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OLIMPIADI DELLE SCIENZE NATURALI 2015 - XIII EDIZIONE – FASE REGIONALE (TRIENNIO)

La prova è costituita da 9 parti, da pagina 1 a pagina 13, per un totale di 50 domande.

PARTE PRIMA – Un “proiettile magico” per il cancro al seno

Le 7 domande che seguono riguardano una nuova cura per il cancro al seno. Le domande sono introdotte da testi che
dovrai leggere attentamente e da una figura ai quali dovrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a
ciascuna domanda nel foglio risposte allegato.

Il trastuzumab emtansina (abbreviato T - DM1) è un nuovo farmaco antitumorale costituito da due parti principali:
l’anticorpo monoclonale trastuzumab (Herceptin) e la mertansina, un potente agente citotossico. Esso è utilizzato per
la cura dei tumori al seno che sovraesprimono sulla superficie delle loro cellule il recettore HER2, un recettore che le
rende particolarmente aggressive. Il trastuzumab si lega al recettore HER2 e blocca la crescita delle cellule tumorali,
mentre la mertansina entra nelle cellule e le distrugge. Il TMD1 è stato definito come un “proiettile magico” in quanto
trasporta la potente citotossina specificamente alle cellule tumorali, lasciando intatte le altre. Analizziamo ora più da
vicino le principali molecole coinvolte nel meccanismo d’azione del T-DM1.

A - Il recettore HER2: HER2 è un recettore del fattore di crescita dell’epidermide umana (la sigla HER2 deriva infatti
da Human Epidermal Receptor). A tale recettore possono legarsi alcuni fattori di crescita circolanti nel corpo umano,
attivandolo e scatenando la proliferazione cellulare e la differenziazione delle cellule. Questo recettore può essere
iperespresso, cosa che si verifica in diversi tipi di tumori, tra cui il 25-30% dei tumori al seno. Dal punto di vista
chimico HER 2 è una glicoproteina di membrana prodotta da uno specifico gene, localizzato sul cromosoma 17. La sua
iperespressione nelle cellule tumorali è dovuta a una mutazione genica. Il gene HER2 è infatti un oncogene.

1. Cosa vuol dire che nelle cellule tumorali il recettore HER2 è iperespresso?
a) Che il gene che specifica per il recettore HER2 è bloccato, per cui la glicoproteina non viene prodotta.
b) Che, rispetto alla normalità, sulla membrana cellulare delle cellule tumorali esistono molte più copie del
recettore.
c) Che, rispetto alla normalità, sulla membrana cellulare delle cellule tumorali esistono molte meno copie del
recettore.
d) Che il sito attivo di HER2 delle cellule in cui tale recettore è iperespresso ha una affinità verso i fattori di
crescita molto più elevata rispetto alle cellule normali.
e) Che, rispetto alle cellule normali, nelle cellule in cui il recettore HER2 è iperespresso può legarsi ad esso un
numero molto più ampio di fattori di crescita diversi.

2. La glicoproteina HER2:
A) È priva di struttura terziaria.
B) È costituita unicamente da amminoacidi.
c) Presenta nella sua struttura una componente lipidica.
d) Trasduce un segnale, influenzando la regolazione del ciclo cellulare.
E) È presente solo nelle cellule tumorali.

3, Gli oncogeni:
a) Sopprimono la risposta immunitaria dell’organismo, favorendo la trasformazione neoplastica
b) Stimolano la proliferazione cellulare: in seguito a mutazione determinano un’acquisizione di funzione,
favorendo la trasformazione neoplastica.
c) Stimolano la proliferazione cellulare: in seguito a mutazione determinano una perdita di funzione, inibendo la
trasformazione neoplastica.
d) Frenano la proliferazione cellulare: in seguito a mutazione determinano un’acquisizione di funzione, favorendo
la trasformazione neoplastica.
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e) Frenano la proliferazione cellulare: in seguito a mutazione determinano una perdita di funzione, inibendo la
trasformazione neoplastica.

B – L’anticorpo: Il trastuzumab (T) è un anticorpo monoclonale della classe delle IgG. L’anticorpo lega strettamente il
recettore HER2 impedendo lo scambio di segnali e la proliferazione cellulare. Si ritiene che l’anticorpo agisca mediante
tre meccanismi:
1. È un antagonista del fattore di crescita che si lega a HER2.
2. Segnala alle cellule immunitarie di attaccare e distruggere le cellule con il recettore.
3. Possiede un effetto sinergico e/o additivo nei confronti degli altri agenti chemioterapici comunemente utilizzati
nella terapia.
Il trastuzumab ha dimostrato un’efficacia significativa nel trattamento del tumore al seno HER2 positivo sia metastatico
sia nelle fasi iniziali. Utilizzato da solo o in combinazione con la chemioterapia standard, ha mostrato un aumento della
percentuale di risposta, della sopravvivenza libera da malattia, della sopravvivenza generale e della qualità della vita
delle donne.

4. Il trastuzumab è una IgG. Le IgG:


a) Costituiscono il primo tipo di anticorpi prodotti nel corso di una risposta immunitaria.
b) Sono una classe di immunoglobuline con struttura polimerica.
c) Sono l’unica classe di immunoglobuline presenti nell’uomo.
d) Sono costituite da due catene pesanti e due catene leggere.
e) Hanno 4 siti di legame per l’antigene.

5. Cosa significa che il trastuzumab è una molecola antagonista nei confronti del fattore di crescita HER2?
a) Che è una molecola che si lega stabilmente al recettore HER2 degradandolo.
b) Che è una molecola che agisce in sinergia con i fattori di crescita, facilitando la trasduzione del segnale.
c) Che, a differenza dei fattori di crescita circolanti nel corpo umano, è una molecola incapace di legarsi al
recettore HER2.
d) Che il legame tra il trastuzumab e il recettore HER2 modifica la permeabilità della membrana determinando la
trasduzione del segnale.
e) Che è una molecola che, pur legandosi selettivamente al recettore HER2, non lo attiva, in quanto priva di
attività intrinseca.

