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NUCLEARE
Dott.Giacomo Volpe
giacomo.volpe@ba.infn.it
A.A. 2021/2022
1
Argomenti del corso
Testo consigliato:
Kenneth S. Krane: Introductory Nuclear Physics, Ed. J.Wiley & Sons
Altri testi:
B. Povh,K.Rith.... : Particelle e Nuclei , Ed. Bollati Boringhieri
E.Segré: Nuclei e Particelle, Ed. Zanichelli
2
Stati eccitati ( eV)
Livello fondamentale
Livello fondamentale
Livello fondamentale
3
CAP. 1: ELEMENTI DI STRUTTURA E SISTEMATICA DEL
NUCLEO
4
1. CONCETTI E TERMINOLOGIA DI BASE
Il nucleo è composto da protoni e neutroni interagenti
tramite le forze nucleari. Esso può essere descritto
attraverso pochi parametri: Carica elettrica - Raggio -
Massa - Energia di legame - Momento angolare - Parità -
Momenti di dipolo magnetico e di quadrupolo elettrico -
Energie degli stati eccitati.
Caratteristiche:
• Forza attrattiva: corto range ( 2 fm)
• Core repulsivo: < 0.5 fm
• Min:posizione di equilibrio fra le forze
5
Una specie nucleare è caratterizzata dalla carica positiva totale all’interno del nucleo e dal
numero totale di unità di massa.
La massa nucleare 𝑀𝑋 di un dato isotopo 𝐴𝑍𝑋𝑁 è legata alla massa atomica 𝑚𝐴 dalla relazione
Z EBbii è l’energia di legame dell’i-esimo elettrone (~10−100
M X c mA c Z me c E bi
2 2 2
keV trascurabile rispetto alle energie di massa atomiche
i1
dell’ordine di 𝑚𝐴 𝑐 2 ~𝐴𝑚𝑁 𝑐 2 ~𝐴 ∙ 1000𝑀𝑒𝑉)
B {Zm p Nmn [m( AX ) Zme ]} c 2
7
Raggruppando le masse di protone ed elettrone nella Z di un atomo di H
B [ Zm(1H ) Nmn m( AX )] c 2
Sn m( A 1
Z X N 1 ) m n m( A
Z X N ) B( A
Z X N ) B( A 1
Z X N 1 )
Considerazioni
Analogia tra Energia di separazione in Fisica Nucleare ed Energia di ionizzazione in Fisica
Atomica
Informazioni su i nucleoni esterni (nucleoni di valenza)
Evidenza sulla Struttura a shell del nucleo atomico simile a quella dell’atomo
8
Dividendo B per il numero di massa A si ottiene l’energia di legame per nucleone.
Proprietà:
Nucleo sferico con raggio proporzionale a A1/3 densità indipendente dal numero
di nucleoni
Nucleo come una goccia di liquido incompressible nucleoni equivalenti alle
molecole
Si trascurano le proprietà quantistiche dei singoli nucleoni
Nucleo costituito da:
- Insieme (“Core”) di nucleoni stabile centrale dove la forza nucleare è completamente
saturata
- Strato superficiale di nucleoni che non sono completamente legati
Questo legame più debole alla superficie diminuisce l’effettiva energia di legame per
nucleone (B/A). L’attrazione dei nucleoni dello strato superficiale verso il “core” equivale
alla tensione superficiale nei liquidi
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• Termine di volume Bvol (totale saturazione dell’interazione nucleare)
B varia linearmente con A e non con A(A-1)≅A2 in quanto ogni nucleone attrae soltanto i
nucleoni più vicini e non tutti, infatti dallo scattering di elettroni si ricava che la densità
nucleare ρ ≈ costante ogni nucleone ha circa lo stesso numero di nucleoni vicini e
quindi ogni nucleone contribuisce circa alla stessa quantità di energia di legame.
