrivere la struttura dell’atomo ed in
particolare la collocazione degli elettroni.
• La teoria di Bohr presupponeva l’esistenza di orbite in cui gli elettroni si
muovevano attorno al nucleo.
• Questa teoria è stata superata da quella quanto-meccanica di De
Broglie che introduce il concetto di orbitale come zona dello spazio
attorno al nucleo dove è massima la probabilità di trovare l’elettrone.
I legami chimici
Le molecole si creano attraverso la formazione dei legami chimici.
Con il termine legame chimico si indicano globalmente le interazioni tra
atomi che portano alla formazione di molecole o anche alla formazione di
cristalli ionici o di cristalli di tipo metallico. Tali interazioni riguardano
principalmente gli elettroni più esterni degli atomi e producono
modificazioni della struttura elettronica. Per sapere quanti legami tenderà
a fare un determinato elemento devo guardare la sua valenza (definita
come il numero di elettroni del guscio esterno coinvolti nella formazione
dei legami).
Esistono vari tipi di legami chimici:
Il legame covalente si forma attraverso la condivisione di elettroni tra
atomi e la formazione di orbitali molecolari.
Quando 2 doppietti di elettroni vengono condivisi tra 2 atomi si forma un
doppio legame covalente.
Allo stesso modo il triplo legame covalente si forma quando vengono
condivise 3 coppie di elettroni.
Il legame ionico
Il legame ionico si forma tra specie dotate di carica elettrica (ioni)
attraverso la cessione/acquisizione di elettroni.
Quando un atomo accetta uno o più elettroni si carica negativamente e
viene chiamato anione. Se invece perde uno o più elettroni si carica
positivamente e viene chiamato catione.
Un composto ionico è una sostanza costituita da anioni e cationi legati
insieme grazie all’attrazione che deriva dalle loro cariche di segno
opposto. I composti ionici sono chiamati comunemente sali.
L’acqua
Nello stato solido (ghiaccio) e nello stato liquido le molecole d’acqua sono
tenute insieme da legami ad idrogeno e per questo motivo l’acqua ha
proprietà coesive ed adesive.
La natura coesiva fa sì che le molecole dell’acqua tendano a stare vicine
tra loro esempio goccia.
Invece le proprietà adesive fanno sì che le molecole d’acqua «bagnino»
(si attacchino) a molte superfici, in particolare alle superfici che
presentano cariche elettriche al loro esterno. Esempio: acqua nel cilindro
di vetro.
Dissociazione dell’acqua, pH, acidi, basi e Sali
Un’altra caratteristica dell’acqua è la sua bassa tendenza a dissociarsi in
ioni H+ (idrogeno) e OH- (idrossido).
Poiché quando l’acqua si dissocia forma esattamente la stessa quantità di
ioni H+ e OH- (0,0000001 o 10-7 moli/litro) questa soluzione viene detta
neutra.
Un acido è una sostanza che in soluzione di dissocia molto producendo
ioni H+ e anioni. Un acido è un donatore di protoni (ioni idrogeno).
Una base è invece una sostanza che sciolta in acqua libera ioni idrossido
OH- e cationi. Una base è un accettore di protoni (cattura protoni,
diminusce il numero di protoni in soluzione).
Il grado di acidità di una soluzione viene misurato in termini di pH
definito come il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione degli
ioni idrogeno espressa in moli/litro.
Gli isomeri
I composti che hanno la stessa formula molecolare o bruta ma strutture diverse e quindi proprietà
diverse sono detti isomeri.
Gli isomeri strutturali: differiscono per formule di struttura e quindi per la disposizione dei legami
covalenti.
Gli isomeri geometrici: sono uguali per disposizione dei legami covalenti ma differiscono per come
sono disposti nello spazio i loro gruppi.
I carboidrati
I carboidrati sono una delle principali fonti di energia delle cellule animali.
Vengono più semplicemente definiti zuccheri e si possono distinguere in:
Monosaccaridi, Disaccaridi, Polisaccaridi.
Il glucosio è il monosaccaride più abbondante in natura ed è utilizzato
come fonte di energia.
Il maltosio è formato da due molecole di glucosio.
