hodgkin
Sono una famiglia di neoplasie che prende origine dal compartimento extrascheletriconon epiteliale:
-tessuto fibroso
Derivazione ectodermica
-tessuto adiposo
-tessuto muscolare (liscio e striato)
-vasi (ematici e linfatici)
I tessuti molli sono tutte le componenti differenziate del mesenchima quindi tutti quei tessuti che
compongono lo stroma dei vari parenchimi o che esistono in quanto tali a formare degli organi con
particolari funzioni; non tutti gli organi hanno nella quota epiteliale la quota funzionale.
Derivazione neuroectodermica
Distinguiamo neoplasie:
BENIGNE
MALIGNE
MALIGNITA’ INTERMEDIA: (anche i tumori ovarici sono a malignità intermedia) cioè hanno caratteri
biologici di benignità e manifestazioni cliniche di malignità.
Hanno una incidenza molto bassa (anche la mortalità è bassa di conseguenza). Sono estremamente rare
nell’adulto ma non per questo devono essere neglette; esse sono tanto rare nell’adulto quanto
frequenti nell’età pediatrica (i tumori dei tessuti molli, dopo le leucemie e i linfomi, rappresentano, in
età pediatrica, la seconda categoria di tumori più frequenti).
CARATTERISTICHE COMUNI
-Maligni rari
-Istogenesi comune (mesenchimale)sia per i tessuti molli che per l’osso.
-Ubiquitarie (arti, mediastino, retroperitoneo)
-Superficiali o profondi (suddivisione chirurgica in base alla facilità di aggressione da parte del chirurgo)
-Grande variabilità riguardo al SESSO e alla ETA’ secondo le varie forme istologiche.
I LEIOMIOSARCOMI e i GIST sono i più frequenti tumori dei tessuti molli a carico dell’apparato GE
mentre negli arti troviamo prevalentemente dei SARCOMI A CELLULE FUSATE o LIPOSARCOMI (si
riscontrano anche nel retroperitoneo).
La diagnosi è istopatologia e quando possibile è importante fare una diagnosi di istotipo (questo è
importante perché istotipi diversi sono correlati a prognosi diverse e quindi ad approcci terapeutici
diversi).
Per la definizione di una diagnosi ci aiuta la morfologia e dove la morfologia non è sufficiente
l’immunoistochimica (questo è un punto di contatto con le neoplasie ematologiche cioè la morfologia in
questi tumori ci aiuta fino ad un certo punto).
VARIABILITA’
Biologia
Topografia
Epidemiologia (sesso, età)
Istologia (forme miste)
Immunoistochimica
DA DOVE DERIVANO QUESTE NEOPLASIE?
Bisogna innanzitutto chiarire un concetto molto importante: un rabdomiosarcoma, un liposarcoma o un
osteosarcoma sono differenti nella differenziazione che le componenti neoplastiche intraprendono ma
quasi certamente non sono differenti per quanto riguarda la controparte normale da cui originano: UNA
NEOPLASIA MESENCHIMALE, ORIGINA DA CELLULE MESENCHIMALI STAMINALI; queste cellule poi
possono non differenziare oppure possono mantenere un programma differenziativo; questo è molto
importante per due motivi:
• Ci consente di capire meglio le somiglianze tra diversi sarcomi
• Perché ci fa capire il perché oggi si sta puntando molto, in termini di ricerca, sulle cosiddette
terapie differenziative(cioè aiutare una neoplasia scarsamente differenziata a maturare verso un
determinato fenotipo o a perdere uno e acquisirne un altro perché magari quell’altro ha una
prognosi nettamente più favorevole).
COSA SONO LE CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI?
Sono delle quote mesenchimali caratterizzate dalla possibilità di differenziarsi verso tutte le linee
stromali per es. adipociti, cellule muscolari, cellule cartilaginee, osteoblasti, fibroblasti, endoteli, sotto
appropriate pressioni (fattori di crescita ad es. la vit.D o il calcio per la differenziazione di queste cellule
in osteoblasti).
