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Vito Posca, Tiziana Fiorani

Chimica più
.verde
Capitolo 8

I primi modelli
atomici
Sommario
1. Tra gli atomi e tra gli ioni agiscono forze di natura elettrica
2. I raggi catodici sono formati da particelle con carica elettrica
negativa
3. I raggi anodici sono costituiti da particelle con carica elettrica
positiva
4. Il modello atomico di Thomson
5. Il modello atomico di Rutherford è definito modello planetario
6. Il numero di protoni è specifico per ogni atomo
7. Il nucleo di un atomo è costituito da protoni e da neutroni
8. Gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento con un diverso
numero di neutroni

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Tra gli atomi e tra gli ioni agiscono
forze di natura elettrica
La teoria atomica di Dalton fornisce un modello plausibile,
ma non spiega le forze che si stabiliscono tra atomi o tra
ioni.

Per giungere alla comprensione di tali forze è stato molto


importante lo studio dei fenomeni elettrici che riguardano
la materia, in particolare quelli elettrostatici.

Lo studio sistematico dei fenomeni elettrici, per più di tre


secoli, ha prodotto l’attuale concezione di carica
elettrica.

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Tra gli atomi e tra gli ioni agiscono
forze di natura elettrica
l la carica elettrica è una proprietà della materia e la sua
misura può assumere valori positivi e negativi;
l tra corpi dotati di carica elettrica si generano forze di
attrazione o di repulsione: cariche di segno uguale si
respingono, cariche elettriche opposte si attraggono;

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Tra gli atomi e tra gli ioni agiscono
forze di natura elettrica
l le cariche elettriche si attraggono
o si respingono con una forza
direttamente proporzionale al
loro prodotto e inversamente
proporzionale al quadrato della
loro distanza (legge di Coulomb);

l un corpo è elettricamente neutro se ha un uguale


numero di cariche positive e negative.

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Tra gli atomi e tra gli ioni agiscono
forze di natura elettrica
La scoperta delle cariche elettriche ha permesso di
dimostrare che gli atomi non sono entità indivisibili, ma
sono costituiti da tre tipi di particelle subatomiche:
• gli elettroni, che hanno carica elettrica negativa;
• i protoni, che hanno carica elettrica positiva;
• i neutroni, che sono privi di carica elettrica.

La scoperta di elettroni e protoni è avvenuta grazie a una


serie di esperimenti sul comportamento dei gas rarefatti
attraversati da corrente elettrica.

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I raggi catodici sono formati
da particelle con carica elettrica
negativa
A fine Ottocento, William Crookes effettuò esperimenti
usando un tubo di vetro con due elettrodi metallici, il catodo
e l’anodo.
Introducendo un gas e generando corrente, vide comparire
sull’anodo una fluorescenza di colore verde che derivava
dall’impatto di raggi emessi dal catodo: i raggi catodici.

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I raggi catodici sono formati
da particelle con carica elettrica
negativa
Grazie a successivi esperimenti, Crookes dimostrò che i
raggi catodici:
1. proiettano l’ombra di un piccolo oggetto (una croce di
Malta) interposto sul loro cammino;

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I raggi catodici sono formati
da particelle con carica elettrica
negativa
2. mettono in movimento un mulinello a pale inserito
all’interno del tubo;

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I raggi catodici sono formati
da particelle con carica elettrica
negativa
3. sono deviati dalla loro traiettoria verso la parte positiva di
un campo elettrico o magnetico.

I raggi catodici sono costituiti da particelle dotate di massa


e carica elettrica negativa presenti in tutta la materia.

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I raggi catodici sono formati
da particelle con carica elettrica
negativa
Nel 1897 Joseph Thomson determinò il rapporto tra la
carica (e) e la massa (me) delle particelle che formano il
fascio, a cui diede il nome di elettroni (e-).
e
= 1,76 ⋅ 108 C/g
me
Poiché il valore è indipendente dal tipo di metallo del catodo
e dal tipo di gas utilizzati nell’esperimento, Thomson
concluse in tutti gli atomi dovevano essere presenti
elettroni.

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I raggi catodici sono formati
da particelle con carica elettrica
negativa
Successivamente, nel 1909, Robert Millikan determinò
anche carica dell’elettrone:
e = −1,60 · 10−19 C
Per convenzione, pone uguale a −1.
Sostituendo il valore nel rapporto e/me, si ricava il valore
della massa dell’elettrone:
me = 9,1 · 10−31 kg

L’elettrone è la particella subatomica con la più piccola


massa e la minima quantità di carica elettrica esistente.

