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Elementi di biologia Solomon, Berg, Martin Cap.

1 Uno sguardo sulla vita


Organismi viventi: sono costituiti da cellule (unicellulari o pluricellulari), che possono essere procariotiche (batteri e archaea) o eucariotiche. Gli organismi crescono (ingrandimento delle cellule o aumento del loro numero) e si sviluppano, ossia cambiano. In tutti gli organismi avvengono attivit chimiche, linsieme delle quali detto metabolismo. La regolazione del metabolismo un meccanismo di controllo necessario per garantire lomeostasi, cio lo stato di equilibrio interno. Tutti gli organismi rispondono agli stimoli ambientali mediante movimento; devono inoltre adattarsi allambiente al fine di sopravvivere, grazie al processo evolutivo. Ciascun essere vivente pu derivare solo da organismi viventi. Atomo la pi piccola unit di un elemento chimico che possiede le propriet di quellelemento Molecola Cellula unit strutturale di base della vita Tessuto Organo Sistema Organismo Popolazione organismi della stessa specie che vivono nello stesso ambiente Comunit insieme delle popolazioni che vivono nello stesso ambiente Ecosistema linsieme della comunit e dellambiente in cui vive Biosfera insieme di tutti gli ecosistemi della Terra Tassonomia: 3 domini (Batteri, Archaea, Eukarya) e 6 regni (Bacteria, Archaea, Protisti Piante Animali Funghi)

Cap.2 Atomi e molecole: la base chimica della vita


I componenti chimici della cellula possono essere organici o inorganici (acqua e ioni minerali, cio anioni e cationi). Gli atomi si legano tra loro mediante legami chimici: - legame ionico. Consiste nel passaggio di elettroni da un atomo donatore ad un atomo accettore. Un atomo che perda o acquisti elettroni non pi elettricamente neutro e viene detto ione; nel caso abbia perso elettroni, la sua carica positiva e viene detto catione, nel caso li abbia acquistati, la sua carica elettrica negativa e viene detto anione. Il legame ionico si forma quindi per lattrazione tra la carica positiva di un catione e la carica negativa di un anione. - legame covalente. Comporta la condivisione di elettroni tra due atomi; le molecole sono costituite da atomi uniti da legami covalenti. Gli atomi si differenziano per elettronegativit, cio per la loro capacit di attrarre elettroni; questo comporta due diversi tipi di legame covalente. Si dice legame covalente apolare un legame in cui gli elettroni siano condivisi in maniera equivalente poich i due atomi hanno uguale elettronegativit; un legame covalente invece polare quando i due atomi hanno diversa elettronegativit, pertanto la nuvola elettronica risulta spostata verso quello che ha elettronegativit maggiore.

- legame idrogeno. Si crea tra un atomo di idrogeno (legato covalentemente ad un atomo elettronegativo come lossigeno, in modo da avere carica positiva parziale) ed un altro atomo con parziale carica negativa. I legami idrogeno si formano e si rompono facilmente: sono deboli. Acqua - Polare: la sua molecola ha unestremit a carica parziale positiva (i due idrogeni) ed unestremit a parziale carica negativa (lossigeno). - Coesione: la tendenza ad unirsi ad altre molecole di acqua (per un massimo di quattro). La forte coesione dovuta alla presenza di legami idrogeno. - Adesione: tendenza a legarsi ad altre sostanze polari. - Alto calore specifico: dovuto alla presenza di legami idrogeno. Significa che per innalzare la temperatura di un grado necessaria una grande quantit di calore. per questo che le grandi masse di acqua hanno temperatura pi o meno costante ed allo stesso modo gli essere viventi possono mantenere la loro temperatura interna costante. - Alto calore di evaporazione: dovuto alla presenza di legami idrogeno. Significa che per convertire un grammo di acqua liquida in vapore acqueo necessario molto calore. Evaporando, le molecole di acqua portano con s molto calore, determinando cos un raffreddamento per evaporazione. il meccanismo della sudorazione. - Bassa tendenza alla dissociazione in ione idrogeno H+ e ione idrossido OH-, cio alla ionizzazione. Le molecole di acqua interagiscono facilmente con le altre sostanze, a causa della loro forte polarit. Pertanto funziona molto bene come solvente di composti polari e di composti ionici. Le molecole che si sciolgono in acqua sono dette idrofiliche, mentre quelle che non sono solubili in acqua (quelle apolari, quindi) sono dette idrofobiche. Acidit Lacidit di una soluzione si definisce in base alla concentrazione di ioni H+ che possiede. Se tale concentrazione bassa, la soluzione detta basica o alcalina; se la concentrazione alta, la soluzione detta acida. Il grado di acidit si esprime in termini di pH, considerando neutro il pH 7 dellacqua pura (in cui ioni idrogeno e ioni idrossido hanno uguale concentrazione); le sostanze basiche hanno pH > 7 mentre le sostanze acide hanno pH < 7.

Cap.3 I composti organici


Carboidrati Sono idrati di carbonio con un rapporto di circa 1:1:2 tra carbonio, ossigeno e idrogeno, pertanto la loro formula bruta (CH2O)n. Possono contenere una sola unit di zucchero (monosaccaride), due monomeri (disaccaride: saccarosio= glucosio + fruttosio, maltosio, lattosio), da 3 a 10 monomeri (oligosaccaride) o decine di monomeri (polisaccaride). Contengono sempre un gruppo carbonilico (C unito ad O con doppio legame C=O); se si trova allestremit della molecola si parla di aldeidi, se si trova in qualunque altra posizione si parla di chetoni. Funzioni dei carboidrati: fonte di energia per la cellula (glucosio) riserva energetica (amido nei vegetali, glicogeno negli animali) funzione strutturale (cellulosa nei vegetali, chitina negli animali) materiali di partenza per la costituzione di altri componenti

I monosaccaridi si distinguono in base al numero di atomi di carbonio che possiedono: triosi (gliceraldeide), pentosi (ribosio e desossiribosio), esosi (glucosio, fruttosio, galattosio). I monosaccaridi sono idrofilici. Lipidi Si tratta di un gruppo eterogeneo di composti che sono raggruppati non per somiglianze strutturali, come nel caso dei carboidrati, ma poich, a causa dei pochi atomi di ossigeno, sono insolubili in acqua ed idrofobi. Funzioni dei lipidi: riserva energetica funzione strutturale (componenti principali delle membrane biologiche) messaggeri chimici vitamine Componenti dei lipidi sono il glicerolo e gli acidi grassi. Acidi grassi: catene di idrocarburi non ramificate, con un gruppo carbossilico (COOH) ad unestremit, che costituisce la testa polare ed idrofilica. La coda costituita dalla catena di idrocarburi invece apolare ed idrofobica. Il numero di atomi di carbonio negli acidi grassi generalmente pari. Gli acidi grassi saturi hanno struttura a catena lineare, mentre gli acidi grassi insaturi presentano una struttura piegata od attorcigliata in corrispondenza di ogni doppio legame C=C. Si parla di acidi grassi monoinsaturi quando il doppio legame uno solo, se ce n pi di uno si parla di acidi grassi polinsaturi. I lipidi semplici pi abbondanti negli essere viventi sono i gliceridi, costituiti da glicerolo unito a uno (monogliceride), due (di gliceride) o tre (trigliceride) acidi grassi che si legano ad uno, a due o a tutti e tre i gruppi ossidrilici del glicerolo mediante reazioni di condensazione che portano alla formazione di un legame esterico. Tra i lipidi complessi vi sono i fosfolipidi, costituiti da una testa polare (molecola di glicerolo + gruppo fosfato + composto organico) e da una coda idrofoba (due catene di acidi grassi). Per questa particolare struttura sono detti anfipatici e sono particolarmente adatti per formare le membrane cellulari: si dispongono infatti in un doppio strato in cui le code idrofobiche sono rivolte verso linterno e le teste idrofiliche verso lesterno, ad interagire con lacqua. Proteine Si tratta di macromolecole i cui componenti primi sono 20 monomeri detti amminoacidi. Gli amminoacidi sono costituiti da un atomo di carbonio (carbonio ) legato ad un gruppo carbossilico (COOH), un gruppo amminico (NH2) ed un gruppo R, una catena laterale che varia a seconda dellamminoacido. Gli amminoacidi si legano tra loro unendo il carbonio del gruppo carbossilico di uno allazoto del gruppo amminico dellaltro, mediante una reazione di condensazione. Tale reazione crea un legame peptidico: i polimeri degli amminoacidi sono infatti i peptidi (dipeptide polipeptide). Ogni proteina costituita da uno o pi polipeptidi. Nelle macromolecole proteiche possiamo distinguere quattro diversi livelli di organizzazione strutturale: 1) struttura primaria. Si tratta della specifica sequenza amminoacidica.