Bvol » av ® Bvol » av A
A
• Termine di superficie Bsup
I nucleoni che si trovano sulla superficie del nucleo risultano essere meno legati e quindi
Bvol sovrastima l’energia di legame, occorre sottrarre un termine proporzionale all’area
della superficie:
2 1
Bsup R 2
Bsup a s A 3
essendo RA 3
Z ( Z 1) 3 e 2 Z ( Z 1) Z2
Bcoul Bcoul ac 1 / 3
R 5 4 o Ro A1/ 3
A
11
Z2
L’espressione dell’energia di legame B, i cui termini sono B av A a s A 2/3
ac 1/ 3
di origine classica, non tiene conto del fatto che: A
I nuclei più leggeri con N=Z sono stabili o hanno un legame maggiore
Abbondanza naturale di nuclei pari-pari o scarsezza dei nuclei dispari-dispari (entrambi A
pari) evidenze principalmente dovute agli effetti quantistici di spin (spiegate con Termini
addizionali)
• Termine di simmetria (o asimmetria) Basym,
Favorisce nuclei con Z=N diventando via via meno importante al crescere di A.
Per la stabilità, infatti, nei nuclei pesanti N>Z questa asimmetria introduce una forza
nucleare non legante funzione dell’eccesso di neutroni (N-Z):
Basym Bsym (N - Z) (A - Z - Z) (A - 2 Z) ;
2 2 2
Bsym asym
A - 2Z
2
A
• Termine di pairing (accoppiamento) Bp
Tiene conto del fatto che nucleoni tendono ad accoppiarsi e in coppia sono più stabili
(energia più bassa). Si introduce quindi un termine (ad hoc) pairing energy . Si trova
conferma di questa «forza di accoppiamento» semplicemente guardando ai nuclei con A
pari che esistono in natura: solo 4 nuclei con N e Z dispari (2H, 6Li, 10B, 14N) e mentre 167
nuclei con N e Z pari.
A pari ( p - p ) ; ( Z & N pari )
Bp 0 A dispari ( Z o N dispari )
A pari ( d - d ) ; ( Z & N dispari ) con a p A-3 / 4 12
Formula semiempirica dell’energia di legame
Z2 (N Z) 2
B av A as A 2 / 3 ac 1/ 3 asym a p A 3 / 4
A A
I dati sistematici di B sono fittati con questa funzione fornendo i valori delle costanti
Nota: Le figure riportano l’energia nucleare per nucleone B/A in funzione di A
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Formula semiempirica delle masse (Bethe-v.Weizsacker)
B(Z, A)
M(A,Z) Zm p (A Z)mn
c2
Z 2
(A - 2Z) 2
dove B = av A - asA2 / 3 - ac 1/ 3 - asym ± ap A-3 / 4
A A
Formula semiempirica delle masse: La massa di un nucleo dipende dal numero di massa
A e del numero di protoni Z, e per A = costante è proporzionale a Z2 (parabola delle
masse).
MN (A,Z) = a Z 2 - b Z + g A ± d
ac 4asym
dove : 1 / 3 ; mn m p 4asym ;
A A
a
mn av 1s/ 3 asym ; a p A3 / 4
A
14
Parabola delle masse
Per A costante (isobari) si può trovare il valore di Z per cui la massa M (Z,A) assume il valore
minimo che corrisponde alla stabilità (l’energia di legame B(A,Z) ha un massimo).
A m n m p 4a sym
Z0
2 a c A 2 / 3 4a sym
sostituendo i valori delle costanti si ha :
A
Z0
1.98 0.015A 2 / 3
In una sequenza di isobari ci sarà un nucleo con massa più piccola che sarà stabile rispetto al
decadimento. Nuclei con Z minore rispetto a quello a massa minima decadranno β-, mentre i
nuclei con Z maggiore possono decadere β+ o per cattura elettronica. Viceversa, per A pari, le
parabole sono 2 per la presenza del termine di accoppiamento , separate di 2δ e possono
esserci anche 2 o 3 isobari stabili, separati di 2Z. 15
Considerazioni
16
Misure di massa
17
Lo spettrometro di massa permette di misurare, in un campione chimico, le percentuali
isotopiche (abbondanza dei nuclidi) attraverso misure di corrente di ioni (selezionati) che
attraversano una slitta di uscita che sostituisce la lastra fotografica. Variando E o B si può
investigare un range di massa.
