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CAP.

3: MODELLI NUCLEARI

1. Modelli nucleari
2. Modello a goccia di liquido
3. Modello a gas di Fermi
4. Modello a Shell
5. Modello collettivo

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Modelli Nucleari

I modelli nucleari forniscono descrizioni più o meno soddisfacenti delle proprietà nucleari e
delle caratteristiche strutturali del nucleo. Si dividono in due categorie:
Modelli a particelle indipendenti (IPM):
Il comportamento di ciascun nucleone entro il nucleo determina le caratteristiche
dell’intero nucleo ( alcuni nucleoni giocano un ruolo attivo, i rimanenti sono partecipanti
passivi)  i nucleoni si muovono indipendentemente in un potenziale nucleare comune.

Modelli di interazione forte (SIM):


I nucleoni sono accoppiati fortemente uno all’altro a causa dell’interazione nucleare
forte e a corto range.
• Modello a goccia liquida (SIM): il nucleo è assimilato ad una goccia liquida in cui i
nucleoni svolgono il ruolo delle molecole
• Modello a gas di Fermi (IPM): i nucleoni si muovono approssimativamente
indipendentemente nel nucleo ( le loro funzioni d’onda individuali sono onde piane)
• Modello a shell (IPM) : i nucleoni si muovono indipendentemente in un potenziale
sferico comune che segue la distribuzione di densità nucleare.
• Modello collettivo (IPM) : i nucleoni si muovono indipendentemente in un potenziale
comune non sferico, lentamente variabile e i moti collettivi coinvolgono il nucleo
tutto intero. 84
1. MODELLO A GOCCIA DI LIQUIDO

• Già nel 1911 Rutherford, per spiegare i risultati del suo esperimento di diffusione di
particelle α da nuclei pesanti ricavò che il nucleo è assimilabile ad una sfera di raggio
≈10-13cm

• r = r0⋅A1/3, con r0≈1.2 – 1.5 fm

𝑀 𝐴∙𝑚𝑝 3 𝑚𝑝
• 𝜌= ≅ = 4𝜋𝑟 3 ≈ 1014 𝑔 ∙ 𝑐𝑚−3 non dipendendo da A, è la stessa per tutti i nuclei
𝑉 𝑉 0

Il fatto che la densità sia costante, ci dice che la materia nucleare è incomprimibile e questa
proprietà indica una somiglianza tra la materia nucleare ed un liquido. Inoltre la proprietà di
saturazione delle forze nucleari (B/A ≈ cost.) rende l’analogia più completa poichè la stessa
proprietà è anche posseduta dalle forze chimiche di legame delle molecole in un liquido. Su
queste basi Bohr, Wheeler e Frenkel svilupparono il modello a goccia del nucleo, che portò
alla formula semiempirica per l’energia di legame ottenuta da Weiszacker.
Questo modello molto semplice è in grado di spiegare, mediante pochi parametri empirici,
importanti proprietà dei nuclei.

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Il modello si basa sulle seguenti ipotesi:
• l'energia di interazione tra due nucleoni è indipendente dal tipo e numero di nucleoni
• l'interazione è attrattiva e a breve raggio d'azione, Rint
• l'interazione è repulsiva a distanze r << Rint
• l'energia di legame del nucleo è proporzionale al numero di nucleoni.

2 2
Z (A- 2Z)
B = av A- asA2 / 3 - ac 1/ 3 - asym ± a pA-3 / 4
A A

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Il modello a goccia fornisce una corretta idea delle masse nucleari, delle energie di legame
e di altri parametri del nucleo e rende conto della emissione α e  in termini energetici. La
sola analogia con la goccia di liquido non è però sufficiente a descrivere il nucleo, infatti,
nella formula semiempirica di massa (SEMF), sono stati introdotti due termini (asimmetria
e accoppiamento) legati in qualche modo alla struttura interna, uno legato alla simmetria
protoni-neutroni, l’altro che aggiunge una correzione nel caso di nuclei con A pari.

L’energia di legame per nucleone B/A e le energie di separazione dei nucleoni sono
grandi per i nuclei con valori di

Z e/o N = 2, 8, 20, 28, 50, 82, 126 “numeri magici”

I nuclei magici e/o doppiamente magici sono molto stabili e presentano deviazioni
significative dal comportamento nucleare medio.

