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L’energia nucleare
L’energia nucleare insieme al carbone, petrolio e al gas naturale
è una delle fonti tradizionali e convenzionali d’energia anche
se si differenzia da queste per le sue peculiari caratteristiche.
Negli scorsi decenni è stata al centro di importanti controversie
tali da portare l’Italia alla decisione di chiudere le centrali
nucleari presenti sul territorio con il referendum del 1987.
Oggi il nostro paese non produce più energia elettrica da
nucleare.
Il nucleo atomico
Il nucleo di un atomo è formato da
particelle di protoni e neutroni; le
prime di carica positiva le altre
neutre. E’ circondato da altre
particelle dette elettroni di carica
unitaria negativa. Queste sono di
numero pari a quelle dei protoni.
Si distingue il peso atomico (A) o numero
di massa dal suo numero atomico. Il
primo è dato dalla somma dei protoni
(Z) e dei neutroni (N); il secondo dal
numero degli elettroni, che coincide
con quello dei protoni. Si avrà:
A= Z+N (Peso Atomico)
Z=A-N (Numero Atomico)
Carta di identità di un elemento
C simbolo
dell’elemento
Numero atomico (Z) 6
Numero protoni
La radioattività
• La radioattività è il fenomeno per cui alcuni nuclei si
trasformano in altri emettendo particelle. La radioattività
non è stata inventata dall'uomo, ma è un fenomeno
naturale, presente ovunque: nelle Stelle, nella Terra e nei
nostri stessi corpi.
• Il nucleo dell’atomo è composto da protoni (carica
elettrica positiva,+) e da neutroni (carica nulla).
• L'atomo è elettricamente neutro: il nucleo è circondato
da elettroni (carica -), uguali in numero ai protoni
presenti nel nucleo.
La radioattività: isotopi
• La struttura dell’atomo è la stessa per tutti gli elementi
chimici che conosciamo. Quello che cambia da un elemento
all’altro è il numero dei protoni e dei neutroni che l’atomo
contiene.
• Il numero totale di protoni nel nucleo viene chiamato
“numero atomico” e si indica con la lettera Z. L'elemento
chimico con 8 protoni è l'ossigeno (O), quello con 26 p è il
ferro, quello con 79 p è l'oro, quello con 92 p è l'uranio...
• Poiché in un nucleo di una data specie possono essere
presenti anche N neutroni, la somma A=N+Z viene
chiamata numero di massa.
• I nuclei con lo stesso valore di Z ma diverso valore di A
(ossia, con un numero diverso di neutroni) vengono
chiamati isotopi.
GLI ISOTOPI
L' isotopo è ciascuno degli atomi di uno stesso
elemento, con lo stesso numero atomico ma
con differente numero di massa. Possiedono
lo stesso numero di protoni ed elettroni
(quindi proprietà chimiche uguali) ma un
diverso numero di neutroni (quindi proprietà
fisiche diverse). Possono essere naturali o
artificiali, stabili o instabili (detti anche isotopi
radioattivi).
ISOTOPI
• Gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento aventi un ugual
numero di protoni ma un diverso numero di neutroni. La
forma isotopica più abbondante dell'idrogeno (prozio) è
costituita da un solo protone intorno al quale orbita un unico
elettrone. Ne esistono però altre due: il deuterio, che ha un
neutrone nel nucleo, e il trizio, che ne ha due.
Isotopi H e C
i 3 isotopi dell’idrogeno
N neutroni
Z elettroni
Rnucleo 10-15 m
Per questo motivo dall'alba dei tempi fino ad oggi, gli esseri viventi sono immersi in
un vero e proprio bagno di radioattività dovuta al fatto che qualsiasi cosa sulla
Terra, inclusi i nostri stessi corpi, contiene una certa percentuale di elementi
radioattivi.
• Utilizzo:
terapie
oncologiche
Esempi di decadimenti radioattivi
90Th Pa + β + neutrino
-
91
n = p+ + e-
Decadimento
I fenomeni radioattivi sono caratterizzati da “trasformazioni
a catena”, che, attraverso la formazione di prodotti
intermedi discendenti, portano ad nucleo finale stabile.
Durante questa trasformazione (chiamata decadimento
radioattivo) vengono prodotte radiazioni di varia natura
ed energia.