Dall’area dei picchi si risaleo alle abbondanze relative degli isotopi stabili
1. Urto elastico
2. M >> m e bersaglio puntiforme,
con m massa del proiettile e M
dN/d
1 zZe2
F
sin 4 ( / 2) 4 0 r 2
angolo di scattering 19
4. DIMENSIONI DEL NUCLEO
Il raggio di un nucleo non è una quantità ben definita dal momento che il nucleo non può
essere considerato come una sfera solida con contorni ben delimitati.
L’informazione sul raggio dipende dal tipo di interazione che si sfrutta per studiarlo, dipende
cioè dal tipo di particella che si usa come sonda.
Tutte le investigazioni di tipo fenomenologico portano alla semplice relazione per le
dimensioni radiali del nucleo come funzione del numero di nucleoni A (numero di massa).
R= r0A1/3
Il raggio misurato dipende dal tipo di esperimento effettuato, in cui viene determinato il
valore di r0 (= 1.2-1.5 fermi).
Nell’approssimazione di nucleo sferico si trova che la densità nucleare è :
20
Le misure mostrano che i nuclei non sono sfere con una superficie definita in modo netto:
al loro interno la densità di carica (o materia) è praticamente costante mentre alla
superficie si annulla in modo graduale. Inoltre essendo la forza nucleare indipendente dalla
carica e a corto range di azione in ogni punto del nucleo si ha:
N A A
materia protoni neutroni protoni protoni protoni carica
Z Z Z
neutroni N
essendo costante =
protoni Z
• Metodi Elettromagnetici raggio della distribuzione di carica nucleare (si misurano gli
effetti dell’interazione elettromagnetica con il nucleo)
Scattering di elettroni
Misure di energia elettrostatica dei nuclei speculari
ρcarica(r) = distribuzione dei protoni
• Metodi Nucleari raggio della distribuzione di materia nucleare (si misurano gli effetti
dell’interazione nucleare forte). Lo studio è più complesso in quanto si hanno allo stesso
tempo interazioni nucleari ed elettromagnetiche.
Scattering di particelle , p
Scattering e assorbimento di neutroni
Vite medie di emettitori di particelle (decadimento )
ρmateria(r) = distribuzione dei protoni e dei neutroni = ρprotoni(r) + ρneutroni(r) 21
La “dimensione» dei nuclei” = raggio medio della distribuzione di carica (o materia) nucleare
può essere determinata attraverso la misura della sezione d’urto differenziale in esperimenti
di scattering elastico di elettroni e/o particelle da parte di nuclei.
d d 2 2
( ) Ruth F(q )
dΩ dΩ
dove F(q2), chiamato fattore di forma, indica il rapporto tra una distribuzione estesa di carica
e una distribuzione puntiforme, e il raggio nucleare vi entra come parametro.
I valori del raggio nucleare si ottengono confrontando le misure delle due sezioni d’urto.
22
Raggio della distribuzione di carica: scattering elastico di elettroni di alta energia
Lo scattering di elettroni dai nuclei fornisce precise informazioni circa la dimensione dei
nuclei e la distribuzione di carica nucleare. L’elettrone è una “sonda” nucleare migliore della
particella in quanto è una particella puntiforme e può penetrare nel nucleo.
• Per basse energie (elettrone non penetra nel nucleo) lo scattering dell’elettrone è descritto
dalla formula di Rutherford .
• Per alte energie (elettrone relativistico = “sonda” nucleare) la sezione d’urto di Rutherford
viene modificata.(caso di scattering elastico di elettroni su nuclei a spin 0 non puntiformi).
d d
d d Ruth
Ciò implica che la carica nucleare non è puntiforme
ma ha una distribuzione estesa (r). 23
La sezione d’urto sperimentale ha un andamento diffrattivo con massimi e minimi.