Il saccarosio (zucchero da cucina) è formato da una molecola di glucosio
ed una di fruttosio.
I lipidi
Tra i lipidi più importanti in biochimica ci sono i grassi, i fosfolipidi e gli
steroidi.
Gli acidi grassi possono essere saturi e insaturi.
Gli acidi grassi saturi non hanno doppi legami tra i carboni che
costituiscono la catena. Le molecole tendono ad avere delle forme lineari
e tra di esse si sviluppano delle forze di van der Waals che rendono
queste sostanze solide a temperatura ambiente.
Gli acidi grassi insaturi presentano doppi legami tra due o più carboni
adiacenti (rispettivamente monoinsaturi 1 doppio legame, polinsaturi più
doppi legami). Il doppio legame genera una piega nella molecola, in
questo modo le forze di van der Waals non riescono a generarsi e queste
sostanze sono generalmente liquide (olii) a temperatura ambiente.
I grassi più abbondanti negli organismi viventi sono i trigliceridi formati
da una molecola di glicerolo (alcol a 3 atomi di carbonio) unito a 3 acidi
grassi.
Altri lipidi importanti in biologia sono i fosfolipidi costituiti da una
molecola di glicerolo unita da un lato a due acidi grassi e dall’altro lato ad
un gruppo fosfato legato ad una colina.
Procarioti ed eucarioti
Le cellule procariotiche sono tipicamente più piccole di quelle
eucariotiche (circa 1/10), ed il DNA non è racchiuso all’interno di un
nucleo ma è localizzato in un area nucleoide. Il termine procariote
significa infatti «prima del nucleo». Questa è la differenza principale.
Le cellule eucariotiche sono caratterizzate dalla presenza di organelli
rivestiti da membrane e altamente organizzati compreso un nucleo che
contiene il DNA. Il termine eucariote significa infatti «vero nucleo». La
cellula ha una struttura complessa e possiede una centrale di controllo,
un sistema interno di trasporto, impianti energetici, fabbriche per la
produzione dei materiali essenziali, impianti di impacchettamento e di
smaltimento e anche un sistema di autodistruzione.
L’ATP ed i mitocondri
L’energia nella cellula
La cellula animale assume energia dall’ambiente attraverso l’energia
chimica contenuta nei legami delle sostanze nutritive (es: glucosio).
Questa energia viene convertita in una forma facilmente utilizzabile dalla
cellula che è la molecola di ATP=adenosina trifosfato. Questa molecola è
costituita
da una adenina (come quella del DNA e RNA), un ribosio e 3 fosfati. I due
gruppi fosfato terminali sono uniti al primo con legami covalenti, è
l’energia di questi legami che può essere trasferita.
I mitocondri sono in grado di produrre ATP con i meccanismi di
respirazione cellulare.
Le membrane biologiche
Il modello a mosaico
Nel 1972 Singer e Nicolson proposero un modello a mosaico fluido. Le
membrane sono costitutite da un doppio strato fosfolipidico in cui sono
immerse le proteine di membrana. La struttura non è però statica ma
fluida e le proteine cambiano continuamente di posizione.
Le membrane si comportano come dei cristalli liquidi. Le proteine e i
fosfolipidi si possono muovere liberamente sullo stesso lato della
membrana.
I fosfolipidi possono passare da un lato all’altro della membrana
(movimento flip/flop) solo dopo con l’intervento di specifici enzimi.
A temperatura ambiente le membrane sono fluide, se la temperatura
scende le membrane diventano più solide e non funzionano più bene. Le
proprietà dei lipidi di membrana possono influenzarne la fluidità.
L’osmosi
La diffusione facilitata
Non bisogna pensare che la diffusione, sia semplice che facilitata, avvenga
in modo completamente gratuito senza dispendio di energia. La
diffusione si basa sul movimento delle molecole a seconda del gradiente
di concentrazione e quindi questo fenomeno «alimenta» il processo di
trasporto ma è necessario mantenere e stabilizzare il gradiente perché
tutto funzioni.