1g di fissione
1g di fissione
30000 kWh di energia
20 miliardi di Kcal=
= consumo familiare
combustione di 2.000t di olio combustibile!!!
di 5 anni!!!
Fissione nucleare
A parità di potenza quanto combustibile consuma una
centrale?
Fissione nucleare
L’emissione di nuovi neutroni dal
bombardamento dell’uranio provoca una
reazione a catena!
Reazione a catena
E = mc2
Reattori nucleari
Le possibilità della fissione sono due: se la reazione a
catena non viene controllata si liberano enormi
quantità di energia, come accade nelle esplosioni
atomiche; se, invece essa viene controllata, si
possono produrre quantità di energia enormi, ma
controllabili.
E' ciò che avviene in una centrale elettronucleare.
Nelle centrali nucleari la produzione del vapore per
azionare la turbina si compie nel reattore nucleare.
Reattori nucleari
La parte fondamentale del reattore è il nocciolo,
costituito da contenitori nei quali viene inserito il
combustibile nucleare: cilindretti di uranio.
All'interno del nocciolo viene innescato il processo di
fissione nucleare controllato che produce il calore
necessario a scaldare l'acqua e trasformarla in vapore
ad alta pressione.
Il vapore viene convogliato sulla turbina che ruotando
trasmette la sua energia meccanica all'alternatore
che a sua volta la trasforma in energia elettrica.
Il nocciolo del reattore
• Cubo di grafite (moderatore dei neutroni)
•barre di uranio
• barre di controllo di boro e cadmio
(assorbitori dei neutroni in eccesso)
NOCCIOLO
1. La barra di controllo
serve a bloccare
1. completamente la a
La barra nera serve
reazione
bloccare completamente la
2. La barra di controllo si
reazione
2. alza e la reazione
La barra nera si alza e la
aumenta
reazionedi potenzadi
aumenta
3. La barra di controllo è
potenza
3. completamente
La barra nera è sollevata
ed il reattore funziona
completamente sollevata
1 2 3 alla
ed ilmassima
reattore potenza
funziona alla
massima potenza
L”IMPIANTO DEL REATTORE NUCLEARE
Camera
per
diffusione
di UF6
Arricchimento
In ogni passaggio l’arricchimento in U235 è minimo, per
cui il materiale deve essere fatto circolare a lungo
fino a che si ottiene uranio arricchito, in cui l’isotopo
di U235 è presente in concentrazioni di circa il 3%.
L’uranio arricchito, che si trova allo stato di esafluoruro,
viene trasformato in ossido UO2 e questo costituisce
il materiale che viene caricato nel reattore, sotto
forma di pastiglie, chiuse in lunghi tubi sigillati (fatti
di leghe di zirconio)
Uranio impoverito
• Il prodotto di scarto della lavorazione dell’arricchimento
dell’uranio è rappresentato dall’uranio impoverito. L'uranio si
considera impoverito quando contiene valori di 235U
generalmente compresi tra lo 0,2% e lo 0,3%, a seconda delle
esigenze economiche e di produzione.
Per dare un'idea della tipica proporzione tra la uranio arricchito
e uranio impoverito, da 100 kg di uranio metallico pronto per
l'arricchimento si possono ottenere al massimo 12,5 kg di
uranio arricchito al 3,6% e 87,5 kg di uranio impoverito allo
0,3%. L'uranio impoverito viene generalmente stoccato come
UF6.
ORIGINE DELL’URANIO
IMPOVERITO (DU)
PROPRIETÀ AUTOAFFILANTI
RADIOATTIVITÀ
PROIETTILI ALL’URANIO
IMPOVERITO
1 TON DI U ARRICCHITO
O&M= L’acronimo O&M, dalle iniziali delle parole inglesi Operation and Maintenance, indica di fatto tutte quelle
operazioni che sottintendono alla conduzione ed alla gestione di un impianto industriale
I favorevoli al nucleare parlano di
Inesauribilità della fonte
L’uranio è un elemento non abbondante in natura, ma
presente quasi ovunque anche se con
concentrazioni diverse.
Accettando costi di estrazione superiori a quelli
correnti, che comportano aggravi modesti sul costo
dell’energia prodotta perché il costo dell’uranio
incide poco (5%) sul costo dell’energia prodotta, le
riserve aumentano significativamente.
Con la tecnologia dei reattori nucleari attuali si riesce
a sfruttare non più del 1% dell’uranio naturale.