C - L’agente citotossico: la mertansina


(DM1) è un veleno antimicrotubulare molto
tossico ed è legato stabilmente all’anticorpo
per mezzo di una molecola legante (MCC
linker). La molecola legante (MCC) si lega
alla mertansina (DM1) con un legame
tioetere. Ogni molecola di anticorpo lega 3 –
4 molecole di DM1. Il complesso
Trastuzumab-MCC-DM1 si scinde
all’interno delle cellule, nei lisosomi, dove la
molecola legante rilascia il potente veleno
DM1. Il danno cellulare che ne risulta uccide
le cellule tumorali ma risparmia le cellule
normali La DM1 blocca la divisione
cellulare (mitosi) legandosi alla tubulina.

6. Il legame tioetere con cui la molecola Struttura del trastuzumab emtansina (T-DM1)
legante lega la mertansina (DM1) coinvolge Da Discovery Medicine, A. Beck et al., Discov. Med. 10 (53), 329–339 (2010).
un atomo di:
a) Azoto
b) Zolfo
c) Carbonio
d) Ossigeno
e) Idrogeno

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3

7. La DM1 all’interno delle cellule:


a) Blocca la divisione cellulare (mitosi) inibendo la polimerizzazione dell’actina.
b) Blocca la divisione cellulare (mitosi) inibendo la polimerizzazione della tubulina.
c) Si lega al sito operatore di alcuni geni specifici, impedendone la trascrizione.
d) Impedisce la formazione del fuso mitotico.
e) Sono vere b) e d).

PARTE SECONDA – Un po’ di genetica

Le 4 domande che seguono riguardano la genetica classica. Le domande sono introdotte da alcuni testi e figure ai
quali dovrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato

8. Lo schema sotto raffigura la mappa di 4 loci genici, A, E, W, B;. Le rispettive distanze tra i loci sono espresse
in centimorgan (cM), l'unità di misura della distanza genetica tra due loci.

Fra quale dei quattro loci è probabile sia più frequente la ricombinazione?
a) A e B
b) E e W
c) A e W
d) A e E
e) W e B

9. La produzione di ricombinanti genetici può avvenire per:


a) Inattivazione di alcune parti di un cromosoma.
b) Metilazione della citosina, la base azotata che costituisce il substrato per la quasi totalità delle metilazioni nel
DNA eucariotico.
c) Non disgiunzione dei cromosomi durante l’anafase della meiosi.
d) Crossing over e riassortimento indipendente.
e) Delezioni e duplicazioni che si verificano durante la meiosi.

10. La duplicazione di un intero assetto cromosomico si definisce:


a) Inserzione.
b) Ricombinazione.
c) Poliploidia.
d) Aneuploidia.
e) Inversione.

11. La genetica di popolazione :


a) Studia le frequenze dei diversi genotipi e dei diversi alleli all’interno di un gruppo di individui.
b) Studia le mutazioni che si verificano all’interno di un gruppo di individui.
c) Si occupa degli spostamenti di una popolazione naturale.
d) Studia i meccanismi di speciazione.
e) Studia la distribuzione di una certa specie all’interno di un dato continente.

PARTE TERZA – Nessuna malattia è così rara da non meritare attenzione

Le 7 domande che seguono sono dedicate a una rara malattia genetica, la malattia di Hirschsprung, o megacolon. Le
domande sono introdotte da un testo e da una scheda informativa sulla malattia alla quale dovrai fare riferimento per
fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato.

Parigi, 6 Marzo 2014. Con qualche giorno di anticipo nasce Elio. E’ il terzo figlio maschio di una giovane coppia di
origine italiana. Subito dopo le gioie iniziali ecco presentarsi le prime preoccupazioni: non si può tornare presto a
casa poiché il neonato non ha ancora eliminato il meconio. È necessario indagare sulle cause.....
Dopo numerosi controlli medici, analisi e consulti, arriva la diagnosi: il piccolo è affetto dal morbo di Hirschsprung
e al raggiungimento dei 4,00 kg – ed Elio non cresce con facilità – deve entrare in sala operatoria per un intervento
non semplice né senza rischi.
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La malattia di Hirschsprung, o megacolon congenito agangliare, è una malattia multigenica  caratterizzata


dall'assenza, per un tratto del canale alimentare, del plesso mioenterico e del plesso sottomucoso, che garantiscono la
coordinazione dei movimenti peristaltici intestinali.  Deve il suo nome al medico danese Harald Hirschsprung che per
primo la descrisse nel 1886. E’ nota anche come malattia di Mya, da Giuseppe Mya, il pediatra italiano, morto nel
1911, che nel 1894 pubblicò a Firenze i suoi lavori relativi all’osservazione dei piccoli pazienti affetti da questa
malattia. Ha un’incidenza di circa 1 caso ogni 5000 nati vivi e dimostra un'evidente predilezione per il sesso maschile.
Inizialmente é stata osservata in individui con sindrome di Down. Si manifesta in genere senza precedenti in famiglia.
Nella maggior parte dei casi il principale gene interessato è localizzato sul cromosoma 10, ma la sua mutazione è
correlata con delezioni di geni localizzati sul cromosoma 13 e di altri geni localizzati sul cromosoma 2. Durante
l’embriogenesi le mutazioni geniche determinano un arresto della migrazione delle cellule nervose primordiali
all’interno dell’intestino primitivo. La  mortalità della malattia di H. è solitamente inferiore al 3%, ma può
raggiungere il 10% nei casi di  enterocolite e nei casi in cui il tratto agangliare raggiunge anche l’ileo. Nel 7 – 13%
dei casi, come grave complicazione post- operatoria, può insorgere una costipazione persistente.