Trasporto attivo
Esocitosi e endocitosi
Nella fagocitosi la cellula può ingerire anche materiali grandi come batteri
o cibo (es: i globuli bianchi del sangue umano ingeriscono batteri). Con
questo meccanismo si forma un ripiegamento sulla membrana plasmatica
attorno alla particella che deve essere ingerita, questo ripiegamento si
fonde a formare un vacuolo (una piccola sacca/vescicola). Si forma una
strozzatura ed il vacuolo si stacca ed entra nella cellula, lì si fonde con il
lisosomi che digeriscono i materiali ingeriti.
Con la pinocitosi la cellula ingerisce goccioline di liquido. Queste gocce
vengono prima intrappolate e poi circondate dalla membrana plasmatica.
A questo punto diventano vescicole, si staccano ed entrano nel
citoplasma dove vengono svuotate.
Le giunzioni ancoranti servono per legare tra loro molto fortemente strati
di cellule in modo che diventino molto resistenti (esempio cellule della
pelle) e possono essere di due tipi:
I desmosomi sono punti di attacco tra le cellule (come dei morsetti) in
modo che queste possano formare uno strato resistente, restano però
degli spazi tra le membrane dove possono passare delle sostanze.
Le giunzioni aderenti invece cementano proprio le cellule tra loro. Le
caderine sono le proteine che formano una cintura di adesione continua
tra le cellule
Energia e metabolismo
Metabolismo
All’interno dell’organismo e delle sue cellule avvengono moltissime
reazioni chimiche che gli permettono di svolgere le sue attività. Questo
complesso di reazioni viene chiamato metabolismo.
E’ possibile distinguere due principali direzioni metaboliche:
l’anabolismo che comprende tutte le vie che portano alla sintesi delle
molecole biologiche nelle cellule
Il catabolismo che comprende le vie che portano ad una scissione delle
molecole biologiche in molecole più piccole e atomi.
L’equilibrio chimico
L’equilibrio chimico è un equilibrio dinamico. Se aumentiamo le
concentrazioni dei reagenti o sottraiamo un po’ dei prodotti dalla miscela
di reazione, la reazione diretta procederà un po’ di più verso destra (verso
i prodotti). Se invece sottraiamo reagenti o aggiungiamo prodotti
l’equilibrio si sposterà verso i reagenti (verso sinistra).
Le ossido-riduzioni
Gli enzimi
Alcuni enzimi per agire hanno bisogno di un cofattore che può essere uno
ione, una molecola organica o inorganica, altrimenti la reazione non
avviene.
In questo caso l’enzima si chiama apoenzima.
La respirazione cellulare
Nei cromosomi sono contenuti i geni che sono le unità funzionali. I geni
contengono le informazioni per la codifica delle proteine e per la
regolazione dell'espressione genica.
Nell'uomo ci sono circa 20.000 geni.
Il ciclo cellulare
La cellula nasce alla fine della mitosi si accresce e svolge la sua attività
metabolica all'inizio dell'interfase in fase G1.
Alla fine della fase G1 inizia la fase S, quella della replicazione del DNA e
la sintesi degli istoni perchè la cellula si sta preparando per la divisione
cellulare.
La mitosi
1 PROFASE
In questo primo stadio il materiale genetico, che in interfase riempie tutto
il nucleo, si compatta nei cromosomi che diventano più corti e più spessi.
2 PROMETAFASE
Durante la prometafase l'involucro nucleare si frammenta
completamente così i microtubuli del fuso si possono legare ai
cromosomi attraverso i cinetocori. I cromatidi fratelli legati al fuso
mitotico iniziano a disporsi lungo il piano equatoriale della cellula.
3 METAFASE
In questo stadio i cromatidi fratelli sono tutti allineati lungo in piano
equatoriale e legati ai microtubuli del fuso.
4 ANAFASE
In anafase i cromatidi fratelli si separano ed i due cromosomi migrano in
direzioni opposte verso i centrioli utilizzando i microtubuli come binari.
L'anafase termina quando tutti i cromosomi sono migrati ai poli.
5 TELOFASE
Durante la telofase, i cromosomi che hanno raggiunto i poli si
decondensano e attorno ad essi si riforma la membrana nucleare. I
microtubuli del fuso scompaiono. Alla fine si formano i due nuclei delle
cellule figlie.
La riproduzione
La meiosi
Poi si passa alla metafase II: i cromatidi sono sul piano equatoriale legati
ai poli opposti del fuso, pronti per dividersi.