2) struttura secondaria. Deriva da legami idrogeno lungo la catena fra gruppi carbossilici e gruppi amminici lontani tra loro. Le due tipologie pi comuni sono l-elica ed il -foglietto. Si parla di -elica quando i legami idrogeno si instaurano tra un ossigeno ed un idrogeno dellamminoacido localizzato 4 posizioni pi avanti nella catena peptidica, pertanto le catene laterali degli amminoacidi sporgono, per lappunto, lateralmente. Questa configurazione comporta un avvolgimento elicoidale della proteina che le conferisce elasticit. La struttura -foglietto i legami idrogeno si formano tra diverse catene polipeptidiche o tra regioni diverse di una stessa catena, che quindi si ripiega su se stessa. La conformazione a -foglietto conferisce forza alla proteina. 3) struttura terziaria. la forma complessiva del polipeptide. Dipende anche dalla struttura secondaria, poich in uno stesso polipeptide possono esservi parti a conformazione -elica e parti a conformazione -foglietto. Inoltre contribuiscono alla struttura terziaria le interazioni tra i gruppi R, che possono legarsi con legami idrogeno o legami ionici; tendono inoltre a disporsi al centro della struttura complessiva, poich idrofobi. 4) struttura quaternaria. propria solo delle proteine che sono costituite da due o pi catene polipeptidiche, infatti la disposizione tridimensionale delle catene, dovuta ad interazioni. Funzioni delle proteine: strutturale (collagene) deposito trasporto (emoglobina, pompe) regolazione (insulina) contrattili (actina e miosina) protezione (anticorpi) enzimi Acidi nucleici Nelle cellule ci sono due tipi di acidi nucleici: il DNA e lRNA. Gli acidi nucleici sono polimeri di nucleotidi, costituiti da una base azotata, uno zucchero pentoso ed un gruppo fosfato. Lo zucchero il ribosio nellRNA ed il desossiribosio nel DNA. Le basi azotate possono essere pirimidine (ad anello singolo, citosina e timina) o purine (ad anello doppio, adenina e guanina). I nucleotidi si legano luno allaltro a formare catene mediante legami fosfodiesterici, che si creano tra un gruppo fosforico e lo zucchero del nucleotide adiacente. Tali catene sono doppie, unite da legami idrogeno ed avvolte ad elica nel caso del DNA, mentre invece lRNA ha una catena singola di nucleotidi. Funzione dei nucleotidi: sono le subunit di DNA ed RNA, portatori dellinformazione genetica

Cap.4 Organizzazione della cellula


Cellula procariotica: solo archaea e batteri. eucariote procariote: dimensioni, presenza del nucleo, ribosomi pi piccoli, presenza del citoscheletro. Nucleo Forma sferica o ovoidale, protetto da un involucro nucleare costituito da due membrane nucleari concentriche. La lamina nucleare (costituita da proteine dette laminine) riveste internamente

linvolucro nucleare, del quale contribuisce a mantenere la struttura. Le due membrane nucleari ad intervalli si fondono, andando a creare i pori nucleari, complessi proteici che regolano il passaggio tra nucleoplasma e citoplasma. Le particelle pi piccole, come ioni o istoni, passano liberamente attraverso i pori, con il trasporto passivo. Molecole con diametro maggiore di quello del poro devono invece presentare una specifica sequenza di amminoacidi come riconoscimento. Nel nucleo contenuto il DNA, che conserva linformazione genetica, sotto forma di cromosomi. Essi sono ben visibili durante il processo di replicazione, altrimenti hanno laspetto di granuli e filamenti irregolari e disordinati. I cromosomi sono costituiti da DNA e da una proteina detta cromatina, che viene avvolta ordinatamente su 8 proteine di supporto dette istoni. La struttura derivata dal DNA compattato sugli istoni detta nucleosoma. Allinterno nel nucleo vi sono una o pi strutture sferiche compatte dette nucleoli, non separati da membrana, che sintetizzano lRNA ribosomiale mediante proteine sintetizzate nel citoplasma. Ribosomi Sintetizzati nel nucleolo, sono costituiti da RNA e proteine. Hanno la funzione di produrre le catene polipeptidiche, cio le proteine. Reticolo endoplasmatico Sistema di membrane interne appiattite in continuit con la membrana nucleare esterna; circonda il nucleo e si estende in molte regioni del citoplasma. Lo spazio interno detto lume del reticolo. Si distingue tra reticolo endoplasmatico liscio e reticolo endoplasmatico rugoso. - il REL il sito in cui, grazie agli enzimi presenti, vengono sintetizzati lipidi e carboidrati. - il RER appare appunto rugoso a causa della presenza, sulla sua superficie, di ribosomi legati. Essi sono il sito principale della sintesi e della modificazione proteica. Le proteine mal sintetizzate vengono rilasciate nel citoplasma e qui degradate dai proteasomi; le proteine correttamente sintetizzate vengono trasferite mediante vescicole di trasporto allesterno della cellula o agli organuli cui sono destinate. Apparato del Golgi Costituito da pile di sacche membranose appiattite (dittiosomi) senza soluzione di continuit tra loro e da piccole vescicole. La regione cis del Golgi quella rivolta verso il nucleo, mentre la regione trans quella in prossimit della membrana plasmatica; le due zone sono separate da una regione mediale. Le proteine provenienti dai ribosomi, dopo essere passate nel RER, vengono inviate alla regione cis Golgi; qui vengono ulteriormente modificate, mediante laggiunta di gruppi chimici. Pu avvenire fosforilazione (aggiunta di un gruppo fosfato), solfatazione (aggiunta di gruppi solfato) o glicosilazione (aggiunta di zuccheri). Una volta modificate, le proteine vengono passate alla superficie trans; qui vengono impacchettate in vescicole di trasporto ed inviate alla membrana cellulare o alle membrane degli altri organuli. Lisosomi Vescicole piene di enzimi litici (idrolasi). Separano dal resto della cellula gli enzimi digestivi (pi di 40), che necessitano di ambiente a pH acido. La compartazione degli enzimi litici fondamentale: se questa viene meno, la cellula va incontro ad autolisi. I lisosomi primari si formano per gemmazione dal Golgi, mentre gli enzimi litici vengono sintetizzati nel RER. I lisosomi primari si fondono con la vescicola contenente la sostanza da digerire, andando a costituire i lisosomi secondari; gli enzimi digestivi possono riciclare i componenti delle sostanze che degradano. Perossisomi

Organelli delimitati da una membrana; contengono enzimi detossificanti. La loro funzione ancora parzialmente sconosciuta, sono comunque fondamentali per la degradazione del perossido di idrogeno (H2O2), composto che si forma in seguito a reazioni metaboliche e che dannoso per la cellula. Lenzima catalasi, contenuto nei perossisomi, lo scompone in acqua ed ossigeno, rendendolo cos innocuo (la catalasi lenzima con la pi elevata capacit catalitica). Inoltre i perossisomi delle cellule epatiche sono in grado di detossificare metanolo ed etanolo. Mitocondri Sono strutture circondate da una doppia membrana; tra le due membrane vi lo spazio intermembrana, mentre lo spazio delimitato dalla membrana pi interna detto matrice. La membrana interna ripiegata su se stessa a formare estroflessioni dette creste mitocondriali, che aumentano la superficie di azione del mitocondrio. Funzione dei mitocondri permettere la respirazione cellulare, convertendo lenergia chimica proveniente dal cibo (es: glucosio) in ATP. I mitocondri possiedono DNA ed RNA propri, cos da poter codificare autonomamente alcune delle proteine necessarie alle loro funzioni. La presenza di DNA nei mitocondri ha supportato la tesi dellendosimbiosi, per cui i mitocondri sarebbero organismi procariotici che si sono stabiliti allinterno di cellule pi grandi, perdendo poi la capacit di funzionare autonomamente. I mitocondri sono responsabili dellapoptosi, cio della morte controllata della cellula. Citoscheletro costituito da una rete di fibre proteiche con funzione di supporto meccanico, di mantenimento della forma e di trasporto di materiali allinterno. dinamico e cambia continuamente. Costituito essenzialmente da tre tipi di filamenti proteici: - I microtubuli sono costituiti da due proteine dette -tubulina e -tubulina, combinate tra loro in dimeri che si avvolgono andando a costituire un cilindro cavo: esso il microtubulo, che ha estremit polari (lestremit + quella che cresce). Per espletare la funzione strutturale necessario che siano ancorati alla cellula: la struttura che li attacca detta centrosoma. I microtubuli vanno anche a costituire ciglia (appendici corte e numerose) e flagelli (appendici lunghe e poco numerose, talvolta una sola), strutture ancorate alla cellula per mezzo del corpo basale che permettono il movimento negli organismi unicellulari o pluricellulari di piccole dimensioni; negli organismi pi evoluti le ciglia sono generalmente presenti nelle cellule degli organi interni. Ciglia e flagelli presentano struttura simile: nove doppiette di microtubuli disposte ad anello attorno ad altri due microtubuli (modello 9+2). La proteina principale la dineina. Il corpo basale presenta invece nove triplette di microtubuli, ma non ci sono i due centrali. I microtubuli hanno una funzione importante nel movimento intracellulare: fungono infatti da binari lungo i quali si muovono organuli appartenenti alla cellula. In questo processo sono attive la chinesina (proteina motrice che trasporta gli organuli dallestremit allestremit + del microtubulo) e la dineina (proteina motrice che trasporta gli organuli verso lestremit effettuando quindi il cosiddetto trasporto retrogrado). - I microfilamenti sono costituiti da due filamenti di actina intrecciati tra loro a formare filamenti lunghi, sottili, flessibili e robusti. Esplicano la funzione di sostegno strutturale, infatti sono presenti in una fitta rete subito al di sotto della membrana cellulare (nella regione detta cortex cellulare). Sono inoltre importanti per il movimento: infatti, pur non potendosi contrarre, possono generare movimento mediante rapidissimi processi di assemblaggio e disassemblaggio. Nelle cellule muscolari, i filamenti di actina si uniscono ad un proteina detta miosina, generando la contrazione. I microfilamenti sono inoltre responsabili della formazione di pseudopodi e microvilli, fondamentali rispettivamente per le funzioni di fagocitosi e pinocitosi.