I minimi non vanno a zero come nel caso di uno spettro di diffrazione di un’onda luminosa
da parte di un disco opaco perché il nucleo oltre a non essere un disco non ha dei contorni
netti.
1) Stima di R attraverso la figura di diffrazione
Dualismo onda-corpuscolo: il fascio di elettroni è trattato come un’onda di lunghezza d’onda
λ= h = hc = hc Piccola fenditura:
p pc E Diffrazione da
apertura circolare
• La rate di conteggi dipende dalle caratteristiche del potenziale di interazione V(r). In una
reazione, questo potenziale trasforma la funz. d’onda dello stato iniziale 𝜓𝑖 nella funzione
d’onda dello stato finale 𝜓𝑓 . L’elemento della matrice di transizione è
• La rate di reazione dipenderà anche dal num. di stati finali disponibili. Per il principio di
indeterminazione ogni particella occupa nello spazio delle fasi (sp. 6 dim def. dall’impulso
e dalla posizione della particella) un volume pari a ℎ3 = (2𝜋ℏ)3 .
• Considero una particella diffusa in un volume V e in un intervallo di impulsi p’ e p’+dp’.
Nello spazio degli impulsi questo intervallo corrisponde ad una calotta sferica di raggio
interno p’ e spessore dp’ che occupa quindi un volume 4𝜋𝑝′2 𝑑𝑝′
• Il numero di stati finali disponibili sarà
′
𝑉 ∙ 4𝜋𝑝′2 ′
𝑑𝑛 𝑝 = 𝑑𝑝
(2𝜋ℏ)3 26
Ricordando che 𝑑𝐸’ = 𝑣’ 𝑑𝑝′, la densità di stai finali nell’intervallo di energia dE’ sarà
𝑑𝑛(𝐸 ′ ) 𝑉 ∙ 4𝜋𝑝′2
𝜌 𝐸′ = =
𝑑𝐸′ 𝑣′ ∙ (2𝜋ℏ)3
Il legame fra rate di reazione, elemento di matrice di transizione e densità degli stati è dato
dalla regola d’oro di Fermi: ‘
(transitioni / sec) 2π 2
lWif = M if r f (E)
𝑑𝜎
𝑁 ∙𝑣
𝑑Ω 𝑎
Inoltre, essendo 𝑊 = 𝑁𝑏 𝑁𝑎
= 𝑉
dove 𝑉 = 𝑁𝑎 /𝑛𝑎 è il volume spaziale occupato dal fascio
delle particelle, la sez.d’urto sarà:
𝑑𝜎 2𝜋 2
= 𝑀 ∙ 𝜌(𝐸 ′ ) ∙ 𝑉
𝑑Ω ℏ ∙ 𝑣𝑎 𝑖𝑓
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La funzione d’onda iniziale dell’e- ha la forma 𝑒 𝑖𝑘𝑖∙𝑟 , appropriata per una particella libera di
momento 𝒑𝑖 = ℏ𝒌𝑖 . Anche l’e- diffuso può essere visto come una particella libera di
momento 𝒑𝑓 = ℏ𝒌𝑓 e funzione d’onda 𝑒 𝑖𝑘𝑓 ∙𝑟 .
L’interazione V(r) trasforma la funzione d’onda iniziale nella funzione d’onda diffusa e la
probabilità di transizione (Mif) sarà proporzionale al quadrato della quantità:
𝐹 𝑞 = 𝑒 𝑖𝑞∙𝑟 ∙ 𝑉 𝑟 𝑑 3 𝑟
Il potenziale di interazione V(r) dipende dalla densità di carica nucleare Zee(r’), dove r’ è
una coordinata che descrive un punto nel volume nucleare e e(r’) rappresenta la
distribuzione di carica nucleare.