Dove risiedono queste cellule? Ogni parenchima oltre ad avere le sue quote staminali funzionali ha
queste cellule staminali mesenchimali. Fisicamente, nel M.O., corrispondono alle cellule avventiziali
reticolari del midollo (dette cellule subendoteliali del midollo), nel rene sono le cellule mesangiali
(costituiscono l’impalcatura stromale del glomerulo stesso), nel fegato (anche qui localizzati in sede
subendoteliale) sono cellule di Ito. Le cellule staminali mesenchimali delle varie sedi possono andare in
contro a neoplasie mesenchimali. Pensare che l’angiosarcoma origini dagli endoteliociti è sbagliato.
Esse si trovano quindi in sede subendoteliale; laddove non siano presenti queste cellule localizzate in
sede sub endoteliale troveremo i periciti. I periciti sono distribuiti ovunque, nel contesto di quei vasi che
hanno la componente avventiziale pericitaria altro non sono che cellule staminali mesenchimali (non
tutti i periciti lo sono ma una grande quota lo è).
2)In condizione di omeostasi fanno da cellule subendoteliali (cellule cosiddette murali cioè quelle cellule
che sintetizzanola membrana basale degli endoteliociti)cioè in una parola fanno da pericitiregolano la
contrattilità vascolare, regolano le giunzioni tra gli endoteliociti e ne sintetizzano la membrana basale e
soprattutto regolano l’angiogenesi. All’immagine possiamo notare che le cellule endoteliali sono
marcate con CD34 e sono rosse mentre le cellule mesenchimali, in verde, sono marcate con il CD146 che
appunto è un marcatore di cellule staminali mesenchimali.
Altri marcatori per queste cellule staminali sono il CD90, CD99 (si ritrova anche nel sarcoma di Erwing) e
poi dei marcatori funzionali dei periciti cioè l’actina muscolo liscio (α-SMA) che a sua volta è anche
marcatore per il muscolo liscio, altro marcatore dei periciti è il Neuroglicano 2 (NG2), poi esprimono
anche recettori tirosinchinasici quali il PDGFRβ (l’α l’abbiamo trovato nei GIST).
ASSIOMA: una neoplasia non è maligna se non ha la capacità di invadere i tessuti adiacenti e di
metastatizzare.
Se all’esame chiede qual è la lesione benigna del LEIOMIOSARCOMA questa non è il LEIOMIOMA; la
patogenesi è tale che si passa molto spesso da una cellula staminale mesenchimale normale al fenotipo
maligno (anche per un singolo evento citogenetico*)>>cosa che è impossibile immaginare per le
neoplasie epiteliali.
La maggior parte degli eventi che portano all’acquisizione di un fenotipo maligno sono: alterazioni di
geni che sono più che oncosoppressori, sono dei guardiani del fato cellulare (p53 ed RB: sono i fattori
chiave nel garantire la possibilità apoptotica e la regolazione del ciclo cellulare). p53 ed RB sono
coinvolti, infatti, in moltissimi sarcomi e soprattutto possono essere i singoli eventi citogenetici legati
all’acquisizione del fenotipo come ad esempio quello degli OSTEOSARCOMI.
DIAGNOSI ISTOPATOLOGICAe/o
CITOLOGICA
La citologia per agoaspirazionela menzioniamo per il fatto che è una procedura poco invasiva però ha
delle limitazioni: è confinabile a quelle lesioni che possono essere raggiunte da una metodica di tipo
agoaspirativo (alcune sedi sono di difficile accesso) di contro può evitare delle procedure chirurgiche
molto invasive avendo carattere informativo (per es. il prelievo citologico di una massa retroperitoneale)
preferibile rispetto ad una laparotomia esplorativa. La citologia per agoaspirazione ha dei contro
importanti che rendono questa metodica obbiettivamente problematica: queste neoplasie di cui stiamo
parlando, quando sono maligne, sono molto prone alla metastatizzazione e una metodica di tipo
agoaspirativo ne favorisce la disseminazione neoplastica; formulare un giudizio diagnostico sull’istologia
a volte è difficile sulla citologia può essere impossibile. Vale la pena allora farla? Quando possibile SI
L’agobiopsia ,diversa dalla citologica aspirativa prevede proprio la bioptizzazione del tessuto e quindi un
analisi istologica però anche qui abbiamo dei contro: è meno semplice della citologia agoaspirativa però
rappresenta il gold standard per quelle patologie poco accessibili alla chirurgia e alla biopsia
escissionale: la biopsia escissionale deve essere operata in elezione quando dinanzi ad una massa per la
quale si sospetta una neoplasia dei tessuti molli che abbia un diametroinferiore a 3cm (le biopsie
escissionali vanno fatte sempre quando la massa è <3cm), perché da un lato abbiamo l’optimum per la
diagnosi (istopatologica) dall’altro stiamo potenzialmente facendo un intervento curativo; nelle masse
più grandi invece la biopsia è quasi sempre incisionale.