12. Con il termine megacolon si intende:


a) La normale condizione del colon consistente in una sua dilatazione di vaste proporzioni. Si manifesta con
enorme produzione di feci nell’intestino, dilatazione dell’addome e stitichezza cronica. La cura per i casi più
gravi è farmacologica. 
b) Una condizione abnorme del colon consistente in un suo restringimento di vaste proporzioni. Si manifesta
con enorme accumulo di feci nell’intestino, dilatazione dell’addome e stitichezza cronica. La cura per i casi
più gravi è chirurgica. 
c) La normale condizione del colon consistente in una sua dilatazione di vaste proporzioni. Si manifesta con
enorme accumulo di feci nell’intestino, dilatazione dell’addome e stitichezza cronica. La cura per i casi più
gravi è farmacologica. 
d) Una condizione abnorme del colon consistente in una sua dilatazione di vaste proporzioni. Si manifesta con
enorme accumulo di feci nell’intestino, dilatazione dell’addome e stitichezza cronica. La cura per i casi più
gravi è chirurgica. 
e) Una condizione abnorme del colon consistente in una sua dilatazione di vaste proporzioni. Si manifesta con
scarsa produzione di feci nell’intestino, restringimento dell’addome e stitichezza cronica. La cura per i casi
più gravi è chirurgica. 

13. La malattia di Hirschsprung é legata all’anomalia della migrazione in senso cranio-caudale di cellule embrionali:
a) Di origine mesodermica.
b) Di origine endodermica.
c) Di origine ectodermica.
d) Appartenenti ai tre foglietti embrionali.
e) Appartenenti ad uno qualsiasi dei tre foglietti embrionali.

14. Il Dott. Hirschsprung e il Dott. Mya:


a) Descrissero per primi le condizioni dei piccoli pazienti e studiarono le complicazioni anatomico –
fisiologiche causate dalla presenza e dalla manifestazione della trisomia 21 che sta alla base della malattia.
b) Collaborarono per individuare nei piccoli pazienti le mutazioni geniche che stanno alla base della malattia.
c) Descrissero per primi le condizioni dei piccoli pazienti e studiarono le complicazioni anatomico –
fisiologiche causate dalla presenza e dalla manifestazione delle mutazioni che stanno alla base della
malattia.
d) Osservarono al microscopio ottico le anomalie cromosomiche dei cromosomi 2 , 3 e 10 e stabilirono il
rapporto tra le mutazioni geniche e la malattia.
e) Osservarono al microscopio ottico le anomalie cromosomiche dei cromosomi 21 e 10 e stabilirono il
rapporto tra la sindrome di Down e la malattia.

15. Scegli l’affermazione corretta tenendo conto della figura:


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a) Nella sezione A é evidenziato il colon presente in un caso ogni 5.000 nati vivi, situazione presente nei
pazienti affetti dalla malattia di Hirschsprung.
b) Nella sezione B é evidenziato il colon presente in un caso ogni 5.000 nati vivi, situazione presente nei
pazienti affetti dalla malattia di Hirschsprung.
c) Nella sezione B é evidenziato il colon presente in un caso ogni 5.000 nati vivi, situazione non presente nei
pazienti affetti dalla malattia di Hirschsprung.
d) Nella sezione A é evidenziato il colon presente nella maggior parte dei nati vivi, situazione presente nei
pazienti affetti dalla malattia di Hirschsprung.
e) Nella sezione B é evidenziato il colon ristretto presente in un caso ogni 5.000 nati vivi, situazione presente
nei pazienti affetti dalla malattia di Hirschsprung.

16. Nella figura della domanda precedente si possono distinguere:


a) Tutto l’intestino tenue e il retto
b) Solamente l’intestino crasso e il retto
c) Solamente il colon ascendente e l’ileo
d) Tutto il colon trasverso e l’intestino tenue
e) Solamente il colon discendente e l’ileo.

17. I termini “plesso mioenterico” (plesso di Auerbach) e “plesso sottomucoso” (plesso di Meissner) indicano due
formazioni in grado di regolare in maniera quasi del tutto autonoma le funzioni digestive. Esse sono costituite da:
a) Tessuto muscolare striato e sono situate rispettivamente nella tonaca muscolare e nella tonaca mucosa
dell’intestino. Entrambi i plessi fanno parte del Sistema Nervoso Centrale (SNC).
b) Tessuto nervoso e sono situate rispettivamente nella tonaca mucosa e nella tonaca muscolare dell’intestino.
Entrambi i plessi fanno parte del Sistema Nervoso Autonomo (SNA).
c) Tessuto nervoso e sono situate rispettivamente nella tonaca mucosa e nella tonaca muscolare dell’intestino.
Entrambi i plessi fanno parte del Sistema Nervoso Centrale (SNC).
d) Tessuto nervoso e sono situate rispettivamente nella tonaca muscolare e nella tonaca mucosa dell’intestino.
Entrambi i plessi fanno parte del Sistema Nervoso Autonomo (SNA).
e) Tessuto muscolare liscio; il primo situato nella tonaca muscolare dell’intestino ed il secondo situato nella
tonaca mucosa dell’intestino. Entrambi i plessi fanno parte del Sistema Nervoso Centrale (SNC).

18. Nel testo si afferma che il plesso mioenterico e il plesso sottomucoso, garantiscono la coordinazione dei
movimenti peristaltici intestinali. Tali plessi:
a) Non sono indispensabili per la progressione in avanti del contenuto dell’intestino crasso.
b) Fanno parte del sistema nervoso centrale.
c) Fanno parte del sistema nervoso periferico e, in particolare, di quello somatico.
d) Fanno parte del sistema nervoso periferico e, in particolare, di quello autonomo.
e) Non contengono neuroni.