Inesauribilità della fonte
E’ tecnicamente matura, anche se
economicamente non ancora competitiva, la
tecnologia dei reattori autofertilizzanti (tra
cui i reattori veloci), con i quali si riesce a
sfruttare maggiormente (fino a più del 50%)
l’uranio naturale, inoltre anche il torio
(elemento chimico più abbondante
dell’uranio) può contribuire a questo
processo di autofertilizzazione.
Fissione nucleare
Durante la reazione di fissione nucleare l’uranio 238 si trasforma
a seguito del bombardamento da neutroni in Plutonio239 ed
una parte di questo subisce fissione.
Si puo calcolare che in ogni t di “combustibile” nucleare circa 30
kg di materiale fissili (20kg di U235 e 10 Kg di plutonio 239)
subiscono fissione con liberazione di 600.000.000 di kcal.
Quando in un elemento di combustibile la concentrazione di
U235 scende sotto dell’1% l’elemento deve essere tolto dal
reattore con enormi precauzioni a causa dell’intensissima
radioattività in gioco.
Tipi di reattori
In definitiva i reattori possono essere distinti in 3 tipi principali:
1) Reattori lenti ad uranio naturale e ad acqua pesante. In questo caso
essendo la % di isotopo fissile molto bassa la probabilità che i neutroni
colpiscano i nuclei è parimenti bassa, pertanto la massa di uranio deve
essere notevole ed il rallentamento deve essere effettuato con una
sostanza avente bassa attitudine a catturare i neutroni (acqua pesante);
2) Reattori lenti ad uranio leggermente arricchito (3-4%)e ad acqua
leggera. La % di isotopo fissile è più alta, per cui la massa di uranio
impiegata è minore e non vi è bisogno di rallentare i neutroni con acqua
pesante, ma è sufficiente l’acqua comune. Sono quelli maggiormente
diffusi. I reattori lenti sono detti anche termici.
3) Reattori veloci (o autofertilizzanti): sono cosi chiamati perché possono
produrre più combustibile di quello che consumano. Funzionano senza
moderatore in quanto impiegano uranio fortemente arricchito (20%) o
più frequentemente miscele di plutonio e di uranio naturale (es. 17% di
ossido di plutonio e 83% di ossido di uranio)
Tipologie dei principali reattori nucleari a fissione
• della economicità, intesa come basso costo del ciclo di vita dell’impianto e
ridotto livello di rischio finanziario, della sicurezza e affidabilità, in
particolare una bassa probabilità di danni gravi al nocciolo del reattore
anche a seguito di gravi errori umani e basso rilascio di radioattività in caso
incidentale, tale da non richiedere piani di emergenza e, infine, di
“resistenza alla proliferazione e protezione fisica” contro attacchi
terroristici.
Reattori di quarta generazione
Questi impianti di quarta generazione avranno come obiettivo garantire:
• una maggior sicurezza nucleare ed affidabilità
• una maggior economicità grazie anche ad un incremento dei rendimenti di
produzione
• una maggior protezione fisica (anche rispetto ad eventuali atti terroristici)
• una miglior capacità di sfruttare il combustibile nucleare per massimizzare
le risorse e minimizzare le scorie
• la capacità di produrre idrogeno con processi termochimici
• in generale, una maggior performance tecnologica e una maggior
accettabilità sociale
Alcuni di questi impianti avranno caratteristiche in parte assimilabili ai reattori
di seconda e terza generazione; altri saranno invece di concezione
decisamente innovativa.
NUCLEARE – Età Impianti
– I rischi termici sono tutti quei problemi che possono sorgere per un'eccessiva
potenza del reattore. Una potenza troppo alta sottopone a sollecitazioni
eccessive i materiali di cui è costruito il reattore e può provocare perfino la
fuoriuscita di materiale ad alta radioattività (come nel famoso incidente di
Chernobyl del 1986).
– Le scorie sono costituite sia da nuclidi prodotti di fissione sia da materiali
presenti nel combustibile che, per reazione con i neutroni nel nocciolo si
sono attivati, cioè si sono trasformati in nuclidi radioattivi. Di solito le scorie
vengono separate in base alla loro radioattività, cioè in base alla durata media
del loro periodo di "raffreddamento", e poi vengono riposte in depositi a
"raffreddare".