- I filamenti intermedi sono bastoncini flessibili presenti solo in alcuni gruppi di animali. Sono costituiti da subunit proteiche avvolte su se stesse ad elica. Hanno funzione strutturale, in particolare servono a supportare la cellula in caso di stress meccanico. Esempi di filamenti intermedi sono la cheratina, presente nelle cellule epiteliali, la lamina nucleare, presente subito al di sotto della membrana nucleare interna, ed i neurofilamenti, presenti nelle cellule nervose. I rivestimenti cellulari Molte cellule animali sono circondate dalla matrice extracellulare (ECM), con funzione di protezione e supporto, costituita da un gel di carboidrati e proteine fibrose, tra cui collagene (tre catene polipeptidiche avvolte ad elica su se stesse, altissima resistenza), elastina (conferiscono elasticit e flessibilit ai tessuti), proteoglicani (o mucoproteine, proteine e carboidrati legati che hanno funzione di assorbire acqua per resistere alla compressione), fibronectine (glicoproteine che uniscono la matrice alla membrana plasmatica).

Cap.5 Le membrane biologiche


Le cellule procarioti hanno una membrana plasmatica che le separa fisicamente dallambiente esterno; le cellule eucarioti, oltre alla membrana plasmatica che delimita il citoplasma (la cui parte fluida detta citosol), hanno anche delle endomembrane, cio membrane interne al citoplasma che delimitano gli organelli. Le membrane sono costituite da proteine e lipidi, in particolare fosfolipidi anfipatici, che cio hanno testa polare (= gruppo fosfato, composto organico, molecola di glicerolo) e coda idrofoba (= catene di acidi grassi). Essi si dispongono in un bilayer, un doppio strato, con le code idrofobiche rivolte verso linterno e le teste polari verso lesterno. Il modello a mosaico fluido afferma che, oltre ai fosfolipidi, le membrane siano costituite anche da diversi tipi di proteine di forma e dimensione differente, associate al doppio strato. Tali proteine, a seconda del modo in cui sono posizionate, possono essere integrali (o intrinseche) o periferiche (o estrinseche). Quelle integrali sono strettamente legate alla membrana e vengono rilasciate solo in seguito a distruzione della membrana stessa; alcune delle proteine integrali sono dette transmembrana, in quanto si estendono attraverso la membrana ed in alcuni casi la attraversano pi volte. Le proteine periferiche sono invece localizzate sulla superficie interna o esterna del bilayer, debolmente attaccate ad esso, unite generalmente alle proteine integrali o a lipidi. Le proteine sono disposte asimmetricamente allinterno della membrana; anche i fosfolipidi sono asimmetrici, in quanto alcune tipologie sono presenti solo in uno dei due strati. Si parla di fluidit della membrana poich questa struttura non statica, ma in continuo movimento. La fluidit dipende dalla componente delle code idrocarburiche degli acidi grassi. Se questi sono saturi, infatti, il due strati aderiscono bene tra loro; se gli acidi grassi sono insaturi, invece, i ripiegamenti causati dai doppi legami C=C impediscono alle catene idrocarburiche di avvicinarsi bene. Per ovviare a questo inconveniente vi sono alcuni lipidi di membrana, come il colesterolo, che servono a stabilizzare la fluidit della membrana: essi infatti si dispongono allinterno degli spazi lasciati vuoti dai ripiegamenti delle catene idrocarburiche. Le componenti principali della membrana, i fosfolipidi, presentano code idrocarburiche che, pur essendo ordinatamente disposte, sono in continuo movimento (si comportano come cristalli liquidi): esse infatti ruotano sul proprio asse maggiore, si spostano lateralmente mediante la diffusione laterale ed occasionalmente, mediante quello che definito diffusione trasversale o movimento a flip-flop, si spostano da uno strato allaltro del bilayer. Funzioni delle membrane biologiche: giunzione e comunicazione intercellulare

ancoraggio barriera di permeabilit selettiva trasporto attivo e passivo traduzione di segnale riconoscimento cellulare Il trasporto chimico attraverso le membrane biologiche Trasporto passivo Si parla di diffusione semplice per quelle sostanze che riescono ad attraversare da sole il doppio strato fosfolipidico secondo il gradiente di concentrazione; si tratta principalmente di piccole molecole apolari come ossigeno ed anidride carbonica. Losmosi un particolare tipo di diffusione per cui si ha un movimento di acqua da una regione a concentrazione maggiore ad una regione a concentrazione minore. Si parla invece di diffusione facilitata quando intervengono delle proteine carrier o canale nel trasferimento, che comunque avviene sempre secondo il gradiente di concentrazione. Ogni proteina, inoltre, specifica per una determinata sostanza. - proteine canale: formano attraverso il doppio strato dei tunnel, detti pori controllati, cio aperti e chiusi a seconda della necessit. Il processo di apertura e chiusura pu essere controllato mediante potenziale, a controllo di ligando o con controllo meccanico. - proteine carrier (o vettrici o trasportatrici): cambiano conformazione strutturale in modo tale da spostare la sostanza desiderata dallaltra parte della membrana. Dopo lo spostamento riprendono la loro conformazione originaria, pronte per un altro trasferimento. Esse possono trasportare un solo tipo di sostanza (uniporto) oppure effettuare un cotrasporto di due sostanze. In questultimo caso si parla di simporto se le due sostanze vengono trasportate nella stessa direzione, o di antiporto se le sostanze vengono trasportate nelle due direzioni opposte. Trasporto attivo Anche il trasporto attivo funziona per mezzo di proteine, che si comportano come pompe, trasportando materiali contro il gradiente di concentrazione; questo processo richiede energia che deriva dallidrolisi dellATP. Pompa sodio-potassio: un esempio di trasporto attivo, presente in tutte le cellule animali. Questo tipo di trasporto avviene grazie ad una proteina integrale transmembrana. Ciascun ciclo completo utilizza una molecola di ATP ed mirato ad espellere dalla cellula 3 ioni Na+ e ad introdurre 2 ioni K+. I tre ioni sodio si legano alla proteina carrier, che viene poi fosforilata dallATP. La fosforilazione determina il cambiamento di conformazione della proteina, che rilascia gli ioni sodio allesterno. I due ioni potassio si legano alla proteina, che rilascia il gruppo fosfato e ritorna alla conformazione originaria, portando allinterno il potassio. Sia il sodio che il potassio si spostano contro il loro gradiente elettrochimico (differenza di carica elettrica); lattivit della pompa contribuisce a mantenere separate le cariche, provocando cos il potenziale di membrana. La proteina carrier responsabile della pompa sodio-potassio effettua un antiporto. Trasporto di macromolecole Mentre nel trasporto attivo e passivo si trasferivano piccole molecole e ioni, i meccanismi per lo spostamento di macromolecole sono detti endocitosi (verso linterno della cellula) ed esocitosi (espulsione dalla cellula). Nellesocitosi i materiali di scarto o i prodotti della secrezione vengono racchiusi in vescicole che si fondono poi con la membrana plasmatica, determinando il rilascio allesterno delle sostanze. In questo modo, inoltre, si accresce la membrana cellulare. 1) fagocitosi

Endocitosi

2) pinocitosi 3) endocitosi mediata da recettori

- La fagocitosi il meccanismo che permette laccorpamento di grossi aggregati solidi ed insolubili. Ha anche funzione di difesa contro dei possibili organismi invasori (es: batteri). La membrana plasmatica si estende a circondare la macromolecola, formando degli pseudopodi, e poi si ripiega su se stessa, formando un vacuolo fagocitico (fagosoma). Il fagosoma entra poi a far parte della cellula mediante strozzatura della membrana; i lisosomi allinterno della cellula si fondono con il vacuolo e ne degradano il contenuto. - La pinocitosi serve invece ad introdurre allinterno della cellula materiale liquido. Le gocce vengono circondate dalla membrana plasmatica, che si diffonde nel citoplasma sotto forma di vescicole pinocitotiche. I liquidi allinterno delle vescicole passano poi al citosol, e le vescicole diventano sempre pi piccole. - Lendocitosi mediata da recettore un processo molto specifico che consente di introdurre nel citoplasma sostanze specifiche (ligandi) che si uniscono a recettori specifici. Tali recettori si concentrano, sulla superficie della membrana cellulare, nelle fossette rivestite; sono cos dette perch sullo strato inferiore della membrana, quello rivolto verso il citoplasma, vi sono due proteine, la clatrina e la proteina adattatrice, che ne costituiscono appunto il rivestimento. La membrana cellulare, in corrispondenza delle fossette rivestite, ingloba la sostanza mediante fagocitosi, andando a formare delle vescicole rivestite. Quando esse entrano nel citoplasma, la clatrina si distacca e la vescicola non pi rivestita; essa si fonde con un endosoma, un lisosoma primario, andando a costituire un lisosoma secondario. Ligandi e recettori si separano; questi ultimi ritornano sulla membrana per essere nuovamente utilizzati, mentre il ligando viene degradato e rilasciato nel citosol, pronto per essere usato. Le giunzioni intercellulari Giunzioni ancoranti o anchoring junctions: desmosomi (punti di attacco tra le cellule che sfruttano la resistenza dei filamenti intermedi. Le cellule risultano fortemente unite ma mantengono spazi tra le membrane che permettono il passaggio di sostanze. I desmosomi fanno s che gli stress meccanici risultino attutiti per ognuna delle cellule), emidesmosomi e giunzioni aderenti (cementano le cellule tra loro, connettendosi con i microfilamenti di actina). Giunzioni serrate o tight junctions: sono connessioni cos strette che, letteralmente, cementano le due cellule, senza lasciare spazi. In questo modo viene impedito il passaggio di sostanze dalluna allaltra. Tuttavia le giunzioni serrate si presentano in maniera discontinua e non lungo tutta la membrana cellulare. Servono a sigillare cavit corporee, come lintestino o la vescica. Vengono costituite da file di proteine che sigillano lo spazio intercellulare. Giunzioni comunicanti o gap junctions: uniscono le membrane plasmatiche e formano canali controllati che vanno dalluna allaltra. Questi cilindri proteici sono costituiti da gruppi di sei molecole di connessina e garantiscono una comunicazione rapida ed efficace tra le cellule.