PARTE QUARTA - Alla scoperta del sistema nervoso

Le 8 domande che seguono riguardano il sistema nervoso, un sistema che contribuisce in maniera determinante
all’omeostasi dell’organismo. Le domande sono introdotte da brevi testi ai quali dovrai fare riferimento per fornire le
risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato.

19. Il sistema nervoso dell’uomo è diviso in due parti, il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico. Il
sistema nervoso centrale, si compone dell’encefalo (la cui parte più importante e voluminosa è il cervello), racchiuso
nella scatola cranica, e del midollo spinale, contenuto nel canale vertebrale. Quale di queste ossa non fa parte della
scatola cranica?
a) Etmoide.
b) Parietale.
c) Occipitale.
d) Vomere.
e) Sfenoide.

20. L’encefalo ed il midollo spinale sono provvisti di una duplice protezione: sono racchiusi dalle ossa del cranio e
dalla colonna vertebrale che li proteggono e al di sotto dell’osso è presente un ulteriore involucro protettivo, costituito
dalle meningi. I tre strati di tessuto connettivo che costituiscono le meningi sono:
a) La pia madre, l’aracnoide e la dura madre.
b) La pia madre, la dura madre e il liquor.
c) L’aracnoide, la pia madre e il liquor.
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d) La pia madre, la dura madre e il velo endoteliale.


e) La pia madre, la dura madre e la barriera emato-encefalica.

21. Il cervello è rivestito esternamente da uno strato di sostanza grigia, costituita prevalentemente dai corpi cellulari
dei neuroni. Tale strato, detto corteccia cerebrale, ha uno spessore variabile tra 1,5 e 4 mm e contiene più di 10
miliardi di neuroni, oltre a numerose cellule gliali. Nel corso dell’evoluzione la corteccia cerebrale (neocorteccia)
compare per la prima volta:
a) Negli anfibi.
b) Nei rettili.
c) Nei mammiferi.
d) Nei primati.
e) Nell’uomo.

22. L’area di Broca controlla l’articolazione del linguaggio ed è localizzata proprio davanti a quella regione della
corteccia motoria che controlla il movimento dei muscoli delle labbra, della lingua, della mandibola e delle corde
vocali. L’area di Wernicke, invece, è implicata nella comprensione del linguaggio. Queste due aree sono
generalmente localizzate:
a) Rispettivamente nell’emisfero destro e in quello sinistro.
b) Rispettivamente nell’emisfero sinistro e in quello destro.
c) Entrambe nell’emisfero destro.
d) Entrambe nell’emisfero sinistro.
e) Nei maschi nell’emisfero destro e nelle femmine nell’emisfero sinistro.

23. I pazienti split brain (letteralmente «cervello diviso»)


sono individui nei quali, a seguito di un intervento
neurochirurgico, generalmente eseguito per controllare
gravi episodi di crisi epilettiche, la comunicazione tra i
due emisferi cerebrali è stata interrotta. Nel corso
dell’intervento da loro subito quale di queste strutture è
stata recisa?
a) Il ponte.
b) Il talamo.
c) La formazione reticolare.
d) Il corpo calloso.
e) L’amigdala.
24. Nei pazienti split brain si verifica una particolare condizione: è come se questi   soggetti avessero “due regni  distinti
di coscienza consapevole, due sistemi di intuito, percezione, pensiero e memoria”. In alcuni casi, infatti, la mano destra
e la mano sinistra, guidate rispettivamente dai due emisferi controlaterali , possono compiere azioni diverse se non
discordanti.
In una persona normale, nella quale le due metà del cervello comunicano l’ una con l’ altra, se la parte destra del
cervello vede una mela, tale messaggio passa all’ emisfero sinistro, che può dare un nome a quella mela.
Ad un paziente split brain viene mostrato un oggetto nella parte sinistra del suo campo visuale (che si collega   all’
emisfero destro). Nell’ipotesi che la sua area di Broca sia localizzata nell’emisfero sinistro, cosa ti aspetti che succeda?
a) L’ emisfero destro non può passare il messaggio al sinistro, e il paziente è incapace di riferire il nome
dell’oggetto.
b) L’ emisfero destro non può passare il suo messaggio al sinistro, ma il paziente è comunque capace di riferire il
nome dell’oggetto.
c) L’ emisfero destro passa il messaggio al sinistro, ma il paziente è comunque incapace di riferire il nome
dell’oggetto.
d) L’ emisfero destro passa il messaggio al sinistro, e il paziente è capace di riferire il nome dell’oggetto.
e) Poiché il messaggio proviene dalla parte sinistra del campo visivo, l’area del linguaggio viene regolarmente
attivata e il paziente è capace di riferire il nome dell’oggetto.

25. Il sistema nervoso periferico è costituito dai nervi, ossia da quei fasci di assoni che partendo dal sistema nervoso
centrale raggiungono tutti gli organi e i tessuti del corpo. Essi hanno origine da due tipi di neuroni: i neuroni motori,
che trasportano gli impulsi dal sistema nervoso centrale verso l’esterno e i neuroni sensitivi, che trasportano gli impulsi
dalla periferia verso l’interno. Quale di questi NON è un nervo cranico?
a) Trigemino
b) Ottico
c) Radiale
d) Vago
e) Statoacustico

26. La figura mostra il circuito nervoso di un tipico arco riflesso. Le lettere A, B e C indicano rispettivamente:
a) Neurone sensitivo, corpo cellulare del neurone motorio, neurone motorio.
b) Neurone sensitivo, corpo cellulare del neurone sensitivo, neurone motorio.
c) Neurone motorio, corpo cellulare del neurone sensitivo, neurone sensitivo.
d) Neurone motorio, corpo cellulare del neurone motorio , neurone sensitivo.
e) Neurone sensitivo, neurone di associazione, neurone motorio.

