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Chimica Nucleare

• La chimica nucleare studia la struttura del


nucleo atomico, le trasformazioni cui
questo va incontro e le conseguenze
chimiche di tali trasformazioni.
La scoperta della radioattività
Nel 1896 il fisico francese Antoine-Henry Becquerel
scoprì per caso che i composti dell’uranio emettevano
spontaneamente radiazioni capaci di impressionare
le lastre fotografiche e attraversare la materia.
Per questo motivo il fenomeno
fu chiamato emissione di raggi uranici.

La scienziata polacca Marie Sklodowska Curie


si accorse che il fenomeno si verificava
anche per altri elementi e ribattezzò l’emissione
di raggi uranici con il termine di radioattività.

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La scoperta della radioattività

La radioattività è il fenomeno naturale per cui alcuni


atomi emettono spontaneamente radiazioni.

Gli atomi in grado di emettere radiazioni


sono chiamati atomi radioattivi.

Il fisico Rutherford, scoprì che le radiazioni


emesse dagli atomi radioattivi derivavano
dai nuclei degli atomi e potevano essere di tre tipi:

raggi , raggi  e raggi .


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La scoperta della radioattività

Il fisico inglese William Crookes si accorse


che la radioattività di un campione di uranio
aumentava nel tempo.

Rutherford e Frederick Soddy spiegarono


questo aumento con l’ipotesi che l’atomo di uranio
si trasforma nell’atomo di un altro elemento
in grado di emettere più radiazioni.

Un atomo di un elemento radioattivo può quindi


trasformarsi in un atomo di un altro elemento.

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L’era atomica
Nel 1919 Rutherford dimostrò sperimentalmente
che un elemento poteva essere trasformato in un altro.

Gli scienziati iniziarono a trasformare chimicamente


gli atomi, bombardandoli con particelle subatomiche,
nell’intento di creare nuovi isotopi radioattivi,
i radioisotopi,
.

A partire dal 1929 si costruirono


gli acceleratori di particelle,
apparecchi capaci di accelerare le particelle
per ottenere urti sempre più forti.
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L’era atomica
Quando un nucleo è colpito da una particella
ad alta energia si può scomporre o trasformare,
generando nuovi isotopi o nuovi elementi chimici.

Dal 1941 al 1951 furono preparati artificialmente


una decina di elementi non esistenti in natura.

Nel 1934 il fisico italiano Enrico Fermi


bombardò con neutroni gli atomi di uranio.

Il tedesco Otto Hahn scoprì che, a causa


di questo bombardamento, il nucleo dell’atomo di uranio
si scindeva in due parti e si liberavano tre neutroni.
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L’era atomica
A seguito degli approfonditi studi guidati da Fermi,
il 2 dicembre 1942 iniziò a funzionare
la prima pila atomica, un sistema capace
di generare enormi quantità di energia
utilizzando le reazioni nucleari.

Nel luglio del 1945, in un deserto degli Stati Uniti,


fu fatta esplodere la prima bomba atomica sperimentale.
Un mese dopo due bombe atomiche
sganciate da aerei americani distrussero completamente
le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

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Il nucleo
Il nucleo è un insieme di nucleoni
(protoni, p e neutroni, n) uniti tra loro.

I neutroni sono responsabili delle forze


nucleari che uniscono tra loro i nucleoni
e si oppongono alle forze elettrostatiche
di repulsione: FORZA NUCLEARE
FORTE La stabilità del nucleo
dipende dal rapporto
La maggior parte (non tutti) dei nuclidi tra il numero dei neutroni e
sono isotopi stabili, ovvero tali che un il numero dei protoni.
consistente numero di protoni e neutroni Quanti più protoni vi sono
si trova in un volume molto piccolo (il in un nucleo,
nucleo dell’atomo) tanti più neutroni
occorrono per renderlo
stabile.
Nuclidi
• Il numero di protoni è il numero atomico Z
• Il numero totale di nucleoni (protoni + neutroni) è
il numero di massa A dell'elemento
• Il numero di neutroni (N) può variare in misura
ridotta e differenzia gli isotopi di un elemento:
atomi con medesimo numero atomico ma
differente numero di massa (numero di neutroni).
• Ciascun isotopo di un elemento è detto nuclide
ISOTOPI sono elementi che hanno uguale
numero atomico Z

Es.: gli isotopi del Calcio hanno tutti 20 protoni nel nucleo ma il
numero dei neutroni varia da 20 a 28

Z N A simbolo Z : numero atomico


20 20 40 40
Ca N : numero di neutroni
A : numero di massa (N+Z)
20
20 22 42 42
Ca
20 23 43 20Ca
43

20 24 44 44
20
Ca
20 25 45 45
Ca
20 26 46 20Ca
46

20 28 48 48
20
Ca
Il decadimento radioattivo
l processo attraverso il quale un nucleo instabile
emette spontaneamente radiazioni per stabilizzarsi
prende il nome di decadimento radioattivo.