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0,1
massimi Differenza (B/A)misurata - (B/A)calcolata in funzione di A
Data - SEMF (MeV)

0,05
0 mostra che vi sono degli effetti che la formula semi-
-0,05 empirica delle masse trascura.
-0,1
-0,15
-0,2
-0,25
0 50 100 150 200 A

Energia di separazione dell’ultimo neutrone a cui è


sottratto il valore della SEMF mostra che per alcuni
valori di N, l’energia di legame (energia di
separazione) aumenta significatamente.
Numero di neutroni N

Esistenza dei numeri magici. Z e/o N = 2,8,20,28,50,82,126


Evidenza:
• E’ necessaria più energia di quella usuale per rimuovere l’ultimo neutrone/protone
se il nucleone ha numero magico.
• Emettitori di neutroni più spontanei hanno N = Nmagico + 1
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2. MODELLO A GAS DI FERMI

I nucleoni (protoni e neutroni) che costituiscono il nucleo sono soggetti alla statistica di
Fermi-Dirac in quanto fermioni (spin 1/2) e devono soddisfare il principio di esclusione
di Pauli (solo un fermione può trovarsi in uno stato). Gli stati caratterizzati da
determinati valori discreti di energia e impulso esistono nel potenziale nucleare.
Nello stato fondamentale tutti gli stati più bassi permessi dal principio di Pauli sono
occupati dai nucleoni. Tale sistema di fermioni è detto gas degenere di fermioni i
nucleoni non possono cambiare stato (tutti gli stati vicini sono occupati) non possono
collidere e si comportano come particelle indipendenti non interagenti.

Il modello a gas di Fermi, assumendo come potenziale una semplice buca quadra 3D
(differente per protoni e neutroni) fornisce:
• i termini di volume e di asimmetria della formula semiempirica delle masse
• un calcolo approssimato della distribuzione dei livelli nella materia nucleare.

IPOTESI: i nucleoni si muovono liberamente nel volume nucleare e ciascun nucleone si


trova nel campo creato dagli altri (A-1) nucleoni.

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Il potenziale a cui un singolo nucleone è soggetto è la sovrapposizione dei potenziali degli
altri nucleoni. Questo potenziale ha la forma di una sfera di raggio R = R0 A1/3 fm,
equivalente ad una buca di potenziale quadrata 3-D di raggio R.
I nucleoni riempiono i livelli nella buca fino all’energia di Fermi EF.
Le buche di potenziale di protoni e neutroni in generale hanno forme diverse.
Se l’energia di Fermi fosse diversa per protoni e neutroni, il nucleo sarebbe soggetto a
decadimento β in uno stato energeticamente più favorevole. In generale i nuclei pesanti
stabili hanno un surplus di neutroni per cui la buca del gas di neutroni deve essere
più profonda di quella dei protoni. I protoni sono perciò in media meno legati dei
neutroni (repulsione Coulombiana).

Si possono avere 2 protoni/2


neutroni per livello di
energia, in quanto gli spin
possono essere 

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Si consideri un sistema di N fermioni intrappolati in volume V in equilibrio con un
termostato a temperatura T. La probabilità che un fermione occupi uno stato di energia
cinetica E è data dalla distribuzione di Fermi

1
F(E) 
E EF 
 
1e  kT 

dove
k = costante di Boltzman
EF = energia di Fermi = pF2/2m ( non relativistica)
pF = impulso di Fermi (determinato dalla densità nucleare)
m = massa del nucleone

EF>>kT gli stati energetici tra 0 e EF sono completamente occupati


E>EF gli stati sono vuoti

Gas di Fermi è degenere per EF >> kT. Per EF << kT → gas classico e distribuzione di Maxwell .
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Il numero di stati possibili disponibili ad un nucleone in un volume V in una regione di
impulso dp è dato da:

V  4  p 2 dp
dn 
2 3
Nello stato fondamentale, tutti gli stati a energia più bassa saranno occupati fino a un
impulso massimo pF, impulso di Fermi, per cui

pf pf
V  4  p2dp 4
p
f
p3F
n   dn    V   p dp 2 3 V
2

0 0 2  3
2  0
3
6 

Poiché ogni stato può contenere due fermioni, (s = 1/2  in ogni stato (2s+1) = 2) per
T=0 si ha:

pf pf
V  4  p2dp 4
p
f
p3F
n   2 dn  2  2 V   p dp 2 3 V
2

0 0 2 3
2 3
0
3 

13
 3 2 n 
23
p F2  2  3 2 n 
p F    EF    
 V  2m 2m  V 
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Il nucleo è una miscela di due gas degeneri di fermioni, Z protoni e N neutroni racchiusi
nel volume nucleare V . Il numero di protoni Z e di neutroni N è dato da:

Z
p 
p 3
F
V ; N
p  n 3
F
V
3 2 3
3  2 3

Assumendo in prima approssimazione che:


• le buche di potenziale per i protoni e i neutroni abbiano lo stesso raggio
• Z=N=A/2
• mn  mp = m= massa del nucleone
Si trova che il impulso di Fermi è pari a :
Z=N=A/2
13 13
 3 2 n   3 2 A 3   9 
13

p F  p F  p F  
p n
        250 MeV / c
 V   2 4 r0
3
A  r0  8 

4 4 4
V  R 3   (r0 A1/ 3 )3   r03 A
3 3 3

I nucleoni apparentemente si muovono entro il nucleo con grandi momenti. Misure


dell’impulso di Fermi in esperimenti di diffusione quasi elastica di elettroni su nuclei
forniscono valori in buon accordo con tale predizione. 93
L’energia dello stato più alto occupato detta energia di Fermi EF è:
2
1    9  
2 13
p
EF  F
   33MeV
2m 2m  r0  8  
V(r)

dove m è la massa del nucleone. La differenza B’ r


fra la sommità della buca e il livello di Fermi è
costante per la maggiorparte dei nuclei e
corrisponde all’energia media di legame per V0=EF+B´
nucleone B/A =8 MeV

La profondità della buca di potenziale V0 risulta essere indipendente dal numero di nucleoni
A ed è data da:

V0  EF + B’  33 MeV + 8 MeV  40 MeV

In realtà, per la stabilità , eccetto per i nuclei leggeri, N>Z, si hanno quindi differenti valori
dell’energie di Fermi per i protoni e i neutroni, ciò comporta diverse profondità di buche di
potenziale.

2 9 2 3 N 2 3 2 9 2 3 Z 2 3
Energia di Fermi : E F (n)  2
( ) ( ) E F (p)  2
( ) ( )
2m n r0 4 A 2m p r0 4 A
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La profondità della buca di potenziale per il gas di neutroni è maggiore di quella per il
gas di protoni. Questi ultimi sono quindi, in media, meno legati all’interno dei nuclei.
Questo può essere visto come una conseguenza della repulsione coulombiana fra protoni
e porta alla presenza del termine aggiuntivo nella formula semiempirica della massa.

Anche la dipendenza dell’energia di legame dall’eccesso di n può essere calcolata


nell’ambito del modello a gas di Fermi: l’energia cinetica media per nucleone
2
p pF

pF

2
E p 2
dp p dp 5
K 0 2m 1 3 p 3
 EK   0 pF  pF
 F
3
 E F  20 MeV
 p dp  p dp 2m 5 pF 5
2 2
0 0

Per un gas degenere di Fermi allo zero assoluto, l’energia cinetica totale dei nucleoni è
dato da:
A N Z
3
E K ( A)   E K ,a   E K ,a   E K ,a  [ NEF ( n )  ZEF ( p )]
a 1 a 1 a 1 5
essendo l’energia cinetica per i neutroni e per i protoni rispettivamente data da:
N
3
EK ( N )   EK ,a  EK  N  NEF (n )
a 1 5
Z
3
E K ( Z )   E K ,a  EK  Z  ZEF ( p )
a 1 5 95
Sostituendo le espressioni di EF ed espandendo in serie nella differenza (N-Z) pari
all’eccesso di neutroni si ha:

3 2 9 2 3 N 5 / 3  Z 5 / 3 3 2 9 2 3 5 ( N  Z )2
E K (A)  2
( ) ( 2/3
) 2
( ) (A  ...)
10mr0 4 A 10mr0 4 9 A
Che esprime la dipendenza funzionale dell’energia cinetica totale dall’eccesso di n. Il primo
fattore contribuisce al termine di volume nella formula della massa e il secondo descrive la
correzione che risulta da N≠Z. Questo termine, detto di asimmetria, cresce con il quadrato
dell’eccesso di n e l’energia di legame diminuisce di conseguenza nella stessa misura

Espansione in serie dell’energia

Ponendo:

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ESERCIZI

1. (a) Un neutrone e un protone a riposo possono andare incontro a cattura radioattiva :


p + n  d + g. Trovare l’energia del fotone emesso nella cattura. Stabilire se il
rinculo del deutone può essere considerato trascurabile.

(b) Stimare l’energia che un neutrone incidente su di un protone a riposo deve avere
nell’ipotesi in cui la cattura radioattiva avvenga nello stato p (l=1).
Rdeutone = 4x10-13cm, md = 2.01410 amu

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