PARTE QUINTA – Le ammoniti, guide per il passato

Le 5 domande che seguono riguardano le ammoniti,un gruppo di molluschi marini caratteristici del Mesozoico. Le
domande sono introdotte da un breve testo al quale potrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a
ciascuna domanda nel foglio risposte allegato.

Le ammoniti sono un gruppo di molluschi marini vissuti durante tutto il Mesozoico, l’era dei grandi rettili, ed estinti alla
fine del Cretaceo, 65 milioni di anni fa. Avevano una distribuzione globale. Svariati generi, ognuno con sue
caratteristiche peculiari, sono vissuti ciascuno per un periodo relativamente breve di quest’era e ciò rende il gruppo una
sorta di bussola temporale per gli studiosi, poiché identificando uno dei loro fossili è possibile datare anche tutti gli altri
resti ritrovati nella stessa formazione. Fossili di organismi che, come le ammoniti, hanno avuto ampia distribuzione
nello spazio ma presenza ben delimitata nel tempo, vengono definiti fossili guida. I parenti moderni più stretti della
ammoniti sono i nautili.

A sinistra, un nautilo, a destra un fossile di ammonite

27. I fossili guida sono estremamente utili per datare lo strato roccioso nel quale sono inclusi. Spesso in questo modo è
possibile ricostruire in maniera indiretta anche l’età di strati intermedi racchiusi sopra e sotto da piani fossiliferi noti:
essi infatti presumibilmente dovrebbero avere un’età intermedia tra quella dei due strati fossiliferi. Tuttavia spesso ciò
non è possibile, perchè strati sovrapposti non sono disposti in ordine cronologico. Quale dei seguenti casi può
rappresentare questa situazione?
a) Un’alternanza di sinclinali e anticlinali particolarmente deformate.
b) Erosione preferenziale di strati più incoerenti.
c) Faglia a margini convergenti
d) Sono vere a) e c).
e) Sono vere a), b) e c).

28. Quale tra questi NON può essere considerato un fossile guida per il mesozoico?
a) Pterosauri.
b) Dinosauri non aviani.
c) Plesiosauri.
d) Coccodrilli.
e) Nessuno dei precedenti.

29. I fossili di ammoniti e nautili hanno permesso di ricostruire


l’andamento della velocità di rivoluzione della Luna attorno alla Terra
nel corso delle ere geologiche. Infatti le camere in cui è suddiviso il
guscio degli esemplari viventi presentano delle laminazioni e ogni
giorno si aggiunge una nuova laminazione nell’ultima camera abitata,
mentre alla fine di ogni mese lunare l’animale crea e migra in una
nuova camera.
Quante laminazioni per ciascuna camera sono riscontrabili nei fossili
più antichi?
a) Più di 29.
b) Esattamente 29.
c) Meno di 29.
d) Il numero è variato in maniera ciclica.
e) I fossili più antichi sono antecedenti alla formazione della Luna, quindi non sono indicativi.

30. Quasi paradossalmente, uno dei luoghi in cui è più frequente il ritrovamento di fossili di ammoniti è costituita dalla
catena Himalayana. Com’è possibile spiegare questo fatto?
a) Movimenti divergenti hanno portato alla formazione di nuova crosta continentale che ha sospinto verso l’alto
l’antico fondale marino, incuneandovisi sotto.
b) Una placca mista, continentale e oceanica, è stata traslata verso la catena montuosa già esistente attraverso
l’attività di una faglia trasforme.
c) Un movimento di subduzione ha fatta scivolare la crosta oceanica lungo il piano di Benioff sotto la contigua
crosta continentale. La crosta oceanica semifusa è poi risalita lungo il margine continentale creando la catena
montuosa.
d) Un movimento convergente tra due placche ha portato alla chiusura del braccio di mare interposto e poi
all’orogenesi della catena montuosa.
e) Una intensa sedimentazione ha determinato l’accumulo di detriti marini che hanno pian piano innalzato il
profilo montuoso. La successiva erosione ha poi portato allo scoperto gli strati fossiliferi.

31. Una delle facies (strato roccioso caratteristico) in cui sono più presenti i fossili di questi organismi è il rosso
ammonitico. La matrice rocciosa di tale formazione è formata prevalentemente da calcari marnosi a grana molto fine
con la possibile presenza di cristalli di calcite. Come andrebbe classificata questa roccia?
a) Sedimentaria, organogena.
b) Ignea, acida, effusiva.
c) Metamorfica con alto grado di metamorfismo di contatto.
d) Ignea, basica, effusiva.
e) Sedimentaria, chimica.

PARTE SESTA – Una datazione radiometrica con il carbonio 14

Le 6 domande che seguono riguardano il metodo radiometrico del carbonio 14, un metodo utilizzato sia in geologia sia
in archeologia per i datare reperti. Le domande sono introdotte da un testo e da un grafico ai quali dovrai fare
riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato.