Cap.6 La comunicazione cellulare


Con lespressione trasduzione del segnale si intende la conversione di un segnale extracellulare in un segnale intracellulare. La comunicazione cellulare pu avvenire per contatto diretto oppure mediante segnali chimici. Questo processo prevede una fase in cui la cellula di partenza produce una molecola segnale, riconosciuta dalla cellula bersaglio grazie ad un recettore proteico che attiva determinate risposte. Tali recettori possono essere localizzati sulla membrana plasmatica

(recettori di superficie) oppure, nel caso di molecole segnale molto idrofobiche o molto piccole, si trovano allinterno della cellula (recettori intracellulari). I recettori di superficie possono essere: - recettori associati a proteine G: Sono i pi frequenti. La G sta per guanosina trifosfato. Questi recettori sono proteine transmembrana che presentano sulla superficie un sito di legame per una specifica molecola segnale, e allinterno del citosol un altro sito di legame per la guanosina trifosfato. La proteina G, allo stato inattivo, costituita da tre subunit, una delle quali legata ad una molecola di guanosina difosfato. Quando il ligando si lega al recettore, la GDP viene rilasciata e sostituita da GTP, che attiva la proteina. Questa va a sua volta a legarsi ad un enzima allinterno della cellula, attivandolo. - recettori tirosin-chinasici: sono proteine transmembrana che hanno allesterno un sito di legame per la molecola segnale, e allinterno una componente enzimatica (la tirosina chinasi). Quando il ligando si unisce al recettore, questo viene fosforilato dalla tirosina, attivando proteine segnale allinterno della cellula. - recettori a canale ionico: anche detti canali a controllo di ligando, cio canali controllati nei processi di apertura e chiusura dallunione del ligando con il recettore. Lacetilcolina, per esempio, un neurotrasmettitore che si lega ad un recettore a canale ionico.

Cap.7 Energia e metabolismo


Reazione esoergonica: sono reazioni spontanee che liberano energia. Il G relativo allenergia libera del sistema negativo poich G1 < G2. Reazione endoergonica: necessitano di un apporto di energia; alla fine della reazione lenergia libera del sistema aumentata, pertanto G positivo. Ogni reazione chimica, esoergonica o endoergonica, ha bisogno di un quantitativo minimo di energia necessario per rompere i legami chimici e dare inizio alla reazione; tale energia detta energia di attivazione (EA). Alcune molecole possiedono energia cinetica pari o superiore allenergia di attivazione, pertanto esse possono reagire spontaneamente andando a costituire i prodotti. Gli enzimi sono catalizzatori biologici che hanno la funzione di velocizzare le reazioni, e lo fanno abbassando notevolmente lenergia di attivazione necessaria. Gli enzimi sono proteine che funzionano associandosi ad un substrato (la sostanza sulla quale agisce), al quale si unisce sulla regione detta sito attivo. Ogni enzima pu avere uno o pi siti attivi, che spesso sono invaginazioni o cavit della sua superficie; il substrato, legandosi allenzima, ne determina un cambiamento di conformazione (adattamento indotto dellenzima al substrato). Lenzima aiuta a rompere i legami chimici dei reagenti (catalisi), trasformando il substrato nel prodotto; alla fine della reazione il prodotto viene liberato, ed insieme ad esso anche lenzima che, non essendo stato consumato n alterato dalla reazione, pu essere riutilizzato. Ogni enzima altamente specifico e lavora al meglio in particolari condizioni, quelle ottimali, che comprendono una determinata temperatura ed un determinato pH. La velocit di una reazione chimica, supponendo come costanti i valori di pH e temperatura, direttamente proporzionale alla concentrazione dellenzima. In caso di concentrazione costante dellenzima, la velocit aumenta allaumentare della concentrazione del substrato, ma solo fino ad un certo punto: essa smette di aumentare quando gli enzimi sono saturi, cio tutti i siti attivi disponibili sono gi occupati da molecole di substrato. La costante di Michaelis (KM) rappresenta la concentrazione di substrato con la quale la met dei siti attivi sono occupati, e con la quale la reazione procede alla met della sua velocit massima possibile.

Regolazione dellattivit enzimatica 1. regolazione genetica: un gene specifico determina la quantit di enzimi da sintetizzare 2. compartimentazione cellulare: enzimi relegati in comparti delimitati da membrane 3. regolazione allosterica: lenzima, oltre al sito attivo, presenta unaltra regione denominata sito allosterico, specifica per unaltra molecola. Il regolatore allosterico, una volta legato al sito allosterico, agisce sulla conformazione strutturale dellenzima: pu mantenerlo sempre nella sua forma attiva (regolatore allosterico attivatore) oppure pu deformarlo in modo che il substrato non possa legarsi ad esso (regolatore allosterico inibitore). Un esempio di questo ultimo caso linibizione a feedback, in cui il prodotto stesso della reazione ad inibire lattivit dellenzima. 4. regolazione per fosforilazione: allenzima viene trasferito un gruppo fosfato di un ATP da parte della chinasi, e viene perci attivato. Linibizione dellattivit enzimatica pu essere reversibile (determinati agenti chimici si legano debolmente allenzima). Nellinibizione reversibile competitiva, lagente inibitore compete con il substrato per legarsi al sito attivo. Esso occupa il sito attivo solo per un tempo determinato e non danneggia lenzima. Linibizione reversibile non competitiva prevede che lagente inibitore non si leghi al sito attivo ma ad un diverso punto dellenzima. Ne inibisce comunque lattivit, poich ne altera la forma (la regolazione allosterica una modalit di inibizione reversibile non competitiva). Nel caso dellinibizione irreversibile, invece, lagente inibitore disattiva lenzima definitivamente o addirittura lo distrugge.

Cap.8 Le vie metaboliche che rilasciano energia


La respirazione aerobica Processo che richiede ossigeno, mediante il quale si ricava energia dal glucosio: glucosio + ossigeno anidride carbonica + acqua + ATP

Durante la respirazione il glucosio viene ossidato (perde elettroni ed atomi di idrogeno) a favore dellossigeno, che viene ridotto poich accetta elettroni ed atomi di idrogeno: reazione redox. Nel trasporto di elettroni fondamentale il ruolo del NAD, il nicotinammide-adenin-dinucleotide, che funge da trasportatore di elettroni. 1) GLICOLISI Avviene a livello del citoplasma. Il glucosio viene fosforilato due volte, con due reazioni ben distinte, diventando fruttosio 1,6 bifosfato. Questo viene poi diviso in due molecole di zucchero trioso (gliceraldeide-3-fosfato). Ognuna di esse viene deidrogenata, poi il gruppo fosfato viene trasferito allADP per produrre ATP, per due volte. Vengono prodotte due molecole di acido piruvico e quattro ATP, pertanto si ha un guadagno netto di due ATP e due NADH. 2) FORMAZIONE DELLACETIL COENZIMA A Le molecole di piruvato passano nei mitocondri. Subiscono processo di decarbossilazione (viene rimossa una molecola di CO2) e di ossidazione (il NAD diventa NADH). Lacido acetico che rimane viene legato ad una molecola di accompagnamento, il coenzima A, formando lacetil CoA.

3) CICLO DI KREBS Anche detto ciclo dellacido citrico o degli acidi tricarbossilici, avviene nella matrice mitocondriale. Ciascuna molecola di acetil CoA si combina con lossalacetato, formando due molecole di citrato. Vengono rimosse due molecole di CO2. Il bilancio di 2 ATP guadagnati, 6 NADH e 2 FADH+ per ogni acetil CoA. 4) CATENA DI TRASPORTO DEGLI ELETTRONI Avviene sulla membrana mitocondriale interna. Si tratta di un processo di fosforilazione ossidativa, poich prevede sintesi di ATP mediante fosforilazione di ADP e reazioni redox della catena. Le molecole carrier che costituiscono la catena di trasporto vengono successivamente ridotte ed ossidate, quando accettano e passano elettroni. Lultimo passaggio della catena lenzima ATP sintasi, una proteina transmembrana che fosforila ADP sintetizzando ATP. Il bilancio di 34 ATP. Il bilancio complessivo del processo di respirazione cellulare di massimo 38 ATP per ogni molecola di glucosio. La fermentazione il processo di produzione di energia in condizioni di anaerobiosi. Con la glicolisi, che non richiede ossigeno, vengono prodotti il piruvato e 2 molecole di ATP. Nella fermentazione alcolica viene eliminata anidride carbonica ed il prodotto finale sono due molecole di alcool etilico o etanolo. Nella fermentazione lattica vengono prodotte due molecole di lattato. La resa energetica in entrambi i casi di due ATP per ogni molecola di glucosio.