Durante l’anafase II i cromatidi si separano e migrano ai poli opposti.
Le 4 cellule sono tutte diverse tra loro perché c’è stato il crossing over e
perché i cromosomi materni e paterni di ciascuna coppia sono migrati in
maniera casuale ai due poli.
I principi dell’ereditarietà
Locus e genotipo
Il termine locus indica la posizione di un particolare gene o gruppo di geni
su di un cromosoma , oppure può indicare la posizione cromosomica del
segmento di DNA che porta l’informazione di interesse.
Il genotipo è determinato dalla tipologia di alleli che l’individuo
possiede per quel gene.
I cromosomi sessuali
Il sesso degli organismi superiori come i mammiferi e l’uomo è
determinato dai geni presenti sui cromosomi sessuali.
Il cromosoma Y, chiamato così per la sua forma, è quello che determina il
sesso maschile e contiene molti geni che servono allo sviluppo dei
caratteri maschili.
I cromosomi X e Y non sono dei veri omologhi, non sono simili né per
dimensione, né per forma, né per informazioni genetiche contenute.
Presentano però delle piccole regioni di omologia in cui posso appaiarsi
durante la meiosi e scambiare materiale genetico.
L’uomo produce metà degli spermatozoi che portano il cromosoma X e
metà che portano l’Y. Le cellule uovo della donna sono invece tutte con
un solo X. La fecondazione porta quindi alla generazione di individui XX
(femmine) o XY (maschi).
Queste combinazioni dovrebbero portare alla nascita di 50% di maschi e
50% di femmine, in realtà nascono leggermente più maschi che femmine
(106:100). Forse il cromosoma Y è più vantaggioso, perché più leggero e
gli spermatozoi possono nuotare più velocemente ed arrivare prima alla
cellula uovo.
Sul cromosoma X ci sono molti geni necessari ad entrambi i sessi, come i
geni responsabili della percezione dei colori e della coagulazione del
sangue, questi sono chiamati geni associati al cromosoma X (X-linked) e
sono ereditati in maniera particolare.
Il DNA: La struttura
Il nome chimico del DNA è acido desossiribonucleico.
Nel modello di Watson e Crick, la struttura del DNA è a doppia elica.
Perché si formi la struttura della doppia elica, le basi in un filamento del
DNA devono essere appaiate a quelle disposte sull’altro filamento.
Quindi una sequenza su di un filamento richiede la sequenza
complementare sull’altro.
Espressione genica
L’RNA è l’acido ribonucleico ed è anch’esso un polimero di nucleotidi
come il DNA, ma differisce da questo per 3 caratteristiche:
-è a singolo filamento (anche se può contenere delle regioni
complementari che possono appaiarsi)
-al posto dello zucchero deossiribosio del DNA, l’RNA contiene il ribosio
che ha legato al carbonio 2 dell’anello un gruppo ossidrilico invece di un
atomo di idrogeno
-al posto della base azotata Timina (T) del DNA, nell’RNA si trova l’uracile
(U). Anche l’uracile è una pirimidina e può formare due legami ad
idrogeno con l’adenina (differisce dalla timina per un gruppo metilico –
CH3 mancante).
La trascrizione e la traduzione
Due sono i passaggi fondamentali che portano il flusso di informazioni dal
DNA alle proteine:
1 la trascrizione del DNA ad RNA, un processo che «assomiglia» alla
replicazione del DNA in quando un filamento di DNA funge da stampo per
la sintesi dell’RNA.
Esistono 3 tipi di RNA che sono principalmente coinvolti nella sintesi delle
proteine:
l’RNA messaggero (mRNA) che porta l’informazione genetica per la
sintesi di una proteina
l’RNA transfer (tRNA)che trasporta gli amminoacidi ai ribosomi
l’RNA ribosomiale (rRNA) che costituisce una parte della struttura dei
ribosomi e ha importanti funzioni catalitiche nella sintesi delle proteine
2la traduzione dell’informazione del RNA nella sequenza degli
amminoacidi per la sintesi proteica. Questo processo si chiama traduzione
perché trasforma il linguaggio dei nucleotidi nel linguaggio degli
amminoacidi.
