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PARTICELLE FONDAMENTALI E LA STRUTTURA DEL NUCLEO

La materia è costituita da particelle estremamente piccole: gli atomi. Prima di


dimostrare l’esistenza mediante via sperimentale, si basava su teorie filosofiche. Infatti
Dalton aveva ipotizzato che l’atomo fosse una particella indivisibile. Invece l’atomo è
formato da tre tipi di particelle fondamentali (presenti in tutta la materia): elettrone,
protone, neutrone. L’ elettrone fu la prima particella subatomica ad essere scoperta, in
seguito allo studio dei raggi catodici (descrizione esperimento). La scoperta delle
particelle subatomiche diede impulso all’elaborazione di modelli atomici sempre più
complessi, tra cui quello di Rutherford.

ESEPERIMENTO RUTHERFORD:

Rutherford utilizzò particelle alfa (nuclei di atomi di elio e presentano una carica
positiva, pari al doppio di quello dell’elettrone, in valore assoluto). Osservò che la
maggior parte delle particelle passava il foglio metallico mentre altre subivano una
piccola deviazione. Rutherford concluse che la carica positiva e la maggior parte della
massa dell’atomo fossero concentrate in una zona molto stretta chiamata NUCLEO.

NUMERO ATOMICO – NUMERO DI MASSA – NEUCLIDI – ISOTOPI

Il nucleo di un atomo è costituito da neutroni e protoni, hanno masse simili, ma carica


elettrica diversa. Protoni e neutroni vengono chiamati nucleoni. Le forze di scambio che
tengono uniti i nucleoni non sono di natura ne elettrostatica ne gravitazionale, ma sono
generate dai nucleoni attraverso uno scambio continuo di mesoni. Il numero totale di
nucleoni in un nucleo determina il numero di massa (simbolo A) di un atomo. Il
numero di elettroni è chiamato numero atomico (simbolo Z). in un atomo neutro il
numero di elettroni è uguale a quello dei protoni. Le proprietà chimiche sono definite
dal numero di elettroni ovvero Z. un nuclide è una specie chimica caratterizzata da una
particolare composizione del nucleo. È definito dallo stesso simbolo dell’elemento che
rappresenta accompagnato da due indici, posti a sinistra. Quello in alto indica A, l’altro
Z. nuclidi che hanno lo stesso valore di Z e diverso valore di A si chiamano isotopi.
Quindi isotopi di uno stesso elemento contengono lo stesso numero di protoni ma
diverso numero di neutroni. Isotopi stesse proprietà chimico-fisico. Gli elementi in
natura non sono costituiti da atomi tutti uguali ma da miscele di isotopi con
composizione costante. Nuclidi con diverso Z, ma stesso valore di A si chiamano
isobari.

UNITA’ DI MASSA ATOMICA-PESI ATOMICI DEGLI ELEMENTI.

Molti atomi hanno una massa espressa con potenze negative di 10. Quindi è stata
aggiunta un’unità di misura atomica (u.m.a), che è definita come la 1/12 della massa
dell’isotopo

1 u.m.a = 1.6606 * 10 g

Se si conosce la massa di un atomo espressa in grammi, per esprimerla in u.m.a basta


dividerla per 1.6606 * 10 . La massa media di un elementi si calcola moltiplicando
le masse atomiche in u.m.a dei diversi isotopi moltiplicata per la propria abbondanza
percentuale

LA MOLE E IL NUMERO DI AVOGADRO


La mole è una grandezza di misura e rappresenta un enorme numero di particelle
(atomi, ioni o molecole). Quindi definisce la misura di una quantità di sostanza.

Definizione: una mole di una determinata sostanza è la quantità di tale sostanza che
contiene tante entità elementari, quanti sono gli atomi in 12 g esatti di 12^ C. Questo
numero è chiamato numero di Avogadro Na = 6.022 * 10^23 (atomi/mol). Una mole
di una sostanza corrisponde a una quantità contenente un numero di atomi uguale ad
Na. Dalla mole si ricava la massa molare (g/mol). La massa molare di un qualunque
elemento ha lo stesso valore del peso atomico espresso in u.m.a

LA RADIOATTIVITÀ ED I PROCESSI NUCLEARI.