Quando una t di combustibile viene estratta dal
nocciolo esso contiene:
• 20 – 30 kg di scorie;
• Circa 6 kg di 239P;
• Circa 900 kg di 238U quasi puro.
Il riprocessamento
Il riprocessamento (ritrattamento) del combustibile
è una tecnica di trattamento del combustibile
irraggiato (elementi di combustibile irraggiati) usato
nei reattori nucleari che consiste nella separazione
dei suoi elementi costituenti: i prodotti della fissione
dell'uranio, cioè i rifiuti veri e propri, l'uranio fissile
residuo, che può essere riutilizzato in un' altra
centrale, e il plutonio.
Gli impianti di riprocessamento sono presenti in
Francia, in India, in Gran Bretagna, in Russia.
La Convezione, a cui hanno aderito la maggior parte dei paesi, tra cui l’Italia,
che hanno problemi di stoccaggio di scorie nucleari, è entrata in vigore il 18
giugno 2001 e cerca di porre finalmente un freno a tale situazione stabilendo
che il movimento transfrontaliero di combustibile nucleare esaurito è
consentito solo se lo Stato di destinazione consenziente abbia le capacità
tecniche e amministrative nonché l’impianto normativo necessario per
gestirlo in modo conforme a quanto disposto dalla Convenzione.
NUCLEARE – Situazione Scorie
A livello globale, alla data del 2002, si sono superate le 255 mila
tonnellate di combustibile esaurito. Di queste, 84.000 t sono
state avviate ad operazioni di riprocessamento, mentre ben
171.000 t giacciono ancora in aree di stoccaggio, e tale quantità
si prevede possa superare quota 300.000 t nei prossimi dieci
anni.
Solo per gli studi preliminari del terreno e il progetto sono stati spesi circa 8
miliardi di dollari e per la costruzione del deposito è previsto un esborso che
supererà i 60 miliardi di dollari.
Il progetto colossale prevede lo scavo di una rete di tunnel sotterranei a spina di
pesce della lunghezza di 80 km che correranno sotto la montagna alla profondità di
300 metri.
Il deposito dello Yucca Mountain
L’idea è di scavare a 300 metri di profondità una rete di tunnel
sotterranei, a spina di pesce, lunghi 80 chilometri.
Quindi stivare le 77mila tonnellate di scorie in 12mila sfere
container.
E, per finire, allineare i container nei tunnel – come si infilano
le perle di una collana – e sigillarli uno a uno.
Miniera Ranger
– Australia – 80 km2
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Le centrali nucleari nel mondo
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16% 33% 24%
Fonte: IAEA
Riserve di uranio
• Le riserve mondiali di uranio sono sufficienti
per circa 50 anni
Station Blackout
Il disastro di Fukushima
Lo station blackout determina l’impossibilità di
funzionare per quasi tutti i sistemi che, asportando il
calore di decadimento, refrigerano il reattore.
Vi sono sull’impianto sistemi di refrigerazione ancora in
grado di operare, sfruttando proprio il calore di
decadimento, ma hanno un’autonomia limitata a
poche ore, durante le quale un’alimentazione
elettrica, esterna o di emergenza, deve quindi essere
necessariamente ripristinata.
Il disastro di Fukushima
Così, in ciascuno dei tre reattori che al momento del sisma erano
in funzione, dopo qualche ora ogni sistema di raffreddamento
cessa di operare.
La temperatura comincia ad aumentare e sale la pressione
interna fino a determinare l’apertura delle valvole di sicurezza,
con scarico di vapore, conseguente abbassamento del livello
dell’acqua nel reattore, scoprimento progressivo del
combustibile e suo surriscaldamento. Ciò porta prima
all’instaurarsi della reazione metallo-acqua e alla formazione
sempre più intensa di idrogeno, poi alla fusione del
combustibile stesso e alla fuoriuscita da esso di massicce
quantità di radioattività.
Impatto sulla sicurezza
Per ogni unità di massa l’energia liberata dalla reazione di fusione è circa
3,5 volte maggiore di quella ottenibile dalla fissione.
T~100 milioni di gradi: gli ioni positivi di deuterio e tritio, che tendono
a respingersi, acquistano un energia cinetica (dovuta all’agitazione
termica) che fa superare la repulsione, avviene dunque la fusione.
Il plasma
• Il plasma dalla miscela di deuterio e
trizio si ottiene per riscaldamento o per il
passaggio di una corrente elettrica.