2)….. una massa più grande, profonda, con caratteristiche di fissità rispetto ai piani circostanti con
consistenza dura richiede un altro tipo di approccio.
1)Se ha dimensioni sotto i 5cm potrebbe essere una massa benigna e queste caratteristiche sono
facilmente verificate dall’esame clinico con l’integrazione dell’imaging (non esiste indagine migliore
dell’ecografia e della TAC per accertare la consistenza cistica di una lesione per es)>> in questo caso si
effettua la biopsia escissionale>>conferma diagnostica>>eventuale follow up.
2)In primis esiste un sospetto di una neoplasia maligna dei tessuti molli ad es. un sarcoma(perché più
grande della prima): anche qui l’approccio è combinato…la prima cosa da fare è la stadiazione (è una
stadiazione preventiva) e quindi andare a valutare le principali sedi di metastasi quali i polmoni, le ossa e
dopodiché l’agobiopsia (la biopsia in questo caso si effettua dopo la stadiazione perché se c’è una
metastasi polmonare si va a bioptizzare quella piuttosto che la massa primitiva che magari non è
raggiungibile dall’agobiopsia…quello descritto adesso lo si fa quindi solo per quelle neoplasie che sono si
grandi ma che allo stesso tempo non sono raggiungibili dall’agobiopsia per questo è meglio fare
l’agobiopsia nel contesto della metastasi perché, a seconda di dove si localizza la metastasi, magari è più
facile raggiungerla per effettuare l’agobiopsia.
Prima di effettuare l’intervento chirurgico bisogna prima mettere in conto alcune variabili che sono di
pertinenza squisitamente clinica ma che devono essere presenti tra le informazioni che giungono al
patologo ossia: la dimensione della massa in esame, la sede (una massa sottocutanea è più facilmente
aggredibile rispetto ad una massa contenuta tra i fasci muscolari), i rapporti con i tessuti circostanti (un
piano di clivaggio netto rispetto ai tessuti circostanti mi propende verso una neoplasia benigna rispetto
ad un piano di clivaggio non identificabile) che si correla alla mobilità rispetto ai tessuti circostanti, se
c’è impotenza funzionale (non si intende solo la mobilità di un arto ma anche per es. la compressione
linfatica).
STAGING (STADIO)
È il principale fattore prognostico di queste neoplasie (così come per tutte le altre neoplasie).
Lo stadio si basa su: dimensioni
presenza/assenza di metastasi linfonodali o a distanza
se c’è o meno infiltrazione per contiguità (cioè i rapporti della massa rispetto si tessuti
circostanti).
Altriimportantifattoriprognostici sono: l’accessibilità chirurgica (nel caso della massa singola) e la durata
dei sintomi/segni(la comparsa di una massa in breve tempo è certamente molto più preoccupante
rispetto ad una massa che cresce progressivamente).
Lo stadio è il più importante fattore prognostico perchédetermina l’atteggiamento dal punto di vista
pratico-terapeutico infatti stadi precoci possono avere un approccio soltanto chirurgico oppure
chirurgico/radioterapico e stadi più avanzati hanno certamente la necessità di un approccio combinato.
Esiste un approccio terapeutico per quanto riguarda i sarcomi del braccio dove viene isolata la
circolazione dell’arto da quella sistemica e l’arto viene sottoposto ad una chemioterapia che circola
esclusivamente nell’arto isolato e non nel contesto dell’organismo (cmq rispondono molto male ad
approcci di tipo chemioterapico).