Il decadimento radioattivo è rappresentato


attraverso una particolare equazione chimica,
chiamata equazione nucleare.

In una equazione nucleare la somma dei numeri atomici


e la somma dei numeri di massa devono risultare uguali
in entrambi i membri dell’equazione.

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DECADIMENTO RADIOATTIVO

• L'emissione di una particella  o  da un nucleo è il


risultato di un decadimento nucleare.

• Il decadimento trasforma il nucleo di un elemento in quello


di un altro elemento.

• Quasi sempre le radiazioni  o  sono accompagnate da


raggi : il nuovo nucleo è in una situazione di elevato
contenuto energetico e si riassesta emettendo un fotone
di raggi 
Il decadimento α

Si verifica quando
un nucleo emette una particella .

Il decadimento  riguarda nuclei pesanti (Z>83).

La particella  è costituita da due protoni


e due neutroni.

A seguito del decadimento  il numero di massa


diminuisce di 4 unità e il numero atomico di 2 unità.

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6.5 Il decadimento radioattivo

A seguito del decadimento  ogni atomo


si trasforma in un atomo dell’elemento
che lo precede di due posti nel Sistema periodico.

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Il decadimento 

Il decadimento può provocare l'emissione di due tipi di


particelle,
particelle – e particelle +.

La particella – corrisponde a un elettrone.

La particella + corrisponde a un positrone.


(elettrone di antimateria)

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Il decadimento 
Nel decadimento – un neutrone di un nucleo
si trasforma in un protone emettendo una particella –.

Avviene se c’è un eccesso di neutroni.

A seguito del decadimento – il numero di massa rimane


invariato e il numero atomico aumenta di 1 unità.

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Il decadimento 
Il decadimento – prevede la trasformazione
di un neutrone in un protone.

Con l’emissione di una particella – l’idrogeno diventa elio


e il carbonio diventa azoto.

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Il decadimento 

Un elemento radioattivo che emette una particella –


si trasforma in un elemento che lo segue di un posto
nel Sistema periodico.

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Il decadimento 
Nel decadimento + un protone di un nucleo
si trasforma in un neutrone emettendo una particella +.

A seguito del decadimento +


il numero di massa rimane invariato
e il numero atomico diminuisce di 1 unità.

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Il decadimento 

Un elemento radioattivo che emette una particella +


si trasforma in un elemento che lo precede di un posto
nel Sistema periodico.

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Il decadimento 

Il decadimento  avviene quando


il nucleo di un atomo emette una radiazione .
Una radiazione  è un’onda elettromagnetica
ad alta frequenza.
Un nucleone che si trova in uno stato di alta energia
può passare allo stato energetico inferiore
rilasciando la differenza di energia
sotto forma di fotone .

Con il decadimento  il numero atomico


e il numero di massa non variano.

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Caratteristiche delle radiazioni

Una radiazione , chiamata anche particella ,


è costituita da due protoni e due neutroni
e pertanto corrisponde a un nucleo di elio
con due cariche positive.

Queste radiazioni viaggiano a elevata velocità,


ma, per la loro massa relativamente alta,
riescono ad attraversare solo corpi molto sottili
e non sono quindi particolarmente pericolose,
se non vengono introdotte direttamente nel corpo.

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Caratteristiche delle radiazioni

Una radiazione , è un elettrone emesso da un


neutrone che diventa un protone.

Le particelle  sono emesse dal nucleo


ad altissima velocità
e hanno una massa quasi 7000 volte inferiore
e una velocità circa tripla delle particelle 
e sono perciò molto più penetranti
e pericolose.

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Caratteristiche delle radiazioni

Un raggio ,
è una radiazione elettromagnetica
ad altissima frequenza.

L’emissione di radiazioni ,
fa diminuire l’energia del nucleo,
ma non la sua massa.