Cap.10 Cromosomi, mitosi e meiosi


Ciclo cellulare: stadi attraverso i quali una cellula passa da una divisione cellulare alla successiva. Ciclo cellulare = interfase + fase M Interfase = fase G1 + fase S + fase G2 Ciclo cellulare = fase G1 + fase S + fase G2 + fase M Fase G1: non vi sintesi del DNA: la cellula procede con la sua crescita ed il normale metabolismo. Fase S: fase di sintesi, durante la quale avviene la replicazione del DNA e la sintesi degli istoni. Fase G2: seconda fase di intervallo, in cui la cellula incrementa la sintesi proteica. Fase M: profase prometafase metafase anafase telofase citocinesi Mitosi PROFASE La cromatina si compatta in cromosomi: ogni cromosoma dicromatidico, cio costituito da due cromatidi fratelli, identici ed appaiati tra loro, uniti dalla coesina a livello del centromero. I centrosomi migrano alle due estremit della cellula e vanno a formare, con i microtubuli, il fuso mitotico. PROMETAFASE Linvolucro nucleare si frammenta e viene chiuso allinterno di specifiche vescicole, in modo da poter essere riutilizzato in seguito. Ogni centromero possiede una struttura proteica detta cinetocore, alla quale si legano i microtubuli del fuso; in questo modo i cromosomi dicromatidici iniziano a muoversi verso la piastra metafasica (o piano equatoriale) della cellula. METAFASE Le coesina si stacca dai cromatidi fratelli, rimanendo solo a livello del centromero. I cromosomi si allineano lungo la piastra metafasica. ANAFASE Le coesine si staccano anche dal centromero: i cromatidi fratelli si separano luno dallaltro. Ogni cromatidio ora considerato come un cromosoma. Tutti i cromosomi migrano verso i poli della cellula, seguendo i microtubuli come veri e propri binari. TELOFASE I cromosomi arrivano ai rispettivi poli ed iniziano a decompattarsi; il fuso mitotico scompare. Inizia a riformarsi attorno ai cromosomi linvolucro nucleare. CITOCINESI Consiste nella divisione del citoplasma della cellula, in modo da produrre due cellule figlie. In realt il processo citocinetico inizia gi durante la telofase, sovrapponendosi cos allultima fase della mitosi. Il citoplasma viene diviso da un anello contrattile derivante dalla membrana cellulare, costituito da actina e miosina, che divide la cellula lungo la piastra metafasica. La mitosi produce due cellule figlie, ognuna con una copia di DNA identico a quello della cellula madre, stesso numero e stesso tipo di cromosomi. Meccanismi di regolazione del ciclo cellulare Le molecole fondamentali per il controllo del ciclo cellulari sono le chinasi ciclina-dipendenti (Cdk), che vengono per lappunto attivate solo quando complessate con proteine di regolazione dette

cicline, dal momento che i loro valori fluttuano ciclicamente durante il ciclo cellulare. Quando le Cdk si legano ad una specifica ciclina, viene a formarsi un complesso ciclina-Cdk che, mediante la fosforilazione, attiva e disattiva proteine ed enzimi. Nel ciclo cellulare prendono parte diversi complessi ciclina-Cdk: G1-Cdk, G1S-Cdk, S-Cdk, M-Cdk con la funzione di preparare la cellula alle diverse fasi del ciclo cellulare.

Meiosi Divisione cellulare delle cellule sessuali (gameti); dimezza il numero di cromosomi: una cellula diploide subisce due divisioni, producendo 4 cellule aploidi, ciascuna delle quali provvista di un corredo cromosomico completo. Il corredo cromosomico diploide viene poi ripristinato nello zigote, con lunione di un gamete materno e di un gamete paterno. PROFASE I Nella fase S i cromosomi vengono duplicati, esattamente come nel processo mitotico. Nella profase I i cromosomi omologhi, uno di derivazione materna ed uno di derivazione paterna, si appaiano mediante il complesso sinaptinemale dando origine alle tetradi (bivalenti), costituite quindi da quattro cromatidi. Si forma il fuso meiotico, linvolucro nucleare si frammenta. Procedendo nella profase avviene il crossing-over: cromatidi adiacenti ma appartenenti ad omologhi diversi (quindi non fratelli) si scambiano dei pezzi, dando origine a cromatidi ricombinanti. Mentre i cromatidi fratelli rimangono uniti, gli omologhi restano attaccati solo in corrispondenza dei chiasmi, cio nei punti dove avvenuto il crossing-over. METAFASE I Le tetradi, unite nei chiasmi, si allineano sul piano metafasico. ANAFASE I I cromosomi omologhi si separano e migrano ai due poli opposti della cellula. TELOFASE I Ha luogo la citocinesi; i cromosomi si decondensano, linvolucro nucleare si riforma attorno ad entrambi i nuclei, che contengono il numero aploide di cromosomi, ma essi sono dicromatidici. PROFASE II Simile alla profase mitotica: i cromosomi si compattano nuovamente, sono dicromatidici ed ogni cromatidio unito al fratello nella regione del centromero. METAFASE II I cromosomi si allineano lungo il piano equatoriale della cellula. ANAFASE II I cromatidi attaccati si separano e migrano ai poli opposti della cellula. Ogni cromatidio ora considerato un cromosoma. TELOFASE II Linvolucro nucleare si ricostituisce, i cromosomi si despiralizzano, si verifica la citocinesi.

La variabilit genetica della meiosi ha due origini: nella profase I avviene il crossing-over, per cui cromosomi non omologhi si scambiano delle porzioni di DNA. Inoltre nellanafase I gli omologhi si sono separati ed ognuno migrato ad un polo della cellula, ma in maniera del tutto casuale, cos che ogni polo pu ricevere indifferentemente cromosomi di derivazione materna o paterna. Gametogenesi La formazione dei gameti detta gametogenesi; si parla di oogenesi nel caso di gametogenesi femminile e di spermatogenesi nel caso di gametogenesi maschile. La spermatogenesi porta alla formazione di quattro gameti (spermatozoi) aploidi, mentre la oogenesi porta alla formazione di una singola cellula uovo.

Cap.11 I principi fondamentali dellereditariet


Principio della segregazione: prima della riproduzione gli alleli vengono separati (segregati) tra loro. Principio dellassortimento indipendente: incrociando individui che differiscono per pi di un carattere, ogni coppia di alleli segrega indipendentemente dalle altre. Durante lanafase I meiotica, infatti, i cromosomi materni e paterni si separano e migrano ai poli in maniera casuale, e nel corso dellanafase II si separano i singoli cromatidi del cromosoma. NB Eccezione al principio dellassortimento indipendente: alcuni geni non seguono la legge dellassortimento indipendente, ma tendono ad essere ereditati quasi sempre insieme. Essi sono associati o concatenati. Il linkage avviene tra geni che si trovano in loci vicini sullo stesso cromosoma. Lassociazione pu essere in cis se i due alleli dominanti si trovano sullo stesso cromosoma oppure in trans se gli alleli dominanti si trovano sui due diversi omologhi. Tuttavia la concatenazione pu essere spezzata da eventi di crossing-over durante la profase I; i cromatidi coinvolti nel crossing-over danno origine a gameti ricombinanti (che cio portano nuove combinazioni non presenti nei gameti parentali, derivate dal mescolamento di geni paterni e materni). Come capire se due geni sono associati o indipendenti? Mediante il reincrocio a due punti, che consiste nellincrociare individui eterozigoti con individui omozigoti recessivi. - i geni completamente associati producono solo gameti parentali. - i geni parzialmente associati hanno rapporto tra gameti parentali e ricombinanti pari a 1:4:4:1. - i geni indipendenti producono uguale numero di ciascun tipo. Calcolare la frequenza di ricombinazione: rapporto tra il numero di individui ricombinanti ed il numero totale di individui analizzati, moltiplicato per cento. Il valore della frequenza di ricombinazione compreso tra 0% e 50%, dove lo 0% indica due geni legati da concatenazione completa ed il 50% indica due geni indipendenti. C una relazione tra frequenza di ricombinazione e distanza dei loci sul cromosoma: infatti il crossing-over avviene tanto pi facilmente quanto pi distanti sono i geni. Pertanto dal valore della frequenza di ricombinazione si pu ottenere la distanza tra due loci, espressa in unit di mappa (udm) o in centimorgan (cM).

Prevedere lereditariet con le leggi di Mendel: Regola della somma nel caso di due o pi eventi mutuamente escludentisi, la probabilit che se ne verifichi uno data dalla somma delle singole probabilit. Regola del prodotto nel caso di due o pi eventi indipendenti, la probabilit che si verifichino entrambi data dal prodotto delle singole probabilit. Caratteri legati al sesso (x-linked) Una femmina riceve un cromosoma X dalla madre ed un cromosoma X dal padre. Un maschio riceve un cromosoma X dalla madre ed il cromosoma Y dal padre. Pertanto negli individui di sesso maschile tutti gli alleli presenti sul cromosoma X vengono espressi, dominanti o recessivi che siano, perch lunico X che ha; i maschi, per quanto riguarda i caratteri legati al cromosoma X, sono in condizioni di emizigosi, avendo solo una copia di quei geni. Vi un meccanismo che compensa questa emizigosi, cio la doppia dose di geni x-linked della donna rispetto alla singola dose delluomo: si tratta del processo di compensazione del dosaggio, teorizzato da Mary Lyon, secondo cui uno dei due cromosomi X della donna viene silenziato mediante compattazione durante linterfase. Il cromosoma compattato visibile nelle vicinanze dellinvolucro nucleare sotto forma di corpo di Barr. La scelta del cromosoma da compattare casuale, salvo che uno dei due non sia malato: in quel caso, ad essere silenziato quello malato. Esempi di caratteri x-linked: distrofia muscolare di Duchenne, daltonismo, emofilia, sindrome dellx fragile, fauvismo, retinite pigmentosa. Estensioni della genetica mendeliana 1) Interazione tra alleli Dominanza incompleta: lindividuo eterozigote manifesta fenotipicamente un tratto intermedio rispetto a quello parentale (es: la bella di notte). Codominanza: lindividuo eterozigote manifesta fenotipicamente entrambi i tratti (es: gruppo sanguigno AB0, gruppo sanguigno MN). 2) Allelismo multiplo Esistono tre o pi alleli per un dato locus, e non solo due come nella genetica mendeliana. La forma pi frequente detto allele selvatico, quelle derivate dallallele selvatico sono dette mutanti. 3) Pleiotropia Un solo gene ha pi di un effetto fenotipico (es: anemia falciforme e fenilchetonuria PKU) 4) Interazione tra geni Talvolta pi alleli interagiscono tra loro nellespressione fenotipica di un solo carattere. Si parla di gene epistatico per indicare il gene che modifica lespressione fenotipica di un altro gene, quello ipostatico. 5) Letalit Vi sono alleli letali che, se dominanti, causano la morte dellindividuo anche in singola dose (es: corea di Huntington), mentre se sono recessivi necessario che siano in doppia dose per essere effettivamente letali (es: malattia di Tay-Sachs).