28
L’energia potenziale dV(r) dovuta alla carica dq situata in r’ è data da:
𝑒 𝑑𝑞 𝑍𝑒 2 𝜌𝑒 𝒓′ 𝑑𝑉′
𝑑𝑉 𝑟 = − =−
𝒓 − 𝒓′ 𝒓 − 𝒓′
29
Per trovare l’energia di interazione completa bisogna integrare su tutto il nucleo:
2
𝜌𝑒 𝒓′ 𝑑𝑣
𝑉 𝑟 = −𝑍𝑒
𝒓 − 𝒓′
𝑛𝑢𝑐𝑙𝑒𝑜
𝐹 𝑞 = 𝑒 𝑖𝑞∙𝑟′ 𝜌𝑒 𝒓′ 𝑑𝑣 ′
Questa quantità è una funzione di q (modulo di q). Dal momento che abbiamo assunto
scattering elastico, 𝒌𝑓 = 𝒌𝑖 = 𝑘. Noto il momento iniziale dell’e-, q è semplicemente una
funzione dell’angolo tra le direzioni di pi e pf.
30
Ossia dell’angolo di diffusione dell’e- rispetto alla sua direzione iniziale.
31
I risultati di questa procedura per i diversi nuclei sono mostrati nella figura sottostante
32
Il fattore di forma si ricava come rapporto
Sezione d’urto misurata
4 R 3
o
34
Come si detemina r0?
l raggio quadratico medio si calcola con la definizione statistica usuale
𝑟 2 𝜌(𝑟 )𝑑 3 𝑟
< 𝑅2 >=
𝜌(𝑟 )𝑑 3 𝑟
L’integrazione del denominatore è banale poiché 𝜌 𝑟 = 𝜌(𝑟) e l’integrazione sul solo volume
produce la carica totale presente nella sfera, ovvero Ze. Per calcolare l’integrale al numeratore
basta passare a coordinate sferiche su una sfera (ip. sfera carica uniformemente): l’elemento
infinitesimo di volume diventa
𝑑 3 𝑟 = 𝑟 2 sinϑ 𝑑𝜗 𝑑𝑟
𝜋 𝜋
dove − ≤ 𝜗 ≤ , 0 ≤ 𝜑 ≤ 2𝜋, 0 ≤ 𝑟 ≤ 𝑅.
2 2
Si ottiene quindi
35
2
3 2 3 1
< 𝑅 >= 𝑅 = (𝑟0 𝐴 3 )
5 5
le forze nucleari sono identiche mentre vi è una differenza di energia elettrostatica (si
trascurano le differenze di massa a riposo del neutrone e del protone). Per una distribuzione
di carica sferica (essendo2 Q=Ze la carica totale della distribuzione), l’energia potenziale
3 𝑍 𝑒2
coulombiana vale 𝐸𝑐 = 5 𝑅 , per cui:
3 e2 é 2 2ù 3 e2 3 e2 3 e2 A2/3
∆Ec = ëZ - ( Z -1) û = ( 2Z -1) = 4πe R A = 4 π e r
5 4 πe0 R 5 4 π e0R 5 0 5 0 0
r0=1.22 fermi
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Raggio della distribuzione di materia nucleare: Scattering Rutherford di particelle α ad
angolo fisso
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Noti quindi:
•l’energia cinetica E a cui la sezione d’urto di scattering misurata in funzione dell’energia e a
fissato angolo si discosta da quella di Rutherford (breakdown della sezione d’urto)
• l’angolo di scattering ϑ e il numero atomico Z del bersaglio
si può determinare la distanza di minimo avvicinamento (la particella e il nucleo si sfiorano)
e quindi il raggio del nucleo.
bcos(q / 2)
r = = Rnucleo + Ra
α
Nucleo min
1- sin(q / 2)
2 2
𝑠𝑒 𝑉 𝒓 = 𝑉 −𝒓 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑟𝑎 𝜓(𝒓) = 𝜓(−𝒓)
• 𝜓 −𝒓 = +𝜓 𝒓 PARI (+)
• 𝜓 −𝒓 = −𝜓 𝒓 DISPARI (-)
Potenziali centrali, che dipendono solo da r, risultano quindi invarianti rispetto all’operatore
parità e la loro funz. d’onda avrà una parità definita, dispari se l è dispari e pari se l è pari. 41
Proprietà elettromagnetiche dei nuclei: Momenti di multipolo
• Momento (nucleare) di dipolo magnetico è associato allo spin del nucleo e gioca un
ruolo importante nello studio della struttura nucleare. Anche il neutrone (particella
neutra) ha un momento magnetico, questo riflette il fatto che i nucleoni hanno una
struttura costituita da componenti carichi.