I raggi  sono in media 100 volte


più penetranti delle particelle 
e sono sempre pericolose per l’uomo, anche
se sono emesse da sorgenti molto lontane.
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Potere penetrante delle radiazioni
Il decadimento radioattivo

Riassumendo:

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Il tempo di dimezzamento
Il decadimento radioattivo è un processo casuale.
Pertanto non è possibile determinare l’istante
in cui un nucleo si disintegrerà, ma si può prevedere
la probabilità che un certo numero di nuclei
si trasformi in un certo intervallo di tempo.

Il tempo necessario per avere il decadimento


di metà degli atomi di un radioisotopo
si chiama tempo di dimezzamento (t1/2)
e ha valore costante per ogni elemento radioattivo.

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Il tempo di dimezzamento

Nel caso del decadimento del 32P, ogni 14 giorni la quantità


del radioisotopo si riduce alla metà della quantità precedente.
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Il tempo di dimezzamento

Il tempo di dimezzamento è caratteristico per ogni isotopo e non è


influenzato dalla pressione, dalla temperatura e dai legami chimici.
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Il tempo di dimezzamento
Il metodo radiometrico per determinare
l’età delle rocce si basa sulla costanza
del tempo di dimezzamento.
Scelta la coppia di isotopi più idonea, si misurano
le quantità presenti di nuclei genitori e di nuclei figli
e dal loro rapporto si calcola il tempo intercorso
dalla formazione della roccia.

L’isotopo 14 del carbonio,


che ha un tempo di dimezzamento di 5730 anni,
si presta bene per datare reperti e rocce
che abbiano meno di 80000 anni.

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Il tempo di dimezzamento

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Il tempo di dimezzamento
Dopo la sua formazione nell’atmosfera da atomi
di azoto, il carbonio-14 si combina con l’ossigeno
e forma diossido di carbonio.

Attraverso la fotosintesi operata dalle piante,


che prelevano il diossido di carbonio dell’aria,
il 14C va a costituire le molecole dei sistemi viventi.

Con la morte e il seppellimento degli organismi


il 14C comincia a diminuire.

La misura della quantità di carbonio-14 rimasta


permette di calcolare l’età del reperto.
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Famiglie radioattive
Tutti gli isotopi degli elementi dal Polonio all’Uranio sono radioattivi.
 

Molti hanno tempi di dimezzamento corti, anche nell’ordine di alcune ore

Ma se alcuni nuclidi hanno tempi di dimezzamento corti,


come fanno ad esistere in natura?
Non dovrebbero essere già “esauriti” da milioni di anni?
NO, visto che sono prodotti da nuclidi con tempi di dimezzamento lunghi, che
continuano a “rifornire” costantemente di quel determinato isotopo

Esistono alcuni isotopi radioattivi con tempi di dimezzamento molto lunghi (ca
107 a) che garantiscono la presenza in natura di una quantità costante di tutta
una serie di nuclidi con tempi di dimezzamento molto piu’ brevi
Le famiglie radioattive

Quando un radioisotopo subisce un decadimento  o  il suo


numero atomico cambia e si forma un nuovo elemento.

L’isotopo prodotto potrebbe essere a sua volta un radioisotopo


instabile che decade ancora.

Tutti i radioisotopi che derivano dal decadimento dello stesso


isotopo iniziale costituiscono una famiglia radioattiva.

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Il decadimento radioattivo
La famiglia radioattiva del torio-232

Dall’isotopo 232 del torio si arriva, dopo una serie


di decadimenti  o   al piombo-208.

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Nucleosintesi
La formazione degli elementi chimici può
essere ottenuta
• riscaldando una sostanza fino temperature
elevatissime
• bombardando i nuclei con particelle
elementari accelerate
• La trasmutazione indotta da neutroni è più
facile: non subisce repulsione elettrostatica
dalla carica elettrica del nucleo.
Le trasmutazioni nucleari
Dei 112 elementi del Sistema periodico,
solo una novantina si trovano stabilmente in natura.
Gli altri, gli elementi artificiali, sono stati sintetizzati
dall’uomo bombardando atomi di altri elementi.

Gli elementi che seguono l’uranio nel Sistema periodico,


e che sono perciò chiamati elementi transuranici,
sono stati prodotti con reazioni di trasmutazione nucleare.

Il processo con cui un elemento chimico per mezzo


di reazioni nucleari viene trasformato in un altro
prende il nome di trasmutazione nucleare.

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Le trasmutazioni nucleari

Il nucleo di un atomo di azoto, colpito da una particella alfa,


cattura due neutroni e un protone e si trasforma
in un nucleo di ossigeno, liberando l’altro protone.