Caratteri controllati da due o pi geni indipendenti sono detti poligenici; caratteri che vengono influenzati dallambiente nella loro espressione fenotipica sono detti multifattoriali; sono detti caratteri quantitativi quelli per cui non possibile stabilire precise classi fenotipiche, ma le diverse forme di espressione possono essere disposte su un continuum.

Cap.12 DNA: il depositario dellinformazione genetica


La struttura del DNA Le subunit del DNA sono nucleotidi formati da uno zucchero pentoso, una base azotata ed un gruppo fosfato. Lo zucchero pentoso del DNA, il desossiribosio, ha i suoi atomi di carbonio numerati da 1 a 5. La base azotata si lega al carbonio 1 del desossiribosio, mentre il gruppo fosfato si lega al carbonio 5 del desossiribosio. Inoltre il carbonio 3 di un desossiribosio legato al gruppo fosfato del nucleotidi successivo, formando cos un legame 3,5 fosfodiesterico. Ogni catena polinucleotidica ha quindi una precisa direzione, che va dallestremit 5 allestremit 3. Regola di Chargaff: nelle molecole di DNA a doppio filamento il rapporto tra purine e pirimidine pari a 1. Lo scheletro della molecola di DNA costituito da zuccheri e fosfati legati tra loro, mentre le basi azotate si appaiano nellinterno del doppio filamento. Lappaiamento complementare delle basi dei due filamenti dimostra che i due filamenti hanno direzione opposta: sono antiparalleli. Lappaiamento complementare, inoltre, deve per forza avvenire tra una base purinica ed una pirimidinica, altrimenti il diametro della doppia elica non sarebbe stato costante; lappaiamento tra adenina e timina e tra citosina e guanina avviene mediante formazione di legami idrogeno (2 legami tra adenina e timina, 3 legami tra citosina e guanina). La replicazione del DNA Si tratta di una replicazione semiconservativa (ipotizzato da Watson e Crick e confermato da Mendelson e Stahl): le due emieliche si separano mediante rottura dei legami idrogeno, ciascuna delle due funge da stampo per un nuovo filamento di DNA. Si vengono cos a costituire due molecole di DNA identiche, ciascuna delle quali costituita da un filamento parentale e da uno di nuova sintesi. Il meccanismo di replicazione ha inizio in siti specifici detti origini di replicazione, in cui piccole regioni della doppia elica si svolgono mediante lazione delle DNA elicasi, proteine enzimatiche che destabilizzano lelica rompendone i legami idrogeno. Viene cos a formarsi la forca di replicazione; i due filamenti di DNA parentale iniziano immediatamente a replicarsi in entrambe le direzioni, mentre lelicasi continua a svolgere la doppia elica. Contemporaneamente si ha lazione della proteina che lega il singolo filamento (SSB), deputata a fare in modo che i singoli filamenti di DNA parentale non si riavvolgano tra loro, e agisce anche la topoisomerasi, enzima che evita superavvolgimenti e nodi nel DNA ancora da replicare. Gli enzimi deputati a sintetizzare il nuovo filamento di DNA sono i DNA polimerasi, che aggiungono nucleotidi solo ed esclusivamente allestremit 3 del filamento; pertanto la sintesi del DNA procede sempre in direzione 5 3. La DNA polimerasi, inoltre, non in grado di iniziare una nuova catena polinucleotidica: pu solo aggiungere nucleotidi ad una catena preesistente. Pertanto, per funzionare, ha bisogno del DNA primasi, un enzima che sintetizza allinizio della replicazione una piccola porzione di RNA primer che funziona da innesco per la DNA polimerasi.

Abbiamo detto che la DNA polimerasi funziona solamente in direzione 5 3 poich pu aggiungere nucleotidi solo allestremit 3 della catena. Anche lelicasi funziona solo in una direzione; ma le due emieliche sono antiparallele. Pertanto uno dei due filamenti, quello che procede in direzione 3 5, avr la sua copia sintetizzata immediatamente e continuativamente (filamento guida o filamento leading); la copia dellaltro filamento (filamento in ritardo o filamento lagging), invece, avverr in maniera discontinua: bisogna aspettare che lelicasi abbia svolto un'altra porzione di DNA, cos che la DNA polimerasi possa sintetizzarne la copia. Le porzioni copiate di volta in volta sono costituite da circa 100-2000 nucleotidi e sono dette frammenti di Okazaki. Notare che ogni sintesi della copia del filamento lagging avverr mediante lazione di un nuovo DNA primasi che crea un RNA primer. Tutti gli inneschi vengono poi degradati dalla DNA polimerasi e sostituiti con DNA; i frammenti vengono uniti mediante legame fosfodiesterico dalla DNA ligasi. Meccanismi di controllo della replicazione: 1. la DNA polimerasi effettua una correzione di bozze (proofreading) man mano che sintetizza i nuovi nucleotidi 2. gli errori di appaiamento (mismatch) che sfuggono alla DNA polimerasi vengono rivisti da speciali enzimi 3. con la riparazione per escissione nucleotidica vengono riparate principalmente le lesioni causate da fattori esterni. Lenzima nucleari rimuove porzioni di filamento difettose, la DNA polimerasi sintetizza nuove porzioni corrette e la DNA ligasi provvede a saldarle insieme al filamento complementare. Problema dei telomeri: i cromosomi eucariotici non sono circolari come quelli procariotici, ma hanno due estremit libere (telomeri, regioni terminali dei cromosomi). Una volta che la replicazione sia giunta a tale estremit, viene rimosso lRNA primer; non vi quindi pi nessuna estremit 3 a cui aggiungere nucleotidi, e pertanto rimangono delle porzioni alle estremit che non possono essere duplicate (infatti ogni filamento pi corto di quello di origine). I telomeri, tuttavia, non codificano nulla: sono semplicemente sequenze di DNA. Tali sequenze non codificanti possono essere allungate su necessit dallenzima telomerasi, specialmente nelle cellule che si possono replicare un numero infinito di volte e che rischierebbero cos di perdere, af ogni replicazione, materiale genetico utile.

Cap.13 Lespressione genica


Linformazione contenuta nel DNA non viene usata direttamente: un altro acido nucleico, lacido ribonucleico o RNA, funge da intermediario tra il DNA e le proteine, fornendo le informazioni necessarie per dirigere la sintesi proteica. DNA RNA: uracile al posto della timina, singolo filamento anzich doppio filamento, ribosio anzich desossiribosio. DNA
trascrizione

RNA

traduzione

proteine

La trascrizione il processo di copiatura della sequenza nucleotidica del DNA in una sequenza nucleotidica di RNA. Per fare questo viene utilizzata come stampo una delle due emieliche di DNA (detto

filamento stampo o filamento non-senso, mentre laltro detto filamento senso perch, anche se non coinvolto nella trascrizione, quello che possiede la stessa sequenza nucleotidica e la stessa direzione 5 3 del nuovo RNA. Non detto che sempre lo stesso filamento sia lo stampo, anche allinterno di uno stesso cromosoma). La RNA polimerasi lenzima chiave nel processo di trascrizione: essa si lega al promotore (la sequenza di DNA che viene riconosciuta come punto di inizio) ed inizia a svolgere la doppia elica, che si riavvolge subito dopo lavvenuta sintesi; come la DNA polimerasi, funziona in direzione 5 3, sintetizzando i nuovi nucleotidi dellmRNA. Lallungamento della molecola di mRNA continua fino a che la polimerasi non riconosce il segnale di terminazione, che consiste in una specifica sequenza di basi azotate sullemielica stampo. Una volta raggiunto il segnale di stop, sia la RNA polimerasi sia lmRNA vengono rilasciati. In realt la nuova catena di mRNA contiene nucleotidi in pi oltre a quelli che servono per codificare una determinata proteina: la RNA polimerasi infatti inizia la trascrizione a monte della sequenza codificante e la termina a valle della sequenza codificante. Pertanto il nuovo mRNA possiede allestremit 5 una sequenza leader non codificante, seguita da un codone di inizio (metionina AUG) ed allestremit 3 un codone di stop seguito da una sequenza trailing, anchessa non codificante. RNA polimerasi DNA polimerasi: non necessit di un primer ma non possiede la funzione di correzione di bozze. La traduzione il processo di conversione della sequenza nucleotidica dellmRNA in amminoacidi poi sintetizzati in proteine. Il tRNA viene legato dallenzima amminoacil-tRNA-sintetasi al rispettivo amminoacido; il complesso che risulta dallunione (amminoacil-tRNA) pu legarsi, grazie allanticodone presente sul tRNA, al codone corrispondente sullmRNA. In questo modo gli amminoacidi vengono allineati nel giusto ordine previsto dal DNA. A questo punto entrano in gioco i ribosomi, costituiti da rRNA (RNA ribosomiale, con funzione catalizzatrice) e proteine (con funzione strutturale). I ribosomi presentano quattro siti di legame: uno di essi per lmRNA e gli altri tre per i tRNA; hanno la funzione di mettere in contatto tra loro tutte le componenti dellapparato di traduzione. Sito E: i tRNA che hanno portato gli amminoacidi lasciano il ribosoma. Sito P: occupato dal tRNA che porta la catena peptidilica in allungamento. Sito A: dove si lega lamminoacil-tRNA che porta lamminoacido successivo. 1) inizio. richiesta la partecipazione di proteine dette fattori di inizio, che si attaccano allunit ribosomale minore. il ribosoma si attacca allmRNA e lo fa passare attraverso un solco presente tra la sua subunit maggiore e la sua subunit minore; il ribosoma si attacca allmRNA in corrispondenza del codone dinizio (AUG, che codifica per la metionina), e viene aiutato a riconoscerlo dalla sequenza leading non codificante. LAUG, negli eucarioti, si trova inserito allinterno di una breve sequenza. Il tRNA iniziatore porta il primo amminoacido (quindi la metionina) al ribosoma; il complesso dinizio concluso quando i fattori dinizio vengono rilasciati. 2) allungamento. la fase in cui al polipeptide in crescita vengono progressivamente aggiunti amminoacidi. Lappropriato amminoacil-tRNA riconosce il codone nel sito A (quello successivo allAUG) e vi si lega grazie allanticodone presente sul tRNA. Il processo di allungamento mediato da fattori di allungamento, proteine dette elongation factors. Viene a formarsi un legame peptidico (tra un gruppo carbossilico ed il gruppo amminico dellamminoacido successivo) tra la metionina ed il secondo amminoacido portato dallamminoacil-tRNA. La sintesi proteica procede sempre nella direzione della polarit della catena peptidica: dallestremit amminica allestremit