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2. Proprieta`elettromagnetiche statiche dei nuclei: Momenti di multipolo
• Quantisticamente si ha:
e
* ( + 1)
2m
e
Magnetone di Bohr B 5.7884 * 10 5 eV / T
2me
e
Magnetone Nucleare N 3.1525 * 10 -8 eV / T
2m N
dove s=1/2 per elettroni, protoni e neutroni. gs è detto fattore giromagnetico di spin. Per
una particella puntiforme come l’e-, l’equazione di Dirac fornisce gs=2, valore del tutto
consistente con le misure, per le quali gs=2,0023.
Per nucleoni liberi i valori sperimentali di gs sono ben lontani dal valore atteso per le
particelle puntiformi: gs =+ 5.58 per il protone
gs = - 3.83 per il neutrone
gs≠2 prima evidenza che i nucleoni non sono particelle puntiformi (come previsto
da Dirac), ma hanno una struttura interna: questa struttura deve essere
dovuta a particelle cariche in moto, le cui correnti risultanti determinano il
momento magnetico di spin. 45
Momento di dipolo elettrico dei nuclei
Una delle caratteristiche più importanti del nucleo è la sua carica elettrica Ze che fornisce il
numero di protoni in esso contenuto ed il suo potenziale coulombiano. Comunque la carica Z
non è sufficiente a dare una idea completa delle proprietà elettriche del nucleo che in gran
parte dipendono dalla distribuzione spaziale dei nucleoni all’interno del nucleo. Il momento
di dipolo è una caratteristica più complessa. Ricordiamo che un dipolo elettrico D in un
sistema di due cariche uguali ed opposte e separate da una distanza δ è dato da: D = eδ.
Dal momento che il nucleo contiene protoni e neutroni, cioè particelle con carica +e e 0, una
non coincidenza dei centri di inerzia del fluido protonico e neutronico risulterebbe in un
momento di dipolo D = Zeδ, prodotto della carica totale per la distanza tra i centri di inerzia
dei due fluidi (Un dipolo può essere formato non solo da una carica positiva ed una negativa,
ma anche da una carica positiva ed una neutra. Quando un sistema del genere viene posto in
un campo elettrico assume la proprietà del dipolo di allinearsi lungo il campo: la carica
positiva ruota rispetto al centro del dipolo). 46
In una trattazione più precisa, lo proiezione Dz del momento di dipolo lungo l’asse z è un
integrale della forma:
1
Q
2 2 3
( 3 z r ) ( r ) d r
e
47
1
Q
2 2 3
( 3 z r ) ( r ) d r
e
L’integrazione è estesa al volume nucleare. Dal momento che r2=x2+y2+z2, risulta:
Quindi Q=0 per distribuzione di carica sferica, Q>o per distribuzione di carica di forma
allungata e Q<0 per distribuzione schiacciata.
48
La curva continua rappresenta una media sui valori sperimentale dell’andamento del
momento di quadrupolo Q (normalizzato a R2nucl) in funzione del numero di protoni Z
(o numero di neutroni N).
La funzione Q(Z) [Q(N)] cresce al crescere di Z (N) ed assume valore Q = 0 per valori di
Z(N) = 2,8,20,28,50,82,126 ( numeri magici).
Questo comportamento di Q indica che la maggior parte dei nuclei pesanti ha una
struttura fortemente elongata, mentre i nuclei magici sono fortemente simmetrici
49
ESERCIZI
2. Essendo 27 27
14𝑆𝑖 e 13𝐴𝑙 nuclei speculari, il loro ground state è lo stesso eccetto che per la
carica. Se la differenza di massa vale 6 MeV, valutate il loro raggio (trascurando la
differenza di massa n-p).
50