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I raggi anodici sono costituiti
da particelle con carica elettrica
positiva
(raggi canale o raggi anodici)
che attraversavano
parete dietro al catodo
il catodo
la formazione
forato. di una debole
fluorescenza.

Dedusse che questa fluorescenza


derivava dall’impatto dei raggi
provenienti dall’anodo
(raggi canale o raggi anodici)
che attraversavano il catodo forato.

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I raggi anodici sono costituiti
da particelle con carica elettrica
positiva
Esperimenti successivi dimostrarono che:
l i raggi canale sono costituiti da particelle con carica

elettrica positiva;
l la massa delle particelle è varia a seconda del gas

presente nel tubo e assume il valore più piccolo se il gas


nel tubo è l’idrogeno;
l la massa delle particelle di gas diversi dall’idrogeno è

sempre un multiplo di quella dell’idrogeno.

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I raggi anodici sono costituiti
da particelle con carica elettrica
positiva
I raggi canale o anodici sono formati da particelle con
carica positiva, attratte dal catodo carico negativamente:

Un atomo (elettricamente neutro) che perde elettroni


(negativi) si trasforma in uno ione positivo (catione).
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I raggi anodici sono costituiti
da particelle con carica elettrica
positiva
Gli esperimenti dimostrarono che la più piccola particella
con carica positiva ha massa uguale a quella dell’atomo di
idrogeno e carica elettrica uguale (ma di segno opposto) a
quella dell’elettrone.
È un atomo di idrogeno privo di un elettrone, chiamato per
questo ione idrogeno (H+) o protone (p+).

La carica elettrica del protone, per convenzione +1,


risultò uguale a quella dell’elettrone, 1,60 · 10−19 C.

La massa del protone risultò pari a 1,6723 · 10−27 kg,


quindi 1836 volte più grande della massa dell’elettrone.
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Il modello atomico di Thomson
Gli studi sui raggi catodici e anodici portarono Thomson
a formulare nel 1904 il primo modello di atomo.

Ipotizzò che l’atomo fosse una sfera omogenea costituita


da una massa con carica elettrica positiva distribuita
uniformemente. Le cariche elettriche negative sarebbero
invece disperse al suo interno.

Il modello, chiamato
a panettone, fu presto
superato in seguito
agli esperimenti
di Rutherford.
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Il modello atomico di Rutherford
è definito modello planetario
Nel 1911 Ernest Rutherford testò il modello di Thomson
usando radiazioni alfa (α), particelle dotate di una doppia
carica positiva e massa quattro volte superiore a quella di
un protone.

L’esperimento consisteva nel colpire con radiazioni α una


sottilissima lamina d’oro.

Dietro la lamina, uno schermo fluorescente avrebbe


intercettato le particelle che l’avessero attraversata,
emettendo un segnale luminoso che ne evidenziava la
traiettoria.

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Il modello atomico di Rutherford
è definito modello planetario
Rutherford constatò che la maggior parte delle particelle
α attraversava la lamina, mentre una piccolissima parte
subiva deviazioni.
Alcune venivano addirittura respinte.

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Il modello atomico di Rutherford
è definito modello planetario
I risultati non potevano essere spiegati dal modello
atomico di Thomson.
Se gli atomi fossero sfere con carica positiva distribuita
uniformemente, non si potrebbero formare forze tali da
respingere le particelle α (A). È necessario che incontrino
una massa e una carica positiva concentrate (B).

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Il modello atomico di Rutherford
è definito modello planetario
La piccola massa con carica positiva che si trova al centro
di un atomo è il nucleo atomico.

Gli elettroni, che neutralizzano la carica del nucleo, si


muovono su orbite concentriche e la maggior parte
dell’atomo è vuota.

Gli elettroni ruoterebbero intorno al nucleo,


che li attrae, come i pianeti intorno al Sole.
In questo modello planetario
la forza centrifuga impedirebbe
agli elettroni di precipitare sul nucleo.

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Il modello atomico di Rutherford
è definito modello planetario
Il modello di Rutherford rimane ancora oggi fondamentale
per aver dimostrato l’esistenza del nucleo.

Gli atomi hanno un nucleo molto piccolo in cui è


concentrata la carica elettrica positiva e quasi tutta la
loro massa.