carbossilica (direzione N C). Lenzima peptidil-transferasi (NON una proteina ma parte dellrRNA, anche detto ribozima) si occupa di slegare lamminoacido precedente dal suo tRNA: lamminoacido rimane legato al successivo amminoacido. Il ribosoma scorre poi sullmRNA (traslocazione), di conseguenza il primo tRNA, ormai libero, viene a trovarsi sul sito E e lascia il ribosoma; la catena polipeptidica in crescita viene a trovarsi nel sito P; il sito A di nuovo libero e pronto a ricevere un nuovo amminoacil-tRNA. 3) terminazione. La sintesi della catena polipeptidica viene terminata quando il sito A del ribosoma arriva su un codone di stop dellmRNA. Un fattore di rilascio proteico si lega al ribosoma e, mediante idrolisi, libera la catena polipeptidica neosintetizzata che viene aiutata da uno chaperone molecolare (anchesso proteico) a ripiegarsi in base alla sua sequenza amminoacidica. Processo di maturazione dellmRNA negli eucarioti Mentre negli organismi procarioti il filamento di mRNA trascritto viene immediatamente tradotto, negli eucarioti il trascritto orginale detto pre-mRNA perch deve ancora essere modificato nel nucleo prima di essere trasportato nel citosol per essere sottoposto al processo di traduzione. Il meccanismo di modificazione avviene durante la trascrizione, quando lmRNA gi lungo 20-30 nucleotidi. Per prima cosa viene aggiunto allestremit 5 dellmRNA un cappuccio (capping del 5) costituito da un nucleotidi modificato (guanina mutilata) unito allmRNA da tre gruppi fosfato. Il 5 cap ha la funzione di dare stabilit al filamento di mRNA facendo in modo che non venga degradato dagli enzimi nucleasi e serve inoltre a consentire laggancio sui ribosomi nella fase di traduzione. Inoltre avviene la poliadenilazione: viene cio aggiunta una coda di 100-250 adenine, poli(A), allestremit 3 del filamento. Tale coda viene aggiunta dopo una specifica sequenza detta segnale di poliadenilazione: AAUAAA. Dopo questo segnale, specifici enzimi tagliano lmRNA e aggiungono le adenine. Anche questa coda serve ad evitare la degradazione dellmRNA, ha inoltre funzione di segnalare la fine delle sequenze codificanti sullmRNA e serve e stabilizzare il filamento e a permetterne il trasporto dal nucleo al citoplasma mediante lazione di proteine export che riconoscono la coda. In alcuni casi viene effettuata la poliadenilazione alternativa: la coda poli(A) viene cio posizionata prima della fine delle sequenze codificanti, facendo cos terminare prima la trascrizione. Il terzo ed ultimo processo di modificazione del pre-mRNA lo splicing, cio la rimozione degli introni (sequenze non codificanti) e lunione degli esoni adiacenti. Lo splicing avviene grazie a particelle nucleari ribonucleoproteiche (snRNP) associate a formare una sostanza detta spliceosoma, che riconoscono i siti di splicing, cio il confine tra esone ed introne, e catalizzano le reazioni di taglio. Gli esoni vengono poi riuniti tra loro mediante enzimi ligasi. Anche lo splicing pu avvenire in forma alternativa: possibile che la cellula decida di eliminare, oltre agli introni, anche uno o pi esoni (esoni opzionali) sui cosiddetti siti di splicing criptici, in modo tale che venga sintetizzata unaltra proteina dal medesimo gene.

Le mutazioni Cambiamenti casuali ed ereditabili nel materiale genetico. Si parla di mutazioni germinali quando le presenta gi lo zigote che le trasmette quindi a tutte le cellule figlie; sono invece mutazioni somatiche quelle che colpiscono solo una cellula dellorganismo e tutte le sue figlie. In questultimo caso si parla di individuo mosaico, poich presenta cellule sane e cellule mutanti. Per quanto riguarda le cause, le mutazioni possono essere spontanee e casuali o indotte da agenti mutageni. Gli agenti mutageni possono essere chimici, fisici o biologici. Si parla inoltre di mutagenesi in vitro o in vivo quando la mutazione viene appositamente indotta in laboratorio, su piastre o su cavie. Le mutazioni possono avvenire precocemente o tardivamente. Classificazione in base al livello in cui avvengono: mutazioni geniche: sono mutazioni nella struttura di un solo gene, mentre il resto del cromosoma normale, pertanto sono mutazioni puntiformi. Riguardano, in genere, errori nelle sequenze di basi azotate: avviene, per esempio, la sostituzione di una coppia di basi con unaltra. Questi errori vengono poi trascritti nellmRNA e portano quindi alla sintesi di proteine errate. Le mutazioni che causano la sostituzione di un amminoacido con un altro sono dette mutazioni missenso, distinte dalle mutazioni non senso che invece modificano un codone codificante trasformandolo in un codone di stop, e dalle mutazioni di allungamento, che modificano un codone di terminazione trasformandolo in un codone codificante per un amminoacido. Le mutazioni missenso sono spesso silenti, nel senso che pur cambiando la sequenza, la tripletta codifica lo stesso amminoacido della tripletta originaria. Nel caso in cui la coppia di basi non venga sostituita, ma inserita o deleta, si parla di mutazioni frameshift o mutazioni di scivolamento: infatti, essendo il codice genetico costituito da triplette, una delezione o uninserzione provoca il mutamento di tutte le triplette successive: a valle della mutazione verranno codificati amminoacidi completamente diversi. Molto spesso, tuttavia, le mutazioni frameshift generano un codone di stop a breve distanza (altro esempio di mutazione non senso), cos che la catena polipeptidica mutante viene rapidamente interrotta. Vi sono anche mutazioni di splicing, che creano o eliminano un sito di splicing: possono causare lestromissione di un esone, linclusione di un introne o lesclusione solo di alcune sequenze di un esone. Nel caso che il DNA presenti una particolare sequenza ripetuta molte volte, frequente il verificarsi di appaiamenti errati nel corso della replicazione del DNA: le sequenze vengono ripetute per un numero maggiore di volte (slippage). Questo tipo di mutazione tende a peggiorare di generazione in generazione, poich il numero di sequenze in eccesso aumenta sempre. Esempi di patologie derivanti da slippage: Corea di Huntington, distrofia miotonia, sindrome dellX fragile (tripletta CGG allestremit del cromosoma X viene ripetuta pi di 200 volte). mutazioni genomiche: alterazione del numero di cromosomi. Se in un organismo vi sono pi set cromosomici completi si parla di poliploidia; laneuploidia si verifica invece quando vi un unico cromosoma in pi o in meno. Le aneuploidie sono generalmente causate dalla non disgiunzione dei cromosomi nellanafase meiotica I o II. Es: sindrome di Down (trisomia autosomica, poich vi sono tre copie del cromosoma 21), sindrome di Patau (trisomia 13), sindrome di Edwards (trisomia 18). Le aneuploidie dei cromosomi legati al sesso sono meno gravi di quelle autosomiche, principalmente grazie al meccanismo di compensazione del dosaggio del cromosoma X. Es: sindrome di Klinefelter (XXY), sindrome di Turner (X0), individui XYY (fenotipicamente maschi e normali), individui XXX (fenotipicamente femmine e normali).

mutazioni cromosomiche: cambiamenti nella struttura di uno o pi cromosomi. Le principali mutazioni cromosomiche sono la delezione (interstiziale o terminale, come nel caso del cromosoma 5 nella sindrome del Cri-du-chat; solitamente gravi o letali), la duplicazione (un segmento cromosomico ripetuto pi volte), linversione (segmento cromosomico con orientamento invertito. Pericentrica se include il centromero, altrimenti paracentrica), la traslocazione reciproca (scambio di segmenti tra cromosomi non omologhi. Ne un esempio la sindrome di Down per traslocazione, in cui parte del cromosoma 21 traslocato sul cromosoma 14 traslocazione robertsoniana). Delezioni e duplicazioni sono tipicamente causate da eventi di crossing-over ineguale, cio in caso che i due omologhi non siano ben allineati e si scambino cos regioni diverse. Altra mutazione cromosomica lisocromosoma: un braccio del cromosoma viene completamente perso, quello rimanente viene duplicato. Infine vi il cromosoma ad anello, in cui, mancando i telomeri, il cromosoma si richiude ad anello, rendendo difficoltosa la formazione della tetrade e la successiva duplicazione.