Alcuni reperti archeologici e fossili possono


essere datati con il metodo del radiocarbonio,
Curva di decadimento del carbonio 14
che sfrutta la presenza nei composti di origine
biologica di un isotopo radioattivo del
carbonio, il 146C* (carbonio 14 o anche C-14). Il
carbonio 14 si origina nell’atmosfera per
azione dei raggi cosmici, che possono avviare
la trasformazione di un atomo di azoto in un
atomo di carbonio 14 secondo la reazione:
14
7 N + 10n 14
6 C* + 11p

L’isotopo 147C* decade spontaneamente con


l’emissione di radiazioni – per trasformarsi in
7N (azoto 14), con un tempo di dimezzamento
14

di circa 5730 anni. Ciò significa che ogni 5730


anni il numero di atomi di carbonio 14 presenti
in un dato campione si dimezza, come indicato
Sull’asse delle ascisse una unità corrisponde a 5730 anni nel grafico a lato. Gli atomi che prendono parte
a una reazione nucleare sono spesso indicati con
il termine nuclide, perché se ne specifica la composizione del nucleo in termini di numero di massa (indicato in alto
davanti al simbolo dell’elemento) e numero atomico (indicato in basso davanti al simbolo dell’elemento). Il nuclide
presente all’inizio della reazione nucleare è chiamato nuclide genitore, quello che si forma al termine della reazione è
chiamato nuclide figlio. L’equilibrio dinamico che si stabilisce tra la formazione del 146C* e il suo decadimento fa sì che
l’abbondanza dell’isotopo radioattivo sia 10–12 (un atomo di carbonio ogni mille miliardi è 146C*). Questa abbondanza si
riscontra identica nell’atmosfera, negli oceani, nei sistemi viventi.

32. Come si spiega il fatto che la concentrazione di carbonio14 nei sistemi viventi è uguale a quella nell’atmosfera?
a) Il carbonio dell’atmosfera diffonde all’interno dei sistemi viventi e porta al raggiungimento di una condizione
di equilibrio tra le concentrazioni dei diversi isotopi.
b) Il decadimento degli isotopi radioattivi di carbonio14 all’interno dei sistemi viventi determina la
trasformazione di un numero equivalente di isotopi non radioattivi in isotopi radioattivi.
c) Gli isotopi non radioattivi nei sistemi viventi si trasformano spontaneamente in isotopi radioattivi con velocità
analoga a quella nell’atmosfera.
d) Gli organismi fotoautotrofi organicano il carbonio presente nell’atmosfera e lo immettono nella catena
alimentare con le stesse abbondanze isotopiche che si trovano nell’atmosfera.
e) La respirazione dei sistemi viventi permette di equilibrare il carbonio dell’organismo con quello presente
nell’atmosfera.

33. Se si osserva la curva del decadimento del carbonio14, si nota che la quantità di nuclide genitore che decade nel
corso di un tempo di dimezzamento, la cui durata rimane sempre costante, diminuisce al passare del tempo. Qual è la
spiegazione di questo fatto?
a) La quantità di nuclide genitore che decade è proporzionale al numero di isotopi presenti e il decadimento
provoca una diminuzione continua del numero di questi isotopi.
b) I nuclidi che si sono conservati sono quelli più resistenti al processo di decadimento, pertanto il loro
decadimento diventa via via meno probabile.
c) La probabilità di decadere per ogni singolo isotopo radioattivo di carbonio14 diminuisce con il passare del
tempo.
d) I legami che si formano in numero crescente con i composti organici rendono più stabili gli isotopi radioattivi
di carbonio14.
e) I processi di fossilizzazione allontanano una parte del carbonio presente nei resti dell’organismo e fanno
diminuire di conseguenza il numero di isotopi di carbonio14 che decadono.

34. Un cinghiale adulto del peso di 100 kg contiene 20 kg di carbonio, dei quali fanno parte anche 1 • 10 15 atomi di
carbonio 14 radioattivi, per una massa complessiva di 2 • 10 –8 g (due centomilionesimi di grammo). Ogni secondo,
decadono in media 3 • 10 3 atomi di carbonio 14 radioattivi. La presenza del carbonio 14 nell’organismo rimane però
costante nel tempo. Come si spiega questo fatto?
a) Alcuni atomi non radioattivi di carbonio nell’organismo si trasformano in atomi di carbonio 14, in numero tale
da sostituire quelli decaduti o persi con l’attività metabolica.
b) Alcuni atomi di azoto nell’organismo si trasformano in atomi di carbonio 14, in numero tale da sostituire quelli
decaduti o persi con l’attività metabolica.
c) Gli atomi di carbonio assorbiti con il cibo comprendono anche isotopi di carbonio 14, che sostituiscono quelli
decaduti o persi con l’attività metabolica.
d) Gli atomi di carbonio 14 decaduti o persi con l’attività metabolica sono sostituiti da altri atomi di carbonio 14
assorbiti dall’atmosfera attraverso gli scambi respiratori.
e) Gli atomi di carbonio 14 decaduti o persi con l’attività metabolica sono sostituiti da altri atomi ingeriti con
l’acqua e assorbiti nell’apparato digerente.

35. La datazione radiometrica con il metodo del carbonio14 si basa sulla quantità del nuclide genitore rimasto nel
reperto e non sulla quantità di nuclide figlio prodotto perché:
a) Il nuclide figlio non è radioattivo e pertanto non può essere rilevato.
b) Il nuclide figlio decade a sua volta in un altro nuclide e non si può essere certi della quantità realmente
formata;
c) L’azoto si può legare con alcuni composti organici e sfuggire pertanto alla rilevazione.
d) La quantità di nuclide genitore è sempre maggiore di quella di nuclide figlio e pertanto più facile da rilevare.
e) Il nuclide figlio è indistinguibile dagli altri atomi di azoto presenti nei resti dell’organismo.

36. Il processo di datazione radiometrica basato sul carbonio 14 è reso possibile dal fatto che dopo la morte di un
organismo:
a) Le reazioni chimiche di decomposizione favoriscono il consumo degli isotopi di carbonio 14 rispetto agli altri
isotopi del carbonio.
b) L’energia liberata dalle reazioni chimiche di decomposizione accelera il naturale decadimento degli isotopi di
carbonio 14.
c) Le acque freatiche asportano dai resti fossilizzati più atomi di carbonio 14 di quanti non ne apportino;
d) I resti sepolti sono irraggiungibili ai raggi cosmici e il processo di produzione del carbonio 14 si arresta;
e) I processi metabolici si arrestano e il decadimento degli atomi di carbonio 14 non è più bilanciato dall’apporto
di nuovi materiali con la nutrizione.