VALUTAZIONE MACROSCOPICA
• Dimensioni (<5 cm pT1, >pT2)
• Consistenza (molle, dura, soffice o eterogenea)
• Capsula o pseudo-capsula (è una reazione stromale periferica della neoplasia che sta
infiltrando)
• Calcificazioni
• Necrosifenomeni degenerativi
• Emorragie
Nessuno di questi elementi ci permette di fare una d.d. tra
SARCOMAe NEOPLASIA BENIGNA
Atipie cellulari
Grado di differenziazione
del tessuto
Assieme allo STADIO il fattore prognostico più importante è il GRADING (grading istologico e grading
citologico)
Sono strettamente correlati in quanto un grado citologico elevato (con elementi molto atipici con alto
grado di anaplasia) è una neoplasia che avrà un grado istologico alto. Viene utilizzato più il grading
istologico.
• Grado di necrosi (aree di necrosi sono associate ad un più alto indice proliferativo e questo le
inserisce in un grado più alto)
Ad esempio c’è il CARCINOMA MIDOLLARE DELLA MAMMELA che ha una crescita espansiva.
• Emorragie e calcificazioni
(falsa categoria di neoplasie)
TUMORI MIXOIDI
Il termine mixoide non è una caratteristica differenziativa delle cellule mesenchimali ma si riferisce al
fatto che le neoplasie stromali possono presentarsi, come comune fattore, con uno stroma più o meno
abbondante caratterizzato da una matrice extracellulare di natura mixoide ricca in proteogliani,
glicosaminogliacani (sono componenti non strutturali della matrice) molto idratati e dà un aspetto
caratteristico in cui le cellule sono rade (cellularità piuttosto bassa). Tutte le neoplasie stromali dei
tessuti molli che presentano uno stroma mixoide prominente rientrano nella dizione di TUMORI
MIXOIDI.
MIXOMA
Neoplasia benigna dei tessuti molli caratterizzata da una proliferazione di natura fibroblastica
talmente abbondante nella deposizione di matrice extracellulare di tipo mixoide che gli fa acquisire il
nome di mixoma. Esso è composto da cellule fusate o stellate immerse in una matrice mucoide che dà
un aspetto
Il fibroistiocitoma maligno è una categoria basket (cestino): al suo interno vengono, infatti, inclusi tutti i
sarcomi indifferenziati mentre in quelli in cui è riconoscibile un differenziamento speciale avremo il
liposarcoma, il leiomiosarcoma, il fibrosarcoma e il sarcoma sinoviale; in questo elenco (dei sarcomi più
frequenti dell’età adulta) non è incluso il Rabdomiosarcoma perché nell’adulto sono rarissimi.
LIPOMA
DEFINIZIONE: neoplasia stromale benigna a differenziazione adiposainfatti le caratteristiche di
benignità che mostra sono: è localizzato, può essere presente una pseudocapsula, e soprattutto dà
origine ad untessuto adiposo maturo (con veri e propri adipociti); possono localizzarsi ovunque.
MACRO
Il lipoma va interamente campionato cioè, quando possibile, un piccolo lipoma, lo si include tutto
mentre quando il lipoma è grande si cerca di prelevare diverse porzioni rappresentative della
neoplasia,PERCHE’?
Perché possiamo trovarci dinanzi ad un liposarcoma ben differenziato.
ASPETTO NORMALE DELL’ADIPOCITA: grande e singolo vacuolo adiposo citoplasmatico che disloca il
resto del citoplasma e del nucleo confinandoli alla porzione adiacente alla membrana (tant’è che il
nucleo lo si cerca nel contesto della membrana), mentre il LIPOBLASTO ha dei nuclei evidenti e a
differenza degli adipociti maturi presenta più vacuolizzazioni spesso piccole.
LIPOSARCOMA
DEFINIZIONE: neoplasie stromale maligna a differenziazione adiposa.