Il codice che serve alle cellule per trasformare la sequenza dei nucleotidi
in sequenza degli amminoacidi è il codice genetico.
Le mutazioni
Il caso più semplice di mutazione è quello delle mutazioni puntiformi in
cui avviene la sostituzione di una base del DNA, che può alterare la
sintesi della proteina modificando il codone e quindi l’amminoacido
corrispondente.
Nel caso di una sostituzione nucleotidica si possono verificare 3 situazioni:
1) la mutazione è silente, non da effetti funzionali. Questo succede
quando la mutazione produce la trascrizione di un codone sinonimo
a quello corretto, per cui la sequenza degli amminoacidi non
cambia.
2) la mutazione è di senso, e provoca la sostituzione di un
amminoacido con un altro. Questo succede quando la mutazione
produce la trascrizione di un codone non sinonimo a quello corretto.
3) la mutazione è di non senso, e provoca la trascrizione di un codone
di stop per cui la sintesi della proteina si interrompe.
Alterazioni cromosomiche
Altre mutazioni che coinvolgono regioni più ampie del genoma sono le
mutazioni cromosomiche che possono essere:
Delezioni: quando si ha una perdita di una parte di cromosoma
Duplicazioni: quando è presente una ripetizione di una parte di
cromosoma
Inversioni: quando alcune parti di cromosoma sono presenti con
orientamento inverso rispetto alla sequenza corretta
Traslocazioni: quando parte del materiale genetico di un cromosoma si è
spostata su di un altro cromosoma
Quali sono le cause delle mutazioni?
La maggior parte delle mutazioni avviene spontaneamente per errori
nella replicazione del DNA o nei processi di mitosi e meiosi.
I polimorfismi genici
Quando una variazione genetica supera la frequenza dell'1% nella
popolazione si parla, invece che di mutazione, di polimorfismo genetico.
Esempi di polimorfismi sono quelle variazioni geniche che influenzano il
colore della pelle o degli occhi o l’altezza. Alcuni polimorfismi genici però
possono influenzare la suscettibilità alle malattie umane di tipo
multifattoriale che sono determinate dall’interazione di diverse cause di
tipo biologico e di tipo ambientale (es: forme comuni di cancro e di
malattie cardiovascolari, depressione etc) oppure la risposta ai farmaci.
I virus
I virus sono particelle ai limiti tra la «vita» e la «non vita» perchè per
vivere hanno bisogno di una cellula ospite, non sono in grado di replicarsi
autonomamente, non hanno una struttura cellulare, non svolgono
funzioni metaboliche, non sintetizzano proteine. Però evolvono anch’essi
per selezione naturale.
Sono a tutti gli effetti dei parassiti cellulari (parassiti obbligati).
I virus si riproducono all’interno delle cellule ospiti secondo 2 vie: una è il
ciclo litico, l’altra è il ciclo lisogenico.
Ciclo litico
Nel ciclo litico il virus lisa (=rompe) e quindi distrugge la cellula ospite.
Questi sono i virus definiti virulenti che causano malattie anche mortali.
Il ciclo litico è caratterizzato da 5 fasi:
1 Aggancio ai recettori posti sulla superficie della cellula
2 Penetrazione del virus intero o solo del suo materiale genetico
all’interno della cellula
3 Replicazione e sintesi: Il genoma del virus usa il macchinario molecolare
della cellula per riprodurre se stesso e creare le proteine che gli servono
(molti farmaci antivirali bloccano questo stadio del ciclo).
4 Assemblaggio della struttura del nuovo virus
5 Rilascio: la membrana cellulare viene distrutta ed i nuovi virus vengono
rilasciati all’esterno pronti per infettare nuove cellule.
Ciclo lisogenico
I virus definiti temperati non distruggono la cellula ospite ma si limitano a
sfruttarla per replicarsi.
Il genoma virale si integra in quello della cellula ospite e quando questa si
replica, replica anche il virus. In alcune condizioni ambientali o
spontaneamente alcuni virus temperati possono trasformarsi in virus
virulenti.