37. A ogni tempo di dimezzamento il numero di nuclidi genitori presenti in un campione si dimezza. Nel caso del
carbonio 14, ciò significa che dopo 5.730 anni i nuclidi genitori sono ridotti alla metà (50%), dopo 11.460 anni sono
ridotti a un quarto (25%) e così via (vedi grafico). Un frammento di cranio attribuito a Homo neanderthalensis è
sottoposto ad analisi radiometrica e rivela che il contenuto di carbonio 14 è ridotto allo 0,8% di quello dell’organismo in
vita. Ciò significa che quel reperto può essere datato intorno a:
a) 34.000 anni fa.
b) 40.000 anni fa.
c) 64.000 anni fa.
d) 128.000 anni fa.
e) 600.000 anni fa.

PARTE SETTIMA – La circolazione dei venti nella troposfera

Le 4 domande che seguono riguardano i venti troposferici. Le domande sono introdotte da brevi testi e da una figura
ai quali dovrai fare riferimento per fornire le risposte. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte
allegato.

38. Nella bassa troposfera, la parte della troposfera compresa fino ad un altezza di circa 3 – 5 Km, si distinguono diversi
tipi di venti che possono essere classificati in tre grandi categorie: venti costanti (C), periodici (P) e variabili (V).
Considera il seguente elenco di venti:
1. Brezza 3. Libeccio 5. Monsoni
2. Alisei 4. Venti occidentali 6. Tramontana
L’abbinamento corretto di ciascun vento alla corrispondente categoria è:
a) 1V – 2V – 3P – 4V – 5V – 6P
b) 1C – 2C – 3P – 4V – 5P – 6V
c) 1P – 2C – 3V – 4C – 5P – 6V
d) 1P – 2V – 3V – 4C – 5V – 6P
e) 1V – 2C – 3P – 4P – 5P – 6V

39. I venti costanti soffiano tutto l’anno sempre nella


stessa direzione. Il loro andamento si spiega con la
presenza nei due emisferi di una serie di fasce
alternate di alta e bassa pressione, la cui distribuzione
geografica è legata sia alla temperatura sia a fattori
dinamici. Relativamente alla figura quale di queste
affermazioni è corretta?
a) Le lettere A e B indicano zone di alta
pressione; le lettere C e D zone di bassa
pressione.
b) Le lettere A e B indicano zone di bassa
pressione; le lettere C e D zone di alta
pressione.
c) Le lettere A e C indicano zone di alta
pressione; le lettere B e D zone di bassa
pressione.
d) Le lettere A e C indicano zone di bassa
pressione; le lettere B e D zone di alta
pressione.
e) Le stesse lettere possono indicare zone di
alta o bassa pressione a secondo
dell’emisfero considerato.

40. Quale di queste affermazioni è corretta?


a) Le zone di alta pressione corrispondono in genere a regioni più calde o caratterizzate da afflusso di masse
d’aria dall'alto; quelle di bassa pressione a regioni più fredde o caratterizzate da deflusso di masse
d’aria verso l'alto
b) Le zone di alta pressione corrispondono in genere a regioni più fredde o caratterizzate da deflusso di masse
d’aria verso l'alto; quelle di bassa pressione a regioni più calde o caratterizzate da afflusso di masse
d’aria dall'alto.
c) Le zone di alta pressione corrispondono in genere a regioni più fredde o caratterizzate da afflusso di masse
d’aria dall'alto; quelle di bassa pressione a regioni più calde o caratterizzate da deflusso di masse d’aria verso
l'alto.
d) Le zone di alta pressione corrispondono in genere a regioni più calde o caratterizzate da deflusso di masse
d’aria verso l'alto; quelle di bassa pressione a regioni più fredde o caratterizzate da afflusso di masse
d’aria dall'alto.
e) Nessuna.

41. Nell’alta atmosfera alla quota di circa 11 Km dalla superficie, appena sotto la tropopausa, in genere ai confini tra
masse d'aria adiacenti di differente temperatura, sono presenti violenti correnti d’aria che si muovono intorno al globo
terrestre a velocità molto elevate (fino a 500 Km/h): le correnti a getto (jet streams). La loro elevata velocità si
spiega col fatto che
a) La velocità lineare dovuta alla rotazione terrestre aumenta con l’altitudine in quanto aumenta la distanza
dall’asse terrestre.
b) Nell’alta atmosfera la differenza di pressione tra le regioni di alta pressione e quelle di bassa pressione (il
gradiente barico) è particolarmente elevata.
c) Con l’altitudine la densità dell’aria diminuisce rapidamente, dimezzandosi ogni circa 5,6 Km. Ciò fa sì che le
masse d’aria si muovano più velocemente
d) In corrispondenza della tropopausa le masse d’aria in movimento non risentono più né dell’attrito col suolo
né della resistenza dovuta ai rilievi orografici.
e) Le masse d’aria dell’alta troposfera sono più vicine alla Luna, che le attira maggiormente facendone
aumentare la velocità.

PARTE OTTAVA – Miscellanea


Le seguenti 4 domande riguardano argomenti sia di biologia funzionale sia di biologia evolutiva e sono tutte
indipendenti l’una dall’altra. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio risposte allegato.

42. Quale di queste caratteristiche NON è propria dei mitocondri?


a) Contengono gli enzimi del ciclo di Krebs.
b) Contengono DNA, RNA e ribosomi.
c) Presentano una doppia membrana e sono divisi in due compartimenti.
d) Il loro codice genetico è identico a quello della cellula che li contiene.
e) Sono sede del processo di fosforilazione ossidativa.