Il lipoma va in diagnosi differenziale con il LIPOSARCOMA:
MACRO (LIPOSARCOMA)
• ha dimensioni elevate (>5cm)
• superficie liscia (come i lipomi), spesso multilobulato;
• colore: giallo o grigiastro (più grigiastro che giallo) ed opaco;
• consistenza: nei liposarcomi ben differenziati è simile a quella dei lipomi (teso-elastica) mentre
in quelli meno differenziati è molle-elastica; in quelli pleomorfi può essere duro-elastica (la
consistenza aumentata generalmente si associa ad una natura maligna della lesione);
• al taglio il tessuto è più compatto, meno traslucido e possono essere presenti segni di emorragia
o di necrosi;
• localizzati in sede superficiale o in sede profonda (questa distinzione è prognosticamente
rilevante)>> le sedi profonde hanno una prognosi sfavorevole.
MICRO
Sono caratterizzati dalla formazione di un tessuto mesenchimale con segni di differenziazione
adipocitaria e a seconda del loro grado di differenziazione può esserci un tessuto adiposo maturo
oppure può mancare questo tessuto adiposo maturo però è certo che sono SEMPRE presenti cellule
neoplastiche assimilabili a LIPOBLASTI; essi sono caratterizzati dall’espressione del marcatore
mesenchimale e neuroectodermico S100.
FATTORI PROGNOSTICI
Grado di differenziazione (un liposarcoma ben differenziato avrà certamente una prognosi più
favorevole ma è sempre una neoplasia maligna mesenchimale);
una cellularità bassa e la presenza di una matrice mixoide può rappresentare un elemento prognostico
favorevole mentre un liposarcoma pleomorfo (cioè che rientra nella categoria dei tumori dei tessuti
molli a cellule pleomorfe) avremo un atteggiamento proliferativo molto più aggressivo con prognosi
sfavorevole.
LIPOBLASTI
Notiamo adipociti maturi frammisti a lipoblasti; i
lipoblasti appaiono come cellule di piccola taglia
rispetto agli adipociti maturi; sono presenti
vacuoli adiposi di solito multipli e di piccole
dimensioni; il nucleo è presente e non è
dislocato completamente in periferia della cellula
ma mantiene una posizione centrale o
paracentrale e una morfologia indentata
(irregolare: vedi frecce)>>è la presenza dei
multipli vacuoli a determinare questa morfologia
del nucleo.
I lipoblasti possono trovarsi o nel contesto di un tessuto adiposo ben differenziato oppure nel contesto
di un tessuto mesenchimale di altra natura (es fibroso, mixoide); è importante trovarli i lipoblasti perché
se troviamo lipoblasti nel contesto di una formazione mesenchimale allora potremo chiamarla
liposarcoma (i lipoblasti devono avere caratteristiche di atipia tra cui cromatina de convoluta, con
nucleoli evidenti).
Ricordiamo che esistono anche il LIPOSARCOMA MIXOIDE (cioè caratterizzato da stroma mixoide), il
LIPOSARCOMA A CELLULE ROTONDE ETC…
Il liposarcoma è una neoplasia che origina dalle cellule staminali mesenchimali quindi non ci stupiremmo
se nel suo contesto trovassimo cartilagine o tessuto osseo (avremo quindi un liposarcoma con
metaplasia ossea o con metaplasia condroide), quindi sarà il clone che ha una spetto francamente
maligno a dirci che neoplasia sarà (cioè è il clone con maggiore atipia che ci farà fare diagnosi).
LEIOMIOMI
MACRO
• Dimensioni: variabili; da molto piccoli <1cm a voluminosi >5cm
• Morfologia: tondeggiante o ovalare
• Superficie: liscia o lobulare
• Consistenza: duro-elastica
• Margini: ben distinti dai tessuti circostanti (sebbene non sia presente una capsula)
• Al taglio: abbiamo un tessuto cavernoso con aspetto grigiastro - roseo (possiamo notare dei
tralci sclerotici che ne sepimentano la lesione stessa).