Classificazione in base alleffetto fenotipico: mutazioni letali o subletali: determinano la morte di tutti gli individui affetti o la loro mancata riproduzione. Sono subletali se la morte interessa solo il 50% degli individui mutanti. (es: distrofia muscolare di Duchenne). mutazioni condizionali: si esprimono fenotipicamente solo in alcune situazioni (restrittive). neutre: non vi effetto fenotipico. vantaggiose svantaggiose pleiotropiche: molteplici effetti fenotipici causati da una sola mutazione.

Cap.14 La regolazione genica


Bench ogni cellula possegga tutti i geni dellorganismo, non tutti vengono espressi. Il controllo dellespressione genica un meccanismo molto selettivo che permette alle cellule eucariotiche di reagire ai cambiamenti ambientali; rende inoltre possibile la differenziazione delle singole cellule a seconda dei loro specifici ruoli. Diversi processi di regolazione genica: 1. rimodellamento della cromatina. Uno dei modi per inattivare un gene quello di condensare la corrispondente cromatina (eterocromatina), organizzandola in nucleosomi associati molto strettamente in modo tale da rendere impossibile lazione della polimerasi. I geni attivi, al contrario, sono associati alleucromatina, cio alla cromatina decondensata. Per passare dalla cromatina condensata a quella decondensata viene utilizzato il meccanismo della acetilazione del DNA: agli amminoacidi presenti nelle code degli istoni vengono attaccati gruppi acetilici, cos che il DNA risulti compattato meno strettamente attorno agli istoni. Il processo inverso la deacetilazione, che favorisce il riformarsi di nucleosomi molto compatti ed ostacola pertanto la lettura del DNA. Il grado di condensazione della cromatina pu essere controllato anche mediante il processo di metilazione del DNA: a determinate citosine vengono aggiunti chimicamente gruppi metilici. Questo rende difficile per il gruppo trascrizionale leggere il DNA; il caso, per esempio, dei corpi di Barr. Gli eventi di metilazione tendono ad essere trasmessi alle generazioni cellulari successive, pertanto sono esempi di eredit epigenetica (relativa alle

modalit di espressione di un gene eredit genetica che riguarda cambiamenti nella sequenza nucleotidica di un gene). 2. regolazione trascrizionale. La RNA polimerasi, per poter iniziare la trascrizione, ha bisogno di uno specifico promotore sul DNA al quale legarsi; circa 20-30 basi a monte del sito dinizio vi una specifica sequenza detta TATA box, fondamentale per linizio della trascrizione, poich qui che vanno a legarsi i fattori di trascrizione e poi la RNA polimerasi. I fattori di trascrizione che si legano alla TATA box sono proteine, nelluomo sono state identificate pi di 2000 tipologie diverse. Linterazione tra lattivit dei fattori trascrizionali e quella della polimerasi, tuttavia, determina una trascrizione piuttosto lenta e poco efficace: per arrivare ad alti livelli di trascrizione sono necessarie specifiche sequenze di regolazione. I promotori, per esempio, hanno funzione molto importante nella regolazione dellespressione genica: i geni pi espressi, infatti, presentano molti elementi prossimali di controllo (si tratta di promotori posti a monte del sito di inizio della trascrizione), mentre quelli debolmente espressi possiedono un solo promotore. Ulteriori modalit di regolazione sono gli elementi distali di controllo (intensificatori o enhancer), capaci di legare specifiche proteine che aumentano moltissimo la velocit di trascrizione. Al contrario, i silenziatori (silencer) legano altre proteine dette repressori, rallentando la trascrizione. 3. regolazione post-trascrizionale. Avviene nel processo di maturazione differenziale dellmRNA, mediante i processi di splicing alternativo e poliadenilazione alternativa. Inoltre, dopo la trascrizione e la maturazione, lmRNA pu rimanere nella cellula per un tempo molto variabile; naturalmente la durata della sua vita influisce sulla quantit di proteina sintetizzata. Agire sul tempo di permanenza dellmRNA nella cellula, quindi, permette di regolare le quantit di proteine prodotte: sono gli ormoni a controllare la stabilit dellmRNA. 4. regolazione traduzionale.

Cap.16 Il genoma umano


Pedigree Autosomico recessivo: - uguale frequenza in entrambi i sessi - trasmissione orizzontale - da genitori sani possono nascere figli malati o sani - comune nelle unioni tra consanguinei Autosomica dominante: - uguale frequenza in entrambi i sessi - trasmissione verticale: in ogni generazione c almeno un malato - individui affetti hanno almeno un genitore affetto - genitori non affetti hanno figli non affetti X-linked recessivo: - frequenza pi alta nei maschi - il padre non trasmette la malattia ai figli maschi

X-linked dominante: - frequenza pi alta nelle femmine - tutte le figlie femmine di un maschio affetto sono affette - nessun figlio maschio di un maschio affetto affetto Eredit non mendeliana/mitocondriale: una eredit di tipo materno che viene trasmessa dalla madre a tutti i figli e le figlie. Nessun figlio maschio trasmette leredit. Si trasmette in questo modo perch lo zigote non riceve nessuno dei suoi mitocondri dal padre (essi infatti, nello spermatozoo, sono localizzati nella coda, che non penetra lovulo nella fecondazione), bens tutti dalla cellula uovo materna. Se questa presenza mutazioni a livello del DNA mitocondriale, pertanto, queste passeranno sicuramente a tutti i figli. Le mutazioni mitocondriale pi frequenti sono relative al sistema nervoso centrale, al cuore ed ai muscoli. Fenilchetonuria (PKU) autosomica recessiva. I soggetti mancano di un enzima che trasforma la fenilalanina in tirosina. Pertanto essi accumulano grandi quantit di fenilalanina, che viene convertita in fenilchetoni, che danneggiano il sistema nervoso e causano ritardo mentale. Anemia falciforme autosomica recessiva. I soggetti, a causa della sostituzione di un amminoacido nella catena dellemoglobina, presentano globuli rossi falciformi anzich biconcavi. Pertanto il flusso sanguigno risulta rallentato e ostruito. Fibrosi cistica autosomica recessiva. I soggetti producono nellapparato respiratorio muco molto vischioso, che diventa mezzo di coltura per batteri. Malattia di Tay-Sachs autosomica recessiva. I soggetti presentano nelle cellule nervose un accumulo di un lipide che, a causa della mancanza di un enzima, non pu essere degradato. Danni al sistema nervoso centrale e morte entro i 5 anni. Corea di Huntington autosomica dominante. Deterioramento fisico e mentale che si manifesta tardi. Daltonismo X-linked recessiva. Emofilia x-linked recessiva. Mancanza di un fattore di coagulazione del sangue.

Cap.19 Virus e procarioti


Un virus un parassita intracellulare obbligato. una piccola particella infettiva acellulare costituita da un acido nucleico circondato da un rivestimento proteico detto capside; il capside costituito da unit proteiche dette capsomeri. Sono incapaci di vita autonoma in quanto non possono svolgere alcuna attivit metabolica e possono riprodursi solo nellambiente delle cellule ospiti che infettano. Lacido nucleico pu essere lRNA o il DNA (anche a singolo filamento). virus delle cellule batteriche: batteriofagi o fagi virus delle cellule animali: virus animali virus delle cellule vegetali: virus vegetali

I batteriofagi si distinguono tra batteriofagi virulenti, che ricorrono al ciclo litico come meccanismo riproduttivo, ed i batteriofagi temperati, che effettuano invece il ciclo lisogenico. Nel ciclo litico, il fago virulento distrugge la cellula ospite, causandone la morte. Inizialmente aderisce alla membrana plasmatica della cellula e vi penetra allinterno, entrando nel citoplasma. Alcuni fagi iniettano allinterno solo il loro acido nucleico, lasciando il capside allesterno della cellula ospite. Una volta allinterno, il virus degrada lacido nucleico della cellula ospite ed inizia la replicazione del proprio acido nucleico utilizzando le strutture ed i sistemi dellospite; dopo la replicazione, il virus sintetizza anche le proteine per il proprio capside. Le componenti cos create vengono poi assemblate per dare vita ad un nuovo virus. Nella fase del rilascio, i nuovi virus vengono rilasciati allesterno della cellula. Nel ciclo lisogeno, il fago entra nella cellula ospite e si integra nel DNA dellospite sotto forma di profago o provirus. In questo modo, quando il batterio si replica, replica anche il virus. In alcuni casi il virus temperato pu trasformarsi in virulento, sia spontaneamente sia per cause ambientali, ed iniziare il ciclo litico, distruggendo la cellula ospite. Un esempio di virus animale invece lHIV. Si tratta di un retrovirus, cio di un virus a RNA che utilizza una DNA polimerasi (detta trascrittasi inversa) per trascrivere il proprio RNA in un DNA intermedio. Anche alcuni virus tumorali sono retrovirus. Nei geni animali normalmente presente un gene che codifica per la proteina PrP; talvolta essa modifica la sua conformazione, risultando ripiegata in maniera anomala (=prione). Un prione pu indurre le altre PrP ad assumere il ripiegamento errato, provocando un aumento esponenziale di prioni nellorganismo.

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