I prioni
I batteri
Il trasporto assoplasmatico
Le proteine dell’assone vengono sintetizzate nel soma e trascinate verso
l’assone. Il materiale viene incapsulato all’interno delle vescicole, che si
spostano lungo i microtubuli dell’assone.
Il movimento avviene grazie ad una proteina, la chinesina, e consumando
ATP. La chinesina muove solamente il materiale dal soma verso il
terminale.
Ogni movimento di materiale in questa direzione è chiamato trasporto
anterogrado.
Esiste anche un meccanismo per il movimento di materiale dal terminale
verso il soma, il trasporto retrogrado.
La sinapsi
Nelle sinapsi chimiche, di gran lunga più frequenti nel nostro organismo,
la trasmissione dei segnali viene affidata ad un mediatore chimico, detto
neurotrasmettitore. Rispetto alle precedenti, tra cellula presinaptica e
cellula postsinaptica esiste un punto di discontinuità strutturale; in
questo modo le membrane delle due cellule restano sempre distinte e
separate da uno spazio (20-40 milionesimi di millimetro) detto fessura
sinaptica. A differenza delle precedenti, le sinapsi chimiche sono
unidirezionali e presentano un certo ritardo nella trasmissione del
segnale elettrico (da 0.3 ms a qualche ms). Al sopraggiungere dell'impulso
nervoso al bottone sinaptico, le vescicole che esso contiene, ricche di
messaggeri chimici (neurotrasmettitori), si fondono con la membrana
cellulare liberando il proprio contenuto nella fessura sinaptica.
I neurotrasmettitori vengono quindi captati da specifici recettori posti
sulla membrana postsinaptica e inducono delle modificazione
trasmettendo il segnale neuronale (apertura/chiusura canali ionici,
secondi messaggeri etc).
Il maggior numero di cellule gliali nel cervello è dato dagli astrociti. Essi
riempiono lo spazio tra i neuroni, influenzando la crescita o la
degenerazione di assoni e dendriti.
Il ruolo fondamentale degli astrociti è quello i regolare il contenuto
chimico dello spazio extracellulare. Oltre a contribuire al metabolismo di
alcuni neurotrasmettitori come GABA e glutammato, gli astrociti
controllano strettamente la concentrazione extracellulare di molteplici
sostanze che possono potenzialmente interferire con la corretta funzione
neuronale (per es, essi regolano la concentrazione di ioni potassio nel
fluido extracellulare). Inoltre hanno un ruolo fondamentale nel sistema di
risposta infiammatoria nel sistema nervoso centrale.
Sistemi neurotrasmettitoriali
Dopaminergico e serotoninergico
Sistema dopaminergico
La dopamina è uno dei principali neurotrasmettitori nel cervello umano.
La maggior parte dei nuclei dopaminergici è localizzata nelle aree
cerebrali della substantia nigra e dello striato dove svolge una funzione di
regolazione dei riflessi posturali e dell’inibizione dell’attività motoria. Il
sistema dopaminergico nelle aree corticali invece agisce nel controllo
delle emozioni e del pensiero. La dopamina può anche avere effetti sulla
produzione di prolattina (durante l’allattamento) da parte delle ghiandole
dell’adenoipofisi e può agire come vasodilatore nel sistema nervoso
periferico regolando il flusso renale.
Riguardo alle malattie associate a disfunzioni di questo sistema, la
degenerazione dei neuroni dopaminergici è la causa principale il morbo di
Parkinson che porta a gravi disturbi del movimento, mentre un eccesso di
attività dopaminergica, forse imputabile a un aumento nella densità dei
recettori dopaminergici è associato alla schizofrenia, una malattia
psichiatrica caratterizzata da deliri e allucinazioni.
Sistema serotoninergico
Nel sistema nervoso centrale, i neuroni serotoninergici sono presenti in
molte aree della corteccia, nelle aree limbiche in ippocampo e nel
cervelletto. Il sistema serotoninergico svolge un ruolo importante nella
regolazione dell'umore, dei ritmi sonno veglia, della sensibilità al dolore,
della temperatura corporea, della sessualità e dell'appetito. La serotonina
esercita anche funzioni a livello periferico, ad esempio sulle piastrine, nel
processo di coagulazione del sangue e nella peristalsi gastrointestinale.
Le neurotrofine