MICRO
• È caratterizzata dalla proliferazione di cellule fusate con citoplasmi eosinofili, nuclei longitudinali
che si estendono per circa 1/3 della cellula;
• I fasci di cellule sono ordinati (cioè i fasci muscolari non si intrecciano tra loro)>> si riesce ad
identificare un orientamento prevalente dei fasci;
• Immunoistochimica: actina muscolo liscio (α-MSA)
• Ha un basso rate proliferativo (<5mitosi/50 campi a forte ingrandimento) ma questo non è vero
per i leiomiomi di tipo ginecologico i quali derivano da un mesenchima funzionale e proprio per
questo hanno una maggiore capacità proliferativa (è grave utilizzare degli anticoncezionali
durante la crescita di queste neoplasie perché non fanno altro che aumentare il rate
proliferativo).
LEIOMIOSARCOMI
• Sono tumori dell’età adulta;
• Maligni;
• Meno incidenti dell’istiocitofibroma maligno e dei liposarcomi
• Possono essere ben differenziati però già macroscopicamente hanno dei segni di malignità
(necrosi ed emorragia);
• Le dimensioni (>5cm) e la sede (profonda) sono fattori prognostici sfavorevoli;
• Le cellule che li compongono non sono tanto diverse da quelle dei leiomiomi ma sono soltanto
più atipiche;
• Numero di mitosi: >10 mitosi/campo microscopico (non per 50 campi come il leiomioma);
• Actina e desmina positivi (lo stesso per i leiomiomi);
• Orientamento delle fibre: si intersecano tra loro in maniera cospicua e disordinata (formano
degli angoli acuti)>> caratteristica tipica;
Le cellule spesso contengono dei vacuoli di glicogeno (caratteristica tipica delle neoplasie con
differenziamento muscolare scheletrico); le cellule ben differenziate (in senso muscolare scheletrico)
sono caratterizzate dalle classiche striature e le inclusioni cristalline citoplasmatiche tipiche del muscolo
striato.
Il rabdomiosarcoma è raro nell’adulto ma più frequente nell’età pediatrica. È costituito da cellule striate,
fusate con presenza di vacuoli intracitoplasmaticipositivI alla mioglobina (marcatore specifico); esistono
diverse varianti morfologiche con differente prognosi (pleomorfo, alveolare, botrioide, embrionale).
TESSUTO FIBROSO
Il differenziamento in senso fibroblastico di una neoplasia probabilmente, se è ben differenziata, non
sarà poi tanto differente da una neoformazione con morfologia di tralci sclerotici (fibrosi) infatti
dobbiamo chiamare FIBROMI soltanto quelle neoformazioni benigne con netta differenziazione in
senso fibroblastico (il termine fibroblasta non identifica una cellula precursore per es. del fibrocita ma è
la cellula matura del tessuto fibroso attiva nella sintesi di matrice extracellulare mentre i fibrociti sono
cellule di origine leucocitaria che sintetizzano matrice). Le neoplasie dei tessuti molli che hanno una
differenziazione fibroblastica possono essere:
-benigne: clinicamente, non sono sempre benigne in quanto queste neoplasie hanno tendenza ad
incorporarsi molto bene nel tessuto di origine e quindi possono avere carattere di peseudomalignità
nella recidiva)>> ATTEGGIAMENTO DI MALIGNITA’ LOCALE (un po’ come fa il BASALIOMA)
-intermedie(borderline): ad es. il DERMATOFIBROSARCOMA PROTUBERANS ha caratteristiche di
benignità sotto il profilo biologico, cioè dell’aspetto citoarchitetturale, e un comportamento
francamente maligno con invasione e tendenza alla metastatizzazione);
-maligni: l’unica neoplasia maligna è il FIBROSARCOMA ed è anche l’unica che ha sia caratteristiche
citoarchitetturali che cliniche di malignità.
FASCITE NODULARE
È , spesso, caratteristica dei giovani adulti che in modo “improvviso” (settimane/mesi) manifestano una
tumefazione che si ingrandisce rapidamente. Essa è superficiale (si può localizzare ai muscoli retti
dell’addome quindi, generalmente si localizzano in sedi fasciali, in questo caso aponeurosi muscolare del
tronco o degli arti), ha una consistenza elastica non mobile sui piani circostanti (è indolente) e che può
essere vista come maligna in quanto presenta un rate di crescita rapido.