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Le trasmutazioni nucleari

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L'attività di una sorgente
radioattiva
• Curie (Ci) da Marie Curie: attività di 1 g di
radio-226 in cui si verificano 3,7x 10 10
disintegrazioni nucleari per secondo.
• Bequerel (Bq): disintegrazioni per secondo
(DPS)
• Conta per minuto (CPM): relativa allo
strumento usato ed alla fonte radioattiva
Unità di radiazioni

• Rad: quantità di
radiazione
depositata per Kg
di tessuto umano
• Rem: dose
efficace che tiene
conto del potere
distruttivo delle
diverse radiazioni
La fissione nucleare
Nel 1938 si scoprì che colpendo un atomo di uranio
con un neutrone si formavano due nuclei, tre neutroni
e si liberava una elevata quantità di energia.

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La fissione nucleare

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La fissione nucleare

Il processo per cui un nucleo si scinde per dare


due nuclei più piccoli, particelle subatomiche
ed energia si chiama fissione nucleare.

Nel corso della fissione avvengono 3 fenomeni:

l’atomo si spezza in due;

si libera energia;

si liberano tre neutroni.


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La fissione nucleare
Con la reazione di fissione si ottengono due atomi
più piccoli, quindi più stabili e con minore energia.

L’energia che il sistema perde in questa reazione


viene liberata come calore
e sotto forma di particelle e radiazioni
altamente energetiche, come i raggi .

I neutroni che si liberano possono colpire altri atomi


innescando nuove reazioni di fissione
e la reazione è una reazione a catena.

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La fissione nucleare
Se partiamo da una piccola quantità di uranio,
una parte dei neutroni che si produce
esce dal campione e quindi non determina altre reazioni.
La velocità della reazione non aumenta
in modo eccessivo e il processo può essere controllato.

Nelle centrali nucleari la fissione


viene fatta avvenire in condizioni controllate
e il calore prodotto dalla reazione
può essere utilizzato per produrre energia elettrica.

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La fissione nucleare
Se partiamo da una quantità di uranio elevata, almeno
1 kg circa, la maggior parte dei neutroni «proiettili»
non sfugge dal campione, perché colpisce altri atomi.
La reazione va sempre più veloce,
la quantità di calore prodotto è sempre più grande
e si determina un’esplosione.

Utilizzando per la fissione una quantità di radioisotopo


inferiore a uno dato valore, detto massa critica, si produce
energia a una velocità regolabile; quando la quantità
è maggiore della massa critica, la produzione di energia
non è più controllabile e avviene un’esplosione,
come nelle bombe atomiche.
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La fusione nucleare
Si può ottenere energia anche unendo due atomi
per sintetizzarne uno più grande.

Si chiama fusione nucleare la reazione


in base alla quale due nuclei atomici
si uniscono per formarne uno più grande.

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La fusione nucleare

I nuclei di deuterio e di trizio si uniscono


e formano un nucleo di elio, liberando un neutrone ed energia.
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La fusione nucleare
I processi di fusione presentano grandi vantaggi
rispetto a quelli di fissione:

si libera una quantità di energia circa 10 volte


superiore a quella prodotta nei processi di fissione;

gli isotopi dell’idrogeno necessari per la fusione


sono relativamente abbondanti, mentre l’uranio fissile
esistente in natura è una risorsa limitata;

il processo di fusione non ha il problema


della produzione di grandi quantità di scorie radioattive.

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La fusione nucleare
Affinché a reazione di fusione nucleare possa avvenire
occorrono temperature più elevate di dieci milioni di gradi
per far avvicinare e fondere insieme i due nuclei positivi.

Alle temperature a cui avviene la fusione nucleare


gli atomi si dissociano in nuclei ed elettroni, dando luogo
a uno stato della materia del tutto particolare denominato plasma.
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Confronto tra reazioni chimiche
e reazioni nucleari
Reazioni chimiche Reazioni nucleari

Coinvolgono solo gli elettroni Coinvolgono solo il nucleo


degli orbitali esterni dell’atomo

Non si producono Si possono produrre


nuovi elementi chimici nuovi elementi chimici

La velocità di reazione Il tempo di dimezzamento


è influenzata da molti fattori è costante

Coinvolgono piccole quantità Si possono produrre


di energia grandi quantità di energia

Avvengono comunemente in natura Per realizzarle occorrono


o si possono realizzare apparecchiature costosissime
in un semplice laboratorio e molto sofisticate

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