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✓ Mettiamoci alla prova

• Quali sono le formule dei cationi che si formano


quando un atomo di idrogeno perde un elettrone, un
atomo di elio ne perde due e un atomo di ferro ne
perde tre?

• Secondo il modello atomico di Rutherford, com’è


prevalentemente la materia?

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Il numero di protoni è specifico
per ogni atomo
Le radiazioni α che attraversano una lamina metallica
subiscono differenti deviazioni in base al tipo di metallo.
Più ampio è l’angolo di deviazione dalla traiettoria, più alto è il
valore della carica positiva del nucleo.

Esperimenti successivi dimostrarono che:


• il nucleo non è una singola particella, ma è composto da
particelle positive elementari, i protoni;
• atomi di uno stesso elemento hanno lo stesso valore di carica
positiva, quindi contengono lo stesso numero di p+ nel nucleo;
• atomi di elementi diversi hanno un diverso numero di protoni
nel nucleo.

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Il numero di protoni è specifico
per ogni atomo
Il numero di protoni contenuti nel nucleo di un atomo si
chiama numero atomico ed è diverso per ogni atomo.
Il simbolo del numero atomico è Z.

Il suo valore si riporta in basso a sinistra del simbolo


dell’atomo.

In un atomo elettricamente neutro il numero atomico


indica anche il numero degli elettroni.
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Il nucleo di un atomo è costituito
da protoni e da neutroni
Nel 1932 James Chadwick bombardò con particelle α
emesse da un elemento radioattivo una sottile lamina
di berillio e registrò l’emissione di particelle che
non venivano deviate da campi elettrici o magnetici.

Queste particelle dovevano essere quindi prive di carica


elettrica e, per questo motivo, Chadwick le chiamò
neutroni (n).

La massa del neutrone è circa uguale a quella del


protone e vale 1,6745 · 10−27 kg.

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Il nucleo di un atomo è costituito
da protoni e da neutroni
L’atomo risulta quindi costituito da:
• un nucleo formato da protoni (particelle di carica
positiva) e neutroni (particelle prive di carica), le cui
masse sono circa uguali; poiché costituiscono il nucleo
dell’atomo, sono anche detti nucleoni;
• elettroni (particelle di carica negativa), con una massa
trascurabile rispetto a quella dei protoni.

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Il nucleo di un atomo è costituito
da protoni e da neutroni
Il numero di protoni (numero atomico) è uguale a quello di
elettroni; infatti l’atomo è elettricamente neutro.

Si chiama, invece, numero di massa (A) la somma del


numero dei protoni (Z) e del numero dei neutroni (N)
contenuti nel nucleo di un atomo di un elemento:
A=Z+N

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Il nucleo di un atomo è costituito
da protoni e da neutroni
Un atomo è descritto da due numeri: il numero atomico Z
e il numero di massa A, posizionati in basso a sinistra e
in alto a sinistra del simbolo chimico.
Il nucleo di un atomo di cui si conoscono Z e A è detto
nuclide.

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Gli isotopi sono atomi di uno
stesso elemento con un diverso
numero di neutroni
Gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento (uguale Z)
che differiscono per il numero di neutroni (diverso A).

La maggior parte degli elementi chimici è costituita da


due o più isotopi naturali che formano una miscela
isotopica.

Un isotopo si indica con il nome dell’elemento seguito


dal numero di massa:

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Gli isotopi sono atomi di uno
stesso elemento con un diverso
numero di neutroni
Soltanto gli isotopi dell’idrogeno hanno nomi e simboli
specifici.

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Gli isotopi sono atomi di uno
stesso elemento con un diverso
numero di neutroni
Il pròzio è presente in natura per il 99,985%.
Il deuterio è presente in natura per lo 0,015%.
Il trizio è un isotopo radioattivo dell’idrogeno non presente
in natura.

L’abbondanza isotopica è la percentuale di un isotopo


presente in un campione di un elemento chimico.

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Gli isotopi sono atomi di uno
stesso elemento con un diverso
numero di neutroni
In un campione di cloro, per esempio, sono presenti
cloro-35 (Ar=34,97) per il 75,7% e cloro-37 (Ar=36,97) per
il 24,3%.

In media, la massa atomica relativa del cloro, anche


riportata sulla tavola periodica risulta:

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✓ Mettiamoci alla prova

• A quali grandezze si riferiscono i simboli Aa, Ar e A?

• Un atomo ha numero di massa 63 e numero


atomico 29. Quanti protoni, elettroni e neutroni
possiede?

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