DEFINIZIONE: è una proliferazione benigna di elementi mesenchimali a differenziazione fibroblastica
che sono caratterizzati da un elevato tasso proliferativo (il Ki-67 è elevato); non c’è infiltrazione locale,
non c’è la tendenza a metastatizzare (per questo è benigna). Esso, se non fosse per il rate di crescita e
per le sedi caratteristiche, lo si potrebbe scambiare per un mixoma (effettivamente la fascite nodulare
ha un ricco stroma mixoide e visto che la morfologia delle cellule proliferanti può essere anche atipica
deve andare in d.d. con altre neoplasie mixoidi anche maligne). Le cellule che compongono la neoplasia
sono semplicemente fibroblasti (forma fusata); la distribuzione delle cellule è piuttosto disordinata
oppure possiamo trovare dei cluster di cellule proliferanti intorno la vascolatura (sono lesioni riccamente
vascolarizzate).
P.S.La differenza tra il Fibroma e la Fibromatosi è: le fibromatosi possono essere multiple lesioni inoltre
la capacità di accrescimento sono completamente diverse (il fibroma è ben delimitato dalle strutture
circostanti); il fibroma è una neoformazione benigna a differenziamento fibroblastica presente come
lesione unica o multipla a caratteristica nodulare, ben distinta dal parenchima circostante e a volte
capsulata mentre la Fibromatosi è questo quadro di proliferazione multifocale, spesso, più aggressiva,
con tendenza all’infiltrazione locale…quindi sono completamente
diversi i fibromi e la fibromatosi. Mentre dal punto di
vista della differenziazione, entrambi derivano dalla
cellula staminale mesenchimale (quindi sovrapponibili).
DERMATOFIBROSARCOMA PROTUBERANS
DEFINIZIONE: È una neoplasia dei tessuti molli del derma.È una neoplasia che può metastatizzare;
anche questa ha una crescita inesorabile, le lesioni diventano molto voluminose (viene percepita
nell’arco di anni). È caratterizzata da una crescita, nel contesto del derma che verrà totalmente
sovvertito nella sua struttura, di una p
FIBROSARCOMA
È una neoplasia dell’anziano ed è estremamente rara. È molto improbabile che il fibroma evolvi in
fibrosarcoma (il fibrosarcoma insorge come tale). È una neoplasia ubiquitaria con pattern a cellule
fusate. Possiamo trovare forme meglio differenziate e forme meno differenziate, quindi anche qui si
applica il grading. A differenza dei fibromi e delle altre neoplasie benigne che abbiamo visto queste sono
generalmente caratterizzate dalla presenza di necrosi e di emorragia; hanno un rapido rate di
accrescimento però sono di solito circoscritti. Ciò che vale per i lipomi e i liposarcomi vale anche per i
fibromi e i fibrosarcomi cioè LA DIAGNOSTICA MACROSCOPICA PUO’ ESSERE INEFFICACE; in un
fibrosarcoma lowgrade (ben differenziato) l’aspetto può essere quello di un fibroma infatti alla macro
vediamo una neoformazione tondeggiante a margini regolari distinta dai tessuti circostanti all’interno
della quale notiamo delle sepimentazioni per tralci di sclerosi però rispetto al fibroma notiamo che la
consistenza è o molto più dura o molto molle (a causa di necrosi ed emorragia).
RICAPITOLANDO…
• Età adulta
• Tessuti connettivi superficiali e profondi
• Generalmente ad alta cellularità
• Cellule fusate
• Necrosi ed emorragie
• Ben circoscritti
• Vimentina +
TUMORI FIBROISTIOCITICI
Caratterizzati dalla presenza di cellule fusate e di cellule con morfologia istiocitaria. Di questa entità ci
interessa particolarmente l’ISTIOCITOFIBROMA MALIGNO (è la forma scarsamente differenziata o
indifferenziata di un sarcoma a cellule fusate)>>altro non è che il modo di chiamare i sarcomi dei
tessuti molli scarsamente differenziati ed è importante perché nell’adulto è il sarcoma più frequente.