Esistono in natura 300 nuclidi, 270 sono stabili, mentre i restanti sono radioattivi,
emettono radiazioni, e sono chiamati radionuclidi o radioisotopi. La stabilità di un
nuclide dipende dal rapporto tra il numero di protoni (Z) e quello dei neutroni (A-Z). i
nuclidi stabili occupano una fase pari Z <=20. I nuclidi che hanno una differenza
sfavorevole tra protoni e neutroni e non appartengono alla fascia stabile dei nuclidi
tendono a trasformarsi in particelle, accompagnate da radiazione elettromagnetica sino
a ottenere una struttura nucleare stabile (decadimento radioattivo). Il decadimento
radioattivo è indipendente dal legame chimico, stato di aggregazione, temperatura,
pressione. I radionuclidi decadendo emettono particelle di diverso tipo chiamate raggi.
Esistono i raggi (alfa), raggi (beta), raggi (gamma)

Decadimento alfa: la radiazione alfa è caratteristica dei radionuclidi Z>82 e A> 200.
Il raggio alfa è formato da nuclei di elio con 2 protoni e 2 neutroni. La trasformazione
di un nuclide per effetto di un emissione del raggio alfa, provoca nel nuclide una
diminuzione sia del numero atomico, che del numero di massa. I raggi alfa quando
vengono emessi hanno un’energia cinetica alta e una velocita bassa a causa della
elevata massa delle particelle che formano i raggi alfa. Quindi scarso potere di
penetrazione. (carta)

Decadimento beta (negativo): viene espulso dal nucleo un elettrone in seguito alla
trasformazione di un neutrone in protone. Insieme all’elettrone è emesso anche un
antineutrino, privo di carica e massa nulla. Quindi un nuclide per effetto di un
decadimento beta (meno) si trasforma in un altro avente stesso A, mentre Z aumenta
di un’unità. Le particelle dei raggi beta – hanno una massa piccola e velocità molto
maggiore delle particelle alfa. (lastra di piombo spessa 0,5 cm)

Decadimento beta (positivo): la radiazione beta+ è formata da particelle con massa


e carica elettrica pari a quella dell’elettrone, chiamati positroni. Hanno origine nel
nucleo in seguito ala trasformazione di un protone in neutrone. Per effetto di un
emissione beta+ un nuclide si trasforma nel suo isobaro con numero atomico diminuito
di un’unità. (lastra di piombo spessa 0,5 cm)

La cattura elettronica (cattura K)

La radiazione gamma: hanno origine nucleare. Il nucleo dopo avere emesso una
particella si trova in uno stato eccitato, alta energia, passando poi ad uno stato a bassa
energia emettendo contemporaneamente raggi gamma. I raggi gamma hanno un
potere di penetrazione più alto rispetto a quello dei raggi alfa e beta. (lastra di piombo
spessa 10 cm)
ONDE ELETTROMAGNETICHE.

Le onde elettromagnetiche formano le radiazioni luminose. Sono di tipo sinusoidale e


sono caratterizzate da un campo elettrico e magnetico i quali hanno una direzione
perpendicolare a quella di propagazione dell’onda. Le onde elettromagnetiche sono
onde di tipo trasversali. I parametri caratteristici sono:

l’ampiezza massima, lunghezza d’onda (distanza tra due creste di una stessa onda), il
periodo (tempo impiegato dall’onda a percorre una distanza pari a ), la frequenza v
(inverso del periodo), il numero di onde , (inverso di ). La velocità di propagazione
dipende dal mezzo attraversato dalla luce, nel caso del vuoto la velocità è uguale a
quella della luce). Le radiazioni elettromagnetiche che cadono nel visibile hanno una
lunghezza d’onda compresa tra i 400-800 nm.