43. I geni homeobox, scoperti nel 1983, codificano per proteine che sono:
a) Polimerasi.
b) Fattori di trascrizione.
c) Ormoni peptidici che controllano la crescita.
d) Inibitori enzimatici.
e) Chinasi.

44. Sebbene la talassemia sia allo stato omozigote una malattia mortale, essa è presente in molte popolazioni umane
perché:
a) Le attuali terapie mediche permettono ai malati di sopravvivere a lungo e di riprodursi.
b) La malattia è provocata da un allele dominante.
c) Gli individui portatori della malattia sono resistenti alla malaria.
d) Il gene che determina la malattia muta con elevata frequenza.
e) Sono vere le affermazioni a) e d).

45. Quale di queste caratteristiche ha permesso alle piante superiori di svincolarsi completamente dall’acqua?
a) Lo sviluppo di vasi conduttori per il trasporto dell’acqua.
b) Lo sviluppo di radici per ancorare le piante al substrato.
c) La presenza di gametofiti maschili e femminili che si sviluppano all’interno del corpo dello sporofito, la
parte predominante della pianta.
d) Lo sviluppo dei fiori che ha consentito di utilizzare per la riproduzione gli insetti, molto diffusi sulle terre
emerse.
e) Lo sviluppo di sporangi, strutture deputate alla produzione delle spore.

PARTE NONA – Dalle IBO 2010

Le ultime 5 domande sono tratte dalle prove della edizione del 2009 delle Olimpiadi Internazionali di Biologia (IBO –
Changwon, Korea). Esse sono tutte indipendenti l’una dall’altra. Scrivi la risposta a ciascuna domanda nel foglio
risposte allegato.

46. Indica la proprietà chimica che è condivisa da tutti i tipi di lipidi che costituiscono la membrana plasmatica:
a) Presenza di una testa polare.
b) Presenza di uno zucchero nella molecola.
c) Presenza di uno scheletro costituito da glicerolo.
d) Presenza di un gruppo fosfato.
e) Presenza di una regione idrofoba.

47. Quale dei seguenti grafici mostra la variazione relativa della quantità di DNA mitocondriale di una cellula durante
il ciclo cellulare?

a) A b) B c) C d) D e) E
48. Quattro ceppi mutanti di batteri (1 ~ 4) richiedono tutti per crescere la sostanza S (ogni ceppo è bloccato in un
diverso passaggio del percorso biosintetico della sostanza S).
Sono state preparate quattro piastre contenenti terreno minimo e una traccia di sostanza S, per consentire una limitata
quantità di crescita delle cellule mutanti.
Sulla piastra a sono state distribuite su tutta la superficie dell’agar le cellule mutanti del ceppo 1 in modo da formare
un sottile strato di batteri. Sulla piastra b lo strato è costituito da cellule mutanti del ceppo 2, e così via.
Le cellule di ciascuno dei quattro tipi di mutanti sono state successivamente inoculate sulla superficie di ciascuna
piastra, come indicato in figura con i cerchi, numerati secondo il ceppo di provenienza. I cerchi scuri indicano una
crescita eccellente.
Un ceppo bloccato in un dato passaggio della via metabolica della sostanza S accumula intermedi in grado di
"alimentare" un ceppo bloccato in un passaggio precedente.

Qual è l'ordine dei geni mutanti (1 ~ 4) nella via metabolica per la sintesi della sostanza S?
a) 2 → 4 → 3 → 1
b) 2 → 1 → 3 → 4
c) 1 → 3 → 4 → 2
d) 1 → 2 → 4 → 3
e) 3 → 4 → 2 → 1

49. Nella zona fotica degli ambienti d'acqua dolce e marini, dove penetra la luce, i cianobatteri si trovano nella parte
superiore della zona, mentre i batteri purpurei e quelli verdi si trovano nella parte inferiore della zona. Quale delle
seguenti affermazioni spiega meglio tale distribuzione verticale dei batteri fotosintetici?
a) I batteri verdi e i batteri purpurei sono anaerobici, mentre i cianobatteri sono aerobici.
b) I batteri verdi e i batteri purpurei sono in grado di utilizzare più efficacemente le lunghezze d'onda della luce
che i cianobatteri non usano.
c) L’isolamento dell’habitat si sviluppa a causa della competizione per i nutrienti e l’ossigeno.
d) I cianobatteri sono in grado di utilizzare meglio l'ossigeno come donatore di elettroni per la fotosintesi.
e) Tale distribuzione è il risultato di un adattamento alle temperature più basse nei batteri purpurei e in quelli
verdi.

50. È stato progettato un esperimento per verificare la seguente ipotesi: il numero di vespe presenti in un sito di
alimentazione influenza visivamente le scelte del sito di alimentazione delle vespe che effettuano la raccolta del
nettare . Sono preparati quattro alimentatori rispettivamente con zero, uno, due o otto singole esche, come mostrato
nella figura sotto. Nel mezzo di ciascun alimentatore è collocato un piatto con il nettare. Viene quindi osservata la
scelta del sito di alimentazione operata da ciascuna vespa raccoglitrice.

Quale dei seguenti accorgimenti NON dovrebbe essere incluso in questo progetto
sperimentale?
a) Utilizzare individui vivi come esche.
b) Posizionare alternativamente a caso i quattro alimentatori con i piatti con il
nettare.
c) Utilizzare per gli alimentatori soluzioni di nettare di pari concentrazione.
d) Impedire alle altre specie di visitare gli alimentatori.
e) Prevenire le visite successive di una stessa vespa raccoglitrice del nettare.

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