È importante capire che l’istiocitofibroma maligno non è una forma particolare di neoplasia ma è un
contenitore dove rientrano liposarcomi indifferenziati, fibrosarcomi indifferenziati, leiomiosarcomi
indifferenziati, ciò deriva dal fatto che la cellula staminale mesenchimale che ha acquisito un fenotipo
neoplastico non ha differenziato oppure se aveva differenziato va in contro a sdifferenziazione. Hanno
margini infiltrativi. Il tessuto, al taglio, è compatto e può presentare aree di emorragia oppure viceversa
(di colore biancastro o grigiastro); la consistenza è molto variabile (lignea o molle-elastica). Può mimare
altre neoplasie infatti può assumere un pattern storiforme già visto nel Dermatofibrosarcoma
Protuberans. Queste neoplasie sono riccamente vascolarizzate, possono esprimere ogni marcatore
stromale o perdere l’espressione di diversi marcatori (cmq mantengono sempre l’espressione della
vimentina). In ultima analisi dobbiamo dire che la neoplasia è scarsamente differenziata o
indifferenziata.
• BENIGNI: sono molto diffusi e sono gli EMANGIOMI (per la differenziazione vascolare ematica) e
LINFANGIOMI (per la differenziazione vascolare linfatica);
• BORDERLINE: EMANGIOPERICITOMA
• MALIGNI: EMANGIOSARCOMA, LINFANGIOSARCOMA
ANGIOSARCOMI: neoplasie con tendenza alla formazione di vasi in cui le quote prominenti sono
endoteliali e si differenziano dagli angiomi perché formano dei vasi composti da cellule neoplastiche
francamente atipiche; inoltre i vasi che forma l’angiosarcoma sono, spesso, dei vasi poco funzionali che
non possiamo chiamare maturi; alcuni vasi sono totalmente sconnessi dalla circolazione e in alcune zone
può avere delle proliferazioni neoplastiche endoteliali che non formano vasi ma si aggregano in cluster,
in nidi o cordoni, tant’è che la differenziazione endoteliale può essere soltanto focale. A volte,
l’angiosarcoma, può presentarsi come una neoplasia epitelioide. Altri angiosarcomi, possono essere
meglio differenziati, però le cellule sono sempre atipiche, inoltre la tendenza a formare anche qui degli
aggregati cellulari e a formare questi endoteli disfunzionali ci fa caratterizzare quest’angiosarcoma (non
è stato chiarissimo qui !!!).
Le forme meglio differenziate di angiosarcoma possono essere conseguenti a forme di linfedema cronico
che altro non è che una predisposizione ad un danno cellulare cronico e questo ha portato a credere che
visto che il linfedema cronico caratterizzava pazienti operate per carcinoma mammario si è pensato che
gli angiosarcomi fossero una conseguenza della mastectomia proprio perché insorgevano in quelle zone
non drenate a causa della linfoadenectomia ma questo non c’entra niente. Insorge in qualsiasi sede
(anche quella superficiale infatti qui infiltra sia il derma che l’epidermide e anche l’osso sottostante
approfondendosi). La prognosi è pessima così come la risposta alla terapia.
LINFANGIOSARCOMA: è molto raro, può insorgere in qualsiasi sede, ha una prognosi pessima. È
caratterizzato da un agglomerato di vasi linfatici misti a vasi ematici e i vasi linfatici formano la quota
neoplastica (a volte sono soltanto abbozzati) e forma, a volte delle vere e propri neoformazioni cistiche
per la coalescenza di questi pseudovasi linfatici ma la cosa importante è che la presenza di emorragie nel
contesto di queste lesioni a volte le fa etichettare come angiosarcomi.
Nella diagnosi ci aiutano marcatori di endoteli linfatici per es. la PODOPLANINA 1 o lo SCAVENGER
RECEPTOR D6 .
SARCOMA SINOVIALE: è la neoplasia dei tessuti molli che si localizza usualmente nelle articolazioni che
frequentemente viene scambiata come metastasi da neoplasia epiteliale (infatti esprime marcatori
epiteliali quali ad es. la CK ed EMA); si presenta, spesso, con elementi pseudoghiandolari (questa è una
peculiarità) e vengono colpite maggiormente le grosse articolazioni.