Effetto fotoelettrico: consiste nell’emissione di elettroni da parte di materiali


(metalli), quando sono colpiti da radiazione elettromagnetica con frequenza alta.
L’emissione degli elettroni avviene quando la radiazione incidente con il metallo ha una
frequenza maggiore di una frequenza soglia. Il numero di elettroni è proporzionale
all’intensità della radiazione. L’energia cinetica degli elettroni non è influenzata
dall’intensità della radiazione. L’effetto fotoelettrico fu dato a Einstein (1905). Dedusse
che le radiazioni elettromagnetiche quando interagiscono con la materia si comportano
come se costituite da quanti di luce, che poi ha chiamato fotoni. Quindi, quando un
fotone interagisce con la materia, colpendo un atomo, cede a quest’ultimo una energia
pari a h*v, che se è maggiore di quella necessaria per strappare un elettrone
dall’atomo, l’elettrone viene espulso con un energia pari alla differenza tra l’energia del
fotone e la propria energia di legame.

Principio di indeterminazione : l’impossibilità di parlare di traiettoria e quindi di


orbita di un elettrone in un atomo è contenuta nel principio di indeterminazione di
Heinsberg. Esso afferma che non si possono misurare contemporaneamente con
assoluta precisione le componenti della posizione e velocità. La distribuzione degli
elettroni di un atomo non può essere descritta attraverso la conoscenza delle posizioni
occupate nel tempo.

Le onde di De Broglie:

Gli esperimenti di De Broglie, accompagnati dai fenomeni di diffrazione hanno


affermato che il moto di un qualunque corpo è accompagnato dalla propagazione di
onde. Infatti i risultati di diffrazione di fasci di elettroni hanno approvato che alla
propagazione (di elettroni), è associato un fenomeno ondulatorio, proprio come la
propagazione di fotoni implica l propagazione di onde elettromagnetiche. Le onde di De
Broglie non sono onde di tipo elettromagnetiche. La loro lunghezza d’onda è tanto più
piccola quanto più grandi sono la velocità e la massa del corpo. Poiché non è furbo
descrivere Il moto degli elettroni di un atomo attraverso la propagazione delle onde di
de Broglie, usando le leggi della meccanica classica o le leggi dell’ottica geometrica, in
quanto richiede calcoli molto complessi, è necessario introdurre un altro tipo di
meccanica chiamata meccanica ondulatoria.
Meccanica ondulatoria ed equazione di Schrodinger: Schrodinger studiò
l’equazione fondamentale della meccanica ondulatoria valida per onde di qualunque
tipo.

Le funzioni d’onda (psi), che sono funzioni soluzioni (chiamate autofunzioni)


dell’equazioni di Schrodinger nel caso dell’atomo di idrogeno sono molto complesse e
contengono anche tre parametri, chiamati numeri quantici:

 Numero quantico principale (n): assume tutti i valori interi. Esso è legato alla
discretizzazione dell’energia dell’elettrone
 Numero quantico secondario (l): fissato n, può assumere valori interi compresi
tra 0 e (n-1). Esso è legato alla discretizzazione del modulo del momento della
quantità di moto orbitale dell’elettrone.
 Numero quantico magnetico (ml): fissato l, assume valori tra -l e l con 0
compreso. È legato alla discretizzazione de momento della quantità di moto
orbitale dell’elettrone lungo una direzione prefissata.

Gli orbitali

ogni funzione(psi), soluzione dell’equazione di Schrodinger, caratterizzata da una terna


di numeri quantici, è chiamata orbitale. Ogni orbitale corrisponde ad un determinato
stato quantico. Ad ogni valore di n corrisponde un determinato livello energetico
(l’energia è data da una formula ben
l=0 Orbitali di tipo s
l=1 Orbitali di tipo p specifica) , chiamato strato o guscio. Gli
l=2 Orbitali di tipo d orbitali dell’atomo di idrogeno, stessa cosa
l=3 Orbitali di tipo f per un qualsiasi atomo polielettronico,
prendono differenti denominazioni, a
seconda del valore del numero quantico secondario.

Questa nomenclatura è valida qualunque sia il valore del numero quantico principale
(n)

 1s : n=1, l=0, ml=0


 3p : n=3, l=1, ml=0, ± 1

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